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LABORATORIO DI

CULTURA DIGITALE
Modulo 0, introduzione

Laboratorio di cultura digitale:


1. Digitale come argomento (acculturazione e conoscenza della realtà virtuale)=
conoscenza di una realtà che è parte della nostra quotidianità;
2. Digitale come strumento: utilizzo del digitale per veicolare comunicazione scientifica,
ovvero cultura. = imparare i modi in cui il digitale viene utilizzato per veicolare
informazioni.

5 ATTIVITÀ’ MOODLE DA CONSEGNARE (non hanno un voto, in alcuni casi un


giudizio)
- Video di presentazione: piccolo video dove diciamo chi siamo;
- Ricerca immagine (CCBY/Pubblico Dominio): immagine non protetta da copyright. Ci
chiederà di scegliere una serie tv (o film, scegliere qualcosa di tecnologico);
- Abstract+keywords: abstract (riassunto del contenuto di un saggio scientifico);
- Podcast (recensione): scrivere una recensione sulla serie tv scelta;
- (Progetto in gruppo) Presentazione di un app: 8/9 persone per gruppo. L’obiettivo è
creare un presentazione su una app audio e/o video (selezione di app che ci darà il
professore)==> realizzeremo un power point di presentazione dell’app.

Le attività dovranno essere caricate nel database MOODLE.

Date appelli:
- 7, 21 giugno
- 5 luglio
- 6 settembre
- 8 dicembre
(Tutti alle 14, esame di un’ora)

Film tecnologico: Social dilemma (ipotetica idea)


Modulo 1

Forme di cultura e di comunicazione


La parola “comunicazione” deriva da comunicatio (partecipare), communis (qualcosa di comune
ad un pubblico) e manus (idea della reciprocità). La comunicazione può essere la produzione di
un gesto, ma soprattutto la combinazione di elementi verbali e non verbali. Con la comunicazione
ci sono delle informazioni che passano da mittente a destinatario, producendo reazioni/risposte
che tornano al mittente sotto forma di nuove informazioni. La comunicazione è dunque un evento
che lega le persone.
Jacobson parla di comunicazione e schematizza sei aspetti importanti:

Abbiamo il mittente (colui che parla o invia il messaggio); successivamente abbiamo il codice
(aspetto che accomuna chi manda e chi riceve il messaggio); il messaggio è importante poiché è
alla base della comunicazione. In seguito abbiamo il contatto o canale (connessione a livello
fisico e psicologico tra chi manda e riceve il messaggio, è il mezzo che rende possibile la
comunicazione). Abbiamo anche il destinatario che riceve ed interpreta il messaggio. E infine
abbiamo il contesto (insieme che proviene dalla situazione generale e dalle circostanze in cui si
inserisce uno specifico evento comunicativo). La comunicazione è dunque il processo che
consiste nella trasmissione di informazioni.

La comunicazione di massa: è quel tipo di comunicazione che ha fatto la propria comparsa nel
XX secolo. Secondo McLuhan la comunicazione è trasmissione: la comunicazione di massa
utilizza modi e tecniche di trasmissione di natura assai varia, attraverso i quali si è creata una
nuova cultura che si fonda sui modi di trasmissione utilizzati, piuttosto che sui contenuti dei
messaggi. Questa nuova comunicazione si è concentrata dunque non sui contenuti ma sui modi.

Cosa sono i Media? È un termine latino entrato nell’uso internazionale ed indica i mezzi tecnici
che vengono impiegati per diffondere una tipologia di messaggi. Si parla di “Mass media”
quando il messaggio che veicolano viene fatto giungere rapidamente e contemporaneamente ad
un pubblico molto grande.
Esempi di media (comunicazione tradizionale): parola scritta, stampa, giornali, fumetti,
televisione.
Esempi di media (comunicazione non tradizionale): web ed i suoi derivati come mail, blog, forum.
Ad essere tradizionale e non tradizionale non è il mezzo, ma l’uso che ne facciamo.

La capacità dei media: analisi delle proprietà strutturali dei media, vecchi e nuovi. Essi
possiedono potenzialità e limiti. Vi sono 9 capacità principali:
- Velocità: nei nuovi media aumenta esponenzialmente (es. prima mandavamo una lettera,
adesso le email).
- Portata: i nuovi media raggiungono geograficamente e demograficamente sempre più persone
(Tutte? Alcune persone non possono avere accesso a questi media).
- Capacità di memoria: possibilità di immagazzinare sempre più dati nei media digitali rispetto a
quelli analogici (nei media si immagazzinano più informazioni rispetto ad un libro).
- Accuratezza:
- Selettività: i nuovi media ci permettono di selezionare sinteticamente parte dei gruppi di
raggiungere gruppi mirati (posso selezionare per raggiungere un certo tipo di audience).
- Interattività: è minore o maggiore della comunicazione faccia a faccia? (Es. Dad).
- Ricchezza degli stimoli: la multimedialità offre combinazioni di stimoli (immagini, suoni, dati e testo
che sono artificiali e non naturali, poiché c’è un lavoro sui contenuti). Ad esempio in questa
situazione pandemica i musei si sono affidati a piattaforme che danno la possibilità di “muoversi”
come se stessimo realmente visitando un determinato museo: cosa si acquista da una parte e cosa
si perde dall’altra?
- Complessità: nei nuovi media è più difficile negoziare, decidere, spiegare i punti difficili. Quando
noi seguiamo le lezioni in Dad, ciò rende la comunicazione più complessa poiché il prof non sa se
capiamo o meno dato che non ci vede: siamo dunque costretti a guardare uno schermo e sentiamo
la mancanza di ciò che avevamo prima.
- Protezione della sfera intima: scarsa capacità di protezione della sfera privata dei nuovi media. Ad
esempio su whatsapp sta crescendo il numero di persone che sono migrate da whatsapp a
telegram per tutto un discorso sulla scarsa protezione di dati da parte di whatsapp.

Fusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (fusione che ha avuto un grande
impatto sulle modalità in cui si sono organizzati i sistemi informatici).
- Reti di calcolatori: un insieme di calcolatori indipendenti che sono collegati tra di loro per potersi
scambiare dati. E’ il modello di organizzazione prevalente dei sistemi informatici.
- Internet: la più grande rete di calcolatori. Rappresenta uno dei più potenti mezzi di raccolta e
diffusione dell’informazione su scala globale.
- Internet service provider: organizzazioni che offrono servizi Internet.
- World Wide Web (WWW): non è internet, ma è il più diffuso servizio di Internet.

Il WWW come funziona? Il 30 aprile 1992 CERN pubblica la tecnologia alla base del WWW.
Il Web (principale servizio internet), si basa sullo scambio di pacchetti di informazione codificati su
progressivi livelli di astrazione: ogni livello serve per offrire una piattaforma adatta al contenuto che
deve essere veicolato. Il livello più basso è il segnale elettrico che passa sul cavo. Il livello più alto è
quello che permette la fruizione del contenuto. Su ciascun livello viene utilizzato il codice binario (il
messaggio informativo digitale).

Il periodo che va dal 1990 al 2000 era caratterizzato dal Web 1.0: vi erano dei siti statici con una
frequenza di aggiornamento molto ridotta. Le pagine di un sito potevano essere aggiornate solo dai
web master, mentre gli users potevano solo usufruire dei contenuti senza alcun tipo di interazione.
Successivamente nasce il Web 2.0: è stata una fase di diffusione caratterizzata da uno sviluppo con
una maggiore partecipazione da parte degli users. A metà degli anni 2000 nasce il Web 3.0: la rete
diventa un grandissimo database anche perché nasce un nuovo linguaggio (XML) e nascono i
cosiddetti meta-data. E’ un tipo di web con un altissimo livello di interazione, è un ambiente digitale
in cui la ricerca di informazioni è sempre più performante (i contenuti sono collegati a parole
chiave). Con questo tipo di web le macchine interpretano i contenuti. Oggi siamo nel web 4.0: le
parole chiave sono big-data (insieme di tecnologie che analizzano tantissimi dati diversi strutturati o
destrutturati) e Cognitive Computing (indica una serie di strumenti che riproducono il funzionamento
del cervello umano).
Che cos’è il Web? Il web medium è un mezzo per diffondere ed inviare messaggi a distanza. Il
medium è il messaggio stesso, ma il medium è anche un’interfaccia orientata alla costruzione,
negoziazione e condivisione di significati. Quando McLuhan dice che il medium è il messaggio
stesso, intende dire che il mezzo supera la sua identità di mezzo e si fa contenuto.

Il Web è un medium digitale: cosa significa digitale? E’ caratterizzato da un tipo di rappresentazione


numerica dell’informazione e si contrappone ad analogica:
- Digitale: l’informazione viene rappresentata suddividendola in “quantità predefinite”. I numeri di tale
rappresentazione sono espressi basandosi sul sistema binario (bit, unità fondamentale dalle cifre 0 e
1).
- Analogica: l’informazione viene rappresentata utilizzando quantità frazionabili a piacere.
Il “web è un medium digitale” significa quindi che tutto ciò che troviamo è un’approssimazione
numerica della realtà. Il grado di approssimazione introdotto dal digitale mi permette comunque di
veicolare informazione e comunicazione. Esistono categorie e tecnologie specifiche per veicolare
tipi diversi di informazione, ovvero per comunicare.

Le categorie della comunicazione:


- Face to face: la comunicazione one-tipo-one, è tipica delle relazioni personali tra due soggetti che
interagiscono fra loro.
- One-to-many: tipica dei mass tradizionali, i quali comunicano un messaggio unidirezionale ad un
pubblico. Si rivolge ad una massa indistinta di potenziali riceventi.
- Screen-to-face: forma di comunicazione a distanza tipica della web communication. La
comunicazione screen tuo face avviene attraverso un’interfaccia tecnologica (computer,
smartphone...) sfruttando la rete internet.

Fino agli ultimi decenni, la conoscenza ha avuto un grande e potente filtro, ovvero la carta.
Quest’ultima è un materiale, va prodotto ed ha un determinato costo. La carta è “rettangolare” e
quindi anche la comunicazione su carta è in qualche modo rettangolare: la comunicazione è
soggetta alle regole di uno spazio rettangolare, ovvero va a capo, è fatta a righe, è contrassegnata
da un numero di pagine (...) Con WWW lo spazio compromesso della comunicazione cartacea,
ovvero testuale, ovvero analogica, viene liberato.

La comunicazione digitale è liquida, informe e continua (supera le regole della comunicazione


rettangolare). I link costituiscono l’esatto contrario dei punti e delle virgole: invece di delimitare i
concetti ne abbattono ogni confine ed offrono un’infinità di percorsi alternativi di apprendimento. I link
permettono di organizzare contenuti in tanti modi diversi e non secondo un solo criterio per volta. La
conoscenza non è più una concatenazione consequenziale di argomenti, ma è una rete che tutti noi
intessiamo giorno dopo giorno.

Si può non comunicare? No, poiché ogni comportamento in una situazione di interazione ha valore
di messaggio, ed ogni comportamento è comunicazione. Se è vero che non si può non comunicare
possiamo formarci senza comunicare o si può comunicare senza formare? La comunicazione è
formazione? I media sono i principali agenti che determinano i parametri del pensiero e
dell’apprendimento all’interno di una cultura.

“Fare” comunicazione digitale dal punto di vista di colui che invia il messaggio e da colui che la
riceve/subisce:
- Fare: “la comunicazione creata in ambiente digitale è prodotto di un’autorialità informe, non finita
ed indefinita, fluida, plurale e collettiva”, ma è anche prodotto di un’autorialità “di facile
raggiungimento”: tutti siamo potenzialmente attori.
Chi è il mittente dell’informazione in rete?
- Mittente che basa le sue informazioni sull’esperienza propria o altrui.
- Mittente che basa le sue informazioni sullo studio che ha condotto.
- Mittente che basa le sue informazioni su ciò che ha sentito dire.

Ricevere/subire: nel momento in cui tutti sono in grado di veicolare contenuto attraverso la rete,
colui che ricerca quel contenuto lo accoglie divenendone partecipe o lo subisce divenendone
vittima?
Lezione 2

Umberto Eco disse all’università di Torino nel 2015: con queste frasi va contro alcuni aspetti
generali dei social mediante.
“La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il
dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”.
Eco invita i giornali a “filtrare con un equipe di specialisti le informazioni di Internet perché nessuno
è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno”.
“I giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori
dovrebbero insegnare ai ragazzi ad utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù, ma
bisogna paragonare le informazioni per capire se sono attendibili o meno.”
“I social media danno diritto di parola legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un
bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora
hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.”

Novità della rivoluzione digitale


- La prima novità: incremento del potere in cui dispone il singolo soggetto (persona,
organizzazione) nella gestione delle conoscenze. Noi possiamo scegliere come gestire le nostre
conoscenze e di conseguenza siamo chiamati a decidere in prima persona come leggere. Nasce
l’idea del prosumer, una nuova figura di consumatore dell’informazione che ne è anche produttore.
Allude alla possibilità di scelta, unisce il consumatore ed il produttore. Il prosumer è colui che
rappresenta questa nuova possibilità di scelta della gestione delle proprie conoscenze
- La seconda novità: incrementi dimensionale della circolazione di conoscenze.
MA, l’aumento della produzione cognitiva e l’enorme quantità dei depositi di sapere divenuti
accessibili creano incertezza e disordine.

