L’OSSERVATORE ROMANO

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GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLXIV n. 57 (49.572) Città del Vaticano venerdì 8 marzo 2024

La riflessione del Papa sull’«Atto di dolore» al corso organizzato dalla Penitenzieria Apostolica Oggi pomeriggio
nella parrocchia di San Pio
«Signore» e «misericordia» sono sinonimi
V

«Nel contesto della Quaresima
e, in particolare, dell’Anno della
preghiera in preparazione al
Giubileo», Papa Francesco ha
proposto una riflessione sul-
l’«Atto di dolore» nell’udienza
ai partecipanti al corso sul Foro
interno organizzato dalla Peni-
tenzieria Apostolica, ricevuti ve-
nerdì 8 marzo. L’«Atto di dolo-
re», ha scritto nel testo conse-
gnato ai presenti, è «un’orazione
semplice e ricca, che appartiene
al patrimonio del santo Popolo
fedele di Dio e che recitiamo du-
rante il rito della Riconciliazio-
ne». Quindi si è soffermato su
«tre atteggiamenti espressi nel-
l’Atto di dolore: pentimento, fi-
ducia e proposito di non ricade-
re». Infine ha richiamato «la
conclusione della preghiera: “Si-
gnore, misericordia, perdona-
mi”. Qui i termini “Signore” e
“misericordia” appaiono come
sinonimi, e questo è decisivo!».
PAGINA 8
Celebrazione penitenziale
presieduta dal Pontefice
Alle 16.30 di oggi pomeriggio
il vescovo di Roma si reca
nella chiesa parrocchiale di
San Pio V all’Aurelio per pre-
siedere la celebrazione peni-
tenziale in occasione della
“24 ore per il Signore”, giun-
ta quest’anno all’undicesima
edizione.
Come già fece l’anno scor-
so — quando il 17 marzo si re-
cò a Santa Maria delle Grazie
al Trionfale — anche stavolta
Papa Francesco ha scelto una
comunità parrocchiale della
sua diocesi, per caratterizzare
maggiormente la partecipa-
zione e il coinvolgimento del-
la Chiesa di Roma nell’inizia-
tiva di preghiera e riconcilia-
zione da lui stesso voluta, che
ogni anno si celebra in tutto il
mondo alla vigilia della quar-
ta domenica di Quaresima.

@Pontifex
Quando
Alla presenza del Papa
il cardinale Cantalamessa tiene
Le #donne fanno il mondo più bello, la terza predica di Quaresima
lo proteggono e lo tengono vivo. Poveri malati

si cade
Portano la grazia del rinnovamento,
che guariscono
l’abbraccio dell’inclusione e il coraggio
di donare sé stesse. La pace, allora, gli altri
nasce dalle donne, sorge e si riaccende PAGINA 7
dalla tenerezza delle madri.

e ci si Vita, dono e mistero

rialza di ANDREA MONDA

D
alla prima all’ultima pagina, da
Eva fino alla «Donna vestita di so-
le» dell’Apocalisse, la Bibbia è
piena di figure femminili. In alcuni casi
danno con il loro nome anche il titolo al
singolo libro, come Rut o Ester, ma c’è in
particolare una figura di donna, senza no-
me, che colpisce, viene da dire “oggi più di
ieri”, perché si staglia per grandezza e lu-
minosità pur nella brevità della sua appa-
rizione nel testo biblico. È la figura della
madre dei fratelli Maccabei, al capitolo 7
In Ecuador è nata una squadra di calcio per donne del secondo libro dedicato alla drammati-
ca rivolta degli Ebrei, avvenuta nel secon-
che hanno subito amputazioni degli arti do secolo a.C., guidata appunto dai Mac-
cabei contro il re Antioco IV Epifane di Si-
«La madre era soprattutto ammirevole e
degna di gloriosa memoria, perché ve-
dendo morire sette figli in un sol giorno,
sopportava tutto serenamente per le spe-
ranze poste nel Signore. Esortava ciascu-
no di essi nella lingua paterna, piena di
nobili sentimenti e, sostenendo la tene-
rezza femminile con un coraggio virile,
diceva loro: “Non so come siate apparsi
nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e
la vita, né io ho dato forma alle membra di
ciascuno di voi. Senza dubbio il creatore
del mondo, che ha plasmato alla origine
l’uomo e ha provveduto alla generazione
di tutti, per la sua misericordia vi restitui-
rà di nuovo lo spirito e la vita, come voi
ora per le sue leggi non vi curate di voi
stessi”».

O
tto donne, tutte di età ria, fautore dell’ellenizzazione della Giu- Questa donna è uno straordinario
compresa tra i 19 e i 36 dea. “crocevia della vita”, riesce con il suo at-
anni. Sono le giocatri- Questo episodio ci riporta ad una si- teggiamento e le sue parole, “in dialetto”,
ci della prima squadra femmi- tuazione di guerra e di persecuzione e a compiere il miracolo di unire punti tra
nile dell’Ecuador di calcio a 7 Mentre si attende l’apertura di un corridoio marittimo da Cipro mostra un aspetto tragico della guerra loro distanti, spesso separati e apparente-
per persone che hanno subito più volte ricordato dal Papa: che il volto mente inconciliabili. Unisce la tenerezza
amputazioni, il club CienPiés.
Abbiamo scelto di raccontare
Dagli Usa l’idea di un molo a Gaza della guerra non è solo quello maschile,
dei soldati costretti a marciare e a marcire
femminile e il coraggio maschile, unisce
l’origine della vita con la fine, il passato
la loro storia nell’odierna Gior-
nata internazionale della don- per gli aiuti umanitari alla popolazione sul fronte, ma è anche quello femminile,
delle donne, madri, sorelle, mogli, figlie,
con il futuro, la causa e il destino dando
così speranza ai figli torturati e uccisi e in-
na. Si alternano in campo e si che vedono, lontane e impotenti, morire i fine comprende, con il suo “fiuto”, che
allenano tutte le settimane, in WASHINGTON, 8. Una missione fuoco incrociato». La priorità, ha loro cari. nel momento della generazione della vita,
genere si ritrovano il sabato a statunitense di emergenza «per evidenziato, deve essere quella di Il testo biblico è potente, struggente: entra in gioco un altro fattore, che in quel
nord di Quito, ma vengono an- stabilire un molo temporaneo nel «proteggere e salvare vite inno- momento il divino si unisce con l’umano.
che da altre province, Santo Mediterraneo, sulla costa di Ga- centi». Pur madre per sette volte, questa don-
Domingo de los Tsáchilas, Ma- za, che possa ricevere grandi navi Guardando a una guerra con na rispetto al fatto della generazione ha il
nabí ed Esmeraldas. Hanno la che trasportano cibo, acqua, me- costi umani terribili — il numero coraggio di ammettere “non so”, due pa-
forza, la volontà e un obiettivo: dicine e rifugi temporanei». È dei morti nella Striscia ha rag-
ALL’INTERNO roline potentissime che oggi l’uomo con-
diventare la squadra nazionale quanto annunciato dal presidente giunto quota 30.800, secondo il temporaneo, abbacinato dall’illusione
dell’Ecuador e partecipare alla statunitense, Joe Biden, nel di- bilancio fornito da Hamas — il L’annuale Colletta per la Terra Santa scientista del controllo, ha come smarrito,
prima Coppa del mondo fem- scorso sullo stato dell’Unione, du- presidente Biden ha anche rilan- rimosso.
minile per amputati che si svol- rante il quale ha specificato che ciato l’appello per un cessate il E così dicendo, riconoscendo che Dio
gerà il prossimo novembre a l’operazione non prevede la pre- fuoco immediato di sei settimane Un appello è all’opera ogni volta che una donna ge-
Barranquilla, in Colombia. senza di truppe Usa «sul territo- e i due Stati come unica soluzio- ad aiutare chi piange nera vita umana, presenta in modo sinte-
«Se ci riuscissero, la squadra rio». La struttura temporanea, ha ne per la pace e la sicurezza. e chi muore tico ed efficace la visione biblica e quindi
dell’Ecuador sarebbe la secon- proseguito il capo della Casa D’altra parte la situazione sul ter- per la follia della guerra cristiana della vita che è dono e mistero, e
da nazionale dell’America La- Bianca, consentirebbe un «mas- reno è sempre più drammatica: al- per questo sacra, intoccabile e non “a por-
tina dopo quella della Colom- siccio aumento» della quantità di meno 576.000 persone, un quarto PAGINE 6 E 7 tata di mano” degli uomini, anche quan-
bia», ha dichiarato all’agenzia sostegni umanitari, aggiungendo della popolazione, è sull’orlo del- do sono le mani dei potenti di turno che
y(7HA3J1*QSSKKM( +&!z!%!"!}

che «anche Israele deve fare la
SEGUE A PAGINA 5 sua parte» e che l’assistenza alla
popolazione civile non può essere
«una merce di scambio»: per Bi-
den è essenziale un ingresso
NOSTRE «maggiore» di aiuti, assieme alla
INFORMAZIONI rassicurazione che «che gli opera-
PAGINA 8 tori umanitari non si trovino nel
la carestia, secondo le Nazioni
Unite. Il portavoce del segretario
generale dell’Onu António Guter-
res, Stéphane Dujarric, sollecitato
dai giornalisti riguardo alla pro-
posta di Washington su un porto
SEGUE A PAGINA
Atlante ne fanno scempio.
In questo momento di guerre che nel
Il mondo agricolo mondo ogni giorno mietono vittime, le
parole di questa donna ricordano che la
in protesta vita va trattato come ogni dono: rimessa
“in circolo” e donata a servizio degli altri e
NUMERO MONO GRAFICO
non manipolata, strumentalizzata, depre-
DELL’INSERTO SETTIMANALE
2 data, violata.
pagina 2
L’idea di un molo a Gaza
per gli aiuti umanitari
CONTINUA DA PAGINA
a Gaza, ha commentato che «ogni modo
per far arrivare aiuti nella Striscia, o per
mare o per cielo, è ovviamente buono». La
proposta è stata accolta favorevolmente an-
che da fonti israeliane, citate dal «Times of
Israel», secondo cui Israele «sostiene pie-
namente» la creazione del molo tempora-
neo sulla costa di Gaza.
Proprio per dare sollievo ai civili strema-
ti da 5 mesi di conflitto, potrebbe essere in-
tanto aperto già domani o domenica un
corridoio marittimo tra Cipro e Gaza per
permettere il passaggio di una nave carica
di aiuti. Lo ha riferito da Larnaca la pre-
La guerra in Ucraina
Anche l’accordo sul grano al centro dei colloqui con Erdoğan
Zelensky in Turchia
ANKARA, 8. Il presidente ucraino,
Volodymyr Zelensky, è oggi in Tur-
chia per un incontro con il presiden-
te Recep Tayyip Erdoğan, durante il
quale parleranno dei rapporti bilate-
rali, della guerra in Ucraina, della
navigazione nel mar Nero e, soprat-
tutto, dell’accordo sul grano, dal
quale la Russia è uscita. Lo ha con-
fermato la Direzione delle comuni-
cazioni della Turchia, citata dall’a-
genzia di stampa Anadolu.
L’intesa sul grano, negoziata dalle
Nazioni Unite e dalla Turchia nel
2022, ha l’obiettivo di mitigare la cri-
si alimentare a livello globale, con-
sentendo l’esportazione in piena si-
curezza del cereale ucraino bloccato
a causa del conflitto fra Mosca e
Kyiv. Mosca ha però deciso di so-
spendere l’intesa nel luglio dello
scorso anno, sostenendo che le con-
dizioni per prorogarlo non sono sta-
te soddisfatte, benché le esportazio-
ni di cereali e fertilizzanti non siano
direttamente nel mirino delle sanzio-
ni decise dall’Occidente in risposta
all'invasione militare in Ucraina.
Zelensky è stato in Turchia l’ulti-
ma volta nel luglio del 2023.
Sempre dal punto di vista diplo-
matico, Li Hui, il rappresentante
speciale del governo cinese per gli
Affari eurasiatici, ha visitato ieri
Kyiv, «nell’ambito — riportano i me-
dia statali di Pechino — del secondo
round di diplomazia allo scopo di ri-
cercare una soluzione politica alla
crisi ucraina». Li ha incontrato An-
driy Yermak, capo dello staff del pre-
sidente ucraino Zelensky.
Quella di Li, ex ambasciatore ci-
nese a Mosca, è la seconda visita a
Kyiv nel giro di un anno, parte di
una missione diplomatica interna-
zionale iniziata il 2 marzo scorso, che
include tappe anche in Russia, Bru-
xelles (per colloqui con i vertici del-
l’Ue), Germania, Polonia e Francia.
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1 sidente della Commissione europea, Ursula
von der Leyen.
Sul piano militare, il premier israeliano
Benjamin Netanyahu ha ribadito la volontà
di colpire Hamas pure a Rafah — perché
non farlo, ha detto, significherebbe «perde-
re la guerra» — mentre si è conclusa con un
nulla di fatto l’ennesima tornata di colloqui
al Cairo per far tacere le armi nella Striscia
di Gaza prima dell’inizio del Ramadan, tra
domenica e lunedì. Nessuno comunque ha
parlato di «rottura», perché i negoziati ri-
prenderanno la settimana prossima ed è
stato annunciato un viaggio del direttore
della Cia, Bill Burns, in Egitto e Qatar per
continuare le trattative. Da Hamas, sono
arrivate rassicurazioni sulla prosecuzione
degli «sforzi» al riguardo. «È un errore
pensare che i negoziati sugli ostaggi siano
finiti», ha affermato l’ambasciatore degli
Stati Uniti in Israele, Jack Lew.
Sul fronte sempre più caldo del Libano,
si registrano al contempo nuovi raid aerei e
di artiglieria israeliani nelle località meri-
dionali del Paese dei cedri, che avrebbero
provocato, secondo fonti di Beirut, un nu-
mero imprecisato di civili è nel villaggio di
Talluse. Colpita anche la cittadina di Bara-
shit, nell’entroterra a est di Tiro.
«Apprezziamo la partnership con la
Cina e speriamo che i colloqui siano
un altro passo verso l’approfondi-
mento e il rafforzamento delle nostre
relazioni», ha commentato Yermak.
Sul terreno, due donne e un uomo
sono morti nella notte durante un at-
tacco missilistico russo sulla regione
di Kharkiv, nell’Ucraina orientale: lo
ha reso noto l’amministrazione mili-
tare regionale. I razzi hanno centrato
alcuni edifici residenziali, negozi, un
hotel e alcune auto.
Successivamente, dalla zona di
Balaklava, nella Crimea occupata,
sono stati lanciati droni contro le re-
gioni di Kirovohrad, Odessa, Kher-
son e Mykolaiv.
La Svezia
entra
ufficialmente
nella Nato
STO CCOLMA, 8. La Svezia è da
ieri ufficialmente il 32° Paese
membro della Nato. Lo ha di-
chiarato il primo ministro svede-
se, Ulf Kristersson, precisando
che tutti gli Stati membri hanno
accettato il protocollo di adesio-
ne di Stoccolma all’Alleanza.
«L’adesione della Svezia rende
la Nato più forte, la Svezia più si-
cura e l’intera Alleanza atlantica
più sicura», ha commentato in
una nota il segretario generale
della Nato, Jens Stoltenberg.
Lunedì prossimo è prevista la
cerimonia dell’innalzamento del-
la bandiera svedese presso la sede
della Nato a Bruxelles.
ANDREA TORNIELLI Servizio vaticano:
redazione.vaticano.or@spc.va
direttore editoriale
ANDREA MONDA Servizio internazionale:
direttore responsabile redazione.internazionale.or@spc.va
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caporedattore
Gaetano Vallini Servizio religioso:
segretario di redazione redazione.religione.or@spc.va
venerdì 8 marzo 2024
Abbattuti missili e droni Uomini armati attaccano una scuola di Kuriga
Gli Usa Oltre 280 bambini
colpiscono
rapiti in Nigeria
obiettivi houthi
ABUJA, 8. Uno dei più grandi Haram portarono via più di
SANA’A, 8. Cinque obiettivi dei rapimenti di massa nella sto- 250 studentesse da Chibok,
miliziani houthi sono stati at- ria della Nigeria. In questi ter- nel nord-est della Nigeria: al-
taccati nella notte dal Coman- mini è stato descritto il seque- cune di quelle ragazze sono
do centrale degli Stati Uniti stro di oltre 280 alunni avve- tutt’oggi disperse. Ma sul ter-
(Centcom): lo rende noto l’or- nuto ieri nella parte centro reno sono attive anche nume-
ganismo militare, spiegando che settentrionale del Paese, rose bande criminali pesante-
«sono stati distrutti quattro mis- quando una scuola dello Sta- mente armate che, in un in-
sili anti-nave e un velivolo senza to di Kaduna è stata attaccata treccio di traffici illegali, si
pilota nelle aree dello Yemen da un centinaio di uomini ar- sovvenzionano attraverso i ra-
sotto la giurisdizione del gruppo mati, che — secondo testimoni pimenti a scopo di estorsione.
houthi». Abbattuti anche «tre
droni lanciati dagli houthi nel
Golfo di Aden». Il Centcom sot-
tolinea che si è trattato di «ope-
razioni di autodifesa», allo sco-
po di «proteggere la libertà di
navigazione e rendere le acque
internazionali più sicure per la
Marina Usa e per i mercantili».
Sempre ieri, la nave “Kolka-
ta” della Marina Indiana ha trat-
to in salvo l’equipaggio della
“MV True Confidence”, una na-
ve-container battente bandiera Parenti dei bambini sequestrati a Kuriga
delle Barbados, finita in fiamme
dopo essere stata colpita da un sul posto — hanno sparato Il presidente Bola Ahmed
missile nel Golfo di Aden. colpi di pistola contro l’edifi- Tinubu, insediatosi a maggio
cio e in aria. I funzionari del scorso, ha promesso di rende-
governo di Kaduna hanno re più sicura la Nigeria, dove
confermato che un istituto tra luglio 2022 e giugno 2023
primario dell’Autorità educa- sono state rapite più di 3.600
Biden sullo stato dell’Unione tiva locale di Kuriga è stato persone in 582 attacchi in tut-
preso di mira e che nell’assalto to il Paese. Dalla scorsa setti-
Libertà e democrazia almeno una persona è stata
uccisa.
mana, mancano all’appello
100 donne, scomparse nello
«sotto attacco» Il sequestro arriva quasi
dieci anni dopo un altro rapi-
Stato di Borno, vicino al con-
fine con il Camerun, in segui-
mento di massa, quando gli to a un’azione attribuita a
WASHINGTON, 8. «Era dai tempi del presidente Lin- estremisti islamici di Boko gruppi jihadisti.
coln e della guerra civile che la libertà e la democra-
zia non erano mai state sotto attacco qui in patria co-
me lo sono oggi. Ciò che rende raro il nostro mo-
mento è che la libertà e la democrazia sono sotto at-
tacco sia in patria che all’estero, nello stesso momen-
to». Il presidente statunitense, Joe Biden, ha inizia-
DAL MOND O
to così il suo discorso sullo stato dell’Unione davanti
al Congresso. Persi i contatti con 50 migranti vicino la Libia
Due le linee dell’intervento. Quella sulle questio-
ni internazionali: oltre che sul Medio Oriente, si è Allarme per circa 50 migranti alla deriva al largo della Libia: lo ri-
soffermato sul conflitto in Ucraina, esortando i re- ferisce Alarm Phone, spiegando che da ieri non si hanno più con-
pubblicani ad approvare gli aiuti a Kyiv. L’Ucraina tatti con i naufraghi di una barca con il motore in panne. Un’altra
«vincerà con le nostre armi», ha aggiunto, accusan- tragedia migratoria si registra alle Canarie, dove un uomo — tratto
do Donald Trump di «sottomettersi» a Vladimir Pu- in salvo martedì da un barcone alla deriva al largo de El Hierro —
tin. Quanto a Pechino, ha proseguito, «vogliamo la è deceduto in ospedale. Altre 4 vittime erano state recuperate a
competizione con la Cina, non un conflitto». bordo della stessa barca.
Sul fronte interno ha fatto tra l’altro riferimento a
un’economia record che il mondo «ci invidia», oltre
che alla crisi migratoria, all’aborto dopo l’abolizione In Irlanda due referendum su famiglia e donne
della “Roe v. Wade”, alla violenza delle armi.
Urne aperte, oggi il Irlanda, per due referendum sulla Costituzio-
ne: il primo riguarda l’estensione del concetto di famiglia anche
alle relazioni durature al di fuori del matrimonio. Il secondo, in-
vece, chiede l’eliminazione della clausola “Donne in casa”, secon-
Chiuso ad Haiti do cui il bene comune dello Stato si fonda sulla vita domestica
femminile. Forti le critiche: gli oppositori al primo quesito riten-
il porto principale gono troppo vaga la definizione di «relazione duratura», che po-
trebbe aprire alla poligamia; per le organizzazioni femminili, in-
PORT-AU-PRINCE, 8. La Caribbean port services
vece, il secondo referendum avrà solo un valore simbolico.
(Cps), la società che gestisce il principale porto
di Haiti — situato nella capitale, Port-au-Prince L’Onu chiede un cessate-il-fuoco in Sudan
— ha comunicato la sospensione a tempo indeter-
minato di tutte le attività, a causa degli attacchi A un anno dallo scoppio del conflitto, il 15 aprile 2023, tra esercito
subiti negli ultimi giorni nel corso della nuova e forze paramilitari in Sudan, il segretario generale dell’Onu, An-
ondata di violenza che sta scuotendo il Paese ca- tónio Guterres, lancia un appello a cessare il fuoco durante il Ra-
raibico. madan, che avrà inizio il 10 marzo, per fermare una crisi umanita-
In un comunicato, la Cps ha riferito di essere ria dalle «proporzioni colossali».
«costretta a sospendere tutti i servizi offerti ai
clienti» a seguito di «atti dolosi di sabotaggio e
vandalismo» subiti da parte delle bande crimina- Tassi invariati, la Bce taglia il Pil dell’Eurozona
li, che hanno generato il caos dallo scorso primo
marzo e ormai controllano gran parte di Port-au- I tassi restano ancora fermi ma la presidente della Banca centrale
Prince e altre importanti regioni del Paese. europea, Christine Lagarde, ha delineato ieri un orizzonte tempo-
L’annuncio segue di poche ore la decisione rale più chiaro per le future decisioni, pure se la Bce ha dovuto ta-
delle autorità haitiane di prorogare di un mese lo gliare le stime sul Pil dell’Eurozona: prevista una crescita a +0,6%.
stato di emergenza in vigore da lunedì scorso nel A giugno arriveranno i dati necessari a confermare che l’inflazione
dipartimento occidentale del Paese. La misura sta calando. Gli analisti pensano a un taglio di 25 punti base, ma
prevede, tra l’altro, il coprifuoco notturno. intanto il tasso sui rifinanziamenti principali rimane al 4,50%.
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venerdì 8 marzo 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

