Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PIEMONTE
16 DOCG
42 DOC
Unitamente alla Toscana, anche il Piemonte una realt vitivinicola di
particolare importanza in Italia. Le pi importanti fonti storiche sulla
coltivazione della vite in Piemonte si collocano in piena et romana e
sono fornite da Plinio il Vecchio nella sua storia Naturale.La gran parte
della produzione vitivinicola concentrata a sud della regione nelle
provincie di Asti e Cuneo.
Con poche eccezioni i vitigni principali del Piemonte sono quasi tutti a
bacca rossa: il Nebbiolo, il Barbera, il Dolcetto.
Pur essendo solo tre i principali vitigni coltivati in Piemonte, la regione
vanta un numero elevatissimo di denominazioni di origine delle quali le
pi note hanno a base il Nebbiolo.
In particolare, in Piemonte troviamo 42 DOC e 16 DOCG.
Il Nebbiolo la base dei grandi vini rossi, quelli con lungo
invecchiamento. Il suo nome, probabilmente deriva dalla particolarit
della buccia degli acini maturi, particolarmente pruinosa che li fa
sembrare ricoperti da nebbia. Unaltra ragione del nome potrebbe
essere data dal fatto che, luva tardiva raccolta in autunno, in un
periodo di frequente nebbia.
Il BAROLO DOCG
pi potente e concentrato del Barbaresco. un
vino che non si presenta mai di colorito scuro ed intenso ma tendente al
6
della regione, c' un vitigno a bacca bianca che sta andando per la
maggiore e sta avendo un discreto successo, l' ARNEIS, che d vita a
vini bianchi di un certo interesse. Un aneddoto vuole che il nome al
vitigno sia stato dato da un viticultore il quale, girando per la zona del
Roero tradizionalmente a bacca rossa, vide questo vitigno bianco e pare
che esclam: "ma cosa l' st'arneis?" (ma che cos' quest'affare?).
10
LIGURIA
16 DOCG
42 DOC
La Liguria una delle pi piccole regioni
italiane. Ha una conformazione a
mezzaluna (o ad arco) ed suddivisa in
due parti ben distinte tra loro: la Riviera
di Ponente (ovest) e la Riviera di
Levante (est).
Da un punto di vista morfologico, la
Liguria , probabilmente, la regione pi
estrema essendo i suoi territori montuosi, impervi, e a strapiombo sul
mare.
Da un lato, quindi, troviamo il mare e nella zona pi interna il bosco.
La vicinanza al mare, oltre a garantire un clima mite alla Liguria, la
favorisce nel turismo e nella commercializzazione dei suoi vini.
Similmente alla Valle DAosta, anche il territorio della Liguria molto
montuoso per cui lallevamento della vite possibile grazie a
terrazzamenti sorretti da muri a secco.
La coltivazione a fasce, tuttavia, non assicura una grande produzione.
La fioritura del vino Ligure non risale a tempi molto antichi. Possiamo
rinvenirne, infatti, alcune tracce intorno al Medioevo e poi
progressivamente si diffusa nel 1500. Purtroppo nel corso dell800 il
flagello della Fillossera non contribuir allo sviluppo del vino Ligure.
Inoltre, il patrimonio vitivinicolo ligure stato mal gestito dai produttori.
11
13
LOMBARDIA
La coltura della vite in Lombardia
veramente antica. Abbiamo tracce di
coltivazione della vita intorno al Lago di
Garda, risalenti alla cultura etrusca.
Il territorio della regione molto vario:
vi una grande parte pianeggiante non
adatta alla coltivazione della vite, una parte montuosa e solo un 3% di
territorio collinare.
In un territorio morfologicamente siffatto, possiamo distinguere tre
grandi fasce di coltivazione della vite, ciascuna con aspetti molto
differenti rispetto allaltra.
In particolare:
EMILIA ROMAGNA
Gli studi archeologici, collocano la coltivazione della vite in Emilia
Romagna assai indietro nel tempo sino a circa 6000 anni prima di Cristo.
