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CULTURA DIGITALE
Modulo 0, introduzione
Date appelli:
- 7, 21 giugno
- 5 luglio
- 6 settembre
- 8 dicembre
(Tutti alle 14, esame di un’ora)
Abbiamo il mittente (colui che parla o invia il messaggio); successivamente abbiamo il codice
(aspetto che accomuna chi manda e chi riceve il messaggio); il messaggio è importante poiché è
alla base della comunicazione. In seguito abbiamo il contatto o canale (connessione a livello
fisico e psicologico tra chi manda e riceve il messaggio, è il mezzo che rende possibile la
comunicazione). Abbiamo anche il destinatario che riceve ed interpreta il messaggio. E infine
abbiamo il contesto (insieme che proviene dalla situazione generale e dalle circostanze in cui si
inserisce uno specifico evento comunicativo). La comunicazione è dunque il processo che
consiste nella trasmissione di informazioni.
La comunicazione di massa: è quel tipo di comunicazione che ha fatto la propria comparsa nel
XX secolo. Secondo McLuhan la comunicazione è trasmissione: la comunicazione di massa
utilizza modi e tecniche di trasmissione di natura assai varia, attraverso i quali si è creata una
nuova cultura che si fonda sui modi di trasmissione utilizzati, piuttosto che sui contenuti dei
messaggi. Questa nuova comunicazione si è concentrata dunque non sui contenuti ma sui modi.
Cosa sono i Media? È un termine latino entrato nell’uso internazionale ed indica i mezzi tecnici
che vengono impiegati per diffondere una tipologia di messaggi. Si parla di “Mass media”
quando il messaggio che veicolano viene fatto giungere rapidamente e contemporaneamente ad
un pubblico molto grande.
Esempi di media (comunicazione tradizionale): parola scritta, stampa, giornali, fumetti,
televisione.
Esempi di media (comunicazione non tradizionale): web ed i suoi derivati come mail, blog, forum.
Ad essere tradizionale e non tradizionale non è il mezzo, ma l’uso che ne facciamo.
La capacità dei media: analisi delle proprietà strutturali dei media, vecchi e nuovi. Essi
possiedono potenzialità e limiti. Vi sono 9 capacità principali:
- Velocità: nei nuovi media aumenta esponenzialmente (es. prima mandavamo una lettera,
adesso le email).
- Portata: i nuovi media raggiungono geograficamente e demograficamente sempre più persone
(Tutte? Alcune persone non possono avere accesso a questi media).
- Capacità di memoria: possibilità di immagazzinare sempre più dati nei media digitali rispetto a
quelli analogici (nei media si immagazzinano più informazioni rispetto ad un libro).
- Accuratezza:
- Selettività: i nuovi media ci permettono di selezionare sinteticamente parte dei gruppi di
raggiungere gruppi mirati (posso selezionare per raggiungere un certo tipo di audience).
- Interattività: è minore o maggiore della comunicazione faccia a faccia? (Es. Dad).
- Ricchezza degli stimoli: la multimedialità offre combinazioni di stimoli (immagini, suoni, dati e testo
che sono artificiali e non naturali, poiché c’è un lavoro sui contenuti). Ad esempio in questa
situazione pandemica i musei si sono affidati a piattaforme che danno la possibilità di “muoversi”
come se stessimo realmente visitando un determinato museo: cosa si acquista da una parte e cosa
si perde dall’altra?
- Complessità: nei nuovi media è più difficile negoziare, decidere, spiegare i punti difficili. Quando
noi seguiamo le lezioni in Dad, ciò rende la comunicazione più complessa poiché il prof non sa se
capiamo o meno dato che non ci vede: siamo dunque costretti a guardare uno schermo e sentiamo
la mancanza di ciò che avevamo prima.
- Protezione della sfera intima: scarsa capacità di protezione della sfera privata dei nuovi media. Ad
esempio su whatsapp sta crescendo il numero di persone che sono migrate da whatsapp a
telegram per tutto un discorso sulla scarsa protezione di dati da parte di whatsapp.
Fusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (fusione che ha avuto un grande
impatto sulle modalità in cui si sono organizzati i sistemi informatici).
- Reti di calcolatori: un insieme di calcolatori indipendenti che sono collegati tra di loro per potersi
scambiare dati. E’ il modello di organizzazione prevalente dei sistemi informatici.
- Internet: la più grande rete di calcolatori. Rappresenta uno dei più potenti mezzi di raccolta e
diffusione dell’informazione su scala globale.
- Internet service provider: organizzazioni che offrono servizi Internet.
- World Wide Web (WWW): non è internet, ma è il più diffuso servizio di Internet.
Il WWW come funziona? Il 30 aprile 1992 CERN pubblica la tecnologia alla base del WWW.
Il Web (principale servizio internet), si basa sullo scambio di pacchetti di informazione codificati su
progressivi livelli di astrazione: ogni livello serve per offrire una piattaforma adatta al contenuto che
deve essere veicolato. Il livello più basso è il segnale elettrico che passa sul cavo. Il livello più alto è
quello che permette la fruizione del contenuto. Su ciascun livello viene utilizzato il codice binario (il
messaggio informativo digitale).
Il periodo che va dal 1990 al 2000 era caratterizzato dal Web 1.0: vi erano dei siti statici con una
frequenza di aggiornamento molto ridotta. Le pagine di un sito potevano essere aggiornate solo dai
web master, mentre gli users potevano solo usufruire dei contenuti senza alcun tipo di interazione.
Successivamente nasce il Web 2.0: è stata una fase di diffusione caratterizzata da uno sviluppo con
una maggiore partecipazione da parte degli users. A metà degli anni 2000 nasce il Web 3.0: la rete
diventa un grandissimo database anche perché nasce un nuovo linguaggio (XML) e nascono i
cosiddetti meta-data. E’ un tipo di web con un altissimo livello di interazione, è un ambiente digitale
in cui la ricerca di informazioni è sempre più performante (i contenuti sono collegati a parole
chiave). Con questo tipo di web le macchine interpretano i contenuti. Oggi siamo nel web 4.0: le
parole chiave sono big-data (insieme di tecnologie che analizzano tantissimi dati diversi strutturati o
destrutturati) e Cognitive Computing (indica una serie di strumenti che riproducono il funzionamento
del cervello umano).
Che cos’è il Web? Il web medium è un mezzo per diffondere ed inviare messaggi a distanza. Il
medium è il messaggio stesso, ma il medium è anche un’interfaccia orientata alla costruzione,
negoziazione e condivisione di significati. Quando McLuhan dice che il medium è il messaggio
stesso, intende dire che il mezzo supera la sua identità di mezzo e si fa contenuto.
Fino agli ultimi decenni, la conoscenza ha avuto un grande e potente filtro, ovvero la carta.
Quest’ultima è un materiale, va prodotto ed ha un determinato costo. La carta è “rettangolare” e
quindi anche la comunicazione su carta è in qualche modo rettangolare: la comunicazione è
soggetta alle regole di uno spazio rettangolare, ovvero va a capo, è fatta a righe, è contrassegnata
da un numero di pagine (...) Con WWW lo spazio compromesso della comunicazione cartacea,
ovvero testuale, ovvero analogica, viene liberato.
Si può non comunicare? No, poiché ogni comportamento in una situazione di interazione ha valore
di messaggio, ed ogni comportamento è comunicazione. Se è vero che non si può non comunicare
possiamo formarci senza comunicare o si può comunicare senza formare? La comunicazione è
formazione? I media sono i principali agenti che determinano i parametri del pensiero e
dell’apprendimento all’interno di una cultura.
“Fare” comunicazione digitale dal punto di vista di colui che invia il messaggio e da colui che la
riceve/subisce:
- Fare: “la comunicazione creata in ambiente digitale è prodotto di un’autorialità informe, non finita
ed indefinita, fluida, plurale e collettiva”, ma è anche prodotto di un’autorialità “di facile
raggiungimento”: tutti siamo potenzialmente attori.
Chi è il mittente dell’informazione in rete?
- Mittente che basa le sue informazioni sull’esperienza propria o altrui.
- Mittente che basa le sue informazioni sullo studio che ha condotto.
- Mittente che basa le sue informazioni su ciò che ha sentito dire.
