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HISTORY OF ENGLISH

Più DI 15 SECOLI di storia


1. Old English/Anglosaxon period (449-1066)
2. Middle English (1066-ca. 1500)
3. Early Modern English (ca 1500-ca 1800) => sicuramente Rinascimento inglese (1500
e prima metà 600) dopo è un po’ meno sicuro, alcuni la estendono fino alla metà del
700
4. Late Modern English (ca 1800-presente)

MIDDLE ENGLISH
Epoca che si estende dalla conquista normanna nel 1066 all’inizio del Rinascimento in
Inghilterra, seconda parte del medioevo.
- 1066: nuova elite francese che rimpiazza la nobiltà anglosassone che dal V secolo a
quest’epoca aveva dominato l’Inghilterra(non tocca la fascia medio-bassa)
Conseguenze linguistiche: i francesi in Inghilterra portano la loro lingua.
Tradizione scritta in antico inglese consolidata da qualche secolo viene scardinata perché
prende il posto la lingua dei conquistatori, cioè l’anglo-normanno.
La scrittura è la prima che subisce i cambiamenti, essendo nelle mani essenzialmente di
clerici e nobili; quindi, se l’elite cambia è ovvio che cambia anche la lingua.
I cambiamenti linguistici a livello orale, che erano in atto a partire dal X-XI secolo dentro
l’antico inglese vengono accelerati portando a quello che noi chiamiamo Middle English

XI secolo: perdita di territori in Francia, con conseguente allentamento dei legami con la
Francia e quidi comincia un fenomeno di allentamento della lingua, cultura francese sulla
nobiltà che ha conquistato l’inghilterra.

è un’epoca di maggiore multilinguismo:


- LINGUE CELTICHE: Cornovaglia, Galles, Scozia, Irlanda non vengono conquistate
dagli anglosassoni e quindi permane la lingua celtica
- LINGUE SCANDINAVE: Danelaw, zona dove i vichinghi si sono insediati in
inghilterra e quindi rimane come lingua fino all’XI secolo.
- FRANCESE ANGLO-NORMANNO: lingua dell’elite che non esce molto da questo
ambito sociale
- LATINO: gà importante nel periodo antico-inglese, tradizione scritta molto più stabile
e lunga, utilizzato stambilmente dagli ecclesiastici
- INGLESE: parlato dalla maggioranza delle persone in inghilterra, lingua del popolo
quindi con meno prestigio sociale

Influenze che hanno avuto queste lingue sull’inglese durante questi secoli:
INFLUENZA SCANDINAVA nel periodo dopo il 1066:
- prestiti lessicali: influenza più superficiale ma quella più visibile. Cnif, windowe,
take, they/their/them. Importanti dall’antico nordico
- Prestiti semantici: dream, introdotta in inglese in questo periodo derivante da draumr
in nordico. In inglese esisteva gia la parola dream ma aveva un altro significato cioè
gioia e musica. Viene aggiunto quindi un significato nel periodo medioinglese, con il
tempo spariscono i significati di gioia e musica
- Prestiti fonologici: parole con forme diverse. Yive/give passaggio influenzato
dall’antico nordico gefa. Influsso di carattere fonetico. Shirt/skirt o church/kirk doppia
forma dovuta all’influenza dell’antico nordico
Anche dopo le invasioni normanne l’antico nordico continua a influire.
INFLUENZA LATINA
Un’influenza maggiore ce l’ha il latino, lingua della cultura in tutto il medioevo, con
influenze in ambito intellettuale, ecclesiastico, religioso, così come in ambito scientifico e un
buon numero di queste parole entra nel vocabolario inglese in questo periodo
Es: desk, library…

INFLUENZA ANGLONORMANNA
Lingua di potere che non si diffonde molto fuori da questo ambito sociale, il bilinguismo
esiste solo tra i nobili francesi che con il passare del tempo imparano l’inglese. Si sviluppa
questo bilinguismo tra l’elite, ma una sorta di bilinguismo si sviluppa nche fuori dall’elite
aristocratica, per esempio tra i mercanti, limitatamente agli scambi commerciali: ci sono
diversi scambi tra Francia e Inghilterra, hanno a che fare anche con la nobiltà anglo-
normanna
Questo fenomeno ci mostra che l’anglonormanno era una lingua con un prestigio sociale
significativo, mentre l’antico nordico non è mai diventato una lingua prestigiosa, hanno anche
imparato velocemente l’anglosassone.
Il francese ha questo ruolo fino all’inizio del 1200. Con la perdita di buona parte dei domini
francesi a causa di Giovanni Senzaterra il francese inizia a declinare più velocemente
soprattutto nel 300, sopravvive ancora come lingua di cultura e di commercio, ma si nota una
riduzione del suo uso all’interno della nobiltà inglese, la quale va a utilizzare anche e poi solo
l’inglese come lingua.
- Nomi di animali sono rimasti di origine germanica: ox, sheep, swine, caof
Ma la carne di questi animali ha preso dei nomi francesi (carne mangiata perlopiù dai nobili,
andavano a caccia) che sostituisce il nome di origine germanica: beef, mutton, bacon,
venison, veal
- Nomi delle parentele familiari più strette rimangono germaniche, ma i nomi dei
parenti più distanti vengono rimpiazzati da parole di origine francese: uncle, aunt,
cousin, nephew, niece, father-in-law e mother-in-law sono calchi sul francese
- Proprio perché è la lingua del potere molte parole che hanno a che fare con il potere e
con le istituzioni hanno origini francesi, es: parlament, bill, act, chancellor,
parole che hanno a che fare con la legge: trasure, justice, judge, money
titoli nobiliari: prince, duke, marquis, baron
ambito della guerra: battle, siege, assault, banner, tower

Bisogna distinguere due forme di francese che hanno influsso sull’inglese (l’influsso del
francese sull’inglese è prolungato nei secoli:
- Francese Anglonormanno: francese portato in Inghilterra dopo l’arrivo dei normanni
- In una fase successiva, all’inizio del XII sec gli Angioini portano una varietà di
francese leggermente diversa, Central French. (dinastia normanna dura poco poi c’è
il passaggio a questa dinastia che rimane fino a fine 400)
Sono un po’ diverse e il CF ha rimpiazzato l’anglonormanno che man mano viene sentito
come una forma di francese scorretta.
L’una e l’altra verietà forniscono circa 10.000 parole e ¾ sono ancora usate oggi. Ne sono
entrata circa 1000 nel periodo 1050-1250 e di più nei secoli successivi. Quindi non è il fatto
che il francese sia caduto a corte vuol dire che non abbia più influenzato, al contrario ha
continuato come lingua di cultura e di prestigio anche se l’aristocrazia ha ridotto/smesso di
utilizzarlo.
La ripresa dell’inglese avviene a partire dalla metà del 200 anche negli ambienti di corte.
L’esistenza di queste due varietà di francese fa si che ci siano delle differenze nei prestiti che
ha ricevuto l’inglese, e a volte possiamo capire da dove arriva una parola.
Central French è più vicino al francese attuale, queste differenze spiegano la differenza tra
alcuni prestiti. In certi casi una parola inglese può essere arrivata passando prima da una e poi
dall’altra varietà: canseller – chanseller - chansellor
In certi casi la coesistenza di due forme in inglese si spiegano perché derivano dalle due
varianti di francese. (warranty – garantee)

By heart > calco sul francese par coeur utilizzando parole germaniche
A bon marche > at good cheape > poi si riduce a cheap.

CAMBIAMENTI PRINCIPALI DALL’ANTICO AL MEDIO INGLESE:


- Perdita delle inflessioni/desinenze: l’antico inglese è una lingua sintetica (esprimono i
casi attraverso desinenze, declinazioni) e si passa ad una lingua analitica (esprime i
casi attraverso le preposizioni).
Questo fenomeno è un passaggio complesso che è avvenuto anche dal latino a quelle
neolatine. Si pensa che sia avvenuto un rafforzamento dell’accento sulle sillabe accentate e
un conseguente indebolimento dell’accento sulle sillabe non accentate. Essendo l’inglese una
lingua con tutti gli accenti verso l’inizio, questo ha favorito l’eliminazione di queste sillabe
conclusive che non sono accentate, quindi delle desinenze.
Questo passaggio fa si che l’ordine delle parole diventi più rigido: nelle lingue sintetiche
l’ordine è più libero perché ci sono le desinenze. In una lingua analitica invece le parole tra
esse collegate devono essere vicine, l’ordine quindi nel periodo Middle English diventa più
rigido. Intorno al 500 l’ordine delle parole era più o meno simile a quello di oggi.

- Nel periodo dell’antico inglese ci sono pochi prestiti da altre lingue, mentre il periodo
medio inglese ce ne sono molti di più e ce ne saranno ancora di più nel periodo
successivo.

- Non tanti cambiamenti nelle consonanti: perdita dell’H dei cluster OE hring > ring
- Vocali: in quelle accentate c’è un rafforzamento della pronuncia, nelle sillabe non
accentate c’è indebolimento soprattutto per le desinenze, diventano prima schwa e poi
cadono.

23.11
Aree dialettali: il periodo medio inglese è un periodo di varietà locali quindi di
differenziazioni geografiche
5 aree principali:
- Nord
- Midland: divisa tra West e East
- Parte meridionale con la zona del Kent
- E la zona del sud da Londra alla Cornovaglia
Sono ancora oggi la base della divisione geografica dei dialetti di oggi (con qualche piccola
modifica), esistevano anche prima ma si consolidano in questo periodo.
È il periodo di maggiore differenziazione dialettale

A causa di questa grande differenziazione locale, si fece sentire la necessità di fissare uno
standard comune a tutti, che emerge per motivi amministrativi e politici. Inghilterra era un
regno unificato, tuttavia la monarchia non aveva un controllo così forte sulla nazione come lo
ha avuto dal 500 in poi. Nonostante ciò, era una monarchia centralizzata con sede a Londra
quindi c’era una necessità amministrativa di avere una lingua comune a tutti.

SINTASSI, elementi emersi nel periodo middle english:


- Sono emersi degli articoli, tipo l’articolo “a” sviluppato da “one”; “the” si sviluppa da
this/that.
- Possessivo “of”, calco sul francese “de” => francese lingua analitica che crea modello
da cui ricavare le preposizioni inglesi
- Tempi progressivi creati secondo i modelli latini e francesi (-ing), soprattutto per le
traduzioni
- Sviluppo delle forme passive sempre seguendo modelli latini e francesi
- Estensione del “do” come ausiliare,

Per due secoli il francese è la lingua esclusiva dell’elite inglese (francese in realtà). Fino a
circa la metà del 200 il francese è la lingua letteraria, poi nel XII/XIII secolo rinizia il revival
della letteratura inglese, soprattutto di carattere religioso e nella poesia, (Ormolum, opera di
esegesi derivante dall’East Midland)
ME più intuibile e comprensibile rispetto all’OE.

Soprattutto dalla metà del 200 inizia una ripresa significativa dell’inglese: Trattato Tretiz,
poemetto didascalico che serviva a insegnare ai bambini inglesi il francese.
1258: Provisions of Oxford (specie di costituzione), estese in tre versioni per la prima volta
dall’arrivo dei normanni, una in latino, una in francese e una in inglese.

