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Donne guide come una quintessenza della luce e evoluzione della luce nella Divina
Commedia di Dante Alighieri
In mio ricerco mi sono concentrata anche sulla tematica feminista della luce
collegata alle donne sacre dantesche perché è interessante che alla vista di Dante le
donne sono superiori degli uomini in Commedia, rappresentano una luce spirituale a
volte più vasta que quello da Dio perché non sono sola le muse e le guide ma sono
anche una certa quintessenza di tutta la luce del mondo terrestre e quello dell’aldilà.
Allora, guardiamo insieme la significazione della luce delle donne guide nel
canto 2 dell’Inferno. In questo canto vediamo i dubbi di Dante riguardo il viaggio
nell'aldilà. Virgilio cerca d’incoraggiarlo per questo viaggio e gli racconta che
Beatrice chiedeva per lui, proprio come Madonna e Santa Lucia – le donne sacre.
Rendendosi conto che tante donne importanti volevano gli aiutare, Dante si risolve a
entrare nell’Inferno:
Dunque: che è? perché, perché restai,
perché tanta viltà nel core allette,
perché ardire e franchezza non hai,
(Inferno 2, 120-126)
(Inferno 2, 42-48)
(Inferno 2, 54-57)
Nemmeno il nome di Lucia chi chiedeva per Dante anche, deriva dalla luce,
questa donna e un simbolo della compassione in Commedia, appare in questo canto
come la guida del nostro protagonista per mostrargli una buona via. Dante lo chiama
“nimica di ciascun crudele” perché i crudeli non sono capaci a essere così
compassionevoli come questa donna sacra. (Inferno 2, 100)
(Inferno 2, 126-129)
Solo nel Paradiso Dante capisce che Beatrice ha sofferto per lui, ha pagato
i suoi peccati, ha fatto tutto quello che in teologia cristiana rappresenta uno dei sensi
più centrali. E questa idea ha ricevuto nella poesia dantesca un’incarnazione
femminile. L’amore di una donna viene elevato al rango di divino, sacrificale,
salvifica.
Ci rivolgeremo al canto 9 del Purgatorio dove Dante sogna per la prima
volta. Il questo canto è cruciale non solo per la tematica delle donne guide ma anche
per tutta la Commedia. Qui, come nel canto 2 dell’Inferno Dante dubbia e pensa a
tornare indietro. Ha un sogno dove un’aquila lo porta indietro verso l’inizio del
viaggio, lui, essendo spaventato, si sveglia e parla a Virgilio. Alla fine, grazie
all’angelo, riesce ad entrare nel Purgatorio.
Vediamo che anche come nel canto 2 dell’Inferno è esattamente una donna
chi appara dall’alta e salva Dante dalle fiamme. I vecchi filosofi supponevano che
una sfera dove si trovava Dante nelle fiamme, era una sfera del fuoco, più alta della
sfera aerea, cioè circa vicino alla Luna. Quindi, il nostro protagonista passa la scala
delle similitudini e alla fine torna indietro verso Vergilio.
Infatti, questo sogno è molto luminoso. C’è tutto: riferimento ad Aurora, dea
del sole mattutino, il fuoco dove Dante è portato da l'aquila, Lucia che salva Dante,
l’azione purificatrice del sole, un angelo luminoso all’entrata nel Purgatorio.
(Purgatorio 9, 10-11)
Ricordiamo che nel Purgatorio non c’è una luce chiara, c’è una luce debole.
Purgatorio è come un gradino medio tra la luce illuminata e la luce molto bassa.
Dante si trova come se fosse a cavallo delle nuove conoscenze e per ottenerle deve
superare questo gradino, deve capire il livello della luce dove si trova. Trovando
nella fase del questo superamento, avverte il lettore che ha intenzione di cambiare il
suo modo della narrazione. Lui stesso supera questo gradino per le nuove
conoscenze e perché c’è una necessità per il lettore di fare lo stesso.