8 marzo: Giornata internazionale della donna

Investire nelle donne per accelerare il progresso La voce, la testimonianza e l’impegno di alcune vincitrici del Premio Zayed per la Fratellanza Umana

Per un mondo Il genio femminile a fianco della pace

più sano da Abu Dhabi 2012, vittima di un attentato nella città di mo le più colpite, perché perdiamo i no-
FELIPE HERRERA-ESPALIAT Tolosa, nel sud della Francia. L’autore è stri mariti, i nostri figli e ci ritroviamo
ROMA, 8. “Investire nelle donne: vario di genere nell’insicurezza stato un terrorista musulmano, conside- nel nulla. Dobbiamo sedere ai tavoli de-

Q
accelerare il progresso”: è il tema alimentare è raddoppiato e in 12 uando Nelly, Shamsa, Latifa e rato da molti giovani un eroe dopo quel- cisionali perché è la nostra vita a essere
dell’odierna Giornata interna- Paesi colpiti dalla crisi alimenta- Michèle non condividono so- l’attacco. Trafitta dal dolore di madre, colpita», dichiara l’attivista.
zionale della donna, istituita dal- re globale, tra il 2020 e il 2022 il lo l’essere donne e leader, ma ma anche sconcertata dalla reazione dei Oggi Mama Shamsa è personalmente
le Nazioni Unte nel 1977. «Rag- numero di donne e bambine anche l’aver ricevuto il Premio giovani, Latifa ha deciso di dedicarsi alla coinvolta nelle strategie nazionali per
giungere la parità di genere e il acutamente malnutrite è aumen- Zayed per la Fratellanza Umana, onori- prevenzione della radicalizzazione della promuovere e mantenere la pace, e ciò le
benessere delle donne in tutti gli tato del 25 per cento». ficenza concessa a quanti si adoperano gioventù e ha creato l’Associazione ha fatto capire che è un lavoro che deve
aspetti della vita — afferma l’O- Senza dimenticare che è don- per colmare le lacune in diversi ambiti Imad, progetto che si sta diffondendo in essere svolto giorno dopo giorno sulla
nu — è più che mai cruciale se vo- na oltre il 51% delle 114 milioni di sociali e promuovere la giustizia e la pa- Europa e che lavora con giovani, fami- base del dialogo. «Come donne abbia-
gliamo creare economie prospe- persone costrette alla fuga nel ce. È un premio nato dal Documento glie e comunità per promuovere la pace mo il potere interiore di essere pazienti,
re e un pianeta sano». Pertanto, mondo. Amaro poi il capitolo sulla Fratellanza Umana firmato nel e prevenire il terrorismo. un potere dato da Dio per avere umiltà e
«investire nelle donne è una que- delle violenze: nel 2023 oltre 230 2019 da Papa Francesco e dal Grande Per questa franco-marocchina e mu- comprendere il tuo interlocutore. Credo
stione di diritti umani». Basti di- milioni di donne sono sopravvis- Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. sulmana praticante, una chiave essenzia- che il nostro potere sia essere madri. Es-
re che oltre 342 milioni di giova- sute alle mutilazioni genitali Per l’ultima consegna del riconosci- le del successo del suo lavoro sta nel fat- sere madre è un titolo molto grande. Per-
ni e adulte sono a rischio povertà (dati Unicef). Il Brasile, invece, mento, lo scorso 5 febbraio, queste quat- to di essere donna, perché «le donne so- sino un professore che ha tutti i titoli,
entro il 2030 e che oggi le donne lo scorso anno ha registrato il re- tro donne si sono incontrate ad Abu no madri, trasmettono amore, non vo- quando si avvicina alla madre diventa un
e le bambine che soffrono la fa- cord di un femminicidio ogni 6 Dhabi e hanno approfondito la partico- gliono la violenza, non vogliono la guer- bambino. Quindi la maternità svolge un
me sono 150 milioni in più rispet- ore, per un totale di 1.463 vitti- larità che il genio femminile apporta alla ra, e credo che le donne di oggi hanno il ruolo molto importante», spiega Shamsa
to agli uomini e ai ragazzi. me, mentre in Italia nel 2023 so- promozione umana, alla lotta per la giu- proprio posto ovunque nel mondo, sa- che, come musulmana, è anche presiden-
Ulteriori allarmanti dati arri- no state uccise 120 donne. Le stizia e alla ricerca della pace a livello lo- ranno loro a salvare il mondo», afferma. te della Rete delle Donne Religiose di
vano dall’organizzazione uma- «molestie e le discriminazioni» cale e globale. Inoltre, Latifa Ibn Ziaten fa un appello a Mombasa.
nitaria internazionale “Azione contro il genere femminile, ha Latifa Ibn Ziaten dice di non avere unire gli sforzi in questa direzione: «Ci Lei stessa insiste però sul fatto che
contro la fame”: «Tra il 2009 e il detto il presidente, Sergio Mat- avuto quasi il tempo per elaborare il lut- sono tante donne che stanno
2021 — informa una nota —, il di- tarella, sono «inaccettabili». to dopo la morte di suo figlio Imad nel tendendo la mano al mondo.
Quante più saremo, più lea-
der saremo, più pace avre-
mo», asserisce la vincitrice del
Premio Zayed per la Fratel-
Dichiarazione della Santa Sede all’Osa per l’odierna ricorrenza lanza Umana 2021.
A undicimila chilometri
Creare speranza anche dove non ce n’è dalla Francia, suor Nelly
León non solo vive la fratel-
lanza umana che le è valso il
L’organizzazione delle società di oggi è «ancora lon- rilanciando l’impegno a «difendere e garantire» i lo- Premio Zayed 2024, ma eser-
tana» dal riflettere in modo chiaro «che le donne ro diritti. «Le donne sono state emarginate e sotto- cita anche una vera maternità
hanno esattamente la stessa dignità e gli stessi diritti valutate nel corso della storia», ha osservato monsi- tra centinaia di donne private
degli uomini». È quanto ha sottolineato in questi gnor Cruz Serrano, evidenziandone invece un ruolo della libertà a Santiago del
giorni a Washington monsignor Juan Antonio Cruz di «testimoni coraggiose». Il pensiero è andato a Cile. Per questa religiosa della
Serrano, osservatore permanente della Santa Sede «tanti esempi di donne nella Chiesa che hanno con- Congregazione del Buon Pastore, che ha non le piace essere chiamata con nessu-
presso l’Organizzazione degli Stati americani (Osa), tribuito alla difesa dei diritti umani e hanno risposto creato la Fondazione Mujer Levántate — no dei ruoli che ricopre o dei titoli che
in una dichiarazione alla sessione speciale del Con- alle esigenze dei tempi». Molte di queste donne «re- Donna Alzati — la sensibilità propria- ha, perché ciò potrebbe costituire «una
siglio permanente dell’organismo dedicata all’odier- sistenti e coraggiose», ha ricordato l’osservatore per- mente femminile è fondamentale per ac- barriera per chi è molto semplice, impe-
na Giornata internazionale della donna. manente, sono rimaste «anonime», ma la loro me- compagnare quante stanno scontando dendogli di avvicinarsi a me. Ma una
Nell’occasione, è stato ribadito come la delegazio- moria e la loro determinazione «continuano a sfida- una pena e cercano di reinserirsi nella so- volta che m’identifico come madre,
ne della Santa Sede si sia unita agli sforzi di coloro re le nuove generazioni»: sono state capaci di «crea- cietà. «La donna apporta un modo di- chiunque può venire da me», sottolinea
che promuovono il ruolo delle donne nella società, re speranza dove non ce n’era». verso di affrontare i conflitti, l’uomo li ri- la vincitrice del Premio Zayed 2023.
solve in maniera più violenta; la donna, Seguendo una tradizione centenaria
invece, riflette e cerca di risolverli in mo- di partecipazione alla vita pubblica delle
do pacifico. Noi donne siamo più dialo- donne ad Haiti, l’economista Michèle
ganti, più empatiche, accogliamo le dif- Pierre-Louis si è impegnata personal-
Il dramma della disinformazione di genere ferenze con molta libertà interiore, senza mente nella lotta per riportare la pace e
pressioni», spiega la religiosa. la stabilità nel suo Paese, che presenta al-
Un’arma E anche se per la sua scelta di vita
consacrata ha rinunciato ad avere figli,
tissimi indici di povertà e violenza. Lo
ha fatto da diversi fronti, il più impor-
per indurre al silenzio Nelly León è chiamata “Madre” nel Cen-
tro penitenziario femminile di Santiago,
tante come primo ministro del governo
tra il 2008 e il 2009, incarico che le è sta-
dove centinaia di donne scoprono in lei to affidato per la sua vasta esperienza
di ISABELLA PIRO zione sulle donne riguarda anche la tenerezza e la maternità che non han- nella promozione sociale della popola-
l’Italia: ne è esempio la narrazione no mai conosciuto a casa loro. zione.

D
onne ridicolizzate, sminuite,
descritte con volgarità, vitti-
me di femminicidi, ma anche
di pregiudizi e stereotipi: accade ogni
giorno. E non solo tra le mura dome-
stiche o sul lavoro, ma anche nel mon-
do dell’informazione. Su questo tema
si è incentrato il convegno “La dimen-
sione di genere della disinformazione.
La violenza della disinformazione”,
organizzato da Media Duemila–O s-
servatorioTuttiMedia e dall’Amba-
sciata del Canada in Italia. In vista
della Giornata internazionale della
donna, l’8 marzo, i diversi relatori —
tra cui Martina Semenzato, presiden-
te della Commissione parlamentare
d’inchiesta su femminicidio e violen-
za di genere; Rita Lofano, direttore
dell’agenzia Agi; Elena Bonetti, già
ministro per le Pari opportunità e la
famiglia, nonché numerose ricercatri-
ci europee — hanno cercato di mettere
a fuoco la problematica e di delineare
i possibili mezzi di contrasto.
Un punto fermo ha accomunato
tutti gli interventi: la violenza di ge-
nere e la disinformazione nel settore
sono un’arma per ridurre le donne al
silenzio e per danneggiare il loro
ruolo nella democrazia. Basti pensa-
re a Paesi come l’Afghanistan o l’I-
ran, dove i diritti al femminile sono
sempre più ridotti al lumicino. Ma
non bisogna illudersi: la disinforma-
giornalistica che è stata fatta dell’o-
micidio di Giulia Cecchettin, la gio-
vane uccisa a novembre 2023 dal suo
ex fidanzato Filippo Turetta. La cro-
naca nera non ha risparmiato i detta-
gli sulla vicenda, ma spesso gli arti-
coli di giornale sono stati accompa-
gnati da fotografie in cui Giulia era
ritratta insieme a Filippo, felice e
spensierata. Un modo — hanno riba-
dito i relatori — per veicolare indiret-
tamente un messaggio sbagliato e
cioè che quella era stata comunque
una storia d’amore.
Oggi la violenza di genere e la di-
sinformazione sono amplificate dal
web e dall’Intelligenza artificiale: la
mancanza di fact-checking, di verifica
delle fonti, di alfabetizzazione digi-
tale, ma anche di leadership femmi-
nile nel campo della tecnologia (so-
lo in Italia, ad esempio, il gap tra
donne e uomini in questo settore è di
20 punti) non fanno che accrescere i
rischi. Con il risultato che “rete” e
“Intelligenza artificiale” sono intese
al femminile sono nella grammatica
italiana.
Ma le parole, è stato detto nel cor-
so dei lavori, costruiscono un mon-
do e ciò che accade on line si riper-
cuote poi anche off line. Pertanto, la
disinformazione di genere finisce
per minare la democrazia stessa,
perché quando manca il punto di vi-
sta femminile nell’informazione, e
non solo in quella, manca una parte
di verità. E il sistema democratico
diventa “datacratico”, ovvero non si
basa più sul senso, ma solo sulla dif-
fusione di informazioni non verifi-
cabili.
C’è, inoltre, un altro tema crucia-
le: la violenza economica. Solo in
Italia, il 60 per cento delle donne
che subiscono abusi non ha un’indi-
pendenza finanziaria e una su tre
non è titolare di un conto in banca.
Quali strumenti mettere in atto,
allora, per fermare tutto questo?
Due in particolare, hanno sottoli-
neato i relatori: un nuovo patto di
corresponsabilità tra famiglia, scuo-
la, società civile e politica, in modo
da creare un sistema virtuoso che
educhi a rispetto dell’altro e preven-
ga la violenza di genere. E poi, una
nuova alleanza tra intelligenza uma-
na e intelligenza artificiale perché se
è vero che la tecnologia può miglio-
rare la vita dell’umanità, spetta però
all’umanità porsi domande di senso
sui limiti necessari.
«Stiamo contribuendo alla costruzio-
ne di un mondo più fraterno, più uma-
no, più pieno di luce, di speranza, capa-
ce di dare maggiore conforto, di abbrac-
ciare dal cuore», spiega Madre Nelly, ma
osserva che spesso viene criticata perché
investe sforzi e risorse in donne che han-
no infranto la legge. Tuttavia, risponde,
«non stiamo lavorando per delle delin-
quenti, ma lo stiamo facendo per Maria,
per Margherita, per Lisette, per Pascal,
che sono cadute nella vita, che hanno
commesso un reato, ma questo non le
definisce come persone».
Il suo nome è Shamsa Abubakar Fa-
dhil, ma tutti la conoscono come “Mama
Shamsa”, perché da questa identità ma-
terna ha costruito il suo lavoro come me-
diatrice di pace e attivista per le donne
in Kenya. All’inizio la sua attività era
volta a smantellare bande criminali gio-
vanili e riformare ogni persona attraver-
so l’accompagnamento personalizzato e
la formazione professionale. Così ha sal-
vato migliaia di vite di giovani e bambini
che sembravano non avere altro destino
che la violenza e l’estremismo.
I successi della sua attività hanno atti-
rato l’attenzione del governo keniota,
della società civile e dei leader di diversi
gruppi religiosi, che l’hanno spinta a ri-
coprire importanti ruoli politici e sociali.
«Le donne sono sempre state a casa, ma
credo che avessero dimenticato che come
donne, quando c’è un conflitto, noi sia-
A metà degli anni Ottanta, Michèle è
stata a capo della Missione Alpha, un
progetto di alfabetizzazione nazionale
promosso dalla Chiesa cattolica. In se-
guito, nel 1995, ha creato la Fondazione
Fokal per la conoscenza e la libertà, ente
che, attraverso l’istruzione, promuove,
tra i vari ambiti, lo sviluppo comunita-
rio, la tutela dell’ambiente e la parità di
genere. I successi di questa istituzione le
sono valsi nel 2022 il Premio Zayed per
la Fratellanza Umana.
Pensando alla Giornata internazionale
della donna, Pierre-Louis ricorda tutte
quelle haitiane che nel 1932 costituirono
la prima organizzazione femminile dei
Caraibi. «Sono le nostre pioniere e ab-
biamo imparato molto da loro. Si mobi-
litarono contro la violenza sulle bambine
e sulle donne e per i diritti delle donne a
partecipare alle questioni del Paese come
cittadine a pieno diritto» ribadisce Mi-
chèle.
Nella caotica situazione sociale che
Haiti sta attualmente attraversando, Mi-
chèle spera che le costanti preghiere di
Papa Francesco per la pace vengano
ascoltate. «Che cessi questa violenza as-
sassina e assurda contro una popolazio-
ne completamente indifesa, affinché con
un po’ di pace, le donne possano conti-
nuare la loro lotta contro l’ingiustizia e
la disuguaglianza e a favore della fratel-
lanza, la sorellanza e la solidarietà uma-
na», conclude la leader haitiana.
pagina 4 L’OSSERVATORE ROMANO venerdì 8 marzo 2024