Il sovraccarico informativo: Noi navighiamo in rete, e facendolo abbiamo la sensazione di sentirci


sommersi dal carico di informazioni che vediamo e temiamo di non arrivare al termine della ricerca.
- La quantità illimitata di informazioni a cui possiamo accedere (attraverso mail, notifiche,
interfacce...)
- La qualità poco controllata dei contenuti delle pagine stanno rendendo estremamente difficile
l’assimilazione di quelle stesse informazioni.
Il sovraccarico informativo è uno degli elementi più pericolosi per la società digitale, poiché
abbassa vertiginosamente la soglia di attenzione.
Secondo Luciano Floridi, noi “ci preoccupiamo di proteggere i nostri calcolatori con antivirus e
firewall (per farli durare di più), ma trascuriamo ingenuamente l’idea di porre filtri per proteggere
la nostra mente, senza la quale i calcolatori non ci servirebbero a nulla.”

LA SCRITTURA OGGI, IL TESTO ED IL WEB Parleremo del ruolo che la rete ha avuto sulla
scrittura
Differenze Elettrico vs. Elettronico:
- Elettronico: ciò che può utilizzare circuiti elettrici per elaborare informazioni.
- Elettrico: ciò che riguarda il trasporto o il consumo di energia elettrica.
- Scrittura elettronica: scrittura realizzata a mezzo del computer, ma dovrebbe essere più
correttamente definirla come “scrittura informatica” (ciò che attiene al computer). Il computer riceve
segnali digitali in quanto apparato elettronico (riceve, memorizza ed elabora i segnali senza
convertirli). I segnali hanno due sole cifre (codice binario, prima lezione)

Cosa vuol dire informatica? L’informatica è la scienza che si occupa della rappresentazione e
dell’elaborazione delle informazioni.
Cosa fa un elaboratore? Manipola informazioni di tipo: Digitale (utilizza un alfabeto finito di simboli),
Elettronico (è trattata in termini di impulsi), Automatico (non vi è nessun intervento esterno).
In che modo l’elaboratore manipola l’informazione? Grazie a dati, programmi.
Scrittura informatica: modo più appropriato per definire la scrittura elettronica.
La scrittura realizzata per mezzo del computer è “scrittura informatica”. Gli input ricevuti ed elaborati
dal computer non sono analogici ma digitali.

Le quattro tappe fondamentali della storia della scrittura elettronica (individuate da Domenico
Fiormonte)
1. 1980: prima fase con impatto limitato per quanto riguardava la scrittura
- Distribuzione delle informazioni testuali in formato elettronico ad un pubblico abbastanza vasto;
- Ricezione passiva del testo;
- Primi studi sul cambiamento delle modalità di scrittura.
2. Anni “90:
- Ampio impiego del mezzo informatico;
- Maggiore consapevolezza dell’utilità del computer. Ci sono inoltre meno perone pessimiste, la
gente inizia ad usare il computer (diffidenza-utilizzo.entusiasmo).
3. Due tipologie di impiego del computer:
- Il computer diventa utile per la comunità scientifica (banche dati, archivi digitali);
- Utilità a livello personale (singola persona che scrive come autore) legata alla produzione di testi.
È proprio in questo periodo che si afferma l’informatica umanistica che si fonda sulla digitalizzazione
e sulla conservazione delle risorse.
4. Nascita ed impiego dell’ipertesto: ha significato la rivoluzione della gestione dei contenuti.

Significato, metodi è stato epistemologico dell’Informatica umanistica


Nasce dalla Linguistica computazionale, i.e dal trattamento automatico del linguaggio. Nasce nel
1949, quando Roberto Busa inizia a produrre l’Index verborum (indice di concordanza) dell’opera
omnia di Tommaso d’Aquino. Da lì si ha la nascita di associazioni e riviste:

J3 ESEMPI
- “Computers and the Humanities (umanistica)” (rivista);
- L’Association For Literary and Linguistic Computing (ALLC);
- L’Association For Computer in the Humanities (ACH).
Nel 2012 è nata l’Associazione per l’informatica umanistica e la cultura digitale (AIUCD).

Che cosa si intende per “umanistica digitale”?: ambito di studio ed innovazione


Si colloca tra le discipline umanistiche e le tecnologie informatiche. Studia le modalità attraverso cui i
media influenzano il modo di produrre e condividere cultura. Il presupposto fondamentale è la
comprensione del passato attraverso gli strumenti del presente (fusione delle tradizioni
accademiche). L’innovazione avviene nel momento in cui due mondi opposti entrano in contatto e
sviluppano nuovi metodi di analisi. Dallo scambio con altre discipline si genera la conoscenza. La
umanistica digitale analizza inoltre i testi scritti, i testi multimediali ed i metadata.

Digital Humanities vs. Informatica Umanistica


- Digital Humanities: settore di ricerca interdisciplinare basato sull’incrocio tra discipline umanistiche
e nuove tecnologie informatiche. Cresce grazie alla sua relazione con le altre discipline. (Informatica
come strumento)
- Informatica Umanistica: il soggetto è l’informatica, in una sua declinazione semplificata e mirata per
chi lavora nel campo dell’umanistica. (Soggetto: informatica)

Cosa non è informatica umanistica: da una riflessione sul valore che l’informatica ha nelle discipline
umanistiche.
L’informatica umanistica non è alfabetizzazione numerica. Muove una riflessione sul senso dell’impiego
dell’informatica nelle discipline umanistiche (es. l’edizione digitale non può essere una semplice copia
dell’edizione cartacea). L’umanista dell’era informatica deve sapersi avvalere dei nuovi strumenti di
indagine messi a disposizione dalle tecnologie informatiche= umanista informatico (UI).
- In una prima fase, l’UI ha sfruttato le capacità di ricerca e recupero delle informazioni offerte dal
database. Ha sviluppato delle conoscenze quantitative (ricerca di dati in database, privilegiava la
quantità).
- In una seconda fase, l’UI sfrutta le possibilità del digitale, mettendo,e a servizio della forza
metodologica delle materie umanistiche. (Fase di tipo qualitativo, poiché riguarda

I quattro periodi dell’informatica umanistica (di Tito Orlandi)


- Periodo dei precursori (fino al 1960):
1. Progetto di atomatizzazione del procedimenti della traduzione;
2. Progetto di produzione dell’indice delle opere di S.Tommaso (padre di Roberto Busa).
- Periodo delle applicazioni pionieristiche (1960-1970): i computer non sono più considerati un
miracolo, e le persone iniziano a strumentarlo.
1. I progetti di indicizzazione, ordinamenti e statistica lessicale (Italia: Alinei, Avalle);
- Periodo degli esperimenti e delle ricerche (1970-1990): periodo più vivace all’interno dello
sviluppo dell’informatica, l’analisi lessicale si espande ed abbraccia l’analisi delle strutture
linguistiche e si sviluppa la linguistica computazionale (branca della linguistica che incontra
l’informatica umanistica).
1. Nascita della Linguistica computazionale (Zampolli, Canani, Sampson).
- Periodo di trionfi della tecnologia (1990 ad oggi): è l’era degli strumenti che sono dotati di
software incorporati e che hanno portato a risultati visibili importanti.
1. Incredibili avanzamenti della tecnologia con programmi che offrono, all’utente finale, un risultato
visibile.

Ipertesto: riguarda un’amplificazione delle possibilità di un testo. Può essere definito come il
paradigma della nostra epoca. Può essere identificato come una rete di testi tramite connessioni che
permettono il passaggio tra l’uno e l’altro in tempi brevi. La concezione di testo è dunque cambiata:
occorre riconsiderare e riconfigurare anche la concezione di lettura e di scrittura. L’ipertesto è un
testo che si apre ad altri testi, reso possibile grazie al link (particelle fondanti dell’ipertesto).
Link: stringa di parole che ci permette di entrare in ambienti digitali.
E’ lo strumento che permette la navigazione all’interno delle strutture ipertestuali. I problemi di
fruizione di questi testi sono cinque (seguendo la classificazione di Antonio Calvani):
1. Il salto da un link all’altro può essere compiuto in modo casuale (con un semplice click);
2. Si diventa consapevoli del link solo dopo averlo attivato (finché non clicco non so cos’è);
3. Il salto, specialmente se comporta cambio di videata, può far dimenticare l’idea che lo aveva
nominato (talvolta, quando cambiamo di pagina in pagina, ci perdiamo, poiché ci troviamo davanti a
possibilità infinite che ci fanno dimenticare ciò a cui pensavamo inizialmente= sovraccarico
informativo);
4. Spesso l’associazione (collegamento del link) ha senso per l’autore ma non per chi la legge;
5. Le esigenze di “effetto” (audio video) possono prendere il sopravvento sui reali bisogni di
comprensione di chi legge. (= in un power poi ti la presentazione può essere ottima, ma sembra che
sia stata fatta con un grande impatto visivo per colmare la carenza di contenuti. La forma non può
prendere il posto del contenuto).

Difficoltà causate dal nuovo modo di fruizione: non c’è più bisogno della struttura lineare che
permetteva di creare un pensiero organico.
Nelle nuove generazioni non si avverte la necessità del mantenimento della struttura lineare di un
pensiero organico. Tutto ciò porta a una difficoltà nel mantenimento dell’attenzione sul singolo
elemento, l’abitudine a considerare immagini e parole con le stesse categorie interpretative e la
necessità di stimoli che portino novità e divergano dalla linearità passiva dell’ascolto e della lettura.
Vantaggi dell’ipertesto:
- Il collegamento dei materiali favorisce l’abitudine alle associazioni (l’ipertesto porta
all’associazione e ad un’associazione mentale che vengono sviluppate). Il libro era un sistema
chiuso (perché finisce), l’ipertesto è aperto.
- Le tecniche avanzate di riflessione critica:;
- La molteplicità delle letture e delle interpretazioni con interventi interni al testo, aggiunte personali
marginali, correzioni e suggerimenti.

Età della stampa, i presupposti culturali:


1. Il primato dell’autore: il testo è del suo autore;
2. Un testo, per essere tale, è compiuto o finito: idea di testo chiuso sia per “contenuto” che per
“contenente”;
3. Il testo deve essere originale: nato dallo sforzo personale di un autore. Il prodotto finale deve
potersi considerare nuovo.

Età della rete, i presupposti culturali


In rete tutto è modificabile, trasportabile e copiabile; tutto è virtuale e si fatica a riconoscere identica
dignità alla versione cartacea (=naturale predisposizione a sentirci autorizzati ad appropriarci di
essa). Abbiamo la sensazione che la virtualità sia nostra (di fatto la copiamo).
Virtuale e instabile sono i paradigmi delle nuove tecnologie.
“sappiamo bene (o almeno dovremmo sapere) di avere responsabilità nelle azioni che compiamo
nel mondo reale, ma abbiamo talvolta la strana e pericolosa illusione che le scelte che compiamo,
costruendo ambienti virtuali e agendovi dentro, non comportino responsabilità alcuna che il virtuale
ci affranchi, oltre che da alcuni aspetti del mondo fisico, anche dalla valutazione critica di scelte e
azioni”. (Fabio Ciotti, Gino Roncaglia, Il mondo digitale).

Potenzialità/pericolosità conoscitiva
La potenzialità conoscitiva si traduce in una dispersione e frammentazione cognitiva. Si ha dunque
la perdita della capacità di orientamento e critica, che diventa conseguenza logica di un uso
sconsiderato ed inconsapevole dei media. L’immagine, senza il supporto della parola, non aiuta a
riconoscere i contesti che modificano il senso dell’immagine e non permette interpretazioni ma solo
generalizzazioni.(L’immagine, senza la parola, permette solo la generalizzazione).

Nuove strategie conoscitive


L’evoluzione della scrittura a portato alla realizzazione di nuove strategie conoscitive. E’ cambiata la
percezione ed il ruolo di chi legge. I nuovi mezzi conducono a una diversa percezione del testo;
L’influenza reciproca tra i sistemi di scrittura ed i processi cognitivi, sarebbe dunque alla base di
ogni nostra forma di comunicazione. I nuovi prodotti digitali associano un sistema spazio/visuale ad
uno sequenziale/temporale. Il computer ha creato nuove relazioni con conoscenze che già
esistevano.

La filologia testuale: disciplina antica che ha messo l’attenzione su vari aspetti.


È la critica del testo: si ha lo studio del testo e la sua ricostruzione critica, attraverso l’individuazione
la diagnosi e la cura dei guasti e dei fraintendimenti apparsi nel corso del tempo.
- Analisi parallele: quella sui testi e quella sulla cultura del periodo di riferimento.
Il ramo della filologia che si occupa dell’età della stampa è la bibliografia testuale. L’idea di autore
nasce con la parallela “chiusura” dei libri. La nozione di libro chiuso e non modificabile (figlia
dell’invenzione della stampa) ha portato con sé il consolidamento del concetto di autore.
Lezione 3
La comunicazione scientifica nell’era digitale
La comunicazione scientifica è quella particolare forma di comunicazione che viene condotta a
partire dagli anni dell’università (esempio tesi di laurea). Non esiste una formazione curricolare
specifica.

Le ragioni delle pubblicazioni, perchè è importante scrivere? Fare comunicazione scientifica


significa voler far circolare il proprio prodotto nel modo più rapido possibile raggiungendo il
maggior numero di persone interessate alla tematica che abbiamo scelto. Scegliamo di diffondere
la comunicazione anche per la nostra volontà di condividerli affinché possano andare a vantaggio
di altre persone, pur riconoscendo noi stessi autori di un determinato testo. Significa dunque voler
dare una forma concreta e compiuta ai propri studi ed alle proprie ricerche: noi alla fine dei nostri
anni arriveremo a produrre una tesi che sancirà la fine di un percorso e restituirà alle persone che
lo leggeranno ciò che abbiamo imparato.

