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CANTO XXIV

Luogo: VI cornice: golosi


- Prosegue la conversazione tra Forese Donati e Dante
- Dante gli chiede informazioni su Piccarda Donati (sorella di Forese) e
gli chiede di indicargli qualche anima degna di nota
- Forese comunica Dante che Piccarda si trova in Paradiso e gli
indica Bonagiunta Orbicciani, papa Martino IV e altri personaggi

- Bonagiunta si rivolge a Dante e gli profetizza il suo futuro esilio,


chiedendogli poi se fosse proprio lui l’autore di Donne ch’avete intelletto
d’amore
- I due continuano a parlare del Dolce Stil Novo
- Al termine della conversazione Dante ricomincia a parlare con Forese
che gli profetizza la morte di Corso Donati (esponente dei guelfi neri,
ha fatto esiliare Dante)

- Dante, Virgilio e Stazio trovano sul loro cammino un secondo albero che li
esorta a non avvicinarsi e che ricorda degli esempi di golosi puniti
- Dante sente quindi l’angelo dell’astinenza esortarli a salire nella settima
cornice e sente che gli ha cancellato dalla fronte un’altra P

CANTO XXV

Luogo: scala alla VII cornice -


VII cornice: lussuriosi

- Dante, Virgilio e Stazio stanno salendo la scala che li porterà nella settima
cornice, quella dei lussuriosi
- Dante chiede a Stazio come facciano le anime a dimagrire ed ingrassare
- Il dubbio di Dante è di tipo dottrinale, Stazio ricava la sua risposta da
alcune teorie scientifiche del tempo.
- Afferma che l’uomo inizialmente ha due facoltà: sensitiva e
vegetativa. Alla nascita viene poi aggiunta da Dio quella intellettiva.
Alla morte del corpo, l’anima si slega dal corpo ma mantiene in
potenza queste tre facoltà, cosa che non cambia a prescindere dal
luogo ultraterreno dove andrà, poiché intorno all’anima si formerà
una sorta di corpo aereo, quindi l’anima sentirà ogni tipo di
sensazione.
- Stazio termina il suo discorso all’ingresso della cornice, quando una
fiamma che esce dalla parete della montagna obbliga i pellegrini a
camminare sull’orlo del baratro
- Le anime intonano un inno e celebrano due esempi di castità, quello di
Maria e quello di Diana

CANTO XXVI

Luogo: VII cornice: lussuriosi

- La schiera del lussuriosi guarda Dante stupita, ed un’anima si avvicina a lui


per chiedergli il perché della sua ombra riflessa
- Mentre Dante sta per rispondere, sopraggiunge un’altra schiera di anime
nel senso contrario alla prima: sono i sodomiti
- I due gruppi si incrociano e si salutano amichevolmente

- Dante chiede all’anima informazioni sui penitenti di questa cornice


- L’anima spiega che sono i lussuriosi, divisi tra amore naturale e amore
innaturale. Quando si incrociano si danno un bacio fraterno. Devono
passare attraverso una cornice di fuoco —> fuoco: passione avuta in
vita
- Dichiara poi di essere il poeta stilnovista Guido Guinizzelli
- Gli indica Arnaldo Daniello affermando che è stato molto più
importante di lui

CANTO XXVII

Luogo: VII cornice: lussuriosi -


scala alla cima del monte -
Paradiso Terrestre

- Al tramonto compare l’angelo della castità che esorta i tre poeti ad entrare
tra le fiamme per liberarsi definitivamente delle macchie del peccato
- Dante è impaurito ma viene rassicurato da Virgilio che gli ricorda che
Beatrice si trova oltre la barriera di fuoco e lo convince ad affrontare la
prova

- Sorpassata la barriera ed entrati nella cornice, il poeta sente una voce e


scoprire essere l’angelo custode dell’Eden che consiglia loro di affrettare il
passo per fare prima dell’arrivo della notte
- I tre iniziano quindi la salita verso il Paradiso Terrestre, ma arriva la
notte e i tre sono costretti a dormire sugli scalini
- A Dante appaiono in sogno Lia e Rachele, simboli della vita attiva e
della vita contemplativa

- Con l’arrivo del giorno i tre riprendono il cammino e giunti sulla soglia
dell’Eden, Virgilio annuncia a Dante che il suo compito di guida è finito e
che presto incontrerà Beatrice

CANTO XXVIII solo vv. 1-42, 88-96, 121-148

Luogo: Paradiso Terrestre

- Dante, ancora accompagnato da Virgilio e Stazio si inoltra nella foresta


dell’Eden, fino a giungere sulla riva di un fiume
- Sulla sponda opposta del fiume scorge una donna intenta a cantare e
cogliere fiori
- Alla fine della cantica scopriremo essere Matelda, inviata dal
Paradiso a fare da guida a Dante nell’ultima parte del Purgatorio
- Il compito di Matelda è quello di purificare le anime

- Dante la chiama a lui e lui le chiede come faccia ad esserci il vento ed un


fiume
- Dalle parole di Metelda capiamo che ci troviamo nel Paradiso Terrestre
e chini esso acqua e vento non si generano grazie a normali
meccanismi atmosferici
- Gli dice che il vento è generato dalla rotazione delle sfere celesti
e che il fiume deriva da una sorgente e che si divide poi in due
rami
- Il Lete, le cui acque tolgono la memoria del peccato, l’altro
l’Eunoé, che invece induce il ricordo del bene

CANTO XXIX

Luogo: Paradiso Terrestre

- Mentre Dante segue Matelda lungo il corso del Lete, il luogo viene pervaso
da uno splendore e da una melodia
- Il racconto viene interrotto dall’invocazione del poeta alle Muse, ma viene
ripreso subito dopo con la descrizione della processione che sfila sotto gli
occhi dei tre pellegrini
LA PROCESSIONE

