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CANTO V

Negligenti morti di morte violenta


Secondo balzo nell'antipurgatorio
Devono aspettare un tempo pari alla loro vita terrena prima di accedere al purgatorio per espiare la
pena.
Persone che in vita non hanno creduto e in punto di morte si sono pentiti e hanno salvato la loro
anime attraverso la preghiera
-Iacopo del cassero morto per mano del suo rivale nemico Azzo VIII
-Conte di Montefeltro anche lui morto nella battaglia di Campaldino 1289 alla quale aveva
partecipato anche Dante da giovane (capo ghibellino)
-Alla fine la figura di una donna Pia dei Tolomei, accusa il marito della sua moglie (Uccio dei
Pannoccheschi).
Le anime una volta che riconoscono che Dante è vivo a causa della sua ombra si dirigono verso di
lui
Suffragi: sono preghiere che i vivi recitano per i morti i modo da affievolire la loro pena.
(Gli epicurei condannati da Dante all'inferno).
Tragiche morti tra cui Pia dei Tolomei (da collegarsi all'attualità)

Analisi versi:
(Secondo balzo Antipurgatorio)
Si eran già allontanati i pigri e seguivo i passi del mio maestro Virgilio quando dietro di me
indicandomi una della ombre che avevamo lasciato gli disse *PERIFRASI* che il raggio di sole
proiettava l'ombra sul terreno fermandosi sul corpo di Dante e dice anche che cammina come una
persona viva.
Dante si volta indietro e nota che le anime lo stanno indicando e che l'ombra si proietta sul terreno.
Virgilio nota la perplessità di Dante e rallenta il suo percorso, ricorre ad una similitudine "stai fermo
come una torre quando la sua cima è abbattuta dai venti" ovvero: cerca di essere solido non farti
influenzare da quello che sentì bisbigliare (Virgilio a Dante).
I diversi pensieri accumulati rallentano l'obbiettivo finale che la persona si è posto.
Dante segue Virgilio come una persona che assume il colore di chi vuole chiedere il perdono (con
un rossore sul volto, si sente in colpa) perché sente la minima ammonizione da parte di Virgilio.
Attraverso la zona rocciosa si avvicinavano cantando il miserere (canto di penitenza) un gruppo di
anime. Quando si accorsero che il raggio del sole venga interrotto dal corpo di Dante cambiarono il
loro canto e sbigottiti dicono un "o" di meraviglia .
Due anime vanno incontro a Dante, vogliono capire perché un'anima viva é lì in purgatorio.
A questo punto Virgilio (ai messaggeri per andare a dirlo alle altre anime) dice loro che il corpo di
Dante é pura carne quindi vivo.
Inizia a maturare la missione dei negligenti il cui obbiettivo é: rendersi caro Dante affinché lui
possa andare dai loro parenti e chiedere loro di recitare dei suffragi che hanno il compito di
accorciare il periodo di penitenza.
Per farci capire la velocità e la meraviglia ricorre a due similitudini: "io non ho mai visto stelle
cadenti rendere il cielo quando inizia a fare buio ma non ho neanche mai visto ad agosto durante il
calare del sole delle nuvole all'orizzonte."
Queste anime furono talmente veloci ad annunciare il messaggio alle altre anime per poi tornare da
Dante (il tutto accadde in un attimo.)
Il gruppo delle anime si appresso a Dante.
Virgilio dice a Dante di ascoltarli ma di continuare il suo percorso senza fermarsi perché non ci si
può fermare in purgatorio.
Le anime chiedono a Dante di rallentare il passo.
Si presentano "apparteniamo al gruppo delle anime morte di morte violenta e peccatori sino
all'ultimo momento prima di morire e proprio in questo momento abbiamo richiesto la grazie di dio
che ci ha salvati, abbiamo confessato a dio tutti i nostri peccati e morimmo purificati in nome di dio
il cui desiderio di poterlo vedere è fortemente presente in noi" immensa grazia di dio che perdona
anche coloro che per tutta la vita hanno peccato.
Dante: "Per quanto guardi nei vostri volti non riconosco nessuno di voi ma se a voi fa piacere che io
posso fare qualcosa nei vostri confronti fatemi sapere quali sono le vostre richieste e io vi
soddisferò in nome di quella pace che anche io vado a cercare dietro Virgilio". La perifrasi sta a dire
che le anime si fidano pienamente di Dante.