Ricevere/subire: nel momento in cui tutti sono in grado di veicolare contenuto attraverso la rete,
colui che ricerca quel contenuto lo accoglie divenendone partecipe o lo subisce divenendone
vittima?
Lezione 2
Umberto Eco disse all’università di Torino nel 2015: con queste frasi va contro alcuni aspetti
generali dei social mediante.
“La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il
dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”.
Eco invita i giornali a “filtrare con un equipe di specialisti le informazioni di Internet perché nessuno
è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno”.
“I giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori
dovrebbero insegnare ai ragazzi ad utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù, ma
bisogna paragonare le informazioni per capire se sono attendibili o meno.”
“I social media danno diritto di parola legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un
bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora
hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.”
LA SCRITTURA OGGI, IL TESTO ED IL WEB Parleremo del ruolo che la rete ha avuto sulla
scrittura
Differenze Elettrico vs. Elettronico:
- Elettronico: ciò che può utilizzare circuiti elettrici per elaborare informazioni.
- Elettrico: ciò che riguarda il trasporto o il consumo di energia elettrica.
- Scrittura elettronica: scrittura realizzata a mezzo del computer, ma dovrebbe essere più
correttamente definirla come “scrittura informatica” (ciò che attiene al computer). Il computer riceve
segnali digitali in quanto apparato elettronico (riceve, memorizza ed elabora i segnali senza
convertirli). I segnali hanno due sole cifre (codice binario, prima lezione)
Cosa vuol dire informatica? L’informatica è la scienza che si occupa della rappresentazione e
dell’elaborazione delle informazioni.
Cosa fa un elaboratore? Manipola informazioni di tipo: Digitale (utilizza un alfabeto finito di simboli),
Elettronico (è trattata in termini di impulsi), Automatico (non vi è nessun intervento esterno).
In che modo l’elaboratore manipola l’informazione? Grazie a dati, programmi.
Scrittura informatica: modo più appropriato per definire la scrittura elettronica.
La scrittura realizzata per mezzo del computer è “scrittura informatica”. Gli input ricevuti ed elaborati
dal computer non sono analogici ma digitali.
Le quattro tappe fondamentali della storia della scrittura elettronica (individuate da Domenico
Fiormonte)
1. 1980: prima fase con impatto limitato per quanto riguardava la scrittura
- Distribuzione delle informazioni testuali in formato elettronico ad un pubblico abbastanza vasto;
- Ricezione passiva del testo;
- Primi studi sul cambiamento delle modalità di scrittura.
2. Anni “90:
- Ampio impiego del mezzo informatico;
- Maggiore consapevolezza dell’utilità del computer. Ci sono inoltre meno perone pessimiste, la
gente inizia ad usare il computer (diffidenza-utilizzo.entusiasmo).
3. Due tipologie di impiego del computer:
- Il computer diventa utile per la comunità scientifica (banche dati, archivi digitali);
- Utilità a livello personale (singola persona che scrive come autore) legata alla produzione di testi.
È proprio in questo periodo che si afferma l’informatica umanistica che si fonda sulla digitalizzazione
e sulla conservazione delle risorse.
4. Nascita ed impiego dell’ipertesto: ha significato la rivoluzione della gestione dei contenuti.
J3 ESEMPI
- “Computers and the Humanities (umanistica)” (rivista);
- L’Association For Literary and Linguistic Computing (ALLC);
- L’Association For Computer in the Humanities (ACH).
Nel 2012 è nata l’Associazione per l’informatica umanistica e la cultura digitale (AIUCD).
Cosa non è informatica umanistica: da una riflessione sul valore che l’informatica ha nelle discipline
umanistiche.
L’informatica umanistica non è alfabetizzazione numerica. Muove una riflessione sul senso dell’impiego
dell’informatica nelle discipline umanistiche (es. l’edizione digitale non può essere una semplice copia
dell’edizione cartacea). L’umanista dell’era informatica deve sapersi avvalere dei nuovi strumenti di
indagine messi a disposizione dalle tecnologie informatiche= umanista informatico (UI).
- In una prima fase, l’UI ha sfruttato le capacità di ricerca e recupero delle informazioni offerte dal
database. Ha sviluppato delle conoscenze quantitative (ricerca di dati in database, privilegiava la
quantità).
- In una seconda fase, l’UI sfrutta le possibilità del digitale, mettendo,e a servizio della forza
metodologica delle materie umanistiche. (Fase di tipo qualitativo, poiché riguarda
Ipertesto: riguarda un’amplificazione delle possibilità di un testo. Può essere definito come il
paradigma della nostra epoca. Può essere identificato come una rete di testi tramite connessioni che
permettono il passaggio tra l’uno e l’altro in tempi brevi. La concezione di testo è dunque cambiata:
occorre riconsiderare e riconfigurare anche la concezione di lettura e di scrittura. L’ipertesto è un
testo che si apre ad altri testi, reso possibile grazie al link (particelle fondanti dell’ipertesto).
Link: stringa di parole che ci permette di entrare in ambienti digitali.
E’ lo strumento che permette la navigazione all’interno delle strutture ipertestuali. I problemi di
fruizione di questi testi sono cinque (seguendo la classificazione di Antonio Calvani):
1. Il salto da un link all’altro può essere compiuto in modo casuale (con un semplice click);
2. Si diventa consapevoli del link solo dopo averlo attivato (finché non clicco non so cos’è);
3. Il salto, specialmente se comporta cambio di videata, può far dimenticare l’idea che lo aveva
nominato (talvolta, quando cambiamo di pagina in pagina, ci perdiamo, poiché ci troviamo davanti a
possibilità infinite che ci fanno dimenticare ciò a cui pensavamo inizialmente= sovraccarico
informativo);
4. Spesso l’associazione (collegamento del link) ha senso per l’autore ma non per chi la legge;
5. Le esigenze di “effetto” (audio video) possono prendere il sopravvento sui reali bisogni di
comprensione di chi legge. (= in un power poi ti la presentazione può essere ottima, ma sembra che
sia stata fatta con un grande impatto visivo per colmare la carenza di contenuti. La forma non può
prendere il posto del contenuto).
Difficoltà causate dal nuovo modo di fruizione: non c’è più bisogno della struttura lineare che
permetteva di creare un pensiero organico.
Nelle nuove generazioni non si avverte la necessità del mantenimento della struttura lineare di un
pensiero organico. Tutto ciò porta a una difficoltà nel mantenimento dell’attenzione sul singolo
elemento, l’abitudine a considerare immagini e parole con le stesse categorie interpretative e la
necessità di stimoli che portino novità e divergano dalla linearità passiva dell’ascolto e della lettura.
Vantaggi dell’ipertesto:
- Il collegamento dei materiali favorisce l’abitudine alle associazioni (l’ipertesto porta
all’associazione e ad un’associazione mentale che vengono sviluppate). Il libro era un sistema
chiuso (perché finisce), l’ipertesto è aperto.
- Le tecniche avanzate di riflessione critica:;
- La molteplicità delle letture e delle interpretazioni con interventi interni al testo, aggiunte personali
marginali, correzioni e suggerimenti.
Potenzialità/pericolosità conoscitiva
La potenzialità conoscitiva si traduce in una dispersione e frammentazione cognitiva. Si ha dunque
la perdita della capacità di orientamento e critica, che diventa conseguenza logica di un uso
sconsiderato ed inconsapevole dei media. L’immagine, senza il supporto della parola, non aiuta a
riconoscere i contesti che modificano il senso dell’immagine e non permette interpretazioni ma solo
generalizzazioni.(L’immagine, senza la parola, permette solo la generalizzazione).
Tipologie di testi, in base allo scopo della comunicazione abbiamo diverse distinzioni:
- Regolativi: testi che contengono norme, prescrizioni o regole sul comportamento e sull’utilizzo di
un determinato strumento (bugiardini, leggi)
- Informativi: testi che contengono informazioni, dati, notizie e le forniscono in modo oggettivo (sono
caratterizzati dalla totale assenza di commenti da parte di chi scrive). Un testo informativo ben
scritto usa la regola delle 5W: What? When? Where? Who? Why?
