Sei sulla pagina 1di 4

*secondo slide*

Il padre ebbe un’enorme influenza sullo straordinario destino di suo figlio, del quale
sviluppò le predisposizioni. Leopold Mozart era figlio di un rilegatore di Augusta, studiò a
Salisburgo e nel 1743 fu ammesso fra i musicisti del principe arcivescovo di Salisburgo. Dava
lezioni di composizione e violino in città. Pubblicò un trattato importante sul violino
chiamato Saggio sull’insegnamento ragionato del violino. Aveva sposato Anna-Marie Pertl.
Entrambi erano famosi a Salisburgo per la loro rara bellezza.

Dei sette figli nati da questo matrimonio solo due sopravvissero: la figlia Marie-Anne
(chiamata Nannerl in famiglia) e il figlio Johann-Chrysostomus-Wolfgang-Theophilus Mozart
nato a Salisburgo il 27 gennaio 1756. Pochi anni dopo il padre smise di dare lezioni in città e
si dedicò alla cura dell’educazione musicale dei due figli. La figlia, anche lei un bambino
prodigio, non consegui una carriera musicale nell’età adulta e sposò il consigliere del
principe arcivescovo di Salisburgo.
Il giovane Mozart aveva circa tre anni quando suo padre iniziò a dare lezioni di clavicembalo
alla sorella che ne aveva 7. All’età di quattro anni suo padre cominciò a insegnargli qualche
minuetto e la sua predisposizione per la musica si manifestò subito. A 5 anni scriveva già dei
piccoli pezzi musicali. Non appena prese gusto alla musica, il gusto per i giochi della sua età
svani.
L’aneddoto seguente racconta come una volta Mozart padre tornava dalla chiesa con un suo
amico e trovò il figlio impegnato a scrivere. “Che fai lì, amico mio?” gli chiese. “Compongo
un concerto per clavicembalo”. Dapprima i due amici risero di cuore, ma dopo una lettura
più approfondita, gli occhi del padre si riempirono di lacrime di gioia e disse al suo amico:
“Vedete, dunque, amico mio, come tutto è stato composto secondo le regole: è un peccato
che non si possa far uso di questo pezzo perché è troppo difficile e nessuno sarebbe in grado
di suonarlo”. A quell’epoca il giovane Mozart credeva che suonare un concerto a fare un
miracolo fossero la stessa cosa.
*terzo slide*
Il giovane Mozart sbalordì suo padre a tal punto che questo concepì l’idea di viaggiare e di
far conoscere suo figlio alle corti tedesche e straniere. Non appena Mozart ebbe sei anni, il
padre decise di fare un viaggio con l’intera famiglia a Monaco. Quel primo viaggio fu un
successo così che i giovani virtuosi, di ritorno a Salisburgo, giunsero a un livello di bravura al
pianoforte da suscitare stupore indipendentemente dalla loro giovane età. Nell’autunno del
1762 la famiglia si recò a Vienna e i bambini si esibirono a corte. L’imperatore Francesco I
disse allora per scherzo al piccolo Wolfgang di suonare con un dito solo e senza mostrarsi
sorpreso da questa proposta, Mozart accettò la sfida e si mise immediatamente a suonare
con un dito sulla tastiera coperta da un velo.