Sicuramente il salto di qualit nelle tecniche di coltivazione della vite, fu
determinato dagli Etruschi. Tuttavia, lEmilia Romagna si sempre
distinta per la buona quantit di vino prodotto che per la qualit e
ricercatezza.
Il clima della regione sub continentale, in quanto ladriatico un mare
troppo ristretto per influire sulle condizioni termiche del territorio.
In Emilia Romagna possibile rinvenire molte DOC e solo due DOCG: la
ROMAGNA ALBANA e COLLI BOLOGNESI CLASSICO PIGNOLETTO.
Similmente a quanto avveniva in Lombardia, anche in Emilia Romagna
possiamo distinguere tre grandi fasce di coltivazione della vite.
17
Si tratti di vini che non hanno la pretesa di essere dei grandi vini e che
vengono abbinati a quasi tutta la produzione gastronomica locale.
Il lambrusco , dunque, il simbolo della enologia emiliana ed un vino
che, grazie alla sua bassa alcolicit gradito anche a coloro che non
sono molto avvezzi ai vini corposi.
.
19
rappresentato
dalla
pergola
Trentinarecentemente sostituto anche dal guyot e dal cordone
speronato.
vino
pregiato
ottenuto
dalla
un vino che esprime un sentore fresco di rosa. Alla beva dolce, pieno
elegante con una delicatissima trama tannica.
Altro vitigno, diffuso un po in tutta la regione la Schiava. un vitigno
a bacca nera caratterizzato da un grappolo pesante e da un fragilit del
germoglio che richiede linserimento di un tutore che possa legare il
grappolo al tralcio cos da renderlo schiavo.
che il vino da esso prodotto era offerto allinizio dei pranzi ufficiali nella
repubblica della Serenissima.
Un particolare cenno deve essere fatto alla pergola trentina.
23
VENETO
Il Veneto una delle regioni Italiane
pi importanti per la produzione di
grandi quantit di vino ma soprattutto
per la particolare qualit del vino
prodotto.
Inoltre il Veneto la regione con la pi
alta
concentrazioni
di
vitigni
internazionali rispetto al resto dItalia.
Ab origine, le popolazioni nomadi che
giungevano nel Veneto, allo scopo di
affermare la propria identit culturale,
non seppero e non vollero valorizzare
le colture locali quali viti e olivi, caratterizzanti una cultura certamente
pi stanziale come quella romana, e distrussero quelle risorse allo scopo
di affermare la propria cultura nomade che, viceversa, sotto laspetto
enogastronomico era pi rappresentata da birra e condimenti animali.
Solo i Longobardi, ebbero la grande intuizione di valorizzare il
patrimonio culturale ed enogastronomico del territorio.
La particolare collocazione del Veneto, vicino al mare, come sappiamo,
favor lo sviluppo di importanti traffici commerciali di Venezia con
limpero Bizantino ed anche la vinificazione risent positivamente da ci.
In particolare, in Oriente erano apprezzatissimi i vini dolci ben alcolici
Europei, per cui Venezia pens bene di approfittare di ci per produrre il
Recioto e il Torcolato, nella zona tra Verona e Vicenza.
Quanto alla etimologia del termine Valpolicella, un primo orientamento
ritiene che il termine derivi da Val Polesella ossia valle paludosa, nel
dialetto locale come riferimento alla particolare natura alluvionale del
terreno. Altro orientamento, vuole il termine derivi dal latino Valle Polis
cellae ossia valle dalle monte cantine proprio con riferimento alla
grande produzione di vino dellantichit destinato agli scambi
commerciali con lOriente.
Come anticipato, in precedenza, nel Veneto possiamo trovare la pi
grande produzione e coltivazione di vitigni internazionali. Ci dovuto
da due grandi eventi che si verificarono tra il 1700 ed il 1800, che
comportarono un rilevante danno alla produzione viticola Veneta.
Il primo di essi fu la terribile gelata del 1700 che invase tutti i campi
della regione e successivamente il flagello fillosserico complet il
disastro. Fu questa la ragione per cui si pass alla coltivazione di vitigni
internazionali che fossero maggiormente resistenti alle avversit
climatiche.