- Descrittivi: testi che attraverso parole restituiscono l’immagine di un oggetto. La descrizione può
essere oggettiva o soggettiva.
- Interpretativo-valutativi: testi che danno notizie di opere artistiche o scientifiche culturali, o di
rappresentazioni e manifestazioni, eventi culturali nel sensato più ampio ed accompagnano la
notizia con un commento ed una valutazione. L’obiettivo di questi testi è quello di incentivare la
fruizione dell’evento (le persone si interessano e prendono partner agli eventi).
- Espressivi: sono testi scritti la cui funzione è l’espressione di stati d’animo, emozioni, sentimenti
(taglio soggettivo e personale).
- Narrativi: sono testi scritti o orali in cui chi narra racconta una storia. Sono caratterizzati dalla
presenza di personaggi, di una storia che li lega, di dialoghi e di un’eventuale finalità di chi narra.
- Argomentativi (saggio critico, articolo scientifico, tesi e tesine): testi in cui si presenta una tesi e si
cerca di condivincere il pubblico a cui si rivolge della sua validità. L’argomentazione mette in campo
un complesso di ragionamenti opportunamente coordinati fra loro allo scopo di convalidare o
confutare una tesi (la nostra argomentazione deve essere supportata da una serie di fonti che
hanno lo scopo di sostenere ciò che diciamo). I testi che si affrontano durante il percorso
universitario possono essere di vari tipi: regolativi (testi come il programma di un esame o le regole
per compilare una tesi), informativo (l’orario delle lezioni, il piano di offerta formativa dell’ateneo, il
piano di studi, tutti i testi universitari che presentino notizie: tutto ciò esposto in modo oggettivo,
senza inclusione del punto di vista di chi scrive), testi interpretativo-valutativi (i commenti ai testi
letterari). Nelle università a carattere umanistico prevalgono i testi narrativi ed espressivi; in tutte le
università è possibile incontrare testi di tipo argomentativo (macro-categoria che riguarda tutte le
discipline).
Tipologie di testo argomentativo:
- Saggio critico: in rivista o in volume che costituisce la materia di studio per la preparazione
all’esame;
- Tesina: ovvero “saggio breve”, costituito sulla base di fonti bibliografiche specifiche in relazione ad
un argomento legato alla materia d’esame;
- Tesi (triennale o specialistica): un “saggio lungo” concordato con il docente della materia in cui si
laurea;
- L’articolo scientifico: ovvero un articolo derivante da una ricerca specifica, spesso ricavato dalla
tesi di laurea che viene pubblicato rivista universitaria (e che diventerà materia di studio per le
nuove generazioni di studenti);
- La monografia: è l’elaborato principale, ovvero il libro accademico (saggio estremamente lungo).
Ha il peso di una tesi, scritto da una o più persone e verte su un argomento sviluppato a partire da
una ricerca. E’ dunque la dimostrazione di una ricerca svolta che contiene analisi, formulazione di
un’ipotesi ed analisi dell’ipotesi.
Abstract: anteprima di un articolo, fondamentale poiché determina che una persona legga o non
legga ilo lavoro scritto da un’altra persona. L’abstract è l’anteprima dell’articolo di ricerca ed è scritto
in inglese (800 parole); riassume il contenuto del lavoro e fornisce una panoramica dell’argomento
trattato. Vi sono due grandi tipologie di abstract:
1 Abstract strutturato: è il più chiaro dei due in quanto fornisce una precisa suddivisione in più
sezioni
- Background
- Scopo
- Metodi
- Risultati
- Conclusioni
2 Abstract non strutturato: è un singolo paragrafo ma deve riuscire a fornire la stessa tipologia di
copertura tematica dell’Abstract, strutturato con un giusto equilibrio tra le varie sezioni.
Il titolo è il luogo strategico per l’argomentazione ed è ciò che sicuramente sarà accessibile
liberamente su tutti i motori di ricerca e nei database di indicizzazione. Deve essere interessante,
chiaro e allo stesso tempo deve riassumere in poche parole le informazioni principali del saggio.
Deve attrarre l’attenzione di chi legge e riflettere lo stile ed il tono dell’articolo.
Keywords: dobbiamo entrare nella testa di chi legge e chiederci quale parole leggerebbe. E’ dunque
il punto di vista di chi legge. I risultati della ricerca per le keyword sono direttamente correlati alla
qualità delle keyword che scegliamo. Dobbiamo scegliere le keyword dopo la stesura della prima
bozza dell’articolo, ma prima di aver deciso il titolo o di aver scritto l’Abstract. Dobbiamo individuarne
15-20 che rappresentino il nostro articolo (non solo parolone, ma anche frasi).
Bibliografia: cita tutti i lavori su cui ti sei basato per scrivere il tuo manoscritto, ma evita troppi
riferimenti e pubblicazioni dello stesso ambito. Non inserire letteratura informale: manoscritti inviati e
non ancora accettati, pubblicazioni che non sono state sottoposte a peer review. Inserisci i codici
DOI degli articoli che citi. Utilizza un software come EndNote o Mendeley per sistemare la
bibliografia. La bibliografia e le citazioni in testo devono seguire linee guida per autori della rivista a
cui stai inviando il tuo lavoro. Controlla più volte i tuoi riferimenti ed, in particolare, lo spellino dei
nomi di autori, gli anni di pubblicazione e la punteggiatura.
Lezione 4
Proprietà intellettuale: è l’insieme dei principi giuridici volti alla tutela della creatività dell’intenso.
Possono essere protetti da proprietà intellettuale invenzioni, lavori letterari ed artistici, simboli, nomi,
immagini e disegni. La proprietà intellettuale comprende da un lato la proprietà industriale e dall’altro
la proprietà riferibile al diritto d’autore.
Il diritto d’autore è un istituto giuridico che ad oggi assicura l’incentivo alla creazione artistica
ed alla creazione intellettuale (il diritto d’autore regola i rapporti economici e giuridici quando si
parla di creazione artistica frutto dell’ingegno delle persone). Il diritto d’autore è uno strumento di
“democrazia della cultura” assicurato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Attraverso il
diritto d’autore o copyright, gli autori hanno avuto modo di affrancarsi dal mecenatismo dei capi
politici e religiosi (un tempo non era così).
Con il termine diritto d’autore intendiamo dunque norme che regolano rapporti economici tra chi crea
un’opera, chi ne fruisce e chi la rappresenta. Le invenzioni artistiche coperte da diritto d’autore
spaziano in vari campi (letterarie, musicali...). Riconoscendo diritti esclusivi, morali e patrimoniali ad
autori, si permette loro di dedicarsi alle proprie attività creative.
Quel diritto riconosciuto dall’ordinamento dello Stato a colui che abbia realizzato un’opera
dell’ingegno a carattere creativo, cioè deve essere originale. Il requisito della creatività/originalità può
essere inteso in due sensi diversi: Soggettivo (parliamo di un contributo personale, cioè è un’opera
che esprime l’impronta personale di chi la crea), senso oggettivo (noi possiamo considerare un’opera
originale, fin tanto che essa non è una copia di una creazione pre-esistente).
Il diritto d’autore in Italia:
Italia: Legge n° 633 del 22 aprile 1941 e Libro V del Codice Civile del 1942
Il codice civile (Art 2576 e la Legge n° 633 (Art.6) stabiliscono che i diritti dell’autore sulla propria
opera sono in essere al momento stesso della creazione dell’opera, giacché espressione di uno
sforzo intellettuale o opera dell’ingegno.
Ciò significa che l’acquisizione del diritto è dato dal solo fatto della creazione dell’opera (che però
deve essere in qualche modo espressa formalmente). Nell’art.8 della legge sul diritto d’autore si
afferma testualmente che “è reputato dell’opera, salvo prova contraria, chi è in essa indicato
come tale... ovvero è annunciato come tale nella recitazione, esecuzione, rappresentazione o
radio-diffusione dell’opera stessa”.
Contenuto e durata del diritto d’autore
Il diritto consiste in due elementi fondamentali:
1. Il diritto alla nomionalità dell’opera (detto anche diritto morale), per il quale ciò che è stato creato
dall’autore deve essere riferito allo stesso evitando che altri si possano gloriare dell’operato altrui.
