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DIVINA COMMEDIA: IL TITOLO

La Divina Commedia presenta toni e argomenti quotidiani, anche se accostati ad altri elementi e toni elevati:
proprio per questo, Dante sceglie di chiamarla commedia (nel medioevo distinguevano la commedia e la tragedia
solo a livello letterale, non le consideravano opere teatrali). L'aggettivo divina infatti sarà usato per primo da
Giovanni Boccaccio, dopodiché diventerà parte integrante del titolo con un'edizione del ‘500 curata da Lodovico
Dolce, circa 3oo anni dopo (edizione critica= tiene conto di tutte le esegesi, esegeti= coloro che spiegano i versi
difficili). Il titolo sembra alludere anche al suo contenuto: all'inizio l'inferno è orribile e disgustoso (come nelle
commedie), Alla fine invece il paradiso è piacevole e pacifico. Dunque, la commedia inizia la narrazione da
situazioni difficili, ma poi finisce bene. quindi all'inizio è paurosa e riprovevole perché tratta dell'inferno, alla fine è
buona e gradita perché tratta del paradiso. Altra allusione del titolo può essere riferimento alla scelta del volgare
(= una lingua familiare, in grado di essere compresa anche da quelli che non hanno alle spalle studi approfonditi).

LE DIVERSE INTERPRETAZIONI

Oltre alla lettura letterale dell’opera, è necessario adottare anche la chiave di lettura allegorica: lo scopo del
poema è riportare gli uomini sulla retta via e ammonirli, non solo raccontargli del viaggio. Due sono le chiavi di
lettura principali:

Interpretazione morale → l’umanità si trova persa nel peccato (la selva) da cui non è facile uscire, dunque, è
necessario per l’uomo fare appello alla ragione (Virgilio) e con il suo aiuto fare un esame di coscienza (il viaggio
all’inferno) e pentirsi espiando le proprie tendenze peccaminose (purgatorio). Tuttavia, dopo aver ricondotto gli
uomini alle 4 virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza), l’uomo non è ancora salvo e dovrebbe
fare appello anche alla grazia divina (Beatrice), la sola capace ad innalzare l’animo e la mente a dio attraverso il
pieno possesso delle virtù teologali (fede, speranza, carità).

Interpretazione politica → l’umanità è smarrita dal disordine civile e non è esce a causa di tre mali: l’eccessiva
divisione tra fazioni (lonza), la forza della casa di Francia (leone) e l’ingordigia della Chiesa (lupa). L'unico modo
per salvarsi è affidarsi a 2 guide: quella pratica (Virgilio) come quella dell’imperatore (che conduce ad una felicità
terrena) e quella spirituale (Beatrice) come quella del Papa, che aiuta a raggiungere la felicità ultraterrena.

LA LETTURA FIGURALE

Oltre alle letture di tipo allegorico, il genere di “sovrasenso” che dobbiamo applicare è maggiormente quello
figurale. La figura sarebbe qualcosa di reale, che rappresenta e annuncia qualche altra cosa, anch’essa reale e
storica. La figura presuppone la verità storica dell’elemento, che viene usato per rimandare ad altro. Nell’allegoria
il primo elemento è impiegato solo al fine di richiamare il secondo.
Esempio: Virgilio è la ragione umana, ma per Dante non cessa di essere il poeta latino e dunque assume altri
valori: la ragione (senza perdere la propria specificità di personaggio storico).

