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La Sinfonia N.

9 - CORALE
scritta da Beethoven 1770 – Vienna, 26 marzo 1827, ultima della sua serie di sinfonie, catalogata come opera
125, in re minore, è costituita dai 4 movimenti: "allegro ma non troppo, un poco maestoso", "molto vivace" e
"presto", "adagio ma cantabile" e il quarto movimento "molto allegro, impetuoso ed energico". Una caratteristica
di Beethoven, fu la sua attitudine a comporre musica al di fuori dei comuni canoni musicali, al suo tempo molto
schematici e rigidi. Anche per questa peculiarità viene riconosciuto come precursore del Romanticismo
musicale.
La Nona Sinfonia fu completata da Beethoven nel 1824, quattro anni prima della sua morte, quando ormai
aveva perso completamente l'udito, particolarità, quest'ultima, degna di nota che fa di lui un vero e proprio genio
indiscusso e indimenticabile del tempo. Il primo movimento inizia con un ritmo scandito, suonato pianissimo,
prima con violoncello e contrabbasso e poi arricchito gradualmente dal resto degli strumenti dell'orchestra, che
si aggiungono fino a raggiungere un carattere maestoso con il coro. È questo inizio "incerto" che dà la
sensazione all'ascoltatore che i singoli strumenti dell'orchestra si stiano accordando.

Presto; Allegro assai (Alla marcia); Andante maestoso; Allegro energico, sempre ben marcato. Durata
approssimativa 24 min.

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Il famoso finale corale è la rappresentazione musicale beethoveniana della fratellanza universale. Definita come
una "sinfonia all'interno della sinfonia", suonata senza interruzione. Questa "sinfonia interna" segue infatti lo
stesso schema generale della Nona Sinfonia nel suo complesso. Lo schema è il seguente:

 Primo "movimento": tema e variazioni con lenta introduzione. Il tema principale che appare prima coi
violoncelli e i contrabbassi viene poi "ricapitolato" dalle voci, presenti in tutti gli altri "pseudo-
movimenti".
 Secondo "movimento": scherzo in 6/8 in stile militare
 Terzo "movimento": lenta meditazione con un nuovo tema sul testo "Seid umschlungen, Millionen”
 Quarto "movimento": Fugato finale sui temi del primo e del terzo "movimento

Il movimento ha un'unità tematica, in cui ogni parte può dimostrarsi basata sul tema principale, il
tema "Seid umschlungen", o su una combinazione dei due.
Il primo "movimento all'interno di un movimento" è a sua volta organizzato in sezioni:
Aggiungere un finale con tanto di coro alla sinfonia rappresentava, per Beethoven, un'idea a cui pensava già dal
1807, portata però a totale compimento solo con la Nona sinfonia, musicando nel quarto movimento
l'Ode o Inno alla gioia di Friedrich Schiller.
(DE) (IT)
«O Freunde, nicht diese «Amici, non questi suoni!
Töne! Piuttosto, altri
Sondern laßt uns intoniamone,
angenehmere più piacevoli e gioiosi.»
anstimmen und
freudenvollere.»

