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Progetto di audience development “FOTOGRAMMI MONTEVERDIANI”, commissionato dalla Fondazione Paolo Grassi e dalla 43˚ Festival della Valle d’Itria, per il ciclo d'incontri "Mettiamoci all'Opera", destinata alla formazione della cultura musicale nel pubblico.
Progetto di audience development “FOTOGRAMMI MONTEVERDIANI”, commissionato dalla Fondazione Paolo Grassi e dalla 43˚ Festival della Valle d’Itria, per il ciclo d'incontri "Mettiamoci all'Opera", destinata alla formazione della cultura musicale nel pubblico.
Progetto di audience development “FOTOGRAMMI MONTEVERDIANI”, commissionato dalla Fondazione Paolo Grassi e dalla 43˚ Festival della Valle d’Itria, per il ciclo d'incontri "Mettiamoci all'Opera", destinata alla formazione della cultura musicale nel pubblico.
Il progetto trae origine da Il ballo delle ingrate di Ingmar Bergman, una
composizione coreografica che rappresenta, attraverso il linguaggio del corpo, la condizione in cui le donne vivono e crescono.
Il titolo del progetto, Quellingrato destino: tra passioni e tumulti
delluniverso femminile, evocativo e significativo allo stesso tempo. Al centro dellopera di Ingmar Bergman ci sono le donne: nel suo universo sono di una rara bellezza, espressa nei volti, nei gesti, nei comportamenti. Sono vitali, complici, intime e passionali, ma basta che accada qualcosa perch si trasformino in esseri gelidi e spietati, senza che manchi poi in loro il pentimento. Ne Il ballo delle ingrate, Bergman riprende lOpera di Monteverdi, di cui mette in scena solo la parte conclusiva. La scelta di rifarsi a lui intuibile: entrambi hanno cari il mondo degli affetti, raccontano storie di sentimenti, seppur ognuno con il proprio immaginario. Le ingrate di Monteverdi sono quelle donne che in vita hanno rifiutato lamore e che ora ne patiscono agli Inferi le pene del rimpianto; lessere ingrate in Bergman, invece, non una scelta, ma uno stato. E la condizione stessa dellessere donne, che cela in s un ingrato destino: le donne adulte insegnano alle giovani come crescere e diventare donne, come vivere accettando la reclusione e sottomettersi ad essa. Tutto questo ha un enorme prezzo da pagare: il rinunciare a se stesse, che porta con s un gran dolore. Ne Il ballo delle ingrate, Bergman si ispira alle scene del mondo dei dannati de Il flauto magico, che qui diventa uno spazio suddiviso in tre piani con un piccolo corridoio, delle pareti ed un pavimento, in cui le donne agiscono senza aver alcuna possibilit di fuga. Nella coreografia della Feuer prende vita linteriorit, le passioni e i tumulti soffocati, che dimprovviso esplodono. Le inquadrature di Bergman si concentrano sui bei volti malinconici e austeri delle protagoniste, sui dettagli dei piccoli gesti e dei lenti o repentini movimenti. La fotografia in bianco e nero di Sven Nykvist accentua le ombre dai netti contrasti, evocative del mondo dei dannati di Mozart, quanto della dannazione che affligge la condizione dellessere donne. La narratrice che introduce e commenta il film, guida il pubblico allesatta interpretazione delle intenzioni dellautore e suggerisce di vedere e rivedere lopera, concentrandosi su quel linguaggio segreto che si cela nei volti, nei gesti e nei movimenti delle protagoniste. PROGETTO E MATERIALE UTILE PER IL COMUNICATO STAMPA
Quellingrato destino: tra passioni e tumulti delluniverso femminile un
viaggio nei film di Bergman, nella sua arte unica e inimitabile di rappresentare il mondo femminile ed i suoi sentimenti. LOpera di Monteverdi, Il ballo delle ingrate, il punto di partenza di questo meraviglioso e tormentato viaggio, alla scoperta di mondi inaccessibili, di quelle stanze segrete abitate da sole donne. Luniverso in cui le protagoniste vivono ricco di verit, di frammenti autobiografici dellautore, sospesi tra finzione, sogno e realt. Le storie di quelle donne sono fatte di ricordi, di esperienze, di odori e sensazioni impressi nella memoria infantile di chi le ha create, di letteratura, teatro, cinema, visto, letto e messo in scena, di quellamore appassionato per le contraddizioni e per il suo maestro Strindberg. Durante il nostro viaggio incontreremo molte donne: la bella e fragile Karin, lingenua Alma con la manipolatrice Elisabeth, la dolce Pamina con la malvagia Regina della Notte e molte altre ancora. Ognuna di esse ci spinger a naufragare in altre storie di altri autori. Del resto: di cosa fatta una storia se non di un ri-racconto di frammenti di molte altre?!
BIOGRAFIA
Maria Novella Fabiano docente di cinematografia e audiovisivo. Accanto a
questattivit, lavora come libera professionista nel campo della cultura, ed in particolare, della mediazione artistico-culturale, realizzando progetti di storytelling per lavvicinamento del pubblico alle arti e alla cultura. Per la Fondazione Paolo Grassi e il Festival della Valle dItria, ha curato diversi progetti a cavallo tra musica, cinema e narrazione: primo, fra tutti lIfigenia in Tauride multimediale, in partenariato con il Teatro alla Scala di Milano e il Teatro dellOpera di Roma. Ha collaborato con la Fondazione Roberto Rossellini, per lo sviluppo del pensiero enciclopedico e Istituto MetaCultura di Roma.