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Attualità

■ Stefania Abenante*, Giovanna Contaldi*, Mario Zappaterra*, Rosanna Gasbarri*, Marisa Boggian**, Riccardo Anouchinsky***
* Specialista in Scienza e Tecnologia Cosmetica
** Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Ferrara
*** Rappresentante ICEA presso gruppo europeo armonizzazione cosmetica – COSMOS

Cosmesi biologica:
certificazione e marchi
La richiesta di prodotti

G
li ultimi anni dello scorso Sono così nati fenomeni come l’agricoltura
secolo sono stati caratte- integrata e l’agricoltura biologica.
salutari non si è fermata rizzati da numerosi cam- Nel corso degli anni, da fenomeno di nic-
all’ambito alimentare, ma già biamenti sociali e politici, chia, la cosmesi bio/ecologica è divenuta
all’inizio del XXI secolo si è ma sicuramente sono gli oggetto di grande interesse sia per il con-
anni che hanno visto la presa di coscienza sumatore sia per gli operatori del settore,
estesa ad altre categorie di da parte di noi tutti che il sistema “Ter- portando allo sviluppo di numerosi marchi
beni di consumo, dai prodotti ra” non può sostenere uno sviluppo in- di qualità, che assicurassero, a vario livello,
per la casa, ai tessuti per abiti discriminato. È proprio dagli anni’80 del genuinità del prodotto e veridicità di quan-
secolo XX, che di fronte a problemi come to riportato in etichetta, arginando, così,
ed arredi e non poteva non il surriscaldamento del pianeta o il buco il proliferare indiscriminato di ridondanti
avere un ruolo importante dell’ozono, la società ed i governi hanno promesse di naturalità.
la cura della persona, con cominciato a pensare ad uno sviluppo Fra i principali marchi europei sono da ri-
ecosostenibile. È sull’onda di questa cre- cordare ICEA e CCPB in Italia, EcoCert in
la preparazione di cosmetici scente sensibilità nei confronti della Terra Francia, BDIH in Germania, Soil Associa-
biologici ed ecologici e del suo progressivo avvelenamento che tion in Gran Bretagna.
si è visto il nascere di una sempre mag- Si tratta di associazioni nate per certifica-
giore richiesta di prodotti naturali, che re il biologico alimentare e che, nel tempo,
assicurassero salute al consumatore e hanno sviluppato sistemi di certificazione
benessere all’ambiente. autonomi, ma spesso diversi tra loro, per