I 4 momenti della comunicazione scientifica


Il processo di produzione di conoscenza scientifica può essere suddiviso in 4 attività principali:
- Ricerca e creazione: reperire il materiale di cui ci serviremo per produrre comunicazione
scientifica. Creare significa scrivere, cioè muoversi con parole nostre a partire da studi che
portiamo avanti e che attraverso la scrittura formalizziamo.
- Valutazione: è una valutazione che si ha a qualsiasi livello. Quando noi scriveremo la tesi,. Chi
sarà nel ruolo di relatore scriverà un giudizio, ma colui che ci insegna sono persone soggette a
valutazione quando vogliono pubblicare qualcosa. Perchè? La valutazione è quel momento che
permette di migliorare (se la valutazione è costruttiva) nella fase di creazione ed allo stesso tempo
migliorare anche le nostre conoscenze.
- Diffusione: si lega a quell’esigenza primaria di diffondere la propria ricerca e di arrivare al maggior
numero di persone possibili per entrare a far parte di una comunità di persone che vogliono
contribuire portando avanti un dibattito su determinati argomenti.
- Archiviazione: riguarda il processo che consente di non perdere nessun risultato delle nostre
ricerche.

L’autore scientifico: figura chiave della creazione scientifica.


(CREAZIONE)
Secondo Chartier, scrivere significa capire le ragioni e le motivazioni (personali, sociali e culturali)
che portano lo studioso all’assunzione di un identità di autore. Significa anche saper comunicare,
ovvero comprendere il proprio contesto (il contesto influenza la scrittura), saper ricercare fonti
(quali sono quelle attendibili?). Infine significa comprendere quale forma dare al proprio contributo
e conferirgli un supporto ideale (es. le slide del prof durante la spiegazione, se le mandasse al di
fuori del contesto della lezione non avrebbero più lo scopo di riassumere i contenuti che espone).
Fare ricerca in ambito scientifico significa fare ricerca in ambito scientifico, identificarsi ed essere
identificati come studiosi ed esperti in specifiche aree tematiche: questi sono obiettivi il cui
raggiungimento dipende dalla qualità dei nostri prodotti. Si tratta di obiettivi che richiedono da parte
di ogni studioso l’assunzione della versate di autori e comprensione dei concetti di autorialità ed
autorità scientifica.

Tipologie di testi, in base allo scopo della comunicazione abbiamo diverse distinzioni:
- Regolativi: testi che contengono norme, prescrizioni o regole sul comportamento e sull’utilizzo di
un determinato strumento (bugiardini, leggi)
- Informativi: testi che contengono informazioni, dati, notizie e le forniscono in modo oggettivo (sono
caratterizzati dalla totale assenza di commenti da parte di chi scrive). Un testo informativo ben
scritto usa la regola delle 5W: What? When? Where? Who? Why?
- Descrittivi: testi che attraverso parole restituiscono l’immagine di un oggetto. La descrizione può
essere oggettiva o soggettiva.
- Interpretativo-valutativi: testi che danno notizie di opere artistiche o scientifiche culturali, o di
rappresentazioni e manifestazioni, eventi culturali nel sensato più ampio ed accompagnano la
notizia con un commento ed una valutazione. L’obiettivo di questi testi è quello di incentivare la
fruizione dell’evento (le persone si interessano e prendono partner agli eventi).
- Espressivi: sono testi scritti la cui funzione è l’espressione di stati d’animo, emozioni, sentimenti
(taglio soggettivo e personale).
- Narrativi: sono testi scritti o orali in cui chi narra racconta una storia. Sono caratterizzati dalla
presenza di personaggi, di una storia che li lega, di dialoghi e di un’eventuale finalità di chi narra.
- Argomentativi (saggio critico, articolo scientifico, tesi e tesine): testi in cui si presenta una tesi e si
cerca di condivincere il pubblico a cui si rivolge della sua validità. L’argomentazione mette in campo
un complesso di ragionamenti opportunamente coordinati fra loro allo scopo di convalidare o
confutare una tesi (la nostra argomentazione deve essere supportata da una serie di fonti che
hanno lo scopo di sostenere ciò che diciamo). I testi che si affrontano durante il percorso
universitario possono essere di vari tipi: regolativi (testi come il programma di un esame o le regole
per compilare una tesi), informativo (l’orario delle lezioni, il piano di offerta formativa dell’ateneo, il
piano di studi, tutti i testi universitari che presentino notizie: tutto ciò esposto in modo oggettivo,
senza inclusione del punto di vista di chi scrive), testi interpretativo-valutativi (i commenti ai testi
letterari). Nelle università a carattere umanistico prevalgono i testi narrativi ed espressivi; in tutte le
università è possibile incontrare testi di tipo argomentativo (macro-categoria che riguarda tutte le
discipline).
Tipologie di testo argomentativo:
- Saggio critico: in rivista o in volume che costituisce la materia di studio per la preparazione
all’esame;
- Tesina: ovvero “saggio breve”, costituito sulla base di fonti bibliografiche specifiche in relazione ad
un argomento legato alla materia d’esame;
- Tesi (triennale o specialistica): un “saggio lungo” concordato con il docente della materia in cui si
laurea;
- L’articolo scientifico: ovvero un articolo derivante da una ricerca specifica, spesso ricavato dalla
tesi di laurea che viene pubblicato rivista universitaria (e che diventerà materia di studio per le
nuove generazioni di studenti);
- La monografia: è l’elaborato principale, ovvero il libro accademico (saggio estremamente lungo).
Ha il peso di una tesi, scritto da una o più persone e verte su un argomento sviluppato a partire da
una ricerca. E’ dunque la dimostrazione di una ricerca svolta che contiene analisi, formulazione di
un’ipotesi ed analisi dell’ipotesi.

Tipologie di comunicazione scientifica come prodotti editoriali


I prodotti della ricerca possono essere:
- Saggi o articoli (in rivista, atti di convegno, curatela...);
- Monografie: libri scritti da una o più persone;
- Miscellane, curatele, edizioni critiche, atti di convegno;
- Short communications;
- Editoriali;
- Recensioni;
Il saggio è la formalizzazione di una o più attività di ricerca condotta da studiosi o di chi fa ricerca. Il
saggio sintetizza la ricerca e ne comunica i risultati.
Il saggio include ipotesi, metodi, risultati, interpretazione dei risultati e discussione delle possibili
implicazioni future. I saggi sono piuttosto lunghi.
Il saggio scientifico: ha uno scopo comunicativo, permette di sostenere una tesi o presentare,
discutere e confrontare due o più tesi su un dato argomento. I destinatari sono coloro che si
interessano all’argomento specifico. Il saggio scientifico è un testo prevalentemente argomentativo
ma con elementi espositivi volti a spiegare l’argomento della tesi. Il testo può anche avere un
carattere valutativo-interpretativo, soprattutto quando faccio un confronto tra più testi. Deve avere
uno sviluppo critico, un impronta personale e non deve essere semplicemente un’esposizione
svuotata dall’interpretazione. La tesi deve essere necessariamente documentata.
La monografia è destinato ad un gruppo esperto (studiosi). Per monografia si intende un lavoro di
ambito accademico scritto su un argomento da un o più studiosi. Si differenzia dalla curatela e
dall’opera miscellanea.
La curatela: dobbiamo distinguere tra raccolte di saggi eterogenei e volumi collettanei che sono il
risultato di un vero progetto culturale. La maggioranza delle curatele ha alle spalle un progetto
scientifico forte e coeso che aspira a diventare un contributo significativo per il settore di riferimento.
Nella curatela c’è un coordinamento editoriale e scientifico in cui la responsabilità scientifica ed
editoriale è sia delle singole persone che scrivono i saggi, sia di colui che è nelle vesti di editor.
Edizione critica: il lavoro di edizione comporta un lavoro sui testimoni manoscritti o a stampa
dell’opera che si vuole pubblicare. Il lavoro di edizione costituisce dunque un presupposto
indispensabile allo studio critico, letterario e culturologico. Un’edizione critica deve ricevere lo stesso
peso, nel processo di valutazione, di una monografia.
Short Communications: sono comunicazioni inviate alla rivista (usate soprattutto in ambito
scientifico). Spiegano l’avanzamento della ricerca nel campo medico e per questo motivo si vogliono
pubblicare il prima possibile perché siano validi ed originali. Riportano qualcosa di nuovo, non
presente in letteratura, ma non nel dettaglio nelle applicazioni. Le short communications sono brevi e
sono open-access (non ci sono particolari vincoli, scaricabile in formato digitale senza alcun costo).
Editoriali: articolo di fondo che viene stampato senza firma nella prima pagina di un giornale o rivista.
Rispecchia l’indirizzo politico e culturale della rivista stessa. Presenta un punto di vista personale e
consente all’autore di commentare la forza o la debolezza di una teoria. Si tratta di pezzi
relativamente brevi.
Recensione: le recensioni di libri sono pubblicate in molte riviste accademiche. Lo scopo di una
recensione è quello di fornire aggiornamenti ed opinioni sui libri di recente pubblicazione. Sono
un’opportunità, per chi fa ricerca agli inizi della carriera, per tenersi aggiornati, per ampliare il
curriculum delle pubblicazioni. Si tratta di pezzi relativamente brevi (1500-2500 parole).
L’articolazione è la seguente: trama del libro, analisi tematica stilistica e linguistica, commenti e
giudizi critici personali.

Struttura IMRAD: Introduction, methods, results and discussion


La prima cosa è l’introduzione: dichiariamo lo scopo del proprio lavoro e dobbiamo interessare subito
chi legge dichiarando di cosa andremo a parlare e perché, non anticipando mai le conclusioni;
dobbiamo presentare solo le principali pubblicazioni scientifiche su cui ci siamo basati senza fare
troppe citazioni. Dobbiamo essere coincisi e diretti.
Materiali e metodi: dobbiamo descrivere l’oggetto di studio e definire i metodi e apparecchiature con
cui ci approcciamo al contenuto della nostra tesi. Illustrare le procedure e confrontare altri metodi.
Dobbiamo evitare di descrivere minuziosamente le procedure che sono state utilizzate fino ad ora,
ma una descrizione incompleta potrebbe essere criticata. Dobbiamo fare una lista dei metodi nello
stesso ordine di quello della sezione dei risultati, in pratica nell’ordine logico in cui abbiamo condotto
la ricerca (descrizione luogo ed esperimenti fatti)
Risultati: dobbiamo presentare i risultati in sequenza logica e dobbiamo spiegare perché il nostro
lavoro potrebbe essere importante. Dobbiamo enfatizzare solo i risultati di rilievo e concentrarci su
cosa abbiamo scoperto. Mostreremo i nostri risultati.
Discussione: deve essere supportato dalla nostra ricerca senza ripetere ciò che già abbiamo detto e
sottolineando solo gli aspetti innovativi. Dobbiamo comparare i risultati con quelli degli altri ed essere
chiari e credibili, bilanciando la presentazione con il linguaggio e l’esposizione.
Conclusione: chiarire in che modo le ricerche possono portare ad un progresso rispetto alle
conoscente attuali