Sotto laspetto geografico, possiamo identificare tre grandi zone:
24
e i COLLI ASOLANI
Nella zona a Nord del Veneto da citare anche un tipico vino prodotto
con un tecnica particolare di appassimento che il TORCOLATO. questo
vino ottenuto principalmente da grappoli di uva VESPAIOLO che non
appassiscono su graticci ma vengono attorcigliate attorno a un palo (da
qui la dizione torcolato) produce un passito dolce.
DOC
il
BARDOLINO
26
SUPERIORE
DOCG
lAMARONE
DELLA
VALPOLICELLA
DCG
RECIOTO
DELLA
VALPOLICELLA DOCG .
Il segreto della particolarit dei vini della Valpolicella lappassimento
delluva. Il procedimento di appassimento si spinge sino alla riduzione
del 50% di acqua contenuta negli acini.
La provincia di Verona caratterizzata principalmente dalla DOC
BARDOLINO, con tutta una tipologia di vini che ben si sposa con la
gastronomia del lago.
Il BARDOLINO SUPERIORE, nonostante la concorrenza di altri vini di
pregio e merito, ha ottenuto nel 2001 la DOCG. Il BARDOLINO prodotto
con vitigni tipici di queste zone, ma in particolare sono presenti 3 vitigni
autoctoni, in particolare la Corvina.
Spostandoci leggermente ad Est, verso linterno della regione tra Verona
e Vicenza, troviamo ancora questi tre vitigni nella DOC VALPOLICELLA:
i vini di questa DOC hanno subto unaltalena di consumi dovuta a
caratteristiche che non li vogliono leggeri come il Bardolino n
particolarmente strutturati.
La versione di maggior successo senza dubbio lAMARONE DELLA
VALPOLICELLA DOCG.
Questo vino una sorta di vinificazione prolungata (45-50gg), la
versione dolce ottenuta con i vitigni autoctoni del Veronese.
Il RECIOTO DELLA VALPOLICELLA DOCG un vino prodotto
utilizzando solo gli acini collocati ai lati del grappolo, che in veneto sono
definiti recie da cui deriva anche il termine RECIOTO, e che sono
quelli pi esposti al sole e quindi pi maturi.
Per comprendere il rapporto esiste tra RECIOTO ed AMARONE,
interessante sapere che alla produzione dellAmarone si giunti quasi
per un caso fortuito.
Il Recioto, come sappiamo, era quel vino dolce ed alcolico molto
apprezzato dalle popolazioni dOriente, che lo importavano dallItalia. Il
carattere dolce del vino determinato da un residuo zuccherino non
svolto, durante la fermentazione che conferisce il particolare carattere
al vino.
Da un fusto di recioto lasciato in cantina, dove anche i residui zuccherini
vennero trasformati in alcol, nacque un vino che non era pi dolce ma
amaro, anzi, Amarone.
27
29
31
TOSCANA
Una delle pi importanti realt italiane, in tema di enologia la Toscana,
assieme al Piemonte. In Toscana, circa il 70% della produzione proviene
da vitigni a bacca nera, tra i quali soprattutto da uve di Sangiovese, che
consente di produrre grandi vini che, a seconda della zona prendono
nomi differenti. Ad esempio nella zona del Chianti prende lomonimo
nome, nella zona di Montalcino si chiama Brunello, a Scanzano si
chiama Morellino, ecc..
In linea con quanto affermato, infatti, tutte le DOCG della Toscana
costituiscono vini rossi, ad eccezione dellunica DOCG bianca che la
VERNACCIA DOCG.
Inoltre il sangiovese presente come base di quasi tutte le DOC.
La Toscana riesce a produrre grandi vini perch riesce a coltivare grandi
uve in un patrimonio geologico di grande importanza. Il terreno in
Toscana, infatti, particolarmente ciottoloso e caratterizzato da un
particolare drenaggio che alimenta bene la pianta con acqua ricca di
sostanze nutritive. Questa situazione si traduce in grande capacit del
suolo di raccogliere il calore durante la giornata per essere poi conferito
alla vite durante la notte.
