Sei sulla pagina 1di 5

LEZIONE 23

IL LESSICO

Generalmente il lessico costituisce il vocabolario mentale che i parlanti


possiedono, ma anche il vocabolario ‘totale’ fisico dei termini di una certa
lingua. Nel primo caso si tratta di una conoscenza interna alla mente del
parlante, mentre il vocabolario è un oggetto esterno realizzato con un preciso
scopo. Il lessico mentale dipende dagli stimoli ed esperienze che il soggetto ha
potuto sperimentare, mentre il lessico ‘fisico’ contiene tutte le parole di una
certa lingua, o perlomeno più parole possibili tra quelle conosciute.

In grammatica il lessico costituisce la base perché è necessario a tutti gli altri


aspetti che la compongono: la semantica se ne serve per i significati, la fonologia
per l’espressione dei suoni e la morfologia per la composizione della sintassi. La
morfologia è parte della competenza lessicale perché riguarda la composizione
delle parole, la capacità di riconoscerle (morfologia derivazionale) e comporle
nel momento in cui le parole possono avere sia caratteristiche proprie che
caratteristiche che intervengono nel momento in cui la parola è estratta dal
lessico e inserita in un contesto sintattico in cui deve interagire con altri
elementi. Qui interviene il fenomeno dell’accordo/flessione, per cui alcune
parole come i nomi o i verbi cambiano forma quando inserite in una frase per
accordarsi con le altre (es: i verbi vengono declinati, i nomi sono accordati per
numero e genere, ecc).
Il lessico quindi è in un modulo in interazione con tutto il sistema grammaticale e
agisce sulla memoria a lungo termine a differenza degli altri moduli della
grammatica, perché questi intervengono solo ‘sul momento’, quando ce n’è la
necessità per elaborare dei concetti, quindi si parla di memoria di lavoro/a breve
termine.

Il lessico è un insieme aperto: non completamente definito, perché derivando


dall’esperienza individuale ogni parlante può avere conoscenze diverse dagli altri
ed è sempre possibile ampliare sia il proprio lessico personale che quello
generale di una data lingua. E’ in continuo rinnovo perché è possibile anche che
determinate parole escano dall’uso comune e altre vengano invece incluse;
comunque però la base lessicale condivisa dai parlanti di una certa lingua è
necessariamente ampia perché altrimenti non avrebbero possibilità di
comunicare.

I SIGNIFICATI DI ‘PAROLA’:
Tutti i parlanti di una certa lingua sanno cos’è una parola e
riconoscono quelle che appartengono alla propria lingua o meno: è
possibile però distinguere le diverse accezioni che definiscono
‘parola’.
 LESSEMA: è l’unità lessicale in senso astratto.
Comprende forme flesse (accordo del lessema con gli altri elementi
per genere e numero), forme contestuali (forma che un lessema
assume nel contesto di una frase, ma che non porta significato
contrastivo) e forme di citazione. Queste ultime non sono
propriamente parte della grammatica, ma costituiscono un modo di
riferirsi a lessemi (soprattutto verbi) che si vogliono citare in una
determinata frase.

Esempi:
forma flessa  ‘figlio’ è il lessema di riferimento, ‘figli/a/ie’ sono le
forme flesse che può assumere.

forma contestuale  In una determinata frase, scrivere ‘un’ o ‘uno’


dipende dal contesto con cui adattarsi, ma il significato rimane lo
stesso indipendentemente dalla forma che si sceglie di utilizzare.

forma di citazione  Nella frase ‘il verbo camminare è transitivo’ la


citazione è data dal fatto che il verbo sia indicato nella forma
dell’infinito e come ‘esempio’.

 LEMMA: è la forma con cui i lessemi vengono indicati all’interno dei


vocabolari.

 LA RAPPRESENTAZIONE LESSICALE: è l’insieme di tutte le caratteristiche di un


determinato lessema. Definisce tutti gli aspetti che lo riguardano:
significato/definizione, forma base (se è un verbo coniugato, si analizza nella forma
infinita), categoria morfosintattica (cioè: grammaticalmente che è elemento è? Verbo,
nome, aggettivo, ecc..), classe di flessione (se si tratta di un verbo: declinazione),
eventuali forme irregolari, il modo in cui la parola può essere collocata
sintatticamente in una frase (cioè: quali altri elementi servono perché questa parola
funzioni all’interno della frase?) e la struttura interna (cioè: la parola deriva da
un’altra?).

Il lessico è una lista strutturata in cui esistono delle reti che uniscono tra loro
determinate parole e questo permette al parlante di poterle associare più facilmente.
Queste reti sono:
 CAMPI SEMANTICI  alcune parole appartengono allo stesso contesto e possono
quindi essere associate in base a questo.
 SINONIMIA  alcune parole hanno lo stesso significato. Generalmente però non è
molto comune che due o più parole abbiano esattamente lo stesso significato: di solito
esistono delle accezioni che, anche se in modo sottile, distinguono tra loro le parole.
Ad esempio, tra due termini sinonimi è probabile che uno venga usato in un contesto
formale e l’altro no (es: dono/regalo), o che uno dei due possa essere usato anche con
significato metaforico e l’altro no, ecc.
 OPPOSIZIONE/ANTONIMIA  due o più termini hanno significati opposti tra loro.
 GERARCHIE  gli iperonimi sono parole che nella loro definizione comprendono per
significato al loro interno gli iponimi, ovvero termini più specifici che costituiscono
delle ‘sottocategorie’.
Esempio: ‘animali’ è iperonimo di ‘mammiferi’, perché questi ultimi sono compresi
automaticamente nella definizione generica di ‘animali’.
 RETI MORFOLOGICHE  le parole sono legate tra loro per derivazione.
Esempio: opera operare  operato  operaio  operazione, ecc..