di SILVIA GUIDI Uno scorcio dell’ex L’ALBERO

«È
carcere borbonico
DELLA CRO CE
come leggere la dell’isola
storia d’Italia e di Santo Stefano
d’Europa stando
su questo sco-
Scelta
glio, perché — scrivono gli autori
Pier Vittorio Buffa e Anthony
in discesa
Santilli nel testo introduttivo Un
libro, una collana — in quei pochi
ettari si sono concentrati gli echi
di quello che accadeva altrove e
che scandiva l’incalzare degli
eventi». Il volume di cui si sta
parlando è Novantanove celle. L’erga-
stolo di Santo Stefano in Ventotene
(Genova-Ventotene, Ultima
spiaggia Editore, 2023, pagine
186, euro 18, 50) scritto in colla-
borazione con il Centro di ricer-
ca e documentazione sul confino
politico e la detenzione dell’iso- Il restauro dell’ex carcere e i progetti della biblioteca «Maovaz» a Ventotene Rufino Tamayo, «L’uomo e la Croce» (1975)
la. Adesso il carcere-Panopticon
costruito dai Borbone è una selva
di pilastri d’acciaio che sostengo-
no le volte; non è ancora possibi-
Santo Stefano «I disertori della croce»

l’isola dell’educazione civica

di FRANÇOIS MAURIAC
le visitarlo perché ci sono ancora

N
zone degradate e “cannibalizza- on sono più ossessionato, come lo so-
te” dopo la chiusura, nel lontano no stato in passato, dal poco spazio
1965, con pavimenti sprofondati del Cristianesimo nel mondo. Al di
per tre piani, che devono essere su quella che una volta era la cit- direttore della biblioteca comu- emarginato (...) casa, foce di fuori della città mistica di quelli che conoscono
messe in sicurezza. tadella carceraria dell’isola dove nale di Ventotene, intitolata a pensieri / patria forzata / di eroi la loro croce e che dunque si conoscono, che
Durante l’incontro aperto con sorgevano i cameroni dei confi- Mario Maovaz, un confinato sla- senza spade». La vocazione di portano la loro croce e che dunque sopportano
la comunità dell’isola, che si è nati, edificata nella metà degli vo poi ucciso dai nazisti —, qui fa «isola dell’educazione civica» è se stessi, si muove la folla degli esseri risoluti a
svolto il 7 marzo scorso presso la anni Trenta e abbattuta a fine an- gli incontri fondamentali della nel dna di Ventotene, conclude il ignorarsi, a disperdersi, a perdersi, ad annien-
Biblioteca nazionale centrale di ni Settanta per scongiurare ogni sua vita». direttore della Maovaz. tarsi. Nello sguardo insostenibile per me di un
Roma, il commissario straordina- possibile destinazione d’uso car- Proprio durante il confino ela- «Dal giorno del 1793 in cui ne indù, d’un cinese, io scopro dapprima l’assen-
rio del governo italiano per l’in- ceraria. bora, assieme a Ernesto Rossi ed fu decisa la costruzione fino al za della croce, l’ignoranza cercata, perseguita,
«L’augurio è che i Eugenio Colorni, il Manifesto di 1965, quando veniva definitiva- voluta della sofferenza individuale. Via via che
nostri libri — continua Ventotene per un’Europa libera e mente chiuso, Santo Stefano è si riforma, essi rompono questa armatura che
Pier Vittorio Buffa — unita. «Da molti anni — continua stato prigione di migliaia e mi- Cristo ci impone, se ne liberano; essi si strap-
La messa in sicurezza non è ancora possano accompagna- Cutolo — lavoriamo alla diffusio- gliaia di assassini e banditi, ma pano da questo patibolo sospeso sul niente e
terminata; il Panopticon costruito re, anno dopo anno, la ne dell’idea federalista europea anche di innocenti, di patrioti, di sprofondano con delizia. La cosa tragica della
rinascita di Santo Ste- individuando nei giovani, nella idealisti, di antifascisti — conti- mania degli stupefacenti è che, nel sogno, spa-
dai Borbone è una selva di pilastri fano. E nell’ultimo vo- scuola, l’obiettivo preferenziale nua Buffa, illustrando le prossi- lancano un’uscita per fuggire la croce. L’op-
d’acciaio che sostengono le volte lume ci piacerebbe rac- del messaggio: vengono banditi me uscite della collana Novantano- pio: la frontiera che i disertori della croce supe-
contare come l’ex erga- concorsi, stampate pubblicazio- ve celle —. Scriveremo del progetto rano e al di là della quale non trovano che una
stolo sia diventato un ni, accolti studenti e docenti per architettonico, dell’arrivo dei pri- contraffazione derisoria dell’unica pace: «Pax
luogo dove si riflette su attività seminariali. La sensibiliz- mi galeotti, delle storie dei per- Dei quae exsuperat omne sensum (La pace di Dio
detenzione e relegazio- zazione che l’esperienza nei luo- sonaggi che lo hanno popolato. che supera ogni intelligenza)» (Filippesi 4,7).
tervento di restauro e valorizza- ne, dove si parla di Europa e di ghi spinelliani, a Ventotene, pro- E poi le rivolte, le fughe, gli as- Che significa perdere la fede? Vedo quello che
zione, Giovanni Maria Macioce Mediterraneo». Un luogo dove duce nei giovani, si esprime poi sassinii, i suicidi, le speranze. Li- vi dico; non posso non vederlo. E che ci siano
ha illustrato le criticità, ma anche si studia e si progetta. in attività sviluppate sotto la gui- bri agili, concepiti per raccontare quelli che, essendo nati cristiani, si staccano
le potenzialità di un progetto in Chi conosce e frequenta l’isola da degli insegnanti, ma anche in e spiegare, ma anche per aiutare dal cristianesimo e vivono in pace dopo la loro
divenire. A cui si affiancherà una — che dal 2021 ha ottenuto l’Euro- opere creative, come la poesia a capire quanto sia importante defezione, sta a significare che il fatto della
struttura — il Lotto funzionale di pean Heritage Label — sa che, in composta di getto da un liceale difendere questo luogo dal de- croce non era mai stato sperimentato da loro.
Ventotene — pensata per garanti- parte, è già così. «Quelli trascor- nel 2007, durante la visita nel grado e dall’abbandono. Non
re il funzionamento del futuro si al confino sull’isola, dal 1939 al luogo dove sorgevano i “camero- tanto, o non solo, per le sue mu-
polo culturale anche quando le 1943, sono gli anni fondamentali ni”»: «Voglio vivere al confino, / ra, ma per quello che dentro e in- A cura di
mareggiate impediranno di rag- della svolta politica di Altiero stare assorto, isolato, / a Ventote- torno a quelle mura è accadu- LUCIO CO CO
giungere Santo Stefano. Sorgerà Spinelli — spiega Paolo Cutolo, ne, a me vicino, / esser spedito, to».

di CRISTIANO GOVERNA
Lo strano caso del comico bello nemmeno, dal sistema dello
spettacolo cadde su di lui una

E
ra il 1973 e, durante una
puntata della trasmissione
televisiva L’appuntamento
Walter Chiari, al fianco di Ornella
Vanoni, ha un cedimento improv-
viso rispetto la maschera che la te-
levisione imponeva. E fa una cosa,
una delle tante nella sua vita, che
non si devono mai fare; dice la ve-
rità. Nel visibile imbarazzo gene-
rale e nel silenzio, incuriosito, del-
la Vanoni, si lancia in una secca
invettiva contro gli applausi finti,
quelli stimolati a comando: «Non
mi piace l’applauso comandato.
Non solo non mi piace, lo critico.
Non so, secondo me è un viziare la
gente, ogni giorno la televisione
crea dei genii, delle persone cele-
bri, delle personalità di levatura
non vera. Perché tutti gli applausi,
convenzionali, stimolati o coman-
dati danno a chi lavora l’impres-
sione di essere un qualcosa che
poi in fondo non è».
In quegli anni era un uomo
scosso Chiari, appena uscito da
un tunnel, o forse, più probabil-
mente, provava a lasciarselo alle
spalle. La sua vita e la sua carrie-
ra, in fondo, sono state un tenta-
tivo di stare sul palco a fare il
proprio mestiere, e un bisogno,
talvolta disperato, di far cadere
la propria maschera e dire real-
mente chi c’era sotto. C’era un
uomo, con i pregi dei grandi arti-
sti e i limiti di tanti di noi. Ma
andiamo per gradi.
Risulta sempre complicato ri-
cordare un grande artista, fru-
gando unicamente nella sua
opera. Film, televisione, teatro.
Nel caso di Chiari, peraltro, li-
mitarsi a scorrere il suo lavoro ci
consegnerebbe una fotografia
incompleta, con una porzione
d’ombra. Un’ombra che Walter
Chiari, o meglio Walter Mi-
chele Armando Annichiari-
co, non ha mai temuto, seb-
bene costretto dalla vita,
dal suo carattere e da tutto
quello che non sappiamo
delle esistenze altrui, a pas-
seggiare spesso sul sottile
confine della malinconia e
della solitudine.
Nasce a Verona l’8 mar-
zo di un secolo fa, ma arriva
coi suoi a Milano prima an-
cora di aver compiuto 10 anni.
Fin da giovanissimo, lavora (ma-
gazziniere all’Isotta Fraschini) e
fa sport, tantissimi sport e tutti
bene. Dal pugilato, al nuoto pas-
sando addirittura per le bocce.
Trovato, infine, impiego in una
banca riuscì (per sua fortuna) a
perdere il lavoro a causa di una
delle sue riuscitissime imitazio-
ni, questa volta di Adolf Hitler.
Il capo ufficio prima rise, poi lo
licenziò e infine lo invitò a esplo-
rare la carriera teatrale.
sorta di lettera scarlatta e il lavo-
A cento anni dalla nascita di Walter Chiari ro scarseggia o è, talvolta, di bas-
sa qualità. Un lungo momento
Probabilmente, il suo primo nini, del teatro di posa (con il Chiari, sempre più caso anomalo difficile che, in qualche modo,
reale incontro con la propria ve- grande Gianrico Tedeschi) e di comico bello. Il carattere co- s’interromperà nel 1979 col ritor-
na, con quel dna da saltimbanco persino del cinema del tanto in mico infatti, sembrava perlopiù no in Rai per lo spettacolo Una
che lo abitava, avviene con le tra- voga genere, quel filone comi- destinato a un aspetto goffo e valigia tutta blu assieme al bravo
smissioni dai microfoni di Radio co/giudiziario (Un giorno in pretu-
impacciato, quando Walter ne Augusto Martelli. Ma un’altra
Fante, la stazione milanese per le riscrive il canone riuscendo a
ra, Accadde al commissariato, Accadde curva del destino lo attendeva, le
truppe della Rsi. Al suo fianco, al penitenziario). non perdere il proprio look da accuse del pentito Giovanni
un giovanissimo Ugo Tognazzi. Nel 1958 durante il program- Don Giovanni e il suo, profon- Melluso (quello del processo
Subito dopo la guerra si tra- ma televisivo La via del successodo, humor. Si arriva al 1968, quan- Tortora per intenderci) lo richia-
do Chiari è col vento in pop- mavano in causa per motivi di
pa, dallo sceneggiato Geminus droga. Le accuse contro di lui
(per la regia di Luciano Em- caddero nell’istruttoria ma Wal-
«Tutti gli applausi, convenzionali, mer) alla fortunata edizione ter, probabilmente, si portò ad-
stimolati o comandati di Canzonissima al fianco di dosso fino alla fine questo nuovo
Mina e Paolo Panelli. infamante stigma. C’è un’imma-
danno a chi lavora l’impressione Questo breve excursus nella gine, nella quale più che ricor-
di essere un qualcosa prima fase della sua carriera, darlo lo rivediamo intrappolato.
quella che lo condurrà, fra ci- Nel 1989, in un momento diffici-
che poi in fondo non è» nema, teatro e tv all’apice, le, Chiari esce sul palco dell’edi-
serve a introdurre il secondo zione di Vota la voce, i fan dei can-
tempo di Walter Chiari, ini- tanti reclamano i loro idoli e la
ziato proprio negli anni Set- fatica nell’ottenere attenzione in
sferisce a Roma dove inizia il suo Chiari e il fedele amico Carlo tanta. Nel 1970 arriva il tuono, il quei secondi nei quali dedica
fortunato viaggio nel teatro di ri- Campanini danno vita a uno de- fulmine a cielo (apparentemen- una sua poesia al pubblico, sono
vista, da Simpatia nel 1947 a Tutto gli sketch più famosi e indimenti- te) sereno; l’arresto e l’accusa di il feroce ritratto della vita del co-
fa Broadway del 1952, ma al con- cabili della storia delle televisio- detenzione e spaccio di sostanze mico. Veniva voglia di andargli
tempo non trascura la sfida del ne italiana: il Sarchiapone. Si stupefacenti. Al processo l’accu- vicino, toccargli una spalla e sus-
grande schermo. E il grande tratta di una delle più semplici sa di spaccio cadde, restò quella surrargli «Vieni, è tutto finito,
schermo sembra, da subito, aver ed efficaci trovate comiche, uno di uso di sostanze. E da lì, in andiamo via». Da quella scena la
uno sguardo benevolo su Wal- scompartimento di treno, due qualche modo, su Chiari cade memoria di chi scrive ripesca
ter, tanto che, a pochi anni dal sconosciuti, e una strana cuccet- un’ombra, si tratta di una vec- Jannacci e il finale della sua Son
suo esordio, Visconti gli offre la ta dentro la quale ci sarebbe un chia conoscenza del vivere, quel sciopà quando, dopo aver descrit-
parte del giovane bello e cialtro- misterioso e indecifrabile anima- doloroso alone degli sbagli che to una parabola di solitudine e
ne in Bellissima nel 1951. Arrivano le, per l’appunto il Sarchiapone. Dio perdona ma la gente no. rabbia, conclude «forse adesso
poi le giornate della commedia Gli anni del boom italiano Erano epoche nelle quali di hai capito come nascono i comi-
musicale, con Garinei e Giovan- hanno coinciso con quello di diritto all’oblio non si parlava ci».
A
venerdì 8 marzo 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina I

Cortocircuito In bilico tra mercati esteri

tra agricoltura ed ecologia e sviluppo interno

atlante ROBERTO PAGLIALONGA A PAGINA II GIADA AQUILINO A PAGINA III

C R O N A C H E D I U N M O N D O G L O B A L I Z Z A T O

Il mondo agricolo
in protesta

P
roteste in Europa, ma non
solo. Il “mondo agricolo”,
rappresentato dai lavoratori
di un comparto fondamentale per
l’economia globale, è sul piede di
guerra da diverse settimane in vari
Paesi dell’Ue per contestare le mo-
difiche alla politica agraria comu-
ne. Ma poco più a est, la situazione
tesa al confine tra Polonia e Ucrai-
na evidenzia come gli agricoltori
siano sottoposti a nuove sfide an-
che a causa dei conflitti. L’Ucraina
è il caso simbolo dei danni della
guerra al comparto agricolo nel
cuore dell’Europa; mentre anche
nel resto del mondo, ad esempio in
Africa, i conflitti generano un im-
patto devastante sulle popolazioni
agrarie. A questo si somma la crisi
generata dal cambiamento climati-
co. L’agricoltura, al contempo di-
spendiosa in termini di risorse e
non esente dai discorsi legati alla
tutela ambientale, sconta in ogni
caso le pressioni di un mondo che
cambia: a soffrire di più, come
spesso capita, sono le comunità
agrarie più vulnerabili nei Paesi
poveri.

In Ucraina: campi minati, lavoratori arruolati nell’esercito e commercio in crisi

«Viviamo giorno per giorno»

I
di SVITLANA DUKHOVYCH
l settore agricolo è una compo-
nente centrale dell’economia del-
l’Ucraina e la principale fonte di
sostentamento per circa un terzo
della sua popolazione. L’abbon-
danza di terreni fertili, le condi-
zioni climatiche favorevoli e il
contesto relativamente vantaggio-
so per gli investimenti hanno
permesso al Paese non solo di
nutrire i propri cittadini, ma an-
che di fornire cibo a milioni di
persone in Asia, Africa, Medio
Oriente e altrove.
Prima della guerra, la quota
del settore agricolo nel Pil ucrai-
no era la più alta tra tutte le voci
dell’economia, con oltre il 10%.
Impiegava il 14% della forza la-
voro e generava il 41% delle
esportazioni totali. L’invasione su
larga scala dell’Ucraina da parte
della Russia, il 24 febbraio 2022,
ha gravemente compromesso la
produzione e il commercio di
prodotti alimentari in tutto il
Paese, minacciando la sicurezza
alimentare anche nel resto del
mondo.
«Ora è diventato molto diffici-
le svolgere attività agricole», rac-
conta nell’intervista ai media vati-
cani Vasyl Zhevner, imprenditore
agricolo che da diversi anni, in-
sieme al suo socio, un cittadino
francese, è impegnato in attività
agricole nella regione di Myko-
laiv (sud dell’Ucraina), una delle
più colpite dalla guerra. «Non
solo i nostri campi sono stati oc-
cupati dai russi per un certo pe-
riodo all’inizio della guerra, ma
in più molti campi sono anche
stati minati e c’erano molti fram-
menti di missili. Questo significa
che nel 2022 non abbiamo potuto
coltivare la terra come avremmo
dovuto e alcuni campi non sono
stati coltivati affatto: di conse-
guenza non abbiamo potuto otte-
nere un raccolto». Secondo i dati
della Banca mondiale, la superfi-
cie totale coltivata nel 2022 in
Ucraina è diminuita del 20% ri-
spetto al 2021 e il 15% del capita-
le agricolo è stato danneggiato
già nei primi tre mesi di guerra.
Oltre al costante rischio di
bombardamenti da parte dei rus-
si, l’imprenditore ucraino Zhev-
ner aggiunge che la guerra ha
sconvolto anche i meccanismi lo-
gistici: ci sono difficoltà legate al-
l’acquisto di fertilizzanti, sementi
e carburante. Un’ulteriore sfida è
la forza lavorativa. «A partire dal
febbraio 2022 — continua l’agri-
coltore — il nostro personale ca-
pace di condurre trattori è stato
arruolato nell’esercito e, dopo, ci
è mancato chi fosse in grado di
lavorare la terra. Abbiamo trattori
ad alta tecnologia che dovrebbe-
ro essere guidati da professionisti,
ma al momento non sono dispo-
nibili, quindi abbiamo dovuto
formare del nuovo personale, an-
che difficile da trovare». La mi-
nore produzione agricola, unita
all’aumento dei prezzi dei mezzi
di produzione (in particolare di
fertilizzanti e gasolio), ha ridotto
significativamente i profitti delle
aziende agricole come quella di
Vasyl Zhevner. Per lui, come per
tanti altri agricoltori ucraini, è
molto difficile non solo coltivare
grano o altre colture industriali,
ma anche venderli. Il blocco del
Mar Nero durante i primi mesi
della guerra su grande scala por-
tò a un forte calo delle esporta-
zioni agricole, che partivano
principalmente dai porti nella zo-
na, e provocò gravi danni non
solo per il settore agricolo del
Paese est europeo, ma anche per
la sicurezza alimentare globale.
«L’invasione dell’Ucraina da par-
te della Russia ha causato il più
grande aumento, legato alla guer-
ra, dell’insicurezza alimentare
globale da almeno un secolo a
questa parte», ha scritto Caitlin
Welsh del Centro per gli studi
strategici e internazionali (Csis).
Secondo le previsioni della Fao,
nel 2030 quasi 600 milioni di
persone saranno colpite da denu-
trizione cronica, 23 milioni delle
quali causate dal conflitto russo-
ucraino.
Nel luglio 2023, la Russia ha
interrotto l’iniziativa sui cereali
del Mar Nero che per circa un
anno aveva consentito l’esporta-
zione sicura della maggior parte
dei cereali ucraini attraverso tre
porti sul Mar Nero. L’Unione
europea, tra gli altri, ha condan-
nato la decisione della Russia,
SEGUE A PAGINA IV
pagina II venerdì 8 marzo 2024 L’OSSERVATO