Il panorama della Toscana caratterizzato quasi sempre rappresentato
dalla presenza costante di vigne, olivo e bosco.
32
rosso utilizzando anche uve bianche, nel 1888 prov a vinificare non il
Sangiovese piccolo (generalmente utilizzato per la produzione del
Chianti) ma il Sangiovese grosso in purezza ("grosso" perch ha la
buccia pi spessa, localmente si chiama BRUNELLO).
Lidea di vinificare il sangiovese in purezza, fu, a quellepoca, qualcosa
di rivoluzionari perch non esisteva nessun vino prodotto con una sola
variet di uva.
Esistono ancora due bottiglie del 1888, ma l'annata storica
considerata il 1891. Per un periodo abbastanza lungo fu prodotto da un
solo produttore, Biondi Santi, oggi i produttori di Brunello sono circa 165.
Il vino brunello, prende il nome dal comune di Montalcino, che si trova
sopra un colle a sud di Siena, ed il vino assume caratteristiche diverse a
seconda delle 4 esposizioni della collina in cui prodotto.
Nella zona pi a nord, abbiamo temperature pi basse ed il brunello si
presenta pi profumato e con un corpo pi robusto.
La parte pi a sud del colle che volge verso la Maremma (parte
meridionale della Toscana che confina con il Lazio) ha un clima pi mite
e pi secco, le uve maturano prima, il Brunello proveniente da questa
zona risulta pi morbido, meno aspro ma anche meno longevo (es: Villa
Banfi); verso est troviamo vini pi ruvidi, pi aspri ma anche pi longevi
(es: Biondi Santi).
La tecnica di produzione del Brunello, prevede la c.d. vinificazione
alluso toscano o governo toscano, che consiste nellaggiunta di un
10% al vino prodotto di altro estratto da uve surmaturate.
Le uve prima della vinificazione, sono sottoposte a preventiva cernita ed
il vino prodotto deve affinare almeno 2 anni in botti di rovere e
complessivamente deve essere messo in commercio non prima di 5 anni
dalla annata della vendemmia. Il disciplinare di produzione del Brunello,
prevede delle regole molto rigide.
Il vino rosso prodotto a Montalcino che non rientra nella DOCG, rientra
nella DOC Rosso di Montalcino.
Il VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG
un vino prodotto
nella zona pi a est della Toscana. Sulla stessa linea meridiana di
Montalcino, ai confini con lUmbria. Il VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO
si produce principalmente con il SANGIOVESE (localmente PRUGNOLO
GENTILE); stata la prima DOCG ad entrare in commercio in quanto
prevedeva e tuttora prevede un invecchiamento di 2 anni contro i 5 del
BRUNELLO.
Il rapporto tra il VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO e il BRUNELLO il
medesimo rapporto esistente tra il BAROLO ed il BARBARESCO in
Piemonte.
35
37
bianco e occhio di
pernice al38
(rosso) con
sangiovese al 80%.
bianco e occhio di
pernice al (rosso) con
sangiovese al 50%.
UMBRIA
Similmente a quanto avvenuto in Toscana, anche lUmbria ha risentito
molto delle tecniche di vinificazione etrusche, successivamente
perfezionate dai romani.
39
Furono proprio gli etruschi a produrre il primo vino umbro ad Orvieto con
una tecnica particolare di vinificazione che prevedeva lutilizzo di vasche
scavate nel tufo e collocate a diverse altezza per far s che il vino
progressivamente scendesse nelle parti pi fresche delle grotte.
Sotto il profilo morfologico-territoriale, lUmbria al 63% collinare per
cui un territorio vocato per la coltivazione delluva.
Per molti hanno non stata molto valutata la viticoltura umbra sino al
1960 in cui viene riconosciuta la prima DOC e poi, finalmente nel 1990
con il riconoscimento della DOCG TORGIANO ROSSO RISERVA.
