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Ecco alcuni anatema mai revocati dalla Chiesa

Cattolica Romana:

1. ‘Se qualcuno afferma che nella chiesa romana (che è madre e maestra di tutte le chiese) non vi è la
vera dottrina del battesimo: sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 3);

2. ‘Chi nega che per la grazia del signore nostro Gesù Cristo, conferita nel battesimo, sia rimesso il
peccato originale (…) sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. V,5);

3. ‘Chi nega che i fanciulli, appena nati debbano essere battezzati (….) sia anatema’ (Concilio di
Trento. Sess. V,4);

4. ‘Se qualcuno afferma che i bambini, poiché non hanno la capacità di credere, ricevuto il battesimo
non devono essere considerati cristiani e quindi divenuti adulti, devono essere ribattezzati; o che è
meglio omettere il loro battesimo, piuttosto che battezzarli nella fede della chiesa, senza un loro
atto di fede; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 13).

5. ‘Quelli, i quali affermano che i santi – che godono in cielo l’eterna felicità – non devono invocarsi o
che essi non pregano per gli uomini o che l’invocarli, perché preghino anche per ciascuno di noi,
debba dirsi idolatria, o che ciò è in disaccordo con la parola di Dio e si oppone all’onore del solo
mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo; o che è sciocco rivolgere le nostre suppliche con la voce
o con la mente a quelli che regnano nel cielo, pensano empiamente’ (Concilio di Trento, Sess. XXV).

6. ‘Noi insegniamo, e definiamo essere dogma divinamente rivelato che il Romano Pontefice, quando
parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, in
virtù della sua suprema autorità apostolica, definisce che una dottrina riguardante la fede o i
costumi dev’essere ritenuta da tutta la chiesa, per quell’assistenza divina che gli è stata promessa
nel beato Pietro, gode di quella infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto dotata la sua chiesa,
allorché definisce la dottrina riguardante la fede o i costumi. Quindi queste definizioni sono
irreformabili per virtù propria, e non per il consenso della chiesa [1]. Se poi qualcuno – Dio non
voglia! – osasse contraddire questa nostra definizione; sia anatema’ (Concilio Vaticano I, Sess. IV,
cap. IV)

7. ‘Se, quindi, qualcuno dirà che non è per istituzione dello stesso Cristo signore, cioè per diritto
divino, che il beato Pietro ha sempre dei successori nel primato su tutta la chiesa; o che il Romano
pontefice non è successore del beato Pietro in questo primato: sia anatema’

8. ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non sono necessari alla salvezza, ma
superflui, e che senza di essi, o senza il desiderio di essi, gli uomini con la sola fede ottengono da
Dio la grazia della giustificazione, anche se non sono tutti necessari a ciascuno; sia anatema’
(Concilio di Trento, Sess. VII, can. 4.)

9. ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non sono stati istituiti tutti da Gesù Cristo,
nostro signore, o che sono più o meno di sette, e cioè: il battesimo, la confermazione, l’eucarestia,
la penitenza, l’estrema unzione, l’ordine e il matrimonio, o anche che qualcuno di questi sette non
è veramente e propriamente un sacramento; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 1)

10. ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non contengono la grazia che significano,
o che non conferiscono la stessa grazia a quelli che non frappongono ostacolo, quasi che essi siano
solo segni esteriori della grazia o della giustizia già ricevuta mediante la fede, o note distintive della
fede cristiana, per cui si distinguono nel mondo i fedeli dagli infedeli; sia anatema’ (Concilio di
Trento, Sess. VII, can. 6)

11. ‘Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, così da intendere che non si
richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione e che in
nessun modo è necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà; sia
anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VI, can. 9).

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