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CAPITOLO 13: ACQUISIZIONE DELLA PRIMA LINGUA

L’acquisizione della prima lingua è notevole per la velocità con cui avviene. Molto prima di andare a scuola
bambini e bambine sono già utenti sofisticati del linguaggio. Oltre alla velocità di acquisizione, il fatto
stesso che questa avvenga per tutti senza istruzioni esplicite e indipendentemente dalle enormi differenze tra
i possibili contesti, spinge a pensare che esista nei piccoli umani una predisposizione innata all’acquisizione
del linguaggio. Possiamo considerarla una speciale capacità per il linguaggio di cui siamo dotati già dalla
nascita. In se però non è sufficiente.

1 L’ACQUISIZIONE
Il processo di acquisizione del linguaggio presuppone alcuni requisiti essenziali. Nei primi 2/3 anni di
sviluppo, il piccolo essere umano ha bisogno di interagire con altri utenti del linguaggio per mettere in atto
questa generale capacità linguistica applicandola a una determinata lingua. Il bambino deve essere
fisicamente capace di emettere e ricevere segnali acustici in una certa lingua. Per parlare una lingua il
bambino deve essere in grado di udire quella lingua ma non basta. Il requisito decisivo sembra essere
l’opportunità di interagire tramite la lingua con altre persone.

1.1 L’input
In condizioni normali, i bambini sono aiutati nel processo di acquisizione del linguaggio dal comportamento
degli altri bambini e dagli adulti nell’ambiente domestico, i quali forniscono un input. Il tipico stile
linguistico semplificato è detto maternese e comprende molte forme associate col cosiddetto baby-talk,
costituite o da parole semplificate o da forme alternative con suoni semplici ripetuti per indicare oggetti
nell’ambiente del bambino. Questo tipo di lingua è caratterizzato da frequenti domande

1.2 Il maternese o caregiver speech


Il maternese comprende un tipo di struttura conversazionale che sembra assegnare al bambino un ruolo
interattivo anche prima che questo sia in grado di interloquire attivamente. Il maternese è caratterizzato da
frasi con struttura semplice e da molte ripetizioni e parafrasi, con una referenza per lo più limitata al qui e
ora. Se il bambino sta elaborando un sistema di combinazioni di suoni e parole, questi modelli semplificati
prodotti dall’adulto possono servire come buone indicazioni riguardo all’organizzazione strutturale di base
di una lingua

2 LE FASI DELL’ACQUISIZIONE
Tutti i bambini normodotati sviluppano il linguaggio più o meno negli stessi tempi. Si può pensare che la
cronologia dell’acquisizione del linguaggio abbia la stessa base dello sviluppo biologicamente determinato
dalle abilità motorie e dalla maturazione del cervello infantile. I piccoli umani hanno la capacità biologica di
riconoscere aspetti dell’input linguistico a vari livelli durante i primi anni di vita. Molto prima di iniziare a
parlare, hanno iniziato a processare attivamente quello che odono. A un mese sono capaci di distinguere tra
[Pa] e [ba]. Nei primi tre mesi rispondono con sorrisi al viso di una persona che parla con loro e iniziano a
produrre distinte vocalizzazioni.

2.1 Lallazione
Il primissimo uso di suoni simili a quelli linguistici è definito lallazione. Nei primi mesi di vita i piccoli
acquistano la capacità di emettere sequenze di suoni simili a vocali [i] e [u]. A quattro mesi iniziano a
produrre suoni simili alle consonanti [k] e [g]. A cinque mesi riconoscono la differenza tra le vocali [i] e [a]
e sanno distinguere le sillabe [ba] e [ga]

2.2 Balbettio
Tra i sei e gli otto mesi il bambino sa stare seduto e produce diverse vocali e consonanti, oltre ad alcune
combinazioni. La produzione fonica è detta balbettio. Verso i nove o dieci mesi, le combinazioni variano e
sono accompagnate da curve intonazionali ben riconoscibili
2.3 Il periodo della Parola Frase
Tra i 12 e i 18 mesi i bambini cominciano a produrre una serie di enunciati comprensibili e composti di un
solo elemento. E’ il periodo della parola-frase, caratterizzato da produzioni linguistiche in cui vengono
enunciate singole parole per indicare oggetti della vita quotidiana. Si può usare anche il termine linguaggio
olofrastico per definire un enunciato che può essere interpretato come parola, sintagma o frase. Anche se
molti di questi enunciati olofrastici vengono impiegati per nominare oggetti, in certe circostanze la loro
produzione suggerisce che il bambino ne stia estendendo l’uso.

