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QUELLINGRATO DESTINO:

TRA PASSIONI E TUMULTI DELLUNIVERSO FEMMINILE

BREVE PREMESSA E ANALISI DELLOPERA

Il progetto trae origine da Il ballo delle ingrate di Ingmar Bergman, una


composizione coreografica che rappresenta, attraverso il linguaggio del corpo,
la condizione in cui le donne vivono e crescono.

Il titolo del progetto, Quellingrato destino: tra passioni e tumulti


delluniverso femminile, evocativo e significativo allo stesso tempo. Al
centro dellopera di Ingmar Bergman ci sono le donne: nel suo universo sono
di una rara bellezza, espressa nei volti, nei gesti, nei comportamenti. Sono
vitali, complici, intime e passionali, ma basta che accada qualcosa perch si
trasformino in esseri gelidi e spietati, senza che manchi poi in loro il
pentimento.
Ne Il ballo delle ingrate, Bergman riprende lOpera di Monteverdi, di cui
mette in scena solo la parte conclusiva. La scelta di rifarsi a lui intuibile:
entrambi hanno cari il mondo degli affetti, raccontano storie di sentimenti,
seppur ognuno con il proprio immaginario. Le ingrate di Monteverdi sono
quelle donne che in vita hanno rifiutato lamore e che ora ne patiscono agli
Inferi le pene del rimpianto; lessere ingrate in Bergman, invece, non una
scelta, ma uno stato. E la condizione stessa dellessere donne, che cela in s
un ingrato destino: le donne adulte insegnano alle giovani come crescere e
diventare donne, come vivere accettando la reclusione e sottomettersi ad essa.
Tutto questo ha un enorme prezzo da pagare: il rinunciare a se stesse, che
porta con s un gran dolore.
Ne Il ballo delle ingrate, Bergman si ispira alle scene del mondo dei dannati
de Il flauto magico, che qui diventa uno spazio suddiviso in tre piani con un
piccolo corridoio, delle pareti ed un pavimento, in cui le donne agiscono senza
aver alcuna possibilit di fuga. Nella coreografia della Feuer prende vita
linteriorit, le passioni e i tumulti soffocati, che dimprovviso esplodono. Le
inquadrature di Bergman si concentrano sui bei volti malinconici e austeri
delle protagoniste, sui dettagli dei piccoli gesti e dei lenti o repentini
movimenti. La fotografia in bianco e nero di Sven Nykvist accentua le ombre
dai netti contrasti, evocative del mondo dei dannati di Mozart, quanto della
dannazione che affligge la condizione dellessere donne. La narratrice che
introduce e commenta il film, guida il pubblico allesatta interpretazione delle
intenzioni dellautore e suggerisce di vedere e rivedere lopera, concentrandosi
su quel linguaggio segreto che si cela nei volti, nei gesti e nei movimenti delle
protagoniste.
PROGETTO E MATERIALE UTILE PER IL COMUNICATO STAMPA

Quellingrato destino: tra passioni e tumulti delluniverso femminile un


viaggio nei film di Bergman, nella sua arte unica e inimitabile di rappresentare
il mondo femminile ed i suoi sentimenti. LOpera di Monteverdi, Il ballo delle
ingrate, il punto di partenza di questo meraviglioso e tormentato viaggio,
alla scoperta di mondi inaccessibili, di quelle stanze segrete abitate da sole
donne.
Luniverso in cui le protagoniste vivono ricco di verit, di frammenti
autobiografici dellautore, sospesi tra finzione, sogno e realt. Le storie di
quelle donne sono fatte di ricordi, di esperienze, di odori e sensazioni impressi
nella memoria infantile di chi le ha create, di letteratura, teatro, cinema, visto,
letto e messo in scena, di quellamore appassionato per le contraddizioni e per
il suo maestro Strindberg.
Durante il nostro viaggio incontreremo molte donne: la bella e fragile Karin,
lingenua Alma con la manipolatrice Elisabeth, la dolce Pamina con la
malvagia Regina della Notte e molte altre ancora. Ognuna di esse ci spinger a
naufragare in altre storie di altri autori. Del resto: di cosa fatta una storia se
non di un ri-racconto di frammenti di molte altre?!

BIOGRAFIA

Maria Novella Fabiano docente di cinematografia e audiovisivo. Accanto a


questattivit, lavora come libera professionista nel campo della cultura, ed in
particolare, della mediazione artistico-culturale, realizzando progetti di
storytelling per lavvicinamento del pubblico alle arti e alla cultura. Per la
Fondazione Paolo Grassi e il Festival della Valle dItria, ha curato diversi
progetti a cavallo tra musica, cinema e narrazione: primo, fra tutti lIfigenia in
Tauride multimediale, in partenariato con il Teatro alla Scala di Milano e il
Teatro dellOpera di Roma. Ha collaborato con la Fondazione Roberto
Rossellini, per lo sviluppo del pensiero enciclopedico e Istituto MetaCultura di
Roma.

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