41
MARCHE
Il territorio delle Marche al 69% collinare
mentre la restante parte territorio
montuoso. Non vi sono pianure.
Il clima caratterizzato dai inverni rigidi
con abbondanti precipitazioni, mentre le
estati sono spesso siccitose.
La zona pi densamente vitata quella
della provincia di Ascoli Piceno a sud della
Regione, ma in provincia di Ancona e
Macerata, si coltiva il Verdicchio, che
rappresenta
da
tempo
la
migliore
espressione enologica e commerciale marchigiana.
Il Verdicchio che altro non se non il Trebbiano di Soave coltivato in
Veneto. Da questo vitigno si ricava la DOCG VERDICCHIO CASTELLI
DI JESI RISERVA. Altra denominazione il CONERO DOCG anchesso
prodotto nei pressi di Ancona.
43
LAZIO
La viticoltura e lenologia Laziale non
vanta una produzione di rilievo tale da
aver mai fatto parlare di s.
Questa la regione con prevalente
produzione di bianchi.
Il vino pi rinomato il FRASCATI mentre
nella zona dei CASTELLI ROMANI si sono
vini conosciuti gi durante limpero
Romano.
La denominazione CASTELLI ROMANI
DOC
in qualche modo stata studiata per valorizzare questo vino
da un lato con il richiamo al castello chateau francese o al Castello
Toscano, dallaltro con riferimento a Roma ed ai Romani lo collega alla
citt eterna.
Nella zona dei Castelli Romani i vini sono prodotti con il contributo di
Malvasia bianca del Lazio, localmente chiamata Malvasia puntinata
proprio perch ogni acino presenta, sulla sua superficie esterna, un
puntino.
Tuttavia, questa Malvasia non era un vitigno in grado di garantire un
grande produzione per cui fu sostituita dalla Malvasia di Candia e dal
Trebbiano Romagnolo.
La DOC prevede la produzione di vini nella tipologia Rosso, Bianco o
Rosato.
Importante la DOC FRASCATI . Essa la denominazione pi
significativa della regione ed anche quella prodotta pi vicina a Roma.
Il termine frascati deriva dal fatto che, dove si produce questo vino
sullantica Tusculum (antica citt preromana nellarea dei Castelli
Romani, abbellita con notevoli costruzioni, giardini e ville), i cacciatori di
notte si ritiravano sotto le frascate che erano dei rifugi di fortuna
costruiti nel bosco.
Altra denominazione meritevole di menzione la DOCG CESANESE
DEL PIGLIO .
In Lazio possiamo trovare due differenti vitigni con il medesimo nome: il
Cesanese comune, che il pi tipico e presente nella zona dei Castelli
Romani e il Cesanese del Piglio, presente invece nella zona della
Ciociaria nei pressi di Frosinone a sud est del Lazio.
44
ABRUZZO
LAbruzzo una regione schiacciata
tra la montagna ed il mare Adriatico.
Essa rappresenta una grossa realt produttiva se si pensa che solo a
Chieti ci sono ben 40 cantine sociali.
pur vero che, lAbruzzo sempre stata storicamente la regione delle
quantit a scapito delle qualit.
Uno dei vini pi significativi della regione il Montepulciano
dAbruzzo che presente sia nellomonima DOC sia nella DOCG
COLLINE TERAMANE.
Marca invece quasi tutta ala produzione dei bianchi abruzzesi il
Trebbiano dAbruzzo, dal quale prodotta la DOC TREBBIANO
DABRUZZO.
La zona pi vitata il versante Adriatico della Regione con una piccola
rientranza tra Chieti e Sulmona, in zona centrale nella regione.
questo
vino
si
produce
anche
la
DOCG
MOTEPULCIANO
46
Sembra, infatti, che Plinio abbia per la prima volta fatto riferimento ad
un trebulanum di origini campane che solo successivamente fu
esportato in Abruzzo.
Il trebbiano non fu molto apprezzato tra i uomini importanti dellImpero,
ma veniva tuttavia consumato dai membri dellesercito al punto che
esso fu definito il vino dei soldati.
