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STRUTTURA

divisa in 3 parti dette cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso),


ciascuna delle quali costituita da 33 canti (a parte lInferno che ne
conta 34, il primo funge infatti da prologo allintero poema) per un totale
di 100 canti.
La metrica: La Commedia scritta in terzine di endecasillabi a rima
incatenata, secondo lo schema (ideato da Dante) ABA BCB CDC e cos
via.
Simbologia numerica: incentrata soprattutto sul numero 3 che allude alla
Trinit divina, e sul numero 9. Si tratta di numeri che, oltre che nella
struttura stessa del poema, ritornano spesso anche nelle singole parti (il
numero 3: categorie dei peccati, i luoghi del Purgatorio, la tripartizione
del Paradiso / il numero 9: i cerchi dellinferno, i cieli materiali del
Paradiso / il numero 10: le bolge, i cieli del Paradiso / il numero 7
(3+3+1): le cornici del Purgatorio, i cieli del Paradiso in cui sono
distribuite le anime).
LINFERNO
Dante contempla un giudizio morale sulla base di unetica che gli viene
da Aristotele (tradotto in latino da San Tommaso). Aristotele e San
Tommaso sono quindi la base del giudizio morale che Dante contempla.
Luomo possiede il libero arbitrio, la responsabilit delle proprie scelte: il
giudizio sulla trasgressione motivato dalla capacit che noi abbiamo di
guidare la nostra condotta con la facolt superiore che propriamente
umana poich luomo superiore agli altri essere in quanto possiede la
ragione. la ragione la principale facolt in base alla quale noi operiamo
e veniamo giudicati. Non si tratta di un giudizio che un rigorosissimo
come Dante si da, ma proprio il giudizio che il diritto e la morale
comune d, giudizio variato dalla morale cristiana.
LInferno di Dante ha i suoi primi gironi proprio valutabili sulla base del
fatto che vicino alla superfice della terra i primi gironi contengono dei

peccatori che, pur essendo colpevoli di peccato mortale, non hanno


peccato in modo grave come coloro che staranno pi sotto. Questo
forma dimbuto che Dante d allinferno un imbuto in cui i gironi pi
larghi sono anche i pi superficiali e i pi (relativamente) lievi per quanto
riguarda la pena.
Anzi, Dante cos articolato che parte col dire che c il cosiddetto
Antinferno, un luogo in cui nemmeno si viene giudicati se non si stati
capaci di qualificare la propria vita con le proprie scelte: gli Ignavi.
Subito dopo, nel primo cerchio, il Limbo, Dante colloca tutti coloro che
per essere nati prima della venuta di Cristo, per essere morti prima del
battesimo, per essere stati grandi ma non partecipi della Rivelazione,
ecco che sono in una specie di condanna beata, e sappiamo che loro
sono infelici per non aver conosciuto Dio. Sono quindi in un luogo
privilegiato ma vivono, nella vita eterna, una privazione assoluta.
NellInferno noi andiamo a ragionare sulla base delluso che luomo ha
fato di quella facolt superiore, della ragione non nel trasgredire alla
legge di Dio, ma di soddisfare tutti i bisogni primari della vita stessa. I
peccati che ritroviamo sono quelli che secondo una visione medievale
sono quelli che pi manifestano questa incapacit di governare questi
istinti naturali (naturali quindi, che ci ha donato Dio, ma che noi no
possiamo soddisfare in modo sfrenato senza usare la ragione per
misurarli). Per prima c la lussuria, poi a gola, poi la cupidigia (che
quasi sempre assieme alla lussuria sono ritenuti i due peccati nei quali
cadiamo pi spesso). Dopo di che abbiamo gli accidiosi e gli iracondi e
poi finisce li: si tratta dei peccati di INCONTINENZA.
Con il sesto girone, un girone a s, Dante crea un luogo per gli eretici,
vale a dire colore che non tanto contravvengono alla legge di Dio ma alla
Chiesa di Dio, che attentano allunit e allortodossia della Chiesa.
Nella parte centrale dellinferno noi passiamo dallincapacit della
ragione di governare il soddisfacimento naturale dei nostri bisogni
primari a quando invece noi perdiamo luso della ragione: la VIOLENZA.
Nel compiere violenza noi commettiamo ingiuria, landare contro la
legge. Stiamo parlando del settimo cerchio, che si suddivide in tre gironi:
1. quello per chi ha commesso violenza contro il prossimo, 2.chi contro

se stesso (es. Pier delle vigne) e 3.chi contro Dio. Abbiamo quindi una
ragione che viene per un momento sospesa, ammattisce luomo, lo
bestializza e opera contro il prossimo ingiuria.
Si passa poi allottavo e nono cerchio: i fraudolenti, coloro che hanno
commesso FRODE. Cosa determina la frode? Luso della ragione in
modo malizioso. La ragione, donataci da Dio per sapere distinguere tra
bene e male. Se luomo, pervertitiamente, usa la ragione per perseguire
il male, ecco che fraudolento. Ecco perch la frode il peccato pi
grave: la ragione non perde lucidit, bens, ha il pieno controllo di se
stessa, e lo usa per perseguire il male. Come inizia la discesa verso
lultima zona? A un certo punto Dante vede emergere Giorione, che si
presenta con una faccia benevola, ma che poi dimostra di avere un
corpo di mostro e una coda che punge e avvelena come lo scorpione.
Questa la frode: apparentemente benigna e in fondo velenosa e
malvagia.

PURGATORIO
Quando Dante e Virgilio aspurgono alla spiaggetta, alla supercice
dellaltro emisfero, il viaggio riprende la sua direzione verso lalto.
Nellinferno eravamo nello sprofondo della Terra, con il Purgtorio
torniamo sulla superfice terrestre. Dante colloca nellaldil una realt che
come la nostra Terra, e cio come la nostra vita. Ecco perch il
Purgatorio il regno del tempo, il regno che misura lo stare come anime
penitenti in attesa del Paradiso, con la certezza che vi si andr. Abbiamo
qui la realt di un giudizio che misericordioso, che ha compassione
delluomo e che quindi gli concede la possibilit del pentimento. La
dolce sofferenza del purgatorio lo porter poi in paradiso. La superbia,
linvidia, lira sono le prime tre cornici, pi vicine allinferno. Ira:
aggiungere, con la vendetta, uningiustizia allingiustizia. Queste prime
tre tendenze peccaminose che espiano il residuo e la tendenza al
peccato che hanno teso a commettere amando il male.

Al centro della montagna c poi una cornice a s: quella degli accidiosi.


Laccidia consiste nel sapere qual la via del bene e non avere la forza
per seguirla. Laccidioso ha questa difficolt ma ama IL bene.
Le ultime tre cornici: avari e prodighi, coloro che amano la ricchezza, i
beni materliali, i beni mondani, che partono dai bisogni per diventare
beni assoluti. Seguono poi i golosi e i lussuriosi. Queste ultime tre
categorie comprendono coloro che amano i beni, e li amano troppo. Si
tratta di beni che Dio ci ha donato e di cui abbiamo necessit, ma siamo
chiamati ad amarli non oltre quella necessit.
Sono quindi 7 le cornici del purgatorio: le prime 3 rappresentano lamore
per il male (cattivo oggetto damore), poi lamore per il Bene (non il bene
relativo e passeggero, ma del Bene assoluto, che viene da Dio) e infine
lamore eccessivo per i beni. E poi arriviamo al Paradiso Terrestre, con lo
scambio di consegne (Virgilio scompare e arriva beatrice), il pentimento,
la confessione e il pianto di Dante e ha poi inizio il volo di Beatrice e
Dante verso il paradiso.

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