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✓ Nelle società moderne le identità dipendevano in parte dalle scelte individuali, in parte da
norme di comportamento vincolanti una volta compiuta una scelta.
✓ Nell’individualismo in rete l’identità viene costruita tramite una serie di scelte (i pubblici
cui appartenere, il grado di coinvolgimento, eccetera).
Quadro 3.2: Sessualità e pornografia. Pag. 73
• Reputazione e influenza
L’emergere dei pubblici connessi e l’importanza dei media digitali come strumenti di costruzione di
relazioni sociali sono intimamente legati a cambiamenti nel modo in cui si forma la reputazione
personale degli individui. La reputazione è un giudizio sulle qualità di una persona, anche
sconosciuta, che viene espresso sulla base di informazioni pubbliche. I media digitali amplificano e
trasformano il modo in cui le reputazioni vengono create e alimentate, e forniscono alle persone
nuovi strumenti per gestire la propria reputazione. Ad esempio, anche i membri stessi del pubblico
acquistano reputazione sulla base del modo in cui gli altri membri giudicano i loro contributi. Molti
servizi e piattaforme hanno sistemi informatici per calcolare e comunicare la reputazione dei propri
membri, che a sua volta ne determina lo status. Questi sistemi si basano su forme di rating: gli
utenti possono valutare un altro utente attribuendogli un punteggio determinato da criteri stabiliti.
La reputazione, anche in questo caso, garantisce una posizione migliore all’interno del gruppo.
La natura comunicativa dei pubblici connessi e la struttura delle piattaforme dei media sociali fanno
sì che l’identità, oltre ad essere vissuta, debba essere anche comunicata. In questo senso l’individuo
deve creare una versione comunicabile della sua identità (un brand personale), includendo alcuni
aspetti e tralasciandone altri. Questo lavoro viene definito self branding, l’identità diventa quindi
una costruzione ragionata e riflessiva destinata ad essere comunicata, in particolare sui media
sociali. I media sociali integrano la vita pubblica con quella professionale e privata. Le
comunicazioni sui social media influenzano e strutturano il lavoro di self branding in quanto sono
caratterizzate da:
Una caratteristica importante del P2P è infatti la sua capacità di intercettare motivazioni individuali
che spingono le persone a contribuire. Altre caratteristiche sono la modularità, ovvero la possibilità
di suddividere un progetto in parti, i moduli, che possono essere sviluppati indipendentemente dalle
altre, e la granularità, che è la possibilità di dividere un compito in parti (chiunque può fornire un
piccolo contributo, che sarà comunque utile per lo sviluppo complessivo del progetto). E’ però
consolidata l’idea che la maggior parte delle persone che vi partecipa lo fa nella prospettiva di
accumulare reputazione, che serve poi come capitale sociale da monetizzare in altri contesti (VS
teoria dell’economia del dono=lo fanno solo per altruismo).
La metafora del peer-to-peer usata per definire queste forme di cooperazione deriva
dall’informatica. Le reti P2P sono reti di computer usate per scambiare file, con la particolarità di
non essere dotate di luoghi centralizzati in cui risiedono le informazioni, come ad esempio un
server. Ogni computer della rete ha un ruolo paritario, e questo sistema funziona grazie alla sua
ridondanza: le stesse informazioni sono disponibili su molte macchine e possono viaggiare
seguendo molti percorsi alternativi. Uno dei principali teorici di questi fenomeni, Michael
Bauwens, parla di una nuova economia politica dell’informazione basata su una “produzione P2P”,
e riferendosi a reti di individui che collaborano in modo decentrato, distribuito e orizzontale, senza
gerarchie prestabilite, condividendo il prodotto della cooperazione, proprio come i computer nei
sistemi peer-to-peer. Un’altra metafora utilizzata per descrivere questo fenomeno è quella del bazar,
contrapposto alla cattedrale. Per costruire una cattedrale serve una struttura di comando
centralizzata e gerarchica, piramidale; un bazar invece è molto più flessibile e dinamico, ricco di
progetti e approcci diversi.
Concludendo, è importante sottolineare come le forme di organizzazione viste in questo capitolo e
spesso idealizzate nascondano talvolta anch’esse gerarchie e squilibri di potere. Inoltre
l’informatico Lanier ha criticato la, a sua detta, saggezza della folla espressa online rispetto a forme
più tradizionali di produzione di sapere. Nel suo pensiero, la produzione sociale online favorirebbe
la scomparsa dell’argomentazione razionale in favore del cinismo e di forme di argomentazione
populiste.
• Open source e innovazione