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L’OSSERVATORE ROMANO
Anno CLVI n. 2 (47.137)
.
All’Angelus il Papa rilancia il messaggio della giornata mondiale della pace
Mettere in pratica, con l’aiuto di
Dio, l’impegno preso a capodanno:
vincere l’indifferenza e conquistare
la pace. È l’esortazione che Papa
Francesco ha riproposto all’Angelus
del 3 gennaio sulla scia del tema del
messaggio per la giornata mondiale.
Rinnovando «a tutti gli auguri di
pace e di bene nel Signore» nella
prima domenica dell’anno, il Papa
TEHERAN, 4. Alta tensione tra Ara-
bia Saudita e Iran: ieri sera Riad ha
annunciato la rottura delle relazioni
diplomatiche tra i due Paesi. Poche
ore prima, la guida suprema irania-
na, Ali Khamenei, aveva usato
espressioni durissime per esprimere
la condanna dell’esecuzione del-
l’imam sciita Nimr Al Nimr, giusti-
ziato sabato insieme ad altre quaran-
tasei persone.
L’uccisione del religioso sciita
aveva suscitato un’ondata di prote-
ste, soprattutto a Teheran, dove i
manifestanti hanno attaccato, incen-
Gisela Mota uccisa dai narcos nello Stato messicano di Morelos
Sindaco per un giorno
CITTÀ DEL MESSICO, 4. Aveva 33
anni Gisela Mota, esponente del
Partido de la Revolución Democrá-
tica, appena eletta sindaco di Temi-
xco, in Messico. Ha potuto eserci-
tare quella carica soltanto un gior-
no. Ieri quattro uomini armati sono
entrati in casa sua e, nonostante la
scorta, l’hanno uccisa con un colpo
alla testa. Nessuna rivendicazione,
ma i sospetti vanno tutti in direzio-
ne dei narcotrafficanti di Guerreros
Unidos, gruppo già responsabile di
numerose stragi.
Il furgone nero degli assassini —
stando alle ricostruzioni fornite dal-
la stampa locale — è stato poi inse-
guito da una pattuglia della poli-
zia, probabilmente allertata dopo il
blitz, che ha ingaggiato con i sicari
una sparatoria. Due sicari sono sta-
ti uccisi, altri tre arrestati. Una no-
y(7HA3J1*QSSKKM( +.!"!#!z!\!
ta della polizia dichiara che sono
stati i sicari ad aprire il fuoco per
primi. In un’altra auto, guidata da
una quinta persona, gli agenti han-
no trovato armi, fra cui un fucile
automatico. Gli arrestati sono una
donna di 32 anni, un ragazzo di 18
anni e un minore.
Gisela Mota aveva fatto della
lotta al narcotraffico uno dei punti
GIORNALE QUOTIDIANO
Impegno
contro l’indifferenza
ha recitato la preghiera mariana di
mezzogiorno con i numerosi fedeli
presenti in piazza San Pietro.
In precedenza, nel consueto com-
mento alla liturgia del giorno, incen-
trata sul prologo del Vangelo di
Giovanni, il Pontefice ha spiegato
come la Parola sia «venuta sulla ter-
ra affinché noi la ascoltassimo e po-
tessimo conoscere e toccare con ma-
Un migrante salvato al largo della Libia (Afp)
L’Arabia Saudita rompe le relazioni diplomatiche con l’Iran
Muro contro muro tra Riad e Teheran
diandola, la sede diplomatica saudi-
ta. E ieri sera, come detto, il mini-
stro degli Esteri di Riad, Adel Al
Jubeir ha annunciato in televisione
la rottura delle relazioni diplomati-
che con Teheran, lasciando 48 ore di
tempo ai diplomatici iraniani per la-
sciare il Paese.
La decisione dell’Arabia Saudita
di interrompere i rapporti diploma-
tici con l’Iran non farà distrarre la
comunità internazionale dal «grande
errore» commesso giustiziando
l’imam sciita Nimr Al Nimr. Lo ha
detto oggi il vice ministro degli
cruciali del suo impegno politico.
Il governatore di Morelos, Graco
Ramirez, senza nominare alcun car-
tello della droga, ha promesso che
«non ci sarà alcuna impunità» per
gli autori di questo crimine.
Sul caso è intervenuto anche l’ar-
civescovo di Puebla, Víctor Valen-
tin Sánchez Espinosa, condannan-
Gisela Mota durante la cerimonia di giuramento da sindaco (Ap)
Unicuique suum
Città del Vaticano
no l’amore del Padre». Eppure — ha
fatto notare — lo stesso evangelista
«non nasconde la drammaticità della
Incarnazione, sottolineando che al
dono d’amore di Dio fa riscontro la
non accoglienza da parte degli uo-
mini».
In proposito il Papa ha richiamato
l’attenzione sul «mistero del male
che insidia anche la nostra vita e che
Esteri iraniano, Hossein Amir Ab-
dollahian. Il numero due della di-
plomazia iraniana, citato dall’agen-
zia Irna, ha quindi affermato che
«Riad ha assunto decisioni avventa-
te, che hanno creato instabilità nella
regione». In precedenza il ministro
degli Esteri iraniano, Javad Zarif,
aveva avuto un colloquio con il se-
gretario generale dell’Onu, Ban Ki-
moon. L’alto commissario dell’O nu
per i diritti umani, Zeid Raad Al
Hussein, ha dichiarato che le esecu-
zioni in Arabia Saudita «rappresen-
tano uno sviluppo inquietante, in
do duramente l’assassinio e sottoli-
neando l’urgenza di un rafforza-
mento delle misure di sicurezza. «È
necessario un coordinamento dei
governatori e dei procuratori, è
molto facile andare da un luogo
all’altro e poi perdersi. Dio conce-
da la pace al nostro Messico» ha
detto l’arcivescovo.
Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
richiede da parte nostra vigilanza e
attenzione perché non prevalga.
Guai a noi — ha ammonito — se lo
lasciamo entrare; sarebbe lui allora a
chiudere la nostra porta a chiunque
altro». Siamo chiamati invece «a
spalancare la porta del nostro cuore
alla parola di Dio, per diventare così
suoi figli». Infatti, ha aggiunto, solo
se ascoltiamo «l’invito della santa
madre Chiesa ad accogliere questa
parola di salvezza, questo mistero di
luce, cresceremo nella conoscenza e
nell’amore del Signore», imparando
a «essere misericordiosi come lui».
Da qui la raccomandazione, «spe-
cialmente in questo anno santo della
misericordia», di trasformare sempre
più il Vangelo in «carne anche nella
nostra vita». Anche perché, ha pro-
seguito il Pontefice, accostarsi a es-
so, meditandolo e incarnandolo
«nella vita quotidiana è il modo mi-
gliore per conoscere Gesù e portarlo
agli altri».
Del resto, ha avvertito Francesco,
«la vocazione e la gioia di ogni bat-
tezzato» dovrebbe essere proprio
«indicare e donare agli altri Gesù;
ma per fare questo dobbiamo cono-
scerlo e averlo dentro di noi, come
Signore della nostra vita. E lui — ha
concluso — ci difende dal male, dal
diavolo, che sempre è accovacciato
davanti alla nostra porta, davanti al
nostro cuore, e vuole entrare».
PAGINA 7
particolare perché alcuni di quelli
messi a morte erano accusati di cri-
mini non violenti».
Zarif ha avuto inoltre una conver-
sazione telefonica con l’alto rappre-
sentante per la Politica estera e di
sicurezza comune dell’Ue, Federica
Mogherini, la quale è entrata in
contatto anche con il ministro degli
Esteri saudita. Mogherini ha espres-
so a entrambi la sua preoccupazione
per il rischio che si possa innescare
un’ondata di violenze interconfessio-
nali tra sunniti e sciiti, precisa una
nota dell’Unione europea. La re-
sponsabile della politica estera co-
mune europea ha inoltre chiesto ai
ministri di fare del tutto per evitare
un’escalation.
Oltre alla condanna per l’esecu-
zione dell’imam sciita, numerosi
esponenti del Governo iraniano
hanno ammonito i manifestanti a
non deragliare dai binari della lega-
lità, come invece accaduto sabato
notte all’ambasciata saudita, che, co-
me detto, è stata data alle fiamme
nonostante i cordoni e i rinforzi di
polizia preventivamente ordinati.
L’assalto alla rappresentanza diplo-
matica è stato condannato dalla Le-
ga araba e dai Paesi membri del
Consiglio di cooperazione del Golfo
Persico.
Ma nonostante il divieto di torna-
re di fronte alla sede diplomatica di
Riad (dove da circa un anno manca
il titolare ) e nonostante i circa
cinquanta arresti annunciati dalla
magistratura, altre proteste si sono
ripetute ieri nello stesso luogo, con
violenti disordini e qualche agente
ferito. Proteste concluse con un atto
simbolico dei manifestanti: una
targa nuova, con il nome di Nimr
Al Nimr, al posto di quella che in-
dicava la via Boustan. La mani-
Nella serie televisiva «The Americans»
La crepa
nell’armatura
ED OARD O ZACCAGNINI PAGINA
In un video l’uccisione di cinque presunte spie
Torna l’incubo
del boia dell’Is
Il centro della città siriana Ghouta distrutto dalle bombe (Reuters)
LONDRA, 4. Dopo la morte di
“Jihadi John” — l’uomo che, prima
di essere ucciso in un raid statuni-
tense, era conosciuto come il
“boia” dell’Is — un altro miliziano
del cosiddetto Stato islamico (Is)
raccoglie la triste eredità. E sfida la
Gran Bretagna con un video di
dieci minuti, diffuso ieri in rete, nel
quale insulta il premier britannico,
David Cameron, e minaccia attac-
chi nel Regno Unito. Vengono poi
giustiziate cinque presunte spie ac-
festazione ufficiale intanto si svolge-
va in piazza Felestin, nel centro del-
la capitale.
Nel frattempo, un civile è stato
ucciso e un bambino di otto anni è
rimasto ferito dopo che uomini ar-
mati hanno aperto il fuoco contro la
polizia ad Awamiya, villaggio natale
dell’imam giustiziato. Lo ha reso
noto oggi l’agenzia di stampa uffi-
ciale saudita Spa, spiegando che la
polizia è finita sotto attacco nella
notte, ma senza precisare se ci siano
state vittime tra gli agenti. Le forze
di sicurezza hanno quindi isolato la
zona dell’attacco.
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha accettato la ri-
nuncia al governo pastorale del-
la Diocesi di Sokodé (Togo),
presentata da Sua Eccellenza
Monsignor Ambroise Kotamba
Djoliba, in conformità al canone
401 § 1 del Codice di Diritto
Canonico.
Il provvedimento è stato reso
noto in data 3 gennaio.
Il Santo Padre ha accettato la
rinuncia al governo pastorale
della Diocesi di Santiago de
María (El Salvador), presentata
da Sua Eccellenza Monsignor
Rodrigo Orlando Cabrera Cuel-
lar, in conformità al canone 401
§ 1 del Codice di Diritto Cano-
nico.
Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato
Vescovo di Sokodé (Togo) il
Reverendo Célestin-Marie
Gaoua, Rettore del Seminario
Maggiore Filosofico a Tchit-
5 chao, nella Diocesi di Kara.
lunedì-martedì 4-5 gennaio 2016
cusate di lavorare per i servizi se-
greti occidentali.
Il boia simula i modi e il lin-
guaggio del terrorista ucciso: mi-
metica, volto coperto che lascia in-
travedere solo gli occhi, pistola in
pugno. «Britannici, sappiate che vi
invaderemo. Pensate che il vostro
governo si prenderà cura di voi
quando sarete nelle nostre mani?
Perderete questa guerra» dichiara
in un perfetto inglese. Le vittime
sono vestite in tute arancioni, ven-
gono fatte inginocchiare nel deser-
to, poi vengono uccise con un col-
po di pistola alla testa. «Siamo al
corrente del video, stiamo esami-
nando il contenuto» ha spiegato
Londra.
Il 12 novembre 2015 gli Stati
Uniti avevano annunciato di aver
ucciso “Jihadi John” con l’attacco
di un drone mentre si trovava nei
pressi di Raqqa, roccaforte dell’Is.
All’annuncio del Pentagono, il
giorno successivo ha fatto seguito
la conferma dell’Osservatorio na-
zionale siriano. Sull’identificazione
del cadavere sono stati espressi
dubbi da parte del Governo britan-
nico, mentre l’Is ha smentito che si
trattasse di lui. “Jihadi John” è sta-
to identificato con Mohammed
Emwazi, nato nel 1988 in Kuwait e
cresciuto in una famiglia borghese
della West London, laureato in in-
gegneria informatica all’Università
di Westminster. Si è macchiato del
brutale assassinio di numerosi occi-
dentali, tra i quali il giornalista Ja-
mes Wright Foley.
La nomina è stata resa nota in
data 3 gennaio.
Il Santo Padre ha nominato
Vescovo di Santiago de María
(El Salvador) il Reverendo Wil-
liam Ernesto Iraheta Rivera, del
clero dell’Arcidiocesi di San Sal-
vador, finora Parroco della Par-
rocchia San Marcos.
Erezione di Eparchia
e relativa Provvista
Il Santo Padre ha eretto
l’Eparchia di St. Mary, Queen
of Peace, of the United States
of America and Canada dei Si-
ro-Malankaresi e ha nominato
primo Vescovo Eparchiale Sua
Eccellenza Monsignor Thomas
Mar Eusebios Naickamparam-
bil, finora Vescovo titolare di
Lares ed Esarca Apostolico per i
Siro-Malankaresi residenti negli
Stati Uniti nonché Visitatore
Apostolico per i fedeli in Cana-
da ed Europa.
pagina 2 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì 4-5 gennaio 2016

