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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI

FEDERICO II
SCUOLA POLITECNICA E DELLE SCIENZE DI
BASE
CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN CHIMICA
ANNO ACCADEMICO 2020-2021

ELABORATO DI METODOLOGIE SINTETICHE ECOCOMPATIBILI

LA CHIMICA VERDE
PROF. SSA: CANDIDATA:
ANDREA CORREA MARIA CRISTINA
PESOLA
MATR. N83001434
ELABORATO DI METODOLOGIE SINTETICHE ECOCOMPATIBILI
LA CHIMICA VERDE

• Il concetto di chimica verde nasce dalla necessità del chimico di


sintesi di tener conto degli aspetti inerenti alla tutela della salute
dell’uomo e dell’ambiente nella fase di sviluppo di una strategia
sintetica di una molecola target.

• La green chemistry definisce l’adozione di un insieme di principi


atti a ridurre o eliminare l’uso e la produzione di sostanze pericolose
nella progettazione e nella manifattura di prodotti chimici.

• L’attributo pericoloso è relativo ad aspetti fisici, globali e


tossicologici.

• I principi della green chemistry sono 12 e rappresentano le linee


guida per un chimico intenzionato a progettare una nuova via
sintetica.
ELABORATO DI METODOLOGIE SINTETICHE ECOCOMPATIBILI
I PRINCIPI DELLA GREEN CHEMISTRY

1. Prevenire l’inquinamento all’origine è più conveniente


rispetto a doverlo trattare successivamente.

2. Le sintesi dovrebbero massimizzare l’inclusione di tutti i


materiali di partenza nel prodotto finale: concetti di economia
atomica (EA), E-factor e quoziente ambientale (EQ).

3. Le sintesi dovrebbero prevedere l’uso e la produzione di


sostanza con una tossicità minima o nulla. Valutazione di dose Sopra: Metodo classico produzione di fenolo,
tramite benzensulfonato di sodio
tossica, tipo di danno e reversibilità nel mondo umano, Sotto: Metodo innovativo produzione di fenolo,
animale e vegetale. tramite processo cumene.
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I PRINCIPI DELLA GREEN CHEMISTRY

4. I prodotti dovrebbero essere disegnati per rimanere adatti


al loro scopo, pur presentando una tossicità ridotta;
bisogna soddisfare il bilancio tra massimizzazione di
prestazione e riduzione di pericolosità.

5. Nella manifattura di un prodotto chimico l’uso di sostanze


ausiliari, quali solventi o agenti separatori, dovrebbe
essere evitato o limitato a sostanze innocue. Sostituzione
dei VOC con solventi alternativi quali liquidi ionici, acqua,
solventi supercritici.
Diagramma pentadimensionale
6. Il consumo energetico di un processo chimico dovrebbe
essere minimizzato.
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I PRINCIPI DELLA GREEN CHEMISTRY

7. Materie prime e fonti di energia dovrebbero essere innocue per


l’uomo e il territorio; le fonti di energia rinnovabili dovrebbero
sostituire quelle destinate a scomparire.

8. Le derivatizzazioni nelle sintesi dovrebbero essere evitate.


Modificare il reagente o usare gruppi protettori comporta l’uso
di reagenti estranei alla reazione principale e la produzione di
rifiuti.

9. È preferibile avere reazioni catalitiche piuttosto che quelle


stechiometriche; queste ultime prevedono la produzione di
sottoprodotti di scarto, processi di separazione, l’uso di sostanze
ausiliari e raramente hanno resa del 100%.
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I PRINCIPI DELLA GREEN CHEMISTRY

10. I prodotti chimici non dovrebbero rimanere inalterati


nell’ambiente dopo aver svolto la loro funzione, ma dovrebbero
essere trasformati in sostanze innocue.

11. Le metodologie analitiche dovrebbero permettere il


monitoraggio ambientale e il controllo dell’inquinamento in
tempo reale durante la manifattura dei prodotti chimici.

12. Il design di impianti deve minimizzare il rischio di incidenti:


bisogna lavorare su impianti intrinsecamente sicuri, in assenza
di rischio.

Reazione di sintesi dell’insetticida carbaryl, con intermedio


di reazione isocianato di metile, il quale deposito di
stoccaggio a Bhopal esplose nel 1984 rilasciando una nube
tossica di isocianato di metile.
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I PRINCIPI DELLA GREEN CHEMISTRY

Principio 10: dopo aver svolto la loro funzione, i composti chimici


sono tipicamente rilasciati nell’ambiente. Il rischio maggiore risiede
nella possibilità di un loro accumulo e assimilazione da parte di
piante, animali o uomini nel momento in cui gli scarti vengano
rilasciati senza prima essere modificati in sostanze innocue. Già in
fase di progettazione il chimico deve prevedere il comportamento
nell’ambiente di una certa molecola e garantire uno smaltimento
sicuro.

Principio 11: i chimici analitici sono impegnati in prima linea nella


prevenzione dell’inquinamento durante il processo di produzione, e
quindi a livello industriale, e al monitoraggio ambientale del
territorio oggetto di studio.
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LA CHIMICA VERDE

APPROFONDIMENTO SUI PRINCIPI 10 E 11 DELLA GREEN CHEMISTRY

LA TERRA DEI FUOCHI


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LA TERRA DEI FUOCHI
• Un caso esemplare del danno potenziale di rifiuti, industriali e non, rilasciati
nell’ambiente senza essere trattati e senza alcun controllo è rappresentato dalla
cosiddetta Terra dei fuochi.

