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La divina commedia

Dante ha iniziato a scrivere i primi canti dell’inferno subito dopo il suo l’esilio, al quale era stato condannato ma che poi fu
sostituito in condanna a morte in contumacia, perché non si presentò mai a discolparsi. Dante dopo ciò decise di auto esiliarsi e
di non tornare a Firenze, e di chiedere ospitalità presso i vari signori dell’Italia centro-settentrionale. Dante, considerando la
gravità della situazione politica, morale e religiosa nella quale secondo lui l’umanità era precipitata, anche a causa della
mancanza di guide valide che secondo lui sarebbero dovuti essere il papa e l’imperatore. Era urgente che qualcuno si facesse
carico di mostrare all'umanità quello che poteva succedere se non se non si fossero messe bene le cose.
Dante immagina di fare un viaggio nei tre regni dell’oltretomba: inferno, purgatorio e paradiso, per raccontare, al ritorno
dal suo viaggio agli altri uomini, cosa avrebbero trovato se fossero stati condannati alla pena dell’inferno, o a scontare le loro
colpe nel purgatorio o a godere della beatitudine del paradiso.

La macrostruttura dell’opera
La divina commedia è suddivisa in 3 cantiche:
1. Inferno: 33 canti +1 (canto proemiale);
2. Purgatorio: 33 canti;
3. Paradiso: 33 canti.
Per un totale di 100 canti.
Il numero 3 rappresenta il numero delle trinità: padre, figlio e spirito santo.
Il numero 1 rappresenta l’unica divinità.
1 canto = canto proemiale (da proemio): in un poema, è la parte iniziale che generalmente contiene:
 Protasi: contenuto in sintesi;
 Invocazione: una preghiera, una richiesta di aiuto alla Musa (divinità esperte in una singola arte) o ad Apollo (Dio di tutte le
arti e della bellezza);
 Dedica: ad un mecenate (a colui che ha sostenuto gli artisti), un amico...
Poema: componimento in versi di ampio respiro, suddiviso in parti (canti o libri).

La microstruttura dell’opera: versi, strofe e titolo


 I versi sono endecasillabi, cioè di 11 sillabe;
 Le strofe sono terzine, cioè di 3 versi, a rime incatenate.
Le rime incatenate sono ABA-BCB-CDC: il primo verso fa rima con il terzo, il secondo verso fa rima con il primo e il terzo della
strofa successiva. Alla fine di ogni canto dante, anziché finire con una terzina intera, finisce con un verso singolo che fa rima
con il secondo verso della strofa precedente.

Dante chiamava la sua opera poema o commedia, lui non l’ha mai chiamata divina commedia.
 Divina: fu Boccaccio a definirla così per il suo contenuto di carattere religioso, ma anche per la sua bellezza. A partire da
un’edizione a stampa nel 1555, nel titolo comparve sempre l’aggettivo “divina”.
 Commedia: in alcuni versi, dante stesso la chiama così:
- per il contenuto: ha un inizio drammatico e una fine lieta;
- Per lo stile, il linguaggio: Dante riporta la separazione degli stili di Aristotele in elegia-commedia-tragedia. La commedia ha uno
stile “mezzano”, è scritta in un linguaggio umile, semplice, quello che parlano le “donnette”.

Il viaggio
Il viaggio Dante lo fa nei tre regni dell’oltretomba: inferno, purgatorio e paradiso.
Fa un viaggio in verticale e a spirale (trascendente).
Dante e Virgilio quando si ritrovano nella selva oscura, entrano in una porta che poi li porterà all’inferno, lo percorrono in
verticale fino ad arrivare al centro della terra dove si trova Lucifero, si aggrappano alla sua schiena e fanno una capriola, iniziano
a percorrere un budello che li porterà poi dall’altra parte della terra, fino ad arrivare in una spiaggia sulla quale si eleva la
montagna del purgatorio. Percorrono sempre a spirale il purgatorio, fino ad arrivare nel punto più alto dove si trova il paradiso
terrestre, lì Virgilio lascia Dante a Beatrice, che scesa dal paradiso, lo porterà con sé nel paradiso. Questa trascendentalità
rispecchia la mentalità del medioevo perché, per arrivare a Dio bisogna riconoscere i propri peccati. È come un ideale battesimo,
cioè un immersione per essere poi puliti dai propri peccati.
Dante scrive la divina commedia nel 1300, l’anno del primo giubileo (anno santo, cioè un’occasione che la chiesa mette a
disposizione dei fedeli per pentirsi e chiedere perdono dei peccati commessi, consisteva in un pellegrinaggio verso un luogo
santo) .
Lui aveva circa 35 anni, a quell’ora era già un uomo di mezza età, infatti lui inizia con “nel mezzo del cammin di nostra vita”.
Immagina di farlo durante la settimana santa (giovedì santo, 7 aprile- mercoledì dopo pasqua, 13 aprile), momento in cui
inizia la passione di cristo, dante immagina di averlo fatto a imitazione di cristo.