Una donna siriana riscalda le mani di suo

figlio in un centro di assistenza a Berlino (Afp)

Ancora lontani i livelli pre-crisi

BRUXELLES, 4. Nuova tragedia nel-

l’Egeo: è un bambino siriano di due
anni il primo migrante a perdere la
vita nel 2016. Il piccolo Khalid, in
viaggio verso la Grecia con sua ma-
dre, è morto quando il gommone su
cui era a bordo insieme ad altre 35
persone è finito contro le rocce di
un’isola nell’Egeo. Il suo corpo è sta-
to recuperato dal mare dai pescatori
dell’isola di Gaidaro. Nel naufragio
di sabato altri dieci richiedenti asilo
sono rimasti feriti.
La notizia è stata riferita dal «Ti-
mes of Malta», citando la Migrant
Offshore Aid Station (Moas). E la
memoria va subito al piccolo Aylan,
il bimbo siriano di origine curda,
annegato a tre anni, nel settembre
scorso, insieme al fratellino Galip e
trovato morto sulla spiaggia di Bo-
drum, in Turchia. La foto di Aylan,
senza vita, riverso sulla spiaggia ha
fatto il giro del mondo e sconvolto
l’opinione pubblica. Ma sono tanti,
troppi, i piccoli che hanno avuto la
stessa terribile sorte lo scorso anno.
Secondo i dati della Fondazione Mi-
grantes, sono 700 i bimbi che hanno
perso la vita in mare cercando la sal-
vezza da guerre e fame. Una strage
che dunque non si ferma con l’avvio
del nuovo anno.
E ieri domenica, la Guardia co-
stiera turca ha salvato 57 migranti
bloccati sempre su un’isoletta nel
Mar Egeo, davanti alla città costiera
di Dikili. Dodici persone, tra le qua-
li tre bambini ammalati, sono stati
Veto ad Artur Mas dalla sinistra radicale
Catalogna
verso nuove elezioni
Artur Mas, il presidente uscente della Catalogna (Ansa)
MADRID, 4. Salvo difficili colpi di
scena, la Catalogna tornerà al voto
a marzo. La Candidatura d’Unitat
Popular (Cup), che rappresenta la
sinistra radicale indipendentista, ha
bocciato ieri definitivamente Artur
Mas, il presidente uscente della
Generalitat, privo di maggioranza
che lo appoggi nel Parlament, l’As-
semblea catalana.
Dopo mesi di dibattiti interni, di
negoziati tra partiti indipendentisti
catalani, assemblee di militanti in-
terminabili, i vertici della Cup han-
no, dunque, messo la parola fine
alla candidatura di Mas con 36 voti
contrari, 30 a favore e una astensio-
ne. Se non spunterà un candidato
alternativo a Mas, il 10 gennaio
l’Assemblea emersa dalle elezioni
dello scorso settembre verrà sciolta
e si tornerà alle urne a marzo.
Difficile — indicano gli analisti
politici — che la coalizione Junts
pel Sí (i centristi di Mas più
Esquerra Republicana) riesca a tro-
vare un accordo su un altro nome.
Mas ha adesso tempo fino al pros-
simo 9 gennaio per negoziare una
nuova intesa. Altrimenti si tornerà
alle urne.
L’impasse è totale e le nuove ele-
zioni sono decisamente a rischio
sia per Junts pel Sí sia per la Can-
didatura d’Unitat Popular, visti gli
ottimi risultati ottenuti alle politi-
che spagnole del 20 dicembre da
Podemos, diventato il primo parti-
Il piccolo Kalid di origini siriane era con la madre su un gommone diretto in Grecia
Morire in mare a due anni
recuperati con gli elicotteri, mentre
gli altri sono stati trasportati con
delle barche da pesca.
Intanto, crescono le tensioni in
Europa sulla gestione delle frontiere,
dei ricollocamenti e dei rimpatri. Da
oggi la Svezia ha ripristinato il con-
trollo per i viaggiatori provenienti
dalla Danimarca. Chiunque voglia
entrare nel Paese usando autobus,
treno o traghetto dal confine danese
to catalano. Il partito guidato da
Pablo Iglesias ha promesso un refe-
rendum sull’indipendenza catalana
se andrà al potere, e nella prossi-
ma, probabile compagna elettorale
in Catalogna insisteranno certa-
mente su questo punto.
Cambio
di direzione
per «Bild»
BERLINO, 4. Cambio della guar-
dia alla direzione del tabloid
«Bild». Kai Diekmann, lascia
dopo quindici anni, per andare
a guidare il coordinamento dei
media dell’intero gruppo. Al suo
posto arriva una donna, la tren-
tottenne Tanit Koch, con alle
spalle una già lunga carriera
all’interno del tabloid. Koch ha
frequentato la scuola di giornali-
smo della Springer, la casa edi-
trice di «Bild». Dopo due anni,
nel 2011, è stata promossa capo-
redattore. Al nuovo direttore
l’«Osservatore Romano» rivolge
gli auguri più cordiali di buon
lavoro.
sarà controllato e chi non è dotato
di un documento di identificazione
verrà respinto. I controlli fra i due
Paesi erano stati cancellati negli anni
Cinquanta, ora la misura eccezionale
è stata inserita per diminuire drasti-
camente il numero di migranti che
cercano di raggiungere il Paese scan-
dinavo: nel solo 2015 sono stati più
di 160.000, per lo più da Siria, Iraq
e Afghanistan, i richiedenti asilo po-
Cala
a Bruxelles
l’allerta
terrorismo
BRUXELLES, 4. Cala al livello due
(su quattro) l’allerta terrorismo
per poliziotti e militari a Bruxel-
les. È stato deciso ieri sulla base
di una nuova analisi del rischio
condotta dall’Ocam, l’organismo
competente. L’allarme era stato
innalzato a livello tre, il 28 di-
cembre, sulla base di una «possi-
bile e verosimile minaccia di at-
tentati a Bruxelles, nello stesso
stile di quelli di Parigi» in parti-
colare contro la Grand Place. Il
sindaco aveva annullato lo spetta-
colo di fuochi di artificio per la
notte di capodanno.
E intanto, il traffico è tornato
scorrevole ieri al traforo del Fre-
jus tra Italia e Francia dove si
erano registrate anche quattro ore
di coda a causa dei controlli anti-
terrorismo disposti dalle autorità
francesi. La situazione è tornata
regolare quando è stato raddop-
piato il numero di addetti ai con-
trolli. Code si erano registrate an-
che al traforo del Monte Bianco.
Al Frejus la protezione civile era
intervenuta per portare coperte e
bevande calde agli automobilisti.
Partono i negoziati tra Grecia e creditori
sulle pensioni
ATENE, 4. La Grecia non cederà alle
«richieste irragionevoli» dei creditori
internazionali. Ad annunciarlo è sta-
to ieri il premier ellenico, Alexis Tsi-
pras, mentre stanno per iniziare i ne-
goziati sulla delicata riforma delle
pensioni. «I creditori devono sapere
che noi rispetteremo l’accordo alla
lettera — ha dichiarato ieri il primo
ministro greco in un’intervista — ma
questo non significa che cederemo a
richieste irragionevoli e ingiuste».
Tsipras ha poi spiegato che il suo
Governo «non è impegnato a trova-
re i soldi esclusivamente con i tagli
alle pensioni». Al contrario — ha
continuato — «l’accordo con i credi-
tori prevede la possibilità di misure
equivalenti, che noi abbiamo già av-
viato». Il premier ha tuttavia am-
litico su una popolazione locale di
9,5 milioni di persone. «Dobbiamo
diminuire il numero di richiedenti
asilo» ha spiegato Morgan Johans-
son, ministro di Giustizia e migra-
zione. «I controlli di identità sono
un modo per raggiungere questo
obiettivo». Secondo i dati diffusi
dall’agenzia svedese per l’immigra-
zione, almeno l’80 per cento dei ri-
chiedenti asilo nel 2015 non aveva
carta di identità o passaporto.
E sempre più migranti premono
sulle coste francesi del Canale della
Manica, in attesa di entrare nel Re-
gno Unito. Il Governo francese ha
quindi deciso di aprire un nuovo
campo di accoglienza da circa tremi-
la posti a Dunkirk, a pochi chilome-
tri da uno dei porti di imbarco dei
traghetti verso la Gran Bretagna. Se-
condo quanto riporta il «Daily
Mail», il campo avrà tende riscalda-
te, acqua corrente, bagni e docce.
Così, mentre le strutture della non
lontana Calais già ospitano cinque-
mila migranti e non sembrano più
sufficienti, Parigi investirà circa 1,3
milioni di euro nel nuovo campo. Il
progetto, che pare essere già in fase
avanzata, è stato subito criticato nel
Regno Unito. Secondo i detrattori,
la struttura infatti non farà altro che
attrarre nuove persone desiderose di
entrare, in un modo o nell’altro, e
perciò anche illegalmente, in Gran
Bretagna.
Polemiche anche in Germania. Il
presidente della Csu (Unione Cri-
stiano-Sociale in Baviera, al Gover-
no) e governatore della Baviera,
Horst Seehofer ha detto che il nu-
mero di rifugiati nel Paese andrebbe
limitato a 200.000 l’anno e ha ag-
giunto che gli Stati Uniti hanno una
parte di responsabilità nella crisi. Il
Paese — secondo il governatore —
riesce a integrare tra i 100 e i 200
migranti l’anno. Altri Paesi del-
l’Unione europea, i Paesi arabi e gli
Stati Uniti dovrebbero assumersi più
responsabilità sui rifugiati. Il cancel-
liere tedesco, Angela Merkel, si è
detta invece più volte contraria a
stabilire un tetto per i rifugiati.
messo che l’attuale sistema pensioni-
stico è «sull’orlo del collasso» e deve
essere riformato. Un altro punto de-
licato che sarà affrontato nei collo-
qui con i creditori sarà il rilancio del
mercato del lavoro. Le statistiche
della disoccupazione, probabilmente
approssimate per difetto, parlano del
25 per cento, mentre supera il 60 per
cento quella giovanile. In Grecia è
imponente il fenomeno dell’emigra-
zione in altri Paesi europei, negli
Stati Uniti e in Australia. Il partito
di Governo Syriza si prepara a di-
scutere in Parlamento anche la rifor-
ma delle assicurazioni sociali. Dato
positivo è invece la crescita del set-
tore turistico, che l’anno scorso è
cresciuto del trenta per cento in più
rispetto al 2014.
Economia europea
in chiaroscuro
BRUXELLES, 4. È uno scenario in
chiaroscuro quello dell’economia
europea all’inizio del 2016. Il prin-
cipale dato che risalta dalle analisi
degli economisti appare quantome-
no evidente: c’è ancora molta stra-
da da fare prima di raggiungere i
livelli precedenti la crisi. In tal sen-
so, il 2008 segna ancora uno spar-
tiacque economico e psicologico.
A dimostrarlo sono in primo
luogo i dati contenuti nel Cruscot-
to congiunturale — l’analisi della
segreteria tecnica del ministero del-
lo Sviluppo economico italiano,
pubblicata ieri e basata sui dati Eu-
rostat — secondo il quale l’Italia è
ancora molto indietro per quanto
riguarda la produzione industriale
e l’occupazione rispetto ai partner
europei. Nonostante il fatto che la
fiducia di famiglie e imprese sia
cresciuta, così come i consumi e gli
investimenti, la distanza rispetto ai
livelli precedenti la crisi è la più
ampia in Europa. Insomma, anche
se gli effetti delle riforme stanno
cominciando a farsi sentire, al Pae-
se serve una marcia in più per tor-
nare a correre insieme ai leader
dell’Ue, ovvero la Germania e il
Regno Unito.
Molto diverso appare il caso
dell’Irlanda, che invece, grazie a
Obama
vuole recarsi
a Cuba
WASHINGTON, 4. Il presidente de-
gli Stati Uniti, Barack Obama, è
sempre più deciso a chiudere il
suo mandato, che scade quest’an-
no, con una storica visita a Cuba.
È infatti una delle priorità in ci-
ma all’agenda del 2016. E il “so-
gno” del presidente potrebbe av-
verarsi già nella seconda metà
dell’anno. L’annuncio definitivo
— spiegano i suoi più stretti colla-
boratori — potrebbe infatti arriva-
re nel giro di un paio di mesi.
Tuttavia, molte sono ancora le in-
cognite. «Determinante è capire
se davvero un viaggio a Cuba
può aiutare a rafforzare il rispetto
e la protezione dei diritti umani e
una maggiore apertura verso le
imprese statunitensi» ha spiegato
il vice consigliere alla Sicurezza
nazionale della Casa Bianca, Ben
Rhodes. Il disgelo tra Stati Uniti
e Cuba è cominciato con la prima
stretta di mano tra Obama e Raúl
Castro in Sud Africa, alle celebra-
zioni per la morte di Nelson
Mandela, ed è proseguito con
l’incontro dei due leader nell’apri-
le del 2015 al vertice delle Ameri-
che a Panama, fino all’annuncio
del disgelo nel dicembre 2014. Da
allora molti passi in avanti sono
stati fatti.
cinque anni di riforme e politiche
di austerità, è riuscita a riprendersi.
Nel 2010 il Paese era stato co-
stretto a chiedere aiuti internazio-
nali per 67,5 miliardi ed era entrato
in un piano di salvataggio trienna-
le. Oggi — come sottolinea anche
«Il Sole 24 ore» — l’Irlanda si con-
ferma l’economia a crescita più ra-
pida dell’area Ocse. I conti stanno
tornando sotto controllo e la disoc-
cupazione è in calo. Nel terzo tri-
mestre dell’anno scorso il pil (pro-
dotto interno lordo) di Dublino è
cresciuto del sette per cento rispet-
to allo stesso periodo del 2014. Se-
condo diversi analisti, questa sarà
la performance dell’economia per
l’intero 2015, ben oltre il più 6,2
per cento che lo stesso Governo
dei popolari di Enda Kenny aveva
stimato a ottobre. Nel 2014 l’Irlan-
da era cresciuta del 5,2 per cento e
per il 2016 si prevede un incremen-
to tra il 4 e il 5 per cento. Il deficit
2015 si attesterà al 2,1 per cento del
pil, oltre dodici punti percentuali
in meno del 2009. Il debito rimane
alto (al 97 per cento del pil) ma è
comunque calato di 23 punti ri-
spetto al 2012. Fondamentale com-
ponente della crescita — dicono gli
analisti — non solo l’export, ma an-
che la domanda interna.
Chiesta
l’estradizione dell’ex
vice presidente
dell’Honduras
TEGUCIGALPA, 4. Il Governo
dell’Honduras ha reso noto ieri di
avere ricevuto una richiesta da
parte degli Stati Uniti per l’estra-
dizione dell’ex vice presidente e
imprenditore Jaime Rosenthal, ac-
cusato di riciclaggio di denaro. Il
ministro degli Esteri honduregno,
Arturo Corrales, ha dichiarato che
la richiesta dovrà essere inviata al-
la Corte suprema dell’Honduras
entro domani, martedì, affinché la
stessa Corte si pronunci. Corrales
ha definito la domanda statuni-
tense d’estradizione per Rosen-
thal una «cattiva notizia per
l’Honduras». Jamie Rosenthal,
leader di un’ala del Partito libera-
le, ex vice presidente e quattro
volte candidato alla presidenza, è
nell’occhio del ciclone, insieme al
figlio Yani e al nipote Yankel, per
le accuse di narcotraffico e rici-
claggio rivoltegli dalla magistratu-
ra degli Stati Uniti. Secondo il
Dipartimento di Stato, i tre si sa-
rebbero occupati di riciclaggio di
denaro sporco trasferendo i pro-
venti del narcotraffico a New
York e in Honduras fra il 2014 e
il 2015. I Rosenthal hanno sempre
negato ogni accusa.