 Provisions of Oxford: i nobili e in generale l’elite ormai inglesizzata avevano avuto


una fase di attrito con il re perchè aveva nominato troppi funzionari francesi, quindi
impongono al re di formare un consiglio di governo costituito da 24 membri: 12 scelti
dal re e 12 dai baroni.

Seconda metà 200 abbiamo Edoardo I, primo re dalla conquista normanna con una buona
conoscenza dell’inglese
 Integrazione della nobiltà nella società inglese

XIV CENTURY:
secolo di crisi perché in tutta europa ci fu una crescita costate per quasi tre secoli, ma nel XIV
secolo ci sono varie guerre, carestie eccetera:
- peste che arriva in Inghilterra nel 1349 (30% del popolo morì favorendo un
rimescolamento della società, dando anche l’opportunità di salire in alto di status)
- rivolta dei contadini guidati da Wat Tyler nel 1381: non fu un’insurrezione caotica,
andò vicinissima a rovesciare il potere fuori tempo, dato che non era un’epoca di
rivoluzioni. Contadini, artigiani, militari e perfino alcuni nobili hanno partecipato a
questa rivolta, tuttavia il re riuscì a bloccarla.
- Epoca in cui si rafforzano la classe media e i guilts, cioè le corporazioni in cui si
riunisocno gli artigiani e i commercianti
- Nel 1377 abbiamo Riccardo II, primo re di madrelingua inglese. L’ultimo re
madrelingua du Harold.
- Statute of Pleading, 1362: legge che impone l’uso dell’inglese come lingua della
legge. Si presuppone che l’inglese si possa scrivere in maniera chiara e condivisa
- Epoca di grande fioritura letteraria, di carattere religioso, mistica, epoca in cui
riappare il teatro, radici della grande stagione teatrale del Rinascimento. William
Langland, Piers Plowman (West Midlands), John Gower scrive in francese, (=> in un
epoca di forte multilinguismo gli scrittori sono sempre pliglotti, e scrivono anche in
inglese), Goeffry Chaucher, Canterbury Tales (in parte dalla traduzione del Roman de
la Rose ma anche ispirazione dai trecentisti italiani) ha dato prestigio alla varietà
dell’inglese di Londra con apporto dell’East Midland.
L’inglese in questo secolo ha una ripresa molto forte non solo oralmente, fanno vedere che
l’inglese è una lingua ricca e flessibile, con capacità espressive non minori rispetto ad altre
lingue con una letteratura già ben avviata (es italiano, francese).

SUONO DEL MIDDLE ENGLISH: l’effetto complessivo è diverso dall’inglese di oggi,


sicuramente ci sono suoni che ricordano il francese, come le vocali nasalizzate francesi che
oggi non esistono più. Nonostante la potenza del francese in questo periodo e nonostante
fosse confinata nell’elite apporta prestiti con una fonetica francese, poi man mano vi è stato
un adattamento alla fonetica inglese. Era anche una lingua più vocalica rispetto all’inglese di
oggi, presenza con più semivocali, accenti spostati più verso il francese (es licor).

Cominciano dal 300 ad apparire i cognomi, appena dopo il nome proprio si inizia a
specificare che sia figlio di qualcuno (Johnson, Thomson). Nelle zone celtiche si usa invece
Mc or Mac (MacPherson) oppure O’Neil (of Neil)
Più tardi i cognomi si diversificano, indicando nomi di luogo (Brooks, Rivers, Dale) o nomi
propri di paesi (Lincoln, Washington) i lavori.
Esistono poi cognomi che indicano che la persona viene da un certo paese straniero (Holland,
French, Flamming), e cognomi francesi.

Il 400 è il secolo più povero di letteratura rispetto alla fioritura del 300, ci sono degli esempi
di inglese interessante come per esempio le Paston Letters, zona degli East Midlands, scritte
da vari componenti di questa famiglia di sesso ed età diversa, dandoci esempi concreti di
come veniva scrittala lingua. In quest’epoca abbiamo tante petizioni al Parlamento, ma non
grandi scrittori in questo secolo.

Dal 1489 Atti del Parlamento vengonoscritti solo in inglese, unica lingua per le leggi prodotte
dal Parlamento che inizia ad avere questa funzione legislativa.

STANDARD:
dal 300/400 si inizia a cercare uno standard. Nel 300 appare il primo tentativo di standard,
cioè il Wycliffite dialect, basato sull’inglese Central Midlands perché John Wyclif era nato
nello Yorkshire però era un teologo e ha sempre insegnato a Oxford (dove vive per gran parte
della sua vita), quindi usa l’inglese della zona di Oxford. È stato un riformatore religioso,
aveva posizioni che anticipano tante idee rimesse in campo dai protestanti nel 500. Legati a
lui c’erano anche i Lollards (predicatori itineranti) che hanno ripreso queste idee di critica
contro la chiesa cattolica.
Wyclif per diffondere le sue idee è stato il primo a tradurre la Bibbia dal latino (unica ritenuta
affidabile dalla chiesa romana) usando la varietà dell’inglese del Midlands, così che tutti
potessero leggere la Bibbia.
 l’idea di dare in mano la Bibbia alle persone così da leggerla senza interpretazione dei
preti era un’idea che ci richiama i riformatori del 500.
Dopo la sua morte, Wyclif che venne sempre protetto da nobili, venne dichiarato eretico e
vennero bruciate molte delle sue copie della Bibbia.
Lo standard che lui ha creato (comprensibile da tutti) è declinato non per motivi di debolezza,
ma perché l’autore fu dichiarato eretico e le sue opere bruciate.

Esiste ache il First London Standard (prima metà 300) basato sul dialetto dell’Essex ma
non si afferma in maniera permanente, quello che si afferma in maniera stabile è il Second
London Standard, che linguisticamente ha altre caratteristiche (dialetto londinese mischiato
ad alcuni aspetti del Central Midlands).
 Caratteristiche introdotte al dialetto di Londra dagli immigrati che arrivano dalle
campagne e portano il loro dialetto a Londra e alcuni elementi diventano parti del
dialetto londinese.
il Second London Standard è la base dell’inglese attuale.

C’è anche il Chancery standard che si afferma nel 400 ed è lo standard della cancelleria,
che hanno un grande influsso sulla lingua scritta dato che scrivono le leggi che poi le persone
leggono e tendono a riutilizzare in tutti i documenti ufficiali o in ogni situazione di tipo
legale, pubblica. Anche in questo ambito c’è un passaggio all’inglese che diventa unica
lingua utilizzata. Si afferma il dialetto londinese collegato sicuramente al second london
standard, dato che la cancelleria ha sede a Londra.

Gli altri due fenomeni del 400 che danno una certa stabilità all’inglese sono:
- L’opera di William Caxton, colui che introduce la stampa nel 1476. Impatto sulla
diffusione della lingua
- Great Vowelshift: grande mutamento vocalico e altri fenomeni fonologici che
trasformano la lingua inglese in maniera profonda
 Per questo nel 500 si apre la fase dell’Early Modern English

30.11
STAMPA: ha avuto un impatto enorme sulla diffusione di testi, quindi anche
sull’alfabetizzazione. Libri stampati erano molto costosi quindi riservati comunque a persone
agiate.
William Caxton: proviene dal Kent, sudest dell’Inghilterra quindi la lingua utilizzata nelle
sue opere risente della forte differenziazione linguistica su base geografica dell’epoca.
Vita molto ricca di eventi, è stato un mercante, un diplomatico, viaggia sul continente dove
viene a contatto con la stampa (introdotta in Germania poco tempo prima) e capendo subito il
potenziale di questo strumento la introduce in Inghilterra nel 1476, dove apre la prima “casa
editrice” nell’abbazia di Westminister.
La figura dellìeditore all’epoca condensava in se la professione di curatore, stampatore,
autore e anche traduttore. Ha stampato i più grandi autori dell’epoca come Chucher, Lydgate,
Malory, gli autori più richiesti dal pubblico di allora.
Contribuisce a rafforzare il Second London Standard, dato che viene scritto e stampato e
distribuito in molte copie, a cui quindi le persone fanno riferimento e tendono a imporsi.

Un altro fenomeno significativo dal punto di vista fonolofgco che porta alla conclusione del
periodo medioinglese è il Great Vowel Shift: le vocali che nel periodo medioinglese erano
pronunciate in un certo modo si spostano verso l’alto di un grado per poi passare ai dittonghi.
Questo spostamento è stato preparato gia in precedenza dal cambiamento della lunghezza
della pronuncia delle vocali nei secoli precedenti nel tardo OE. Il great vowel shift inizia
dalla metà del XV secolo e finisce all’inizio del VII secolo.
È stato un cambiamento a catena, il cambiamento di ciascuna vocale trascina il cambiamento
anche delle altre. Si pensa che sia partito dalle vocali più alte, le quali poi sono diventate
dittonghi (i, u).
Questi spostamenti sono avvenuti in maniera simultanea, anche se il cambiamento è partito
dalle vocali più alte (=> processo collegato).
Le cause sono difficili da chiarire: si pensa che le persone del popolo delle zone esterne a
Londra abbiano portato la loro pronuncia spostandosi a Londra e si e che poi si è diffuso
anche tra le altre classi.
EARLY MODERN ENGLISH (1500-1660)
Il 500 è il secolo della creazione della chiesa di inghilterra quindi avere una Bibbia che
potessero leggere tutti gli inglesi. 1600 east india company (inglese si diffonde in tutto il
mondo), 1611 Kind James Bible (bibbia autorizzata e usata in tutte le chiese anglicane fino
agli anni 60, grandissima influenza sulla lingua inglese).
1616 muore Shakespeare, le cui opere hanno avuto un impatto enorme sulla lingua inglese.

Alcuni linguisti comprendono l’Early Modern English tra il 1500 e il 1800 diviso in due
momenti, divisi dal 1660.
Più ci avviciniamo al presente più ci sono dati e testi rispetto al periodo dell’old english ma
anche del middle english.

MUTAZIONI:
Rispetto al Great Vowel Shift, ci sono cambiamenti meno significativi nelle consonanti:
- Velari fricative scompaiono dopo vocali o diventano /f/.
sight - ME /sicht/ => eME /sit/ => MODE /sait/
in Scozia rimangono vive
- /k/ e /g/ non vengono pronunciati prima della /n/ dopo la metà del 600.
Knee, knight, known => prima entrambe le consonanti si pronunciavano, ora /k/ non si
pronuncia.