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portare sul mercato prodotti cosmetici bio- volevano adottare standards di produzione schemi di produzione che nelle pratiche
logici ed ecologici garantiti. ecocompatibile al fine di commercializzare di consumo.
In ogni caso, tutti questi sistemi di certifi- un prodotto cosmetico biologico. Allo scopo di stimolare l’applicazione di
cazione assicurano l’origine biologica (in I vari sistemi, infatti, pur rispondendo a cri- processi inerenti la produzione e il consu-
toto o in parte) del prodotto cosmetico, seb- teri generali simili, presentano differenze mo sostenibile, vengono proposte, a tutti i
bene raramente si preoccupino della sua anche sostanziali. livelli della catena produttiva, delle semplici
ecocompatibilità (biodegradabilità); al con- Per tali motivi, fin dal 2005, le principali as- regole, basate su principi di prevenzione e
trario il sistema di certificazione europeo sociazioni europee di certificazione, hanno sicurezza, applicabili dalla produzione delle
EcoLabel ha sviluppato un disciplinare (rif. intrapreso un cammino comune che ha da- materie prime sino alle fasi di distribuzione
Gazzetta Ufficiale Europea), che, pur non to vita ad un disciplinare unico, il CosmOS del prodotto finito.
concentrandosi in modo particolare sulla standard. Si tratta di un disciplinare chiaro Nel disciplinare europeo CosmOS sono
presenza in formula di estratti naturali o e univoco, che potrà essere proposto alla incentivate:
biologici, si focalizza sulla determinazione Comunità Europea come guida al concetto – la promozione dell’uso di prodotti da agri-
dell’impatto ambientale dei prodotti da toe- di naturale in cosmesi. coltura biologica, nel pieno rispetto della
letta, tramite calcolo del loro volume critico Esso, inoltre, include all’interno della re- biodiversità;
di diluizione (CVDtox). golamentazione della biocosmesi, anche i – la drastica riduzione all’interno della for-
Pertanto, mentre i disciplinari per la bioeco- primi passi per la valutazione dell’impatto mulazione cosmetica della componente
cosmesi prestano grande attenzione all’ori- ecologico dei prodotti cosmetici certifica- petrolchimica (max. 2%);
gine delle materie prime in formula e al- ti, analogamente a quanto già avviene per i – l’uso responsabile delle risorse naturali
l’ecocompatibilità dei processi produttivi, prodotti a marchio “Ecolabel”. nel pieno rispetto dell’ambiente;
senza interessarsi all’impatto ambientale Scopo del disciplinare CosmOS - standard – lo sviluppo del concetto di “Chimica Ver-
del prodotto finito, il disciplinare EcoLabel è fornire delle linee guida in grado di incen- de” rispetto ai classici processi petrolchimi-
non presta attenzione all’origine delle ma- tivare l’uso di quelle scoperte legate allo ci, imponendo, a partire dal 2012, l’impiego
terie prime, ma si chiede quale reale dan- sviluppo tecnologico del nostro tempo e parziale (almeno il 30% che diverrà il 50%
no possa essere causato da un cosmetico tali da concorrere alla salvaguardia del- nel 2015) delle materie prime biologiche an-
disperso nell’ambiente. Si tratta, quindi, di l’ambiente. che nelle sintesi chimiche (l’applicazione
sistemi complementari che, si spera, in un Questo obiettivo costituisce una sfida chia- della Chimica Verde costituisce una delle
prossimo futuro possano essere integrati. ve per una crescita sostenibile, evitando gli maggiori novità del disciplinare).
Tornando ai marchi europei che certificano eccessi e i danni che uno sviluppo tecno- Come tutti i disciplinari bio, anche il Co-
il bioecocosmetico, va precisato che la pre- logico, privo di regole, può determinare. smOS – standard vieta l’impiego di materie
senza sul mercato di un numero così eleva- Il disciplinare evidenzia come per perse- prime OGM e di estratti vegetali derivanti
to di sistemi di certificazione ha creato con- guire uno sviluppo sostenibile sia neces- da piante che compaiono nelle Liste Euro-
fusione nei consumatori e in quelle ditte che sario un cambiamento radicale sia negli pee e Internazionali delle specie protette
(rif. convenzione di Washington e conven-
zione di Berna).
Non possono essere utilizzate, anche se
naturali, materie prime estratte da animali
vivi o da macellazione. Possono, invece,
essere impiegati quegli ingredienti di ori-
gine animale prodotti dagli stessi animali
(es. latte).
Secondo la filosofia del CosmOS standard, i
componenti di un prodotto cosmetico van-
no classificati in 5 categorie: acqua (liquido
vitale e principale componente di numerose
classi di cosmetici; la sua qualità influenza
tutta la formulazione); ingredienti minera-
li (sostanze naturali non rinnovabili, il loro
uso deve essere fatto applicando precise
regole ambientali); ingredienti agricoli
sottoposti a trasformazione fisica (sono
da preferire i prodotti derivanti dall’applica-
zione dello standard europeo sull’agricoltu-
ra biologica); ingredienti agricoli trattati
chimicamente (utilizzabili solo se derivanti
da materie prime prodotte secondo gli stan-

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elevati livelli di biologico in formula, pos- L’utilizzo di sostanze sintetiche identiche a