La Chiesa chiede dialogo gli agricoltori per la sostenibilità delle piccole e

medie aziende e per il futuro delle nostre aree
mentare e un futuro sicuro e fiorente per gli
agricoltori possono coesistere, non si escludono
rurali». Essi, infatti, oggi devono far fronte a a vicenda», afferma pertanto la Comece, riba-

A
scolto e dialogo: sono gli strumenti indi-
cati recentemente dalla Comece (Com-
missione delle conferenze episcopali del-
la Comunità europea), per trovare una soluzio-
ne alle «grandi proteste di agricoltori in tutta
l’Ue». In una nota diffusa già a fine gennaio, i
presuli si dicono vicini alle «preoccupazioni de-
«redditi relativamente bassi e a lunghi orari di dendo che «è necessario trovare soluzioni che
lavoro, alla concorrenza sul mercato, agli elevati garantiscano entrambi e che superino le divisio-
costi energetici e all’inflazione, alla crescente in- ni partitiche». Ma ciò sarà possibile, aggiungo-
certezza dovuta al cambiamento dei modelli cli- no i vescovi, «solo se gli agricoltori saranno po-
matici, ma anche a ciò che viene percepito come sti al centro di queste considerazioni». Il che
un eccesso di regolamentazione e a un afflusso implica, appunto «l’ascolto e un onesto dialogo
di nuove politiche con conseguenze finanziarie visivo», in modo da poter comprendere meglio

A
concrete». «la realtà degli agricoltori nell’Ue, ottenere un
«Un futuro sostenibile del nostro sistema ali- maggiore riconoscimento per il loro duro lavo-
atlante

In Europa le manifestazioni dei trattori contro Pac e misure ambientali

Cortocircuito Dalla crisi climatica

tra agricoltura ed ecologia
di ROBERTO PAGLIALONGA
A
ltro che auto elettriche. Per alcune
settimane la scena in Europa se la
sono presa i trattori, diventati il sim-
bolo della protesta degli agricoltori
contro i governi di singoli Stati membri del-
l’Ue e la Commissione di Bruxelles. Il 26 feb-
braio scorso, in occasione della riunione del
Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’U-
nione europea, la capitale belga è stata presa
di mira da migliaia di manifestanti che a bor-
un impatto amplificato
della Politica agricola comune (Pac), gli agri-
coltori hanno paralizzato la città in occasione sui più vulnerabili
del “Salone dell’agricoltura”, lamentando di
dover rispettare un’eccessiva regolamentazio-
ne in materia di protezione dell’ambiente, tan-
to che il presidente Emmanuel Macron è inter-
Secondo la Fao a soffrire di più sono le famiglie
venuto con oltre 60 misure per venire incontro
alle loro richieste, non ultima l’eliminazione
agricole a guida femminile nei Paesi poveri
dell’aumento della tassa sul diesel. E se in
Spagna i manifestanti sono arrivati a León,
Pamplona, Saragozza, fino al centro di Ma- di VALERIO PALOMBARO particolarmente esposte a queste diseguaglian-
drid, per contestare soprattutto il “soffoca- ze. Ogni anno, nei Paesi a basso e medio reddi-

do di decine di mezzi agricoli hanno invaso le
strade, appiccando roghi agli pneumatici, but-
tando a terra chili di fieno, e forzando anche
le barricate della polizia. I rappresentanti del
settore hanno voluto così rappresentare la pro-
pria frustrazione verso l’Ue e le sue regole, so-
prattutto in materia ambientale ed energetica,
ritenute penalizzanti per il mondo agricolo. E
ha destato non poco stupore l’immagine del
mento” imposto al settore dal Green deal, ad
Atene sono scesi in piazza per chiedere l’ade-
guamento della Pac, ovvero misure di soste-
gno diretto al reddito per compensare i nuovi
costi dovuti ad attività più orientate al rispetto
dell’ambiente. Ma è in Germania che, già a
inizio anno, tutto prende avvio: il governo di
Olaf Scholz, infatti, decide di colmare un bu-
co di bilancio di 17 miliardi di euro con una
serie di tagli a diversi settori: tra
questi anche l’eliminazione dei sus-
sidi per il carburante agricolo. Un
provvedimento poi prontamente ri-
tirato.
L’Italia, lamentando soprattutto
la scarsa competitività delle azien-
de, il cui numero di fatto si è di-
mezzato nell’arco dell’ultimo quin-
dicennio, risponde alla protesta
con peculiarità proprie. A comin-
ciare dal fatto che le tradizionali
I
l cambiamento climatico e i conflitti che
purtroppo proliferano nel mondo espon-
gono centinaia di milioni di persone alla
malnutrizione e alla fame. In prima linea
ci sono soprattutto le comunità agricole, in parti-
colare quelle più vulnerabili. Così il raggiungi-
mento dell’obiettivo della “fame zero” entro il
2030 appare sempre più un miraggio: le agenzie
Onu stimano che oltre 600 milioni di persone sa-
ranno esposte a questa “piaga” nei prossimi anni
e la tendenza appare preoccupante alla luce di
gravi conflitti esplosi nell’arco degli ultimi due
anni in Ucraina, a Gaza e in Sudan.
Mentre il cambiamento climatico è una crisi
globale, così come i conflitti, il loro impatto è
comunque differente tra i vari Paesi e anche per
quanto concerne le singole comunità e persone
non tutti sono esposti in egual misura a questi
fenomeni. Dedicato proprio a queste disegua-
glianze, in particolare a quelle generate dalla
crisi climatica, è il rapporto Unjust climate pubbli-
to, le famiglie a guida femminile, nelle zone ru-
rali, subiscono perdite finanziarie nettamente
maggiori rispetto ai nuclei familiari con uomini
capo-famiglia. Rispetto a questi ultimi, infatti,
le famiglie guidate dalle donne perdono, in me-
dia, l’8 per cento di reddito in più a causa dello
stress termico e il 3 per cento di reddito in più a
seguito delle inondazioni. In termini monetari,
ciò si traduce in una perdita pro capite di 83 dol-
lari per lo stress termico e di 35 dollari per le
inondazioni, per un totale, rispettivamente, di
37 miliardi e di 16 miliardi di dollari in tutti i
Paesi a basso e medio reddito. «Se le tempera-
ture medie dovessero aumentare di appena 1°C,
di ISABELLA PIRO

salotto neo-classico di place du Luxembourg
messo a ferro e fuoco.
Nel mirino sono finite le normative nazio-
nali e comunitarie, in particolare la cosiddetta
“Farm to fork strategy”, parte del Green deal
che punta a rendere i 27 membri dell’Ue cli-
maticamente neutri entro il 2050. La strategia
prevede tra le altre cose di dimezzare l’uso dei
pesticidi, ridurre di un quinto l’uso dei fertiliz-
zanti, aumentare al 4% i terreni per l’uso non
agricolo (lasciandoli a riposo), e raddoppiare
la produzione biologica portandola al 25% dei
terreni coltivati. Queste misure di carattere più
tecnico, che potrebbero anche tradursi in una
perdita di produzione e reddito, si sono trova-
te a impattare sulla crisi generale del settore
(tra il 2005 e il 2020 oltre 5 milioni di aziende
agricole in Europa hanno dovuto chiudere),
colpito dall’aumento del prezzo del gasolio,
che ha fatto lievitare i costi per le aziende,
mentre in diversi Paesi europei si parlava di ri-
durre i sussidi ambientalmente dannosi, com-
presi quelli relativi al carburante agricolo. Su
tutto questo scenario, poi, si è innestata la
protesta per la possibile concorrenza dei pro-
dotti non comunitari, molti dei quali non sog-
getti agli standard di controllo e qualità cui in-
vece è sottoposto il mercato interno. Sotto ac-
cusa in particolare il trattato Ue-Mercosur (in
realtà in discussione da anni) e l’importazione
di prodotti agricoli ucraini, più economici per-
ché esenti da dazi. Un problema sentito so-
prattutto in Polonia, dove a più riprese sono
stati bloccati i valichi di frontiera, impedendo
il passaggio dei tir.
Le proteste sono arrivate non solo al cuore
delle istituzioni comunitarie, ma hanno coin-
volto a macchia di leopardo diversi Paesi del
Vecchio Continente. A Parigi, sebbene la
Francia continui a essere la prima beneficiaria
organizzazioni di categoria — Col-
diretti, Confagricoltura, Cia — se
all’estero guidano i cortei, qui ven-
gono tenute ai margini delle mani-
festazioni e, anzi, aspramente criti-
cate, perché colpevoli di non rap-
presentare fino in fondo gli interessi degli
agricoltori di fronte «ai diktat europei».
A organizzare le marce ci sono sigle come il
“Coordinamento agricoltori traditi”, messo in
piedi dall’ex leader del “Movimento dei forco-
ni” del 2013. Da Roma arrivano alcune apertu-
re (sugli sgravi Irpef per i redditi più bassi, il
contrasto alle importazioni sleali e il sostegno
al made in Italy, i fondi contro i danni da ca-
lamità naturali), mentre i rappresentati del set-
tore, oltre a interventi per calmierare i costi di
produzione, chiedono anche la sburocratizza-
zione delle procedure per l’accesso ai fondi
Ue, l’accorciamento delle filiere, una migliore
etichettatura che valorizzi le produzioni locali.
Si sentono di fatto tra l’incudine di dover pro-
durre più cibo a basso costo e il martello del
rispetto di misure ambientali sempre più strin-
genti.
Insomma, in tutta Europa va in scena una
contrapposizione tra agricoltura ed ecologia.
Così anche le istituzioni comunitarie si piega-
no a una serie di concessioni: la Commissione
ritira la proposta per la riduzione del 50% del-
l’uso dei pesticidi in agricoltura entro il 2030;
congela l’intesa di libero scambio tra Ue e
Paesi latinoamericani e, almeno per il 2024,
l’obbligo di mettere a riposo il 4% delle super-
fici coltivate per poter ottenere gli aiuti della
Pac; annuncia proposte per ridurre gli oneri
amministrativi sul settore. «I nostri agricoltori
meritano di essere ascoltati», ha detto la pre-
sidente della Commissione, Ursula von der
Leyen. E c’è chi ha visto in queste prese di po-
sizione — di fatto in contrasto con una politica
molto green portata avanti nel mandato che sta
per concludersi — una mossa elettorale in vista
delle elezioni europee di giugno, a seguito
delle quali von der Leyen punta a una confer-
ma come capo dell’esecutivo brussellese.
cato in settimana dall’Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltu-
ra (Fao). I Paesi con un minore reddito, che
contribuiscono di meno alle emissioni di gas
serra, soffrono di più l’impatto del cambiamen-
to climatico. La crisi climatica, pertanto, rischia
di perpetuare e approfondire le diseguaglianze
sociali ed economiche tra le persone, in quanto i
più esposti a questa crisi sono i più vulnerabili.
Secondo il rapporto della Fao, i cambiamenti
climatici colpiscono in maniera sproporzionata
i redditi delle donne rurali, delle fasce povere
della popolazione e degli anziani, la cui capaci-
tà di reagire e adattarsi agli eventi meteorologici
estremi è inferiore.
«Le categorie agricole più vulnerabili al cam-
biamento climatico sono i poveri, le donne (in
particolare le donne capo-famiglia), e gli anzia-
ni ancora coinvolti nel lavoro agricolo: servono
delle politiche ad hoc per diminuire la “forbice”
che penalizza queste persone rispetto agli al-
tri», spiega in un’intervista a «L’O sservatore
Romano» Lauren Phillips, tra gli autori del rap-
porto e vicedirettore della Divisione trasforma-
zione rurale e uguaglianza di genere della Fao.
Il rapporto, come indica Phillips, è stato redat-
to analizzando i dati socio-economici di oltre
100.000 famiglie rurali (che rappresentano 950
milioni di persone in totale, in 24 Paesi a basso e
medio reddito tra tutti i continenti: dalla Mon-
golia, all’Iraq, passando per il Sahel, fino ad ar-
rivare al Perú e all’Ecuador). Queste informa-
zioni sono state integrate con i dati georeferen-
ziati sulle precipitazioni e le temperature gior-
naliere, riferiti a un arco temporale di 70 anni.
«Quello che accomuna tutti questi Paesi esami-
nati è che le persone povere hanno più difficoltà
ad adattarsi al cambiamento climatico», sottoli-
nea il vicedirettore della Divisione della Fao.
«Lo stress termico — prosegue —, ovvero la
sovraesposizione a temperature elevate, esaspe-
ra lo svantaggio retributivo delle famiglie rurali
classificate come povere, che subiscono il 5 per
cento in più di perdite (17 dollari pro capite) ri-
spetto alle famiglie più benestanti; i dati relativi
alle inondazioni sono simili». E le donne sono
«D
elhi Chalo», ovvero «Andia-
mo a Delhi»: è il motto di mi-
gliaia di agricoltori indiani e
oltre 200 sigle sindacali del settore che da
febbraio sono in marcia verso la capitale
per chiedere al governo di Narendra Mo-
di, del partito conservatore Bjp (Bharatiya
Janata Party), prezzi più alti per i raccolti.
Il 6 marzo, i trattori sui quali viaggiavano i
manifestanti sono stati bloccati dalle forze
dell’ordine che hanno usato gas lacrimo-
geni e cannoni ad acqua per disperdere i
contadini. Secondo gli organizzatori della
protesta, ci sarebbero stati anche alcuni ar-
resti, ma la polizia non conferma. Negli
scontri dei giorni scorsi, inoltre, al confine
tra gli Stati del Punjab e di Haryana, sa-
rebbe morto un giovane di 22 anni.
Le proteste agricole nel Paese asiatico
sono iniziate il mese scorso, con un nume-
roso gruppo di rappresentanti partito dal-
lo Stato del Punjab e diretto a New Delhi
per trattare con il governo e strappargli al-
cune concessioni economiche, racchiuse
in una lista di ventuno punti. Il tema fon-
damentale è però uno e riguarda i prezzi
minimi di sostegno, ossia le tariffe fisse in
base alle quali il governo centrale acquista
i prodotti dagli agricoltori, salvaguardan-
doli dalle oscillazioni di mercato. Tali
prezzi, dicono i contadini, devono essere
più alti. Ulteriori richieste riguardano in-
vece l’abbassamento dei prezzi della can-
na da zucchero, l’aumento delle pensioni
agricole a 10.000 rupie mensili (pari a circa
110 euro), la riduzione del costo dell’elet-
tricità e l’estinzione dei debiti per gli agri-
coltori.
Le trattative con l’esecutivo, tuttavia,
sono andate fallite nonostante quattro in-
contri al vertice, ma la protesta ha prose-
guito la sua corsa e per il pomeriggio di
domenica 10 marzo i manifestanti stanno
preparando il blocco delle linee ferroviarie
in tutto il Paese per quattro ore. In diverse
occasioni si è arrivati allo scontro: da una
ORE ROMANO
ro, capire le loro preoccupazioni e, soprattutto,
apprezzare coloro che ci nutrono».
Infine, i vescovi europei chiedono ai respon-
sabili politici di «garantire una maggiore tra-
sparenza dei processi decisionali» nel settore,
così da «tenere conto delle potenziali conse-
guenze per coloro che ne sono colpiti, nonché
per consentire un maggiore coinvolgimento di
tutti gli attori interessati».
Posizioni simili si registrano anche a livello
delle singole Conferenze episcopali, come ad
esempio quella francese: in un recente messag-
queste donne subirebbero una perdita del red-
dito totale del 34 per cento superiore rispetto
agli uomini», evidenzia Phillips.
I giovani, di contro, hanno una maggiore ca-
pacità di risposta all’impatto del cambiamento
climatico, anche per la loro capacità di trovare
altri impieghi al di fuori dal settore dell’agricol-
tura. Ma i minori sono, insieme alle donne, par-
ticolarmente esposti ai rischi legati al cambia-
mento climatico. «Donne e bambini — conclu-
de Phillips — vedono aumentare di circa un’ora
al giorno il numero di ore di lavoro a causa del
cambiamento climatico e questo è particolar-
mente problematico se pensiamo a situazioni di
Dal 2020 l’India è segnata dalle rivolte dei coltivatori diretti
Una marcia incessante verso New Delhi
parte gli agenti in tenuta antisommossa, la
sospensione della rete Internet, il divieto
per 30 giorni a riunirsi in piazza a New
Delhi e il transennamento con blocchi di
cemento, reti metalliche, tappeti di chiodi
e container delle principali arterie che
portano alla capitale; dall’altra i contadini
che tentano di abbattere le barricate con le
ruspe, cercano di raggiungere la capitale
con ogni mezzo possibile e, soprattutto,
non smettono di far sentire la loro voce.
L’attuale protesta agricola in India, in-
fatti, parte da lontano, ovvero dal 2020,
anno in cui circa 650 milioni di manife-
stanti dissero no all’approvazione di tre
leggi sulla deregolamentazione dell’agri-
coltura. Quella protesta è durata oltre un
anno e, alla fine, ha visto il governo fare un
passo indietro, sospendendo «fino a nuo-
va comunicazione» le normative in que-
stione. Ma il costo umano è stato altissi-
mo: le stime parlano di almeno 700 morti
tra i manifestanti.
Da tre anni a questa parte, inoltre, resta
ancora inevaso un impegno che l’esecuti-
vo aveva preso allora, ma a cui non ha te-
nuto fede: nel 2021, i manifestanti otten-
nero la promessa di un’estensione del
meccanismo che fissa il prezzo minimo
d’acquisto dei prodotti agricoli. Da allora,
però, non ci sono stati progressi in mate-
ria, nonostante sia stata istituita un’appo-
sita Commissione. Il tema è cruciale, per-
ché l’esecutivo fissa un prezzo minimo per
circa 20 prodotti agricoli, ma poi lo rispet-
ta solo per due alimenti, il riso e il grano,
avvantaggiando così solo il 7 per cento de-
gli agricoltori che coltivano tali cereali.
Ciò avviene unicamente per creare riserve
in grado di sostenere il programma di wel-
fare alimentare nazionale, che fornisce
gratuitamente a 800 milioni di indiani riso
e grano, con una spesa per le autorità piut-
sfruttamento come quelle legate al lavoro mino-
rile».
Anche il direttore generale della Fao, Qu
Dongyu, ha commentato il rapporto eviden-
ziando che queste differenze sociali hanno «un
impatto formidabile, ma poco compreso, sulla
vulnerabilità delle popolazioni rurali agli effetti
negativi della crisi climatica». «Questi dati — ha
detto — sottolineano l’urgente bisogno di ac-
cantonare un volume sostanzialmente maggio-
re di risorse finanziarie e altrettanta attenzione
politica alle questioni dell'inclusione e della re-
silienza nelle azioni per il clima, realizzate a li-
vello sia mondiale che nazionale».
tosto elevata, in quanto pari a 24,7 miliardi
di dollari all’anno.
Le congiunture globali, inoltre — come
i conflitti in corso in diverse parti del mon-
do e le conseguenze del cambiamento cli-
matico sulle coltivazioni — hanno portato
il governo ha imporre il divieto dell’e-
xport per alcuni prodotti agricoli, così da
frenare l’inflazione. Ma ciò ha danneggia-
to le entrate di numerosi agricoltori che si
sono ritrovati ad avere grosse difficoltà
economiche, tanto che nel giro di 5 anni
quelli indebitati sono passati da 69 a 100
milioni. E non solo: secondo New Delhi,
l’anno fiscale 2024, in chiusura il 31 marzo,
farà registrare una crescita di neanche il 2
per cento, contro il 4 per cento medio rag-
giunto negli ultimi sette anni.
Da ricordare che nel subcontinente in-
diano due terzi della popolazione degli ol-
tre 1,4 miliardi di abitanti complessivi vive
di agricoltura, la quale costituisce circa un
quinto del Pil nazionale. È quindi conse-
guenziale che il governo Modi guardi a
questo settore con particolare interesse,
soprattutto in vista delle elezioni generali
che si terranno a maggio e che lo potreb-
bero portare ad ottenere il terzo mandato
consecutivo.
gio, i vescovi della provincia di Montpellier
hanno scritto agli «amici agricoltori», per dimo-
strare il loro sostegno alla richiesta di «giustizia
e considerazione per la vostra professione».
«Oggi il vaso è pieno — si legge in una nota epi-
scopale —! Di fronte all’aumento dei costi che vi
schiacciano, alle norme sempre più restrittive
che vi vengono imposte, ai controlli permanen-
ti, alle procedure amministrative eccessive, sof-
frite fino a gridare disperati. A ciò si aggiunge il
problema dell’irrigazione e dei redditi in costan-
te calo».
Risorse, potenzialità e rischi per le realtà africane
In bilico tra mercati esteri
e sviluppo interno
di GIADA AQUILINO
P
assare dalle potenzialità ad un vero e
proprio decollo. È la sfida dell’agricol-
tura africana in un continente che seb-
bene sulla carta ospiti il 65% delle terre
arabili globali, in termini di valore si ferma a una
produzione basata essenzialmente su colture a
seminativo, soprattutto mais e sorgo, rispetto alle
colture a maggior valore aggiunto, come frutta e
ortaggi. L’Africa ha una «enorme necessità di ri-
sorse agricole, dati gli alti tassi di crescita demo-
grafica che faranno aumentare significativamen-
te, se non esponenzialmente, la popolazione afri-
cana in generale e quella di alcuni Stati subsaha-
riani in particolare», evidenzia Aldo Pigoli, do-
cente di Storia dell’Africa contemporanea presso
l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Mila-
no. Secondo l’Onu, il continente risulta quello in
più rapida crescita al mondo, soprattutto in na-
zioni come Niger, Uganda, Repubblica Demo-
cratica del Congo, Angola, Ciad, Mali e Soma-
lia.
Diversi Stati africani «hanno una considere-
vole dotazione di terreno agricolo, terreno anco-
ra non utilizzato oppure aree che potrebbero es-
sere sviluppate per tale produzio-
ne: togliendo la fascia critica del
deserto del Sahara e del Sahel e di
altre aree con sistemi climatico-
ambientali simili, ci sono varie
realtà — spiega — che hanno un alto
potenziale, come il Sud Sudan,
territori della Nigeria o della Re-
gione dei Grandi Laghi, compresa
parte della Repubblica Democra-
tica del Congo, che ospita il 50%
delle risorse idriche dell’intero
continente africano». Eppure, fa
osservare Pigoli, esistono «molte-
plici fattori» che concorrono ad in-
tralciare un vero e proprio svilup-
po del settore.
«Persistono modelli di produ-
zione agricola “centrifughi”, rivolti — sottolinea
— alla messa a disposizione di risorse agricole per
i mercati internazionali, i cosiddetti cash crops
(colture da reddito, n.d.r.), a fronte di grandi inve-
stimenti soprattutto internazionali». Due le cri-
ticità che il docente dell’Università Cattolica in-
dividua. «Da un lato un depauperamento della
disponibilità di risorse e dall’altro un disincenti-
vo alla produzione agricola che non vada per i
mercati esterni, ma che venga maggiormente ri-
volta ai mercati interni, perché fondamental-
mente mancano gli investimenti sia di natura fi-
nanziaria sia di natura infrastrutturale». Proprio
il «mettere a disposizione le risorse per i mercati
internazionali e non per la sussistenza della po-
polazione» oltre alla crescita demografica, ag-
giunge lo storico, fa sì che il continente continui
a dipendere dalle importazioni di beni alimenta-
ri di prima necessità, con profonde difficoltà nel-
le catene di approvvigionamento.
Si sofferma sul caso di Egitto ed Etiopia, a
gennaio scorso entrati a far parte dei cosiddetti
Paesi Brics (inizialmente acronimo delle econo-
mie di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).
«Il tentativo — osserva — è quello di integrarsi
maggiormente a livello economico-commerciale,
però entrambi questi Paesi sono casi emblematici
di un potenziale produttivo abbastanza cono-
sciuto dal punto di vista agricolo e contempora-
neamente di una crescita demografica significati-
va»: Egitto ed Etiopia vengono indicati infatti
tra i cinque Paesi africani, oltre a Repubblica De-
mocratica del Congo, Nigeria e Tanzania, che fi-
no al 2050 domineranno la crescita della popola-
zione mondiale, in base a una recente stima delle
venerdì 8 marzo 2024 pagina III
Per questo, i vescovi francesi si uniscono
idealmente agli agricoltori, invitando a ricono-
scere «la vitalità e la nobiltà» della loro pro-
fessione. «Attraverso il dialogo e la concerta-
zione — concludono —, siano adottate misure
urgenti a livello nazionale ed europeo perché
sia riconosciuta la giusta causa delle vostre ri-
vendicazioni, nonché condizioni di vita rispet-
tose delle vostre persone e della vostra profes-
sione».
A
atlante
Nazioni Unite. «C’è dunque una sorta di “scon-
tro” tra la possibilità di sviluppare il settore per
aumentare le capacità economico-commerciali e
la priorità di sostenere lo sviluppo demografico,
riservando adeguate risorse alla popolazione.
Proprio l’Etiopia e l’Egitto — aggiunge Pigoli —
sono al contempo due dei Paesi entrati maggior-
mente in crisi a seguito del conflitto in Ucraina,
che vede coinvolto uno dei leader dei Brics, la Fe-
derazione Russa: lo sconvolgimento delle filiere
di approvvigionamento e delle derrate alimentari
provenienti da quelle aree ha avuto un impatto
drammatico, in particolar modo in Egitto».
In un’analisi più ampia del settore agricolo
africano, il docente ricorda inoltre come i territo-
ri che offrono possibilità di sviluppo siano spes-
so al contempo utilizzati «per altre attività pri-
marie, come la produzione mineraria e di idro-
carburi», che di fatto tolgono «letteralmente»
spazio alla disponibilità della produzione agri-
cola. «C’è anche un grande problema legato agli
impatti climatico-ambientali, che sono storica-
mente rilevanti in alcune aree, per esempio del-
l’Africa orientale, che sono ciclicamente colpite
da siccità e insieme da altri fenomeni climatici
estremi». Permangono poi numerosi i conflitti
armati, con gravi episodi di violenza e di instabi-
lità politica che oltre a impedire un accesso sicu-
ro agli aiuti umanitari, a grave discapito della po-
polazione, hanno effetti devastanti sui campi
coltivati. È il caso della guerra in Sudan, in corso
da quasi un anno tra esercito e paramilitari.
Scoppiati a Khartoum il 15 aprile 2023, gli scontri
si sono poi spostati in altre zone del Paese, in par-
ticolare nello Stato di Gezira, già conosciuto co-
me il granaio del Paese: lì, giorno dopo giorno, i
contadini vedono scomparire i loro raccolti,
schiacciati dall’avanzata dei mezzi dei bellige-
ranti, con i magazzini di fertilizzanti e pesticidi
svuotati e le pompe d’acqua confiscate o distrut-
te del tutto.
«Il Sudan è uno dei Paesi storicamente carat-
terizzati da questo paradosso: potenziali capaci-
tà produttive e allo stesso tempo possibilità di
sviluppo limitate dall’impatto dei conflitti. An-
che in Sud Sudan, giovane Stato nato nel 2011, ci
sono enormi potenzialità ma l’assenza di investi-
menti e di infrastrutture e soprattutto i lunghi
conflitti che non mancano ancora purtroppo di
cessare limitano significativamente la capacità
della popolazione di usufruire del potenziale
agricolo e in generale del Paese di beneficiarne».
In un momento in cui, ricorda Pigoli, «la Banca
mondiale stima in 170 miliardi di dollari l’anno
l’ammanco di risorse per lo sviluppo infrastrut-
turale generale del continente africano» e quan-
do, in realtà come ad esempio quelle di Zambia,
Sud Africa, Kenya, Tanzania, non sono mancate
proteste e manifestazioni per invocare «maggiori
tutele e maggiori diritti in campo economico-
produttivo e di sostenibilità alimentare».
pagina IV L’OSSERVATORE ROMANO venerdì 8 marzo 2024