- Alla fine del XVIII secolo, la /w/ prima della /r/ diventa muta: wrong, wright
- Riduzioni dei verbi irregolari, molti verbi si sono regolarizzati
- Serie di forme che appartenevano al centro nord che si sono diffusi anche nel sud,
sempre a casua di fenomeni di migrazione verso Londra
- SINTASSI: frasi negative con e senza “do”, e utilizzo della doppia negazione ritenuta
giusta (eliminata del 18th secolo). Stessa cose per frasi interrogative senza “do”
 I cambiamenti sono avvenuti tutti nel ‘700 proprio perché è il secolo della
standardizzazione un po’ in tutta Europa

NOVITÁ DEL XVI SECOLO, fenomeni non linguistici ma con grande impatto sulla lingua.
1. Stampa
2. Diffusione dell’istruzione e alfabetizzazione: vanno insieme tra loro e vanno insieme
alla riforma protestante (istruzione per far si che possano leggere la Bibbia)
3. Viaggi, colonie che l’Inghilterra comincia a conquistare quindi contatto con altre
culture lontane o sconosciute nel caso delle Americhe, che portano novità dal punto
di vista linguistico
4. Maggiore consapevolezza del significato sociale della lingua: le persone cominciano
ad avere più un senso del valore sociale di come si parla/scrive, che ci si distingue
all’interno della propria società anche dalla padronanza della lingua.
5. Consapevolezza metalinguistica: la lingua diventa oggetto di riflessioni
Nel 500 gli inglesi non hanno un’opinione molto elevata della loro lingua: le persone istruite
consideravano l’inglese come una lingua inferiore, questo perché, confrontata con le altre
lingue che conoscevano (latino ed eventualmente francese e italiano) notavano che aveva
qualcosa di inferiore:
- Era mispelled: lo spelling era un problema, che creava confusione nella scrittura
- Era unruled: non aveva una grammatica chiara di riferimento, non c’erano le
grammatiche come testi
- Era rude: povera lessicalmente, mancavano le parti del vocabolario più intellettuali.
- Era barberous: aveva una retorica, cioè una capacità espressiva e stilistica imperfetta.
Non si riusciva a parlare con sufficiente articolazione.

Si comincio a cercare di rimediare a questi difetti:


- MISPELLT: cominciano dal 500 i tentativi di regolamentare lo spelling, ma non si
arriva a risolvere il problema. Ci sono tentativi di imporre dall’alto un tentativo di
regolamentazione, attraverso la stampa degli spelling-books, manuali scolastici e
primissimi dizionari. Problema che resta in alto mare per tutto il 500/600
- UNRULED: desiderio di imporre regole sulla lingua, si pubblicano delle grammatiche
modellandole su quella latina e i risultati arrivano nel 18th (secolo di
standardizzazione dell’inglese).
- RUDE: comincia una discussione pubblica su come espandere il vocabolario e ci sono
varie controversie su come arricchire il vocabolario
- BARBARA: vengono pubblicati dei manuali di retorica, che insegnano come
esprimersi bene in maniera convincente a seconda dell’argomento, del pubblico
eccetera (su modello antico). Aspetto risolto in maniera più efficace già nel 500

INFERIORITA DELL’INGLESE notata rispetto alle altre lingue vernacolari che sono già più
strutturate, con patrimonio di testi e di tradizione più stabile (italiano e francese soprattutto,
ma il latino rimane una specie di modello per tutta l’Europa occidentale). Galileo, Cartesio,
Newton (500-600-700), quando vogliono essere sicuri di essere capiti da tutti scrivono in
latino.
Quando vogliono essere sicuri di capire da tutti scrivono in latino, questo perché la lingua
inglese è considerata con poca diffusione e non è diffusa neanche ovunque nella stessa isola

Per arricchire la lingua si introducono vari prestiti dalle altre lingue: i prestiti sono solo il 3%
del vocabolario dell’old english, mentre oggi sono circa il 70% del vocabolario inglese.
Nel 500 sono circa il 40/50% del vocabolario, secolo di abbondanti prestiti e ci sono anche
molte parole nuove create grazie a prefissi, suffissi, parole composte e mutamenti semantici.
È quindi un’epoca di grandissima innovazione, quindi abbiamo una grande abbondanza e il
lato negativo di ciò è che manca la chiarezza.

L’inglese comincia a guadagnare prestigio per tanti motivi: si cambia atteggiamento,


sviluppando un atteggiamento nazionalista (Inghilterra è una delle prime nazioni in senso
moderno che si formano in europa), che dopo il medioevo si sviluppa, portando anche a un
senso di orgoglio verso la lingua che si parla.
C’è un desiderio di creare una letteratura inglese in parallelo a quelle francese e italiana che
venivano già lette e ammirate anche fuori dai loro confini. Soprattutto nel secondo ‘500, nel
pieno rinascimento inglese, abbiamo grandi opere inglesi come quella di Spencer, che scrive
un poema epico-nazionale “The Fairy Queen”, 1590, poema cavalleresco allegorico
modellato su Tasso, Ariosto, per celebrare l’Inghilterra e la lingua inglese con la sua
ricchezza e possibilità di questa lingua.
Richard Carrey, “the excellence of the english toungue” 1595
 Nel corso di un secolo c’è un cambiamento radicale per quanto riguarda la concezione
della lingua inglese da parte degli stessi inglesi: se a inizio ‘500 viene ritenuta povera
e barbara, a fine ‘500 si scrivono opere per celebrarla

C’è uno sviluppo importante di un pubblico di lettori, primariamente per la stampa, poi per la
formazione di un sistema di educazione rivolto non solo al clero, ossia il Petty School
(elementary school), le Grammar School (secondarie).
 Forniscono un’istruzione di base.
In questo modo, metà degli abitanti di Londra all’inizio del ‘600 erano in grado di leggere e
scrivere.

La riforma protestante ha avuto un ruolo centrale in questo tipo di processo: nei paesi
cattolici, infatti, la Chiesa ha deciso di impedire la diffusione della Bibbia nelle lingue
vernacole prima del 1563 (Concilio di Trento), il quale impedisce le traduzioni nelle lingue
vernacole anche fatte in precedenza, perché vuole mantenere una sorta di monopolio sulla
lettura e interpretazione della Bibbia. Per farlo non incoraggiò nemmeno la scolarizzazione.
RUOLO DELLA TRADUZIONE: c’è più istruzione scolastica nei paesi protestanti, ma
poche persone conoscono il latino. L’istruzione è un’istruzione, quindi il latino rimane più
nell’ambiente del clero, con un’istruzione più avanzata. Quindi il pubblico si allarga ma
pubblico di lingua inglese: c’è quindi la necessità di tradurre dal latino verso l’inglese.
Comincia un movimento di traduzioni, attraverso questo molte parole entrano in inglese
(mancanza di parole del mondo antico in inglese, le importano).

Non tutti in inghilterra sono così entusiasti dell’inglese, l’atteggiamento scettico di inizio
‘500 continua per tutto il secolo soprattutto da perte degli eruditi, studiosi:
- la diffusione eccessiva dell’inglese avrebbe danneggiato il sapere, dato che nessuno
avrebbe più studiato le lingue classiche
- Pericolo nel mettere il sapere nelle mani del popolo: tenere le persone nell’ignoranza
è un modo per controllarle
- Inglese è una lingua inespressiva e non ha un vocabolario tecnico-scientifico, è
inopportuno usarlo oltre in ambito quotidiano
- È troppo mutevole e non può essere usato per l’intellettualità
- Sconosciuto sul continente: è dunque inutile scrivere in inglese se nessuno capisce

VS: sostenitori dell’inglese


- Le opere scientifiche, di conoscienza in inglese erano utili così non si sarebbe
sprecato tempo a studiare il latino
- Diffusione del sapere per rendere le persone più consapevoli utile e non dannoso
- Debolezza del linguaggio rimediabile rafforzando il linguaggio attraverso prestiti e
neologismi
- Più si usa una lingua (scrittura e in vari ambiti) più si arricchirà e più diventerà
espressiva
- Le lingue classiche erano state la lingua madre degli autori classici (greci- greco;
romani – latino, loro lingua madre e non usavano il greco) non del tutto vero. Ognuno
deve usare la propria lingua, quindi gli inglesi l’inglese.

DIBATTITO SUL VOCABOLARIO:


arrivano molte nuove parole nel corso del 500 a causa di nuovi eventi che richiedono nuove
parole: Rinascimento, Riforma Protestante, scoperta dell’America, novità nel mondo
scientifico (teoria di copernico, keplero)

Tre posizioni riguardo il modo in cui introdurre queste nuove parole:


1. Neologisti: ritengono che si debba importare termini nuovi dal latino e da altre lingue
(es nel caso di oggetti che vengono dalle colonie si usa la lingua delle colonie).
Tra i neologisti troviamo i traduttori che hanno introdotto molte parole nuove da altre lingue,
in particolare dal latino (senza neanche adattarle, matematica, geometria, termini tecnici) e
dal francese.
2. Puristi: bisogna creare nuove parole ma usando parole che ci sono già (composti,
espansione semantica, specializzazione, prefissi, suffissi)
3. Arcaisti: vogliono parole arcaiche o dialettali reutilizzandole come parole nuove
dandogli un significato nuovo o se hanno un significato simile a quello che ci serve le
rimettiamo in circolo.

Inizio 500 ascesa rapida nei prestiti poi una discesa piuttosto rapida intorno al 1650 che è
continuata fino alla metà del 700.

PRESTITI - neologisti
- Sinonimi e glosse: vengono introdotte delle parole nuove e chi le introduce spiega
cosa vogliono dire attraverso una parola che c’è già oppure una perifrasi.
- Altre volte si introduce un nome/aggettivo/verbo e poi da esso si crea tutta la serie (da
un nome poi si crea l’aggettivo e il verbo).
- Ne arrivano altre anche dal greco, le quali però erano passate spesso dal latino. A
volte vengono prese così come sono, al massimo togliendo la desinenza, altre volte
avviene un adattamento (cospiquus > cospicious, celeritas > celerity).
- Ci sono anche casi di riprestito, parole che vengono introdotte per una seconda volta:
episcopus > biscop (OE), nell’eME appare episcopal, che non era stato introdotto in
OE.
- In altri casi non sappiamo se una parola è arrivata dal francese o dal latino, es consist,
explore, consequence, sublime
Fact: può derivare dal latino factum e dal francese fait, dal francese fait deriva feat
(gesta) sicuramente.

Come in qualunque epoca in cui ci sono tanti prestiti, alcuni di questi non prendono piede

Inkhorn Controversy: “controversia del calamaio”, perché riguarda parole colte che si
usavano nell’inglese scritto piuttosto che nel parlato. Un eccesso di parole nuove crea o
un’oscurità (non si capisce bene cosa si vuole dire) e c’è anche un certo rischio di affettazione
(usarle a sproposito per vezzo).

John Cheke, 1561, prefazione a manuale di buon comportamento per il cortigiano:


traducendo quest’opera dall’italiano e avendo sicuramente introdotto dei neologismi, spiega
che è dell’opinione che la lingua debba essere scritta pura senza rovinarla e mischiarla troppo
con altre lingue, perché se prendiamo sempre (borrowing: lessico del denaro) e non diamo
mai agli altri, la nostra lingua finirà in bancarotta.
In questa frase dove lui raccomanda di non accogliere troppi prestiti troviamo molte parole di
origine latina, come “pure”
Thomas Wilson, 1553, l’arte della retorica: “an inkhorn letter”, fa un discorso su quali prestiti
sono adatti e quali invece no, chi decide è l’orecchio del parlante nativo

PURISTI
non vogliono prestiti da altre lingue, la loro idea è di espandere il vocabolario creando
composti (anche prefissi, suffissi) e creando dei mutamenti di carattere semantico, allargando
il significato.
John Cheke appartiene a questa corrente, nella traduzione del Vangelo di San Matteo: al
posto di usare parables, usa byword; centurione, usa hunderded (calco con la parola cento);
resurrezione, usa uprising
Questo atteggiamento di rifiuto è un punto di vista che è continuato anche nei secoli
successivi. In inghilterra, rispetto alla Francia e all’Italia, il purismo è molto meno
importante, mentre in inghilterra è sempre stato un atteggiamento minoritario (data la propria
storia abituata a questo influsso dall’esterno)

ARCAISTI
ridare vita a parole arcaiche, obsolete o parole dialettali che dovevano essere portate nella
lingua standard per ampliare il vocabolario
Un fenomeno che si vede nel ‘500 sono i chaucherism, ossia termini che vengono presi da
Chaucher e rimessi in circolo nell’inglese e una parte sono sopravvissute, Nel secondo 600
c’è poi un rigetto di queste parole, dato che ha usato troppe parole che sembrano francesi.
L’autore più importante è Spencer, usa termini arcaici ma anche dialettali: alcuni sono rimasti
nell’uso dell’inglese corrente, mentre altri sono esclusivamente riservati all’uso letterario.