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lunedì-martedì 4-5 gennaio 2016
Due soldati israeliani feriti da colpi di arma da fuoco
Tensione
a Hebron
TEL AVIV, 4. Non si ferma l’ondata
di violenze e disordini che ormai
da quattro mesi insanguina la Terra
santa. È di due soldati israeliani fe-
riti il bilancio di una nuova giorna-
ta di scontri in Cisgiordania. Prima
una soldatessa è stata ferita grave-
mente da un uomo armato nella
città palestinese di Hebron. Una
persona — secondo un comunicato
dell’esercito — ha aperto il fuoco
mentre la soldatessa si trovava di
guardia alla Grotta dei patriarchi, o
Moschea di Abramo secondo i mu-
sulmani. La donna è stata trasferita
in ospedale a Gerusalemme. He-
bron è considerata uno dei punti
più delicati di tutta la regione, es-
sendo un’area nella quale israeliani
e palestinesi sono più a contatto.
Nella città vivono 500 coloni israe-
liani accanto a 200.000 palestinesi.
Negli scorsi mesi la città e stata
teatro di numerosi episodi di vio-
lenza da entrambe le parti.
E infatti sempre a Hebron, tre
ore dopo l’attacco alla soldatessa,
un altro uomo armato ha aperto il
fuoco su una pattuglia, ferendo un
militare israeliano e riuscendo poi
a dileguarsi.
Intanto, a due giorni dall’attacco
a un pub in cui due avventori sono
rimasti uccisi, a Tel Aviv prosegue
serrata la caccia al killer identifica-
to dai servizi segreti in Nashad
Melhem, 29 anni, arabo israeliano.
Torna in Israele
un ambasciatore
egiziano
IL CAIRO, 4. Per la prima volta
dopo tre anni di assenza, l’Egit-
to ha di nuovo un ambasciatore
in Israele. L’ex presidente egi-
ziano, Mohamed Mursi, lo ave-
va ritirato nel 2012 come segno
di protesta per l’offensiva milita-
re israeliana nella Striscia di Ga-
za. Il nuovo ambasciatore egi-
ziano — ha precisato ieri una no-
ta del presidente Abdel Fattah
Al Sisi — si chiama Hazem Hai-
rat e prende il posto di Atef Sa-
lem Al Ahl richiamato in patria
appunto nel 2012. Il presidente
Al Sisi con questa nomina pro-
segue dunque nella politica di
disgelo con Israele.
Dal canto suo, il premier
israeliano, Benjamin Netanyahu,
ha accolto con favore l’arrivo
del diplomatico egiziano Hazem
Hairat, sottolineando che questo
consentirà a Israele di «conti-
nuare a migliorare le relazioni
con un Paese importante della
nostra regione». L’ambasciatore
egiziano, ha fatto sapere ieri
Emmanuel Nahshon, portavoce
del ministero degli Esteri israe-
liano, è arrivato nel Paese lo
scorso venerdì. Egitto e Israele
hanno firmato un accordo di pa-
ce nel 1979 in seguito agli accor-
di Camp David.
In città resta forte la tensione per-
ché l’uomo non ha finora ascoltato
gli appelli dei familiari ad arren-
dersi e risulta armato. Secondo la
polizia, potrebbe essere responsabi-
le anche dell’uccisione di un tassi-
sta durante la fuga. In questa at-
mosfera, molti genitori hanno pre-
ferito tenere in casa i figli; nella zo-
na dell’attacco le scuole sono rima-
ste semideserte. Il sindaco di Tel
Aviv, Ron Hulday (laburista) ha
anche polemizzato col premier
Benjamin Netanyahu che ieri, do-
po un sopralluogo nel pub, ha
avuto parole dure di recriminazio-
ne nei confronti della popolazione
araba in Israele, da cui si attende
prove di «fedeltà al Paese». Secon-
do Hulday, il presente Governo
non è ancora riuscito «a risolvere
le questioni di sicurezza». Dell’as-
sassino si sa solo che un suo cugi-
no era stato ucciso due anni fa dal-
le forze dell’ordine durante una
perquisizione e che era tenuto sot-
to sorveglianza dallo Shin Bet (ser-
vizi segreti interni israeliani) come
soggetto a rischio, probabilmente
radicalizzato, forse in contatto con
gruppi terroristici stranieri. Per il
suo avvocato, un parente, il giova-
ne è invece mentalmente instabile e
non ha legami con gruppi radicali.
Nel frattempo, dopo cinque mesi
di indagini, e dopo aver interroga-
to decine di coloni ebrei attivi nei
Territori in Cisgiordania, lo Shin
Bet ha fatto sapere di avere indivi-
duato i due responsabili del terribi-
le rogo avvenuto a Duma il 31 lu-
glio scorso. Nel cuore della notte
la casa della famiglia palestinese
Dawabshe prese fuoco a causa di
alcune bombe incendiarie e nel ro-
go morirono carbonizzati i due ge-
nitori e un figlio di soli 18 mesi.
L’altro figlio di quattro anni, cura-
to in Israele, si sta riprendendo
dalle terribili ustioni. Proprio gra-
zie alle ricerche dello Shin Bet, ieri
il tribunale distrettuale di Lod ha
incriminato Amiram Ben Oliel, 21
anni, residente nella colonia di Shi-
lo, e un minorenne. Al termine
dell’udienza i legali dei coloni han-
no anticipato che ingaggeranno
battaglia nella convinzione che le
confessioni siano state estorte con
metodi violenti. Due loro compa-
gni (Yinon Reuveni, 19 anni, e un
altro minorenne) erano già stati in-
criminati a loro volta per una serie
di attacchi anti palestinesi e di atti
vandalici, tra i quali l’incendio do-
loso appiccato a Gerusalemme alla
Chiesa della Dormizione il 26 feb-
braio.
Tutti questi ragazzi, secondo lo
Shin Bet, fanno parte di una orga-
nizzazione terroristica ispirata da
una ideologia razzista ed eversiva.
In questo contesto sono indicati
anche i due ideologi del gruppo,
entrambi giovanissimi: Meir Ettin-
ger (nipote di un rabbino estremi-
sta, Meir Kahane, attivo negli anni
Novanta) e Moshe Orbach. La
scorsa estate ai due sono stati im-
posti gli arresti preventivi.
Contro un gruppo di jihadisti rifugiatisi sui monti nella regione di Siliana
Blitz antiterrorismo in Tunisia
TUNISI, 4. Violenza e terrore senza
tregua in Tunisia. Forze speciali
hanno ucciso un jihadista nell’ambi-
to di un blitz scattato ieri per con-
trastare un gruppo di terroristi rifu-
giatisi sui monti intorno a Siliana,
nel centro nord del Paese. A darne
notizia, oggi, è il portavoce del mi-
nistero dell’Interno tunisino, Walid
Louguini, precisando che, secondo
le informazioni preliminari, il terro-
rista ucciso sarebbe di nazionalità
straniera.
Il blitz delle forze speciali tunisi-
ne è scattato dopo violenti scontri
avvenuti tra uomini della guardia
nazionale e miliziani fondamentali-
sti nella regione di Siliana, nei pres-
si della città di Kesra, a seguito del-
la chiamata da parte di un cittadino
delle zone rurali che ha dichiarato
di aver subito un attacco da parte
del commando jihadista presso la
L’OSSERVATORE ROMANO
Attentato all’aeroporto di Kabul
KABUL, 4. Ancora tensione a Kabul.
Una forte esplosione è avvenuta
questa mattina vicino all’aeroporto
internazionale della capitale. L’unica
vittima dell’attentato è il miliziano
che si è fatto esplodere. Nel suo mi-
rino vi era un convoglio di militari
stranieri. L’attentato è stato compiu-
to intorno alle 11 locali, quando nelle
vicinanze dell’aeroporto si era rac-
In seguito ai sanguinosi combattimenti tra lealisti e gruppi jihadisti
Decretato ad Aden
il coprifuoco notturno
SANA’A, 4. Le autorità della città di
Aden, la città portuale a sud nello
Yemen sede del Governo lealista
del presidente Abd Rabbo Man-
sour Hadi, hanno imposto un co-
prifuoco notturno dopo che in
scontri con presunti jihadisti sono
state uccise almeno 17 persone.
Dopo i dati deludenti sulla manifattura cinese
Giù le Borse asiatiche
PECHINO, 4. Crollo delle Borse ci-
nesi nel primo giorno di contratta-
zioni del 2016. Gli scambi sulle
piazze di Shanghai e di Shenzhen
sono stati sospesi stamane dopo
che le azioni sono calate di oltre il
sette per cento. Una situazione
che ha azionato il sistema di inter-
ruzione dei mercati — attivo da
oggi — che prevede l’interruzione
delle contrattazioni fino a fine
giornata nel caso di ribassi (o di
rialzi) superiori al sette per cento
dei titoli dell’indice Csi 300, quel-
lo che calcola la performance dei
trecento maggiori titoli cinesi sia a
Shanghai che a Shenzhen. La
Borsa di Shanghai ha avuto un ri-
Soldati dell’antiterrorismo tunisino in azione
Nel mirino un convoglio di truppe straniere
colta una folla di tifosi intervenuti
per ricevere la squadra di calcio na-
zionale rientrata dall’India, dove è
stata sconfitta ieri sera per 2-1 nella
finale della Coppa della Federazione
sud-asiatica.
Alta tensione anche a Mazar-e-
Sharif, dove le forze di sicurezza af-
ghane stanno affrontando un com-
mando che ieri sera ha attaccato,
Secondo una decisione della
commissione di sicurezza della pro-
vincia di Aden, il coprifuoco è en-
trato in vigore dalle 20 ora locale
alle 5 del mattino. L’annuncio ha
fatto seguito a violenti combatti-
menti in uno dei porti della città,
Al Moulla, nei quali sono morti no-
basso del 6,98 per cento, mentre
quella di Shenzhen è crollata
dell’8,2 per cento, prima della fine
anticipata delle contrattazioni.
Molto male sono andate anche
tutte le altre Borse asiatiche. To-
kyo è calata del 3,06 per cento,
Seoul del 2,17 e Hong Kong ha
ceduto il 2,5 per cento. Il crollo
dei listini cinesi, rilevano gli anali-
sti, è stato scatenato dal cattivo
andamento dell’indice Caixan sul-
la manifattura cinese, sceso a di-
cembre a 48,2 per il quinto mese
consecutivo. Alla caduta delle
borse asiatiche ha contribuito an-
che il recente riaccendersi delle
tensioni tra Iran e Arabia Saudita.
senza riuscire a entrarvi, il locale
consolato indiano. Fonti della poli-
zia della provincia di Balkh hanno
confermato che al momento gli uo-
mini del commando sono chiusi in
un edificio davanti al consolato e
che il bilancio provvisorio dell’ope-
razione è di otto feriti, di cui tre ci-
vili e cinque agenti. La presunta
morte di due militanti non è invece
ve membri delle forze di sicurezza,
tra cui un colonnello, e otto assali-
tori. Un portavoce delle autorità
provinciali, citato dalle agenzie in-
ternazionali, ha dichiarato che «uo-
mini armati hanno attaccato il por-
to difeso dalle forze di sicurezza».
Sempre secondo questa fonte, i
combattimenti sono durati diverse
ore e le truppe lealiste sono riuscite
a respingere l’assalto dei miliziani.
Diversi testimoni oculari citati
dall’agenzia France presse hanno ri-
ferito che la città di Aden ha cono-
sciuto ieri un dispiegamento senza
precedenti di uomini armati, con
una moltiplicazione di barricate,
senza che gli abitanti riuscissero a
riconoscere chi si combatteva. Una
giornata drammatica che ha accen-
tuato la già precaria situazione
umanitaria.
Il conflitto nello Yemen che ha
già causato oltre seimila vittime,
28.000 feriti e milioni di rifugiati —
nonostante i tentativi, per ora falli-
ti, delle Nazioni Unite di intavolare
un negoziato — si è aggravato negli
ultimi mesi. Sabato la coalizione
guidata dall’Arabia Saudita, che so-
stiene il legittimo presidente Hadi
riconosciuto dalla comunità interna-
zionale, ha annunciato ufficialmen-
te la fine della tregua — peraltro
violato quotidianamente dalle parti
in conflitto — che era stata decreta-
ta a metà dicembre per facilitare i
colloqui di pace in Svizzera.
propria abitazione. I jihadisti gli
avrebbero chiesto attrezzi agricoli
per scavare buche.
Sono sempre più frequenti — di-
cono i commentatori internazionali
— le imboscate dei terroristi ai danni
degli abitanti delle zone rurali della
Tunisia in questi ultimi mesi. Pochi
giorni fa nella stessa zona un abi-
tante aveva dichiarato che i terroristi
islamisti lo avevano costretto a for-
nire loro cibo e rifornimento.
Nel frattempo, si sono registrati
nel fine settimana atti vandalici nei
confronti di alcune tombe del cimi-
tero cristiano di Hammamet. I resi-
denti stranieri della città turistica tu-
nisina hanno espresso il loro dolore
per l’accaduto, mentre le autorità
locali hanno invece riferito di non
aver mai subito minacce o segnali
che potessero far prevedere episodi
del genere.
pagina 3
Un residente di Kabul osserva
il luogo dell’attentato (Afp)
stata confermata dalle autorità af-
ghane.
Il console generale indiano ha as-
sicurato ai media che «tutto il perso-
nale è al sicuro e non ha subito dan-
ni». Un portavoce della forza di po-
lizia indo-tibetana delle frontiere (It-
bp) ha indicato che altri due milizia-
ni armati hanno tentato di fare irru-
zione nel consolato ma che sono sta-
ti respinti da agenti della Itbp. Sul
posto è successivamente giunto un
reparto delle forze speciali afghane
che sta affrontando il commando.
Nel frattempo, le forze di sicurez-
za afghane hanno liberato ieri, in
una operazione che ha comportato
anche l’uso di elicotteri d’attacco, 59
prigionieri da una prigione dei tale-
bani nella provincia meridionale di
Helmand. Come scrive l’agenzia Pa-
jhwok, citando un comunicato del
quartier generale delle forze militari
statunitense a Kabul, il centro di de-
tenzione gestito dagli insorti si tro-
vava nel distretto di Nahr-i-Saraj e i
militari afghani non hanno subito
perdite.
Le forze statunitensi, si è inoltre
appreso, si sono limitate a fornire un
sostegno a livello di pianificazione e
di intelligence senza intervenire di-
rettamente sul terreno. È la seconda
operazione di questo tipo realizzata
in un mese. La precedente, avvenuta
nel distretto di Naw Zad dell’Hel-
mand, aveva permesso la liberazione
di altre 60 persone detenute dai
ribelli.
E nonostante le violenze, due fa-
zioni rivali dei talebani afghani han-
no raggiunto un accordo durante un
incontro a Quetta, in Pakistan. Fri-
zioni nella leadership dei talebani
sono emerse dalla conferma, lo scor-
so luglio, della morte del mullah
Omar, avvenuta due anni prima.
India
colpita da un forte
terremoto
NEW DELHI, 4. Una forte scossa di
terremoto di magnitudo 6.7 sulla
scala Richter è stata registrata oggi,
all’alba, nello Stato federato nord-
orientale indiano di Manipur, al
confine con il Myanmar e il Bangla-
desh. Secondo i rilevamenti dell’Isti-
tuto nazionale di geofisica e vulca-
nologia e dell’istituto sismologico
statunitense, il sisma ha avuto l’epi-
centro trentatré chilometri a ovest-
nordovest della città di Imphal, ca-
pitale del Manipur, dove — riferisco-
no testimoni oculari — gli edifici
hanno ondeggiato paurosamente.