Una forza militare congiunta di Niger, Mali e Burkina Faso

Una forza militare congiunta per combattere i gruppi jihadisti mancato sostegno da parte dell’Ecowas nella lotta contro i
attivi da anni nell’area del Sahel. È quanto annunciato da Ni- gruppi armati affiliati ad al-Qaeda e al sedicente stato islamico
ger, Mali e Burkina Faso, Paesi da tempo guidati da giunte mi- (Is) e hanno deciso la creazione di un’Alleanza degli Stati del
litari salite al potere tramite colpo di Stato. Sahel. Dopo aver minacciato un intervento militare in Niger,
A fine gennaio Niamey, Bamako e Ouagadougou hanno deciso l’Ecowas il mese scorso ha chiesto una «riconciliazione» e ha re-
la loro uscita dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa vocato le sanzioni imposte a Niamey per ottenere il rilascio del
occidentale (Ecowas). I capi delle giunte militari, Abdouraha- presidente Mohamed Bazoum, deposto dal golpe del luglio
mane Tiani, Assimi Goïta e Ibrahim Traoré, lamentano un 2023.

A atlante

La stabilizzazione della regione subsahariana passa dagli equilibri politici, economici e sociali

Africa in guerra?

I
di GIULIO ALBANESE
livelli di conflittualità nell’Africa
subsahariana sono preoccupanti.
Come era prevedibile, la crisi rus-
so-ucraina e quella israelo-palesti-
nese hanno fortemente penalizza-
to il multilateralismo, acuendo le
turbolenze nella macroregione
dove gli interessi geostrategici lo-
cali, regionali, continentali e glo-
bali sono variegati. In alcuni casi
si tratta di guerre civili, anche se
spesso lo stato di belligeranza op-
pone attori statali a movimenti e
gruppi armati trans-nazionali: dal
Sahel al Corno d’Africa (Soma-
lia); dalla Nigeria settentrionale al
nord del Mozambico.
In termini generali, è improprio
parlare di vere e proprie guerre tra
Stati, anche se nel passato sono
avvenute (emblematico è stato in
passato il conflitto dell’Ogaden
tra Etiopia e Somalia). L’inciden-
za di questa tipologia di conflitto
è certamente riscontrabile, con
sfumature e declinazioni diverse,
comunque non dichiarate, lungo
la linea di confine tra alcuni Paesi
del vasto continente africano. Ma
andiamo per ordine, cercando di
evitare, nei limiti del possibile, fa-
cili approssimazioni che potreb-
bero indurre il lettore a sottovalu-
tare la gravità della situazione.
La dice lunga la crisi sudanese,
esplosa il 15 aprile dello scorso an-
no sfociata in cruenti combatti-
menti tra l’esercito regolare, le Su-
danese Armed Forces (Saf) sotto
il comando del generale Abdel
Fattah Abdelrahman al-Burha e le
Rapid Support Forces (Rsf), una
formazione paramilitare guidata
dal generale Mohamed Hamdan
Dagalo (detto Hemetti). Stiamo
parlando di una vera e propria
guerra civile che ha generato il più
alto numero al mondo di sfollati
Hic sunt leones
(Jnim), che significa “Gruppo per
il sostegno dell’Islam e dei musul-
mani”. Si tratta di un’organizza-
zione-ombrello sotto la quale ope-
rano diversi gruppi allineati con
al-Qaida. Tra di essi figurano in
particolare Ansar al-Din, al-Qae-
da nel Maghreb islamico, al-Mou-
rabitoun, e Katibat Macina. Il
Jnim è attivo in Mali, Niger e
Burkina Faso.
Un’altra rete di matrice islami-
sta molto presente sul campo è
quella dello stato islamico nel
Grande Sahara (Isgs) che rappre-
senta il ramo regionale dell’Is. È
attivo in Niger, nel nord del Mali,
così come in Burkina Faso e ha
una relazione controversa con
Jnim. Non è un caso se si sono ve-
rificati scontri armati, anche mol-
to cruenti, tra Jnim e Isgs che po-
trebbero indicare una contrappo-
sizione d’interessi legata al con-
trollo delle risorse nelle loro confi-
nanti aree operative.
Un terzo gruppo operativo nel-
lo scacchiere è quello dello stato
islamico–provincia dell’Africa oc-
cidentale (Iswap), originariamen-
te uno spin-off dell’organizzazione
nigeriana Boko Haram ed è molto
attivo soprattutto nella regione
del Lago Ciad e nella foresta di
Alagarno che copre parte degli
Stati nigeriani di Borno e Yobe.
Vi sono delle forti similitudini
tra l’Iswap e l’Isgs, non foss’altro
perché fanno riferimento allo stes-
so concetto di “stato islamico”. La
differenza sta nel fatto che l’Iswap
si è impegnato a garantire alle po-
polazioni autoctone la fornitura
dei servizi pubblici di base, ammi-
nistrando e imponendo imposte
in modo sistemico e molto regola-
re.
Più a meridione, è presente la
Jama’at Ahl al-Sunnah li-l-Dawah
wa-l-Jihad (Jas), originariamente
legata all’Iswap. Da rilevare che
questa distinzione spesso non si
riflette nei resoconti dei media,
che fanno riferimento semplice-
mente a Boko Haram. La prima, il
Jas, ha invece un’agenda più re-
gionale, in quanto la propria azio-
ne bellica, particolarmente violen-
ta, è quasi esclusivamente rivolta
contro il governo nigeriano di
Abuja, quindi fuori, geografica-
mente parlando, dal contesto
saheliano. L’obiettivo di questa
fazione, che si stima sia composta
di 1.500–2.000 miliziani, si rifà alle
origini di Boko Haram: trasfor-
mare la Nigeria, o parte di essa, in
un emirato in cui venga applicata
la sharia, la cosiddetta legge isla-
mica, soffocando ogni forma di
dissidenza. L’Iswap di cui sopra,
invece, ha inserito la ribellione
Boko Haram all’interno del fronte
globale jihadista, cercando così di
attrarre più proseliti e finanziato- cato Belegete, un villaggio nige- alle enormi riserve di gas presenti
ri. riano lungo il confine. nella regione, per non parlare di
La Somalia, dal canto suo, con- E cosa dire della guerra che da rubini, legno pregiato; peraltro un
tinua ad essere, dal lontano 1991, diversi anni insanguina il settore fenomeno questo riscontrabile,
anno in cui venne rovesciato il re- nordorientale della Repubblica come già detto, nei territori sotto
gime di Siad Barre, un Paese con Democratica del Congo? Nel di- il controllo dell’ Iswap nel Sahel.
un governo, quello di Mogadi- cembre scorso, il Consiglio di si- Ma proprio in Mozambico nella
scio, che alla prova dei fatti con- curezza delle Nazioni Unite ha provincia di Cabo Delgado, se-
trolla pochi scampoli di territorio votato a favore del ritiro graduale condo fonti della società civile, vi
per la presenza di gruppi islamisti dei caschi blu inquadrati nella sarebbero traffici di sostanze ille-
tra cui spicca al-Shabaab che non Monusco (ex Monuc), nel Paese cite (droghe sintetiche dall’estre-
perde occasione per indebolire le da 25 anni, nonostante le preoccu- mo oriente) e, addirittura, di orga-
già fragili autorità statuali interna- pazioni per l’escalation di violen- ni umani.
zionalmente riconosciute. ze. Infatti, mentre scriviamo i ri- Lungi da ogni retorica, la stabi-
È importante segnalare anche belli del gruppo M23, sostenuti lizzazione della macroregione
la crisi anglofona in Camerun, co- dal vicino Rwanda, potrebbero subsahariana passa inevitabilmen-
nosciuta anche come la guerra di presto conquistare la città di Go- te lungo l’arduo crinale degli
Ambazonia o la guerra civile ca- ma. equilibri politici, sociali, economi-
merunese, un conflitto armato in È anche importante ricordare ci dell’intera macroregione. Un
corso tra le forze armate cameru- l’attivismo di gruppi legati all’Is percorso messo spesso a repenta-
nesi e i gruppi indipendentisti nel nel nord del Mozambico che re- glio dagli interessi di potentati
nordovest e nel sudovest del Pae- centemente hanno messo a dura stranieri, più o meno occulti se
se. A questo proposito, ha suscita- prova le forze lealiste. Questo ri- non a volte addirittura palesemen-
to grande preoccupazione lo flette le istanze di comunità au- te manifesti, che guardano solo e
sconfinamento degli insorti, nel toctone marginalizzate ed escluse unicamente alla massimizzazione
dicembre scorso, che hanno attac- dai dividendi del business legato dei profitti.