Già dal 1793 Beethoven manifestò la volontà di mettere in musica l'Inno alla gioia di Friedrich Schiller.[32] Al 1799
risale il primo abbozzo, sotto forma di Lied, mentre altri schizzi si trovano attualmente in raccolte risalenti al 1814
e 1815. Ma fu solo con la Nona Sinfonia che Beethoven adattò tale testo alla musica, la sua più grande sinfonia.
E per far ciò, prese ispirazione da una stesura dell'Ode vista dall'autore stesso nel 1803. L'Inno alla gioia è una
lirica nella quale la gioia è intesa non certo come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui
l'uomo giunge seguendo un percorso graduale, liberandosi dal male, dall'odio e dalla cattiveria.[1] Peculiarità di
quest'ultimo movimento è il perfetto uso (ante litteram) del Leitmotiv, che sarà caratteristico della
produzione wagneriana. Infatti Beethoven, all'inizio del 4º movimento, riprende in ordine tutti e tre i temi dei
precedenti.
«Quella idea profetica della fondazione del regno di Dio sulla terra tra gli uomini di buona volontà, già
auspicata da Kant, Beethoven l'aveva solennemente celebrata nel Finale della Nona Sinfonia, ove si esalta
il regno della fraternità umana, la vittoria dell'uomo su ciò che fisicamente e moralmente l'opprime, la sua
vittoria sulla tirannide politica e su quella delle passioni, la sua libertà. Con la Nona Sinfonia è come se egli,
anzi la musica, uscisse appunto dall'ambito della esperienza personale dei sentimenti privati per abbracciare
una visione più ampia in cui gli ideali non siano vane ombre, soggettivo riflesso dei desideri, ma vengano
affermati e riconosciuti come oggettivamente validi. [...] S'imponeva pertanto di uscire dal chiuso mondo
individuale per entrare in uno più vasto, di ritrovare il mondo comune di chi veglia. Mentre vengono ripudiate
le vane immaginazioni metafisiche e i sogni individuali, sorge imperioso il bisogno di reintegrare
praticamente quei valori di cui ci viene negato il pieno e convincente possesso ideale. Sarà ora il cuore a
dare norma alla ragione, a guidare l'uomo senza incertezza, mediante le leggi morali insite in lui, verso i suoi
veri fini. La legge dell'amore stringerà tra loro gli uomini come la legge della gravitazione stringe insieme gli
esseri nell'universo fisico, ma secondo un ordine anche più alto e mirabile perché non determinato da cieca
necessità bensì da libera elezione.»
(Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Laterza, 1970, pp. 137-8. )
Le parole scritte dallo stesso Beethoven (e non contenute nella poesia di Schiller) sono riportate in corsivo:
(DE) (IT)
«O Freunde, nicht diese Töne! «O amici, non questi suoni!
Sondern laßt uns angenehmere ma intoniamone altri
anstimmen und freudenvollere. più piacevoli, e più gioiosi.
Freude, schöner Götterfunken Gioia, bella scintilla divina,
Tochter aus Elysium, figlia dell'Elisio,
Wir betreten feuertrunken, noi entriamo ebbri e frementi,
Himmlische, dein Heiligtum! celeste, nel tuo tempio.
Deine Zauber binden wieder Il tuo fascino riunisce
Was die Mode streng geteilt; ciò che la moda separò,
Alle Menschen werden Brüder,[33] ogni uomo s'affratella
Wo dein sanfter Flügel weilt. dove la tua ala soave freme.
Wem der große Wurf gelungen, L'uomo a cui la sorte benevola,
Eines Freundes Freund zu sein; concesse il dono di un amico,
Wer ein holdes Weib errungen, chi ha ottenuto una donna devota,
Mische seinen Jubel ein! unisca il suo giubilo al nostro!
Ja, wer auch nur eine Seele Sì, chi anche una sola anima
Sein nennt auf dem Erdenrund! possa dir sua nel mondo!
Und wer's nie gekonnt, der stehle Chi invece non c'è riuscito,
Weinend sich aus diesem Bund! lasci piangente e furtivo questa
compagnia!

L'inno europeo
La melodia utilizzata per rappresentare l'UE è tratta dalla Nona sinfonia, composta nel 1823 da Ludwig van
Beethoven, che ha messo in musica l'"Inno alla gioia", scritto da Friedrich von Schiller nel 1785. L'inno simbolizza non
solo l'Unione europea, ma anche l'Europa in generale. L'Inno alla gioia esprime la visione idealistica di Schiller sullo
sviluppo di un legame di fratellanza fra gli uomini, visione condivisa da Beethoven.

Nel 1972 il Consiglio d'Europa ha adottato il tema dell'Inno alla gioia di Beethoven come proprio inno. Nel 1985 è
stato adottato dai capi di Stato e di governo dei paesi membri come inno ufficiale dell'Unione europea. L’inno è privo
di testo ed è costituito solo dalla musica. Nel linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di
libertà, pace e solidarietà perseguiti dall'Europa.

L'inno europeo non intende sostituire gli inni nazionali dei paesi membri, ma piuttosto celebrare i valori che essi
condividono. L’inno viene eseguito nelle cerimonie ufficiali che vedono la partecipazione dell’Unione europea e in
generale a tutti i tipi di eventi a carattere europeo.

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