Finora la scossa tellurica ha pro-
vocato otto morti (cinque in India e
tre in Bangladesh), ma si teme che il
bilancio possa aggravarsi sensibil-
mente nelle prossime ore. I feriti —
informa l’agenzia di stampa locale
Pti — sono centinaia, molti dei quali
sono stati ricoverati in ospedale in
gravi condizioni. Il quotidiano «The
Times of India» parla anche di in-
genti danni nella zona colpita.
Gli esperti hanno indicato che la
forte scossa sismica è stata causata
dallo scorrimento della placca india-
na sotto la placca del Myanmar, fe-
nomeno responsabile di precedenti
gravi terremoti nella zona. In un
tweet, il primo ministro indiano, Na-
renda Modi, ha scritto di avere già
inviato squadre di soccorritori nel
Maripur e che sta costantemente
monitorando la situazione.
pagina 4
Nella prospettiva adottata dal re franco
ogni settore della vita
politica, culturale e religiosa
doveva essere regolato da leggi univoche
di GIOVANNI CERRO
opo Canossa. Il disin-
D canto del mondo, lo sto-
rico tedesco Stefan
Weinfurter torna nelle
librerie con un nuovo
volume, pubblicato originariamente
in Germania nel 2013, Carlo Magno.
Il barbaro santo (traduzione di Alfre-
Carlo Magno riceve la corona imperiale da Papa Leone III
(XIV secolo, «Chroniques de France ou de Saint Denis»)
do Pasquetti, Bologna, Il Mulino,
2015, pagine 342, euro 25). Occorre
subito precisare che, a dispetto del
titolo, Weinfurter non è interessato a
fornire un giudizio sul regno di Car-
lo, scegliendo tra le immagini spesso
contraddittorie che ci ha offerto la
storiografia moderna e contempora-
nea. Non si tratta cioè di discutere
se Carlo sia stato un sovrano spieta-
to, freddo e calcolatore, capace di
crimini efferati, un barbaro nel senso
Matteo (2, 1-12), anche se il
racconto non si ferma a ri-
cordare i nomi, il numero o
la presunta regalità, che
spuntano solo negli scritti
apocrifi, che si diffondono a
partire dal VI secolo, o forse
già nel V, con il Vangelo
dell’Infanzia Armeno. Nello
stesso frangente cronologico
il Libro della Caverna dei Te-
sori, che trova la sua genesi
in ambito orientale, narra il
curioso e fantasioso “na-
scondimento” dei doni dei
magi in una grotta segreta,
Madonna tra magi e pastori (IV secolo, Cappella di San scavata nel monte del Para-
Nazaro, Museo Diocesano, Milano, particolare) diso e individuata dai proto-
parenti. Nell’alto medioevo
possiamo collocare la Crona-
ca di Zuqnin che traghetta in
di FABRIZIO BISCONTI occidente quest’ultima narrazione, fa-
cendo trasparire lo scioglimento sim-
È estremamente complessa la decodifi- bolico dei doni, ossia la regalità
cazione della personalità dei magi, la dell’oro, la divinità dell’incenso, la fi-
cui definizione greca, presumibilmente ne terrena, identificabile con il sacrifi-
proveniente dal persiano o dal sanscri- cio del Cristo, della mirra. Anche alla
to, come ricorda Erodoto quando li stella viene attribuito un risvolto sim-
considera appartenenti a una razza bolico, che può essere riassunto con il
asiatica, serve a definire sa-
cerdoti, astrologi e inter-
preti di sogni. Nell’Antico
Testamento i “maghi” Nel cimitero
spuntano alla corte del Fa- dei Santi Pietro e Marcellino
raone di Egitto, ma anche
a quella di Nabucodono- i personaggi orientali sono due
sor, sempre con l’accezione Raffigurati in maniera
di chiromanti e ipnotizza-
tori. Solo nel Nuovo Te- speculare e simmetrica
stamento la sfera semanti- danno luogo
ca della figura dei magi
cambia voltaggio per con-
a uno stemma iconografico
notare la pietà e la sapien-
za di questi eccellenti sa-
cerdoti persiani che, per il tramite del- corrispettivo teologico della grazia,
la stella della Natività, che individua- che trasmette il senso cosmico, univer-
no come astro nascente, assurgono ad sale ed epocale del messaggio suggeri-
attori protagonisti della profezia mes- to dal Vangelo, secondo quanto pun-
sianica. tualizza Gregorio Magno.
Il cammino dei magi verso Betlem- La prima rappresentazione dei magi
me e l’adorazione del Bambino vengo- compare nella sommità dell’arcone
no rievocati soltanto nel vangelo di centrale della cappella greca delle ca-
L’OSSERVATORE ROMANO
Il barbaro santo
deteriore del termine o al contrario
un luminoso padre dell’Europa e
dell’Occidente cristiano, un santo in
senso lato. Weinfurter desidera piut-
tosto mettere in luce i presupposti
sui quali si fondò il suo dominio,
che possono essere ricondotti a
un’idea che ha informato di sé tutta
la società dell’alto medioevo: l’«uni-
vocità della verità». Nella prospetti-
va adottata da Carlo,
infatti, ogni settore del-
la vita politica, cultura-
le e religiosa doveva es-
sere regolato da norme
univoche, in grado di
dar vita a un program-
ma di governo il più
possibile uniforme per
tutte le zone del suo re-
gno. Solo in questo
modo, ai suoi occhi e a
quelli dei suoi contem-
poranei, era possibile
modellare la città degli
uomini in accordo con
la città di Dio.
L’aspirazione all’uni-
vocità si manifestò an-
zitutto in ambito ammi-
nistrativo ed economi-
co. I mezzi per rag-
giungere tale obiettivo
furono soprattutto i ca-
pitolari, il più celebre
dei quali è l’Admonitio
generalis del 789. Si trat-
tava di un intervento di
ampio respiro, volto a
conformare lo stile di vita dei suddi-
ti ai princìpi della Chiesa e alla leg-
ge divina, a partire dall’assunto di
una profonda compenetrazione tra
ordinamento temporale e ordina-
mento divino. L’agricoltura e l’alle-
vamento furono invece disciplinati
con il Capitulare de villis, probabil-
mente redatto tra il 792-793 e l’812,
nel quale si stabilivano le incomben-
ze di fattori e allevatori, si promuo-
veva l’utilizzo di unità di misura e
La stella di Matteo
tacombe romane di Priscilla, negli an-
ni centrali del III secolo, e mostra i tre
uomini eccellenti, rappresentati mentre
si recano verso la Madonna in trono
con il bambino sulle ginocchia, adot-
tando uno schema tanto semplice
quanto incisivo che denuncia le pecu-
liarità dell’abbreviazione iconografica,
declinando il linguaggio figurativo
verso i territori del repertorio simboli-
co, allusivo e docetico.
Nel patrimonio pittorico delle cata-
combe romane l’episodio dell’adora-
zione dei magi ritorna varie volte, ma
propone un numero di magi variabile:
agli esordi del IV secolo, nelle cata-
combe di Domitilla, diventano quat-
tro, mentre nel cimitero dei Santi Pie-
tro e Marcellino sono due e sono raffi-
gurati in maniera speculare e simme-
trica, dando luogo ad una sorta di
“stemma iconografico”, di manifesto
figurativo, ora meglio leggibile dopo
un accurato restauro.
Questo solenne schema iconografico
trae origine dal cerimoniale imperiale
tardoantico e recupera la memoria fi-
gurativa dei popoli vinti che recano
doni al principe, raffigurato come un
personaggio avvolto da un’aura apo-
teotica e vittoriosa. I magi appaiono
vestiti all’orientale, con berretto frigio,
una breve tunica manicata e molto
aderente, pantaloni stretti, definiti
anaxyrides, e il corto mantello, secon-
do lo stesso abbigliamento che interes-
sa i tre giovani ebrei nella fornace,
condannati al vivicomburium dal re Na-
bucodonosor. I tre magi, definiti re, o
meglio reges fere già da Tertulliano,
nelle più antiche rappresentazioni ca-
tacombali, ma anche nei sarcofagi del
IV secolo, recano i doni, spesso posati
su piatti circolari, nella forma di coro-
ne o monete d’oro, di piccoli globi e
in una pisside l’incenso, in un vasetto
la mirra. La rappresentazione più sin-
golare abbina, in una lastra incisa di
età tetrarchica ora ai Musei Vaticani,
l’adorazione alla profezia messianica.
Qui, in questo epitaffio, dedicato alla
defunta Severa, di cui viene riportato
lunedì-martedì 4-5 gennaio 2016
Biografia di Carlo Magno
di peso uniche per tutto il regno e si concedere udienza presso il sovrano; grazie alla capillare azione intrapresa
elencavano in modo dettagliato le il conte palatino doveva presiedere il dagli intellettuali che ruotavano at-
piante da coltivare. Con le decisioni tribunale in assenza del re; il sini- torno alla corte di Carlo, primo fra
prese nel grande sinodo che si tenne
nel giugno 794 a Francoforte sul
Meno, inoltre, vennero fissati i prez-
zi del grano e del pane per evitare il
scalco, il coppiere, il connestabile, il tutti Alcuino di York. La cosiddetta
mansionario, i quattro cacciatori e il rinascita carolingia passò attraverso la
falconiere dovevano occuparsi degli riforma del latino, che portò all’affer-
spostamenti della corte e degli mazione di quella che sarebbe diven-
aspetti logistici a tata per secoli la lingua delle lettere e
essi legati. La delle scienze, e attraverso il processo
corte, infatti, di trasmissione del sapere, che si con-
Furono le comunità monastiche non aveva una cretizzò nella copia di migliaia di
ad assumere strutture organizzative stabili sede fissa e, pri- manoscritti antichi su pergamena,
ma della costru- nella messa a punto di una grafia ele-
e a dotarsi di ordinamenti giuridici definiti zione della resi- gante e al tempo stesso funzionale
Contribuendo in questo modo denza di Aqui- come la minuscola carolina, nell’isti-
sgrana, Carlo fu tuzione di scuole di lettura e scrittura
a custodire l’eredità culturale un re itinerante. nelle parrocchie e nei villaggi, nella
Accanto ai fun- fondazione di nuove biblioteche e
zionari laici vi persino nella riforma del calendario.
pericolo di carestie e si scelse come era un gruppo di cappellani ecclesia- L’univocità della parola scritta e par-
valuta comune il denaro d’argento, stici guidati dall’arcicappellano, a lata era infatti il presupposto essen-
così da stabilizzare l’andamento cui competeva il servizio liturgico re- ziale perché il culto riservato a Dio
dell’economia. gio. Dei cappellani facevano parte fosse corretto ed efficace.
Per attuare l’ambizioso progetto anche i notai, a cui spettava la reda- Riuscì Carlo nella sua «spasmodi-
di una legislazione chiara e organica, zione dei documenti ufficiali. ca ricerca di univocità»? Solo in
Carlo riorganizzò l’istituto dei missi Il bisogno di uniformità ebbe ri- parte, secondo Weinfurter. Il re fran-
dominici che avrebbero dovuto con- percussioni anche in campo culturale co, infatti, dovette fare i conti con
trollare periodicamente il ri- un’estrema varietà di resi-
spetto delle prescrizioni con- stenze e di interessi che
tenute nei documenti regi, ve- agivano a livello locale e
rificare la lealtà dei sudditi ed persino individuale. Lo
esigere da loro un giuramento sforzo di dar vita a una
di fedeltà. Carlo decise che i società di diritto e di pa-
missi dominici non fossero no- ce, regolata da procedure
minati tra i vassalli più poveri univoche, fu però portata
del regno, maggiormente avanti dalle comunità
esposti al rischio della corru- monastiche, le prime isti-
zione, ma tra persone la cui
tuzioni europee, tra l’XI e
sussistenza non dipendeva da
il XII secolo, ad assumere
elargizioni interessate, quindi
strutture organizzative
ritenute in grado di garantire
i diritti di tutto il popolo. Ol- stabili e a dotarsi di ordi-
tre ai missi Carlo fece affida- namenti giuridici definiti.
mento sulla complessa strut- Furono soprattutto loro,
tura dei funzionari di corte, sostiene Weinfurter, «a
ognuno dei quali aveva un custodire l’eredità
ruolo ben definito: il camera- dell’epoca di Carlo Ma-
rio, ad esempio, doveva pren- gno, e a perpetuare e svi-
dersi cura dell’amministrazio- luppare ulteriormente il
ne e della dotazione della cor- suo impulso alla “disam-
te, decidendo anche a chi Un denaro di Carlo Magno, zecca di Francoforte (812) biguazione”».
Nell’iconografia dei magi
anche il ritratto, i tre re e un profeta santuario romano di Santa Maria
indicano una stella, facendo dialogare Maggiore, l’apice iconografico e stori-
la prefigurazione veterotestamentaria e co-artistico del tema dell’ossequio dei
il mistero del Natale. tre re della terra al piccolo re del
Uno straordinario monumento della mondo trova la sua manifestazione so-
fine del IV secolo, conservato in situ in lenne e sontuosa nei mosaici della pa-
un mausoleo di Tolentino dedicato al rete sinistra della basilica ravennate di
nobile romano Catervio, propone uno Sant’Apollinare Nuovo, da riferire al
schema alternativo, l’incontro dei magi VI secolo e ormai provvista dei nomi
con Erode, secondo una composizio- Balthasar, Melchior, Gaspar che defini-
ne, che prende
spunto dalla storia
dei fanciulli ebrei di
Babilonia al cospet-
to di Nabucodono-
sor. In questo qua-
dro i magi, vestiti
all’orientale e prov-
visti di aste-scettro,
additano la stella,
mentre Erode, bar-
bato, è in piedi tra
due militi, dinanzi
al suo busto siste-
mato su un pilastri-
no scanalato. Nello
stesso frangente
cronologico possia-
mo collocare un
prezioso cratere in
marmo nero di Pa-
lazzo Massimo a
Roma, che mostra,
nella decorazione a
rilievo, oltre a un
collegio apostolico,
Maria regina tra i
magi e i pastori, se-
condo uno schema
«Madonna tra due magi» (IV secolo, catacombe dei Santi Pietro e Marcellino, Roma )
che ricorda una del-
le facce della cap-
pella argentea di san Nazaro, dello scono i tre uomini santi, che mostrano
stesso periodo, presumibilmente siste- i caratteri somatici delle razze e delle
mata da Ambrogio sotto l’altare della età dell’uomo. Tutto ciò attribuisce al
basilica cruciforme, fatta costruire co- tema, che si diffonderà nell’arte di
me memoria apostolorum sulla via por- ogni epoca e territorio, la responsabi-
ticata, che conduce verso Roma,
nell’hinterland milanese. lità narrativa, ma anche allegorica,
Se i temi dell’adorazione e del teso della prima manifestazione esplicita,
colloquio con Erode tornano nello ma pure dell’incipiente ed esponenzia-
splendido manifesto efesino commis- le espressione divina del bambino di
sionato da Sisto III (432-440) per il Betlemme e della sua Epifania.
lunedì-martedì 4-5 gennaio 2016 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5