Oggi il trebbiano dAbruzzo considerato vitigno a pieno titolo e distinto
dal bombino bianco.
MOLISE
La storia, leconomia e la cultura del Molise strettamente legata a
quella dellAbruzzo.
Il territorio per met montano e per met collinare e nonostante si
collochi al centro della nostra penisola, presenta aspetti climatici pi
simili a quelli del Trentino che del Mezzogiorno.
Nel Molise troviamo solo 4 DOC. tra di esse, degna di menzione la
MOLISE TINTILIA DOC .
Questo vino prodotto dal vitigno omonimo realmente autoctono del
Molise. Esso un vitigno tardivo a bacca nera, con grappolo spargolo.
47
CAMPANIA
La Campania la regione dItalia che vanta una antica tradizione
enologica. Essa infatti stata uno dei primi centri di coltivazione e
studio della vita nel mondo.
Sin dallaantichit infatti, dal Porto di Pozzuoli veniva esportato in tutto il
mondo il Falerno, soprannominato il vino degli imperatori.
In Campania possiamo trovare una grande variet di vitigni autoctoni
quali il per palummo, la biancolella dIschia, la forastera, lasprinio
dAversa, ecc. Oggi la Campania vanta 15 DOC e ben 4 DOCG.
La viticoltura in Campania, dunque, si sviluppata gi in epoca etrusca,
soprattutto nella zona pi settentrionale della regione fino ad arrivare
agli anni dellImpero Romano, durante il quale la concentrazione dei
vigneti in questo territorio non ebbe eguali nel resto della penisola.
I vitigni pi antichi erano le Amineae, dai quali si produceva il
Sorrentinum, sulle colline di Sorrento, il Vesuvianum sulle pendici del
Vesuvio e, pi tardi anche il Gauranum nei pressi di Pozzuoli.
Tuttavia il vino pi famoso al mondo fu considerato sempre il Falerno.
48
51
52
PUGLIA
Storicamente, grazie alla sua posizione strategica, la Puglia stata
attraversata, in antichit, da tantissimi popoli provenienti, in particolare
dalla Grecia. Il Passaggio di queste culture, non solo ha lasciato la loro
impronta sotto laspetto architettonico e monumentale ma anche nel
settore agricolo.
Possiamo ricordare tre diversi gruppi etnici che si insediarono in Puglia
e, in particolare i Dauni a nord, i Peuceti al centro ed i Messapi a sud.
Progressivamente la Puglia divenne, per i grandi popoli antichi, un
grande serbatoio di vino, secondo solo alla Campania dove veniva
prodotto il Falernum.
In Puglia sono presenti molti vitigni alloctoni, originari della Campania
che furono impiantati nella regione e, oggi, non sono pi presenti in
quella di origine.
Un grande vantaggio della Puglia stato quello di non aver risentito del
flagello fillosserico nel 1800 ma solo in un periodo successivo.
Negli ultimi venti anni, la Puglia ha ottenuto una vera e propria
riqualificazione sotto laspetto vinicolo e produttivo al punto da attrarre i
favori e linteresse di molte regioni del nord dItalia.
Solo il 45% del territorio della regione collinare ed adatto alla
coltivazione della vite, tra laltro, la vicinanza del mar ionio a sud est e
dalladriatico a nord, crea un clima favorevole alla viticoltura. La
viticoltura praticata in tutta la regione ed in particolare concentrata
al sud e si distingue per la tradizionale coltivazione ad alberello che
vede la pianta non legata a tutori.
55
. Questo vitigno,
56 per anni considerato di seconda
57
BASILICATA
In Basilicata possiamo trovare tracce di una cultura vinicola molto
antiche.
In particolare, secondo una teoria pi estensiva, lantica Enotria,
comprendeva anche questa regione e non solo una piccola parte della
Calabria.
Questa regione anche definita Lucania, confina con la Campania e la
Puglia a nord e con la Calabria a sud.