EPISTOLA A CANGRANDE DELLA SCALA: COME LEGGERE LA DIVINA COMMEDIA

Si tratta di una lettera, la 13esima delle Epistole, redatta intorno al 1316, destinata Cangrande della scala, il
signore di Verona protettore del poeta. quest'ultimo annuncia che era intenzionato a dedicargli il paradiso, e gli
offre alcune chiavi di lettura.
Il significato di quest'opera non è uno solo ma è polisemico (contiene più significati). Il soggetto di tutta l'opera in
un'interpretazione letterale è lo stato delle anime dopo la morte inteso in generale. Da un'interpretazione
allegorica si trae invece l'uomo come soggetto, che ottiene premi o punizioni da parte della giustizia divina in
base ai suoi meriti o demeriti. Dante afferma che il tipo di allegoria da applicare la lettura della sua opera è
l'allegoria dei teologi (nella quale il livello letterale è vero, a differenza dell'allegoria dei poeti, nella quale il livello
letterale il discorso è finto). Dunque, il racconto è un viaggio reale, un'esperienza accaduta davvero. Dante inoltre
sottolinea l'intento e la finalità dell'opera: si fa prototipo (figura) dell'uomo nuovo, un missionario che cerca di
riscattare il genere umano dalla corruzione morale. Il poeta esplica dunque un vero e proprio intento missionario
e morale, ma sottintende anche una sorte di “lezione” o “ammonizione” ai fiorentini.
Dante distingue quattro livelli di comprensione:
- senso letterale: è il più superficiale, analizza e comprende solo ciò che il testo esprime direttamente
- allegorico: è un significato riposto e allusivo, diverso dal contenuto logico delle parole
- morale: ha lo scopo di ricavare dalla lettura un insegnamento
- anagogico: induce a considerare i fatti nei testi sacri come prefigurazione di verità divine o rimandi a verità
teologiche
UNIVERSO SECONDO DANTE

Egli si basa sul sistema aristotelico-tolemaico. secondo questa concezione la bontà di Dio si trasmette
diversamente alle varie creature. Questa diffusione differente spiegata con la metafora della luce, che
simboleggia la maggiore o minore presenza Di Dio: per questo l'inferno è il luogo della massima oscurità, il
paradiso invece della massima luminosità.
L'aldilà è rappresentato secondo un preciso schema architettonico: l'oltretomba si dispone intorno a un asse che
parte dal centro di Gerusalemme e giunge al centro della terra, attraverso la voragine dell'inferno che si apre
sotto la città. Da qui, l'asse prolungato fino all'altro emisfero, diventa di un tronco di cono: il purgatorio.
quest'ultimo un Monte che si erge nell'emisfero australe andando a terminare al centro di un piano, il paradiso
terrestre. Questo è sulla sommità del monte ed opposto a Gerusalemme. L'asse, prolungandosi ancora, sale di
cielo in cielo, fino al centro della rosa dei beati, ovvero l'Empireo.

SIMMETRIA E NUMEROLOGIA

Dante ha immaginato un mondo ultraterreno ordinato e coerente, in cui tutte le sue parti si rispondono a vicenda:
tale armonia è lo specchio di quell'ordine cosmico di cui Dio stesso è garante. E questo ordine è reso dal poeta
attraverso una serie di artifici narrativi: il purgatorio è un simmetrico rovesciamento dell'inferno (entrambi coni) e
hanno anche le stesse dimensioni, infine presentano entrambi una selva (l'inferno c'è l'ha all'inizio e il purgatorio
alla fine). Ci sono precisi rimandi anche tra inferno e paradiso: in entrambe le cantiche i primi personaggi con cui
parla sono donne (Francesca e Piccarda Donati). Finiscono tutte e tre con la parola “stelle” e tutti i canti sesti
sono dedicati a tematiche politiche
La simbologia numerologica è basata sui numeri uno e tre. Altri numeri sono il 9 e il 10 (il 9 come quadrato di tre
e il 10 come 9+1, che rappresenta completezza). Anche il 7 è ricorrente (i cieli): si richiamano i numeri della
cabala.
- il metro è la terzina (strofa di tre versi)
- le cantiche sono tre, I canti di ogni cantica 33 + uno di introduzione generale (così in totale sono 100 canti
= 10 al quadrato)
- tre regni ultraterreni, ognuno suddiviso in 10 zone (nell'inferno 9 cerchi + antinferno, nel purgatorio 7
cornici + tre zone antipurgatorio, nel paradiso 9 cieli + l'empireo).
L'INFERNO

-Diviso in 9 cerchi concentrici che si fanno sempre più piccoli


-Più si scende, più il peccato è grave
-Forma di cono rovesciato (per evitare il contatto con Lucifero)
-Pene basate sul contrappasso: il tormento avviene per analogia o per antitesi e richiama il peccato compiuto
-Le pene non sono solo fisiche, ma anche morali: privati del pentimento, insoddisfazione perenne...
-C'ha un vestibolo: Antinferno, dove sono puniti gli ignavi
-Acheronte (fiume presso cui le anime si raccolgono per essere portate all’inferno da Caronte)
-1^cerchio: limbo→ anime morte prima della nascita di Gesù/ la pena è solo morale: conoscere dio

Alto inferno: punizione dei peccati d’incontinenza: incapacità di dominare le passioni (lussuriosi, golosi, prodighi,
avari, accidiosi, iracondi).