Capodanno
a Copacabana

Nella serie televisiva «The Americans»

La crepa
nell’armatura
di ED OARD O ZACCAGNINI loro essere tesi nel privato, i loro luzione: è doloroso pensare che i fi-
sorrisi che muoiono in un istante. gli diventino come loro; lo è altret-
iò che maggiormente Gelati nella loro drammatica dop- tanto pensare che si incamminino

C colpisce, guardando The

Americans, non è l’elet-
trizzante tensione pro-
vocata dalle sue prege-
voli sequenze di azione, e nemmeno
piezza, sono soldati impegnati su
due fronti: quello insensato di ogni
guerra, con una bandiera da difen-
dere e un’altra da sconfiggere, e
quello ancora più terribile di rinun-
lungo la propria strada. È dura la-
sciare che Paige sviluppi in pieno il
suo bellissimo rapporto con Dio,
che abbia affidato al pastore Tim il
suo bisogno di autenticità, che ab-
Storie di ordinaria disumanità in mezzo ai brindisi per l’arrivo del 2016

la dettagliatissima fotografia di un
momento delicato della storia con-
temporanea. Tutto impeccabile, ma
quel che scuote di più, in questa se-
rie ideata e scritta dall’ex agente
della Cia Joe Weisberg, è la singola-
re condizione dei due protagonisti:
Philip Jennings, ottimamente inter-
pretato da Matthew Rhys, e sua
moglie Elizabeth, una bravissima
Keri Russel.
ciare all’oasi degli affetti, a respirare
a pieni polmoni la gioia dell’umani-
tà, a frenare persino l’amore per i fi-
gli, ridotti anch’essi a strumento per
depistare il nemico. Eppure la natu-
ra, e quindi l’amore, sopravvive no-
nostante tutto in questa famiglia im-
bottita di menzogne e non soccom-
be mai del tutto al dovere patriotti-
co o all’ideale politico.
Elizabeth e Philip hanno finito
bia deciso di farsi battezzare e sogni
un mondo disarmato e senza guerre.
Non possono godersi, questi genito-
ri abituati a chiudere l’affettività
Lévinas
dentro una spessa corazza, una fi-
glia libera e felice, anche se a turno,
ognuno col proprio carattere, mo-
strano la crepa nell’armatura, il dub-
e il selfie di capodanno
bio che proviene dal loro essere di SILVIA GUIDI cesi, il calcio, i piatti più elaborati terità di Dio. Fin dal primo ap-
umani, più forte dell’ideologia. della cucina alsaziana, gli spaghet- proccio alla fenomenologia di
Sanno che rischiano di perdere embra Lurch ti western più improbabili, le can- Husserl ciò che Lévinas raccoglie