(Purgatorio 9, 87-90)
(Purgatorio 9 90-93)
(Purgatorio 9, 75-84)
Non riesce a vederlo perché a questo momento non è ancora deciso. La
sua decisione di agire presa, l’angelo gli ha aperto la porta. Quando ha fatto questo
sforzo, comincia a vedere l’angelo perché gli si è aperta la porta delle nuove
conoscenze. E qui, la luce dell’angelo è diventata così chiara che Dante non poteva
capire come poteva non vederlo prima.
(Purgatorio 9 114-117)
Guardiamo il canto 33 del Purgatorio dove Dante guidato da Matilda
incontra Beatrice, beve del fiume e dopo diventa pulito e pronto ad andare nel
Paradiso. Questo canto è importante per la mia tematica perché qui vediamo
Beatrice che insegna e pure rimprovera Dante per tutti i suoi peccati terrestri.
Un'immagine di Beatrice forte, una donna guida ha finalmente portato il suo amante
al punto cruciale del viaggio – l’entrata nel Paradiso.
Beatrice parla a Dante di che cosa scriverà nella sua poesia dopo il ritorno
nel mondo terrestre, gli ricorda che deve farlo in questo modo che la gente capisce
la verità, i loro peccati.
Beatrice fa l’accento sul fatto che Dante resta peccato per ora, gli guarda
dall’alto, dicendo:
Ma al certo momento, Lei dice che il suo discorso sarà chiaro per Dante
perché prova che lui ha capito quello che voleva dirgli e, finalmente, Dante diventa
pronto a superare l’entrata del Paradiso. Beatrice ha visto il lume nel discorso di
Dante, un lume della conoscenza.
Dante canta il nome della sua amante, come sempre, si rivolgendo a Lei
come alla luce più luminosa del mondo:
Ma Beatrice, ideale e divina, capisce che Dante non è allo stesso livello di
conoscenza che Lei ma gli dà la possibilità di entrare nel Paradiso perché Lei è
rappresentata come ideale della compassione e virtù. Dante beve dell’acqua sacra e
si purifica.
Beatrice, come le altre donne sacre rappresentate nella poesia è una luce
cruciale di tutta la Commedia. Essendo le guide per il nostro protagonista, una
quintessenza della luce e conoscenza, della compassione e sacralità, dell’amore e
della religione, le donne illuminano il viaggio di Dante Alighieri nell’aldilà. Il nome di
Beatrice ha il senso di “quella chi renda felice”.
Io, oserei supporre che probabilmente per Dante era Beatrice sola, la sua
immagine come un corrente infinito dell’inspirazione, e non c’erano le altre donne
che per una narrazione più vasta e i sensi più sviluppati.
Beatrice nella poesia dantesca “représente l'âme spirituelle qui s’exprime
en nous à certains moments de notre vie pour nous faire entrevoir notre nature
véritable et notre identité profonde. Béatrice symbolise ce plan inférieur et supérieur
de l’Amour-propre à l'âme spirituelle, qui provoque un irrésistible attrait qui purifie et
rend meilleur. L’amour du Bien élève l'âme de qui le regarde, en engendrant les
vertus d’humilité, de bonté, de patience et de douceur. Comme l’explique Dante,
“elle rend noble tout ce qu’elle voit, ce qui revient à dire qu’elle induit Amour en
puissance même là où il n’est pas.”
Beatrice n’est pas une femme mais véritablement un ange, une
ambassadrice di divin, un inépuisable prodige, un miracle… Béatrice est par-dessus
tout une allégorie de la sagesse. A la fin du Banquet, Dante écrit: je dis et j’affirme
que la dame dont je m’épris fut la très belle et très honorable fille de l’empereur de
l’univers, à laquelle Pythagore décerne le nom de Philosophie. En cette qualité,
Béatrice traverse les trois sphères de la Divine Comédie. (Isabelle Ohmann; Dante
et le voyage initiatique de la Divine Comédie)