2. Il diritto allo sfruttamento economico (diritto economico o patrimoniale)
Il primo è strettamente legato alla persona, il secondo originariamente all’autore che può cederlo
dietro compenso (o gratuitamente) ad acquirenti che a sua volta può nuovamente cederlo nei limiti
del contratto di cessione e della legge applicabile.
Diritto morale, si specifica in una serie di facoltà:
1. Il diritto d’inedito. L’opera non è stata precedentemente pubblicata.
2. Il diritto alla paternità dell’opera (non cessa mai):
- L’usurpazione della paternità dell’opera costituisce plagio.
- L’editore è obbligato a riprodurre e porre in vendita l’opera con il nome dell’autore, ovvero anonima
o pseudonima, se ciò è previsto dal contratto.
- Il diritto di paternità tutela anche l’interesse pubblico garantendo la collettività da ogni forma di
inganno o confusione nell’attribuzione della paternità intellettuale.
- dopo la morte dell’autore mantengono tali diritti i discendenti
3. Il diritto all’integrità dell’opera. L’autore ha diritto ad essere giudicato dal pubblico per l’opera
così come stata concepita.
4. Il diritto di ritirare l’opera dal commercio: il diritto di pentimento. L’art. 2582 Del codice civile
prevede che l’autore qualora concorrano gravi ragioni morali abbia diritto di ritirare
l’opera dal commercio.
Diritti di utilizzazione economica
Le norme sul diritto d’autore commerciale regolano i seguenti diritti: pubblicare, riprodurre,
trascrivere, eseguire rappresentare o recitare in pubblico, comunicare al pubblico, distribuire,
tradurre ed elaborare, noleggiare e dare in prestito.
Estinzione del diritto economico
Il diritto di utilizzo economico si estingue decorso un certo periodo dalla morte dell’autore (70 anni).
Il diritto morale non si estingue mai. Estinto il diritto commerciale, l’opera diviene di pubblico dominio
(un’opera appartiene a chiunque) ed è liberamente utilizzabile da chiunque, anche a fini economici,
purché sia rispettato il diritto morale alla titolarità artistica.
Diritto d’autore vs. Copyright
Il concetto di diritto d’autore e quello di copyright, pur se ovviamente interconnessi, non sono affatto
coincidenti.
Diritto d’autore: l’accento è posto sul diritto dell’autore di un’opera dell’ingegno di veder riconosciuti
la paternità intellettuale e il diritto di sfruttamento economico dell’opera prodotta. L’autore è il titolare
naturale del diritto di proprietà sulla sua opera. Può cederla in concessione temporanea o
permanente a un editore che può produrre delle copie da vendere agli utenti. Gli utenti pagando una
certa cifra, possono acquistare una di tali copie e usarla, ma non diventano proprietari del prodotto
intellettuale, ne ereditano il diritto di copia; dunque non possono a loro volta fare copie e distribuirle
in alcuna forma.
Copyright (diritto di copia) : l’accento è posto sulla salvaguardia delle “edizioni autorizzate”
dell’opera dalla riproduzione non autorizzata.
Il diritto d’autore
La normativa e il concetto stesso di diritto di autore sono conquiste dell’era moderna. Fino all’epoca
rinascimentale si viveva di proventi di attività pubbliche o private (mecenatismo). Con la diffusione
della stampa la produzione libraria diviene un avere propria attività industriale. (La diffusione della
stampa ha permesso a chi stampa di diventare una figura dell’industria a tutti gli effetti).
Le prime leggi in materia furono emanate nel regno d’Inghilterra agli inizi del settecento. La codifica
legislativa del diritto d’autore è giunta fino ai giorni nostri pressoché intatta. La sua applicazione è
stata progressivamente estesa nel corso del tempo per farvi rientrare i nuovi supporti e mezzi di
diffusione delle opere.
Il diritto d’autore nel digitale: cosa avviene quando l’evoluzione dei mezzi di riproduzione rimuove
queste difficoltà materiali ed economiche, rendendo la riproduzione immediata e accessibile a
chiunque? Il digitale permette di riprodurre quest’oggetto (opera) una quantità infinita di volte senza
che si degradi e soprattutto a costi ridotti.
La produzione illegale di prodotti intellettuali in formato digitale si è diffusa rapidamente. Basti
pensare al fenomeno dei CD audio e dati ma sterilizzati o a quello più recente della distribuzione di
brani musicali in formato MP3 attraverso Internet. Dibattito teorico (ma anche pratico), fortemente
polarizzato su due posizioni entrambe in qualche misura “estreme”:
1. Posizione di chi è a favore del copyright (I colossi editoriali, l’industria dello spettacolo, e buona
parte di autori, affiancati dalla maggior parte delle aziende tecnologiche.
Movimento del no copyright o del copyleft: Le tradizionali normative a protezione del diritto di autore
non hanno più alcuna ragione di esistere nell’era digitale, dato l’abbattimento dei costi di
riproduzione e distribuzione. Ritengono che l’informazione e i contenuti debbano circolare
liberamente e gratuitamente. Il copyleft gioca con la propria controparte “copyright” in termini
semantici. Il “copyleft” viene reso in italiano quindi come “permesso”.
Copyleft
Marandola “ il copyleft permette di riutilizzare o riprodurre l’opera riconoscendo i diritti morali
(paternità e integrità) all’autore originario”
Il copyleft riconosce i diritti morali dell’autore e permette di decidere il grado di libertà con cui far
fruire la propria opera. Si basa su un codice di licenze, denominate General Public Licenses. Si
tratta di un movimento nato da persone che sviluppavano software. In informatica, open source
(codice sorgente aperto) indica un software la cui licenza prevede necessario necessario rilascio del
codice sorgente.
2. La licenza Il contratto di licenza d’uso è lo strumento maggiormente utilizzato per la pubblicazione
dei prodotti digitali protetti dal diritto d’autore. Attraverso questo contratto, il licenziante dà al
licenziatario il godimento del prodotto per un periodo di tempo determinato o indeterminato, dietro
pagamento di un canone o di un compenso fisso. Le licenze presentano problematiche diverse in
base al prodotto che si concede in licenza: software, corsi di formazione online...
Creative commons
Fondate nel 2001 da Lawrence Lessig. Si tratta di licenze che offrono un sistema flessibile per la
gestione dei diritti. Si basano sul principio “some rights reserved” (alcuni diritti riservati). Si pongono
a metà strada tra il modello restrittivo di copyright tradizionale il il modello posto del public domain
(“no rights reserved”). CC (licenze) è una modalità che consente di mantenere la proprietà
intellettuale e assegnare i diritti per la fruizione della stessa, che siano condivisibili da tutti coloro
che ne fanno uso. E’ un’invenzione che ha cambiato in maniera permanente la questione del
copyright e della fruibilità delle opere.
Autori ed editori che scelgono di pubblicare i prodotti scientifici direttamente in modalità OA (open
access, accesso aperto) hanno la facoltà di definire le corrette condizioni di uso di tali opere. Il
sistema di licenze di Creative Commons (CC) È il più adottato perché offre una serie di licenze di
facile utilizzo, standardizzate, che autori possono affiggere alle loro opere al fine di indicare a quali
condizioni possono essere usate. Grazie a queste licenze non è più necessario contattare chi
detiene il copyright per sapere come possono utilizzare l’opera. L’opera è quindi resa disponibile a
tutti in conformità con le condizioni della licenza CC prescelta.
Le licenze CC sono espresse in tre formati diversi:
1. Common Deed: È il primo documento visibile, un sommario dei termini chiave della licenza
attuale, che esplicita cosa può o non può essere fatto con la licenza.
2. Legal Code: è l’effettiva licenza, significativa ai fini della legge.
3. Digital Code: contiene gli elementi chiave della licenza che vengono applicati a un’opera al fine di
garantirne la sua reperibilità attraverso i motori di ricerca.
Creative Commons (6 licenze)
Le 6 licenze rilasciate a partire dal 16 dicembre 2002):
1 Attribuzione 2 Esempi Moodle
su
12
RICERCA BASE
13
RICERCA AVANZATA
14
ESEMPIO 1: LA COSCIENZA DI ZENO
15
22/10/20
16
22/10/20
17
ESEMPIO 1: INSERIMENTO DEI DATI
18
ESEMPIO 1: ELENCO RECORD TROVATI
19
ESEMPIO 1: SCHEDA LIBRO
20
ESEMPIO 1: DOVE LO TROVO
codice SBN
↑
O
21
codice
dentificat
della
Biblio Naz
.