Basso inferno: punizione dei peccati di malizia, di malvagità (sono separati dalla città di Dite) come gli eretici, i
violenti (verso il prossimo, verso sé stessi, i violenti contro Dio), le 10 specie di fraudolenti (ruffiani e seduttori,
adulatori, simoniaci, indovini, barattieri, ipocriti, ladri, consiglieri fraudolenti, seminatori di scandali e scismi e i
falsari) e infine i traditori della famiglia, della patria, degli ospiti e dei benefattori. Alla fine c’è Lucifero con le sue 3
facce insieme a Bruto e Cassio (traditori dell’impero) e Giuda (traditore di Gesù).

IL PURGATORIO

-Raggiungibile passando per il centro della terra


-Vetta piatta: eden
-Montagna circondata dal mare
-Guardiano: Catone l’Uticense, simbolo di libertà interiore
-Legge del contrappasso per le pene
-Le anime passano tutte le cornici (7) ma si fermano solo dove devono scontare il peccato
-Scorre il tempo, si condividono le esperienze e ci sono paesaggi realistici
-Virgilio lascia Dante che prosegue con Beatrice, dopo aver compiuto un rito di purificazione
-In ognuna delle sette cornici c’è un angelo che rappresenta la virtù opposta al peccato compiuto
-Nell'antipurgatorio ci sono 4 gruppi di anime negligenti a pentirsi, riconciliate con Dio solo negli ultimi momenti di
vita e rimangono lì tanti anni quanti hanno vissuto: i morti scomunicati, i pigri, i morti di morte violenta e i principi
negligenti
-Le cornici sono raggruppabili in 3 gruppi: peccati commessi per amore rivolto al male (1-3), scarso amore del
bene (4) e amore per i beni terreni (5-7)

1^ →i superbi/ angelo dell’umiltà


2^ →invidiosi/ angelo della misericordia
3^ → iracondi/ angelo della pace
4^ →accidiosi/ angelo della sollecitudine
5^ → avari e prodighi/ angelo della giustizia
6^ → golosi/ angelo della temperanza
7^ → lussuriosi/ angelo della castità

IL PARADISO

-Luce progressiva che aumenta salendo


-Empireo: cielo incorporeo, statico, infinito e sede del paradiso celeste
-I cieli sono concentrici, corporei, mobili e finiti. Girano su sé stessi più velocemente quando sono + vicini a dio
-A ciascun cielo è preposto un coro angelico
-Regno eterno, no scorrere del tempo

1^ → quello della luna/ anime di coloro che vennero meno (involontariamente) ai voti religiosi
2^ → quello di mercurio/ spiriti di coloro che operarono per amore di fama e onore nel mondo
3^ → quello di venere/ luci degli spiriti amanti
4^ → quello del sole/ splendore degli spiriti sapienti
5^ → quello di marte/ spiriti guerrieri che combattono per la fede in cristo
6^ → quello di giove/ gli spiriti giusti (simbolo della giustizia e dell’impero)
7^ → quello di saturno/ spiriti contemplanti
8^ → quello delle stelle fisse/ vede il trionfo di Cristo e di Maria e viene esaminato sulle virtù teologali da San
Pietro, San Giacomo e San Giovanni
9^ → quello cristallino o primo mobile/ il poeta vede i 9 cori angelici che ruotano con rapidità e splendore intorno
a un punto luminosissimo che è Dio

Empireo: può abbracciare quello sguardo tutto il paradiso in forma di candida rosa e ha visione suprema di Dio e
del mistero della Trinità

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