DEFINIZIONE DI ‘PAROLA’
Non è possibile definire una parola precisamente ‘unità di significato’, perché spesso il
significato che viene attribuito alle parole in un determinato contesto non è letterale:
questo vale ad esempio per le espressioni idiomatiche.
Oltretutto, il modo di distribuzione dei significati può variare tra le diverse lingue: se in
una lingua un dato significato può essere espresso da una parola sola, è possibile che
quello stesso significato necessiti di più parole per essere espresso in un’altra lingua.
Ad esempio: ‘andrete’  ‘you will go’.

Quindi: in quale caso una sequenza di suoni corrisponde ad una parola?


Bisogna valutare diversi principi:
 ININTERROMPIBILITA’  diversamente dalle espressioni, le parole non sono
interrompibili. Anche trattandosi di parole composte, quindi fatte di più parti
facilmente riconoscibili, perdono di senso nel momento in cui si inseriscono altri
elementi in mezzo, quindi i parlanti riconoscono che non è possibile farlo.
Questo principio varia di lingua in lingua a seconda di come i significati vengono
distribuiti. Esempio: ‘andiamo’ non è interrompibile  ‘we go’ può esserlo: ‘we never
go’, ‘we always go’, ecc.

 MOBILITA’  All’interno di una frase, una parola può assumere posizioni diverse senza
che questo ne cambi necessariamente il significato. È una caratteristica che in italiano
appartiene particolarmente agli avverbi.
Esempio: ‘leggo spesso il giornale’  ‘spesso leggo il giornale’  ‘leggo il giornale
spesso ‘.

La mobilità però non si applica all’interno delle parole: se una parola è composta da più
parti riconoscibili, non è possibile spostarle tra loro.
Esempio: ‘letterariamente’  ‘letter- aria- mente’  non può diventare ‘letter-mente-
aria’

Le parole appartengono a categorie diverse: una categoria è una classe composta di


entità che hanno caratteristiche comuni. Per identificare tali caratteristiche, si va al di
là del concetto di significato, perché i significati sono spesso associabili (per
derivazione ad esempio) anche tra parole che appartengono a categorie differenti.
Le caratteristiche che si considerano per definire una categoria sono quindi altre e
riguardano il ‘comportamento’ delle parole e le loro proprietà.
Ad esempio: I NOMI sono una categoria, e le parole che ne fanno parte hanno in
comune la proprietà di essere flessi.
E’ importante distinguere categoria da funzione: la funzione è il ruolo che una
determinata parola svolge all’interno di una frase (es: soggetto predicato,
complemento, ecc.)
Questa distinzione è utile perché all’interno di una frase parole che appartengono a
categorie diverse non sono interscambiabili solitamente.
Ad esempio: ‘la ragazza è interessante’  ‘la giovanile è interessante’
la seconda frase non ha senso, perché ‘ragazza’ e ‘giovanile’ appartengono a due
categorie diverse e di conseguenza non possono essere scambiate per ricoprire lo
stesso ruolo in una frase.
E’ importante anche notare che due o più parole che appartengono alla stessa
categoria, proprio perché possono essere interscambiabili, non possono essere
combinate insieme perché generano frasi ‘ non grammaticali’.
Esempio: ‘questo signore è gentile’  ‘il signore è gentile’  ‘il questo signore è
gentile’ non può essere.

E’ IMPORTANTE quindi considerare che la divisione grammaticale delle categorie spesso necessita di
suddivisioni ulteriori e più specifiche: ad esempio, nella frase ‘Giulia ha camminato per ore’
grammaticalmente si direbbe che ‘ha camminato’ appartenga ad un’unica categoria, ovvero quella del VERBO.
Serve però separare i due elementi e distinguerli, perché: ‘Giulia ha per ore’ è una frase senza senso. Questo
significa che ‘camminare’ è un verbo, ‘avere’ è un verbo ausiliare, quindi un elemento diverso perché può non
portare senso se non è seguito da un altro elemento, come nel secondo caso. Lo stesso vale per i verbi modali
(dovere, volere, potere).

QUINDI: la suddivisione grammaticale scolastica NON corrisponde a quella applicata dalla linguistica.
(Vedi tabella)

DIVISIONE SCOLASTICA: DIVISIONE LINGUISTICA :


Nome: ragazzo, Gianni, casa.. Nome: ragazzo, Gianni, casa, lui, io, me, lo..
Aggettivo: grande, importante.. Aggettivo: grande, importante ..
Determinante: il, un, questo, quello, poco, tanto..
Verbo: mangiare, correre.. Verbo: mangiare, correre..
Ausiliare: essere, avere, dovere, volere, potere
Avverbio: spesso, tranquillamente.. Avverbio: spesso, tranquillamente..
Articolo: il, un, la, lo.. /
Pronome: io, tu… /
Preposizione: di, per, davanti, sopra.. Preposizione: di, per, davanti, sopra..
Congiunzione: che, perché.. Congiunzione: che, perché..

Potrebbero piacerti anche