ESEMPIO 1:
SCHEDA LIBRO BIBLIOTECA
22
Scelgo la copia che si trova alla Biblioteca Nazionale, clicco e vengo reindirizzato al catalogo
informatizzato della biblioteca dove ritrovo i dettagli della ricerca precedente, più due in più
(COLLOCAZIONE E INVENTARIO).
Se avessi bisogno di prendere questo libro potrei andarci e avere accesso alla copia.
SDIAF 1. Creazione
1. Ricerca
(SDIAF.COMUNE.FI.IT/CATALOGHI.HTML) delle fonti
2. valutazione
3. pubblicazione
4. archiviazione
Obiettivi:
¢ Rendere possibile l’accesso per tutti i cittadini al mondo
dell’informazione e della conoscenza.
¢ Valorizzare le radici storico-politico-sociali del territorio
tramite iniziative di promozione del patrimonio bibliografico
conservato.
SCHERMATA DI APERTURA SDIAF
24
SDIAF: MASCHERA DI RICERCA
22/10/20
25
ESEMPIO 2: IL TRENO HA FISCHIATO
26
ESEMPIO 2: INSERIMENTO DEI
DATI
27
ESEMPIO 2:
ELENCO DEI RECORD TROVATI
28
ESEMPIO 2: SCHEDA LIBRO
29
ESEMPIO 2: SCHEDA LIBRO
30
Faccio una ricerca libera e cerco il mio libro. Nel momento in cui clicco su esegui ricerca, grazie alle parole
chiave inserite ottengo dei risultati che non corrispondono a ciò che avevo cercato. (... appunti non
completi)
1. Creazione
1. Ricerca
ONE SEARCH UNIFI delle fonti
(HTTP://ONESEARCH.UNIFI.IT) 2. valutazione
3. pubblicazione
4. archiviazione
¢ Inserendo le credenziali di
Ateneo è possibile creare
un profilo con le proprie
discipline di riferimento per
migliorare la ricerca,
effettuare prenotazioni,
proroghe, proporre acquisti.
¢ Offre la possibilità di
accedere alle risorse fuori
dalla Rete dell’Ateneo 32
tramite login.
ONESEARCH SBART
HTTPS://ONESEARCH.SBART.EU/PRIMO_LIBRARY/
LIBWEB/ACTION/SEARCH.DO?VID=39SBART_V1
22/10/20
¢ Federazione di sistemi bibliotecari degli Atenei
toscani
¢ Comprende le risorse cartacee e digitali delle
Università di Firenze, Siena, Pisa, Scuola
Superiore Sant'Anna e tutti gli altri Enti
collegati.
¢ Consente la ricerca nei singoli cataloghi di
Ateneo (ad es. Unifi, Unipi e Unisi) oppure nel
catalogo integrato SBART
33
1. Creazione
COME SI 1. Ricerca
REPERISCONO delle fonti
2. valutazione
LE RISORSE ACCADEMICHE 3. pubblicazione
4. archiviazione
¢ Uso dei motori di ricerca: un motore di ricerca
generalista (es. Google) ci conduce a risorse
interessanti ma anche ad altre non attendibili.
¢ 2 strumenti più precisi:
1. Google Scholar (http://scholar.google.it/), presenta
risultati ottenuti da “documenti approvati per la
pubblicazione, tesi, libri, abstract e articoli di case
editrici accademiche”, ecc.
2. Google Books (http://books.google.it/), un servizio
di Google basato sulla digitalizzazione di milioni di
volumi (è possibile in alcuni casi la preview di una
parte del libro).
IL CASO DI GOOGLE BOOKS
(HTTPS://BOOKS.GOOGLE.IT)
39
IL CASO DI GOOGLE BOOKS
(HTTPS://BOOKS.GOOGLE.IT)
40
LE DIGITAL LIBRARIES:
PER UNA DEFINIZIONE (1)
La biblioteca digitale è…
uno spazio in cui mettere insieme collezioni, servizi e
persone a supporto dell’intero ciclo di vita della creazione,
uso, preservazione di dati, informazione e conoscenza
43
LE DIGITAL LIBRARIES:
PER UNA DEFINIZIONE (2)
50
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)
51
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)
52
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)
53
INTERNET ARCHIVE
(HTTP://WWW.ARCHIVE.ORG)
54
1. Creazione
1. Ricerca
delle fonti
PROGETTO GUTENBERG 2. valutazione
3. pubblicazione
WWW.GUTENBERG.ORG 4. archiviazione
55
WWW.GUTENBERG.ORG
56
WWW.GUTENBERG.ORG
57
WWW.GUTENBERG.ORG
58
WWW.GUTENBERG.ORG
59
WWW.GUTENBERG.ORG
60
EUROPEANA COLLECTION
(WWW.EUROPEANA.EU)
¢ Biblioteca digitale europea attiva dal 2009 ispirata al Progetto
Gallica della Bibliothèque Nationale de France.
¢ Opita contributi digitalizzati da molte istituzioni dei paesi
membri dell’Unione.
¢ Fornisce l’accesso a più di 50 milioni di voci digitalizzate (libri,
musica, opere d’arte e molto altro ancora) provenienti da
diverse istituzioni dei paesi membri dell'Unione Europea, in 30
lingue
¢ Raccoglie migliaia di archivi, biblioteche e musei di tutta
Europa per condividere il patrimonio culturale a scopo
ricreativo, educativo e di ricerca
¢ Ospita collezioni tematiche a tema arte, musica, fotografia,
storia naturale, sport ecc. 61
JSTOR
22/10/20
¢ Biblioteca digitale
di riviste e libri
accademici.
62
WE TRANSFORM THE WORLD WITH CULTURE! WE WANT TO BUILD ON EUROPE’S RICH HERITAGE
AND MAKE IT EASIER FOR PEOPLE TO USE, WHETHER FOR WORK, FOR LEARNING OR JUST FOR
FUN.
63
1. Creazione
NON È PROPRIO 1. Ricerca
delle fonti
TUTTO COSÌ SEMPLICE… 2. valutazione
3. diffusione
4. archiviazione
¢ Difficoltànell’adozione di standard
(che garantiscano l’interoperabilità)
¢ Conservazione delle memorie digitali
(persistenza dei dati)
¢ Copyright (limiti imposti dal diritto
d’autore)
64
Lezione 6
Ricerca delle fonti: la schedatura
Che cos’è una ricerca bibliografica? È un’attività che permette di accertarsi dell’esistenza dei
documenti pubblici e di accedere al loro contenuto. È un processo importante in ambito accademico
perché consente di ottenere informazioni rilevanti circa l’argomento di cui si occupa o semplicemente
di nostro interesse. Per essere produttiva, e quindi finalizzata all’informazioni che vogliamo ottenere e
alla stesura della bibliografia, la ricerca deve essere condotta con metodo, attenzione e sistematicità.
Che cosa possiamo/dobbiamo considerare quando si effettua una ricerca bibliografica?
1. Definire in maniera chiara l’ambito entro il quale si svolgerà la ricerca e analizzare i contenuti;
2. Definire il punto focale della ricerca;
3. Avere cura di compiere ricerche non troppo generiche o che coinvolgano un campo di indagine
eccessivamente ridotto;
4. Valutare l’attendibilità dei dati;
5. Analizzare la terminologia adottata: usare vocaboli adatti al nostro ambito di ricerca
6. Raccogliere le informazioni utili;
7. Costruire il corpus bibliografico;
8. Affinare e arricchire il corpus bibliografico.
Schedario digitale o cartaceo? Una volta iniziata alla ricerca riferiti i primi documenti, inizia la fase
della schedatura (inizio vero e proprio della ricerca bibliografica). Il corpus bibliografico Deve essere
schedato e catalogato in modo ordinato e sistematico. Prima della rivoluzione digitale, il metodo più
usato per catalogare le proprie risorse e prevedeva la creazione di schede cartacee da archiviare in
ordine alfabetico per soggetti e tematica.
