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Canto XI
Sarasso, Silinguelli
Indice
Personaggi
Riassunti e analisi
Stile e temi
Tempo, luogo e colpa
Tempo: 11 aprile del 1300 (lunedì di Pasqua) tra le dieci del mattino e
mezzogiorno.
Luogo: Purgatorio, nella prima cornice, la parete della cornice è in marmo
scolpito, porta esempi della virtù contraria alla superbia, l'umiltà; invece il
altrui.
Dante
Personaggi Virgilio
Omberto Aldobrandeschi
Signore maremmano politicamente ostile ai senesi, che lo
Oderisi da Gubbio
Fu un miniatore famoso e lavorò soprattutto a Bologna e si
papale.
Provenzan Salvani
Fu un capo ghibellino senese, decretò la morte di Omberto, fu
richiesta di Dante
preghino per loro per farli salire al più
presto in Paradiso.
Virgilio augura alle anime una pronta
di virtù contraria al peccato, la preghiera è usata come atto di appartenenza alla comunità della
grazia divina che raffigura la comunità ecclesiale terrena. I peccatori sono tenuti a portare dei
macigni e nel frattempo a recitare il Padre Nostro (vv.1-24) che è l'unica preghiera del purgatorio
riportata per intero. La preghiera non è solo una parafrasi di quella originale ma è anche un suo
incentrandolo sulla carità e sull'umiltà. All'interno della preghiera troviamo molte volte i
pronomi noi e nostro che simboleggiano la fratellanza degli uomini sotto la paternità divina.
Questa è la grande preghiera dell'umiltà che funge da grande contrappasso spirituale. Il clima
della preghiera è francescano e sottolinea il registro umile della preghiera e della limitatezza
superbi analizzate in questi versi. Come succede in altri canti, Dante si rivede nei personaggi
incontrati perché associa la superbia di questi al suo passato con senso autocritico. I tre
superbia politica. Dante usa questi tre personaggi per criticare la società del tempo, una società
colpa autodistruttiva per chi ne è coinvolto, ciò è testimoniato dalla tragica morte dei
personaggi.
Un'anima risponde alla richiesta di
L'arroganza di Omberto
Omberto Aldobrandeschi, signore
Aldobrandeschi
maremmano, figlio di Guiglielmo che, a
castello di Campagnatico.
L'arroganza di Omberto
Omberto può essere visto come una figura ambigua. Oscilla tra superbia e umiltà, accetta con
rassegnazione la punizione divina (vv.54,70) e sa come la superbia abbia danneggiato la sua vita e
quella sua famiglia(vv.68). E' simbolo di attestazione di umiltà: infatti evidenzia il contrasto fra
suo padre anagrafico, distanziato dal verbo fu e il padre eterno che sta nei cieli(vv.60). Viene
ripetuto molte volte il pronome io; quest'enfasi pronominale che è piegata a una spietata
autoaccusa. Omberto giustifica la sua superbia con l'ereditarietà della colpa, definendola quindi
una questione "genetica", lanciando così una forte accusa a tutta la nobiltà. Dante invece
apprezza la classe di Omberto che appartiene alla nobiltà poichè questa è l'unica classe sociale in
cui sono ancora presenti i valori cortesi; sottolinea nuovamente che la sua condanna è rivolta
solamente all'arroganza.
Una seconda anima si rivolge a Dante. E'
La riflessione di Oderisi da
fama terrena, mostra quanto sia effimera
riflessione autocritica sull'inconsistenza della fama terrena, in questo caso l'umiltà sta nella
consapevolezza che ben presto qualcuno caccerà anche lui dal suo primato letterario, quindi
renderà vana la sua gloria. Per Dante il tempo è solo una costruzione illusoria dell'uomo, la
dimensione in cui l'uomo è immortale grazie alla gloria. Oderisi conclude poi con un'apostrofe
(vv.115) contro la vana gloria terrena, questa apostrofe, rivela anche un interessante risvolto
critico-estetico, poiché anche per Dante, Giotto ha superato Cimabue e lo stesso Guinizzelli. Per
Dante però non è importante solo ciò che viene dopo e difatti pone gli artisti citati sullo stesso
piano.
Versi 109-126, versi 127-142
Il gesto di Provenzano
Oderisi indica poi a Dante, come esempio di brevità della gloria mondana, l'anima del
senese Provenzan Salvani, celebre in tutta la Toscana solo poco prima, quando sconfisse
Firenze a Montaperti, e ora a malapena ricordato a Siena.
A Dante - stupito dal fatto che il superbo Provenzano, evidentemente pentitosi in
punto di morte, non sia nell'Antipurgatorio - Oderisi dice che gli è stata concessa
pubblicamente, per liberare un amico dal carcere. Oderisi aggiunge che entro breve
condannare Firenze, da
talmente alta di sé
terrena, specialmente
penitenza dei defunti. Si
criticandone la
punto di stimarsi
letteraria. Dante non
immancabile della
partecipazione delle
all’umanità.