14.12
CONTRIBUTO DI SHAKESPEARE:
È stato lo scrittore più innovativo, che ha introdotto più parole nuove in questa epoca aurea
del Rinascimento. Shakespeare insieme alla King James Bible sono i testi singoli che hanno
avuto più influsso sulla lingua inglese, perché sono stati quelli più amati, con influsso non
solo a livello letterario ma anche linguistico. Hanno usato un linguaggio essenzialmente
comune, ma aggiungendovi anche qualcosa di loro: non hanno solo registrato il modo in cui
le persone parlavano -> hanno preso la lingua comune ma hanno messo anche un loro tocco
personale, un linguaggio più inventivo che poi sono diventata lingua parlata, comune, perché
lette da diverse generazioni.
Influenza sia sul vocabolario sia sullo stile (retorica, sintassi che hanno avuto in impatto nel
modo di articolare la lingua)
Shakespeare:
 ha introdotto una serie di neologismi che ha inventato lui. Sono parole che sembrano
anche abbastanza semplici. Ha avuto una grande capacità inventiva -> ha inventato
parole che sono rimaste e sono diventate lingua comune. Ma non tutti i neologismi
che ha inventato si sono mantenuti.
 Altre sue invenzioni sono le cosiddette conversion: trasformazioni creando sinonimi
-> proverb affiancato dal sinonimo grandsire phrase (l’adagio del nonno). Grace me
no grace. It out-herods Herold. Quindi conversion del sostantivo in verbo o
viceversa, cosa che nelle lingue romanze si può fare meno.
 Abbiamo anche modi di spiegare una parola attraverso sinonimi che non sono mai
veramente tali. Intitoled, nominated or called -> discorso di sinonimi che non sono
proprio la stessa cosa: attraverso queste serie però la lingua si arricchiva di più
 Uso dei verbi ausiliari -> si usava il verbo essere al posto del verbo avere
 I cannot go no further -> oggi I cannot go any further
 Me thinks she did -> I think she did
 Says she so -> does she say so
La lingua è meno frenata dalle norme nel 500 e sicuramente nel 700, secolo della
standardizzazione, si sono ridotte la variabilità, la flessibilità della lingua del 500, ricca e
spumeggiante nella sua flessuosità, che dava più libertà sia al parlante che allo scrittore.

L’INGLESE DAL 1660 A OGGI


A partire dalla seconda metà di questo secolo siamo nella seconda fase nell’early modern
english, dopo il pieno rinascimento che in Inghilterra va da metà 500 a metà 600. Nel 1642 si
dice che l’inizio delle guerre ha posto fine a quel periodo felice e di espansione.
L’atteggiamento verso la lingua che c’è in inghilterra in quesl periodo è diverso rispetto a
quello che troviamo dopo. Per l’early modern english c’è una periodizzazione non condivisa
da tutti i linguisti:
 da inizio 16th secolo a 1660
 da 1660 a 1776 (o inizio dell’800 per qualcuno, oppure 1789 con la rivoluzione
francese, 1800 per inizio secolo, 1815 per congresso di Vienna). Ma non c’è una data
precisa come ad esempio vi era per l’invasione normanna.
Spelling
Continua ad essere un problema per la standardizzazione della lingua. e ovviamente anche la
punteggiatura rientra nella cosa. a fine 1660 e inizio la differenza tra la stampa e la scrittura a
mano, che continuava ad essere tanta, si divarica. La stampa cercava di essere sempre più
regolare, mentre la scrittura a mano era variabile. La stampa è stata inventata nel secondo 400
e doveva avere un effetto nel modo in cui si scriveva a mano: nei manoscritti vi erano molte
irregolarità.
Secondo lo spelling era un problema si è cercato di riformarlo. Ci sono state varie proposte di
due linguisti:
 James Howell, 1662: si inizia a mettere ordine
 Jhon Wilkins
 Joseph Addison, Daniel Defoe, Jhonattan Swift
Non sono solo scrittori di romanzi e giornalisti, ma intervengono anche in questa questione.
Nel corso del 18th secolo la maiuscola per i sostantivi, anche quando non venivano dopo il
punto, viene pian piano eliminata. Questo era un uso frequente nel 500 ma non aveva nessuna
funzione in inglese, al contrario del tedesco, dove la cosa è stata mantenuta (nel tedesco ci
sono i casi, ed è per questo che è importante).

Morfologia e fonologia
In larga parte dell’Inghilterra abbiamo la pedita della r post vocalica e l’allungamento della
vocale -> car diventa caa, fair diventa faii. Questo fenomeno è stato rafforzato nel 700, prima
le r erano pronunciate e le vocali corti. Shakespeare, per capirci non parlava così (nel 500).
 La r all’interno delle parola va pronunciata
 È invece opzionale tra due parole-> ex: fair isle, o faii isle
 È invece rimasta in Scozia, in Irlanda, in Canada e quasi in larga parte degli USA.
Abbiamo quindi proprio la r come quella italiana. È una delle maggiori differenze che
si nota tra l’inglese british e le altre varianti.
Il pronome di seconda persona THOU AND YOU. Prima del 1660 thou era il pronome
informale, mentre you era formale. In Shakespeare quando usano thou si stanno rivolgendo in
maniera amichevole a qualcuno, mentre se usano you si rivolgono a qualcuno di autorevole.
Dopo il 1660 thou è diventato solo una forma scritta, sopravvivendo come pronome formale,
mentre you si usa sempre, senza distinguere tra formale o informale (la formalità non viene
infatti data dal pronome in inglese, ma tramite altre modalità).
La seconda persona singolare e plurale dei verbi divenne identica a partire dal 2 600. C’era
you was e anche you were. In certe zone abbiamo yous: voi al plurale, come in Scozia e la
cosa accade anche in alcuni paesi americani o in dialetti sud-africani. Nel parlato
dell’Hiberno-English (Irlanda) abbiamo le forme yez/yiz, che è sempre voi al plyrale. Mentre
al sud degli USA abbiamo You-all, per differenziarlo dal you singolare.
Sintassi
Le trasformazioni più importanti sono avvenute nel rinascimento: tra inizio 500 e metà 600.
Dalla restaurazione in avanti, meno forme che in precedenza sono state considerate corrette.
Alcune forme non avvertite come sbagliate vengono ad essere considerati tali nello scritto e
poi anche nel parlato.
 Posizione degli aggettivi: nel 500 l’aggettivo si trova sia prima che dopo il sostantivo,
ma oggi sappiamo che vanno prima del sostantivo. Prima infatti la lingua era più
flessibile, mentre ora si irrigidisce diventando più standardizzata
 Si inizia a percepire un’abbondanza di prestiti. C’era l’impressione che troppi prestiti
iniziassero a snaturare la lingua. vi erano troppi prestiti dal francese e la cosa inizia ad
essere presa in giro: come oggi noi facciamo quando vi è un eccesso di anglicismi. Le
persone che parlano con troppi francesismi risultano quasi ridicole. S Jhonson,
linguista di pieno 700, tra le tante cose ha scritto un testo in cui dice che i traduttori
devono essere tenuti sotto controllo, perché a volte esagerano coi prestiti. Ci sono
ancora prestiti in questo periodo dalle fonti solite: latino che da metà dei prestiti fino
al 1660 (è la lingua più stabile, la lingua di tutti i sapienti d’Europa) -> entrano parole
che riguardano il sapere più avanzato e la vita intellettuale. Il francese da un 30% dei
prestiti che riguardano una certa sfera sociale cioè la vita aristocratica (un vero stile e
modo di vita) -> la maggior parte di queste parole già nell’80 sono diventate obsolete
perché riguardano usi e costumi di secoli passati. L’adattamento dal francese era
facile: il prestito consisteva nel prendere la parola in francese, ma pronunciandola
all’inglese. c’è la tendenza di prestiti da altre lingue che aumentano rispetto ai secoli
precedenti: le lingue europee danno il 10% dei prestiti. Tra questi abbiamo:
o Greco: scienza, tecnica,
o Italiano: arti, società, mondo aristocratico anche se man mano sostituito dal gusto
francese, scienza e commerci
o Spagnolo e olandese: dalle colonie.
I termini dalle colonie forniscono all’inglese più del 10 % dei neologismi. Indica che il
contatto linguistico con le colonie diventa sempre più esteso e più importante. Insieme a
persone, esperienze, modi di pensare, arrivano anche questi nuovi termini.