Abstract: anteprima di un articolo, fondamentale poiché determina che una persona legga o non
legga ilo lavoro scritto da un’altra persona. L’abstract è l’anteprima dell’articolo di ricerca ed è scritto
in inglese (800 parole); riassume il contenuto del lavoro e fornisce una panoramica dell’argomento
trattato. Vi sono due grandi tipologie di abstract:
1 Abstract strutturato: è il più chiaro dei due in quanto fornisce una precisa suddivisione in più
sezioni
- Background
- Scopo
- Metodi
- Risultati
- Conclusioni
2 Abstract non strutturato: è un singolo paragrafo ma deve riuscire a fornire la stessa tipologia di
copertura tematica dell’Abstract, strutturato con un giusto equilibrio tra le varie sezioni.
Il titolo è il luogo strategico per l’argomentazione ed è ciò che sicuramente sarà accessibile
liberamente su tutti i motori di ricerca e nei database di indicizzazione. Deve essere interessante,
chiaro e allo stesso tempo deve riassumere in poche parole le informazioni principali del saggio.
Deve attrarre l’attenzione di chi legge e riflettere lo stile ed il tono dell’articolo.
Keywords: dobbiamo entrare nella testa di chi legge e chiederci quale parole leggerebbe. E’ dunque
il punto di vista di chi legge. I risultati della ricerca per le keyword sono direttamente correlati alla
qualità delle keyword che scegliamo. Dobbiamo scegliere le keyword dopo la stesura della prima
bozza dell’articolo, ma prima di aver deciso il titolo o di aver scritto l’Abstract. Dobbiamo individuarne
15-20 che rappresentino il nostro articolo (non solo parolone, ma anche frasi).
Bibliografia: cita tutti i lavori su cui ti sei basato per scrivere il tuo manoscritto, ma evita troppi
riferimenti e pubblicazioni dello stesso ambito. Non inserire letteratura informale: manoscritti inviati e
non ancora accettati, pubblicazioni che non sono state sottoposte a peer review. Inserisci i codici
DOI degli articoli che citi. Utilizza un software come EndNote o Mendeley per sistemare la
bibliografia. La bibliografia e le citazioni in testo devono seguire linee guida per autori della rivista a
cui stai inviando il tuo lavoro. Controlla più volte i tuoi riferimenti ed, in particolare, lo spellino dei
nomi di autori, gli anni di pubblicazione e la punteggiatura.
Lezione 4
Proprietà intellettuale: è l’insieme dei principi giuridici volti alla tutela della creatività dell’intenso.
Possono essere protetti da proprietà intellettuale invenzioni, lavori letterari ed artistici, simboli, nomi,
immagini e disegni. La proprietà intellettuale comprende da un lato la proprietà industriale e dall’altro
la proprietà riferibile al diritto d’autore.
Il diritto d’autore è un istituto giuridico che ad oggi assicura l’incentivo alla creazione artistica
ed alla creazione intellettuale (il diritto d’autore regola i rapporti economici e giuridici quando si
parla di creazione artistica frutto dell’ingegno delle persone). Il diritto d’autore è uno strumento di
“democrazia della cultura” assicurato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Attraverso il
diritto d’autore o copyright, gli autori hanno avuto modo di affrancarsi dal mecenatismo dei capi
politici e religiosi (un tempo non era così).
Con il termine diritto d’autore intendiamo dunque norme che regolano rapporti economici tra chi crea
un’opera, chi ne fruisce e chi la rappresenta. Le invenzioni artistiche coperte da diritto d’autore
spaziano in vari campi (letterarie, musicali...). Riconoscendo diritti esclusivi, morali e patrimoniali ad
autori, si permette loro di dedicarsi alle proprie attività creative.
Quel diritto riconosciuto dall’ordinamento dello Stato a colui che abbia realizzato un’opera
dell’ingegno a carattere creativo, cioè deve essere originale. Il requisito della creatività/originalità può
essere inteso in due sensi diversi: Soggettivo (parliamo di un contributo personale, cioè è un’opera
che esprime l’impronta personale di chi la crea), senso oggettivo (noi possiamo considerare un’opera
originale, fin tanto che essa non è una copia di una creazione pre-esistente).
Il diritto d’autore in Italia:
Italia: Legge n° 633 del 22 aprile 1941 e Libro V del Codice Civile del 1942
Il codice civile (Art 2576 e la Legge n° 633 (Art.6) stabiliscono che i diritti dell’autore sulla propria
opera sono in essere al momento stesso della creazione dell’opera, giacché espressione di uno
sforzo intellettuale o opera dell’ingegno.
Ciò significa che l’acquisizione del diritto è dato dal solo fatto della creazione dell’opera (che però
deve essere in qualche modo espressa formalmente). Nell’art.8 della legge sul diritto d’autore si
afferma testualmente che “è reputato dell’opera, salvo prova contraria, chi è in essa indicato
come tale... ovvero è annunciato come tale nella recitazione, esecuzione, rappresentazione o
radio-diffusione dell’opera stessa”.
Contenuto e durata del diritto d’autore
Il diritto consiste in due elementi fondamentali:
1. Il diritto alla nomionalità dell’opera (detto anche diritto morale), per il quale ciò che è stato creato
dall’autore deve essere riferito allo stesso evitando che altri si possano gloriare dell’operato altrui.
2. Il diritto allo sfruttamento economico (diritto economico o patrimoniale)
Il primo è strettamente legato alla persona, il secondo originariamente all’autore che può cederlo
dietro compenso (o gratuitamente) ad acquirenti che a sua volta può nuovamente cederlo nei limiti
del contratto di cessione e della legge applicabile.
Diritto morale, si specifica in una serie di facoltà:
1. Il diritto d’inedito. L’opera non è stata precedentemente pubblicata.
2. Il diritto alla paternità dell’opera (non cessa mai):
- L’usurpazione della paternità dell’opera costituisce plagio.
- L’editore è obbligato a riprodurre e porre in vendita l’opera con il nome dell’autore, ovvero anonima
o pseudonima, se ciò è previsto dal contratto.
- Il diritto di paternità tutela anche l’interesse pubblico garantendo la collettività da ogni forma di
inganno o confusione nell’attribuzione della paternità intellettuale.
- dopo la morte dell’autore mantengono tali diritti i discendenti
3. Il diritto all’integrità dell’opera. L’autore ha diritto ad essere giudicato dal pubblico per l’opera
così come stata concepita.
4. Il diritto di ritirare l’opera dal commercio: il diritto di pentimento. L’art. 2582 Del codice civile
prevede che l’autore qualora concorrano gravi ragioni morali abbia diritto di ritirare
l’opera dal commercio.
Diritti di utilizzazione economica
Le norme sul diritto d’autore commerciale regolano i seguenti diritti: pubblicare, riprodurre,
trascrivere, eseguire rappresentare o recitare in pubblico, comunicare al pubblico, distribuire,
tradurre ed elaborare, noleggiare e dare in prestito.
Estinzione del diritto economico
Il diritto di utilizzo economico si estingue decorso un certo periodo dalla morte dell’autore (70 anni).
Il diritto morale non si estingue mai. Estinto il diritto commerciale, l’opera diviene di pubblico dominio
(un’opera appartiene a chiunque) ed è liberamente utilizzabile da chiunque, anche a fini economici,
purché sia rispettato il diritto morale alla titolarità artistica.
Diritto d’autore vs. Copyright
Il concetto di diritto d’autore e quello di copyright, pur se ovviamente interconnessi, non sono affatto
coincidenti.
Diritto d’autore: l’accento è posto sul diritto dell’autore di un’opera dell’ingegno di veder riconosciuti
la paternità intellettuale e il diritto di sfruttamento economico dell’opera prodotta. L’autore è il titolare
naturale del diritto di proprietà sulla sua opera. Può cederla in concessione temporanea o
permanente a un editore che può produrre delle copie da vendere agli utenti. Gli utenti pagando una
certa cifra, possono acquistare una di tali copie e usarla, ma non diventano proprietari del prodotto
intellettuale, ne ereditano il diritto di copia; dunque non possono a loro volta fare copie e distribuirle
in alcuna forma.
Copyright (diritto di copia) : l’accento è posto sulla salvaguardia delle “edizioni autorizzate”
dell’opera dalla riproduzione non autorizzata.

3 tipologie di pubblico dominio:


a) “Pubblico dominio strutturale”: è riconducibile alle opere che gli stati decidono per legge di far
entrare subito nel pubblico dominio, nonostante chi le abbia prodotte sia ancora in vita.
b) “Pubblico dominio per scadenza dei termini”: comprende le opere i cui diritti sono
temporaneamente scaduti per ragioni legate alla morte di chi le ha create.
c) “Pubblico dominio volontario”: fa riferimento alle opere per cui gli autori hanno deciso di
condividere le proprie opere con delle licenze libere. Attraverso quest’ultime, le persone lasciano la
propria opera li veramente, comunicando al pubblico come vorrebbero che le loro stesse opere
venissero fruite.

Il diritto d’autore
La normativa e il concetto stesso di diritto di autore sono conquiste dell’era moderna. Fino all’epoca
rinascimentale si viveva di proventi di attività pubbliche o private (mecenatismo). Con la diffusione
della stampa la produzione libraria diviene un avere propria attività industriale. (La diffusione della
stampa ha permesso a chi stampa di diventare una figura dell’industria a tutti gli effetti).
Le prime leggi in materia furono emanate nel regno d’Inghilterra agli inizi del settecento. La codifica
legislativa del diritto d’autore è giunta fino ai giorni nostri pressoché intatta. La sua applicazione è
stata progressivamente estesa nel corso del tempo per farvi rientrare i nuovi supporti e mezzi di
diffusione delle opere.
Il diritto d’autore nel digitale: cosa avviene quando l’evoluzione dei mezzi di riproduzione rimuove
queste difficoltà materiali ed economiche, rendendo la riproduzione immediata e accessibile a
chiunque? Il digitale permette di riprodurre quest’oggetto (opera) una quantità infinita di volte senza
che si degradi e soprattutto a costi ridotti.
La produzione illegale di prodotti intellettuali in formato digitale si è diffusa rapidamente. Basti
pensare al fenomeno dei CD audio e dati ma sterilizzati o a quello più recente della distribuzione di
brani musicali in formato MP3 attraverso Internet. Dibattito teorico (ma anche pratico), fortemente
polarizzato su due posizioni entrambe in qualche misura “estreme”:
1. Posizione di chi è a favore del copyright (I colossi editoriali, l’industria dello spettacolo, e buona
parte di autori, affiancati dalla maggior parte delle aziende tecnologiche.
Movimento del no copyright o del copyleft: Le tradizionali normative a protezione del diritto di autore
non hanno più alcuna ragione di esistere nell’era digitale, dato l’abbattimento dei costi di
riproduzione e distribuzione. Ritengono che l’informazione e i contenuti debbano circolare
liberamente e gratuitamente. Il copyleft gioca con la propria controparte “copyright” in termini
semantici. Il “copyleft” viene reso in italiano quindi come “permesso”.
Copyleft
Marandola “ il copyleft permette di riutilizzare o riprodurre l’opera riconoscendo i diritti morali
(paternità e integrità) all’autore originario”
Il copyleft riconosce i diritti morali dell’autore e permette di decidere il grado di libertà con cui far
fruire la propria opera. Si basa su un codice di licenze, denominate General Public Licenses. Si
tratta di un movimento nato da persone che sviluppavano software. In informatica, open source
(codice sorgente aperto) indica un software la cui licenza prevede necessario necessario rilascio del
codice sorgente.
2. La licenza Il contratto di licenza d’uso è lo strumento maggiormente utilizzato per la pubblicazione
dei prodotti digitali protetti dal diritto d’autore. Attraverso questo contratto, il licenziante dà al
licenziatario il godimento del prodotto per un periodo di tempo determinato o indeterminato, dietro
pagamento di un canone o di un compenso fisso. Le licenze presentano problematiche diverse in
base al prodotto che si concede in licenza: software, corsi di formazione online...
Creative commons
Fondate nel 2001 da Lawrence Lessig. Si tratta di licenze che offrono un sistema flessibile per la
gestione dei diritti. Si basano sul principio “some rights reserved” (alcuni diritti riservati). Si pongono
a metà strada tra il modello restrittivo di copyright tradizionale il il modello posto del public domain
(“no rights reserved”). CC (licenze) è una modalità che consente di mantenere la proprietà
intellettuale e assegnare i diritti per la fruizione della stessa, che siano condivisibili da tutti coloro
che ne fanno uso. E’ un’invenzione che ha cambiato in maniera permanente la questione del
copyright e della fruibilità delle opere.
Autori ed editori che scelgono di pubblicare i prodotti scientifici direttamente in modalità OA (open
access, accesso aperto) hanno la facoltà di definire le corrette condizioni di uso di tali opere. Il
sistema di licenze di Creative Commons (CC) È il più adottato perché offre una serie di licenze di
facile utilizzo, standardizzate, che autori possono affiggere alle loro opere al fine di indicare a quali
condizioni possono essere usate. Grazie a queste licenze non è più necessario contattare chi
detiene il copyright per sapere come possono utilizzare l’opera. L’opera è quindi resa disponibile a
tutti in conformità con le condizioni della licenza CC prescelta.
Le licenze CC sono espresse in tre formati diversi:
1. Common Deed: È il primo documento visibile, un sommario dei termini chiave della licenza
attuale, che esplicita cosa può o non può essere fatto con la licenza.
2. Legal Code: è l’effettiva licenza, significativa ai fini della legge.
3. Digital Code: contiene gli elementi chiave della licenza che vengono applicati a un’opera al fine di
garantirne la sua reperibilità attraverso i motori di ricerca.
Creative Commons (6 licenze)
Le 6 licenze rilasciate a partire dal 16 dicembre 2002):
1 Attribuzione 2 Esempi Moodle
su

2 Attribuzione - Non opere derivate (nelle Slides)

3 Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate


4 Attribuzione - Non commerciale
5 Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo
6 Attribuzione - Condividi allo stesso modo
-
BY= attribuzione (è il tipo di licenza CC che stabilisce che di ogni opera venduta si deve sempre
riconoscere la paternità)
/
NC= non commerciale (l’opera licenziata con CC non viene commercializzata, non si trova in
libreria)
-
ND= non opere derivate (da un’opera non si possono produrre derivati,. L’opera deve essere
mantenuta com’è stata creata)
I
SA= share-alike (Dice che l’opera dovrebbe essere sempre condivisa secondo la stessa licenza
d’uso)
Seve una licenza per pubblicare un’immagine di un dipinto su un sito Internet o su un giornale o
nella tesi? In questo caso, è necessario distinguere se l’opera sia caduta o meno il dominio
pubblico. Un’opera cade il dominio pubblico quando l’autore titolare non può vantare i diritti sullo
sfruttamento commerciale dell’opera stessa, perché sono decorsi i termini previsti dalla legge
settant’anni dopo la morte. Si può esplicitamente declinare qualsiasi interesse proprietario
sull’opera, assegnandola al pubblico dominio. Poiché il diritto d’autore si applica automaticamente a
tutte le opere, l’autore deve fare una dichiarazione esplicita.
Per foto video che riprendono le opere non cadute in pubblico dominio, occorrerà comunque
rivolgersi all’ente che le detiene, al fine di valutare la sussistenza di eventuali accordi di licenza.
Potrebbe essere possibile, in altri termini, che i diritti di sfruttamento economico delle opere siano
stati ceduti dall’autore all’ente stesso e che, quindi, i diritti d’autore vadano pagati a tale soggetto e
non all’autore.
Eccezioni
Tra le varie ipotesi contemplate dalla legge, merita di essere ricordata quella di cui all’art. 70,
comma 1-bis, Che concerne la pubblicazione delle opere degradate o a bassa risoluzione. Si tratta
di riproduzioni di immagini o di musiche:
- Degradate o a bassa risoluzione
- Realizzate per mezzo di Internet
- In assenza di uno scopo lucro
In altri termini, è possibile riprendere liberamente la fotografia di un bene tutelato dal diritto d’autore
e pubblicarla sul proprio sito Internet o prodotto editoriale, purché ricorrano i tre presupposti di cui
sopra.
Pubblico dominio
Nel caso di opere cadute in pubblico dominio, ma considerate beni culturali, è possibile imbattersi in
due ipotesi:
1 la prima è che il bene sia custodito in un luogo privato (musei, biblioteche) e quindi serve la
liberatoria;
2 L’altra è che l’opera sia collocata, stabilmente, in un luogo liberamente accessibile al pubblico.
Lezione 5
La ricerca delle fonti
Come ricercare fonti bibliografiche? Questa parte ci insegnerà come usare la rete internet per finalità
scientifiche.

