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MORFOLOGIA

Le diverse forme flesse dei lessemi che appartengono a parti del discorso variabili si
organizzano in paradigmi.
La struttura dei paradigmi si può organizzare in celle.

Lessemi che appartengono a parti del discorso variabili si possono organizzare in


classi di flessione:
-coniugazioni per i verbi
-declinazioni per nomi, aggettivi, pronomi

MODELLI DI ANALISI MORFOLOGICA


Tre diversi modelli:
1)Modello a entità e disposizioni
2)Modello a entità e processi
3)Modello a parole e paradigmi

1
Morfema: Unità di prima articolazione, ossia dotata di significante e significato
Morfema grammaticale: Hanno come significato i valori delle categorie
grammaticali obbligatoriamente espresse in una lingua
Morfema lessicale: Hanno come significato ogni altra possibile porzione di sostanza
sul piano del contenuto
Morfemi liberi: Possono costituire una parola da soli
Morfemi legati: Si presentano solo all’interno di parole polimorfemiche, non
possono costituire un’unità da soli. Eccezione se vengono citati in enunciati con
funzione metalinguistica
Morfemi lessicali legati anche detti radici, morfemi grammaticali legati e
derivazionali detti affissi:
-suffissi se disposti dopo la radice
-prefissi se disposti prima
Morfemi grammaticali legati suffissati detti desinenze.

Morfo: Ogni elemento di significante segmentabile all’interno di una parola->


appartengono al piano dell’espressione
Morfi cumulativi: Rappresentano contemporaneamente più di un tratto
morfosintattico
Possono rappresentare un problema in quanto a due entità sul piano del significato
ne corrisponderà una sul piano del significante possono rappresentare un problema
in quanto a due entità sul piano del significato ne corrisponderà una sul piano del
significante
Morfi zero: Morfi privi di significante
Morfi vuoti: Morfi privi di significato

Modello a entità e processi nasce per spiegare i processi di allomorfia.

Ogni morfema è rappresentato, a un livello soggiacente, da un unico morfo. Questo


allomorfo di base, detto rappresentazione soggiacente, può subire delle
trasformazioni che ne alterano la forma fonologica a contatto con altre entità.
Trasformazioni sono effetto di processi fonologici regolari.

Ci sono dei casi in cui l’allomorfia non può essere spiegata attraverso un processo a
entità e processi; si ricorre quindi a quello a lessemi e paradigmi.
Può succedere infatti che l’allomorfia si spiega con una proprietà del lessema nelle
cui forme ha luogo l’allomorfia, la classe di flessione a cui appartiene il lessema.

I paradigmi sono organizzati in sottoinsiemi, detti classi di partizione.

LA REALIZZAZIONE DELLE FORME FLESSE

Per realizzare una forma flessa, bisogna verificare se il paradigma del lessema
presenta o meno una partizione:
-Se non presenta partizioni, si seleziona l’unico morfo che rappresenta il lessema
-Se presenta partizioni, si seleziona un elemento che rappresenta il lessema nella
classe di partizione cui appartiene la cella corrispondente alla forma flessa che
vogliamo realizzare.

Base: Elemento che rappresenta un lessema in una delle sue forme flesse
Un lessema realizza le sue forme attraverso una (se paradigma non ha partizioni) o
più basi.

Sottrazione: Riduzione della base, attraverso sottrazione di materiale segmentale


Aggiunta: Aggiunta di materiale a una base: può essere segmentale o
soprasegmentale
Aggiunta di suffissi
Aggiunta di prefissi
Aggiunta di materiale soprasegmentale
Raddoppiamento: Aggiunta di materiale segmentale (prefissato, suffissato, infisso),
caratteristica principale è che il materiale viene ricavato per copia da materiale che
forma la base. Esso può essere totale o parziale.
Sostituzione: Anziché aggiunta di materiale, si sostituisce materiale preesistente.
SEMANTICA

Denotazione: Insieme degli oggetti che un termine sta ad indicare


Connotazione: Informazione concettuale che esso esprime
Esempio: denotazione di “virtuoso” sta nell’insieme delle persone virtuose, mentre
la sua connotazione è la proprietà dell’essere virtuoso che queste persone hanno.

Polisemia: Caratteristica di un lessema ad avere più di un significato

TIPI DI SIGNIFICATO

Significato denotativo: Contenuto che un segno oggettivamente esprime o descrive


Significato connotativo: I contenuti non oggettivi che un segno può esprimere,
l’insieme dei valori affettivi e simbolici che esso può denotare
Esempio: “madre”-> Significato denotativo: “genitore di sesso femminile”
Significato connotativo: insieme dei contenuti affettivi che
associamo a questa parola
Significato linguistico: Significato che un’espressione ha in quanto appartiene alla
lingua
Significato sociale: Valore che un’espressione assume quando usata come
strumento di relazione tra parlanti e diviene quindi portatrice di valori legati alla
dimensione sociale della comunicazione
Significato proposizionale: Significato che possiamo attribuire a un’espressione in
base alle regole della lingua, prescindendo dal contesto e dalle intenzioni
comunicative dei parlanti
Significato enunciativo: Significato che un’espressione può assumere nell’uso
linguistico reale per attuare certi scopi comunicativi

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