Le varietà
Nel 700 si comincia a discutere dell’importanza di parlare l’inglese corretto come forma di
distinzione di classe: la persona istruita e benestante parla un inglese che si dice essere quello
corretto. Mentre il dialetto delle classi basse era considerato scorretto, anche se non vi erano
veri criteri per dirlo. Il giusto e lo sbagliato, il corretto e scorretto hanno origine di carattere
sociale: le origini non sono dovute a degli elementi glottologici e linguistici -> è un modo di
differenziarsi. Prima la distinzione era meno studiata, mentre qui vi è una riflessione proprio
su una lingua che si deve parare e su come questa serva da distinzione di classe.
Lord Chesterfield ci ha lasciato una serie di lettere in cui si vede la mentalità della nobiltà
dell’epoca. Sono delle lettere con cui si rivolge al figlio, dicendogli che da aristocratico deve
parlare in un certo modo (non può parlare come un commerciante o come un cocchiere).
*grafico: con un colpo d’occhio si capisce la differenza all’interno della lingua, all’interno
del tipo di registro che usiamo, le differenze nei secoli. Se guardiamo i documenti legali
vediamo che: il latino fino circa il 1100 ha avuto importanza, e poca ne hanno avuto i dialetti
inglesi. Dal 1066 abbiamo il francese. Se guardiamo la poesia e la letteratura la storia è
completamente diversa. Se andiamo ai testi degli studiosi (la critica) vediamo che il latino
occupa quasi totalmente il campo e lo standard english trova il suo spazio solo più tardi.
Enorme è la differenza con la lingua parlata: lo standard english ha ancora una fascia
piccolissima. Li abbiamo una prevalenza assoluta dei dialetti inglesi, il latino parlato solo dai
chierici, mentre nel 500 sparisce per la riforma protestante, che vuole eliminare il latino dalla
lingua ecclesiastica. Il francese è invece parlato dall’élite di corte. Quindi dobbiamo sempre
tener conto sia degli ambiti della lingua scritta sia della modalità.
Rapporto dell’inglese con latino e francese
Siamo partiti col senso di inferiorità dell’inglese. nel 600 gli inglesi riprendono, anzi dal
secondo 500, notevole confidenza e orgoglio verso la propria lingua, ma un certo margine di
superiorità delle lingue classiche rimane. L’inglese, soprattutto per lo spelling variabile, viene
ritenuta lingua mutevole ed effimera: dovuto anche al fatto che fuori dall’Inghilterra era poco
conosciuto.
Edmund Waller ha scritto: “i poeti che cercano il marmo che dura devono incidere in latino o
in greco, noi scriviamo sulla sabbia”. Jhon Dryden scrive: come scriviamo e parliamo ancora
in maniera barbarica. Siamo ancora a metà 600 e lui è ancora convinto di questa cosa.
Si ritiene che il latino e francese avessero un eleganza più spiccata rispetto all’inglese. si
pubblicano grammatiche modellate sulla grammatica latina. Il purismo rimane comunque un
atteggiamento marginale.
La lingua standard va a consolidarsi con la creazione di una storia della letteratura. Gli inglesi
si voltano indietro e notano di avere una letteratura e quindi sistematizzano la letteratura e la
lingua in parallelo. Gli scrittori migliori vengono usati anche con modelli linguistici. I
linguisti nel 700 li prendono come esempio. L’inglese standard e la storia della letteratura
inglese vengono prodotte nello stesso periodo. È per questo che la letteratura ha un grande
influsso sulla standardizzazione dell’inglese nel 700. Ora la letteratura non ha più questo
ruolo: ormai il rapporto tra codificazione linguistica e storia letterale è cambiato.
Ci sono anche dei modelli che cambiano. Nel primo periodo fino alla metà del 600 l’inglese
cercava di seguire il modello del latino: cercando anche di modificare la struttura inglese su
quella latina (molti scrittori latineggianti). Dopo il 1660 il latino rimane un modello ideale,
ma si cerca di imitarlo in un altro modo -> di riprodurre in inglese gli stessi effetti espressivi.
Non si fa un calco sul latino, ma si cerca di produrre gli stessi effetti espressivi, retorici e
stilistici. L’idea del latino rimane un modello, ma lo si segue in maniera diversa: equivalenza
effetti e non imitarlo nella sua natura.
Altri modelli che hanno peso sulla lingua di questa epoca. Nel primo 600 abbiamo Phipi
Sidney, uno scrittore importante del 500 ed era anche un nobile e soldato, morto per
difendere interessi Inghilterra contro paesi Bassi. È un po’il modello ideale dello scrittore nel
rinascimento.
Nel 700 la figura di scrittore più frequente è quello definito il Grub Street hack (in modo
dispregiativo). Sono diventati così tanti gli scrittoi con la nascita del giornalismo, che ormai
lo scrittore più frequente non è il nobile, ma uno che per mestiere vende la propria opera.
Cambia il pubblico di riferimento: pubblico borghese che non gli viene fornito da un grande
nobile ma.
Gli ideali stilistici
Il rinascimento è stato un periodo di sovrabbondanza con tutti questi prestiti. Si parla di
copia. La lingua infatti doveva essere retoricamente ricca. Non ci si proccupava affatto di
capire tutte le parole. dopo il 1660 non si apprezza più questa copia ma quella che in inglese
si chiama perspicuity: limpidezza, trasparenza. È fatta di:
1. chiarezza
2. concisione
3. naturalezza
siamo all’opposto di una lingua sovrabbondante e quasi oscura. La prima cosa era farsi
capire: non colpire con la propria bravura retorica con tanti paroloni, ma è importante essere
chiari. Le parole per essere chiare devono riferirsi in maniera chiara al loro argomento.
Thomas Sprat dice che bisogna evitare tutti i gonfiori dello stile. Il gusto che aveva dominato
per un secolo e mezzo l’Inghilterra viene quindi rifiutato.
Jhon Wilkins crea un linguaggio artificiale in cui ogni parola aveva solo un significato e si
rivolgeva un singolo oggetto.
Piacciono meno i puns, ovvero i giochi di parole, che nel 700 vengono ritenuti brutti e fuori
moda. Sopravvivono solo nella satira, che è un ambito più ristretto.
C’è una standardizzazione dello spelling che non aiuta questi giochi di parole: rende meno
possibile e rapido farli. In romeo e Giulietta Shakespeare scrive allo stesso modo choler e
collar. Nel 700 s distinguono le parole e quindi il gioco funziona meno. Travel/travail,
sun/sun. nel 500 visto che non si conosceva lo spelling si creavano più puns.
Restrizione del vocabolario.
 No neologismi
 Pochi arcaismi
 Contrari ai composti
 Contrari ai latinismi
Si limita un po’il potenziale espressivo della lingua e la standardizzazione è ovvio che abbia
questo effetto inevitabile.
Samuel Jhonson dice che è meglio evitare i termini tecnici, che invece usano gli artigiani e la
gente del popolo. Ma tutto questo non fa altro che restringere la cassetta degli attrezzi degli
autori.
Grand Style
Cosa succede allo stile più elevato e presente nella cultura rinascimentale? Non sparisce del
tutto, ma si favorisce uno stile rispetto a un altro. Lo stile alto viene reintrodotto attraverso il
concetto del sublime che ha una fortuna europea nel 700. Per quanto riguarda l’espressione
verbale con sublime si intende quello che ha a vedere con un qualcosa di elevato. Questo stile
elaborato era usato non solo nella letteratura, ma anche nella politica e nella legge.
Sublime rimesso in circolazione da un trattato che esce dalla politica e dalla legge, rimanendo
in poesia, in testi con uno stile alto e in qualche modo libresco, sicuramente distante dalla
lingua quotidiana. questo stile non lo si ritrova nella prosa o nel giornalismo, dove a lingua
tende al medio o al basso. Confrontando il rinascimento col 700 , diciamo che nel
rinascimento c’è un uso di questo stile elevato soprattutto nel dominio pubblico dove si vuole
colpire le persone, nel 700 invece questo stile si usa in un ambito privato di passioni legato a
una poesia di stile più alto. È il secolo in cui la lingua è stata standardizzata e dietro vi è la
ricerca di questa espressività in base agli ambiti.

DIALETTO
Nel teatro troviamo davvero poco dialetto. Un eccezione è la Scozia, in cui abbiamo un
abbondanza di questo.
Nel 700 vi è stato un revival del dialetto. A in Inghilterra non ce n’è tanto nemmeno nel
teatro. Lo troviamo in alcuni romanzi.
RIFLESSIONE SUL LINGUAGGIO
Si comincia a vedere questa fase arcaica dell’inglese e si iniziano a tirar fuori dei manoscritti
dalle biblioteche pe scrivere trattati che notavano come si scriveva prima. Si vede che c’è una
storia della lingua. prima della metà del 60 nelle università c’è la voglia di creare uno studio
della lingua inglese.
 1664: royal society crea un comitato fondato con l’idea in cui le persone più preparate
potessero discutere e diffondere il sapere lingua inglese. si comincia a focalizzarsi
anche sul fatto che la lingua in sé è importante
 1697 Daniel Dofoe propone la fondazione di un’accademia, sul modello della Real
Academie francese, proposta che non viene accolta. Nel 700 c’è una sorta di
francofobia per cui proporre di fare qualcosa sul modello francese è un motivo che
rende molte persone contrarie.
 1712 Swift fa la stessa cosa: propone di creare un accademia in grado di regolarizzare
la lingua. anche qui la proposta non ha avuto seguito.
Lingue classiche erano immutabili perché erano molte, mentre qualunque lingua viva muta e
parlandola si trasforma.
Swift era contrario alle abbreviazioni.
Dal 1714 arriva una famiglia tedesca regnante in Inghilterra: la famiglia di Hanover che non
aveva una particolare interesse per la lingua inglese. inoltre disseminazione coloniale
dell’inglese.
I PRIMI DIZIONARI
Per andare in contro alla spiegazioni di termini difficili si creano questi dizionari. Sono
completamente diversi, più brevi rispetto ai dizionari odierni: on parole di uso comune e
libresco.
Primo dizionario inglese: quello di Robert Cawdery del 1604