La ricerca delle fonti


Vi è una differenza tra bibliografia e catalogo:
- Bibliografia: è la raccolta completa di tutti i documenti (opere, saggi, articoli) su un argomento o un
autore senza l’indicazione del luogo di conservazione. Esistenza astratta. Cosa è stato pubblicato.
Registra una copia di un prodotto e la sua esistenza si considera per questo astratta.
- Catalogo: include tutti i documenti posseduti da una o più biblioteche e indica dove questi documenti
sono consternation. Esistenza reale. Dove si trova. E’ un insieme di registrazioni che contiene prodotti
posseduti fisicamente o virtualmente, ma di fatto posseduti. Il catalogo è dunque la copia reale di un
libro.
Ciò che accomuna i due è la funzione informativa che entrambi svolgono. Nel caso del catalogo è
limitata alla disponibilità concreta del materiale; nel caso della bibliografia, è legata all’esistenza
astratta della bibliografia stretta.

L’istituto centrale per il catalogo unico ICCU


Nel 1951 vi era il Centro nazionale per il catalogo unico e successivamente nel 1975 abbiamo l’ICCU:
questo promuove e coordina la catalogazione e la documentazione del patrimonio librario conservato
nelle biblioteche pubbliche nazionali. Gestisce il catalogo online delle biblioteche italiane, crea e
diffonde gli standard e le linee guida per la catalogazione dei documenti.
L’ICCU opera in sinergia con le regioni e le università e porta avanti i suoi compiti grazie alla
cooperazione tra le biblioteche per ottenere uno sviluppo equo dei servizi su tutto il territorio
nazionale. Si ha dunque la creazione del servizio bibliotecario nazionale SBN. Questo è la rete
(coordinata dall’istituto centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane) delle biblioteche
italiane promossa dal Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo con la cooperazione
delle regioni e dell’università. E’costituita da biblioteche statali, di enti locali, universitarie, scolastiche,
di accademie ed istituzioni pubbliche e privati operanti in diversi settori disciplinari. Le biblioteche
sono raggruppate in Poli locali collegati al sistema Indice SBN, che contiene il catalogo collettivo delle
pubblicazioni acquisite dalle biblioteche aderenti a SBN.
Grazie al sistema SBN, Le biblioteche sono autonome e allo stesso tempo integrate in un sistema
organizzato a livello nazionale. Abbiamo dunque un sistema di catalogazione partecipata: un
determinato documento viene catalogato solo dalla prima biblioteca della rete che lo acquisisce. Tutte
le altre biblioteche ne catturano la descrizione bibliografica già presente sull’indice aggiungendo la
propria localizzazione.
Obiettivi di SBN:
- Tentativo di superare la frammentazione del patrimonio bibliografico nazionale conseguente alla non
uniformità gestionale, organizzativa e amministrativa delle singole biblioteche collocate sul territorio.
- Favorire il ritrovamento e l’utilizzo dei materiali su scala nazionale.

OPAC: Online Public Access Catalog


Il catalogo SBN È il catalogo collettivo del patrimonio delle biblioteche partecipanti al servizio
bibliotecario nazionale.con la tecnologia informatica e digitale i cataloghi delle biblioteche sono
divenuti accessibili in rete.mentre il sistema gestionale (indice) e riservato alle attività delle
biblioteche, del 1997 il catalogo SBN Sì è aperto al pubblico con il suo sistema OPAC. Questo,
permette di accedere al contenuto informativo del catalogo (SBN) Con modalità di ricerca al tempo
stesso amichevoli e articolate, e di usufruire dei servizi connessi. Raccoglie Tutti i documenti
contenuti all’interno di una o più biblioteche e offre la possibilità di effettuare varie tipologie di ricerche
sulla base dei campi di interesse. E’ ad accesso aperto.
OPAC SBN: È il catalogo informatizzato delle biblioteche aderenti al servizio bibliotecario nazionale
accessibile aperto al pubblico dal 1997. Raccoglie il materiale contenuto nell’indice SBN. Ospita
documenti antichi (libri del XV secolo fino al 1830) e moderni (libri dal 1831 e periodici senza limiti di
data), materiale audiovisivo, musica, grafica, cartografia.è consultabile ventiquattr’ore su 24.oltre 6000
biblioteche aderenti, quasi 18 milioni di dati bibliografici, quasi 100 milioni di localizzazioni.
Come si interrogano i cataloghi: Interrogazione per soggetto, ovvero per parole chiave: le parole
chiave possono avere differenti livelli di “ampiezza” e quindi devo Aspettarmi liste di citazione di
lunghezza differente. Conviene partire da parole chiave “ampie” ed all’interrogazione degli OPAC della
nostra università (SBA) e del SBN Per poi passare a parole chiave più specifiche interrogando OPAC
nazionali.
La ricerca libera si rivolge al recupero di notizie bibliografiche contenenti determinate parole chiave.
La ricerca di base si fonda su una serie di criteri ed elementi che sono assolutamente fondamentali
perché il sistema mi conduca al materiale che mi interessa.
SCHERMATA DI APERTURA OPAC SBN

12
RICERCA BASE

13
RICERCA AVANZATA

14
ESEMPIO 1: LA COSCIENZA DI ZENO

15
22/10/20
16
22/10/20
17
ESEMPIO 1: INSERIMENTO DEI DATI

18
ESEMPIO 1: ELENCO RECORD TROVATI

19
ESEMPIO 1: SCHEDA LIBRO

20
ESEMPIO 1: DOVE LO TROVO
codice SBN


O

21
codice
dentificat
della
Biblio Naz
.
ESEMPIO 1:
SCHEDA LIBRO BIBLIOTECA

22
Scelgo la copia che si trova alla Biblioteca Nazionale, clicco e vengo reindirizzato al catalogo
informatizzato della biblioteca dove ritrovo i dettagli della ricerca precedente, più due in più
(COLLOCAZIONE E INVENTARIO).
Se avessi bisogno di prendere questo libro potrei andarci e avere accesso alla copia.
SDIAF 1. Creazione
1. Ricerca
(SDIAF.COMUNE.FI.IT/CATALOGHI.HTML) delle fonti
2. valutazione
3. pubblicazione
4. archiviazione

¢ Sistema Documentario Integrato dell’Area Fiorentina


¢ Riunisce il patrimonio di Biblioteche comunali, Archivi e molte
Istituzioni culturali dell'area fiorentina.

Obiettivi:
¢ Rendere possibile l’accesso per tutti i cittadini al mondo
dell’informazione e della conoscenza.
¢ Valorizzare le radici storico-politico-sociali del territorio
tramite iniziative di promozione del patrimonio bibliografico
conservato.
SCHERMATA DI APERTURA SDIAF

24
SDIAF: MASCHERA DI RICERCA

22/10/20
25
ESEMPIO 2: IL TRENO HA FISCHIATO

26
ESEMPIO 2: INSERIMENTO DEI
DATI

27
ESEMPIO 2:
ELENCO DEI RECORD TROVATI

28
ESEMPIO 2: SCHEDA LIBRO

29
ESEMPIO 2: SCHEDA LIBRO

30
Faccio una ricerca libera e cerco il mio libro. Nel momento in cui clicco su esegui ricerca, grazie alle parole
chiave inserite ottengo dei risultati che non corrispondono a ciò che avevo cercato. (... appunti non
completi)
1. Creazione
1. Ricerca
ONE SEARCH UNIFI delle fonti
(HTTP://ONESEARCH.UNIFI.IT) 2. valutazione
3. pubblicazione
4. archiviazione

¢ È lo strumento per ricercare le risorse bibliografiche


dell’Università di Firenze
¢ Consente di ricercare tramite una sola interfaccia
libri, riviste, articoli, ebook e altre risorse cartacee o
digitali possedute dalle biblioteche o reperibili online,
free o in abbonamento, provenienti da più fonti (come
cataloghi, archivi open-access, banche dati editoriali)
¢ Mette a disposizione l’intera produzione scientifica
dell’Ateneo tramite FLORE (FLOrence REsearch)
31
1. Creazione
1. Ricerca
ONE SEARCH UNIFI delle fonti
(HTTP://ONESEARCH.UNIFI.IT) 2. valutazione
3. pubblicazione
4. archiviazione

¢ Inserendo le credenziali di
Ateneo è possibile creare
un profilo con le proprie
discipline di riferimento per
migliorare la ricerca,
effettuare prenotazioni,
proroghe, proporre acquisti.
¢ Offre la possibilità di
accedere alle risorse fuori
dalla Rete dell’Ateneo 32

tramite login.
ONESEARCH SBART
HTTPS://ONESEARCH.SBART.EU/PRIMO_LIBRARY/
LIBWEB/ACTION/SEARCH.DO?VID=39SBART_V1

22/10/20
¢ Federazione di sistemi bibliotecari degli Atenei
toscani
¢ Comprende le risorse cartacee e digitali delle
Università di Firenze, Siena, Pisa, Scuola
Superiore Sant'Anna e tutti gli altri Enti
collegati.
¢ Consente la ricerca nei singoli cataloghi di
Ateneo (ad es. Unifi, Unipi e Unisi) oppure nel
catalogo integrato SBART

33
1. Creazione
COME SI 1. Ricerca
REPERISCONO delle fonti
2. valutazione
LE RISORSE ACCADEMICHE 3. pubblicazione
4. archiviazione
¢ Uso dei motori di ricerca: un motore di ricerca
generalista (es. Google) ci conduce a risorse
interessanti ma anche ad altre non attendibili.
¢ 2 strumenti più precisi:
1. Google Scholar (http://scholar.google.it/), presenta
risultati ottenuti da “documenti approvati per la
pubblicazione, tesi, libri, abstract e articoli di case
editrici accademiche”, ecc.
2. Google Books (http://books.google.it/), un servizio
di Google basato sulla digitalizzazione di milioni di
volumi (è possibile in alcuni casi la preview di una
parte del libro).
IL CASO DI GOOGLE BOOKS
(HTTPS://BOOKS.GOOGLE.IT)

¢ Nato nel 2004 con il nome di Google Print


¢ Ospita una ricca scelta di testi digitalizzati, antichi o in
commercio, ai quali l’utente può accedere liberamente
¢ Consente la visualizzazione parziale o totale dei libri in base
agli accordi con l’editore e al copyright
¢ Offre la possibilità di effettuare ricerche all’interno del libro
¢ Accordi con le biblioteche per la digitalizzazione (dal 2012
anche la BNCF).

39
IL CASO DI GOOGLE BOOKS
(HTTPS://BOOKS.GOOGLE.IT)

40
LE DIGITAL LIBRARIES:
PER UNA DEFINIZIONE (1)

La biblioteca digitale è…
uno spazio in cui mettere insieme collezioni, servizi e
persone a supporto dell’intero ciclo di vita della creazione,
uso, preservazione di dati, informazione e conoscenza

(Santa Fe Planning Workshop on Distributed


Knowledge Work Environments:
Digital Libraries, 9-11 marzo 1997, Santa Fe, New
Mexico)

43
LE DIGITAL LIBRARIES:
PER UNA DEFINIZIONE (2)

Le biblioteche digitali sono organizzazioni che forniscono


le risorse, compreso il personale specializzato, per
selezionare, organizzare, dare l’accesso intellettuale,
interpretare, distribuire, preservare l’integrità e
assicurare la persistenza nel tempo delle collezioni
digitali così che queste possano essere accessibili
prontamente ed economicamente per una comunità
definita o per un insieme di comunità

(definizione della Digital Libraries Federation) 44


LE DIGITAL LIBRARIES: PROSPETTIVE
PER IL FUTURO

¢ Le biblioteche digitali sono un’estensione logica delle


biblioteche tradizionali
¢ Raccolgono collezioni (raccolte di materiali) in
formato digitale (non ci sono stampa, microfilm o
altri supporti)
¢ Sono costituite da risorse accessibili tramite
computer
¢ Consentono di effettuare ricerche all’interno delle
proprie collezioni
45
¢ I contenuti digitali sono di norma accessibili in
remoto tramite reti di computer
RISORSE E FINALITÀ

Gli attori delle biblioteche digitali sono:


¢ la collezione (testi, immagini, video, suoni ecc., che
possono essere born digital o digitalizzati)
¢ i servizi di accesso (permettono agli utenti di
trovare rapidamente e facilmente ciò che cercano ed
estendere la ricerca ai documenti connessi)
¢ l’utente (si muove da solo senza intermediazioni e
senza limiti spazio-temporali. È un soggetto attivo e
il documento digitale da lui cercato può essere
dinamico)
46
L’accesso alla conoscenza e al patrimonio culturale
mondiale deve essere libero e a disposizione di tutti
INTERNET ARCHIVE 1. Creazione
1. Ricerca
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG) delle fonti
2. valutazione
3. pubblicazione
4. archiviazione

¢ Nata nel 1996, è una biblioteca digitale non-profit che


mette a disposizione milioni di libri, audio, video,
immagini, pagine web, software
¢ “La nostra missione è consentire un accesso universale
a tutta la conoscenza”.
¢ Conservare i materiali digitali e impedirne la
scomparsa (collaborazione con quasi 500 biblioteche)
¢ Consentire il caricamento e lo scaricamento di
materiale digitale. 49
¢ Ufficialmente riconosciuta come biblioteca pubblica in
California.
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)

50
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)

51
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)

52
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)

53
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)

54
1. Creazione
1. Ricerca
delle fonti
PROGETTO GUTENBERG 2. valutazione
3. pubblicazione
WWW.GUTENBERG.ORG 4. archiviazione

¢ Nato nel 1971 grazie a Michael Hart


¢ Raccoglie tutte le principali opere della letteratura mondiale
di pubblico dominio e le mette a disposizione in formato di
e-book gratuiti
¢ Comprende alcuni testi coperti da copyright ma perché hanno
ottenuto dagli autori il permesso di pubblicazione.
¢ Gli e-book disponibili attualmente sono oltre 50.000.