La scheda, antenato del record bibliografico informatizzato: la catalogazione avveniva tramite la
compilazione di schede cartacee. Cartoncini con campi precompilati riempiti a mano con i dati più
importanti come: autore, titolo, date, eventuali note sulla conservazione. Erano raccolti in schedari
secondo un ordine preciso. Vi era una maggiore complessità nelle fasi di ricerca ma garanzia di
conservazione dei dati.
La schedatura attraverso WORLD, EXCEL e ACCESS: La diffusione del pc e la rivoluzione di Internet
hanno inciso sensibilmente su questa parte del lavoro.oggi è possibile usare programmi come
Microsoft Word e Excel per trasporre le schede cartacee sul computer, oppure per crearne di nuove.
In questo caso è sufficiente:
- Creare una cartella con molti file dedicati alla bibliografia.
- Appuntarvi gli estremi bibliografici di ogni fonte consultata, compresa la biblioteca in cui è depositato
il volume e la sua collocazione o segnatura.
- Per i documenti consultati in rete, occorre trascrivere gli indirizzi web.
Nella creazione di una scheda è importante: dare rilievo alle informazioni bibliografiche di base del
volume o dell’articolo che si sta catalogando per cui autore, titolo, luogo e anno di edizione,
collocazione in biblioteca o URL, esempio di trasposizione su un foglio Word di questa forma di
schedatura alfabetica:
Schedatura per autore: alle informazioni bibliografiche primarie può essere utile aggiungere ulteriori
specifiche, funzionali ad avere memoria dei tratti salienti dell’opera consultata, dell’autore,
dell’edizione. Così, ad esempio, le schede potrebbero essere arricchite dalla scheda libro su cui
abbiamo lavorato aggiungendo: parole chiave, breve sintesi, citazioni, analisi.
Schedatura per tematica: le schede tematiche sono trasversali alla Bibliografia consultate
permettono di attraversarla facendosi guidare da un argomento da una parola chiave anziché da un
autore. Così ad esempio, nel caso di una tesi su James Joyce, alcuni temi trasversali alla tesi
potranno essere l’Irlanda del 900, la cultura cattolica, il modernismo.la scheda tematica rispetto a
questi argomenti si presenterà allora come segue:
Programmi che consentono la gestione sistematica della bibliografia: Mentre in Word siamo noi a
costruire le schede, in un unico più file, nel caso dei software di seguito elencati, questi si
sostituiranno a noi alcune operazioni: End Note e RefMan. Questi sono software a pagamento che
permettono di importare direttamente dal web dei cataloghi online le referenze, creando un database
personale di citazioni.
Funzionalità di questi programmi
Creare una libreria personale:
- Contiene tutta la bibliografia in nostro possesso;
- Consente di salvare le ricerche effettuate sui cataloghi organizzarle sistematicamente dividendo le
voci per argomenti;
- Importare automaticamente una citazione bibliografica completa, anche da un catalogo
bibliografico, banche lati, siti web;
- Associare alle schede bibliografiche create file di vario tipo (PDF, immagini, file audio) è un numero
di parole chiave che possono aiutare a reperire una scheda in fase di ricerca;
- Esportare tutto l’archivio una parte di esso in un documento di scrittura, creando una bibliografia;
Creare di inserire note e citazioni in un testo.
ENDNOTE X7
¢ Software disponibile in versione demo (completamente
22/10/20
gratuita) oppure a pagamento con maggiori funzionalità.
¢ La versione demo "EndNote Web" è accessibile da questo
indirizzo, con validità 30 giorni.
¢ Una volta scaduta questa demo per continuare ad usare il
programma dovrete acquistarlo.
15
ENDNOTE X7
22/10/20
16
ENDNOTE X7 (1)
22/10/20
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ENDNOTE X7 (2)
22/10/20
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ENDNOTE X7 (3)
22/10/20
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ENDNOTE X7 (4)
22/10/20
20
ENDNOTE X7 (5)
22/10/20
21
ENDNOTE X7 (6)
22/10/20
22
ALTRI SOFTWARE..
22/10/20
¢ Zotero (gratis): <https://www.zotero.org/>
¢ Mendeley (gratis):
<https://www.mendeley.com>.
23
MENDELEY
22/10/20
24
22/10/20 ECLAP 2012 - OA WORKSHOP
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ZOTERO (1)
ZOTERO (2)
22/10/20
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ZOTERO (3)
22/10/20
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ZOTERO (4)
22/10/20
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ZOTERO (5)
22/10/20
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ZOTERO (6)
22/10/20
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ZOTERO (7)
22/10/20
31
ZOTERO (8)
22/10/20
32
ZOTERO (9)
22/10/20
33
UNIFORMITA’
22/10/20
Qualunque sia il metodo prescelto è bene cercare
di essere sistematici e coerenti.
TAKE IT EASY
Strumenti. Norme editoriali per i testi scientifici
Giustificato, interlinea
Layout su Word: barra strumenti -> layout di pagina -> margini. (Superiore 2,5)
Layout su Open Office: formato -> pagina.
L’impostazione di layout è la prima cosa da fare: determinano i margini della nostra scrittura ed
evitano che ci siano problemi con la stampa. I margini del testo nell’editoria prendono il nome di
“zona morta” (zona dove non c’è testo).
Una volta deciso il layout dobbiamo considerare l’interlinea (spazio tra le righe). Di solito si tende ad
usare un’interlinea di 1,5 per le tesi, ma per i testi di carattere scientifico si tende ad utilizzare
l’interlinea 1.
Rientri su Word: la prima possibilità è quella di usare il righello. Tramite quest’ultimo spostiamo la
freccia superiore del righello che indica che stiamo agendo sulla prima riga del testo; se sposto
anche la seconda freccia sposo tutto il testo. Dunque se voglio fare il rientro solo della prima riga
sposto solo la freccia superiore. (Dimensione standard= 1cm). Se non abbiamo il righello, la seconda
alternativa sono le impostazioni di paragrafo: formato -> paragrafo. Se clicchiamo su “sporgente” si
spostano tutte le linee del paragrafo ad eccezione della prima.
- Corpo del testo: testo vero e proprio del nostro elaborato. Si sceglie il Times New Roman perché
non è a pagamento, ma il suo grande vantaggio è che legge le lingue dall’alfabeto non latino.
I segni di punteggiatura
1. La virgola: pausa minima all’interno della frase. Non abusarne per separare due frasi di senso
compiuto. O le due frasi vengono rese come coordinate, o si esplicita la subordinazione fra loro, o
diventano due frasi separate.
2. Il punto: pausa più lunga rispetto alla virgola, conclusione frase di senso compiuto. È in generale
da preferirsi agli altri segni o di punteggiatura per la sua capacità di strutturare chiaramente un testo
ben scandito nelle sue parti. Ma non si deve andare a capo ogni volta che si mette un punto.
3. I due punti: pausa intermedia tra punto fermo e virgola. Segnano un rapporto diretto tra la parte
precedente e seguente, la quale di solito è un’esemplificazione, una citazione direttamente collegata
a quanto c’è prima. Non si deve ricorrere all’uso dei due punti più di una volta all’interno di un
periodo.
4. Il punto e virgola: pausa intermedia tra punto fermo e virgola. Indica un rapporto di quasi pari
importanza tra le due parti che separa. Molto diffuso in italiano, viene usato più raramente in diverse
lingue straniere.
5. Il punto esclamativo: la forza di una frase non ha bisogno di segni grafici di enfasi, e se non a
forza, non sarà un punto esclamativo a darla! Il punto esclamativo testimonia infatti un’espressione
soggettiva ed enfatica non adatta a un testo accademico. Limitate al massimo l’uso del punto
interrogativo: usata la prima volta, la domanda retorica può essere efficace, la seconda annoia, la
terza disturba. Dite semplicemente ciò che pensate, senza fingere di chiedere conferma a chi legge.
6. Le virgolette: uso inconsueto, autoriale (rispecchia la personalità di chi scrive), originale e
metaforico di una parola. Vanno usate con estrema parsimonia, è solo per indicare un uso diverso
da quello standard. Si usano virgolette diverse: in genere si usano le virgolette per esprimere una
parola con le virgolette singole. Le virgolette doppie per citazioni.