interni, oltre 11 milioni; mentre i

rifugiati sono più di 3 milioni, dis-
seminati in Egitto, Libia, Ciad,
Repubblica Centrafricana, Sud
Sudan, Etiopia, Eritrea. Secondo
le Nazioni Unite, metà della po-
polazione sudanese — circa 25 mi-
lioni di persone — ha bisogno di
assistenza umanitaria e protezio-
ne. In questo contesto di dolore,
segnato sempre più da interferen-
ze straniere, soprattutto per quan-
to concerne approvvigionamenti
di armi e munizioni, si evidenzia
l’incapacità della diplomazia re-
gionale e internazionale di portare
le parti belligeranti a trattare una
cessazione delle ostilità.
Per quanto concerne invece i
conflitti tra Stati e gruppi armati
trans-nazionali di ispirazione sala-
fita-jihadista, questi continuano a
rappresentare un trend in forte
ascesa. Le rivendicazioni trans-na-
zionali di tali movimenti armati
affiliati ad al-Qaeda o al sedicente
stato islamico (Is) sono molto evi-
denti nel Sahel, nel bacino del La-
go Ciad, nel Corno d’Africa e nel-
l’Africa Centrale. Tra questi ha
particolare rilevo il Jama’at Nu-
srat al-Islam wa al-Muslimeen
CONTINUA DA PAGINA I
sottolineando che l’iniziativa,
mediata dalle Nazioni Unite
e dalla Turchia, aveva «con-
sentito l’esportazione sicura
di quasi 33 milioni di tonnel-
late di cereali e prodotti ali-
«Viviamo giorno per giorno»
mentari in 45 Paesi con oltre
mille navi». Il 65% del grano
esportato aveva raggiunto
Paesi in via di sviluppo.
Un mese dopo l’uscita del-
la Russia dall’iniziativa, l’U-
craina ha lanciato il corridoio
di navigazione che abbraccia
la costa occidentale del Mar
Nero, vicino alla Romania e
alla Bulgaria. Secondo Ole-
ksandr Kubrakov, ministro
ucraino delle Infrastrutture,
dal lancio di questo corridoio
sono stati esportati più di 22
milioni di tonnellate di merci
di vario genere. In totale, da
agosto lo hanno utilizzato ol-
tre 700 navi.
Il blocco del Mar Nero ha
spinto l’Ue ad aprire “corri-
doi di solidarietà” per i pro-
dotti alimentari ucraini. Dal
giugno 2022, Bruxelles ha an-
che concesso al Paese la pie-
na liberalizzazione del com-
mercio, sospendendo i dazi e
le quote di importazione.
Tuttavia, gli agricoltori euro-
pei sono scesi in piazza per-
ché, tra gli altri problemi del
settore, c’è anche quello della
diminuzione dei prezzi legato
all’afflusso di esportazioni
dall’Ucraina.
Nel quadro delle moltepli-
ci sfide di oggi, gli agricoltori
ucraini lanciano però un gri-
do d’allarme sulle condizioni
di precarietà in cui sono co-
stretti a lavorare in un conte-
sto di guerra. «Viviamo gior-
no per giorno, perché — af-
ferma l’imprenditore Vasyl
Zhevner — non sappiamo co-
sa succederà domani. La gen-
te è molto preoccupata per-
ché vuole lavorare, vuole sta-
bilità, ma questa stabilità non
c’è. Cerchiamo di reagire, di
adattarci al tempo di guerra,
ma ogni giorno la guerra
porta nuovi problemi. Cre-
diamo che l’Europa non la-
scerà l’Ucraina da sola, nella
speranza che tutto andrà be-
ne e che presto arrivi la pa-
ce». (svitlana dukhovych)
venerdì 8 marzo 2024
Nasce a Catania per iniziativa dei vincenziani
uno spazio di “luce” e rinascita per le donne vittime di violenza
Casa «Lumière»
di ANTONELLA PALERMO
L
a giornata internazionale
della donna è segnata a Ca-
tania da un’evento speciale.
Si inaugura infatti oggi, 8
marzo, la struttura dei missionari
vincenziani che accoglierà donne
sole, vittime di ogni tipo di violen-
za, nel piano inferiore della Locan-
da del Samaritano (che ospita per-
sone senza fissa dimora). Si tratta
di un ulteriore segno di prossimità
ai vulnerabili.
Ritrovare una dignità troppe
volte calpestata a causa di violenza
subita, di emarginazione, sopraffa-
zione. È l’obiettivo della Casa
femminile «Lumière», ricavata in
quella Locanda che ad ottobre
scorso già si era ampliata con la
caffetteria solidale «Pane quoti-
diano». La struttura ha tre stanze, cia-
scuna con quattro letti. Dotata di ri-
scaldamento e climatizzazione e di
ogni comfort che possa rendere la vita
di queste donne «una luce ritrovata».
Il direttore, padre Mario Sirica,
sottolinea che tra i senzatetto rientra-
no spesso proprio le donne che subi-
scono abusi. Poi ci sono i padri sepa-
rati monoreddito che, dando il man-
tenimento alla propria famiglia, fati-
cano ad andare avanti; uomini che
hanno perduto il lavoro a un’età in
«Una ragazza venne da noi
per problemi presunti
con la religione, poi abbiamo
scoperto che il problema
era la relazione con il fidanzato»
cui è difficile trovarne un altro; giova-
ni che per l’orientamento sessuale
hanno avuto una vita difficile in fami-
glia senza accoglienza e cura; giovani
dipendenti da droga o alcol in attesa
di trovare un posto in comunità.
Padre Mario precisa inoltre che
«con l’eliminazione del reddito di cit-
tadinanza c’è stato un aumento delle
Quando si cade
e ci si rialza
CONTINUA DA PAGINA 1 un ritiro, al termine del quale la ri-
Efe Diana Armijos, direttrice della
Fondazione CienPiés: anch’ella è
un’atleta, oggi ha 36 anni, ne aveva 19
quando perse la gamba sinistra a cau-
sa di una grave malattia. All’epoca fa-
ceva parte della squadra dell’universi-
tà in cui studiava, a Guayaquil.
La realtà che porta avanti è una
ong con sede a Quito, che dal 2019 si
occupa della formazione professiona-
le di persone con disabilità, uomini e
donne che hanno perso un arto per
incidenti, malattie, proiettili vaganti,
incoraggiandoli nella loro ricerca di
auto-imprenditorialità. I progetti
vanno dall’acquisto di protesi per le
fasce a basso reddito all’inclusione so-
ciale. Le discipline sono svariate, dan-
za, teatro, musica, sport e in particola-
re — dall’ottobre 2023, grazie anche
alla solidarietà internazionale — il cal-
cio. In campo «la cosa più difficile è
lasciarsi andare e non pensare alla
paura di cadere, di perdere le stam-
pelle, di colpire il moncone» del brac-
cio o della gamba, racconta Armijos,
ma «quando si gioca, ci si dimentica
di tutto: si cade e ci si rialza». (giada
aquilino)
L’OSSERVATORE ROMANO
povertà. L’altro giorno è venuta una
coppia di sessantenni — racconta —
che mi parlava delle loro difficoltà a
pagare la rata del mutuo a causa dei
tassi di interessi troppo alti. Possiamo
incontrare anche giovani adottati, per
esempio, che hanno fatto fatica a in-
serirsi nella famiglia adottiva e, anco-
ra di più, giovani per i quali, alla mor-
te dei genitori la cui pensione permet-
teva loro di andare avanti, diventa più
L’apostolato di suor Aurélie Allouchéry a Troyes, al fianco dei malati
di JEAN-CHARLES PUTZOLU
S
uor Aurélie Allouchéry, della
congregazione di Nostra Si-
gnora del Buon Soccorso di
Troyes, ci conduce alla scoperta della
sua vocazione. Pensava di essere de-
stinata a una vita familiare, con figli,
e a una carriera professionale nell’in-
segnamento. Illustra il percorso che
l’ha portata prima alla vita religiosa,
poi all’accompagnamento dei mala-
ti.
Suor Aurélie Allouchéry, lei è una suora di
Nostra Signora del Buon Soccorso, una con-
gregazione che descrive la sua missione in tre
parole: compassione, guarigione e liberazione.
Si è impegnata 20 anni fa, come si è avvici-
nata alla vita consacrata?
In realtà ho frequentato la Chiesa
fin dall’infanzia. I miei genitori mi
hanno sempre incoraggiato ad anda-
re a messa la domenica, mia madre in-
segnava catechismo e io facevo parte
di un’associazione benefica. All’età
di 25 anni, dopo una giovinezza ben
vissuta, si è posta la questione. Quale
era la chiamata? Che cosa mi avrebbe
reso felice? Così ho partecipato a un
anno di discernimento proposto dal-
la diocesi di Reims. Si è concluso con
sposta mi è apparsa chiara: provavo
davvero il desiderio di donare la mia
vita a Cristo, l’intera mia vita, tutto
ciò che sono, tutto il mio essere.
Papa Francesco dice spesso che la Chiesa de-
ve funzionare per attrazione. Si è sentita at-
tratta da Dio?
Sì, mi sono sentita attratta da Dio.
Avevo però molti pregiudizi rispetto
alla vita religiosa e alle religiose che
incontravo e che trovavo piuttosto
antiquate, non molto alla moda, in-
somma non molto attraenti. È anche
vero che, mentre partecipavo a quel
ritiro, non avevo assolutamente idea
della scelta di vita che avrei fatto.
Ero piuttosto orientata al matrimo-
nio, con una vita coniugale e dei fi-
gli, tanti figli. Ma alla fine, no. Ho
scelto la vita religiosa. È stata questa
chiamata di Dio, questo amore mol-
to forte per me provato durante quel
ritiro, ad attirarmi a Lui e a farmi ri-
nunciare a quella vita che avevo im-
maginato fosse la mia.
Dice di aver “rinunciato” a quella vita che
aveva immaginato. La sua fedeltà a Cristo
comporta sacrifici?
complicato sbarcare il lunario», os-
serva ancora padre Sirica. «E poi ci
sono i tanti migranti che, finiti i pro-
getti dello Stato, si trovano per stra-
da».
Riflettendo sull’enormità dei
casi di violenza di cui le donne
sono vittima, il religioso vincen-
ziano insiste che c’è patologia e
che «queste persone vanno con-
dannate ed allontanate. La vio-
lenza esercitata dall’uomo crea
una sudditanza psicologica. Bi-
sogna denunciare un amore op-
pressivo che non è amore. Mi è
capitato di vedere donne che
hanno lasciato la struttura — ag-
giunge — perché divorate dai
sensi di colpa».
Di necessità di accompagna-
mento parla Serena Anastasia,
che lavora come operatrice alla
Locanda del Samaritano da quattro
anni. Racconta di come cerca, insieme
agli altri operatori e volontari, di ascol-
tare «a 360 gradi» i bisogni di chi si ri-
volge a loro per un aiuto. «Le storie
che abbiamo ascoltato sono tante. Una
Una vita radicata in Cristo
Non posso dire che comporti sa-
crifici perché mi sento appagata da
questa vita donata, offerta, e dalle
grazie che ricevo in cambio. Ovvia-
mente non voglio edulcorare le cose,
ma in realtà una vita di fedeltà a
Dio, a Cristo, è davvero una vita pie-
na. Non posso dire diversamente.
Non mi sembra di fare sacrifici. Det-
to questo, come in ogni vita, ci sono
rinunce da fare. Non si può vivere
tutto, non si può fare tutto e non si
può scegliere tutto. Fare una scelta
significa necessariamente rinuncia-
re.
La vita religiosa è bella perché è varia. Ci so-
no molte comunità con carismi diversi. Come
ha scelto Nostra Signora del Buon Soccorso?
È stato davvero un incontro ina-
spettato. Venivo dall’insegnamento e
questa congregazione, orientata alla
cura, non era esattamente adatta a
me. E in effetti, incontrando le suore,
ascoltandole mentre raccontavano
davvero la loro missione, ad attrarmi
è stata la vicinanza che vivevano con
i malati a casa, nelle famiglie, il sol-
lievo delle membra sofferenti di Cri-
sto.
Cosa direbbe oggi ai giovani o alle giovani
che s’interrogano su una scelta di vita e che
sono forse alla ricerca di spiritualità, di una
vita particolare. Quali indicazioni potrebbe
dare loro?
È molto difficile dare consigli, in-
dicazioni, perché ognuno segue il
proprio cammino. Mi piace quella
frase del Vangelo che dice: «Venite e
vedrete». Incontrate le persone,
ascoltate, osservate, percepirete le
cose. Penso che sia davvero una vita
ragazza venne da noi per problemi pre-
sunti con la religione, poi abbiamo sco-
perto che il problema era la relazione
con il fidanzato», dice. Si pensava che
la donna si potesse riscattare da «un
rapporto tossico» ma non è stato così.
Grazie al supporto dei vincenziani
era riuscita a trovare una occupazio-
ne. Un giorno la videro piena di livi-
di. Il datore di lavoro se n’è accorto.
«Lei così decise di tornare da noi e co-
minciò un percorso legale ma il fidan-
zato si fece di nuovo presente e lei lo
seguì tornando tra le grinfie di que-
st’uomo. Una storia che purtroppo
racconta la storia di tante altre don-
ne», lamenta.
radicata in Cristo, un desiderio pro-
fondo di vivere la sua sequela e una
vita d’impegno.
Oggi, nella sua scelta di vita, nella vita spi-
rituale e religiosa, si sente pienamente realiz-
zata?
Sì, e lo penso davvero. Si cerca
sempre attraverso quei fondamenti
della vita religiosa che sono la vita
comunitaria, la vita di preghiera e la
vita apostolica, i tre pilastri fondanti,
di unificare ciò che si è, la propria
personalità e anche di potersi realiz-
zare, ma restando aperti agli altri. È
una vita di dono e dal momento in
cui ci si dona, penso che ci si realiz-
zi.
Suor Aurélie, la sua vocazione era fin dall'i-
nizio quella di stare al capezzale degli am-
malati?
No, non mi attirava per niente.
Venivo dall’insegnamento e pensavo
piuttosto di restare nel mondo dell’e-
ducazione specializzata nell’accom-
pagnamento dei bambini. Ma il fatto
di incontrare le suore di Nostra Si-
gnora del Buon Soccorso di Troyes
mi ha davvero fatto cambiare pro-
spettiva. Ero sicura che era proprio
@oss_romano - LA DOMANDA DEL
Venerdì 8 marzo - Mc 12, 28-34
Amare Dio e il prossimo. L’essenza di tutto. Vogliamo tenerci stretti
sull’essenzialità di questo amore o fare soltanto «gli olocausti e i
sacrifici» e cadere in una semplice religione?
pagina 5
Un giorno arrivarono una madre
e una figlia in stato di completo ab-
bandono, racconta ancora Serena. Il
suo gesto, in quella circostanza, fu
prendere letteralmente tra le proprie
braccia il corpo di queste donne e
pulirlo. «Un gesto concreto di soli-
darietà, di cura, che ancora mi com-
muove». Serena chiosa con una pa-
rola sul patriarcato: «Mi fa molta
paura. Non esiste un potere assolu-
to dell’uomo sulla donna. Non esi-
ste un livello più alto o più basso.
Esiste semplicemente l’amore verso
il prossimo. Dobbiamo rispettarci
l’un l’altro in quanto esseri uma-
ni».
così che avrei dato il meglio di me.
L’intenzione di preghiera del Papa di questo
mese è per i malati terminali. Che cosa com-
porta l’accompagnamento di queste persone?
Lei, che cosa dona? E che cosa riceve?
Personalmente ritengo che ad abi-
tare in me sia davvero la figura del
Cristo compassionevole. Ogni volta
che mi reco al capezzale dei malati,
quella che faccio è davvero un’invo-
cazione allo Spirito perché passi at-
traverso di me, per essere quella Pre-
senza. Quindi, come assistente sani-
taria, è una presenza che si concre-
tizza in semplici gesti di cura. Il fat-
to di essere abitata, di invocare lo
Spirito, mi permette di essere total-
mente presente e di lasciar passare il
Signore attraverso i miei gesti. Per
quanto riguarda l’accompagnamen-
to del fine vita, direi che è identico
all’accompagnamento di una perso-
na malata, che è appena venuta a co-
noscenza di una diagnosi grave.
L’accompagnamento richiede dav-
vero una presenza totale e un grande
ascolto.
Le suore di Nostra Signora del Buon Soccor-
so sono in qualche modo l’espressione della
tenerezza di Maria verso suo Figlio, la tene-
rezza di una madre. Come si esprime questa
tenerezza nella sua missione?
Se sono giunta all’apostolato di
assistente sanitaria è proprio per par-
lare attraverso i miei gesti ed essere
quella tenerezza che viene per conso-
lare, che viene per dare sollievo, e
che a volte guarisce. Non necessaria-
mente nel senso in cui lo si intende,
ma che fa bene. La missione delle
suore di Nostra Signora del Buon
Soccorso è veramente quella di acco-
gliere il corpo tra le loro braccia e of-
frirgli tutte le cure di cui ha bisogno
per ritrovare una dignità e onorare
quel tempio che è il nostro corpo.
#sistersproject
VANGELO
A.M.
pagina 6
L’annuale Colletta per la Terra Santa
Lettera del Dicastero per le Chiese Orientali ai vescovi di tutto il mondo
Un appello ad aiutare chi piange
e chi muore per la follia della guerra
«Grazie a nome di chi piange e di chi muore per
la follia della guerra. Grazie soprattutto a nome
di chi ha perso i suoi bambini o li vede orribil-
mente mutilati. Aiutateci ad aiutarli!». Lo scri-
vono il cardinale Claudio Gugerotti e padre
Michel Jalakh — dell’ordine antoniano maroni-
ta, proprio oggi nominato arcivescovo —, rispet-
tivamente prefetto e segretario del Dicastero per
le Chiese orientali, nella lettera inviata ai vesco-
vi di tutto il mondo in occasione dell’annuale
colletta del Venerdì santo per la Terra Santa.
Eccone il testo.
«E ora i nostri piedi si fermano alle tue
porte, Gerusalemme». Come avremmo
voluto che le parole del salmo 122 fosse-
ro la descrizione di ciò che accade ai
nostri giorni! E invece tanti pellegrini
restano lontani dalla città dei loro so-
gni, mentre gli abitanti della Terra San-
ta continuano a soffrire e a morire. In
tutto il mondo risuona il rombo delle
armi portatrici di morte. E non si vede
tregua, anche se Dio ci ha assicurato
che «Ogni calzatura di soldato nella
mischia e ogni mantello macchiato di
sangue sarà bruciato, sarà esca del fuo-
co». Questa è la profezia di Isaia (9, 4).
Abbiamo visto e vediamo uomini in ar-
mi spargere sangue e uccidere la vita
stessa. Eppure nel versetto successivo
Isaia annunciava che «un bimbo ci è
Attività della Custodia francescana
Prima la pandemia da Covid-19, poi il
conflitto che coinvolge Palestina e
Israele, «con la Striscia di Gaza in mo-
do particolare», ma con conseguenze
«in tutta la West Bank e Gerusalem-
me». Senza dimenticare quelle sui pel-
legrinaggi in tutta la regione mediorien-
tale. Fattori che hanno influito sulla si-
tuazione socio-economica dell’area, co-
me evidenzia il Rapporto sommario
2022/2023 della Custodia francescana
di Terra Santa.
Purtroppo il conflitto, si legge nel
Rapporto, ha portato «all’improvvisa
cancellazione di tutti i pellegrinaggi in
corso e in programma, alla chiusura di
tutti i checkpoint con impossibilità per i
lavoratori della West Bank di entrare a
Gerusalemme». E alla difficoltà per tut-
ti «di vivere e muoversi in sicurezza sul-
l’intero territorio». Tuttavia, la Custo-
dia non ha mai interrotto il sostegno alla
popolazione continuando la missione
che le è stata affidata «sapendo che la
Divina Provvidenza, che qui ci ha volu-
ti, non cessa di prendersi cura di noi».
In tale difficile contesto, sono state por-
tate avanti delle opere a favore della co-
munità locale.
Tra le altre, la Custodia elenca quelle
realizzate dall’associazione Pro Terra
Sancta, una rete che promuove e realiz-
za progetti di conservazione e valorizza-
zione del patrimonio culturale e natura-
le, ma anche di sostegno e di aiuto nelle
emergenze umanitarie. In una zona, ca-
ratterizzata da una situazione partico-
larmente difficile, come la Striscia, essa
ha aiutato la parrocchia latina di Gaza
City offrendo supporto per le attività
parrocchiali e le necessità della comuni-
tà.
Infatti, con lo scoppio della guerra,
gli aiuti economici sono cresciuti per so-
stenere i bisogni essenziali della popo-
lazione stremata dai bombardamenti.
In particolare, le circa 600 persone sfol-
late all’interno dei locali della parroc-
chia. Come sono stati aiutati 33 bambini
affetti da epidermolisi bollosa, che vivo-
no nella Striscia. La Caritas e la parroc-
L’OSSERVATORE ROMANO
stato donato... il Principe della pace».
Per noi Cristiani quel bimbo è Gesù, il
Cristo, il Dio fatto uomo, il Dio con
noi.
Papa Francesco non ha mai cessato
di manifestare la propria vicinanza a
tutti coloro che sono stati coinvolti nel
conflitto in Terra Santa e di gridare,
agli uomini e alle donne di buona vo-
lontà, la propria esortazione a operare
per la pace e a rispettare la sacralità di
ogni persona umana. Anche di recente
così si è espresso: «Sono vicino a tutti
coloro che soffrono, Palestinesi e Israe-
liani. Li abbraccio in questo momento
buio. E prego tanto per loro. Le armi si
fermino, non porteranno mai la pace, e
il conflitto non si allarghi! Basta! Basta,
fratelli, basta!» (Angelus, 12 novembre
2023).
Il pellegrinaggio a Gerusalemme ha
una storia antica quanto il cristianesi-
mo, e non solo per i Cattolici. Questo è
reso ancora oggi possibile dall’opera
generosa dei Francescani della Custo-
dia di Terra Santa e dalle Chiese Orien-
tali ivi presenti. Essi mantengono e ani-
mano i santuari, segni della memoria
dei passi e delle azioni di Gesù, testi-
moni materiali di un Dio che assunse la
materia per salvare noi, fango animato
dal soffio dello Spirito. Per la loro de-
chia latina portano avanti il progetto di
assistenza medica a questi bambini, ga-
rantendo le cure di base e l’assistenza
domiciliare.
A Gerusalemme sono stati erogati dei
fondi a favore della parrocchia latina
della Città Vecchia, Gerusalemme Est, e
della parrocchia latina di Betlemme.
Circa 50 famiglie povere in situazione di
difficoltà socio-economica hanno avuto
il sostegno per il pagamento delle spese
di affitto, per interventi medici e medi-
cine e altro, con speciale attenzione ai
familiari in emergenza sociale con a ca-
rico anziani e disabili non autosufficien-
ti. Altro sostegno è stato dato alla Casa
Notre-Dame des Douleurs (Abu Dis,
Gerusalemme Est), gestita dalla congre-
gazione delle figlie della Madonna Ad-
dolorata. La struttura accoglie circa 40
persone ai margini della società, fornen-
do servizi, pasti ed attività ricreative. La
maggior parte degli ospiti è palestinese,
tuttavia, sono presenti anche ospiti di
nazionalità siriana, libanese o etiope.
Un altro progetto finanziato ha inte-
ressato il Centro comunitario africano
di Gerusalemme: una struttura di sup-
porto e di comunità per circa 3.000 ri-
chiedenti asilo provenienti da Eritrea,
Sudan ed Etiopia, tra cui molte famiglie
con bambini, che si trovano a Gerusa-
lemme.
A Betlemme, Pro Terra Sancta ha im-
plementato un centro di ascolto e di
orientamento al lavoro per fornire assi-
stenza medica e sociale alla popolazio-
ne più vulnerabile dell’area. Nel perio-
do interessato, 444 persone si sono ri-
volte al centro di ascolto. Duecentocin-
quanta persone hanno beneficiato di
sostegno per assistenza medica o socia-
le. Venticinque giovani hanno parteci-
pato alla formazione professionale e 27
sono stati sostenuti attraverso il pro-
gramma di orientamento al lavoro, in
collaborazione con 15 istituzioni e pic-
cole medie imprese. Pro Terra Sancta ha
fornito anche aiuto per l’emergenza ac-
qua e per le case, attraverso il centro di
ascolto, dove sono state accolte le ri-
dizione in quei luoghi si continua a
pregare incessantemente per il mondo
intero.