55
WWW.GUTENBERG.ORG

56
WWW.GUTENBERG.ORG

57
WWW.GUTENBERG.ORG

58
WWW.GUTENBERG.ORG

59
WWW.GUTENBERG.ORG

60
EUROPEANA COLLECTION
(WWW.EUROPEANA.EU)
¢ Biblioteca digitale europea attiva dal 2009 ispirata al Progetto
Gallica della Bibliothèque Nationale de France.
¢ Opita contributi digitalizzati da molte istituzioni dei paesi
membri dell’Unione.
¢ Fornisce l’accesso a più di 50 milioni di voci digitalizzate (libri,
musica, opere d’arte e molto altro ancora) provenienti da
diverse istituzioni dei paesi membri dell'Unione Europea, in 30
lingue
¢ Raccoglie migliaia di archivi, biblioteche e musei di tutta
Europa per condividere il patrimonio culturale a scopo
ricreativo, educativo e di ricerca
¢ Ospita collezioni tematiche a tema arte, musica, fotografia,
storia naturale, sport ecc. 61
JSTOR

22/10/20
¢ Biblioteca digitale
di riviste e libri
accademici.

62
WE TRANSFORM THE WORLD WITH CULTURE! WE WANT TO BUILD ON EUROPE’S RICH HERITAGE
AND MAKE IT EASIER FOR PEOPLE TO USE, WHETHER FOR WORK, FOR LEARNING OR JUST FOR
FUN.

63
1. Creazione
NON È PROPRIO 1. Ricerca
delle fonti
TUTTO COSÌ SEMPLICE… 2. valutazione
3. diffusione
4. archiviazione

¢ Difficoltànell’adozione di standard
(che garantiscano l’interoperabilità)
¢ Conservazione delle memorie digitali
(persistenza dei dati)
¢ Copyright (limiti imposti dal diritto
d’autore)

64
Lezione 6
Ricerca delle fonti: la schedatura
Che cos’è una ricerca bibliografica? È un’attività che permette di accertarsi dell’esistenza dei
documenti pubblici e di accedere al loro contenuto. È un processo importante in ambito accademico
perché consente di ottenere informazioni rilevanti circa l’argomento di cui si occupa o semplicemente
di nostro interesse. Per essere produttiva, e quindi finalizzata all’informazioni che vogliamo ottenere e
alla stesura della bibliografia, la ricerca deve essere condotta con metodo, attenzione e sistematicità.
Che cosa possiamo/dobbiamo considerare quando si effettua una ricerca bibliografica?
1. Definire in maniera chiara l’ambito entro il quale si svolgerà la ricerca e analizzare i contenuti;
2. Definire il punto focale della ricerca;
3. Avere cura di compiere ricerche non troppo generiche o che coinvolgano un campo di indagine
eccessivamente ridotto;
4. Valutare l’attendibilità dei dati;
5. Analizzare la terminologia adottata: usare vocaboli adatti al nostro ambito di ricerca
6. Raccogliere le informazioni utili;
7. Costruire il corpus bibliografico;
8. Affinare e arricchire il corpus bibliografico.
Schedario digitale o cartaceo? Una volta iniziata alla ricerca riferiti i primi documenti, inizia la fase
della schedatura (inizio vero e proprio della ricerca bibliografica). Il corpus bibliografico Deve essere
schedato e catalogato in modo ordinato e sistematico. Prima della rivoluzione digitale, il metodo più
usato per catalogare le proprie risorse e prevedeva la creazione di schede cartacee da archiviare in
ordine alfabetico per soggetti e tematica.
La scheda, antenato del record bibliografico informatizzato: la catalogazione avveniva tramite la
compilazione di schede cartacee. Cartoncini con campi precompilati riempiti a mano con i dati più
importanti come: autore, titolo, date, eventuali note sulla conservazione. Erano raccolti in schedari
secondo un ordine preciso. Vi era una maggiore complessità nelle fasi di ricerca ma garanzia di
conservazione dei dati.
La schedatura attraverso WORLD, EXCEL e ACCESS: La diffusione del pc e la rivoluzione di Internet
hanno inciso sensibilmente su questa parte del lavoro.oggi è possibile usare programmi come
Microsoft Word e Excel per trasporre le schede cartacee sul computer, oppure per crearne di nuove.
In questo caso è sufficiente:
- Creare una cartella con molti file dedicati alla bibliografia.
- Appuntarvi gli estremi bibliografici di ogni fonte consultata, compresa la biblioteca in cui è depositato
il volume e la sua collocazione o segnatura.
- Per i documenti consultati in rete, occorre trascrivere gli indirizzi web.
Nella creazione di una scheda è importante: dare rilievo alle informazioni bibliografiche di base del
volume o dell’articolo che si sta catalogando per cui autore, titolo, luogo e anno di edizione,
collocazione in biblioteca o URL, esempio di trasposizione su un foglio Word di questa forma di
schedatura alfabetica:
Schedatura per autore: alle informazioni bibliografiche primarie può essere utile aggiungere ulteriori
specifiche, funzionali ad avere memoria dei tratti salienti dell’opera consultata, dell’autore,
dell’edizione. Così, ad esempio, le schede potrebbero essere arricchite dalla scheda libro su cui
abbiamo lavorato aggiungendo: parole chiave, breve sintesi, citazioni, analisi.
Schedatura per tematica: le schede tematiche sono trasversali alla Bibliografia consultate
permettono di attraversarla facendosi guidare da un argomento da una parola chiave anziché da un
autore. Così ad esempio, nel caso di una tesi su James Joyce, alcuni temi trasversali alla tesi
potranno essere l’Irlanda del 900, la cultura cattolica, il modernismo.la scheda tematica rispetto a
questi argomenti si presenterà allora come segue:

Programmi che consentono la gestione sistematica della bibliografia: Mentre in Word siamo noi a
costruire le schede, in un unico più file, nel caso dei software di seguito elencati, questi si
sostituiranno a noi alcune operazioni: End Note e RefMan. Questi sono software a pagamento che
permettono di importare direttamente dal web dei cataloghi online le referenze, creando un database
personale di citazioni.
Funzionalità di questi programmi
Creare una libreria personale:
- Contiene tutta la bibliografia in nostro possesso;
- Consente di salvare le ricerche effettuate sui cataloghi organizzarle sistematicamente dividendo le
voci per argomenti;
- Importare automaticamente una citazione bibliografica completa, anche da un catalogo
bibliografico, banche lati, siti web;
- Associare alle schede bibliografiche create file di vario tipo (PDF, immagini, file audio) è un numero
di parole chiave che possono aiutare a reperire una scheda in fase di ricerca;
- Esportare tutto l’archivio una parte di esso in un documento di scrittura, creando una bibliografia;
Creare di inserire note e citazioni in un testo.
ENDNOTE X7
¢ Software disponibile in versione demo (completamente

22/10/20
gratuita) oppure a pagamento con maggiori funzionalità.
¢ La versione demo "EndNote Web" è accessibile da questo
indirizzo, con validità 30 giorni.
¢ Una volta scaduta questa demo per continuare ad usare il
programma dovrete acquistarlo.

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ENDNOTE X7

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ENDNOTE X7 (1)

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ENDNOTE X7 (2)

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ALTRI SOFTWARE..

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¢ Zotero (gratis): <https://www.zotero.org/>

¢ Mendeley (gratis):
<https://www.mendeley.com>.

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MENDELEY

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22/10/20 ECLAP 2012 - OA WORKSHOP
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ZOTERO (1)
ZOTERO (2)

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ZOTERO (3)

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ZOTERO (4)

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ZOTERO (5)

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ZOTERO (6)

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ZOTERO (7)

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ZOTERO (8)

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ZOTERO (9)

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UNIFORMITA’

22/10/20
Qualunque sia il metodo prescelto è bene cercare
di essere sistematici e coerenti.

Occorre integrare di continuo lo strumento


adottato con coerenza e non salvando invece una
parte del proprio materiale sul pc e l’altra su
schede cartacee, o usare più software diversi.

È importante riuscire a costruire un unico


archivio del proprio lavoro, facilmente accessibile
e ordinato, secondo criteri facili da ricordare. 34
Preservare nell’utilizzo di un unico metodo di catalogazione: se si è scelto ad esempio Word sarà
meglio continuare così fino alla fine della ricerca. Qualora si cambi supporto in corso d’opera, sarà
importante trasferire tutto il materiale da un supporto all’altro per evitare il rischio di perdere
importanti informazioni.
Creare nel PC cartelle dedicate alla bibliografia: Gli orientamenti e prenderà la ricerca non sono
chiari. La gerarchia interna alla bibliografia non è chiara.la vera utilità di ogni volume o articolo non è
certa. In queste fasi creare due elenchi in cui inserire, in ordine alfabetico per autore:
- Le Opere primaria dell’autore che avete scelto della tematica trattata: bibliografia primaria.
- Le Opere critiche scritte sull’autore o sulla tematica: bibliografia secondaria.
È bene inserire in questo elenco tutti i volumi che ci sembrano più o meno interessanti: via via che i
titoli aumentano sarà sempre più facile dimenticare titoli o autori consultati.
Nel caso in cui si scarichino articoli o interi volumi dal web è consigliabile salvarli in una cartella ben
identificata e non lasciarli tra i download del computer. E’ importante rinominare i file dando sempre
loro il nome dell’autore o di parte del titolo. Nel caso in cui file scaricati da Internet non contengono
al loro interno le informazioni bibliografiche di base, sarà bene riportarle subito nella scheda
alfabetica di quel contributo, per non perdere memoria della provenienza del dato.
Ricordare sempre di fare un backup del computer: Avere tutto il materiale su almeno due supporti,
che siano i PC o un hard disk esterno, o due hard disk esterni, o ancora Dropbox o Google Drive.
Non bisogna mai mettersi nella posizione di essere schiavi della macchina che contiene il lavoro.
Per questo, un altro accorgimento utile, è quello ad esempio di inviarsi via mail i capitoli della tesi
mano a mano che il lavoro procede.
Schedare OPAC, banche dati, siti internet: Data la molteplicità di strumenti informatici e virtuali cui
ormai si ricorre alla ricerca, è consigliabile:
- Catalogare E archiviare in modo ordinato anche il link è che ci consentono l’accesso al materiale
bibliografico o archivistico in rete che ci serviranno poi per la sitografia.
“Preferiti” del browser: Per motori di ricerca, banche dati, OPAC, siti Internet dobbiamo sfruttare la
funzione preferiti di Internet Explorer, Chrome o Safari o segnalibri di Mozilla, che potrà essere
dividere per argomenti, strumenti, settori della ricerca. In questo modo, superata la prima fase di
ricognizione generale, avremo accesso immediato ai siti più utili per il nostro percorso di studio.
Schedare le fonti: le fonti (full text, file audio, video…) devono essere integrate al nostro corpus
bibliografico. Nel caso delle fonti si procederà alla creazione di schede alfabetiche e tematiche, a
seconda di cosa sia più utile per la ricerca. Si creeranno quindi cartelle e sottocartelle che
permettano di non perdere l’origine archivistica delle fonti individuate.
Per bibliografia si intende:
- Elenco di libri, saggi, riviste, articoli su un particolare argomento o uno specifico autore;
- Elenco di pubblicazione usate citate nella stesura di un saggio, di un articolo, di un libro;
- Scienza che studia la catalogazione sistematica dei libri.
“Scrittore” <—> “Lettore”: il riferimento bibliografico costituisce una componente essenziale della
redazione di testi.
Una bibliografia ben preparata: Sarà di supporto agli argomenti sostenuti dall’autore nel testo.
Suggerirà percorsi utili per un ulteriore approfondimento. Darà del confronto culturale sul tema
considerato, segnalando i più importanti contributi precedenti. Permetterà al lettore di risalire
facilmente alle fonti consultate dagli autori.
Cosa confluisce nella bibliografia? Il materiale bibliografico proveniente: da citazioni dirette (incisi),
da citazioni dirette (testi citati all’interno del testo, a supporto dell’argomentazione), da informazioni
aggiuntive e esplicative fornite nelle note o nel testo, da testi critici consultati per la redazione del
testo.
Struttura di un riferimento bibliografico, cosa non deve mancare?
1. Autori (e curatori);
2. Anno di pubblicazione;
3. Titolo;
4. Pubblicazione (città ed editore);
5. Numero delle pagine (Solo per articoli contenuti monografie e periodici, essenziali per localizzare il
documento);
6. Nel Caso di testi in lingua originale diversa dall’italiano, servono i riferimenti del testo originale
della traduzione italiana edita.