7. Segni logico-matematici: quali frecce, segno di uguaglianza, equazioni, elenchi numerati, se non
giustificati dall’argomento della tesi e dalle convenzioni grafiche del settore devono essere evitati.
8. Le (parentesi): Aggiungere informazioni secondarie ma relative a quanto immediatamente
precede. Non ne abusate: se la considerazione è importante, conviene metterla direttamente nel
testo. Una parentesi più lunga di una riga, o una riga e mezza disturba la linearità della frase, e
segnala con la sua stessa lunghezza la necessità di farne o una nota o una frase autonoma.
L’abbondanza di parentesi rivela un mancato ordinamento d’insieme delle idee, un pensiero di tipo
digressivo e non programmato, oppure un vezzo stilistico inopportuno.
9. I tre puntini (…): vanno messi solo per indicare che all’interno di una citazione avete tagliato
alcune parti, sostituite appunto con […]. Non usateli in funzione espressiva per indicare una
sospensione del ragionamento.
Usanze tipografiche
Le usanze tipografiche sono in buona parte condivise ma esistono alcune divergenze dal lingua a
lingua.
I segni di punteggiatura vanno sempre dopo:
- Le virgolette - «parola», -
- Le parentesi - (parola), -
- I richiami delle note - parola¹ -
Lasciare un solo spazio dopo ogni segno di punteggiatura ma nessuno spazio prima del segno di
punteggiatura:
- Fanno eccezione le parentesi: lasciare uno spazio tra l’apertura di parentesi e la parola
precedente;
- Fanno eccezione le virgolette di apertura;
- Fa eccezione la lingua francese.
I doppi spazi in automatico si eliminano così: comando cerca-trova. Cerchiamo il doppio spazio e lo
sostituiamo con lo spazio singolo.
Utilizzo degli spazi:
- Usare un solo spazio tra una parola e l’altra;
- In presenza del trattino medio ( - ) lasciare uno spazio prima di dopo;
- Non lasciare uno spazio tra l’apostrofo e la parola che segue;
- Per i nomi con doppia iniziale, nessun spazio tra le iniziali (E.A. Poe)
Due testi uguali ma con errori di
I
spaziatura.
- Citazioni dei versi e manoscritti: Se si citano versi di poesia nel testo, vanno inseriti in citazione a
blocchetto, in corpo testo separato:
Verso
Verso
Verso
In nota i versi della poesia sono separati tra loro da una barra obliqua: «verso / verso». Se si citano
invece testi manoscritti, la separazione tra due carte va indicata con una barra verticale ( | ).
NB. Se in una citazione è necessario modificare una parte del testo citato per esigenze di
concordanza grammaticale con il resto della frase, la parte modificata va tra quadre: [ ].
- Citazioni a blocchetto: Si fa una citazione a blocchetto quando la frase che costituisce la
documentazione che si vuole riprodurre è molto articolata e troppo lunga per essere inserita nel
corpo del testo (generalmente supera le tre righe) e viene perciò contrassegnata da uno stile
particolare che ne marchi la differenza rispetto al testo stesso. Tale citazione non viene messa tra
virgolette, perché è già evidenziata dal corpo minore è separata dal resto del testo.
L’indicazione bibliografica della citazione: L’indicazione della fonte bibliografica può essere data tra
parentesi tonda alla fine della citazione (sempre in corpo minore), oppure in una nota a pié di
pagina secondo le scelte fatte per la bibliografia.
Per inserire una citazione a blocchetto possiamo utilizzare i comandi dedicati agli “stili e
formattazione“ del menu “formato“ e creare uno stile personalizzato da applicare quando si presenta
la necessità di questo tipo di citazione.è anche possibile selezionare uno stile già esistente e
impostare le formattazione per il carattere e per il formato del paragrafo che
desideriamo.generalmente le citazioni a blocchetto risultano rientrate nel margine sinistro (1cm)
-talvolta anche destro-, hanno un corpo ridotto di un punto rispetto a quello del testo.
Per creare una citazione a blocchetto si può anche utilizzare il righello.
Altrimenti: formato -> paragrafo -> rientro di 1cm a sinistra.
- Citazioni in nota: si riportano le citazioni in nota quando la documentazione che si vuole produrre
ha un’importanza secondaria rispetto all’argomentazione svolta (ne costituisce una precisazione,
un’aggiunta), tanto da interrompere il filo del discorso se messa nel corpo del testo, o a blocchetto.
La citazione viene quindi messa in una nota nel margine inferiore della pagina, legata al testo da un
esponente numerico, in un corpo minore.
Note informative o esplicative
Le note di una tesina o di una tesi sono testi informativi che accompagnano il testo principale e
possono essere collocate a pié di pagina, alla fine del capitolo o alla fine di tutto il testo, cui sono
richiamate da esponenti numerici. Quest’ultima soluzione meno funzionale perché costringe chi
legge interrompe continuamente l’attenzione sul testo dovendo spostarsi alla fine del libro. La nota
a piedi pagina, al contrario, permette di seguire la spiegazione senza distogliere l’attenzione dal
testo principale, a cui si può tornare immediatamente dopo aver letto la nota.
Le note informative servono a:
- Spiegare alcuni punti complessi del testo;
- Definire termini tecnici;
- Riportare citazioni in lingue straniere citate in traduzione a testo o viceversa;
- Commentare o approfondire passi del testo stesso;
- Inserire digressioni, ulteriori argomentazioni o citazioni di sostegno alla tesi.
Inserisci note
I programmi offrono la possibilità di scegliere tra le note a pié di pagina e le note di chiusura e di
impostarne la numerazione il formato secondo le nostre esigenze. Scegliendo una numerazione
progressiva delle note, questa cambierà automaticamente con l’eliminazione o l’aggiunta di una
nuova nota essere a continua fino alla fine del testo.per ricominciare la numerazione ogni capitolo,
sarà necessario dividere il testo in sezioni (corrispondenti ai capitoli) con il comando apposito nel
menu “inserisci” e scegliere l’opzione che permette di far iniziare la numerazione a ogni sezione.
Note
Attenzione a:
1. Controllare la corrispondenza testo-nota, sia per quanto riguarda il contenuto del testo, sia per
quanto riguarda la forma: nell’impaginato gli esponenti delle note non devono slittare alla pagina
seguente, perdendo la corrispondenza con il testo.
2. Ricordarsi di non andare a capo nelle note, che sono un testo breve sintetico.
Per mettere una nota al titolo del testo si userà l’asterisco (*) e non un esponente numerico. Le note
sono a pié di pagina; l’esponente di notava posto prima del segno di interpunzione (fatta eccezione
per le citazioni rientrate).
Note bibliografiche
È un sistema di citazione, diffuso soprattutto in ambito umanistico, secondo cui si indicano
estesamente tutti i riferimenti della fonte sia in bibliografia, sia nel testo. La prima volta i titoli sono
concitazione estesa (autore, titolo, editore, città, anno, pagina). Le volte successive con un richiamo
“secco” (autore, titolo, Cit., Pagina). Le note tratte dalla stessa fonte non ripetono l’indicazione
bibliografica, ma la indicano in ordine di continuità.
Un’opera esercitata in una nota precedente viene ripresa con la formula “Cit“. un’opera citata nella
nota immediatamente precedente viene indicata con la formula “ivi“ e il numero di pagina. Oppure
“ibidem“ se è uguale al precedente.
Usi del corsivo
Il corsivo usato:
- Per conferire enfasi (cioè per porre in particolare risalto alcune parole nel contesto del discorso).
- Per vocaboli e modi di dire in lingua straniera che non sono entrati ancora nell’uso italiano e ai
termini tecnici e specialistici.
- Per titoli di opere (libri, saggi, film, quadri, sculture, drammi teatrali, opere musicali).
- Non si usa per i nomi di istituzioni e monumenti (esempio ministero degli esteri, Colosseo).
Usi del sottolineato e del grassetto
Il sottolineato non si usa nei testi a stampa.non si usa il grassetto (se non per i titoli dei capitoli o per
altre esigenze di visibilità tipografica approvate dal relatore).