• La Terra dei fuochi è una vasta area a cavallo tra le province di Napoli e Caserta
che comprende 55 comuni in cui si è avuto, e si ha ancora, un alto tasso di
discariche abusive e roghi tossici a partire dai primi anni 2000.

• Parallelamente alle indagini delle forze dell’ordine sul tema Ecomafia e sui
rapporti della Camorra con il traffico di rifiuti nel nostro Paese, la Procura della
Repubblica di Napoli Nord e l’Istituto Superiore di Sanità nel 2016 hanno stipulato
un accordo di collaborazione scientifica, il cui rapporto finale è stato rilasciato nel
dicembre 2020.

• Obiettivo del report dell’ISS era quello valutare la correlazione tra i roghi tossici e
malattie di tipo cancerogene e asmatiche che colpiscono i cittadini residenti nei
comuni della Terra dei Fuochi.
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LA TERRA DEI FUOCHI

• Il rapporto dell’ISS ha tenuto conto di tre indicatori, mortalità,


ospedalizzazione e incidenza tumorale, nella popolazione di 39 comuni
dei 55 totali della Terra dei Fuochi, con dati riferiti al periodo 2008-
2015.

• «I risultati del piano di sorveglianza epidemiologica […] hanno


corroborato la nozione di un carico di patologia, nell’area in esame, per il
quale le esposizioni a emissioni e rilasci dei siti di smaltimento e
combustione illegale dei rifiuti possono avere svolto un ruolo causale o
concausale.»*

• In particolare è interessante osservare le mappe in cui si riporta l’indice


di rischio comunale (IRC) e l’indice di esito sanitario (IES) dei comuni
interessati.

* Mortalità, ospedalizzazione e incidenza tumorale nei Comuni della Terra dei Fuochi in Campania
(relazione ai sensi della Legge 6/2014), ISSN 1123-3117, Rapporti ISTISAN 15/27.
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LA TERRA DEI FUOCHI

MAPPA DELL’INDICE DI RISCHIO COMUNALE MAPPA DELL’INDICE


DI ESITO SANITARIO
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LA TERRA DEI FUOCHI
• Detto che lo scienziato contemporaneo dovrebbe seguire i principi
della Green Chemistry e quindi favorire lo smaltimento sicuro dei
prodotti chimici, una volta in cui si ritrova di fronte una situazione
del genere, cosa può fare per risolvere il problema?

• La questione bonifiche è ormai un tema caldo da anni, a causa


della loro evidente necessità e del loro eccessivo costo. Negli
ultimi 13 anni solo una discarica dei veleni è stata bonificata,
l’exResit nel comune di Giugliano in Campania tramutata in parco
urbano e, ad oggi, abbandonata.

• Tra i metodi ecocompatibili sviluppati per bonificare queste aree


di interesse, questo elaborato si soffermerà sul protocollo
sviluppato dalla Life+ Ecoremed, progetto dell’Università degli
Studi Federico II finanziato dalla Commissione Europea.
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LA TERRA DEI FUOCHI
• Il bio-fito-risanamento consiste in un insieme di tecniche di coltivazione di piante
finalizzate a ridurre la concentrazione o il rischio legato alla presenza di contaminanti
organici ed inorganici, soprattutto di metalli pesanti.

• Talvolta il biorisanamento potrebbe essere ostacolato da fattori limitanti, come la


composizione chimica degli inquinanti nel suolo e più in dettaglio la loro
concentrazione o l’elevata biodisponbilità, in quanto questi potrebbero inibire lo
sviluppo di microrganismi adatti o richiedere tempi molto lunghi per completare la
bonifica.

• In tali casi è preferibile usare una tecnica di soil washing ecocompatibile, accoppiato ad
un processo solare di ossidazione fotocatalitica per il trattamento delle acque esauste
del lavaggio del suolo.
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SOIL WASHING PER LA RIMOZIONE DI METALLI PESANTI

• Il procedimento di soil washing prevede la rimozione di metalli pesanti


presenti in un campione di terreno tramite l’agente chelante EDDS
(Ethylenediamine-disuccinic acid, nella figura a lato).

• Successivamente le acque contaminate subiscono un


processo fotocatalitico per raggiungere concentrazioni di
EDDS e metalli entro i limiti della legislazione.

• I risultati evidenziano che il lavaggio del suolo tramite


EDDS è un metodo di successo per ridurre le concentrazioni
di metalli pesanti nel suolo (55% per Zn dopo sole 96h di
lavaggio); tuttavia il processo genera acque di scarto
contaminate che necessitano un processo fotocatalitico per
eliminare completamente l’EDDS e ridurre le
concentrazioni dei metalli pesanti in questione.
ELABORATO DI METODOLOGIE SINTETICHE ECOCOMPATIBILI
CONCLUSIONI
• Benché il concetto al centro della Green
Chemistry sia la prevenzione tramite sviluppo P – Prevent wastes
sostenibile, questo elaborato intendeva anche R – Renewable Materials
mostrare come la figura dello scienziato può O – Omit derivatization steps

_______________________
risultare fondamentale nel risanamento di una D – Degradable chemical product
situazione dannosa per l’uomo e per l’ambiente. U – Use safe synthetic methods
C – Catalytic reagents
• Le tecniche ecocompatibili di bonifica del T – Temperature and pressure ambient
territorio usate per la riqualificazione della Terra I – In-process monitoring
dei Fuochi risultano inoltre essere più efficienti V – Very few auxiliary substances
delle classiche metodologie di bonifica. E – E-factor, maximise feed in product
L – Low toxicity of chemical products
• La sola figura del chimico non basta: Y – Yes, it is safe
«Il lavoro di squadra divide i compiti e
moltiplica il successo.»

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