Fin dalle sue origini la Chiesa ha
coltivato ininterrottamente e con pas-
sione la solidarietà con la Chiesa di Ge-
rusalemme. In epoca tardo-medievale
e moderna, più volte i Sommi Pontefici
intervennero per promuovere e regola-
mentare la colletta a favore del Luoghi
Santi. L’ultima volta fu riformata dal
santo Papa Paolo VI nel 1974 attraverso
l'Esortazione Apostolica Nobis in Animo.
Anche Papa Francesco ha spesso sotto-
lineato l’importanza di questo gesto ec-
clesiale.
Cari fratelli e sorelle, non si tratta di
una pia tradizione per pochi. Ovunque
nella Chiesa Cattolica si fa obbligo ai
fedeli di offrire il loro aiuto nella cosid-
detta Colletta Pontificia per la Terra Santa
che si raccoglie il Venerdì Santo o, per
alcune aree, in un altro giorno dell’an-
no. Lo faremo anche quest’anno, spe-
rando in una vostra particolare genero-
sità.
E sapete perché? Perché, oltre alla
custodia dei Luoghi Santi che hanno
visto Gesù, ci sono, ancora viventi e
operanti pur fra mille tragedie e diffi-
coltà spesso causate dall’egoismo dei
grandi della terra, i cristiani della Terra
chieste per interventi di riabilitazione di
abitazioni danneggiate e insalubri e in-
stallazione di serbatoi d’acqua e pannel-
li solari. Oltre alla carità, è stato offerto
sostegno anche alle iniziative educative,
come i fondi per l’istruzione a distanza
di alcuni bambini che frequentano le
scuole di Terra Santa. Inoltre sono state
supportate alcune famiglie per il paga-
mento delle rette scolastiche o universi-
tarie. A Betlemme è attivo anche un em-
porio equo e solidale che conta una rete
di oltre 30 fornitori che sono principal-
mente organizzazioni che garantiscono
un lavoro a donne vulnerabili o persone
con disabilità.
Altri progetti di carità, culturali ed
nell’ambito dell’educazione, sono stati
realizzati a Rodi, in Giordania, in Siria,
in Libano, in Egitto e in Italia. Senza di-
menticare, le opere promosse a favore
dei pellegrini che giungono in Terra
Santa. In particolare, il restauro e la
messa in sicurezza o l’ampliamento dei
locali di alcuni santuari, case di acco-
glienza, conventi e musei.
Nel periodo interessato dal Rappor-
to, la Custodia non ha mai fatto manca-
re gli stipendi mensili ai circa 1.044 im-
piegati in Israele (69%) e Palestina
(31%) divisi tra 14 scuole (63% del nu-
mero totale degli impiegati), 4 Case No-
ve, le strutture per pellegrini (10% del
numero degli impiegati), 80 santuari, 25
parrocchie e altre attività. La Custodia
precisa che durante la pandemia i di-
pendenti con residenza in Israele hanno
potuto beneficiare di una forma di cassa
integrazione (halat) fino all’ottobre
2021, mentre quelli della Palestina erano
totalmente privi di assistenza. Perciò la
Custodia ha scelto di continuare a paga-
re la metà dello stipendio degli impiega-
ti dei territori palestinesi rimasti a casa e
ovviamente il 100% di quelli che poteva-
no venire al lavoro, ha cercato anche di
far lavorare nei conventi e nelle opere di
restauro soprattutto cristiani palestinesi
provenienti dalla West Bank per garan-
tire un sostentamento alle loro fami-
glie.
Santa. Molti nella storia sono morti
martiri per non veder recise le radici
della loro antichissima cristianità. Le
loro Chiese sono parte integrante della
storia e della cultura d’O riente.
Ma oggi molti di loro non ce la fan-
no più e abbandonano i luoghi dove i
loro padri e le loro madri hanno prega-
to e testimoniato il Vangelo. Lasciano
tutto e fuggono perché non vedono
speranza. E lupi rapaci si dividono le
loro spoglie.
I cristiani di Iraq, Siria, Libano e di
tante altre terre si rivolgono a noi e ci
chiedono: «Aiutateci a diffondere an-
cora in Oriente il buon profumo di Cri-
sto» (2 Cor 2, 15).
Io mi rivolgo a voi perché il loro gri-
do non resti inascoltato e il Santo Padre
possa sostenere le Chiese locali a trova-
re nuove vie, occasioni di abitazione, di
Per mantenere un legame
con i cristiani del Medio Oriente
Iniziativa voluta dai Pontefici
La “Colletta per la Terra Santa” nasce
dalla volontà dei Pontefici di mante-
nere forte il legame tra tutti i Cristiani
del mondo e i Luoghi Santi. È la fon-
te principale per il sostentamento del-
la vita che si svolge intorno ai Luoghi
Santi e lo strumento che la Chiesa si è
data per mettersi a fianco delle comu-
nità ecclesiali del Medio Oriente. Nei
tempi più recenti, Papa Paolo VI, at-
traverso l’Esortazione apostolica No-
bis in Animo (25 marzo 1974), diede una
spinta decisiva in favore della Terra
Santa, da Lui visitata nello storico
pellegrinaggio del 1964.
La Custodia Francescana attraver-
so la Colletta può sostenere e portare
avanti l’importante missione a cui è
chiamata: custodire i Luoghi Santi, le
pietre della memoria, e favorire la
presenza cristiana, le pietre vive di
Terra Santa, attraverso tante attività
di solidarietà, come ad esempio il
mantenimento delle strutture pasto-
rali, educative, assistenziali, sanitarie
e sociali.
I territori che beneficiano sotto di-
verse forme di un sostegno prove-
niente dalla Colletta sono: Gerusa-
lemme, Palestina, Israele, Giordania,
Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia,
Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.
Di norma, la Custodia di Terra
Santa riceve il 65% della Colletta,
mentre il restante 35% va al Dicastero
per le Chiese Orientali, che lo utilizza
per la formazione dei candidati al sa-
cerdozio, il sostentamento del clero,
l’attività scolastica, la formazione cul-
turale e i sussidi alle diverse circoscri-
zioni ecclesiastiche in Medio Orien-
te.
Nel 2023 per la Colletta di Terra
Santa il Dicastero ha ricevuto
6.571.893,96 € per la formazione ac-
cademica, spirituale e umana dei se-
minaristi e sacerdoti delle Chiese po-
ste sotto la propria giurisdizione.
Grazie alla Colletta si è provvedu-
to a devolvere contributi (2.376.167,17
€) ai seminari, alle case di formazione
religiosa e istituzioni culturali nei ter-
ritori di competenza, sostenendo sot-
to varie forme (borse di studio, tasse
universitarie e ogni altra necessità sa-
nitaria) anche a Roma, giovani semi-
naristi e sacerdoti, religiosi e religiose
venerdì 8 marzo 2024
lavoro, di formazione scolastica e pro-
fessionale, perché rimangano e non si
perdano nel mondo sconosciuto di un
Occidente, così diverso dal loro sentire
e dal loro modo di testimoniare la fede.
Se partiranno, se a Gerusalemme e in
Palestina lasceranno i loro piccoli com-
merci destinati ai pellegrini che non vi
si recano più, l’Oriente perderà parte
della sua anima, forse per sempre.
Fate che sentano il cuore solidale
della Chiesa!
Alle Chiese locali, ai Francescani, ai
tanti volontari della carità, veri figli
della pace, testimoni del Principe della
pace, esprimo il grazie di Papa France-
e, compatibilmente con i fondi dispo-
nibili, alcuni laici. Il collegio aperto
sei anni fa per ospitare le religiose che
provengono da diversi Paesi orientali,
accoglie quest’anno 28 consacrate, su
un totale di 230 studenti, che benefi-
ciano della borsa di studio, ospiti in
tutti i sette collegi di competenza del
D icastero.
Non va dimenticato il contributo
(un milione di euro) al sostentamento
del Pontificio Istituto Orientale, isti-
tuzione accademica superiore con
due facoltà, Scienze ecclesiastiche
orientali e Diritto canonico orientale,
di cui è Gran cancelliere il prefetto,
come pure il sostegno al Comitato
per la Collaborazione Culturale che
sviluppa la sua attività in ambito ecu-
menico.
Riguardo ai sussidi per l’attività
scolastica (2.246.597,72 €), sono so-
stenuti dai proventi della Colletta la
diocesi patriarcale di Gerusalemme
dei Latini, la Custodia francescana,
oltre alle altre Chiese e gli Istituti reli-
giosi sono impegnati per la formazio-
ne scolastica dei giovani della Terra
Santa, e insieme al Segretariato di So-
lidarietà.
Una tra le prestigiose fondazioni
che assicura la formazione accademi-
ca è la Bethlehem University. Quasi
3.300 giovani, musulmani e cristiani,
vengono formati intellettualmente e
umanamente con la speranza di im-
pegnarsi nella costruzione di un Pae-
se dove regni rispetto reciproco e do-
ve sia preservata la dignità umana. È
apprezzabile l’impegno dei Fratelli
de La Salle nella conduzione dell’U-
niversità.
Infine per quanto riguarda i sussi-
di ordinari (1.260.615,08 €) e straor-
dinari (107.613,24 €), attinti dalla
Colletta di Terra Santa, il Dicastero
sostiene le Chiese poste sotto la sua
competenza, contribuendo alla vita
quotidiana di tutte le Circoscrizioni.
Dopo il terremoto del 6 febbraio del-
l’anno scorso — che ha colpito dura-
mente le regioni nordoccidentali del-
la Siria, con edifici crollati ad Aleppo,
Lattakia ed Idlib, come anche le re-
gioni meridionale e centrale della
Turchia — la Siria e Turchia si stanno
riprendendo. La Conferenza episco-
venerdì 8 marzo 2024
sco, come pure a tutti voi, per la vostra
preghiera e il vostro contributo per la
Terra Santa e per tutti coloro che vi abi-
tano.
Il Signore vi benedica e vi ricom-
pensi. Grazie anche a ciascuno dei Ve-
scovi che terranno a cuore questa santa
iniziativa.
Grazie a nome di chi piange e di chi
muore per la follia della guerra. Grazie
soprattutto a nome di chi ha perso i
suoi bambini o li vede orribilmente
mutilati. Aiutateci ad aiutarli!
Il Signore vi benedica di una larga
benedizione e consolazione.
Mercoledì delle Ceneri 2024
pale in collaborazione con la Caritas
Turchia ha già avviato alcuni progetti
con i contributi ricevuti da vari bene-
fattori, specialmente per la ricostru-
zione delle abitazioni, restauri delle
chiese e case religiose.
In Siria la situazione è molto più
grave, vista la condizione precaria in
cui versava il Paese già prima del ter-
remoto. Il Dicastero, in collaborazio-
ne con la nunziatura apostolica in Si-
ria, ha fatto un appello per sostenere
la popolazione colpita dal terremoto.
Il Comitato di Emergenza della Chie-
sa in Siria ha preparato un progetto a
sostegno delle famiglie in difficoltà
per affrontare l’inverno nel miglior
modo possibile. Le regioni che ne be-
neficeranno sono quelle di Aleppo e
Lattakia. I beneficiari totali del pro-
getto sono circa 7.000 persone e il
budget totale è di un milione di US$
per una durata di 9-12 mesi. Il Dica-
stero, su richiesta del rappresentante
pontificio in Siria, ha finora trasferito
seicentomila US$ a questo scopo.
Lo scoppio della guerra in Gaza,
dopo gli avvenimenti del 7 ottobre
scorso, ha paralizzato la Terra Santa.
La mancanza di pellegrini e turisti ha
messo in difficoltà migliaia di fami-
glie. Il Dicastero sta seguendo lo svi-
luppo della situazione, dimostrando
la propria vicinanza attraverso la de-
legazione apostolica a Gerusalemme,
il Patriarcato Latino e la Custodia di
Terra Santa. Il Santo Padre ha l’inten-
zione di realizzare un progetto con fi-
nalità umanitarie in Gaza o Cisgior-
dania che possa aiutare la popolazio-
ne a riprendere una vita più dignitosa
e che possa creare opportunità di la-
voro, a guerra finita. Questo progetto
potrebbe essere realizzato con le of-
ferte dei fedeli di tutto il mondo che
partecipano alla Colletta per la Terra
Santa.
L’OSSERVATORE ROMANO
Alla presenza del Papa il cardinale Cantalamessa tiene la terza predica di Quaresima
Poveri malati che guariscono gli altri
Uno dei fenomeni più evidenti del-
la «nostra società è la massificazio-
ne». Stampa, televisione, internet,
si chiamano «mezzi di comunica-
zione di massa, mass-media, non
solo perché informano le masse,
ma anche perché le formano, mas-
sificano». Così il cardinale cappuc-
cino Raniero Cantalamessa, duran-
te la terza predica di Quaresima,
tenuta stamattina, venerdì 8 marzo,
nell’Aula Paolo VI, alla presenza di
Papa Francesco. Proseguendo nelle
riflessioni sull’affermazione di Cri-
sto nel Vangelo di Giovanni: “Io
Sono”, il predicatore della Casa
Pontificia si è soffermato nella cir-
costanza su “Io sono il Buon Pasto-
re”.
E in proposito ha evidenziato
come senza accorgersene, «ci si la-
scia guidare supinamente da ogni
sorta di manipolazione e di persua-
sione occulta». Basti pensare a
quei «modelli di benessere e di
comportamento, ideali e obbiettivi
di progresso» che appena vengono
proposti «la gente li adotta». Si va
dietro, ha osservato, «timorosi di
perdere il passo, condizionati e pla-
giati dalla pubblicità». In effetti, si
mangia quello che «ci dicono, ve-
stiamo come impone la moda, par-
liamo come sentiamo parlare».
Inoltre, ha aggiunto, «ci divertia-
mo quando si vede scorrere un fil-
mato a passo accelerato, con le per-
sone che si muovono a scatti, rapi-
damente, come marionette; ma è
l’immagine che avremmo di noi
stessi se ci guardassimo con occhio
meno superficiale», ha commenta-
to il porporato.
In tale contesto, ecco l’immagine
del buon pastore, a cui sono con-
nesse le immagini «di pecora e di
gregge». Facendo notare come
l’uomo d’oggi rifiuti «sdegnosa-
mente il ruolo di pecora e l’idea di
gregge», il predicatore ha rimarca-
to come però questi non si accorga
che nella realtà egli vive «la situa-
zione che condanna nella teoria».
Per capire in che senso Gesù si
proclama il buon pastore e «chia-
ma noi le sue pecore, bisogna rifar-
si alla storia biblica», ha ricordato
Cantalamessa. Israele fu, all’inizio
«un popolo di pastori nomadi». I
beduini del deserto «ci danno oggi
un’idea di quella che fu un tempo
la vita delle tribù d’Israele». In
questa società, «si sviluppa un rap-
porto quasi personale tra il pastore
e il gregge». Questo spiega come
mai, «per esprimere il suo rapporto
con l’umanità, Dio si è servito di
questa immagine, oggi divenuta
ambigua».
Con il passaggio dal nomadismo
a alla condizione di popolo stan-
ziale, ha osservato il cardinale, «il
titolo di pastore viene dato, per
estensione, anche a quelli che fan-
no le veci di Dio in terra: i re, i sa-
cerdoti, i capi in genere». Però in
tal caso il simbolo si scinde: «non
evoca più solo immagini di prote-
zione, di sicurezza, ma anche quel-
le di sfruttamento e di oppressio-
ne». Accanto all’immagine del
buon pastore, «fa la sua comparsa
quella del cattivo pastore».
D’altra parte, ha fatto notare il
cappuccino, l’immagine di Cristo
Buon Pastore ha un posto privile-
giato nell’arte e nelle iscrizioni pa-
leocristiane. Egli «è presentato, se-
condo il modulo classico, nello
splendore della giovinezza». L’im-
magine giovannea «è ormai fusa
per sempre con quella sinottica del
pastore che va in cerca della peco-
rella smarrita (Lc 15, 4-7)».
Il contesto del brano sul buon
pastore è lo stesso dei due capitoli
precedenti, ha ricordato il porpora-
to, e cioè la discussione con “i giu-
dei” che ha luogo a Gerusalemme,
pagina 7
in occasione della festa delle Ca-
panne. Ma in Giovanni si sa che il
contesto «conta relativamente, per-
ché, diversamente dai Sinottici,
egli non è preoccupato di darci un
resoconto storico e coerente della
vita di Gesù, che sembra dare per
conosciuto», ma un «insieme di
“segni” e di insegnamenti del Mae-
stro». Questi tuttavia non appaio-
no «mai fuori del tempo e dello
spazio, come avviene nei libri di
teologia», ma anch’essi situati «in
luoghi e tempi precisi, a volte più
precisi degli stessi Sinottici, che
conferiscono ad essi un valore “sto-
rico” nel senso più profondo del
termine».
Il discorso di Gesù, ha spiegato
Cantalamessa, ha due attori: il pa- dall’infanzia alla morte». Gesù ha seconda che si tratti di pericoli og-
store e il gregge, cioè, al singolare dato un nome alle principali paure gettivi e reali, o immaginari, si par-
ogni singola pecorella. Ha poi ri- degli adulti: paura del domani, la di paure giustificate e ingiustifi-
cordato che lo psicologo Carlo Gu- paura del mondo e dei potenti, co- cate. Nonostante ciò la cosa più
stavo Jung definiva lo psichiatra: A me di «coloro che uccidono il cor- consolante che il Vangelo ha da di-
wounded healer: un guaritore malato. po (Mt 10, 28)». Ma su ognuna di re sull’argomento è che Gesù «ha
Il senso della sua teoria era che bi- queste «ha pronunciato il suo: preso su di sé le nostre paure». Do-
sogna conoscere «le proprie ferite “Nolite timere!”». Questa non è po avere, in mille modi, esortato i
psicologiche per curare quelle degli una parola «vuota e impotente; è suoi discepoli a «non temere, egli
altri e che conoscere le ferite degli una parola efficace, quasi sacra- ha fatto qualcosa d’altro». Mai si
altri aiuta a curare le proprie». mentale». Come tutte le parole di era sentito dire, nella Bibbia, che
L’intuizione dello psicanalista, ha Gesù, «opera ciò che significa»; «il pastore buono dà la vita per le
detto il cardinale, vale anche per le non è come il semplice: «Fatti co- sue pecorelle, che le conosce, le
ferite spirituali. Il pastore della raggio!». guida, le cura, le difende: questo sì;
Chiesa è anche lui un wounded healer, Il porporato ha chiesto cosa sia ma non che dà la vita per esse». E
un malato che deve aiutare gli altri la paura, esortando a mettere «da Gesù ha promesso «di farlo e lo ha
a guarire. parte l’angoscia esistenziale di cui fatto».
Il predicatore ha quindi accen- disquisiscono i filosofi da un secolo Tuttavia «non sempre è in nostro
nato alla malattia principale per la e mezzo a questa parte». L’oggetto potere liberarci dalla paura e dal-
quale ci si deve curare, per curare sono invece le paure comuni e fa- l’angoscia». In compenso, ha assi-
gli altri. Da qui, l’interrogativo su miliari. In questo senso, «la paura curato il predicatore, «è in nostro
quale sia la cosa che, da un capo al- è la reazione a una minaccia al no- potere liberare qualcun altro, o aiu-
l’altro della Bibbia, viene inculcata stro essere, la risposta a un pericolo tarlo a liberarsi, da esse». Da qui,
alle pecore nei confronti di Dio-Pa- vero o presunto: dal pericolo più l’invito a cercare di recare conforto
store, cioè il «non avere paura». Si grande di tutti che è quello della a qualcuno per sentirsi dire nel
parla, ha evidenziato il cardinale, morte, ai pericoli particolari che cuore: «L’avete fatto a me! (Mt 25,
di questo “male oscuro” della pau- minacciano la tranquillità, la inco- 40)». Per questo, ha concluso,
ra che ha «tanto potere di rubare lumità fisica, o il nostro mondo af- «dobbiamo essere anche noi, pa-
agli uomini e alle donne la gioia di fettivo». La paura è allora «una stori o semplici credenti, altrettanti
vivere». Essa è «la nostra condizio- manifestazione del nostro istinto wounded healers, poveri malati che
ne esistenziale» e «ci accompagna fondamentale di conservazione». A guariscono gli altri».
Il cardinale Parolin a Fossanova per i 750 anni della morte di san Tommaso d’Aquino
Paglia che porta il grano della Parola
La straordinaria eredità filosofica e teologica, spiritua-
le e pastorale lasciata da san Tommaso d’Aquino è per
la Chiesa e l’umanità «una grande grazia del Signore».
Lo ha sottolineato il cardinale Pietro Parolin, segreta-
rio di Stato, presiedendo nel pomeriggio di giovedì 7
marzo a Fossanova la messa per il 750° anniversario
della morte del Doctor angelicus. Hanno concelebrato il
vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Mariano
Crociata, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson,
Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze
Sociali — che ha patrocinato un Laboratorio su «l’on-
tologia sociale e il diritto naturale dell’Aquinate» —
presuli e padri domenicani, alla presenza di numerose
autorità civili e militari e della comunità diocesana.
All’omelia il porporato ha rimarcato l’importante
lascito di Tommaso nel tempo attuale in cui tutti «sia- l’Aquinate sia stato un grande teologo speculativo,
mo chiamati a essere, anche se in vario modo» “disce- comporta che «la sua capacità speculativa seguiva da
poli” e “seguaci” «del suo cammino di santità». Ed è vicino e si intrecciava con quella profonda attitudine
proprio la santità, ha insistito il porporato ricordando contemplativa che lo portava a vivere una relazione in-
la lettera di Papa Francesco per il 700° anniversario condizionata d’amore con Dio». Ciò, ha precisato il
della canonizzazione del santo, la più grande eredità porporato, non lo aveva reso superbo ma umile, fedele
dell’Aquinate. Un suo contributo, ha osservato il se- all’insegnamento di Gesù: «Chi tra voi è più grande,
gretario di Stato rammentando un passaggio della ca- sarà vostro servo; chi si esalterà, sarà umiliato e chi si
techesi di Benedetto XVI dedicata al santo il 2 giugno umilierà sarà esaltato». Lo stesso stile di Maria, ha
2010, è l’aver fatto emergere «la naturale armonia tra commentato il cardinale, «autentica discepola».
fede cristiana e ragione», in un momento di «scontro Uno stile che l’Aquinate non abbandonò mai, nean-
tra due culture, quando sembrava che la fede dovesse che gli ultimi giorni della sua vita. Tanto che, ha ag-
arrendersi davanti alla ragione, ma che non ha perso giunto Parolin ricordando la testimonianza di Barto-
nulla della sua attualità: fede e ragione vanno insie- lomeo di Capua, nel dicembre 1273, mentre celebrava
me». Perciò Paolo VI, ha ancora fatto memoria il cardi- messa, il segretario Reginaldo vide il santo subire
nale, lo definì «luminare della Chiesa e del mondo in- «una sorprendente trasformazione. Dopo questa mes-
tero». sa non scrisse mai più né dettò qualcosa» affermando:
Ma san Tommaso, ha proseguito Parolin prenden- «Non posso più. Tutto ciò che ho scritto mi sembra
do spunto dalle letture proposte dalla liturgia, era an- paglia in confronto di ciò che ho visto». La “paglia” di
che un vero sapiente che viveva «in consonanza, una san Tommaso, ha concluso il segretario di Stato citan-
immedesimazione con Dio». Il sapiente, infatti, «è co- do il teologo francese Jean-Pierre Torrell, non significa
lui che sa come Dio, che gusta la realtà come la gusta il però “niente”. Infatti, «la paglia porta il grano» e «il
Signore... è veramente amico di Dio e gode della sua vero maestro, nel senso più nobile del termine, è solo la
amicizia». Il fatto, ha puntualizzato il celebrante, che “paglia” che porta il grano della Parola di Dio».
pagina 8 L’OSSERVATORE ROMANO venerdì 8 marzo 2024