sono essere certificati solo come naturali; quelle naturali (naturali identiche) deve es-
in tal caso in etichetta compare la dicitura o sere limitato ai casi in cui le sostanze natura-
il logo “Cosmos-Natural” e può essere indi- li non possono, per ragioni tecniche, essere
cata la percentuale (xx%) di materie prime ottenute da materiale organico.
biologiche in formula. All’interno del prodotto cosmetico, le so-
Per entrambi i livelli di certificazione, stanze quasi naturali presenti devono trarre
il calcolo del biologico include an- la loro origine solamente da sostanze natu-
che l’acqua ed i minerali, così da rali, con esclusione dell’olio minerale. Que-
fornire un valore reale di bio ste sostanze possono essere ottenute solo
rispetto ai 100 g di prodotto mediante l’applicazione di processi di tra-
acquistati. Dopo cinque anni sformazione di cui siano noti i meccanismi
dalla data di attivazione, il fisiologici (es. parziale formazione di gliceri-
sistema di certificazione di attraverso la sintesi dei grassi); qualora si
CosmOS sostituirà i si- faccia ricorso a processi di sintesi chimica,
stemi di certificazione che questi devono presentare un numero ridotto
hanno contribuito al suo svi- di reazioni intermedie.
luppo e ne hanno sottoscritto Le materie prime “quasi naturali” devono
le regole. possedere delle proprietà ambientali che
ne assicurino l’ecocompatibilità. A questo
Natrue Label scopo vengono applicati parametri “parti-
A dare vita allo stan- colarmente restrittivi” relativi alla biodegra-
dard Natrue sono alcune dabilità di tali sostanze se utilizzate come
aziende cosmetiche, sostan- tensioattivi.
zialmente tedesche che, solo ini- Come per il CosmOS, anche il Natrue (che da
dard dell’agricoltura biologica e derivanti zialmente, hanno partecipato al progetto esso trae indirettamente origine) sottolinea
da processi autorizzati, standardizzati ed CosmOS. che, nella preparazione dei prodotti cosme-
in accordo con la chimica verde); materie Tale disciplinare evidenzia come la sfida tici, bisogna considerare anche gli aspetti
di sintesi (sostanzialmente rappresentate maggiore nella produzione dei cosmetici legati al concetto di sviluppo sostenibile su
dai soli conservanti). naturali, oltre alla selezione delle adegua- tutta la catena di distribuzione.
All’interno del CosmOS viene attivamente te materie prime, risieda nella capacità Dall’osservazione dei criteri del disciplinare
applicato il principio di precauzione, al fi- di offrire al consumatore prodotti di alta Natrue possiamo evidenziarne i principali:
ne di incrementare il già elevato livello di qualità ed efficacia, caratterizzati da ele- – presenza di liste positive di sostanze na-
sicurezza previsto dalla legge cosmetica. vata salubrità e gradevolezza. Secondo gli turali, sostanze quasi naturali e sostanze
In particolare saranno sospesi, in attesa standards Natrue, prodotti con le suddette naturali identiche;
di dati certi, quei prodotti, processi o tec- caratteristiche non possono essere fabbri-
nologie che presentino, da informazioni cati ricorrendo solo a ingredienti natura-
scientifiche, rischi per l’uomo o l’ambien- li. Pertanto, lo sviluppo di cosmetici così
te. Sulla base di questo principio non sono performanti rende necessario il sottosta-
ammesse le nanoparticelle insolubili con re a dei compromessi, purché sia garantita
diametro inferiore ai 100 nm. Quelle sino ad la massima trasparenza e chiarezza per il
ora descritte sono solo alcune delle caratte- consumatore. Il prodotto può, quindi, con-
ristiche del disciplinare CosmOS, che, per tenere materie prime naturali o identiche a
esempio, definisce anche le caratteristiche quelle naturali (denominate anche naturali
del contenitore del prodotto cosmetico fini- identiche) o quasi naturali.
to, perseguendo l’obiettivo di minimizzare Secondo tale disciplinare, escludendo l’ac-
il danno ambientale causato dal packaging qua, che è il principale componente nella
primario e secondario. maggioranza dei prodotti cosmetici, gli
Alla conclusione dell’iter di certificazione, ingredienti naturali non sottoposti a tra-
il prodotto cosmetico può essere presenta- sformazione chimica (es. oli grassi, estrat-
to come biologico (20% minimo di materie ti idro-alcolici delle piante) devono essere
prime di origine biologica in formula) e può presenti in alta percentuale nei cosmetici
riportare in etichetta la dicitura o il logo che vantano la dicitura “prodotti di cosmesi
“Cosmos-Organic”. naturale”; questi ingredienti devono rappre-
I prodotti cosmetici che, pur presentando sentare, inoltre, la scelta preferenziale per
materie prime naturali, non raggiungono la formulazione dei prodotti “biologici”.