18.12
Il 700 è il grande senso della standardizzazione un po’ in tutta Europa, è legato anche allo
sviluppo dell’economia, tecnologia ecc. in Inghilterra vediamo il ruolo fondamentale del
dizionario di Jhonson. È uscito nel 55 e Jhonson ci ha lavorato da solo per 9 anni, un tempo
piuttosto breve.
Ha fatto la scelta di escludere certi registri e livelli di lingua: è ampio ma non
onnicomprensivo. È stato il primo dizionario di inglese e ha riguardato anche persone al di
fuori dall’Inghilterra.
In alcune voci del dizionario abbiamo la personalità idi Jhonson.
 Lexicographer: a writer of dictionaries, a harmless drudge (sbobbone innocuo: parte
riferita più a se stesso che non troveremo mai in un dizionario contemporaneo)
 Oats: abbiamo visto gli attriti tra Inghilterra e Scozia e Jhonson, da buon inglese, ha
avuto dei pregiudizi verso gli scozzesi, nonostante il suo migliore amico fosse
scozzese (quindi non ostilità così grande da non volere rapporti con gli scozzesi). Va a
sottolineare l’inferiorità economica degli scozzesi.
 Patron: non è la definizione che troveremo in un dizionario oggi. i mecenati
nell’antico regime sostenevano le arti. Ma disgraziato che sostiene con insolenza ed è
appagato dalla lusinga -> spesso questi nobili erano arroganti ma la gente gli leccava
comunque i piedi. Mettere per iscritto questo fa capire come la società stesse
cambiando. Stava emergendo la classe borghese e dei mecenati vi era sempre meno
necessità. Jhonson tra l’altro ha avuto parecchi problemi: ha avuto bisogno di molti
soldi per realizzare il dizionario e non era facile trovare persone che gli anticipassero i
soldi per il suo progetto. Ecco perché era inacidito verso i patrons.
DOPO JHONSON
Dopo la codificazione settecentesca il rapporto tra standard (poi se ne affermano diversi) e
dialetto (quando si standardizza lingua si creano varietà non standard) si differenzia molto. Si
creano dizionari sia dei dialetti sia degli altri standard come quello americano che piano piano
si impongono. L’inglese ha questa cosa peculiare: nel 700 è una lingua nazionale con qualche
radicamento nelle colonie, ma si stabilizza nell’800 e nel 900. Si passa da una lingua
nazionale a una internazionale, fino ad arrivare a una lingua globale: lingua franca dello
scambio di tutto il pianeta. Questa lingua ha avuto una strana ed unica evoluzione in circa
300 anni.
Rapporto lingua standard-dialetti
Fino a fine 800. Anche se con la standardizzazione la lingua standard guadagna terreno. Che
atteggiamento c’è verso i dialetti?
1) Da un lato abbiamo una scolarizzazione obbligatoria che mira a sradicare i dialetti,
quindi imporre con la scuola la lingua standard: lingua londinese sempre più
codificata.
2) Ma dall’altra parte i dialetti rurali delle zone fuori dalle aree urbane nell’800 vengono
rivalutati come forme autentiche dell’inglese. la lingua standard è un’elaborazione
artificiale a tavolino, mentre queste lingua che nascono dal basso vengono guardate
come l’inglese più antico, parlato dal popolo e quindi più autentico rispetto alla lingua
scritta e riformata, nell’800 vengono ripescate le tradizioni locali e nazionali grazie a i
nazionalisti europei.
Quindi tentativo di sradicarli da un lato, e dall’altro abbiamo una certa ammirazione come
forme più autentiche dell’inglese.
*Cockney: dialetto di una parte sud-est di Londra.
A metà dell’800 nelle università viene introdotto lo studio di lingua e letteratura inglese come
discipline accademiche. Hanno fatto da modello le università tedesche. Si ritiene che queste
materie siano interesanti e valide e valga la pena insegnarle a più persone.
Nel 1873 viene fondata la English Dialect Society
Nel 1889 Alexander Ellis realizza uno studio completo dei dialetti inglesi
I modern English dialects
Ci sono definizioni abbastanza diverse che riguardano questi nuovi dialetti del 900. A noi
interessa vedere che sono divisi in 5 aree: la parte nord, la pare centrale e quella meridionale.
Se notiamo queste aree ricalcano quelle in cui erano divise le varietà dell’inglese nel periodo
medio inglese. c’è un po’ di differenza nella dimensione di queste aree. Nella cartina del
medio inglese vedremo che le parti centrali erano più ampie. La parte meridionale si è
ampliata perché l’influsso del londinese si è fatto sentire anche sui dialetti. Invece la parte
nord è un po’scesa verso sud. I dialetti settentrionali e meridionali si sono ampliati e hanno
fatto sentire il loro influsso a zone geograficamente appartenenti al midlands.
Un punto è che vi è una crescente differenza tra i dialetti settentrionali inglesi e l’inglese
scozzese. Nei dialetti inglesi del 900 si nota appunto maggiore differenza tra dialetti del nord
e dialetti scozzesi, prima nel 700 e nel 600 erano più simili. Questo perché probabilmente
l’attrazione più forte vien dal sud dell’Inghilterra, dallo standard londinese che fa sentire il
suo peso sui dialetti.
*i 2 grafici: per capire com’erano raggruppati per parentela i dialetti tradizionali sulla sinistra
e quelli moderni sulla destra. Ci sono stati influssi reciproci nelle aree confinanti e oggi sono
più simili dialetti che in passato lo erano di meno.
*tabella: sono messe a confronto la pronuncia dialettale o regionale che sia (teniamo presente
che i dialetti inglesi non sono come quelli italiani, lingua evolute sulla base neolatina
parallelamente. Tra lingua standard inglese e i dialetti non c’è così tanta differenza) di alcune
parole.
I dizionari nel 900
1806: è il primo dizionario di American English. Ha introdotto gli spelling americani, che
non si sono quindi introdotti spontaneamente. È una varietà distinta da quella britannica. Il
gesto ha un valore anche linguistico -> è il desiderio di far vedere che si è indipendenti, che si
ha una lingua propria e differenziata.
Questo dizionario mostra che non c’è più un solo standard. La ricerca di una lingua uguale
per tutti che risale al medio inglese finisce appena dopo che è iniziata. Nel 700 si ha il
dizionario di Jhonson e l’inglese standardizzato ma solo 80 anni dopo compare questo
dizionario che mostra che si ha un’altra varietà di lingua: fine standardizzazione lingua
inglese.
A metà dell’800 Halliwell stampa il dizionario dei dialetti che fino al 1900 rimane lo standard
di riferimento per i dialetti inglesi.
Il dizionario successivo che ancora oggi fa da riferimento principale è L’OXFORD
ENGLISH DICTIONARY. Prodotto tra l’84 e il 1933: è un arco di tempo molto più lungo.
Effettivamente il dizionario è molto ampio e nella versione stampata vi erano 20 volumi ai
quali sono stati aggiunti degli aggiornamenti. Naturalmente a differenza dal dizionario di
Jhonson non è un opera realizzata da una sola persona, ma proprio da un equipe. Tra la prima
edizione e la seconda si possono notare delle cose importanti dal punto di vista culturale e
sociale: nelle citazioni usate nelle voci per illustrare il significato delle parole (esempi tratti
da testi che illustrano nel concreto come si usa una certa frase) si vede che queste hanno
cambiato provenienza. Cioè oggi si trovano più esempi che vengono dal giornalismo che
dalla letteratura (potremmo parlare del mondo mediatico). Allo stesso modo nelle fonti si
trovano più citazioni tratti dalle scienze piuttosto che dalle humanities. Poi abbiamo anche
una differenza di carattere geografico: nelle parole nuove ci sono più citazioni di origine
americana. Anche questo ci fa vedere che la lingua li è più creativa e mutevole. Oggi 2/3 dei
nuovi lemmi hanno origine americana, 1/3 da regno unito e gli altri dagli altri paesi di lingua
inglese. è facile predire che anche in questi paesi anglofoni che non sono USA e UK min 36.
Dizionario Webster: lo si è man mano allargato e nel 1961 è uscita la terza edizione. Oggi
anche qui abbiamo l’edizione online. È uno dei dizionari principali di riferimento insieme
all’Oxford.
L’INGLESE COME LINGUA GLOBALE
È l’unica lingua che ha subito questa particolare evoluzione.
*grafico del linguista indiano: ci fa vedere la quantità di parlanti inglesi odierni a livello
planetario. Il cerchio più interno contiene i paesi di madrelingua inglese: USA, GB, Australia
e NZ. I numeri qui in realtà sono un po’imprecisi, forse perché il grafico è stato fatto qualche
anno fa. Abbiamo tra i 4 e i 500 milioni di parlanti. Poi abbiamo una serie di paesi dove
abbiamo l’inglese come seconda lingua: è usato come lingua ufficiale e quindi viene studiato
da un numero elevato di persone. Si tratta spesso di ex colonie (India, Sud Africa) in cui più
lingue sono riconosciute come ufficiali. Questi paesi comprendono i 300 350 milioni di
persone. Quindi se sommiamo i paesi in cui l’inglese è parlato dalla maggioranza della
popolazione, e quelli in cui i cittadini lo usano come seconda lingua arriviamo circa a un 800
milioni di persone. Esiste anche un ultimo cerchio: inglese come lingua straniera. Qui vi
rientra l’Italia. Comprende da 100 a 1000 milioni di persona.
*altri grafici
Le varietà standard di oggi
Non vi è un unico standard. L’inglese infatti ne ha vari. E questo sembrerebbe una sorta di
contraddizione lo standard ha l’obiettivo di arrivare a una forma unica condivisa da tutti.
*grafico degli standard. Si distinguono per lo meno questi 4 standard principali, ognuno con
le sue caratteristiche. Sulla parte sinistra abbiamo degli standard non ancora tali -> sono zone
in cui l’inglese è spesso utilizzato come seconda lingua, veicolare e per gli affari per parlare
in contesti plurilinguistici. Hanno delle loro caratteristiche linguisticamente parlando, però
non hanno una forma standard scritta distinguibile dall’inglese britannico o canadese. Non
esiste uno standard caraibico. Ma non è detto che queste varietà (standardizing) si trasformino
in standard: quelli della ricerca dello standard sono processi che hanno più ragioni di carattere
politico e sociale che non linguistico in senso stretto -> quando bisogna scrivere delle leggi,
vi è un’amministrazione unificata ecc. in assenza di questo non è affatto detto che si produca
uno standard unificato: è probabile che in quei territori per iscritto si usi ancora l’inglese
britannico o americano.
Teniamo presente che quando si parla di standard la stabilizzazione è sempre più presente
nello scritto che nell’orale. La pronuncia di un parlante australiano rispetto a quello
britannico ha una differenza maggiore: la lingua orale è più differenziata rispetto a quella
scritta che tende di più a standardizzarsi.
I PIDGINS
Un altro aspetto del colonialismo dell’inglese sono i pidgins. Ce ne sono davvero molti legati
all’inglese e si trovano appunto nelle aree legate al colonialismo britannico.
Vediamo brevemente qualcosa sulla varietà di inglese esterna alle isole britanniche e che ha
l’influsso più grande: l’inglese americano, anche prima verità standard affermata come
indipendente. I primi coloni in Virginia nel 1607 e venivano dal sud ovest dell’Inghilterra.
Abbiamo visto prima qualche accenno delle pronunce dei dialetti di queste zone: qui la s
iniziale e in alcuni posizioni intermedie è sonorizzata -> zummer zet, zink ; anche la r era
pronunciata sonorizzata. Ovviamente l’inglese americano è quello che parlavano i coloni che
si sono spostati nel nord America dal’ Inghilterra.
Il gruppo più numeroso era quello dei padri pellegrini, considerati i veri fondatori degli USA.
Ancora oggi vengono festeggiati nel giorno del ringraziamento. Erano comunità perseguitate
nei conflitti religiosi di quel periodo e volevano impiantare nel nuovo mondo una nuova
comunità che seguiva i loro principi. Queste persone venivano dal nord est di Londra e da
aree che avevano una pronuncia simile a quello dell’East Anglia. A differenza dei coloni
precedenti usavano una varietà in cui la r dopo vocale non viene pronunciata 8ricordiamo che
negli Usa è generalmente pronunciata tranne in alcune zone) e la semivocale i dopo una
vocale tonica non veniva pronunciata. Cioè le parole come new o tune vengono rese come nu
o tun (Nu York e non Niu York). Ci sono una serie anche di altri tratti dell’inglese americano
(AmE: american English) che derivano dalla pronuncia dialettale inglese 700esca. Per
esempio in inglese americano conservata la forma gotten al posto di got come participio
passato di to get: è una forma dell’inglese dialettale e non dello standard british ma è standard
nell’americano. Il simple past di to eat, mangiare, è pronunciato eit in inglese americano
mentre in standard English si usa di più et. Abbiamo anche fall per autumn -> anche questa
forma deriva dai dialetti inglesi utilizzata ancora fino al 700.
Quindi molte forme caratteristiche del distintivo americano provengono dai dialetti inglesi
delle persone emigrate negli USA.
NORTHEN IRISH
Un altro contributo importante all’inglese americano in un periodo antico è dovuto agli
emigrati dal nord Irlanda. Queste persone sono emigrate in numero significativo nel 18 secolo
e si sono stabilite in Pennsylvania dove vi sono comunità di origine irlandese molto grandi
ancora oggi. poi si sono spostati man mano verso ovest. Appalachians sono una catena
montuosa (montagne non tanto alte) dove pian piano si sono insediate queste persone.
L’accento dell’Irlanda del nord è il primo diffuso oltre il Mississippi. Questo accento nord
irlandese è un po’la base di tutti gli accenti country. Sono caratteristici della Sun Belt quella
zona che si estende nella parte meridionale fino alle montagne.
Negli Appalachians la lingua che per gli studiosi è interessante è un mix di north irish,
inglese e tedesco (tedeschi insediati li nel corso dell’800): è una varietà interessante per i
linguisti americani per le sue componenti multiple. Dal punto di vista sociale ha un basso
prestigio: queste zone sono povere, poco abitate e abbastanza isolate: sono zone di montanari
di pochi mezzi.
PRINCIPALI VARIETA INGLESE AMERICANO
Gli USA sono una nazione dalla superfice enorme, quindi vi è una differenziazione a livello
locale anche all’interno degli stati stessi. Ma possiamo distinguere tre aree principali:
1) Settentrionale: specie di striscia che va fino al Montana, sotto i grandi laghi
2) Centrale: che arriva alla costa di alcuni stati dell’est
3) Meridionale: fino alla Sun belt, che si affaccia fino al Texas sul golfo del Messico
STANDARD AMERICANO: general american
No singola forma standard dell’accento americano come l’accento londinese nel regno unito.
Nemmeno l’inglese di New York, che è una grandissima città, fa da riferimento: non c’è una
forma a cui tutti devono far riferimento. A volte si parla del general american come forma
standard dell’inglese americano: è la varietà parlata da più persone circa un centinaio di
migliaia di persone.
Ma quando si parla dell’inglese americano si fa implicitamente riferimento al general
american. È la fasica centrale: dalla parte che comprende la California e l’ovest fino a
comprendere pochi stati dell’est, che comprende grandi città Americane. No zona Sun Belt o
zona dei grandi laghi.
Caratteristiche del general american:
 è una varietà rotica, quindi la r è pronunciata
 c’è una sonorizzazione della t fra vocali: la parola data è pronunciata dada, woder al
posto di water
 abbiamo la è al posto di una a lunga : bèth, chèsol ecc.
 forse non avremo mai notato che c’è un uso più esteso e percepibile degli accenti
secondari: nelle parole polisillabiche vi è un accento principale e secondario, e
nell’inglese americano il secondario è molto marcato (i due sono quasi uguali). ex:
audithory -> si sente molto anche la seconda o.
 lo spelling, introdotto da Webster a inizio 800: color al posto di colour, labor, enclose
e non inclose, enquiry e non inquiry; fulfil al posto di fulfill. Vanno bene entrambe le
forme, ma la cosa importante è non mischiare il sistema: o si usa l’uno o l’altro
sistema.
 Morfosintassi: tabella
IRLANDA GALLES E SCOZIA
Andiamo ad analizzare queste varietà che abbiamo la possibilità di incontrare sia in persona
sia leggendo.
Cartina: Le parti verdi ci indicano i parlanti delle lingue celtiche (il gaelico), nelle tre regioni
in cui le lingue celtiche sono diffuse: isola della Scozia, Irlanda, Galles e poi c’è qualcosa
anche in Cornovaglia anche se cornico estinto a fine 700. Dove il colore è più scuro ci sono
più parlanti e dove è più chiaro ce ne sono di meno. La parte blu che vediamo nell’Irlanda del
nord e nella parte meridionale della Scozia riguarda un latra lingua parlata qui.
A livello di altra varietà linguistica, andando in fondo al grafico vediamo le Channer island,
al largo della costa francese, che sono inglesi: qui si parla un norman fench oltre ovviamente
all’inglese. Notiamo che le lingue celtiche sono parlate soprattutto nelle zone più occidentali.
Quindi sono sopravvissute nelle aree più periferiche e lontane dai centri abitati più grossi.
È quindi una situazione di multilinguismo che si basa sul substrato che vi era prima
dell’arrivo dell’inglese.
Irlanda
 Enrico II: prima invasione nel 1157. Stimolato anche dal papa che voleva mettere
sotto controllo il clero irlandese. Questa conquista lascia poche tracce sulla società
irlandese: l’inglese quindi non si fonde n Irlanda.
 Enrico VIII: nel 1542 invade di nuovo l’Irlanda appoggiandosi alla parte cattolica. Ma
questa volta ci sono conseguenze. La riforma protestante rifiutata e l’inglese rifiutato
come lingua degli invasori. Gli inglesi che rimangono li come land lords, portano la
loro lingua ma l’inglese si diffonde lentamente: continuano a parlare gaelico.
 Nel 600: dei coloni scozzesi e irlandesi si spostano e vengono mandati nell’Irlanda del
nord era la popolazione e la zona più restia a farsi dominare dagli inglesi. Gli inglesi
volevano mandare quindi contadini protestanti da Scozia e Nord Inghilterra per
strappare le terre ai contadini irlandesi. Cromwell dopo la decapitazione di Carlo I
diventa lord protector dell’Inghilterra, l’Irlanda sfrutta le GC inglesi per cercare di
ribellarsi agli inglesi e tornare indipendente, i sostenitori di Carlo I cercano rifugio in
Irlanda, e quindi Cromwell va li e intanto sconfigge i sostenitori della monarchia e
poi da una lezione agli irlandesi: fa una campagna militare che mette a ferro e fuoco la
popolazione irlandese. Rimane quindi un personaggio pessimo per gli irlandesi. Si
parla di 200 mila persone concentrate in Irlanda del Nord.
 Gli irlandesi sono poi emigrati dalla zona povera in cui vivevano e si sono spostati sia
verso Inghilterra sia verso America. 2 milioni di irlandesi nell’800 si sono spostati in
nord America: in Pennsylvania (Philadelphia). Poi sono andati a sud nella catena
montuosa degli Appalachi dove hanno combattuto contro i nativi. Hanno dato un
apporto alla cultura americana portando le loro canzoni, ballate e musica che hanno
dato origine alla musica country.
 Ascendency: è la fascia sociale dei proprietari terrieri, spesso nobili, che nel corso dei
secoli si sono spostati da Inghilterra a Irlanda, perché a loro venivano regalate delle
porzioni di territorio irlandese. Quindi a volte si sono spostati in Irlanda per
controllarli meglio e si sono trasferiti li. Creano una piccola ma influente classe
sociale (perché parte più ricca ella popolazione irlandese9 e hanno mantenuto un
accento differenze: è una parte che ancora oggi ha un accento diverso -> distinzione
sociale che si è mantenuta. Parlano con un accento più simile a quello inglese. è
abbastanza bizzarro perché queste persone non parlavano solo tra loro ma anche con
gli irlandesi, soprattutto quando questi hanno imparato l’inglese per comunicare coi
propri padroni. Il tema della distinzione nella pronuncia emerge in maniera forte nel
700. In questo periodo due nobili che parlavano di questo argomento dicevano che
great doveva essere pronunciato come state (questo lo diceva Chesterfield), mentre un
altro nobile del suo livello, William Yonge, dice che va pronunciato come se facesse
rima con seat e dice che solo un irlandese lo pronuncerebbe nel primo modo. quindi
neanche fra nobili ci si metteva d’accordo: c’era il desiderio di distinguersi dagli altri,
ma neanche all’interno di questa cerchia sociale era facile stabilire come stavano le
cose.
 La nascita dell’Inglese irlandese: questa varietà emerge nel 600 al seguito dell’arrivo
de coloni. Ci sono gli inglesi che non se ne vanno ed essendo loro i padroni pensano
che siano gli altri a doversi adattare. Cosa c’è in questa varietà? Abbiamo un sostrato
del gaelico irlandese che parlavano gli irlandesi a quell’epoca. Dopo questo sostrato si
innesta l’inglese del rinascimento, che non è quello di oggi, e in più nella zona dell’
abbiamo una varietà diversa da quello del resto dell’Irlanda.
 Il passaggio dall’irlandese all’inglese com’è avvenuto? In generale movimento verso
ovest del gaelico. In tutto il 600 si parlava irlandese in tutta l’Irlanda. Ma poi nell’800
con censimenti è stato dimostrato che la popolazione che parlava gaelico come lingua
madre si sposta verso ovest. Dublino è sulla costa est e si affaccia sul mar d’Irlanda e
li è il primo posto in cui si ha un inglesizzazione. Nel 800: 2 milioni di persone di
lingua madre inglese, 1,5 milioni di lingua madre inglese, 0,5 milioni bilingue: quindi
la popolazione si divide a metà. Un secolo dopo, nel 1901, l’85% di persone erano
monolingue inglese, naturalmente nella varietà dell’IRISH English e sono 21 mila
persone hanno dichiarato di essere madrelingua irlandese (a ovest). A cosa è stato
dovuto questo declino rapido in 100 anni. A vari fattori:
o Istruzione scolastica. Inglesi hanno deciso di imporre l’inglese come lingua
dell’istruzione. prima libertà alle colonie di organizzarsi come volevano. Nel
1831: introdotto l’inglese come lingua obbligatoria della scuola e questo
favorisce il declino dell’Irlandese
o 1850: il turning point nel passaggio di massa dall’irlandese all’inglesi è stato
con la con la Great Famine. C’è stata una carestia delle patate. È durata circa
4 anni e ha favorito una forte emigrazione: molte persone per salvarsi
scappavano dall’Irlanda. Quindi hanno portato la loro lingua fuori dal paese,
ma quale lingua? se si volevano far capire usavano l’inglese.
Barbados: non riconoscono più la regina d’Inghilterra come capo simbolico della nazione.
Cromwell ha mandato li in esilio dei soldati irlandesi che ha preso prigionieri e non ha
condannato a morte. Al tempo era veramente una punizione, non come oggi quindi li vi è una
comunità di bianchi di origine irlandese. Sono una parte della popolazione abbastanza
emarginata, al contrario di ciò che si potrebbe pensare. La stragrande maggioranza di persone
è di origine africana, e i bianchi sono perlopiù i più poveri. Anche a Montserrat isolati degli
irlandesi nel. Zona orientale del Canada, la Newfoundland, anche in questa fascia costiera
abbiamo popolazioni irlandesi numerosi. Australia: nell’800 circa 1/3 degli Australiani era di
origine irlandese. Ma la zona con più abitanti di origine irlandese sono gli USA: 40 milioni di
statunitensi di origine irlandese -> molto di più degli abitanti dell’Irlanda che oggi ha circa 5
milioni di abitanti.