- La processione è aperta da 7 candelabri (7 doni dello Spirito Santo), al cui


seguito vi sono 24 anziani incoronati con dei gigli (24 libri antico
testamento), dietro ai quali si trovano 4 animali (4 vangeli)
- Al centro della processione si trova un carro trionfale (chiesa) trainato da
un grifone (Cristo)
- Alla destra del carro danzano in cerchio 3 donne (virtù teologali), e alla
sinistra 4 (virtù cardinali)
- Dietro al gruppo, a chiudere la processione, camminano 5 anziani
incoronati di rose ad altri fiori

- Al passaggio del carro davanti a Dante, un forte tuono scuote l’atmosfera la


processione si ferma

CANTO XXX

Luogo: Paradiso Terrestre

- Al fermarsi dei 7 candelabri i 24 vecchi si rivolgono tutti al carro e al canto


di uno di essi si accorda quello degli angeli nunzi di beatitudine.
- A questo punto appare a Dante una donna velata,\ avvolta in una nuvola di
fiori (abito rosso, mantello verde, velo candido che le copre il viso)
- Il poeta avverte immediatamente in lei la presenza di Beatrice e la
potenza dell’amore che ella gli ha ispirato, per cui, turbato, si volge
istintivamente a Virgilio per avere conforto e consiglio.
- Ma Virgilio non è più a suo fianco e Dante non può trattenersi dal
piangere la scomparsa della sua guida.

- Beatrice allora, chiamandolo per nome, gli intima di smettere con il tono di
una madre che rimprovera il figlio.
- Beatrice continua il suo atto d’accusa contro Dante, cui però non si rivolge
direttamente, ricordando come egli dopo la sua morte abbia deviato dalla
retta via, dimentico di lei e attratto da false parvenze di bene, e come ella
stessa abbia fatto di tutto per salvarlo dalla perdizione, compreso, ultima
ratio, mostrargli l’Inferno.
- Ma arrivato a questo punto, conclude Beatrice, Dante, prima di
immergersi nelle acque purificatrici del Lete, deve fare atto di
contrizione.

CANTO XXXI
Luogo: Paradiso Terrestre

- Rivolgendosi direttamente a Dante, Beatrice pretende da lui la piena


confessione del suo traviamento: ma il poeta è tal punto turbato che riesce
a malapena a pronunciare un "sì".
- Beatrice però continua a incalzarlo e a rimproverargli di essersi lasciato
sedurre da fallaci miraggi: sollevato lo sguardo su di lei, Dante vede la
bellezza della donna e quindi, vinto dal rimorso, perde i sensi.
- Tornato in sé, si accorge che Matelda lo ha immerso nel Lete e che lo
sta tirando all’altra sponda.
- Una volta arrivato, ella gli fa bere l’acqua purificatrice per farlo poi
entrare nel cerchio delle 4 donne danzanti che lo conducono al
cospetto del grifone.
- Intento nella contemplazione dell’animale, Dante è raggiunto dalle
altre 3 donne, le quali pregano Beatrice di rivolgere il suo sguardo
al poeta, di sorridergli e di rivelarglisi in tutta la sua celestiale
bellezza. Beatrice indulge a quella richiesta e al ricordo di quella
visione, il poeta si dichiara incapace di rappresentarla.

CANTO XXXII

Luogo: Paradiso Terrestre

- Dante distoglie lo sguardo dalla contemplazione di Beatrice per assistere al


ritorno della processione verso oriente.
- Insieme alla donna e a Stazio egli percorre la foresta, al suono di una
melodia angelica. Compiuto un breve tragitto, il corteo si ferma intorno
a una pianta assolutamente priva di foglie, al cui fusto il grifone lega il
carro: subito dopo l’albero torna miracolosamente a fiorire.
- Un canto ineffabile immerge Dante nel sonno: a destarlo è Matelda che
gli indica Beatrice circondata da 7 ninfe.
- Ella stessa allora lo invita a osservare attentamente quel che
succederà, perché poi possa descriverlo nei suoi versi. Dante
assiste quindi all’aggressione del carro compiuta in sequenza prima
da un’aquila (persecuzione contro i cristiani), poi da una volpe
(epoca delle eresie) e infine da un drago uscito dal terreno (lotte
contro l’Islam).
- Dopodiché, quel che ancora resta del carro viene sommerso dalle
piume dell’aquila e successivamente si trasforma in un mostro a 7
teste, sul dorso del quale siede un prostituta, a sua volta protetta
da un gigante che alla fine, sciolto il mostro dall’albero, lo conduce
via per la selva (cattività avignonese), impedendo così a Dante di
vedere altro.

CANTO XXXIII

Luogo: Paradiso Terrestre

- In dolce canto le 7 donne piangono la sorte del carro, fin quando Beatrice
non riprende l'interrotto cammino: il poeta e Stazio la seguono.
- Il poeta comincia a parlare con lei e dalle sue parole apprende il vero
significato degli eventi cui ha assistito.
- Beatrice, inoltre, profetizza l'avvento di un condottiero che riscatterà la
Chiesa dal degrado attuale e chiarisce come quell'albero prima spoglio
e poi rinverdito sia il simbolo della giustizia divina.
- Segue la valutazione dei limiti della sapienza umana.

- Verso mezzogiorno il gruppo giunge in prossimità della sorgente da cui


scaturiscono sia il Lete che l'Eunoé ed è a questo punto che Matelda
immerge il poeta e Stazio nelle acque del secondo fiume, da cui entrambi
escono purificati e quasi ringiovaniti, pronti insomma a salire in cielo.
- Dante vorrebbe descrivere meglio la sensazione provata in quel
momento, ma, lo dice egli stesso, la seconda cantica è ormai finita.

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