l e v o s t r e l e t t e r e

Un’occasione di riscatto
L’obiettivo di base è stato raggiunto e quindi è giusto dire che il risultato è ottimo.
Sembra impensabile ma essere riusciti a scardinare un preconcetto - come quello
della differenziazione qualitativa - che la lobby vinicola UE per troppo tempo ha soste-
nuto è un risultato encomiabile: finalmente abbiamo la possibilità di avere l’indicazione
biologica anche sul vino. Il tempo e l’ingegnosità dei nostri più volenterosi operatori del
settore biologico farà il resto. La ricerca (Progetto ORWINE) avviata proprio per con-
sentire all’UE di disegnare una proposta di regolamento offre gli utili strumenti per la
migliore qualificazione dei vari prodotti che saranno esitati sul mercato. I risultati scien-
tifici delle sperimentazioni effettuate e le attuali conoscenze sulle tecniche agronomi-
che e di cantina consentono già di ottenere eccellenti vini senza solfiti.
Per l’Italia sarà sicuramente un’occasione di riscatto sul fronte della produzione del
biologico perché le condizioni pedo-climatiche consentono, rispetto ad altri Paesi
dell’Unione, l’ottenimento di uve che si prestano più facilmente ad una lavorazione nel
rispetto dei principi fondamentali che caratterizzano il metodo in parola.
Finalmente dalla prossima campagna vendemmiale sarà possibile vinificare ed eti-
chettare quel prodotto che molti consumatori hanno a lungo atteso.
Pier Luigi Perissinotto

OGGI LA CHIMICA È DIMINUITA
Finalmente è stata fatta chiarezza sull’
etichettatura del vino biologico, dopo
anni di tunnel di discussioni che sem-
bravano non aver mai fine, creando
incertezze notevoli nei consumatori. Sor-
gevano domande sull’esistenza del vino
bio: è tutta una bufala? Qualcuno asso-
ciava bufala e prezzi. Ho avuto modo
negli ultimi tempi di visitare diverse can-
tine tra le più importanti del nostro paese
per la tipologia di vino prodotto, ho
incontrato persone serie. Il mio consiglio
è di visitare le loro cantine, di andare in
fiera a parlare con loro e di degustare i
loro prodotti. I dubbi sul fatto che è rima-
sto in questo paese qualcuno che pos-
IN BREVE
siede serietà ed etica scompariranno.
Oggi la chimica impiegata è diminuita, i
produttori sono migliorati moltissimo,
sono più attenti e recuperano i vigneti
storici, autoctoni per il miglioramento del
prodotto. Giocano con le temperature
durante le fasi di vinificazione, sul tipo di
impianti che sono all’ avanguardia, fattori
che ci aiuteranno a non avere problemi
a livello igienico-sanitario nel momento in
cui si diminuiranno le dosi di solfiti.
Laura Segalini
MENS SANA…
I solfiti non solo procurano emicrania,
ma rovinano, insieme ad altri prodotti
chimici, la base del “motore organismo”,
cioè la flora intestinale. Il tutto perché in
agricoltura si pota molto la vigna, elimi-
nando tutto il fogliame per miglior espo-
sizione dell’uva, e a tutte le intemperie
atmosferiche, sole compreso; il terreno è
malato, quindi sono obbligatori i concimi
chimici; la raccolta dell’uva si fa senza
distinzione di taglio/tempo/maturazione;
grappoli senza scarto di uve ammuffite o
inacidite, e quindi obbligo di solfiti, in
tutte le fasi di lavorazione e conserva-
zione del vino. Ad un modico prezzo, da
amici di famiglia, riesco ad avere un vino
biodinamico, che può esser bevuto senza
notare disturbo alcuno. Mens-psiche-
anima-spirito-sano in corpore sano.
Francesco Paolo Ruggieri

Penso che sia la produzione
del biologico che quella
convenzionale dovrebbero
essere realizzate e offerte al
consumatore nel rispetto della
sua salute. Cristina Puddu
Sono totalmente d’accordo
sull’opinione relativa ai solfiti
nel vino biologico (e nel vino in
genere). AIAB ed altri enti
similari potrebbero suggerire
ai produttori controllati di
evidenziarne l’assenza sulle
etichette. Vittorio Pagani
Evidentemente il progetto
è quello di depotenziare il
biologico a vantaggio dei soliti
noti... Enrico Galla
Io scelgo solo vino biologico
senza solfiti e salumi che non
contengono nitriti e nitrati.
Anche se la legislazione
vigente consente l’uso di
queste sostanza tossiche nei
prodotti biologici, noi
dobbiamo scegliere e quindi
premiare quei produttori che
hanno scelto di non
utilizzarle! Amalia Buono

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10 aprile 2012

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