⁃ IACOPO DEL CASSERO:


L'anima (Iacopo del cassero) chiede a Dante se una volta finito il percorso e tornato sulla terra può
recarsi in quella zona (la marca anconetana) ed essere cortese nei suoi confronti, in modo che i suoi
parenti possano recitare i suffragi e affievolire la sua pena.
Gli racconta poi quello che gli è accaduto (a Iacopo): come è morto? Si trovava nella zona del
Padovano dove pensava di essere al sicuro, ma proprio in questa zona fu raggiunto dai sicari di
Azzo VIII (che lo aveva particolarmente in odio) i quali gli procurano delle ferite talmente gravi che
lo portarono alla morte. Se invece fosse fuggito precedentemente, probabilmente sarebbe ancora
vivo. (v.81)
Cerca rifugio presso un canneto però le ferite sono talmente profonde che muore dissanguato e vede
formarsi un lago di sangue.
A questo punto interviene un'altra anima:
⁃ CONTE DI MONTEFELTRO:
Il conte afferma che FU di Montefeltro, in quanto i titoli si perdono una volta morti , lui cammina
con la fronte bassa di fronte alle altre anime.
Di parte ghibellina aveva partecipato alla battaglia di Campaldino, partecipò Dante prendendo la
parte dei guelfi.
Dante gli pone una domanda: cosa ti porto fuori dal territorio di battaglia tant che di te non si seppe
neanche dove fosse sepolto il tuo corpo.
Lui risponde: ai piedi di casentino scorre un fiume di nome archiano, la sua sorgente si trova
nell'appennino in prossimità dell' eremo di Camaldoli. Perifrasi: il nome di un fiume diventa vano
quando sfocia in un altro fiume.
Nel punto in cui l'archiano sfocia nell'Arno, quindi smette di esistere, perdette la vista, la parola,sta
per morire, l'ultima parola che riesce a dire é il nome di Maria, una preghiera verso di lei.
(Come Jacopo fuggiva dalla battaglia).

CANTO VI

Ci sono sempre i negligenti morti di morte violenta.


• Canto nel quale Dante affronta il tema politico.
• Protagonista: Sordello, mantovano come Virgilio.
• Situazione politica: Corso Donati esiliato, si reca a Roma da papa Bonifacio. Guelfi neri hanno la
meglio sui bianchi a Firenze.
• Luogo: Antipurgatorio
• Pena: devono attendere nell'antipurgatorio per un periodo corrispondente a quanto hanno vissuto
• Personaggi: Sordello. Personaggi che Dante ha avuto modo di conoscere o di sentirne parlare,
quindi a lui contemporanei

Il canto si apre con una similitudine con il gioco dei dadi (gioco d'azzardo). Gli spiriti che Dante
riconosce sono Benincasa da Latrina, Guccio dei Tarlatti, Federico Novello....
Dante si libera delle anime promettendo dei suffragi. Pone un interrogativo a Virgilio riguardo le
preghiere che posso cambiare il percorso degli spiriti in quanto in un passo dell'Eneide di afferma il
contrario.
L'ultima anima che incontra e che darà origine a una serie di apostrofi sulla vita politica da parte di
Dante e Sordello (Mantovano come Virgilio). L'Italia è dilaniata dalle guerre, l'imperatore è attratto
dagli interessi della Germania e quindi si dimentica dell'Italia. La chiesa usurpa il potere politico. E
infine toccherà
anche Firenze in quanto il potere si alterna continuamente e le leggi fatte la mattina già la sera sono
da rifare.

Analisi versi: gioco della zara (zara>azzardo). Chi perde rimane addolorato ma cerca di capire dove
ha sbagliato rilanciando continuamente i dadi. Le persone che guardavano il gioco seguono il
vincitore. Tutti cercano il vincitore. Il vincitore se ne va, non si ferma e continua a camminare
nonostante faccia promesse di denaro a tutti. Il comportamento di Dante è uguale a quello del
vincitore (turba spessa>le anime che si accalcano), il poeta si allontana e non si ferma nonostante le
promesse di suffragio fatte alle anime.
Dante nomina diversi personaggi a lui contemporanei e i modi violenti in cui essi sono morti
(Guccio dei Tarlatti, Federico Novello ecc...)

Cita l'Eneide [...]

⁃ Vv.79 a seguire:
Apostrofi nei confronti dell'imperatore tedesco, del clero, di Cristo e di Firenze. Dante si rende
conto che la situazione politica dell'Italia è tragica, in quanto Umberto I d'Amburgo non scende in
Italia perché preferisce coltivare

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