«S
Belli entrambi, vivono nel cuore per amarsi e ancor più naturalmente tutto, eppure non depongono le ar- della famiglia zoni country più struggenti del della teoria del suo maestro è il
dell’America, in una villetta a schie- non riescono a non amare i propri mi e questo confitto fa di The Ameri- Addams! Guar- profondo west. Per i teenager che fatto che la coscienza indica sem-
ra alla periferia di Washington; si figli. Questa verità urla la sua forza cans qualcosa che va oltre il fortuna- dalo, è ugua- l’hanno preso di mira è solo lo pre qualcosa d’altro: apertura e
muovono nei primi anni ’80 del pre- nonostante la segregazione e com- to incontro tra period drama e spy leeeee!» strilla sfondo perfetto per una raffica di trascendenza. Sa che questo movi-
sidente Ronald Reagan, tra benesse- plica, a tratti drammaticamente, la story. Se la serie è notevole da en- la ragazzina, saltellando sui tac- selfie, «tanto non si accorge di mento deve essere liberato da un
re economico e ango- chi, su di giri dopo l’ennesimo su- niente. Guardalo, ha una faccia doppio limite: la tentazione di ve-
scianti folate di peralcolico della serata. Trovata la che sembra un peluche. Regà, dere nell’altro un alter ego e l’ap-
Guerra fredda. Sem- vittima, può partire il walzer dei niente flash, eh, sennò si sveglia». proccio teorico che lo riduce a
brano due normali selfie, la galleria degli orrori, lo una rappresentazione o a
americani: sono spo- sport facile del dileggio dei freaks, uno schema. Nei casi più
sati, lavorano presso certi dell’impunità e disposti a estremi, a un oggetto, a un
un’agenzia di viaggi tutto pur di strappare un “mi pia- In un attimo Raffaele “non uomo” che può essere
e hanno due figli cre- ce” o una battuta cinica ad amici perde la sua identità eliminato in un lager, sop-
sciuti a pane e Ame- e follower. presso se ancora sotto forma
Ma andiamo per ordine. Siamo Per i ragazzi di embrione, o fotografato
rica, una femminuc-
cia adolescente, la in un albergo a molte stelle in una che l’hanno preso di mira come un manichino senza vi-
sensibile Paige, e il piccola città di provincia italiana, ta, sfondo per un selfie di
meta di shopping e cure termali, è solo lo sfondo perfetto cattivo gusto, come la disav-
più piccolo maschiet-
to Henry. Sembrano, ricca, sazia e disperata, annegata per una foto divertente ventura successa a Raffaele
nella noia. È capodanno; la mez- insegna.
ma non lo sono, per-
zanotte è passata e le bollicine dei Il volto è quello che c’è di
ché seppur maschera-
brindisi sono evaporate da un più nudo e di scoperto in
ti da impeccabili cit-
pezzo, dei botti è rimasta solo la Gli amici di Raffaele lo raggiun- noi e rivela l’alterità per ciò che è,
tadini della middle
cenere ma si deve tirare mattina gono, troppo sconcertati per reagi- esposta e vulnerabile. Ma il volto
class americana, sono per forza, per il rito del cornetto re in un primo momento, mentre è anche ciò che resiste a ogni dis-
due spie russe spedite caldo prima dell’alba. una ragazzina mima un calcio con soluzione della sua alterità attra-
dal Kgb in campo I trentenni se ne sono andati le sue decolletè rosse tacco dodici e verso una rappresentazione o un
nemico. Lui si chia- verso l’una, i quarantenni restano, un’altra finge di strangolarlo alle concetto — Lévinas è di tradizione
ma Miša e lei Na- inseguendo i più piccoli che gio- sue spalle. Dopo un attimo di ebraica — grazie alla sua radicale,
dežda, e tutta la loro Gli attori Matthew Rhys e Keri Russel cano sulle scale e sulle poltrone smarrimento arriva il grido libera- strutturale trascendenza.
vita è falsa, subordi- della hall mentre la folla degli un- torio di un’amica di Raf, con an- Viene in mente una delle scene
nata a una missione der venti sciama nel locale, si ag- cora in braccio le sue due bambine più belle dell’ultimo film di Spiel-
durissima e totaliz- gira da una sala all’altra senza una ma troppo arrabbiata per non ur- berg, Il ponte delle spie, appena re-
zante: il loro matrimonio non esiste, missione delle abilissime spie sovie- trambi i punti di vista, se cioè rico- meta precisa, alla ricerca di lare: «Che ti salta in mente? Se censito dal nostro giornale, in cui
hanno eseguito l’ordine di recitare tiche: se per esigenze professionali struisce quegli anni di jeans slavati e un’idea brillante per far ripartire non lo lasci stare immediatamente i protagonisti — un avvocato ame-
l’amore e di far entrare anche i due uno dei due tradisce l’altro, o molto armi nucleari restituendone bene la la serata. ti denuncio». Altre persone accor- ricano e una spia sovietica al cul-
figli (del tutto ignari di chi siano di più se i superiori pretendono che complessità, e se rapisce lo spettato- La vittima — inconsapevole per rono. «Prova a fargli un’altra foto mine della guerra fredda — rico-
veramente i loro genitori) in questa la riflessiva e intelligente Paige deb- re attraverso le mirabolanti tecniche fortuna — è Raffaele, un ragazzo e ti faccio cacciare dal locale» rug- noscono entrambi il mistero e l’in-
messa in scena senza intervallo né ba proseguire il lacerante lavoro ini- di spionaggio dei protagonisti (cimi- gisce suo marito, dietro di lei, sondabile profondità della perso-
finale. ci, parrucche, comuni- quasi due metri di rab-
Ogni cosa, persino la forma cazioni in codice, capa- bia, incredulità e indi-
d’amore più profonda (la vita messa cità di spacciarsi per Trovata la vittima gnazione. Raffaele si sve-
al mondo) deve integrarsi al loro Marito e moglie insospettabili mille personaggi), le può partire lo sport facile glia, non capisce perché
mandato. Eccetto l’odio verso il ne- sono in realtà spie del Kgb psicologie dei due con-
del dileggio del diverso
tanta gente si è accalcata
mico, nessun sentimento può pren- sentono una riflessione intorno a lui, perché tutti
dere il volo. Assurdo, innaturale, in-
Eccetto l’odio contro il nemico più ampia sulla vita. Disposti a tutto pur stanno urlando, riconosce
sopportabile per chiunque tranne nessun sentimento È forse anche per
di strappare un “mi piace” la sua amica e questo gli
che per due ragazzi addestrati sin questo che Steven basta, lo tranquillizza su-
può prendere il volo King, alla fine della bito. Si alza e si avvia
da giovanissimi a controllare ogni
tipo di emozione, anche la più do- prima stagione, definì verso l’uscita. Il gruppo
lorosa. Gli abusi e le violenze hanno The Americans la mi- con disabilità che si è appena ad- degli adolescenti sciama
fatto parte della loro formazione: ziato dai genitori, il conflitto inte- gliore serie del 2013. Ora siamo alla dormentato su un divanetto in un via in un attimo, in un
hanno accresciuto la rabbia e la du- riore di Elizabeth e Philip si ampli- terza, tredici episodi trasmessi anche angolo tranquillo della discoteca. coro di risolini nervosi,
rezza di questa coppia la cui forza fica, il sacrificio diviene quasi insop- in Italia dal 30 ottobre scorso sul I suoi amici stanno cercando bor- mentre i cellulari scom-
mentale impressiona, ma anche il portabile. Per i Jennings non c’è so- canale Fox. se e cappotti e organizzando il paiono rapidamente negli
rientro a casa, decidendo equipag- zaini e nelle pochette da
gi e itinerari, inseguendo bambini gran sera.
che giocano e non ne vogliono sa- Gli amici di Raffaele
pere di andarsene, distribuendo raggiungono il parcheg-
sciarpe, guanti e sacchetti pieni di gio ammutoliti, dominati
regali. Raffaele, felice ma stanco da un’amarezza più gran-
Lavori in corso dopo il viaggio, il cenone e i quat-
tro salti in pista nella sala del revi-
de del fatto, pur squalli-
do, successo, del vertice
sulle guglie di Milano val anni Settanta, dove l’audio
delle casse è meno forte e anche i
di stupidità e di cattive-
ria di cui sono stati appe-
più piccoli — i figli dei suoi amici na testimoni; una sorta
che in lui trovano un attento e Lucian Freud, «Leigh Bowery» (1991)
Da secoli ormai, il marmo di Candoglia ritaglia cinque navate e ai capitelli e consentendo una di “Abu Ghraib dei po-
premuroso baby sitter — hanno veri”, una storia di ordi-
il cielo di Milano; nel segno di questa storia, vera e propria rilettura dell’interno del duomo.
potuto saltare e scatenarsi senza naria meschinità, una go-
anche nel semestre in cui la cattedrale, durante L’intervento si completa con il rifacimento
problemi, si è seduto in un angolo gna fatta su misura per intrappo- na che hanno davanti. Anche se,
l’Expo, ha accolto milioni di fedeli e turisti con dell’impianto elettrico e con la realizzazione di
del locale e si è addormentato. lare una persona troppo debole tecnicamente, si tratta di un nemi-
aperture straordinarie e attività culturali, i can- un sistema d’impianti speciali e di sicurezza e
Si sente al sicuro, in fondo è per potersi difendere da sola. co. Il colonnello Rodolf Abel non
tieri della Veneranda Fabbrica del duomo non un nuovo impianto per le riprese video in cat- quasi come essere in famiglia; è
hanno interrotto il loro lavoro. Tra le molte at- tedrale. Nei prossimi mesi, proseguiranno inol- «Possibile che un ragazzino possa è solo un imputato, una minaccia
con gli amici di sempre, il gruppo
tre gli interventi di pulitura dei prospetti inter- arrivare a tanto? Che cosa sta suc- da eliminare prima possibile, è an-
tività in programma, la realizzazione della co- che frequenta da una vita, sa che
ni, e gli interventi di restauro della base della cedendo al nostro mondo? In che che una persona, unica e irripeti-
pia in scala uno a uno della Madonnina che è presto qualcuno gli porterà il
guglia maggiore (e in particolare del tiburio) e vuoto, in che deserto di umanità bile: per questo l’avvocato James
stata collocata nel Padiglione della Veneranda giubbotto per tornare a casa. L’ul-
la riparazione del Gugliotto Pestagalli, posto a timo giro di auguri, baci e abbrac- vivono i nostri figli per essere ri- B. Donovan gli porta in carcere il
Fabbrica durante l’Expo, la rappresentazione
lato della guglia maggiore, un esile pinnacolo ci e poi a letto, pregustando la gi- dotti così?» sono le domande che necessario per dipingere e una ra-
del Mosè di Gioacchino Rossini in cattedrale, hanno accompagnato il viaggio di dio per ascoltare il suo amato So-
centrale collegato a una traforata cortina ester- ta del giorno dopo e il tanto tem-
con il basso Ruggero Raimondi nella parte del ritorno a casa (tranne che sull’au- stachovic, e cerca di difenderlo da
na da una fitta serie di archetti. In corso e in po libero da passare insieme. Ma
profeta, e una mostra con le sculture di Tony programma per i prossimi mesi sono inoltre il to che ospitava Raffaele, ovvia- ogni abuso di potere, pur sapendo
Cragg allestita sulle terrazze, totalmente rifatte per qualche minuto Raffaele resta
restauro delle guglie — documentato dalle belle solo. In un attimo viene accerchia- mente. Il quale in mezzo alla sara- di attirare su di sé l’ostilità dei
in occasione dell’esposizione a tenuta stagna foto del libro I cantieri del cambiamento 2012- banda di scatti e risate dormiva il suoi concittadini. Per questo il
to da un gruppo di adolescenti in
contro la pioggia e le infiltrazioni che fino a 2015 (Milano, Veneranda Fabbrica del duomo cerca di qualcosa di originale da sonno dei giusti). prigioniero Abel ricambierà rega-
qualche mese fa minacciavano le decorazioni di Milano, 2015, pagine 118) — la manutenzione postare sui social: «ecco il sosia di Viene in mente la riflessione lando all’americano il suo ritratto,
delle volte, oggi ben visibili grazie al rifacimen- degli archi posti nella parte sud-ovest delle Ter- un personaggio della Famiglia Ad- profonda e profetica di Emmanuel segno tangibile di rispetto e stima.
to dell’impianto d’illuminazione, inaugurato il razze, che svolgono funzione di contrafforte, il dams!» grida qualcuno. In un atti- Lévinas sul volto dell’altro, espres- O, per dirla con le parole del pen-
primo maggio scorso: un intervento imponente restauro di due finestroni non ristrutturati da mo Raf non è più il ragazzo dalla sione di un’alterità assoluta e in- satore lituano, del riconoscimento
che ha portato corpi illuminanti a led a sosti- molto tempo, prossimi alle zone oggi riaperte battuta pronta che ama la storia violabile, traccia dell’infinito, luo- che scaturisce dall’incontro con il
tuire i vecchi proiettori alogeni, dando luce alle al pubblico e molto lesionati. dell’arte, le cattedrali gotiche fran- go in cui si manifesta la totale al- volto dell’altro.
pagina 6 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì 4-5 gennaio 2016

Le prospettive della Chiesa caldea per il 2016

L’Iraq
ha bisogno di speranza
BAGHDAD, 4. «L’Iraq ha un grande
bisogno di un progetto politico con-
creto e chiaro, capace di arrestare il
degrado, riunendo tutte le sue com-
ponenti in un progetto civile, di
contribuire alla stabilità del Paese e
in grado di sostenere l’unità nazio-
nale e respingere la divisione tra gli
Dal patriarca Twal l’invito ai cristiani a essere testimoni di amore e di pace iracheni facendo sentire loro che so-
no tutti cittadini uguali e non di di-
e una chiara visione politica» da
utilizzare come una road map «in
grado di assicurare agli iracheni un
futuro migliore e un Paese più pro-
spero» per il suo popolo e per quel-
li vicini. Anche i leader religiosi, ha
rilevato, sono chiamati a dare il loro
contributo formando i cittadini
«con una cultura sana e aperta, per
promuovere i valori della tolleranza,
nità con i passanti. Una cosa che se
fossimo stati scortati non sarebbe
stato possibile». L’augurio di pace è
stato poi ribadito nell’omelia. Ed è
stato specialmente rivolto all’Iraq e
alla Siria dove, proprio in quelle
ore, un attentato nella città a mag-
gioranza curda di Qamishli ha pro-
vocato 18 vittime, tra le quali alcuni
giovani che avevano frequentato

Il seme della misericordia versi gradi». È l’auspicio del patriar-

cato di Baghdad dei Caldei, Louis
Raphaël I Sako, contenuto nel mes-
dell’accoglienza e del rispetto degli
altri. Senza questa cultura il Paese
non troverà pace e non si rialzerà».
l’oratorio dei salesiani, e causato il
ferimento di 30 persone.
Il desiderio di riconciliazione

in un mondo disumanizzato saggio per il 2016. Un augurio an-

GERUSALEMME, 4. «In un mondo
che si va disumanizzando sempre
più e va verso la barbarie, la violen-
za e l’oppressione, la vocazione del
cristiano è quella di testimoniare la
misericordia divina, insieme agli uo-
mini e alla donne di buona volontà.
Il seme della misericordia si trova in
tutte le religioni, e tutti abbiamo la
responsabilità di farlo crescere nella
vita pubblica e privata. Saremo allo-
ra testimoni di un mondo migliore,
governato dalla giustizia, dalla pace,
dalla tenerezza, dall’amore e dal ri-
spetto reciproco». Ha fatto più vol-
te esplicito riferimento ai molteplici
significati del giubileo straordinario
della misericordia, indetto da Papa
Francesco, il patriarca di Gerusa-
lemme dei Latini, Fouad Twal, che
nell’omelia per la solennità di Maria
Santissima Madre di Dio e per la
Giornata mondiale della pace, cele-
brata il 1° gennaio nella chiesa con-
cattedrale, ha invitato tutti i fedeli
che abbiano un qualche ruolo nella
vita politica, economica, culturale,
sociale o familiare, «a vivere la mi-
sericordia e a farne una cultura che
impregni il mondo cui apparte-
niamo».
Il primo comandamento del Van-
gelo, in questo anno della misericor-
dia, «impone di lasciarci coinvolge-
re sempre e in modo responsabile
per far sì che la vita delle persone e
dei popoli sia rispettata e promos-
sa». Twal ha stigmatizzato i mali di
carattere sociale e politico che af-
fliggono il mondo e condannato la
vendita di armi. In tale contesto —
ha osservato — «come non pensare
all’Iraq e alla Siria, dove perdurano
conflitti che hanno fatto e continua-
no a fare vittime innocenti? Come
non evocare la minacciosa situazio-
ne della Terra di Gesù, dove non si
arriva ancora, nella verità e nella
giustizia, a riallacciare i fili della re-
ciproca comprensione, troncati da
un conflitto che si nutre ogni giorno
di attentati e di vendette? E che di-
re del fenomeno tragico della vio-
lenza terroristica, che sembra spin-
gere il mondo intero verso un futu-
ro di paura e di angoscia? È vero:
noi abbiamo paura, il mondo ha
paura, e le bombe atomiche che ac-
cumuliamo non servono a niente».
Il patriarca, citando il messaggio di
Giovanni Paolo II per la Giornata
mondiale della pace 2005, ha riaffer-
mato che «la violenza è una menzo-
gna, poiché è contraria alla verità
della nostra fede, alla verità della
nostra umanità. La violenza distrug-
ge ciò che sostiene di difendere: la
dignità, la vita, la libertà degli esseri
umani». Essa, dunque, «è un male
inaccettabile, che non risolve mai i
problemi». In tale ambito — ha con-
cluso — «è indispensabile promuo-
vere una grande opera educativa
delle coscienze e soprattutto delle
coscienze dei politici».
Twal, riferendosi in particolare al-
le sofferenze di tutti gli abitanti del-
la Terra santa, ha esortato a conti-
nuare a pregare per la pace affinché
«gli israeliani e i palestinesi abban-
donino le vie della violenza e si
mettano sulla strada che conduce al-
la pace. Il Signore, quando sarà ve-
nuto il momento, ci accorderà pace
e riconciliazione. All’inizio di questo
nuovo anno — ha commentato — la
situazione mondiale è disastrosa.
Ma vorrei dirvi, malgrado tutto,
“non lasciamoci vincere dal male,
ma vinciamo il male con il bene”
(cfr. Romani, 12, 21), con la genero-
sità e con il perdono». Il male, ha
spiegato citando ancora Giovanni
Paolo II, «non è una forza anonima
che opera nel mondo in virtù di
meccanismi deterministici e imper-
sonali. Il male ha sempre un volto e
un nome: il volto e il nome di uo-
mini e di donne che liberamente lo
scelgono. E se andiamo a cercarne
le componenti più profonde, il male
è, in definitiva, una tragica rinuncia
alle esigenze dell’amore. Al contra-
rio, il bene morale nasce dall’amore,
si manifesta come amore ed è orien-
tato all’amore. Questo discorso è
particolarmente chiaro per il cristia-
no, il quale sa che l’amore cristiano
giunge, se portato alle conseguenze,
fino all’amore per i nemici: “Se il
tuo nemico ha fame, dagli da man-
giare; se ha sete dagli da bere” (Ro-
mani, 12, 20)».
L’invocazione è alla Vergine Ma-
ria, Madre di Dio, affinché sostenga
«la nostra speranza e la nostra pa-
zienza. Che ella ci guidi nella medi-
tazione e nell’accoglienza di Dio tra
noi». In occasione del giubileo della
misericordia, il patriarcato di Geru-
salemme dei Latini (il cui territorio
comprende, oltre a Israele e Palesti-
na, anche Giordania e Cipro) ha
preparato per la popolazione un
programma di preghiere, celebrazio-
ni liturgiche e pellegrinaggi.
cora più significativo perché fonda-
to sulla concreta speranza di poter
finalmente voltare pagina dopo tan-
te sofferenze e, in particolare, dopo
un 2015 che lo stesso patriarca ha
definito come «l’anno peggiore». Il
2016 porta, infatti, «una bella noti-
zia, la liberazione della città di Ra-
madi, che rafforza la nostra speran-
za per quella delle città di Mosul,
della Piana di Ninive e di tutte le
altre terre irachene».
Nel testo, diffuso dal sito Ba-
ghdadhope, si ribadisce la necessità
di fronteggiare le divisioni che
«contribuiscono alla demolizione
dell’Iraq» e si sottolinea «l’impor-
tanza di adottare una nuova cultura
Il patriarca caldeo e il vescovo
ausiliare monsignor Basel Yaldo
hanno festeggiato l’inizio del nuovo
anno per le strade della capitale ira-
chena. I due presuli, riferisce sem-
pre Baghdadhope, hanno percorso a
piedi una delle principali arterie del
quartiere di Mansour, al centro della
città, per recarsi dalla sede del pa-
triarcato alla chiesa dell’Assunzione
della Vergine Maria dove è stata ce-
lebrata la messa. In una Baghdad
affollata di gente, nonostante le
sempre precarie condizioni di sicu-
rezza, il patriarca e monsignor Yal-
do hanno deciso, come dichiarato
dallo stesso Sako, «di andare senza
scorta per poter scambiare gli augu-
ri di un nuovo anno di pace e sere-
espresso è stato concretizzato duran-
te le festività natalizie dalla distribu-
zione da parte del patriarcato di
70.000 dollari a circa 2000 famiglie
povere e sfollate, in maggioranza
cristiane ma anche appartenenti alle
altre fedi, e a 40 studentesse e stu-
denti universitari cristiani dell’uni-
versità di Baghdad. «Un gesto — ha
sottolineato Sako — che esprime il
valore della carità cristiana e della
volontà che tutti dovrebbero avere
di riconciliare le parti per arrivare fi-
nalmente alla pace».
Pochi giorni fa, nell’omelia della
messa di Natale, come accennato, il
patriarca ha parlato del 2015 come
dell’anno «peggiore», elencando
con determinazione i motivi di que-
sta grave sofferenza: «Abbiamo vis-
suto l’ingiustizia a causa del pensie-
ro radicale sistematico a noi contra-
rio, e soprattutto la coercizione del-
la legge riguardante la carta nazio-
nale unica, i tentativi di imporre il
velo alle donne cristiane, l’occupa-
zione da parte di alcune delle mili-
zie delle case dei cristiani e la viola-
zione delle tombe del cimitero cri-
stiano a Kirkuk. Noi abbiamo
espresso il nostro disappunto estre-
mo riguardo queste violazioni, e ab-
biamo rifiutato gli auguri ufficiali
durante le feste di Natale perché
siamo tristi, pur rimanendo aggrap-
pati alla speranza di poter vivere la
nostra vita come individui e come
comunità».