Riflessione di Papa Francesco sull’«Atto di dolore»

con i partecipanti al corso sul Foro interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica

«Signore» e «misericordia»
sono sinonimi
consapevolezza della nostra
Una riflessione sull’Atto di dolore è una promessa. Infatti, nessu- della misericordia, vi accom-
stata offerta da Papa Francesco miseria di fronte all’amore in- no di noi può promettere a pagni. Anch’io vi porto nella
stamane, venerdì 8 marzo, ai parte- finito di Dio, alla sua miseri- Dio di non peccare più, e ciò mia preghiera e vi benedico
cordia senza limiti. È questa
cipanti al corso sul Foro interno or- che è richiesto per ricevere il di cuore. Per favore, non di-
ganizzato dalla Penitenzieria Apo- esperienza infatti a muovere il perdono non è una garanzia menticatevi di pregare per
stolica. Ricevendoli in udienza nella
nostro animo a chiedergli di impeccabilità, ma un pro- me.
Sala Clementina, il Pontefice ha perdono, fiduciosi nella sua posito attuale, fatto con retta
consegnato loro il discorso preparato,
paternità, come recita la pre- intenzione nel momento della
che pubblichiamo di seguito. ghiera: «Mio Dio, mi pento e confessione. Inoltre, è un im-
mi dolgo, con tutto il cuore, pegno che assumiamo sempre
Cari fratelli,
buongiorno e benvenuti!
dei miei peccati», e più avanti
aggiunge: «perché ho offeso
con umiltà, come sottolinea-
no le parole «con il tuo santo
NOSTRE INFORMAZIONI
Sono lieto di incontrarvi in Te, infinitamente buono». In aiuto». San Giovanni Maria
occasione dell’annuale Corso realtà, nella persona, il senso Vianney, il Curato d’Ars, usa- Il Santo Padre ha ricevuto to Arcivescovo titolare di Ni- bientali presso la «Stoc-
sul Foro Interno, organizzato del peccato è proporzionale va ripetere che «Dio ci per- questa mattina in udienza i sibi dei Maroniti il Reveren- kholm University»; Demis
dalla Penitenzieria Apostoli- proprio alla percezione del- dona anche se sa che pecche- Vescovi del Gabon, in visita dissimo Padre Michel Jalakh, Hassabis, Cofondatore e Am-
ca. Rivolgo un saluto cordiale l’infinito amore di Dio: più remo di nuovo». E del resto, «ad Limina Apostolorum». O.A.M., Segretario del Dica- ministratore delegato di
al Cardinale Mauro Piacenza, sentiamo la sua tenerezza, più senza la sua grazia, nessuna stero per le Chiese Orientali. «Google DeepMind»; Di-
Penitenziere Maggiore, al desideriamo di essere in piena conversione sarebbe possibile, dier Patrick Queloz, Profes-
Reggente, Mons. Nykiel, ai comunione con Lui e più ci si contro ogni tentazione di pela- Predica di Quaresima Il Santo Padre ha nomina- sore di Fisica presso l’«Uni-
Prelati, agli Officiali e al Per- mostra evidente la bruttezza gianesimo vecchio o nuovo. to Membri Ordinari della versity of Cambridge»; Ra-
sonale della Penitenzieria, ai del male nella nostra vita. Ed Vorrei infine richiamare al- Questa mattina, nell’Aula Pontificia Accademia delle fael Radi Isola, Preside del
Collegi dei Penitenzieri ordi- è proprio questa consapevo- la vostra attenzione la bellissi- Paolo VI, alla presenza del Scienze i Chiarissimi Profes- Dipartimento di Biochimica
nari e straordinari delle Basi- lezza, descritta come “penti- ma conclusione della preghie- Santo Padre, il Predicatore sori: Andrea Mia Ghez, Pro- dell’«Universidad de la Re-
liche Papali in Urbe, e a tutti mento” e “dolore”, che ci ra: «Signore, misericordia, della Casa Pontificia, Cardi- fessore di Astrofisica presso il pública» a Montevideo; Bat-
voi partecipanti al corso. spinge a riflettere su noi stessi perdonami». Qui i termini nale Raniero Cantalamessa, «Department of Physics and manathan Dayanand Reddy,
e sui nostri atti e a “Signore” e “misericordia” O.F.M. Cap., ha tenuto la terza Astronomy» dell’«University Professore emerito di Mate-
convertirci. Ricor- appaiono come sinonimi, e Predica di Quaresima. of California», Los Angeles; matica Applicata presso
diamoci che Dio questo è decisivo! Dio è mise- Örjan Mikael Gustafsson, l’«University of Cape To-
Tre atteggiamenti possono aiutare non si stanca mai ricordia (cfr. 1 Gv 4,8), la mi- Il Santo Padre ha nomina- Professore di Scienze Am- wn».
a meditare sul nostro rapporto di perdonarci, e da sericordia è il suo nome, il
parte nostra non suo volto. Ci fa bene ricor-
con la misericordia di Dio: pentimento, stanchiamoci mai darlo, sempre: in ogni atto di
fiducia e proposito di non ricadere di chiedergli per- misericordia, in ogni atto d’a-
dono! more, traspare il volto di Nuovi membri della Pontificia Accademia delle Scienze
Secondo atteg- D io.
giamento: la fiducia. Carissimi, il compito che vi
Nell’Atto di dolore è affidato nel confessionale è Andrea Mia Ghez professore di Scienze am- Didier Patrick Queloz
Nel contesto della Quaresi- Dio è descritto come «infini- bello e cruciale, perché vi Nata il 16 giugno 1965 a bientali presso la Stockholm Nato il 23 febbraio 1966 a
ma e, in particolare, dell’An- tamente buono e degno di es- permette di aiutare tanti fra- New York, negli Stati Uniti University Svezia, autore di Ginevra, in Svizzera, ha
no della preghiera in prepara- sere amato sopra ogni cosa». telli e sorelle a sperimentare d’America, si è laureata in numerose pubblicazioni e conseguito il dottorato in
zione al Giubileo, vorrei pro- È bello sentire, sulle labbra di la dolcezza dell’amore di Dio. Fisica presso il Massachu- membro della Reale Accade- Astronomia e Astrofisica
porvi di riflettere assieme su un penitente, il riconoscimen- Vi incoraggio, pertanto, a vi- setts Institute of Technolo- mia svedese delle Scienze. presso l’Università di Gine-
un’orazione semplice e ricca, to dell’infinita bontà di Dio e vere ogni confessione come gy e ha conseguito il dotto- vra. È professore di Fisica
che appartiene al patrimonio del primato, nella propria vi- un unico e irripetibile mo- rato di ricerca in Fisica nel Demis Hassabis presso l’University of Cam-
del santo Popolo fedele di ta, dell’amore per Lui. Amare mento di grazia, e a donare California Institute of Te- È nato il 27 luglio 1976 a bridge (Gran Bretagna) e
Dio e che recitiamo durante il «sopra ogni cosa», significa generosamente il perdono del chnology. È professore di Londra, in Gran Bretagna. nella Eidgenössische Techni-
rito della Riconciliazione: infatti mettere Dio al centro Signore, con affabilità, pater- Astrofisica presso il Depar- Dopo essersi graduato in sche Hochschule Zürich
l’Atto di dolore. di tutto, come luce nel cam- nità e oserei dire anche con tment of Physics and Astro- Computer Science Tripos (Svizzera). Ha ricevuto nu-
Nonostante il linguaggio mino e fondamento di ogni tenerezza materna. nomy dell’University of Ca- presso il Queens’ College merosi riconoscimenti, tra
un po’ antico, che potrebbe ordine di valori, affidandogli Vi invito a pregare e a im- lifornia, Los Angeles. Ha ri- dell’University of Cambrid- cui il Premio Wolf per la Fi-
anche essere frainteso in alcu- ogni cosa. Ed è un primato, pegnarvi perché quest’anno cevuto numerosi riconosci- ge, ha conseguito il dotto- sica e il Premio Nobel per
ne sue espressioni, questa pre- questo, che anima ogni altro di preparazione al Giubileo menti e premi, tra cui il rato in Neuroscienze cogni- la Fisica nel 2019.
ghiera conserva tutta la sua amore: per gli uomini e per il possa veder fiorire la miseri- Premio Nobel per la Fisica tive presso l’University Col-
validità, sia pastorale che teo- creato, perché chi ama Dio cordia del Padre in molti cuo- nel 2020. lege London. È cofondatore Rafael Radi Isola
logica. Del resto ne è autore ama il fratello (cfr. 1 Gv 4, 19- ri e in molti luoghi, e così e amministratore delegato Nato il 7 maggio 1963 a
il grande Sant’Alfonso Maria 21) e cerca il suo bene, sem- Dio sia sempre più amato, ri- Örjan Mikael Gustafsson di Google DeepMind. Ha Montevideo, in Uruguay, ha
de’ Liguori, maestro della pre, nella giustizia e nella pa- conosciuto e lodato. Nato il 4 gennaio 1968 a ricevuto diversi premi e ri- conseguito i dottorati in
teologia morale, pastore vici- ce. Vi ringrazio per l’apostola- Skövde, in Svezia, ha conse- conoscimenti, tra cui la Me- Medicina generale e in Bio-
no alla gente e uomo di gran- Terzo aspetto: il proposito. to che svolgete — o che ad al- guito il dottorato in Chimi- daglia Pio XI della Pontifi- chimica presso l’Universidad
de equilibrio, lontano sia dal Esso esprime la volontà del cuni di voi presto verrà affi- ca presso il Massachusetts cia Accademia delle Scien- de la República a Montevi-
rigorismo sia dal lassismo. penitente di non ricadere più dato —. La Madonna, Madre Institute of Technology. È ze. deo. Nel medesimo Ateneo
Mi soffermerò su tre atteg- nel peccato commesso (cfr. è preside del dipartimento
giamenti espressi nell’Atto di Catechismo della Chiesa Cattolica, di Biochimica, direttore del
dolore e che penso possano 1451), e permette l’importante Centro de Investigaciones
aiutarci a meditare sul nostro passaggio dall’attrizione alla Biomédicas e coordinatore
rapporto con la misericordia contrizione, dal dolore imperfet-
di Dio: pentimento davanti a to a quello perfetto (cfr. ivi,
La visita «ad limina» dei vescovi del Gabon del Laboratorio de Oncolo-
gía Básica y Biología Mole-
Dio, fiducia in Lui e proposito di 1452-1453). Noi manifestiamo cular. È presidente dell’Aca-
non ricadere. questo atteggiamento dicen- demia Nacional de Ciencias
Primo: il pentimento. Esso do: «Propongo, con il tuo del Uruguay e autore di nu-
non è il frutto di un’autoana- santo aiuto, di non offenderti merose pubblicazioni.
lisi né di un senso psichico di mai più». Queste parole
colpa, ma sgorga tutto dalla esprimono un proposito, non Batmanathan Dayanand
Reddy
È nato il 10 marzo 1953 a
Port Elizabeth, in Sud Afri-
ca. Conseguito il dottorato
Lutto nell’episcopato in Meccanica presso l’Uni-
versity of Cambridge (Gran
Bretagna), è stato presidente
S.E. Monsignor Austen Robin Crapp, dell’Ordine dei frati mi- dell’International Science
nori, vescovo emerito di Aitape, in Papua Nuova Guinea, è mor- Council e direttore del Cen-
to mercoledì 6 marzo nel Prince of Wales Hospital a Randwick ter for Research in Compu-
(Sydney, in Australia), dove era stato ricoverato tre settimane fa tational and Applied Me-
in seguito a un ictus. Il compianto presule aveva appena com- chanics dell’University of
piuto novant’anni, era infatti nato il 5 marzo 1934 a Sydney. Era Cape Town (Sud Africa). È
entrato nel noviziato francescano un mese prima di compiere 18 professore emerito di Mate-
anni. Ordinato sacerdote il 21 luglio 1959, aveva iniziato subito il matica Applicata della me-
suo servizio come missionario in Papua Nuova Guinea. Nomi- desima Università. Ha rice-
nato vescovo di Aitape il 19 aprile 1999, aveva ricevuto l’ordina- vuto numerosi riconosci-
zione episcopale il successivo 11 luglio. Aveva rinunciato al go- menti e premi, tra cui l’O r-
verno pastorale della diocesi il 5 marzo 2009. Le esequie saranno der of Mapungubwe e il
celebrate venerdì 15 marzo, alle ore 11, nella chiesa del convento Nella mattina di oggi, venerdì 8 marzo, Papa Francesco ha ricevuto in udienza i vescovi del Georg Forster Research
francescano Maria Immacolata a Waverley (Sydney). Gabon, in occasione della visita «ad limina Apostolorum». Award.