Lezione 8
Bibliografia
Al termine di un testo scientifico Va posta la bibliografia delle opere utilizzate. Comprende tutte le
fonti usate durante la ricerca, anche quelle non citate (purché il latte). La bibliografia scientifica deve
comprendere una maggioranza di referenze cartacee (rispetto alle fonti Internet). Le referenze
vanno ordinate alfabeticamente per cognome di autore in ciascuna delle sue sezioni.
La bibliografia va preferibilmente distinta in fonti primarie e testi critici.ulteriori suddivisioni della
Bibliografia, seconda dei tipi di supporto delle fonti, possono rendersi necessarie. Per un’esposizione
più ordinata, si può dividere la bibliografia in sezioni.
Una bibliografia ben preparata è di supporto agli argomenti sostenuti dall’autore nel testo,
suggerisce percorsi utili per un ulteriore approfondimento e permette a chi legge di risalire facilmente
alle fonti consultate da chi scrive.inoltre, da conto del confronto culturale sul tema considerato,
segnalando tutti i possibili contributi.
Struttura di un riferimento bibliografico, cosa non deve mancare?
1. Autore e curatore
2. Titolo
3. Pubblicazione (città e casa editrice)
4. Anno di pubblicazione
5. Numero delle pagine (solo per articoli contenuti in monografie e periodici, essenziali per
localizzare il documento)
6. Nel caso di testi in lingua originale diversa dall’italiano, servono i riferimenti del testo originale e
della traduzione italiana edita.
Bibliografia a ordinamento alfabetico
Vengono presentati i testi letti o citati secondo l’ordine alfabeto dei cognomi di autori (i doppi
cognomi vanno ordinati come se non vi fosse separazione tra le due parti: Dal Vecchio verrà prima
di D’Ancona. Nel caso di opere scritte da due o più autori, viene scelto il primo in ordine alfabetico.
Le opere di vari autori, come gli atti di convegni o le miscellanee, vengono spesso citate sotto il titolo
dell’opera stessa, privo di articoli e preposizioni.
La bibliografia ad ordinamento cronologico
Vengono presentati i testi letti o citati in ordine cronologico di pubblicazione. L’ordine cronologico è
utile quando si voglia elencare tutti gli studi consultati eccitati su un determinato argomento o autore.
Citare:
1. Pubblicazioni a stampa (anno)
2. Pubblicazioni in rivista (mese di pubblicazione)
1. Pubblicazioni su quotidiani (dotate di giorno, mese, anno)
Organizzazione della bibliografia
Ordine alfabetico per cognome dell’autore.
- Se in presenza di più opere dell’autore stesso, si procede in ordine cronologico, e dalla seconda
voce, il cognome e nome dell’autore vengono sostituiti con un doppio trattino.
Monografie e traduzioni
Cognome Nome, Titolo, eventuale curatore o traduttore, editore, luogo di pubblicazione (senza
virgola tra luogo e data).
Curatele
Cognome nome (a cura di), titolo, editore, città, anno di pubblicazione.
Opere classiche
Es.
In nota:
- Ovidio, Metamorfosi, III, vv.339-510.
In bibliografia:
- Publio Ovidio Nasone, Metamorfosi, a cura di P. Bernardini Marzolla, con uno scritto di I. Calvino,
Einaudi, Torino 2005.
Fonti online
Indirizzo URL dal quale la risorsa è accessibile, racchiuso tra parentesi uncinate (<>), Con
indicazione della data di consultazione (mese/anno). Eliminare il collegamento ipertestuale
(selezionare l’indirizzo, tasto destro, elimina collegamento ipertestuale).
I ruoli redazionali sono la persona che scrive e quella che legge. Dal momento della scrittura della
bozza, ci sono una serie di procedimenti importanti (es. Messa a norma, impaginazione, revisione,
pubblicazione…).
Il processo editoriale ha inizio con un incontro tra colui che intende pubblicare l’opera ed una
redazione. All’interno di ciò che la seconda slide descrive come la serie di processi all’interno del
flusso editoriale, esiste una specie di micro-flusso che è il flusso redazionale, il quale fa parte del
lavoro editoriale in senso più ampio: comprende la messa a norma, la valutazione, la pubblicazione
(…). Il flusso redazionale è dunque quella parte sulla quale ci soffermeremo oggi.
Fase 1: arrivo dell’articolo
Compiti:
- I documenti originali dovrebbero essere inviati al Comitato scientifico o al Direttore come allegati di
posta elettronica (archivio elettronico di dati storici), in formato .doc o .docx.
- Acquisizione sicura dell’articolo.
- Caricamento e salvataggio dell’articolo nel database.
Salvataggio dei documenti
Dopo l’inserimento dell’articolo o volume nel database, l’autore riceve una e-mail di conferma della
ricezione. A questo punto il testo è pronto per:
- Ricevere un primo parere espresso dal comitato scientifico
- Essere avviato al processo di peer-review.
Fase 2: designazione dei revisori
Compiti:
- Richiesta di peer-review
- Definizione di tempi e modalità
- Invio del saggio o del volume
Processo di referaggio (peer-review)
Il Direttore editoriale della rivista, oppure il Comitato scientifico di una Collana si occupano della
Selezione dei revisori (di solito due, anonime). La Peer-review È un processo lento, può richiedere
diverse settimane di tempo. I revisori ricevono il prodotto editoriale (solitamente) anonimo e lo
valutano.
Tipologie di peer-review
- Single blind: I revisori conoscono gli autori, ma gli autori non sanno chi sono i revisori. Questo tipo di
Peer-review si chiama single blind, vale a dire che una delle due parti e nascosta all’altra, ma non
viceversa.
- Double blind: Nella peer-review double blind (a doppio cieco), gli autori Non conoscono che
effettuerà la revisione dell’oro articolo i revisori non conoscono gli autori dell’articolo.
- Open: La open peer-review Prevede che l’autore i revisori si conoscano reciprocamente. Secondo
alcuni, questo modo di operare rende il processo di revisione e di successivo commento più sincero e
oggettivo.
- Social: si parla di social peer-review Quando chiunque (nella comunità degli scienziati) può valutare
un articolo, ma dopo la sua pubblicazione (al contrario degli altri tipi di peer-review che hanno luogo
prima della pubblicazione del saggio).
Scheda di referaggio
Modalità di revisione
Letture incrociate
La prima lettura viene congedato è passata in seconda lettura al secondo redattore. Il secondo
redattore prende in considerazione tutte le correzioni effettuate dal primo e:
- Le accoglie
- Le elimina
- Le integra
Il secondo redattore formata il testo nella sua versione definitiva per essere migrata su indd.
Bozza pronta per la migrazione e migrazione su InDesign
Giro di bozze
Il PDF Viene “chiuso” in PDF ed inviato l’autore per e-mail. L’autore a due-quattro settimane di tempo
per rileggere il volume e apportare eventuali correzioni e integrazioni, adottando tu hai possibili
modalità:
1) Correzione del PDF attraverso la modalità di Acrobat
2) Elencare in un documento Word e le correzioni (pagina, riga)
Il PDF che rientra con le collezioni inserite dall’autore viene archiviato in una nuova cartella.
Correzione delle bozze
Il correttore di bozze aggiorna i file indd. Secondo le integrazioni fatte dall’autore. Il volume viene
attentamente riletto l’ultima volta dalla redazione, dal Fabbricatore e dal direttore. Il direttore congeda
il volume.
Chiusura in PDF e invio alla casa editrice
Il volume viene chiuso in tre formati di PDF
1) EBook
2) Google
3) Fogra
Gli elementi del libro
Il fine unico di questi elementi è attrarre i lettori “dentro” al libro. La storia bisogno di un volto che ne
dia la prima impressione, che crei un colpo di fulmine: è necessario dare forma al contenuto.
L’acquirente potenziale deve guardare il vostro libro e dire “voglio leggerlo!”: dovete creare un
bisogno.
Copertina
Il grafico predispone la copertina.
- Prima di copertina: autore, titolo, editore, anno, immagine.
- Quarta di copertina: abstract (800 battute spazi inclusi) + biodata (300 battute spazi inclusi).
- Assemblaggio: la prima e la quarta di copertina vengono ritagliate in due pagine singole per essere
predisposti all’inizio e alla fine del libro.