21.12
Un altro luogo primario per la migrazione irlandese è l’Inghilterra, in particolare nelle zone
del nord (Liverpool), città fortemente industrializzate a partire dal tardo 700 e nell’800 e che
quindi hanno richiamato manodopera da tutte le isole britanniche.
L’arrivo in grande numero di questi irlandesi ha contribuito a formare alcuni dialetti, in
particolare lo Scouse, dialetto di Liverpool. Alcuni tratti dello Scouse derivano dalla varietà
irlandese.

INGLESE IN IRLANDA
Ci sono tre zone principali per quanto riguarda la diffusione dell’inglese in Irlanda
1. Pale: contea di Dublino, zona più abitata. Zona in cui l’inglese si è diffuso prima
come lingua effettivamente parlata dalla maggioranza della popolazione. L’inglese
viene parlato come lingua madre a partire dal ‘600, quindi è la zona di più antico
radicamento dell’inglese come lingua parlata.
2. Parte centro-occidentale, Galetocht: regione gaelica, zona dove più si conserva il
gaelico. L’inglese che viene parlato qua è quello più influenzato dal sostrato gaelico.
Fino all’inizio del 900 la maggior parte della popolazione parlava irlandese.
3. Auster, c’è una più forte presenza di coloni scozzesi e inglesi che hanno portato il
loro accento, e quindi questa presenza molto forte di madrelingua inglesi (in
particolare dal sud della Scozia e dal Nord dell’Inghilterra) ha dato a questo inglese
delle sue caratteristiche

Non c’è una varietà standard dell’irish english, ci sono questa varietà di accenti tutte alla pari.
Esistono varie definizioni per l’inglese irlandese, con valore linguistico diverso ma nel
discorso comune vengono usate come sinonimi:
- Si parla di Irish English, che vale per tutte le varietà parlate
- Anglo-Irish: se si usa questo termine in un contesto di studi linguistici, si intende la
forma più diffusa dell’inglese irlandese, cioè quella usata dalle classi medio-basse
- Hibernal-English: per i linguisti indica l’inglese parlate nelle aree celtofone (ovest
dell’irlanda, dove il gaelico è ancora una presenza viva che influenza l’inglese), fuori
da un contesto tecnico, è usato come sinonimo di Irish English. Ibernia: nome latino
dell’Irlanda
- Ulster Scots: tipo di parlata dell’Ulster, varietà che conserva dei tratti antichi
influenzato dallo Scots. Ha caratteristiche che erano diffuse nell’inglese del 700 e si
sono conservate in questa varietà.