Conclusa la raccolta fondi per l’Africa A Washington il congresso nazionale dei responsabili diocesani di pastorale sociale

In Argentina una settimana I cattolici degli Stati Uniti

dedicata al beato Brochero
BUENOS AIRES, 4. Si svolgerà dal
16 al 26 gennaio prossimo, nella
provincia argentina di Cordoba, la
settimana brocheriana promossa
dalla diocesi di Cruz del Eje. Il
programma prevede una serie di in-
contri e di iniziative che avranno
come argomento principale l’opera
pastorale del sacerdote José Gabriel
del Rosario Brochero, soprannomi-
nato Cura Gaucho, proclamato bea-
to il 14 settembre del 2013.
La Semana brocheriana avrà come
slogan: «Con Brochero, siamo mi-
sericordiosi come il nostro Dio Pa-
dre!». «Con gli occhi fissi su Gesù
e sul suo volto misericordioso — si
legge in un comunicato della dioce-
si Cruz del Eje — possiamo sentire
l’amore della Santissima Trinità. La
missione che Gesù ha ricevuto dal
Padre è stata quella di rivelare il
mistero dell’amore divino nella sua
pienezza. “Dio è amore”, per citare
la bolla con la quale Papa France-
sco ha indetto l’anno giubilare della
misericordia».
Sabato 16, alle ore 21, il vescovo
di Cruz del Eje, monsignor Santia-
go Olivera, presiederà nel santuario
dedicato al beato Brochero la messa
di apertura della settimana broche-
riana. Da domenica 17 poi ci saran-
no celebrazioni dedicate all’iniziati-
va alle ore 7, alle 11 e alle 21, mentre
i sacerdoti saranno a disposizione
per la confessione un’ora prima di
ogni celebrazione liturgica. Per tut-
ta la settimana, nelle messe delle
ore 11 e delle 21 le prediche verte-
ranno sul tema “Brochero e la mise-
ricordia”.
Martedì 26, alle ore 10, l’arcive-
scovo di Buenos Aires, cardinale
Mario Aurelio Poli, presiederà la
santa messa di chiusura della setti-
mana brocheriana, che sarà concele-
brata da vescovi e da sacerdoti pro-
venienti da tutte le zone del Paese.
In quell’occasione verrà anche riba-
dito l’auspicio della canonizzazione
del beato Brochero, che Papa Fran-
cesco ha definito come un vero “pa-
store con l’odore delle pecore”.
Intanto, sempre all’insegna della
misericordia e della carità, si è svol-
ta sabato e domenica in tutte le
chiese dell’Argentina la colletta na-
zionale per sostenere l’evangelizza-
zione del continente africano. Tema
dell’iniziativa, promossa dalle Pon-
tificie opere missionarie argentine,
guidate da padre Dante De Sanzzi,
è stato: “La tua carità per le missio-
ni testimonia la tua fede”. Obietti-
vo della colletta è stato dunque
quello di lanciare un appello alla
solidarietà dei fedeli: «Aprite le
porte — ha esortato il religioso — al
continente africano vittima dello
sfruttamento e delle ingiustizie che
aggravano la situazione delle popo-
lazioni». La colletta pro Africa fu
istituita per volere del cardinale
Charles-Martial Allemand Lavige-
rie, grande missionario nel conti-
nente africano. Papa Leone XIII
creò la “Pontificia Colletta pro Afri-
ca”, mediante l’enciclica Catholicae
ecclesiae datata 20 novembre 1890.
All’epoca, l’obiettivo primario era
quello di aiutare i missionari a por-
re fine al dramma della schiavitù,
fenomeno che, come noto, all’epoca
colpiva soprattutto il continente
africano.
e le sfide della povertà e dell’ingiustizia
WASHINGTON, 4. È ispirato all’enci-
clica di Papa Francesco Laudato si’
e al giubileo straordinario della mi-
sericordia il tema scelto per il pros-
simo congresso nazionale dei re-
sponsabili diocesani di pastorale
sociale degli Stati Uniti (Catholic
Social Ministry Gathering - Csmg)
dal titolo: “Chiamati a vivere la mi-
sericordia nella nostra casa co-
mune”.
L’incontro, organizzato dal Di-
partimento della giustizia, la pace e
lo sviluppo umano e da altri quat-
tro uffici della Conferenza episco-
pale (Usccb) in collaborazione con
sedici organizzazioni cattoliche
americane impegnate nell’apostola-
to sociale, si terrà dal 23 al 26 gen-
naio prossimo a Washington. Cin-
quecento i delegati attesi, che si
confronteranno sulle attuali sfide
globali della povertà, della guerra,
dell’ingiustizia e della promozione
della vita e della dignità umana alla
luce delle riflessioni di Papa Fran-
cesco, affidate tanto alla sua enci-
clica ecologica quanto al tema del
giubileo straordinario. L’agenda dei
lavori prevede anche una serie di
seminari di approfondimento su al-
cuni aspetti specifici della pastorale
sociale negli Stati Uniti. Come
ogni anno, il congresso sarà per i
partecipanti un’occasione per cono-
scersi e condividere esperienze e in-
tensificare la collaborazione delle
organizzazioni del Paese impegnate
nell’apostolato sociale. Esso sarà
quindi un’opportunità per infor-
marsi e informare sul contesto loca-
le e globale delle sfide della giusti-
zia, della pace e della promozione
umana. I quattro giorni di lavori
saranno scanditi da liturgie in cui i
delegati pregheranno insieme per
rilanciare i loro progetti e rinnove-
ranno il loro impegno nell’opera di
sostegno e tutela dei più vulnera-
bili.
Si è invece aperta domenica e si
concluderà sabato prossimo la Set-
timana nazionale delle migrazioni
promossa dalla Usccb. «L’appello
ad accogliere lo straniero — si legge
in una nota dei vescovi — gioca un
ruolo importante nelle vite dei fe-
deli cristiani, in particolare per co-
loro che lavorano nell’ambito delle
migrazioni. Il migrante si muove
da una nazione a un’altra ed è dav-
vero uno straniero che si trova ad
affrontare numerose difficoltà, tra
cui una lingua non familiare e co-
stumi differenti». Per questo, con-
cludono i vescovi, «il migrante ne-
cessita del supporto della comunità
locale, affinché possa adattarsi me-
glio al suo nuovo ambiente».
lunedì-martedì 4-5 gennaio 2016 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 7

All’Angelus il Papa ricorda il mistero del male che insidia il cuore dei cristiani

Impegno
contro l’indifferenza
Il male è «accovacciato davanti alla nostra
porta, davanti al nostro cuore, e vuole
entrare»: lo ha sottolineato il Papa
all’Angelus di domenica 3 gennaio,
ricordando ai fedeli presenti in piazza San
Pietro la necessità di esercitare sempre
«vigilanza e attenzione perché non prevalga».
Cari fratelli e sorelle, buona domenica!
La liturgia di oggi, seconda domenica do-
po Natale, ci presenta il Prologo del Van-
gelo di san Giovanni, nel quale viene pro-
clamato che «il Verbo — ovvero la Parola
creatrice di Dio — si fece carne e venne ad
Iniziato il servizio del nuovo cappellano della Guardia svizzera pontificia
In regalo un mattone
abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). Quella
Parola, che dimora nel cielo, cioè nella di-
mensione di Dio, è venuta sulla terra af-
finché noi la ascoltassimo e potessimo co-
noscere e toccare con mano l’amore del
Padre. Il Verbo di Dio è lo stesso suo Fi-
glio Unigenito, fatto uomo, pieno di amo-
re e di fedeltà (cfr. Gv 1, 14), è lo stesso
Gesù.
L’Evangelista non nasconde la dramma-
ticità della Incarnazione del Figlio di Dio,
sottolineando che al dono d’amore di Dio
fa riscontro la non accoglienza da parte
degli uomini. La Parola è la luce, eppure
gli uomini hanno preferito le tenebre; la
Parola venne tra i suoi, ma essi non l’han-
no accolta (cfr. vv. 9-10). Hanno chiuso la
porta in faccia al Figlio di Dio. È il miste-
ro del male che insidia anche la nostra vi-
ta e che richiede da parte nostra vigilanza
e attenzione perché non prevalga. Il Libro
della Genesi dice una bella frase che ci fa
capire questo: dice che il male è «accovac-
ciato davanti alla nostra porta» (cfr. 4, 7).
Guai a noi se lo lasciamo entrare; sarebbe
lui allora a chiudere la nostra porta a
chiunque altro. Siamo invece chiamati a
spalancare la porta del nostro cuore alla
anche l’impegno che ci siamo presi a ca- possiamo farlo conoscere meglio agli altri.
Parola di Dio, a Gesù, per diventare così podanno, Giornata della Pace: “Vinci l’in- Portare un piccolo Vangelo in tasca, nella
suoi figli. differenza e conquista la pace”; con la borsa: ci farà bene. Non dimenticate: ogni
Nel giorno di Natale è stato già procla- grazia di Dio, potremo metterlo in prati- giorno leggiamo un passo del Vangelo.
mato questo solenne inizio del Vangelo di ca. E ricordo anche quel consiglio che
Giovanni; oggi ci viene proposto ancora tante volte vi ho dato: tutti i giorni leg- Vi auguro buona domenica e buon
una volta. È l’invito della santa Madre gere un brano del Vangelo, un passo del pranzo. E, per favore, per favore, non
Chiesa ad accogliere questa Parola di sal- Vangelo, per conoscere meglio Gesù, per dimenticatevi di pregare per me. Ar-
vezza, questo mistero di luce. Se lo acco-
gliamo, se accogliamo Gesù, cresceremo
spalancare il nostro cuore a Gesù, e così rivederci.