Lezione 7

TAKE IT EASY
Strumenti. Norme editoriali per i testi scientifici

Struttura della pagina

Problema di layout, allineamento a sinistra, testo


non giustificato

Giustificato, interlinea

Layout su Word: barra strumenti -> layout di pagina -> margini. (Superiore 2,5)
Layout su Open Office: formato -> pagina.
L’impostazione di layout è la prima cosa da fare: determinano i margini della nostra scrittura ed
evitano che ci siano problemi con la stampa. I margini del testo nell’editoria prendono il nome di
“zona morta” (zona dove non c’è testo).
Una volta deciso il layout dobbiamo considerare l’interlinea (spazio tra le righe). Di solito si tende ad
usare un’interlinea di 1,5 per le tesi, ma per i testi di carattere scientifico si tende ad utilizzare
l’interlinea 1.
Rientri su Word: la prima possibilità è quella di usare il righello. Tramite quest’ultimo spostiamo la
freccia superiore del righello che indica che stiamo agendo sulla prima riga del testo; se sposto
anche la seconda freccia sposo tutto il testo. Dunque se voglio fare il rientro solo della prima riga
sposto solo la freccia superiore. (Dimensione standard= 1cm). Se non abbiamo il righello, la seconda
alternativa sono le impostazioni di paragrafo: formato -> paragrafo. Se clicchiamo su “sporgente” si
spostano tutte le linee del paragrafo ad eccezione della prima.

- Corpo del testo: testo vero e proprio del nostro elaborato. Si sceglie il Times New Roman perché
non è a pagamento, ma il suo grande vantaggio è che legge le lingue dall’alfabeto non latino.

I segni di punteggiatura
1. La virgola: pausa minima all’interno della frase. Non abusarne per separare due frasi di senso
compiuto. O le due frasi vengono rese come coordinate, o si esplicita la subordinazione fra loro, o
diventano due frasi separate.
2. Il punto: pausa più lunga rispetto alla virgola, conclusione frase di senso compiuto. È in generale
da preferirsi agli altri segni o di punteggiatura per la sua capacità di strutturare chiaramente un testo
ben scandito nelle sue parti. Ma non si deve andare a capo ogni volta che si mette un punto.
3. I due punti: pausa intermedia tra punto fermo e virgola. Segnano un rapporto diretto tra la parte
precedente e seguente, la quale di solito è un’esemplificazione, una citazione direttamente collegata
a quanto c’è prima. Non si deve ricorrere all’uso dei due punti più di una volta all’interno di un
periodo.
4. Il punto e virgola: pausa intermedia tra punto fermo e virgola. Indica un rapporto di quasi pari
importanza tra le due parti che separa. Molto diffuso in italiano, viene usato più raramente in diverse
lingue straniere.
5. Il punto esclamativo: la forza di una frase non ha bisogno di segni grafici di enfasi, e se non a
forza, non sarà un punto esclamativo a darla! Il punto esclamativo testimonia infatti un’espressione
soggettiva ed enfatica non adatta a un testo accademico. Limitate al massimo l’uso del punto
interrogativo: usata la prima volta, la domanda retorica può essere efficace, la seconda annoia, la
terza disturba. Dite semplicemente ciò che pensate, senza fingere di chiedere conferma a chi legge.
6. Le virgolette: uso inconsueto, autoriale (rispecchia la personalità di chi scrive), originale e
metaforico di una parola. Vanno usate con estrema parsimonia, è solo per indicare un uso diverso
da quello standard. Si usano virgolette diverse: in genere si usano le virgolette per esprimere una
parola con le virgolette singole. Le virgolette doppie per citazioni.
7. Segni logico-matematici: quali frecce, segno di uguaglianza, equazioni, elenchi numerati, se non
giustificati dall’argomento della tesi e dalle convenzioni grafiche del settore devono essere evitati.
8. Le (parentesi): Aggiungere informazioni secondarie ma relative a quanto immediatamente
precede. Non ne abusate: se la considerazione è importante, conviene metterla direttamente nel
testo. Una parentesi più lunga di una riga, o una riga e mezza disturba la linearità della frase, e
segnala con la sua stessa lunghezza la necessità di farne o una nota o una frase autonoma.
L’abbondanza di parentesi rivela un mancato ordinamento d’insieme delle idee, un pensiero di tipo
digressivo e non programmato, oppure un vezzo stilistico inopportuno.
9. I tre puntini (…): vanno messi solo per indicare che all’interno di una citazione avete tagliato
alcune parti, sostituite appunto con […]. Non usateli in funzione espressiva per indicare una
sospensione del ragionamento.

Usanze tipografiche
Le usanze tipografiche sono in buona parte condivise ma esistono alcune divergenze dal lingua a
lingua.
I segni di punteggiatura vanno sempre dopo:
- Le virgolette - «parola», -
- Le parentesi - (parola), -
- I richiami delle note - parola¹ -
Lasciare un solo spazio dopo ogni segno di punteggiatura ma nessuno spazio prima del segno di
punteggiatura:
- Fanno eccezione le parentesi: lasciare uno spazio tra l’apertura di parentesi e la parola
precedente;
- Fanno eccezione le virgolette di apertura;
- Fa eccezione la lingua francese.
I doppi spazi in automatico si eliminano così: comando cerca-trova. Cerchiamo il doppio spazio e lo
sostituiamo con lo spazio singolo.
Utilizzo degli spazi:
- Usare un solo spazio tra una parola e l’altra;
- In presenza del trattino medio ( - ) lasciare uno spazio prima di dopo;
- Non lasciare uno spazio tra l’apostrofo e la parola che segue;
- Per i nomi con doppia iniziale, nessun spazio tra le iniziali (E.A. Poe)
Due testi uguali ma con errori di
I
spaziatura.

Caratteri non stampabili


v

Nel testo argomentativi la documentazione è costituita dalle prove dell’argomentazione, ovvero:


1. Dalla Bibliografia di riferimento;
2. Dalle Citazioni delle fonti;
3. Dalle Note a piè di pagina.

Citazioni: una citazione può essere diretta o indiretta.


- Citazione diretta: la fonte dell’informazione è riportata direttamente, utilizzando le stesse parole del
testo.
- Citazione indiretta: riporta indirettamente la fonte dell’informazione, parafrasando o sintetizzando,
con altre parole, il testo.
Quando si cita testualmente il contributo di un autore è sempre necessario indicare in nota la fonte
precisa, completa dell’intervallo di pagine cui si riferisce la citazione (p.5; 99. 5-10). Le citazioni
dirette possono essere disposte infratesto, a blocchetto, o in nota a pié di pagina.
- Citazione infratesto: Si fa una citazione nel corpo del testo quando la frase non è molto estesa
(non supera le tre righe) e viene così messa all’interno del testo, introdotta dai due punti o da
virgola, seguiti dalle virgolette basse o corporali («citazione»). Una nota a pié di pagina, richiamata
da un esponente numerico, segnalerà la fonte bibliografica, ovvero il volume, la rivista, o il sito
Internet da cui è tratta la citazione, in modo esplicito o implicito, a seconda delle scelte che si sono
fatte, in maniera uniforme nella tesi, per la citazione delle fonti bibliografiche.

- Citazioni dei versi e manoscritti: Se si citano versi di poesia nel testo, vanno inseriti in citazione a
blocchetto, in corpo testo separato:
Verso
Verso
Verso
In nota i versi della poesia sono separati tra loro da una barra obliqua: «verso / verso». Se si citano
invece testi manoscritti, la separazione tra due carte va indicata con una barra verticale ( | ).
NB. Se in una citazione è necessario modificare una parte del testo citato per esigenze di
concordanza grammaticale con il resto della frase, la parte modificata va tra quadre: [ ].
- Citazioni a blocchetto: Si fa una citazione a blocchetto quando la frase che costituisce la
documentazione che si vuole riprodurre è molto articolata e troppo lunga per essere inserita nel
corpo del testo (generalmente supera le tre righe) e viene perciò contrassegnata da uno stile
particolare che ne marchi la differenza rispetto al testo stesso. Tale citazione non viene messa tra
virgolette, perché è già evidenziata dal corpo minore è separata dal resto del testo.
L’indicazione bibliografica della citazione: L’indicazione della fonte bibliografica può essere data tra
parentesi tonda alla fine della citazione (sempre in corpo minore), oppure in una nota a pié di
pagina secondo le scelte fatte per la bibliografia.

Per inserire una citazione a blocchetto possiamo utilizzare i comandi dedicati agli “stili e
formattazione“ del menu “formato“ e creare uno stile personalizzato da applicare quando si presenta
la necessità di questo tipo di citazione.è anche possibile selezionare uno stile già esistente e
impostare le formattazione per il carattere e per il formato del paragrafo che
desideriamo.generalmente le citazioni a blocchetto risultano rientrate nel margine sinistro (1cm)
-talvolta anche destro-, hanno un corpo ridotto di un punto rispetto a quello del testo.
Per creare una citazione a blocchetto si può anche utilizzare il righello.
Altrimenti: formato -> paragrafo -> rientro di 1cm a sinistra.
- Citazioni in nota: si riportano le citazioni in nota quando la documentazione che si vuole produrre
ha un’importanza secondaria rispetto all’argomentazione svolta (ne costituisce una precisazione,
un’aggiunta), tanto da interrompere il filo del discorso se messa nel corpo del testo, o a blocchetto.
La citazione viene quindi messa in una nota nel margine inferiore della pagina, legata al testo da un
esponente numerico, in un corpo minore.
Note informative o esplicative
Le note di una tesina o di una tesi sono testi informativi che accompagnano il testo principale e
possono essere collocate a pié di pagina, alla fine del capitolo o alla fine di tutto il testo, cui sono
richiamate da esponenti numerici. Quest’ultima soluzione meno funzionale perché costringe chi
legge interrompe continuamente l’attenzione sul testo dovendo spostarsi alla fine del libro. La nota
a piedi pagina, al contrario, permette di seguire la spiegazione senza distogliere l’attenzione dal
testo principale, a cui si può tornare immediatamente dopo aver letto la nota.
Le note informative servono a:
- Spiegare alcuni punti complessi del testo;
- Definire termini tecnici;
- Riportare citazioni in lingue straniere citate in traduzione a testo o viceversa;
- Commentare o approfondire passi del testo stesso;
- Inserire digressioni, ulteriori argomentazioni o citazioni di sostegno alla tesi.
Inserisci note
I programmi offrono la possibilità di scegliere tra le note a pié di pagina e le note di chiusura e di
impostarne la numerazione il formato secondo le nostre esigenze. Scegliendo una numerazione
progressiva delle note, questa cambierà automaticamente con l’eliminazione o l’aggiunta di una
nuova nota essere a continua fino alla fine del testo.per ricominciare la numerazione ogni capitolo,
sarà necessario dividere il testo in sezioni (corrispondenti ai capitoli) con il comando apposito nel
menu “inserisci” e scegliere l’opzione che permette di far iniziare la numerazione a ogni sezione.
Note
Attenzione a:
1. Controllare la corrispondenza testo-nota, sia per quanto riguarda il contenuto del testo, sia per
quanto riguarda la forma: nell’impaginato gli esponenti delle note non devono slittare alla pagina
seguente, perdendo la corrispondenza con il testo.
2. Ricordarsi di non andare a capo nelle note, che sono un testo breve sintetico.
Per mettere una nota al titolo del testo si userà l’asterisco (*) e non un esponente numerico. Le note
sono a pié di pagina; l’esponente di notava posto prima del segno di interpunzione (fatta eccezione
per le citazioni rientrate).