Oggi l’irlandese è riconosciuto come lingua ufficiale in Irlanda, vige un bilinguismo ufficiale.
Circa 100.000 parlanti madrelingua irlandesi, è studiato a scuola quindi tutti sono in grado di
capirlo e di leggerlo ma non tutti lo parlano abitualmente. L’irlandese è anche riconosciuto
come lingua ufficiale dell’Unione Europea.

CARATTERISTICHE:
- Semplificazione di alcuni dittonghi: verificabile anche in altre varietà dell’inglese
extraeuropeo
- La “l” e la “r” sono sempre pronunciate a differenza dell’inglese
- Il “th” viene pronunciato senza aspirazione, quindi come “t”
- C’è una vocale posteriore più chiusa della pronuncia. “but” o “plug” suonano più
chiuse
- Them come pronome dimostrativo plurale: I like them biscuits
- Verbo essere alla terza persona singolare usato anche al plurale: they is, piuttosto
comune nell’inglese rinascimentale, quando la lingua era meno codificata.
- Inflective do: he does come when he hears the noise. Qui “do” non è un rafforzativo,
ma indica un’azione abituale. Stessa cosa con l’inflective be
Possono anche essere abbinati il do e il be
- Calchi sulle forme verbali del gaelico: she’s after reading the book = she’s just read
the book

L’accento irlandese viene definito in inglese come “brog”, che deriva dal termine irlandese
brog che significa scarpa.
 Senso un po’ dispregiativo del termine

GALLES
Welsh, deriva dalla parola weleas dell’Old English che vuol dire “straniero”, quindi per i
popoli germanici erano considerati stranieri.
Il gallese come lingua celtica è imparentato al bretone, cioè quella lingua celtica parlata in
Bretannia (nord-ovest della Francia), così come è imparentata alla lingua della Cornovaglia,
mentre l’irlandese e il gallese non sono imparentate (non hanno mai avuto contatti, mentre
l’irlandese è più collegato allo scozzese).

I conflitti tra inglesi e gallesi risalgono almeno al XIII secolo, dopo la conquista normanna e
la conquista inglese del Galles è stato un processo molto lungo terminato tra 1536-1542, con
due Atti di Unione tra Inghilterra e Galles dopo che gli inglesi lo ebbero definitivamente
conquistato.
 È l’unione più antica.

Nel 1588, c’è una traduzione della Bibbia in gallese da parte di William Morgan: importante
per la sopravvivenza e diffusione del gallese, dato che la Bibbia è il testo più diffuso. La
traduzione ha contribuito a dare prestigio alla lingua e a non farla decadere.
Nei secoli successivi il gallese ha perso terreno, con l’inglese che diventa sempre più
importante. Fino all’800 la maggior parte delle persone parlava gallese come lingua madre e
c’erano delle zone in cui era diffuso un bilinguismo.
Nel 1888: rende obbligatorio l’inglese come lingua dell’istruzione, mentre in Irlanda era stata
imposta negli anni 30, che era più ribelle a farsi sottomettere dagli inglesi.

Nel corso dell’800 l’inglese è diventato comune anche nelle classi più basse per vari motivi,
soprattutto per le immigrazioni inglesi verso le città gallesi industrializzate. Il gallese veniva
sempre usato a casa e soprattutto in chiesa (importanza per identità) e nelle scuole gestite
dalle Free Churches.

Censimento del 1901: poche migliaia di persone parlavano irlandese come prima lingua,
nello stesso censimento, in Galles circa metà della popolazione lo parlava abitualmente.
Inglesi avevano fatto molta meno pressione politica su questa regione + motivi detti prima.
Oggi circa ¼ della popolazione lo parla abitualmente, molto più alto che in Irlanda, anche qui
c’è un bilinguismo ufficiale e tra le lingue celtiche ha una vita più abbondante e vivace
rispetto all’irlandese e allo scozzese.
L’influenza celtica è presente soprattutto nel nord del galles e nelle zone più interne.

CARATTERISTICHE:
Varietà relativamente simile allo standard english rispetto all’irlandese, si distacca in maniera
meno forte, si riconosce per l’intonazione. Ci sono tre varietà principali che si definiscono a
livello geografico
1. Varietà del sud-est industriale, più simile al british english (industrializzazione e
scolarizzazione)
2. Varietà del sud-ovest
3. Centro nord: l’influenza del sostrato gallese è al massimo

I componenti linguistici dell’inglese gallese sono tre:


- Sostrato gallese
- Influenza dei dialetti inglesi occidentali (che confinano con il Galles), non ci sono
confini rigidi; quindi, rende facile questo influsso
- Influsso dello standard english

Caratteristiche del Welsh English riferite alla varietà del sud-est, la più diffusa:
- Varietà non rotica
- Presenza di consonanti esplosive sorde al posto di quelle sonore: bring the bottle =>
pring the pottle. Per precisione, si tratta di una piccola aspirazione dopo la pronuncia
della consonante: b, d, g presentano asprirazione forte in posizione iniziale, mentre i
corrispondenti sordi p, t, k sono aspirati in ogni posizione.
- La “h” viene omessa in posizione iniziale
- Soggetti singolari con verbi plurali e viceversa
- Do usato per azioni abituali come in irlandese
- Fronting: spostare in posizione iniziale un termine che normalmente non è qua, è una
forma di enfasi ed è un calco dal gallese. Singing they were
- There = how
- Isn’t it o yes al posto del pronome personale. You’re going home, aren’t you? In
gallese invece si utilizza sempre isn’t it o yes.

SCOZIA
Si parlano tre lingue:
1. Scottish, cioè il gaelico
2. Scots: a differenza dello scottish è una lingua germanica. Arriva dal fatto che gli
Angli si sono insediati nei low lands nel V secolo. La loro lingua nei secoli si è
trasformata nello Scots. Un altro nome è Lalands (contrazione di low lands)
3. Inglese nella varietà scozzese
È divisa tra la parte delle high lands, parte meno abitata nel nord, dove fino al ‘700 si è
parlato soltanto gaelico, l’inglese è arrivato solo dopo l’atto di unione, creando un
bilinguismo tra scozzese e inglese. Rimangono 80.000 persone celtofone tutte bilingui.
La parte dei low lands comprende tutte le città più importanti, dove vive la maggior parte
della popolazione. Vicinanza con l’Irlanda soprattutto nella zona del nord.
Lo scozzese e l’irlandese nel medioevo erano praticamente uguali, ora sono molto simili
mentre sono molto diverse dal gallese
Il rapporto tra scots e inglese è un rapporto di antica data, sono due lingue sviluppate da una
base di una stessa lingua germanica. L’influsso inglese ha cominciato a farsi sentire sullo
scots a partire dall’XI secolo: inizialmente molto debole, dato che non era per niente una
lingua prestigiosa. Fino al tardo medioevo (400) sono due rami dell’old english. La relazione
tra inglese e scots è come la relazione tra danese e norvegese; quindi, lingue che i parlanti
riescono a capire mutuamente.
Lo scots ha delle fasi storiche:
- Dal V secolo al 1400: Old Scots. Fino a quest’epoca era chiamata Inglis, poi per
identificarlo meglio con la regione e differenziarlo meglio dall’inglese si è cominciato
a chiamarlo Scots. Lo scots è la conseguenza di un movimento letterario manifestato
in Scozia nel 400: periodo aureo dei poeti scozzesi che hanno dato prestigio alla
lingua. Sulla scorta della loro fama hanno dato questo nome alla lingua.
Ha creato quindi una tradizione scritta, non sono della letteratura, usato anche nella politica
fino a tutto il 500.
Mostra più influsso dell’antico nordico, molti contatti con i vichinghi e c’è anche una certa
influenza francese, questo perché hanno sempre cercato di fare delle politiche di alleanza con
i francesi in funzione anti-inglese.

- Middle Scots, metà 400 – 700: dopo la riforma protestante, è declinato lo scots
rispetto all’inglese
 Mancanza di una traduzione della Bibbia in Scots, invece c’era una Bibbia tradotta in
inglese. Questo ha favorito la perdita di prestigio dello scots
 Spostamento della corte di Edimburgo a Londra quando Giacomo I divenne re di
Inghilterra e Scozia.
Nel 600 smette di essere usato come lingua scritta, viene utilizzato solo oralmente, si
frammenta e quindi declina

XVIII secolo: al momento dell’atto di unione lo scots non ha più uno standard scritto ma è
frammentato; tuttavia, nei rapporti dopo l’atto di unione c’è una ripresa di uno spirito
nazionalista in scozia per differenziarsi dagli inglesi.
 Vivace revival culturale scozzese e questo ridà forza anche allo scots, ricreando una
letteratura in scots.

Nel 1840 il governo di Londra introduce l’inglese come lingua obbligatoria a scuola.

Oggi in Scozia c’è stato un nuovo revival di carattere letterario dello Scots, legati alla
devolution che per alcuni dovrebbe essere un’indipendenza. Non ci sono molti parlanti scots
e c’è un dibattito sul suo status.

Nella parte meridionale della scozia in cui tutti parlavano scots fino al 700, oggi si parla quasi
completamente scottish english
Lo standard scottish english è un adattamento dello scots all’inglese, essendo imparentate.
Questo adattamento è un adattamento più forte nella sintassi e nel vocabolario e non
nell’accento.

CARATTERISTICHE:
- Varietà rotica
- La differenza nella pronuncia tra parole che iniziano con “wh”, pronunciate con una
leggera aspirazione
- La “u” viene pronunciata come “ü” in alcuni dialetti scozzesi, con spelling “ui”,
strascico della matrice germanica
- Ci sono dei plurali diversi: plurali irregolari dove in inglese sono regolari, mentre altri
regolari quando in inglesi sono regolari
- Uso dell’articolo determinativo dove in inglese abbiamo quello indeterminativo o
nessun articolo: the now = just now; the day = today

Wiskey: deriva dal gaelico, ma è un calco sul latino acqua vite


Altre parole scots sono diventate standard english: glamour, deriva dal latino. La parola è
grammar, che voleva dire sapere, conoscenza e per estensione cose incomprensibili. Con il
tempo, a sua volta per estensione magia nera (cose che non si capiscono). Dal 700 da
grammar si passa a glammar in scotz e quindi poi glamour. Dall’inizio dell’800 per
estensione si passa poi a qualcosa di affascinante.
Golf è una parola scots, forse deriva dall’olandese colf, bastone usato in alcuni giochi

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