nella conoscenza e nell’amore del Signore,

Non sempre appena si inizia un
incarico si riceve un regalo. È suc-
cesso, invece, al nuovo cappellano
della Guardia svizzera pontificia,
don Thomas Widmer. Ha ricevuto
un mattone della porta santa della
basilica di San Pietro che simboli-
camente ha due significati: ricorda
le responsabilità di pastore e gli
ostacoli che si incontrano sul cam-
mino. A spiegargli e a offrirgli il
dono è stato il comandante Chri-
stoph Graf, domenica 3 gennaio,
nel cortile d’onore del quartiere
svizzero della Città del Vaticano,
durante la cerimonia del passag-
gio di consegna tra monsignor
Markus Heinz, che era cappellano
ad interim, e don Widmer.
Ricordando che da poco è iniziato l’anno
santo della misericordia, che «apre il tempo
dell’amore del Padre verso tutti gli uomini», il
comandante ha sottolineato che si tratta di
«un tempo di grazia per tutti coloro che pas-
seranno la porta santa pentiti e confessati». A
questo proposito, Graf ha chiesto al nuovo
cappellano di guidare le guardie e le loro fa-
miglie su questo cammino per comprendere il
valore di quest’anno che Papa Francesco «ci
ha regalato». Il comandante ha anche racco-
mandato a don Widmer di insegnare a tutti i
componenti del Corpo «come vivere da cri-
stiani nella vita quotidiana», affinché il servi-
zio svolto «diventi una testimonianza della no-
stra fede».
Nato il 18 luglio 1984, il nuovo cappellano è
cresciuto a Bonstetten, nella campagna di Zu-
rigo. Durante i suoi studi a Roma risiedeva
L’ausiliare della Transizione spagnola
di JOSÉ BELTRÁN*
Avevo don Alberto di fronte. Non ho esi-
tato a domandargli: «Cosa pensa della
preoccupazione di Francesco di trovare
pastori con l’“odore delle pecore” (olor a
oveja)?». Era seduto nella sua stanza, nel-
la residenza sacerdotale di Albacete, dove
era nato e dove poi si è ritirato, fino alla
morte proprio il giorno prima del suo no-
vantatreesimo compleanno. Mi ha guarda-
to, ha sorriso e mi ha risposto: «Non ri-
cordo bene che odore hanno le pecore,
ma ti posso dire che io ho l’odore di Val-
lecas». Sapore di periferia decenni prima
che questo vocabolo formasse parte del
vocabolario papale.
Lutto nell’episcopato
Monsignor Alberto Iniesta Jiménez, vescovo tito-
lare di Tubernuca, già ausiliare di Madrid, è mor-
to nelle prime ore di domenica 3 gennaio, nella re-
sidenza sacerdotale di Albacete, sua città natale,
alla vigilia del suo novantatreesimo compleanno.
Il presule era infatti nato il 4 gennaio 1923. Ordi-
nato sacerdote il 13 luglio 1958, era stato eletto alla
Chiesa titolare di Tubernuca il 5 settembre 1972 e
nominato ausiliare di Madrid. Il 22 ottobre suc-
cessivo aveva ricevuto l’ordinazione episcopale.
Quindi il 5 aprile 1998 aveva rinunciato all’incarico
pastorale. Le esequie si svolgono nel pomeriggio
di lunedì 4 gennaio nella cattedrale di Madrid.
nel Pontificio collegio teutonico di Santa Ma-
ria in Camposanto. Il 27 novembre 2010 è sta-
to ordinato sacerdote dal vescovo di Coira.
Nel 2015 ha conseguito la licenza in ecclesiolo-
gia, parallelamente ai suoi studi di teologia e
filosofia.
Durante la cerimonia, alla quale era presen-
te, tra gli altri, monsignor Hans Peter Fischer,
rettore del Pontificio collegio teutonico di
Santa Maria in Camposanto, il comandante ha
anche salutato monsignor Heinz al termine del
suo servizio, ricordando alcune iniziative da
lui promosse in questi ultimi mesi: in partico-
lare l’incontro con due vescovi svizzeri sul si-
nodo e sui problemi delle famiglie e l’adora-
zione del Santissimo Sacramento per oltre
ventiquattr’ore con l’intenzione di sostenere
spiritualmente il Pontefice durante il viaggio
in Africa.
In memoria di Alberto Iniesta
È stato vescovo ausiliare di Madrid per
ventisei anni, aiutando i cardinali Vicente
Enrique y Tarancón, Ángel Suquía e An-
tonío María Rouco Varela. Anche se in
realtà è stato il vescovo ausiliare della
Transizione, colui che con Tarancón portò
il concilio Vaticano II a un Paese che ave-
va bisogno di quella libertà, a una società
e a una Chiesa che avevano bisogno del
loro “aggiornamento”. Ha incarnato il
Vangelo tra gli operai dei quartieri più
umili di Madrid, tra cui appunto Vallecas,
dando del tu, sentendosi uno di loro, al
punto da venire soprannominato il “ve-
scovo rosso”.
«In molte occasioni mi sembrava di fa-
re il pompiere piuttosto che il vescovo»
confessò una volta a proposito del suo
difficile ruolo verso la fine della dittatura
franchista. A Vallecas, dove fu l’artefice
della storica Asamblea Cristiana, dovette
affrontare più di una volta la polizia per
evitare che entrasse nei locali della chiesa
dove ormai si parlava di democrazia.
Spesso visitava il carcere di Carabanchel
per stare con i sacerdoti arrestati per aver
difeso i diritti e le libertà. Nel settembre
1975 la sua condanna, in un’omelia, delle
ultime fucilazioni ordinate da Franco gli
procurò minacce di morte e lo costrinse a
trasferirsi a Roma, dove venne accolto da
Benelli e Casaroli. E non è stato questo
l’unico momento difficile, vissuto nel si-
lenzio pubblico e nel deserto personale.
Anni più tardi, la sua autocritica lo
portò a dire che forse quella predica non
era stata abbastanza dura. Verso di sé era
sempre esigente. Anche per quanto ri-
guarda i suoi articoli su «Vida Nueva»,
che ha scritto fedelmente fino all’ultimo.
impareremo ad essere misericordiosi come
Lui. Specialmente in questo Anno Santo
della Misericordia, facciamo sì che il Van-
gelo diventi sempre più carne anche nella no-
stra vita. Accostarsi al Vangelo, meditarlo,
incarnarlo nella vita quotidiana è il modo
migliore per conoscere Gesù e portarlo
agli altri. Questa è la vocazione e la gioia
di ogni battezzato: indicare e donare agli
altri Gesù; ma per fare questo dobbiamo
conoscerlo e averlo dentro di noi, come
Signore della nostra vita. E Lui ci difende
dal male, dal diavolo, che sempre è acco-
vacciato davanti alla nostra porta, davanti
al nostro cuore, e vuole entrare.
Con un rinnovato slancio di abbandono
filiale, noi ci affidiamo ancora una volta a
Maria: la sua dolce immagine di madre di
Gesù e madre nostra la contempliamo in
questi giorni nel presepio.
Al termine della preghiera mariana il
Pontefice ha salutato con queste parole i
gruppi presenti in piazza.
Cari fratelli e sorelle,
rivolgo un saluto cordiale a voi, fedeli di
Roma e pellegrini venuti dall’Italia e da
altri Paesi. Saluto le famiglie, le associa-
zioni, i diversi gruppi parrocchiali, in par-
ticolare quello di Monzambano, i cresi-
mandi di Bonate Sotto e i giovani di
Maleo.
In questa prima domenica dell’anno
rinnovo a tutti gli auguri di pace e di be-
ne nel Signore. Nei momenti lieti e in
quelli tristi, affidiamoci a Lui, che è nostra
misericordia e nostra speranza! Ricordo
Li curava moltissimo, e il suo potere era
quello della parola scritta che non cerca
mai la discordia, ma solo l’incontro, il po-
tere di una umiltà che non aveva limiti.
Quella che lo portava a mettere a disposi-
zione la sua penna ogni volta che parlava-
mo per telefono. Non si sentiva all’altezza
della rivista, mentre è il livello della rivi-
sta che è cresciuto grazie a lui.
Curvo per l’età, ma fermo nella spirito
e nella mente, da un po’ di tempo usava
una lente per leggere. Instancabile divora-
tore di giornali e riviste, ha saputo sempre
guardare con una grande lente i segni dei
tempi, sia per anticipare le urgenze della
Chiesa sia per rispondere ai bisogni della
società. Ma sempre con l’odore della san-
tità che può dare un quartiere come Val-
lecas.
*Direttore di «Vida Nueva»
Incontri per il giubileo a Santo Spirito in Sassia
Tre volti della misericordia
Come si rivela la misericordia, come la
misericordia è presente nella vita sacra-
mentale e come vivere la misericordia:
sono i tre temi portanti del ciclo di cate-
chesi organizzate a Roma, in occasione
dell’anno giubilare, dal centro di spiri-
tualità della Divina Misericordia della
chiesa di Santo Spirito in Sassia, in col-
laborazione con l’associazione Res Ma-
gnae e con il patrocinio del Pontificio
consiglio per la promozione della nuova
evangelizzazione. Gli incontri — uno al
mese da gennaio a novembre — comince-
ranno venerdì 15 gennaio con il cardinale
Walter Kasper che parlerà della «Miseri-
cordia come segno dei tempi». Le cate-
chesi, trasmesse da Telepace, seguiranno
Nomine episcopali
Le nomine di questi giorni riguardano la
Chiesa in Africa e in America.
Célestin-Marie Gaoua
vescovo di Sokodé (Togo)
Nato in Wahala, diocesi di Atakpamé,
il 6 aprile 1957, nel 1972 è entrato nel se-
minario minore di San Paolo, ad Atakpa-
mé, e dopo la sua chiusura ha proseguito
gli studi nel liceo statale. In seguito, ha
frequentato il seminario maggiore Saint
Gall, a Ouidah, in Benin, per i corsi fi-
losofici e teologici ed è stato ordinato sa-
cerdote il 27 dicembre 1986. Ad Atakpa-
mé dal 1987 al 1991 è stato rettore del fo-
yer du petit séminaire Saint Paul e dal
1991 al 1994 rettore del séminaire moyen
P. Jérémie Moran. Dopo un ciclo di stu-
di di specializzazione in Francia (1994-
1999), durante i quali è stato vicario par-
rocchiale di San Giuseppe a Montigny-
les-Metz (1997-1999), è rientrato in Togo
come missionario fidei donum nella dio-
cesi di Sokodé. Qui è stato vicario par-
rocchiale e successivamente parroco della
cattedrale (2000-2009) e, dal 2005-2007,
anche amministratore della parrocchia
Notre Dame de la Visitation, di Kulun-
dé. Dal 2009 al 2015 è stato rettore del
seminario maggiore filosofico nazionale
Benoît XVI, a Tchitchao, in diocesi di
Kara.
William Ernesto Iraheta Rivera
vescovo di Santiago de María
(El Salvador)
Nato a Jayaque, arcidiocesi di San
Salvador, il 24 gennaio 1962, prima di
entrare in seminario ha conseguito il
baccalaureato in matematica e scienze fi-
siche presso l’istituto Francisco Linares
di Apopa. Ha studiato filosofia e teolo-
gia presso il seminario maggiore San Jo-
sé de la Montaña e ha ricevuto l’ordina-
zione sacerdotale per l’arcidiocesi di San
Salvador il 27 dicembre 1988. È stato vi-
ceparroco di San Roque, direttore del
centro scolastico La Rosa Blanca, parro-
co di San Roque, moderatore della curia
arcidiocesana, direttore della Caritas, de-
questo calendario: il 19 febbraio «Dio di
misericordia e di grazia» (cardinale Ago-
stino Vallini), il 18 marzo «Mistero pa-
squale» (arcivescovo Rino Fisichella), il
15 aprile «La misericordia e i sacramen-
ti» (arcivescovo Arthur Roche), il 20
maggio «La misericordia e il perdono»
(cardinale Mauro Piacenza), il 17 giugno
«Chiesa luogo di misericordia» (cardina-
le Beniamino Stella), l’8 luglio «La Ma-
dre della misericordia» (cardinale Gian-
franco Ravasi), il 16 settembre «Giustizia
e misericordia» (cardinale Dominique
Mamberti), il 21 ottobre «Verità e miseri-
cordia» (cardinale Gerhard Müller), il 18
novembre «Dignità umana e misericor-
dia (arcivescovo Konrad Krajewski).
legato episcopale per l’Educazione e, dal
2008, parroco di San Marcos.
Thomas Eusebios
Naickamparambil
primo vescovo
di St. Mary Queen of Peace
of the United States
of America and Canada
dei siro-malankaresi
Nato a Mylapra, nell’arcieparchia di
Trivandrum, il 6 giugno 1961, è stato or-
dinato presbitero il 29 dicembre 1986.
Dopo aver compiuto gli studi di filosofia
e teologia al Jnanadeepa a Poona, ha
conseguito il dottorato in filosofia a Ro-
ma. È stato vice parroco e parroco in di-
verse comunità, professore e poi decano
di filosofia al Saint Mary’s malankara
major seminary, segretario generale
dell’arcivescovado maggiore della Chiesa
siro-malankarese, public relations officer,
coordinatore per il dialogo interreligioso
e segretario del consiglio presbiterale, di-
rettore della Sarvodaya Vidyalaya, una
scuola di Trivandrum, ed economo del
Mar Baselios engineering college. Il 14
luglio 2010, è stato nominato vescovo ti-
tolare di Lares e primo esarca per i fedeli
Siro-Malankaresi residenti negli Stati
Uniti. Allo stesso tempo, gli è stato affi-
dato l’incarico di visitatore apostolico
per quelli residenti in Canada e in Euro-
pa, compiti cessati con la sua odierna
nomina a vescovo eparchiale di St. Mary
Queen of Peace. La nuova eparchia con-
ta circa 11.500 fedeli, specialmente negli
Stati dell’Illinois, Texas, Michigan, Flori-
da, New York, e District of Columbia
(Washington, Dc). Sono distribuiti in 19
parrocchie o missioni, servite da altret-
tanti sacerdoti. Sul territorio operano an-
che tre istituti religiosi femminili. La
nuova circoscrizione ecclesiastica nasce
dall’elevazione dell’esarcato apostolico
per i fedeli siro-malankaresi residenti ne-
gli Stati Uniti, insieme all’estensione dei
confini per includere il Canada. La sede
è a Elmont (New York), presso la Saint
Vincent de Paul malankara catholic ca-
thedral.