La viticoltura quasi esclusivamente localizzata nella zona pi a nord
della regione intorno allantico vulcano Vulture. questa, infatti, la zona
pi vicina alla Campania, dove si produce lAglianico del Vulture.
58
59
CALABRIA
La vitivinicoltura della Calabria ha fornito,
per anni, vini da taglio caratterizzati da in
colore intenso ed un grado alcolico elevato.
Tra le varie tesi dirette a definirne i confini,
la pi restrittiva vuole che lEnotria, sia
collocata tra il fiume Lao a nord, ad est
dallaltopiano della Sila, a sud dallistmo di
Catanzaro.
Il vino prodotto in Calabria, era, come gi
anticipato, un vino essenzialmente da taglio
che, gi in epoca antica, era esportato fuori dai confini dai Greci, verso
molte citt mediterranee.
Possiamo distinguere tre zone vitivinicole pi importanti che sono: il
Massiccio del Pollino pi a nord della Regione, lAltopiano della Sila al
centro, e la zona pi a sud che quella dellAspromonte.
SICILIA
La Sicilia la prima Regione Italiana per
produzione vitivinicola ma le sue uve hanno
fornito, sino a qualche tempo fa, in
prevalenza vini da taglio. Da qualche decennio la situazione
radicalmente cambiata.
Ai Fenici si deve l'introduzione del vino nel Mediterraneo, ma grazie
all'arrivo dei Greci, nel VIII sec. a.C. in Sicilia, che qui la cultura enoica
ebbe un grande impulso, unitamente alle coltivazioni dell'olivo e del
grano. La Sicilia lisola pi grande del Mediterraneo e di essa tre sono
le zone pi interessanti da un punto di vista viticolo: la zona pi a nord
della regione tra Palermo e Trapani, la zona intorno alletna e, infine, la
parte pi meridionale intorno a Siracusa.
il Frappato,
il Catarratto,
l'Inzolia,
ma
anche
con
vitigni
internazionali, assistiamo ad una rapida ascesa della qualit dei vini
siciliani che sempre pi spesso reggono confronti impensabili fino a
qualche tempo fa.
In Sicilia troviamo una sola DOCG CERASUOLO DI VITTORIA .
I territori ricadenti nella denominazione sono vari comuni presenti nel
golfo di Gela. La base ampelografia di questo vino rappresentata dal
vitigno NERO DAVOLA per circa il 70% al quale viene aggiunta una
percentuale di FRAPPATO.
Il NERO DAVOLA uno dei protagonisti della viticoltura sicula, in quanto
una delle migliori qualit di vitigno. Spesso denominato anche
CALABRESE per associarlo a quello coltivato anche in altre parti dItalia
come, in particolare, in Calabria e in Toscana.
La coltivazione del Nero dAvola si progressivamente concentrata nel
siracusano di cui, appunto Avola comune.
SI pensa che forse, il nome Calabrese sia una erronea traduzione del
termine Calaulisi (Cala = vino; Aulisi = Avola).
Spostandoci verso la parte nord Orientale dellisola, troviamo la DOC
ETNA .
Concorrono a formare la DOC i vigneti collocati in diversi comuni del
Catanese, collocati proprio intorno allEtna.
I vini etnei si sono, via via, qualificati come vini di particolare rilievo nel
corso degli anni novanta, rispetto alla sovranit del Nero dAvola.
Per la produzione di questa DOC concorrono due vitigni che sono il
CARRICANTE ed il NERELLO MASCALESE.
Degno di menzione un vino passito prodotto nellisola di Pantelleria al
quale stata riconosciuta la DOC PANTELLERIA
SARDEGNA
Lintroduzione della vite in Sardegna, sembra sia avvenuta grazie ai
Fenici per finalit commmerciali.
Tuttavia, la viticoltura e lenologia sarda, non ebbe grade fortuna dei
successivi secoli, nenache durante limpero romano.
In Sardegna il vigneto parte integrante del paesaggio,
presente quasi ovunque, dalle pianure pi fertili vicino
al mare sino allalta collina e alle zone pi interne.
64
66