Animato dall’orgoglio della propria arte Mozart preferiva suonare davanti ai veri conoscitori.
Quando, all’età di sei anni, si mise alla tastiera per suonare in presenza dell’Imperatore
Francesco, si rivolse al principe e gli chiese di far chiamare Wagenseil e gli cedette il posto
accanto al clavicembalo. “Signore, - disse allora Mozart al compositore, - suono uno dei
vostri concerti: bisogna che mi voltiate le pagine”.
*quarto slide*
Nel mese di luglio del 1763, quando aveva dunque sette anni, la sua famiglia intraprese il
primo viaggio fuori dal mondo tedesco, ed è da quell’epoca che il nome Mozart diventò
famoso in Europa. Il girò cominciò a Monaco, e continuò ad Augusta, Mannheim,
Francoforte, Coblenza e a Bruxelles. I due bambini suonarono davanti ai principi del paese e
ovunque ricevettero grandi elogi.
Nel mese di novembre giunsero a Parigi, dove rimasero cinque mesi. Si esibirono a
Versailles. Ebbero persino l’onore di un ritratto. Fu a Parigi che il giovane Mozart compose e
pubblicò i suoi due primi lavori. Dedicò il primo alla signora Victoire, seconda figlia di Luigi
XV, e l’altro alla contessa de Tessé.
Nell’aprile del 1764 i Mozart passarono in Inghilterra dove rimasero fino a metà dell’anno
seguente. Suonarono davanti al re e, come a Versailles, il ragazzo suonò l’organo della
cappella reale. A Londra fu apprezzato di più il suo modo di suonare l’organo che il
clavicembalo. Con la sorella diedero un grande concerto, in cui tutte le sinfonie erano
composte da lui. Fu a Londra che cominciarono ad eseguire concerti per due clavicembali.
A Londra e a Parigi gli increduli gli avevano presentato vari pezzi difficili di Bach, Haendel e
altri maestri: li suonava immediatamente, a prima vista, e con la giusta precisione. Dal re
d’Inghilterra da un solo basso eseguì un pezzo pieno di melodia. Ebbe l’occasione di suonare
con Christian Bach, alternandosi, un’intera sonata. Durante il soggiorno a Londra, Wolfgang
compose sei sonate dedicata alla regina.
Nel mese di luglio 1765 la famiglia Mozart riattraversò La Manche dove i giovani suonarono
l’organo nei monasteri e nelle cattedrali. Il viaggio non fu senza sfortune ed entrambi i
bambini si ammalarono di vaiolo che fortunatamente fu superato in quattro mesi.
Dopo un’assenza di più di tre anni, tornarono a Salisburgo verso la fine di novembre 1766.
Nel 1768 i bambini suonarono a Vienna in presenza dell’imperatore Giuseppe II che incaricò
il giovane di comporre un’opera buffa La finta semplice. Fu approvata da Hasse e Metastasio
ma non fu eseguita in teatro.
Nel mese di dicembre 1769 il padre lo portò in Italia. Mozart fu appena nominato maestro di
concerto dell’arcivescovo di Salisburgo. Conobbe il conte Firmian a Milano e il Padre Martini
a Bologna. Mozart padre e figlio andarono a Roma per la Settimana Santa a sentire il
Miserere di Allegri alla Cappella Sistina. Siccome si diceva allora che fosse vietato dal papa di
diffonderne le copie, Mozart si propose di impararlo a memoria e, appena tornato in
albergo, di metterlo per iscritto. I romani dubitarono della cosa e sfidarono il ragazzo a
eseguire il pezzo in un concerto e Mozart ci riuscì a cantarlo perfettamente, sollevando lo
stupore dei romani in fatto delle loro belle arti.
*quinto slide*
A Roma ottenne la croce e il brevetto di cavaliere della Milizia dorata da parte del papa e a
Bologna fu nominato membro e maestro dell’Accademia filarmonica. Il 26 dicembre 1770 fu
dato per la prima volta, a Milano, il Mitridate, composto da Wolfgang all’età di 14 anni. A
Verona ottenne un diploma della Società filarmonica della città. In Italia veniva chiamato
ormai “il cavaliere filarmonico”.
Nel 1772 scrisse, per l’elezione del nuovo arcivescovo di Salisburgo, la cantata intitolata Il
sogno di Scipione. Trascorse l’inverno dell’anno successivo a Milano dove compose Lucio
Silla, opera seria. Segue l’opera buffa La finta giardiniera e la cantata intitolata Il Re Pastore.