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– classificazione dei processi di produ- In particolare se nel CosmOS si osserva un
zione permessi per le varie classi di so- tentativo di definire dei limiti di tossicità
stanze naturali, quasi naturali e naturali acquatica delle materie prime utilizzate,
identiche; pur in assenza di un sistema di calcolo
– indicazione dei livelli minimi richiesti evoluto simile a quello che caratterizza
per le sostanze naturali e le sostanze na- il disciplinare europeo EcoLabel, tale ap-
turali di origine biologica; proccio non compare nel Natrue.
– definizione dei massimi livelli consentiti In entrambi i sistemi di certificazione può
per le sostanze quasi naturali; essere evidenziato un aspetto abbastanza
– definizione di tre livelli di certificazione: carente, legato alla valutazione della per-
“cosmesi naturale”, “cosmesi naturale con formance del prodotto (nel sistema Natrue
parti biologiche”, “cosmesi biologica”. si parla genericamente di alta qualità ed
Al fine di assicurare la conservazione dei efficacia del prodotto).
prodotti della cosmesi naturale, il discipli- Come già studiato per il sistema EcoLabel,
nare Natrue consente l’uso di conservanti appare necessario definire un approccio
identici a quelli naturali, purché elencati qualitativo alla performance del prodotto,
nell’apposito allegato. L’uso di queste so- facendo si che i prodotti certificati abbia-
stanze va indicato, sulla confezione del no una prestazione medio-alta, in grado di
prodotto, attraverso la dicitura “conser- fidelizzare il consumatore, dando prestigio
vato con …”. al sistema di certificazione.
Possono essere, inoltre, utilizzati pigmen- Particolare attenzione va riservata ai con-
ti e minerali inorganici identici a quelli servanti, ingredienti necessari a garantire
naturali. la salubrità del prodotto cosmetico finito,
ma poco graditi in un cosmetico naturale
Conclusione e biologico. Infatti, i sistemi di certifica-
Dall’osservazione dei due disciplinari zione del bioecocosmetico cercano reali
emergono similitudini e differenze. alternative ai conservanti classici, spesso
In particolare il CosmOS standard presen- accusati di non essere dermoaffini.
ta un sistema di definizione del livello di Si ricorre, il più delle volte, a conservan-
biologico che valuta la reale quantità di bio ti alimentari (es. acido benzoico, sodio
in formula, al contrario Natrue definisce benzoato) che, per il loro incrementato
il livello attraverso l’esclusione dell’acqua utilizzo, finiscono addirittura con il ri-
e dei minerali in formula, ottenendo così sultare più irritanti per la cute rispetto
valori di biologico molto più elevati. ai conservanti classici, come evidenziato
La differenza sostanziale fra i due sistemi dai “patch tests”.
di certificazione sta sicuramente nell’am- Per affrontare il problema della conserva-
missione di materie prime naturali iden- zione dei prodotti cosmetici, si potrebbe:
tiche all’interno del – eseguire una rivalutazione ragionata dei
sistema Natrue, conservanti classici, ponendo precisi limiti
cioè d’ingredienti di sicurezza (es. escludendo tutti i cessori
completamente di formaldeide e quelli sospettati di muta-
sintetici, ma de- genesi);
finiti naturali. – ricercare e promuovere l’uso di conser-
In entrambi i di- vanti naturali alternativi, di cui va valutata
sciplinari si po- sia l’attività antimicrobica sia l’innocuità
ne l’attenzione cutanea.
sull’ecocom- Largo spazio, quindi, alla ricerca e all’inven-
patibilità dei tiva perché il futuro della cosmesi bioeco-
prodotti cer- logica sta proprio nella sua trasformazione
tificati, sen- in cosmesi del risultato, così da offrire al
za, tuttavia, consumatore attento ed esigente, che si
sviluppare rivolge al bio, un prodotto di qualità capa-
adeguata- ce di rispettare l’ambiente e di reggere il
mente tale confronto con i cosmetici classici più
aspetto. performanti.

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