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Inserendo nella sua opera questa carica di volontà presa da Moliere – don Giovanni diventa quello che

si oppone al destino – da peccatore a eroe capace di opporsi alle forze di aldilà.


Il Convitato di Pietra di Goldoni – essendo il clima illuministico, diventa razionalista (non fa arrivare
nessun fantasma – lo fa morire per i fatti suoi). Questa versione non piacque nemmeno un po’, perché
la gente andava a vedere i diavoli (le cose divertenti).
Dopo l’uccisione si chiude la prima scena. È un inizio in medias res. La normalità dell’opera era la
successione di aria, terzetto, recitativo etc. Questo invece è un numero unico in cui la storia va avanti
– è proprio l’inizio della storia. Non fa tanto parte delle tradizioni operistiche, soprattutto dell’opera
buffa che inizio con un assassinio. La forma musicale di quest’introduzione ricorda il finale dato –
vengono aboliti i recitativi e i vari elementi sono collegati. Trova l’idea nella versione di Bertati-
Gazzaniga. Loro fanno due scene – Leporello e violenza, poi del commendatore. L’effetto è più o
meno questo. Vuol dire che anche Mozart si è studiato la partitura dell’opera facendo una specie di
concertato delle scene.
Dal testo di Leporello si nota la protesta conto la sua condizione sociale. Il testo viene musicato e le
parti vengono ripetute. Don Giovanni è mascherato (si è accorta che non è il suo fidanzato.
Chiusura della scena – terzetto molto suggestivo. Le voci si sovrappongono. Quando le persone sono
lì sulla scena e ognuno dice una cosa diversa si crea una gran confusione. Con la musica si capisce il
significato complessivo.
Cambia scena quando arriva un personaggio nuovo (o se ne va). Qua non rientra in questo schema,
però comunque si chiama scena 1. L’altra numerazione è dei numeri musicali. L’introduzione si
chiama Nr.1. Per tutta l’opera abbiamo una numerazione doppia. Ogni tanto non coincide.
Il saltello dalla tonica alla dominante – fa tutta la melodia che verrà ripresa da Leporello. Ricanta
l’introduzione tale e quale. Fino a questo punto la voce si trova all’unisono con l’orchestra con
l’aggiunta di sforzati e acciaccature. Dal punto di vista forma è un’introduzione. “Voglio fare il
gentiluomo…” finisce la prima sezione. La scrittura cambia – l’orchestra fa finalmente un accordo. Il
tutto è movimentato – c’è questa risposta dei fiati. La scrittura torna un po’ con tanti raddoppi –
violoncelli contrabassi hanno tutti le stesse note.
Da Ponte scrive il testo e Mozart decide di scrivere al suo piacimento (ripetizioni etc.).
L'atteggiamento è da basso buffo - ogni nota una sillaba (niente vocalizzi) - andare sui gradi forti,
l’utilizzo di pochi valori. Le voci nei duetti si sovrappongono quando abbiamo già sentito
singolarmente le frasi dei due cantanti.
Quando ci sono le ripetizioni – ripete sintetizzando (raramente pari pari).
Il terzetto può essere riassunto nello schema ABB. C’è un altro schema che si sovrappone a questo –
del motivo iniziale. Lo schema diventa una specie di rondò – l’inizio strumentale si ripete in più
istanti. C’è margine di schemazione individuale.
Lo schema del “notte giorno faticar”: Introduzione – a . b . a . coda

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