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vv.

4-6 (seconda terzina)= è la protasi/introduzione alla Cantica


dell’Inferno.

vv.7-9 (terza terzina)= è l’invocazione che Dante faalle muse e


alle sue doti di artista. Infatti, anche se la Divina Commedia
è un poema cristiano, Dante utilizza alcune strutture presenti
nei testi classici, tra queste: la protasi e l’invocazione alla
Musa/e.

vv 10 Dante si rivolge a Virgilio chiedendogli di giudicare se le


sue capacità (guarda la mia virtù) sono adeguate
(possente) al difficile viaggio che dovrà compiere (alto passo).

vv 13-24 Dante, continua a rivolgersi a


Virgilio, facendo riferimento alla sua opera (Eneide) in cui ha
descritto il viaggio compiuto da Enea (di Silvio parente= Enea
è padre di Silvio) negli Inferi.

(Ricorda: nell’Inferno Dio, i santi e la Madonna non vengono


mai nominati direttamente con i propri nomi perché l’Inferno è
un luogo che non è degno di sentire questi nomi. Dio, la
Madonna e i santi vengono citati attraverso perifrasi/altre
parole es. Dio= l’avversario di ogni male).

Dio sa che da Enea (dalla sua persona ‘l chi e dalle sue grandi
capacità ‘l quale) sarebbero scaturiti importanti avvenimenti.
Enea infatti, sarà ilfondatore della città di Roma, una città
importantissima per tutta la storia successiva: la città di Roma
ha dato vita all’impero romano ed èstata scelta come la sede
del papa (il successore di Pietro) e il centro di tutta la chiesa
cristiana (fu stabilita per lo loco santo u’ siede il successore del
maggior Piero).

vv.25-27 Enea, con la sua discesa agli Inferi, fu informato dal


padre morto Anchise che dalla sua famiglia sarebbe disceso il
popolo romano.
vv.28- 30 (terzina dedicata a S Paolo) Virgilio
prosegue raccontando che anche S. Paolo (Vaso
d’elezione) fece un viaggio nell’oltretomba (Andovvi…) per
portare…..

vv.31- 33 = dubbio di Dante. In questa terzina Dante esprime il


proprio dubbio: il poeta si domanda con quale diritto
(perché) si trovinell’oltretomba, non crede di esserne degno di
compiere un viaggio così importante e di non essere ai livelli di
Enea e di S Paolo.

da v 37 = similitudine: Dante dice di essere come colui che


prima vuole una cosa e poi, cambiando idea, non la vuole più.
Virgilio gli risponde accusandolo di essere un uomo vile e gli
spiega le ragioni della sua missione. E’ stata Beatrice,una delle
donne benedette, preoccupata per le sorti di Dante, smarrito
nella selva del peccato, a scendere nel Limbo ( tra color che
son sospesi) , dove si trovava Virgilio, e a richiedere il suo aiuto
per guidare il sommo poeta.

da v 75 Virgilio narra di aver ricevuto l’apparizione luminosa di


Beatrice che gli si rivolge per chiederglidi aiutare un suo amico
che si è perso (ne la diserta piaggia è impedito….).
Virgilio continua il suo racconto dicendo di aver domandato alla
donna come mai non avesse timore a scendere in mezzo alle
anime dannate, ma Beatrice risponde di avere una natura
divina e questa la proteggeva dalle fiamme dell’Inferno. Grazie
alla sua intercessione (aiuto), Dante potrà compiere il viaggio
voluto dalla Vergine Maria e, per mezzo di S. Lucia,
aveva l’aiuto di Beatrice.

Quando Dante parla di Beatrice riporta la concezione della donna condivisa


dai poeti del Trecento:
la terra è un luogo degno di essere vissuto grazie alle donne e (vv 79-81) e
riporta il servizio che l’uomo deve prestare alle donne.
Virgilio fa riferimento al Limbo (io era tra color che son
sospesi), il luogo dove vivono le anime degli uomini che sono
vissuti prima della venuta (nascita) di Gesù sulla terra.
La pena che sono costretti a sopportare le anime del Limbo è
quella di non poter vedere Dio e quindi, di non poter godere
della felicità divina.

v 82 Virgilio spiega di aver promesso a Beatrice di obbedire


alla sua richiesta e di averle chiesto perché non
provasse paura a scendere in mezzo alle anime dei dannati. La
pia donna aveva rispostodi avere una natura divina che la
proteggeva dalle fiamme dell’Inferno (l’Inferno non la tange).
Beatrice prosegue motivando la sua presenza: il viaggio di
Dante nell’oltretomba è voluto dalla Madonna la quale,
attraverso l’intercessione (il tramite) di S. Lucia, aveva
domandato a Beatrice di aiutarlo nel compiere questa
esperienza.

E’ interessante soffermarsi sulle parole che utilizza S. Lucia nel


rivolgersi a Beatrice: Beatrice, loda di Dio vera (Beatrice, vera
lode di Dio). La santa utilizza le parole tipiche della poesia del
dolce stil novo in cui la donna, grazie alle sue virtù, permette
all’uomo di elevarsi spiritualmente e di salvare la propria
anima. Sarà proprio grazie a Beatrice che Dante riuscirà ad
uscire dalla schiera degli uomini peccatori (ch’uscì per te de la
volgare schiera).

v 106 Anafora (ripetizione di parole


ravvicinate): non odi….non vedi…

v 115 Al termine del suo racconto Virgilio esorta Dante ad


abbandonare i propri timori e i dubbi. Non deve pensare di
essere inadeguato per compiere il viaggio nell’oltretomba
poiché è protetto dall’aiuto delle tre donne benedette.

Con queste parole d’incoraggiamento Dante si risolleva come


fanno i fiori chiusi e piegati dal freddo della notte che, quando
vengono scaldati dal sole, si alzano e si aprono
(v127 Metafora:Quali fioretti dal notturno gelo chinati e chiusi,
poi che’l sol li’imbianca si drizzan tutti aperti in loro stelo ) e
trova il coraggio per proseguire il viaggio.

Dante si affida a Virgilio e lo segue per la difficile strada


(intrai per lo cammino alto e silvestro).

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