*sesto slide*
Una volta cresciuto, Mozart poté scegliere fra tutte le capitali europee. Dopo un soggiorno a
Parigi e la successiva morte di sua madre, decise di stabilirsi a Vienna, perché la musica
francese di quei tempi non era di suo gusto. Si stabili a Vienna all’età di 24 anni; la maggior
parte delle sue opere vi furono composte. Nessuna piacque tanto quanto Il Flauto Magico
che in un anno ebbe cento rappresentazioni.
Non c’è genere nel quale Mozart non abbia trionfato. Il barone Van Swieten, amico di
Haydn, disse che se fosse vissuto più a lungo, Mozart avrebbe sottratto a Haydn il primato
sulla musica strumentale.
*settimo slide*
Ci restano di lui nove opere scritte in italiano: La finta semplice (opera buffa, il suo debutto
nel genere drammatico), Mitridate, Lucio Silla (opere seria), La giardiniera (opera buffa),
Idomeneo (opera seria), Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte, La clemenza di Tito
(opera di Metastasio)
…e tre opere in tedesco: Il ratto dal serraglio, L’impresario teatrale e Il Flauto Magico.
*ottavo slide*
Relazioni con altri compositori
Mozart stimava soprattutto Porpora, Durante, Leo, Alessandro Scarlatti, ma metteva
Haendel al di sopra di tutti. Diceva “Di noi tutti, Haendel è quello che sa meglio cosa sia di
grande effetto.”
Di Jommelli diceva: “Quest’artista ha degli aspetti in cui brilla, ma non avrebbe dovuto
abbandonarli e voler fare della musica sacra nello stile antico.”
Non stimava Vincenzo Martini la cui Cosa rara aveva allora un grande successo. “Ci sono
delle cose molto carine, ma fra vent’anni nessuno se ne ricorderà più”.
Il barone Van Swieten:
“Se fosse vissuto più a lungo, Mozart avrebbe sottratto a Haydn lo scettro della musica
strumentale.”
Haydn aveva detto al padre di Mozart: “Vi dichiaro, davanti a Dio e come onest’uomo, che
considero vostro figlio il più grande compositore di cui abbia mai sentito parlare”.
Mozart aveva molta stima per Haydn, gli dedicò una raccolta di quartetti.
*nono slide*
Le opere preferite di Mozart erano Idomeneo e Don Giovanni. A proposito di Don Giovanni
disse un giorno: “Quell’opera non è stata composta per il pubblico di Vienna, era più adatta
a quello di Praga; ma l’ho scritta solo per me e per i miei amici”.
Mozart fu sempre discontinuo nel suo modo di lavorare. Il momento che dedicava più
volentieri al lavoro era la mattina. Gli capitò un giorno di rimandare all’ultimo momento un
pezzo che gli era stato richiesto per un concerto a corte. L’imperatore Giuseppe fu stupito
nel vedervi solo delle righe senza note e gli disse: “Dov’è dunque la vostra partitura?”. “Qui”
risposte Mozart, portando la mano alla fronte. Lo stesso incidente è accaduto per
l’ouverture di Don Giovanni, sulla quale ci lavoro sollo nella notte precedente della prima,
quando le prove generali erano già state fatte. I musicisti furono costretti a suonare senza
aver provato.
Idomeneo invece ebbe un’influenza gluckiana. Fu scritta quando Mozart aveva venticinque
anni e stava per sposare Constanze Weber, nonostante la sua famiglia era contraria a questo
matrimonio.
*decimo slide*
Mozart si distinse sempre per la sua generosità e spesso gestiva le finanze in modo
sconsiderato. La sua salute si indebolì rapidamente nei suoi ultimi anni di vita. Lasciò alla
famiglia solo la gloria del nome e l’attenzione del pubblico viennese.
Mentre lavorava a Il Flauto Magico, La clemenza di Tito e a Il Requiem cominciò ad avere dei
momenti di svenimento. Lo stato in cui si trovava gli permise di dirigere l’orchestra solo
nelle prime rappresentazioni.
Il povero Mozart si mise in testa che lo sconosciuto che commissionò Il Requiem non fosse
una persona normale, bensì che avesse dei rapporti con l’aldilà e che gli fosse stato inviato
per annunciargli la fine prossima. Si applicò con ardore al suo Requiem, e quando lo
sconosciuto venne il giorno stabilito, Mozart non c’era più.

Potrebbero piacerti anche