Note bibliografiche
È un sistema di citazione, diffuso soprattutto in ambito umanistico, secondo cui si indicano
estesamente tutti i riferimenti della fonte sia in bibliografia, sia nel testo. La prima volta i titoli sono
concitazione estesa (autore, titolo, editore, città, anno, pagina). Le volte successive con un richiamo
“secco” (autore, titolo, Cit., Pagina). Le note tratte dalla stessa fonte non ripetono l’indicazione
bibliografica, ma la indicano in ordine di continuità.
Un’opera esercitata in una nota precedente viene ripresa con la formula “Cit“. un’opera citata nella
nota immediatamente precedente viene indicata con la formula “ivi“ e il numero di pagina. Oppure
“ibidem“ se è uguale al precedente.
Usi del corsivo
Il corsivo usato:
- Per conferire enfasi (cioè per porre in particolare risalto alcune parole nel contesto del discorso).
- Per vocaboli e modi di dire in lingua straniera che non sono entrati ancora nell’uso italiano e ai
termini tecnici e specialistici.
- Per titoli di opere (libri, saggi, film, quadri, sculture, drammi teatrali, opere musicali).
- Non si usa per i nomi di istituzioni e monumenti (esempio ministero degli esteri, Colosseo).
Usi del sottolineato e del grassetto
Il sottolineato non si usa nei testi a stampa.non si usa il grassetto (se non per i titoli dei capitoli o per
altre esigenze di visibilità tipografica approvate dal relatore).
Lezione 8
Bibliografia
Al termine di un testo scientifico Va posta la bibliografia delle opere utilizzate. Comprende tutte le
fonti usate durante la ricerca, anche quelle non citate (purché il latte). La bibliografia scientifica deve
comprendere una maggioranza di referenze cartacee (rispetto alle fonti Internet). Le referenze
vanno ordinate alfabeticamente per cognome di autore in ciascuna delle sue sezioni.
La bibliografia va preferibilmente distinta in fonti primarie e testi critici.ulteriori suddivisioni della
Bibliografia, seconda dei tipi di supporto delle fonti, possono rendersi necessarie. Per un’esposizione
più ordinata, si può dividere la bibliografia in sezioni.
Una bibliografia ben preparata è di supporto agli argomenti sostenuti dall’autore nel testo,
suggerisce percorsi utili per un ulteriore approfondimento e permette a chi legge di risalire facilmente
alle fonti consultate da chi scrive.inoltre, da conto del confronto culturale sul tema considerato,
segnalando tutti i possibili contributi.
Struttura di un riferimento bibliografico, cosa non deve mancare?
1. Autore e curatore
2. Titolo
3. Pubblicazione (città e casa editrice)
4. Anno di pubblicazione
5. Numero delle pagine (solo per articoli contenuti in monografie e periodici, essenziali per
localizzare il documento)
6. Nel caso di testi in lingua originale diversa dall’italiano, servono i riferimenti del testo originale e
della traduzione italiana edita.
Bibliografia a ordinamento alfabetico
Vengono presentati i testi letti o citati secondo l’ordine alfabeto dei cognomi di autori (i doppi
cognomi vanno ordinati come se non vi fosse separazione tra le due parti: Dal Vecchio verrà prima
di D’Ancona. Nel caso di opere scritte da due o più autori, viene scelto il primo in ordine alfabetico.
Le opere di vari autori, come gli atti di convegni o le miscellanee, vengono spesso citate sotto il titolo
dell’opera stessa, privo di articoli e preposizioni.
La bibliografia ad ordinamento cronologico
Vengono presentati i testi letti o citati in ordine cronologico di pubblicazione. L’ordine cronologico è
utile quando si voglia elencare tutti gli studi consultati eccitati su un determinato argomento o autore.
Citare:
1. Pubblicazioni a stampa (anno)
2. Pubblicazioni in rivista (mese di pubblicazione)
1. Pubblicazioni su quotidiani (dotate di giorno, mese, anno)
Organizzazione della bibliografia
Ordine alfabetico per cognome dell’autore.
- Se in presenza di più opere dell’autore stesso, si procede in ordine cronologico, e dalla seconda
voce, il cognome e nome dell’autore vengono sostituiti con un doppio trattino.
Monografie e traduzioni
Cognome Nome, Titolo, eventuale curatore o traduttore, editore, luogo di pubblicazione (senza
virgola tra luogo e data).
Curatele
Cognome nome (a cura di), titolo, editore, città, anno di pubblicazione.

Articoli in rivista e periodico


Cognome nome, titolo dell’articolo, «Nome della rivista/periodico», numero della rivista (ed
eventuale fascicolo), anno di pubblicazione, pagine.

Articoli in miscellanea o curatela


Cognome nome, titolo del contributo, in N.cognome (a cura di), titolo della miscellanea, editore, città
anno di pubblicazione, pagine.

Opere classiche
Es.
In nota:
- Ovidio, Metamorfosi, III, vv.339-510.
In bibliografia:
- Publio Ovidio Nasone, Metamorfosi, a cura di P. Bernardini Marzolla, con uno scritto di I. Calvino,
Einaudi, Torino 2005.
Fonti online
Indirizzo URL dal quale la risorsa è accessibile, racchiuso tra parentesi uncinate (<>), Con
indicazione della data di consultazione (mese/anno). Eliminare il collegamento ipertestuale
(selezionare l’indirizzo, tasto destro, elimina collegamento ipertestuale).

La bibliografia sintetica (o all’americana)


È un sistema di citazione, molto diffuso in ambito scientifico, ma anche molti testi di tipo umanistico.
Si indicano in Bibliografia o in una “tavola bibliografica delle abbreviazioni” (all’inizio del testo) tutti i
dati sulla fonte, facendo riferimento a una sigla costituita dal cognome dell’autore seguito meno
dall’anno di pubblicazione dell’opera citata.nel testo tale sigla viene ripetuta sinteticamente,
corredata solo dal numero o dai i numeri di pagina di riferimento.
Struttura della pagina
- Titolo Principale: Times New Roman 18, centrato, tondo (normale)
- Sottotitolo: Times new Roman 12, allineato a sinistra, corsivo
- Corpo Del testo: Times New Roman 11, giustificato
- Note A pié di pagina: Times New Roman nove (in ogni caso, le note devono sempre avere: in meno
rispetto al testo) giustificato.
- Interlinea: 1,5 (per facilitare la lettura del testo)
- Margini: superiore, inferiore e destro 2,5 cm ed il sinistro 3,5 cm
- Rientro Prima riga di ogni paragrafo: 1 cm
- Ricordarsi Sempre di giustificare il testo e le note: l’allineamento non deve mai essere a sinistra
- Evitare L’uso di corpi diversi per titoli e testo
Utilizzo degli spazi
Usare un solo spazio tra una parola e l’altra. Lasciare uno spazio Dopo ogni segno di punteggiatura,
ma nessuno spazio prima del segno di punteggiatura.lasciare uno spazio tra l’apertura di una
parentesi e la parola precedente; tra la chiusura di una parentesi la parola successiva.lasciare uno
spazio tra il trattino medio - Ed il carattere che segue e che precede. Tra l’articolo apostrofo è la
parola introdotta dall’articolo, nessuna battuta (es. un’ancora). Per i nomi con doppia iniziale,
nessuna battuta fra le iniziali (es. E.A. Poe)
Lezione 9
Il flusso ed i ruoli redazionali

I ruoli redazionali sono la persona che scrive e quella che legge. Dal momento della scrittura della
bozza, ci sono una serie di procedimenti importanti (es. Messa a norma, impaginazione, revisione,
pubblicazione…).
Il processo editoriale ha inizio con un incontro tra colui che intende pubblicare l’opera ed una
redazione. All’interno di ciò che la seconda slide descrive come la serie di processi all’interno del
flusso editoriale, esiste una specie di micro-flusso che è il flusso redazionale, il quale fa parte del
lavoro editoriale in senso più ampio: comprende la messa a norma, la valutazione, la pubblicazione
(…). Il flusso redazionale è dunque quella parte sulla quale ci soffermeremo oggi.
Fase 1: arrivo dell’articolo
Compiti:
- I documenti originali dovrebbero essere inviati al Comitato scientifico o al Direttore come allegati di
posta elettronica (archivio elettronico di dati storici), in formato .doc o .docx.
- Acquisizione sicura dell’articolo.
- Caricamento e salvataggio dell’articolo nel database.
Salvataggio dei documenti
Dopo l’inserimento dell’articolo o volume nel database, l’autore riceve una e-mail di conferma della
ricezione. A questo punto il testo è pronto per:
- Ricevere un primo parere espresso dal comitato scientifico
- Essere avviato al processo di peer-review.
Fase 2: designazione dei revisori
Compiti:
- Richiesta di peer-review
- Definizione di tempi e modalità
- Invio del saggio o del volume
Processo di referaggio (peer-review)
Il Direttore editoriale della rivista, oppure il Comitato scientifico di una Collana si occupano della
Selezione dei revisori (di solito due, anonime). La Peer-review È un processo lento, può richiedere
diverse settimane di tempo. I revisori ricevono il prodotto editoriale (solitamente) anonimo e lo
valutano.
Tipologie di peer-review
- Single blind: I revisori conoscono gli autori, ma gli autori non sanno chi sono i revisori. Questo tipo di
Peer-review si chiama single blind, vale a dire che una delle due parti e nascosta all’altra, ma non
viceversa.
- Double blind: Nella peer-review double blind (a doppio cieco), gli autori Non conoscono che
effettuerà la revisione dell’oro articolo i revisori non conoscono gli autori dell’articolo.
- Open: La open peer-review Prevede che l’autore i revisori si conoscano reciprocamente. Secondo
alcuni, questo modo di operare rende il processo di revisione e di successivo commento più sincero e
oggettivo.
- Social: si parla di social peer-review Quando chiunque (nella comunità degli scienziati) può valutare
un articolo, ma dopo la sua pubblicazione (al contrario degli altri tipi di peer-review che hanno luogo
prima della pubblicazione del saggio).

Scheda di referaggio

1. Novità ed originalità del testo (argomento o evento; trama; personaggio):


- Ottimo; buono X; accettabile; insufficiente;
- Commenta il giudizio
- Il testo appare abbastanza originale. L’argomento trattato non è molto inflazionato ed è proposta in
maniera innovativa. Il lavoro colma una lacuna, ricostruendo l’itinerario poetico dell’autore ancora
poco trattato nel panorama nazionale.
2. Organizzazione del materiale (l’organizzazione di momenti o eventi della storia nella successione
in cui l’autore li ha voluti disporre):
- Ottimo X; Buono; accettabile; insufficiente;
- Commenta il giudizio
- Il volume è concepito in tre parti, annunciate fin dall’introduzione; la progressione logica e coerente.
Valgono tutti i commenti al punto precedente.
3. Chiarezza e stile dell’esposizione:
- Ottimo X; buono; accettabile; insufficiente;
- Commenta il giudizio
- Esposizione chiara e “godibile”, interamente al servizio dei testi esaminati; la lettura è piacevole.
4. Correttezza e adeguatezza dell’applicazione delle convenzioni editoriali:
- Ottimo; buono; accettabile; insufficiente X;
- Commenti
- Il testo non è conforme alle convenzioni editoriali principali e condivise. Inoltre queste ultime non
sono applicate in maniera uniforme.
5. Giudizio dei referees
a) Eccellente; significativo X; moderatamente significativo; marginale; non significativo (rifiutato);
b) Accettato; accettato a seguito di revisione X; rifiutato; riproporre dopo profonda revisione; rifiutato;
Suggerimenti per l’autore:
- Livello contenutistico e stilistico:
non viene fornita una vera e propria bibliografia.
- Livello relazionale:
studiare attentamente applicare
La valutazione di un inedito
- Trama, personaggi
- Stile
- Necessità di editing
- Prospettive di mercato
- Rispetto dell’identità della casa editrice
(Nel caso di un classico già pubblicato si valuta la qualità della traduzione esistente).
Fase 3:
- Arrivo dei resoconti al Direttore editoriale/Comitato scientifico
- Inserimento dei resoconti dei revisori nel database
- Il Direttore Editoriale/Comitato scientifico si esprimono sull’opportunità di pubblicare o meno.
Pochi articoli e volumi vengono accettati senza alcuna revisione.il volume rivisto dei revisori viene
quindi re inoltrato all’autore assieme con le schede di rete raggio. L’autore può anche decidere di non
pubblicare l’articolo o il volume in caso di sostanzioso richieste di revisione da parte dei referees. La
nuova versione, giornata dall’autore, viene caricata in una cartella a parte del database redazionale.
- Salvataggio del documento postref (Dropbox)
- Avvio dell’editing
- Letture incrociate
- Passaggio da Word a InDesign (impaginazione)
- Giro di bozze
- Correzione delle bozze
- Chiusura del file ed invio alla casa editrice
Avvio delle editing
- Lettura di contenuto.
- Lettura formale:
1. Messa a norma e layout
2. Correzione refusi ortografici, grammaticali, stilistici, errori di battitura
3. Revisione bibliografica
4. Revisione stilistica

Modalità di revisione

Letture incrociate
La prima lettura viene congedato è passata in seconda lettura al secondo redattore. Il secondo
redattore prende in considerazione tutte le correzioni effettuate dal primo e:
- Le accoglie
- Le elimina
- Le integra
Il secondo redattore formata il testo nella sua versione definitiva per essere migrata su indd.
Bozza pronta per la migrazione e migrazione su InDesign
Giro di bozze
Il PDF Viene “chiuso” in PDF ed inviato l’autore per e-mail. L’autore a due-quattro settimane di tempo
per rileggere il volume e apportare eventuali correzioni e integrazioni, adottando tu hai possibili
modalità:
1) Correzione del PDF attraverso la modalità di Acrobat
2) Elencare in un documento Word e le correzioni (pagina, riga)
Il PDF che rientra con le collezioni inserite dall’autore viene archiviato in una nuova cartella.
Correzione delle bozze
Il correttore di bozze aggiorna i file indd. Secondo le integrazioni fatte dall’autore. Il volume viene
attentamente riletto l’ultima volta dalla redazione, dal Fabbricatore e dal direttore. Il direttore congeda
il volume.
Chiusura in PDF e invio alla casa editrice
Il volume viene chiuso in tre formati di PDF
1) EBook
2) Google
3) Fogra
Gli elementi del libro
Il fine unico di questi elementi è attrarre i lettori “dentro” al libro. La storia bisogno di un volto che ne
dia la prima impressione, che crei un colpo di fulmine: è necessario dare forma al contenuto.
L’acquirente potenziale deve guardare il vostro libro e dire “voglio leggerlo!”: dovete creare un
bisogno.
Copertina
Il grafico predispone la copertina.
- Prima di copertina: autore, titolo, editore, anno, immagine.
- Quarta di copertina: abstract (800 battute spazi inclusi) + biodata (300 battute spazi inclusi).
- Assemblaggio: la prima e la quarta di copertina vengono ritagliate in due pagine singole per essere
predisposti all’inizio e alla fine del libro.

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