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era licenziato per fare il viaggio prima a Monaco poi a Parigi.

Il padre lo costringe di accettare


l’incarico a Salisburgo. Lo patisce un po’ il periodo salisburghese. Trovandosi a Vienna, decide di
restare.
Prima di scrivere gli spartiti, andava a sentire i cantanti – scriveva le arie come “un vestito adattato al
cantante”. Mozart aveva una tecnica di scrittura che consisteva nel ricordarsi le cose e poi scriverle.
I praghesi sono molto felici di avere un’altra opera mozartiana. La storia di Don Giovanni era una
storia nota da tantissimo tempo. L’aspettativa del pubblico è buffa – “andiamo a divertirci”. I primi
accordi sono abbastanza cupi – gli spettatori rimangono scioccati. Si può permettere di iniziare
un’opera buffa come questa qua. Ha deciso di dare così tanto peso alla parte tragica di quest’opera.
Nell’opera c’è una parte tragica – la punizione dovuta a questi misfatti. C’è naturalmente anche la
parte giocosa – anche nell’ouverture che risponde all’immaginario di Don Giovanni.
Il mito di Don Giovanni ha la sua prima forma scritta nel 1630. Le storie delle pieces basate sulla
storia sono più o meno le stesse. Queste opere puntano di più sull’aspetto divertente della facenda.
L’opera di Gazzaniga inizia in maggiore – non c’è l’elemento tragico. L’aspetto tragico della faccenda
è stata un’esigenza mozartiana. Ci sono quattro uomini e tre donne. Leporello è il suo alter ego – il
suo parafulmine (quello che lo spalleggia). Il commendatore sparisce dalla scena, ritorna alla fine per
fare la sua vendetta. Don Ottavio è l’unica voce chiara dell’opera. Masetto era all’epoca interpretato
dallo stesso cantante che faceva il Commendatore. Queste tre donne invece sono la tipologia
dell’opera buffa – la prima donna (donna Anna, la più seria e la più nobile, con passaggi più brillanti).
Nella storia interpreta la persona più colpita dai suoi affetti e desiderosa di vendetta. La seconda
donna (termine usato) di mezzo carattere – parti serie alternati a parti buffe. C’è invece il personaggio
comico – Zerlina.
Partiamo dalla storia di Bertati-Gazzaniga – opera veloca, un atto solo. I cantanti della compagnia
protestano – dicono che è piena di stupidaggini. Il capocomico cerca di convincerli, minacciandoli di
non pagarli più. Il primo quadro è preso pari pari da da Ponte. Don Giovanni le sue conquiste le fa
perché si spaccia per qualcun altro – si spaccia per il fidanzato di donna Anna. Nelle storie precedenti
non ha un fascino, è uno che inganna. Mozart lo riscatta – lo fa diventare da personaggio che si
oppone a delle forze più grandi di lui. Un’opera buffa che inizia con un assassinio.
Secondo quadro di Bertati – Le noze contadine. La sposa novella viene corteggiata immediatamente
da Don Giovanni. Terzo quadro – la scena al cimitero, il servo Pasquariello (anziché Leporello)
passano vicino alla statua del commendatore e per spavalderia Don Giovanni invita a cena la statua.
Con gran stupore di tutti la statua accetta (annuisce). Quattro e l’ultimo quadro – la cena a casa del
commendatore. Donna Elvira cerca di convincerlo a cambiare vita. Mentre tutti si nascondono, Don
Giovanni accetta la mano del commendatore e viene trascinato all’inferno. Oggettivamente il
linguaggio di Da Ponte è più bello di quello di Bertati.
L’ouverture inizia con Re Minore – la caratteristica di tutta la parte tragica. Si scioglie
improvvisamente e abbiamo l’allegro. Arriva il momento dell’opera buffa. Due aspetti nettamente
separati durante tutta l’opera.

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