Inferno
 Ha la forma di un cono con il vertice nel centro della terra
 È suddivisa in 9 cerchi (suddivisi a loro volta in gironi, bolge e zone), più l'anti inferno
 È situata sotto l’emisfero delle terre emerse (boreale)
 La sua ”porta” è nei pressi di Gerusalemme e della selva oscura, si trova nell'emisfero boreale che secondo Dante è l’unico
occupato dalle terre emerse
 Vi sono puniti per l’eternità, i peccatori che non si sono pentiti prima di morire, suddivisi in incontinenti, violenti e
fraudolenti
 La profondità di ciascun cerchio è direttamente proporzionale alla gravità del peccato
 Alla sua estremità inferiore si trova Lucifero, conficcato nel centro della terra, il punto più distante da Dio
 Si è formata in seguito alla ribellione di Lucifero, scaraventato dal paradiso, è passato per l’emisfero australe dove
inizialmente c'erano le terre emerse, appena Lucifero è passato le terre si sono spostate tutte nell'emisfero boreale per non
avere contatto con lui, ha la testa e il busto nell’emisfero boreale e le gambe nell’emisfero australe
 È buio, puzzolente, soffocante, claustrofobico.

Purgatorio
 È formata dalla stessa porzione di terra che manca nella voragine dell’inferno
 Si trova agli antipodi della porta dell’inferno, nell’emisfero delle acque, unica terra emersa
 È suddivisa in antipurgatorio e purgatorio, che comprende 7 cornici e sulla sommità ospita il paradiso terrestre
 Anche qui, l’altezza (e quindi la distanza da Dio) è inversamente proporzionale alla gravità del peccato commesso
 Vi sono puniti (purganti) per un tempo determinato coloro che si pentirono dei loro peccati prima della morte
 Nell’antipurgatorio sono puniti coloro che tardarono a pentirsi
 Nelle 7 cornici del purgatorio vengono puniti i 7 peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria
 L’atmosfera che predomina è più serena: i ricordi affettuosi delle anime e di dante, la luce del sole, l’aria aperta e la
lucentezza del mare rinfrancano il poeta dopo la cupezza dell’inferno
 Le anime dei purganti arrivano dal mare, vengono portati da una barca guidata da un angelo.

Paradiso
 Secondo la teoria aristotelico - tolemaica, la terra è al centro dell’universo, circondata da 9 cieli concentrici nei quali
orbitano i pianeti e il sole
 Al di sopra di essi vi è l’Empireo, che ospita i beati nella candida rosa, i 9 cerchi angelici e Dio
 Dante incontra le anime dei beati nei diversi cieli anziché nella candida rosa, per evitare la monotonia, per analogia con le
altre due cantiche, e per rappresentare meglio il concetto di viaggio verso la perfezione, verso Dio
 Vi sono coloro che si sono purificati in purgatorio dopo aver commesso i peccati e coloro che durante la propria vita non
hanno commesso peccati
 Vi è una corrispondenza tra il carattere che i beati ebbero in vita e il cielo che li ospita quando vanno incontro a dante: ad
esempio nel cielo di Marte vi sono i combattenti per la fede, in quello di venere gli spiriti amanti
 La diversità che regna in paradiso è causa di armonia, non di contrasto: Dio assegna a ciascuno un posto, ama ciascuna
anima, muove ogni cielo e la terra, dà vita e energia a tutto il creato.

La pena del contrappasso


Dante immagina le diverse punizioni alle quali sono sottoposte le anime dei dannati (inferno) e dei purganti (purgatorio)
creando una relazione tra le loro colpe e pene inflitte.
Per analogia:
La punizione richiama direttamente il peccato commesso, “gli assomiglia”
I lussuriosi: si sono lasciati travolgere dalla passione, dall'amore sensuale; vengono spinti, travolti dalla bufera infernale.
Per contrasto:
La punizione è l’opposto della colpa commessa
Gli ignavi: non hanno mai preso posizioni nette, decisioni determinanti per difendere un principio o combattere contro ciò che
è sbagliato; sono costretti a correre, dietro ad una bandiera priva di simboli, punti da insetti, il sangue che cola dalle loro ferite
cade al suolo e nutre dei vermi.

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