2.4 La Fase a due parole


A seconda di cosa intendiamo per “occorrenza di due parole distinte usate insieme” questa fase può iniziare
tra i 18 e i 20 mesi, quando il lessico del bambino supera le 50 parole. Verso i 2 anni appaiono
combinazioni. A prescindere da quello che il bambino intende in realtà comunicare, la loro conseguenza
funzionale significativa è che l’adulto, oppure il coetaneo, reagisce confermando che sussiste un’effettiva
comunicazione. Il bambino riceve un feedback che conferma che il suo enunciato ha funzionato come
contributo all’interazione. Inoltre, verso i 2 anni, sarà in grado di capire 5 volte il numero di parole che
produce

2.5 Il linguaggio telegrafico


Tra i due anni e i due anni e mezzo il bambino produce moltissimi enunciati che potrebbero venire
classificati come enunciati di parole. La loro caratteristica più saliente è la variazione nella forma delle
parole che comincia ad apparire. Dobbiamo notare che c’è una fase detta del linguaggio telegrafico,
caratterizzata da sequenze di parole combinate in sintagmi o frasi. In questa fase è chiaro che il bambino ha
sviluppato una certa capacità di costruire frasi e sa mettere le parole nell’ordine giusto. In questa fase di
linguaggio telegrafico cominciano ad apparire alcune marche di flessione grammaticale e preposizioni
semplici. Verso i due anni e mezzo il vocabolario del bambino si espande rapidamente e il bambino produce
più dialogo mentre aumenta l’attività fisica. Verso i tre anni il vocabolario ha raggiunto le diverse centinaia
di parole e la pronuncia si è fatta più precisa

3 IL PROCESSO DI ACQUISIZIONE
Via via che il repertorio linguistico dei bambini cresce, spesso crediamo che stiamo insegnando loro la
lingua. In realtà alla stragrande maggioranza dei bambini nessuno fornisce istruzioni su come parlare la
lingua. Più esatta è la concezione secondo la quale i bambini costruiscono attivamente i possibili modi d’uso
di una lingua a partire da ciò che viene detto intorno a loro. E’ semplicemente impossibile che i bambini
apprendano la lingua tramite le istruzioni degli adulti. Essi imitano quello che gli adulti dicono e
chiaramente stanno ampliando il proprio vocabolario in base ai discorsi che ascoltano. Gli adulti non
producono molte delle espressioni che si rilevano nel linguaggio dei bambini

3.1 Acquisizione per imitazione?


Ulteriori prove contro l’imitazione come fonte della produzione linguistica infantile provengono dallo studio
delle strutture usate dai più piccoli. Sanno ripetere singole parole o sintagmi ma non le strutture di frase. I
piccoli probabilmente capiscono quello che gli adulti dicono in queste frasi, ma hanno il loro modo di
esprimere ciò che non hanno capito.

3.2 Acquisizione per correzione


La correzione da parte degli adulti non sembra determinare in misura efficace il modo di parlare del
bambino. Anche quando il tentativo di correzione è portato avanti in modo più sottile, il bambino continua a
usare la forma che ha elaborato personalmente, sebbene l’adulto gli ripeta la forma corretta. Uno dei fattori
cruciali per il processo di acquisizione infantile è l’uso attivo di combinazioni di suoni e parole. Questo
modo di giocare con le parole sembra essere un fattore importante nello sviluppo del repertorio linguistico
infantile. Nelle fasi successive al linguaggio telegrafico, possiamo individuare alcuni specifici elementi
linguistici che cominciano a emergere regolarmente nel flusso continuo del discorso dei piccoli.
4 LO SVILUPPO DELLA MORFOLOGIA
Verso i due anni e mezzo le bimbe e i bimbi superano la fase del linguaggio telegrafico e cominciano ad
introdurre morfemi flessivi e funzionali. La prima a comparire è la forma -ing del verbo. Lo sviluppo
successivo è l’apparizione della marca del plurale -s. L’acquisizione di questa forma è accompagnata da un
processo di ipergeneralizzazione. Successivamente appaiono le forme plurali irregolari insieme a forme di
passato irregolare. Sempre nei sintagmi nominali iniziano ad essere usati gli articoli. Infine diventano
comuni le forme di passato regolare con qualche caso di ipergeneralizzazione. In ultimo compare la marca
regolare -s per la terza persona singolare del presente dei verbi.

5 LO SVILUPPO DELLA SINTASSI


Numerosi sono gli studi che si sono occupati che si sono occupati dello sviluppo della sintassi nel linguaggio
infantile. Qui ci limiteremo a prendere in esame due strutture che sembrano essere acquisite in modo
regolare dai bambini di lingua inglese. Nella formazione delle interrogative e nell’uso della negazione
sembra possibile l’individuazione di tre stadi

5.1 Formazione delle interrogative


1 Stadio: presenta due procedimenti. Il primo consiste nell’aggiungere una forma wh- oppure si pronuncia
l’espressione con un’intonazione ascendente verso la fine
2 Stadio: possono essere formate espressioni più complesse ma la strategia che impiega l’intonazione
ascendente continua ad essere messa in opera.
3 Stadio: compare l’inversione tra soggetto e verbo ma non sempre con le forme wh. Le domande si
avvicinano a quelle del mondo adulto.

5.2 La formazione delle frasi negative


Stadio 1: consiste nel porre no o not all’inizio di un’espressione.
Stadio 2: appaiono le forme negative don’t e can’t che cominciano ad essere messe davanti al verbo e non
all’inizio della frase.
Stadio 3:l’introduzione di altre forme ausiliari e vede la scomparsa delle forme dello stadio 1.
Lo studio delle forme negative ha fornito alcuni esempi molto teneri prodotti dai bambini che elaborano
regole proprie per le frasi negative.

6 LO SVILUPPO DELLA SEMANTICA


Buona parte degli aneddoti che i genitori raccontano sul linguaggio dei propri figli riguardano l’uso anomalo
delle parole. Sembra che durante la fase olofrastica molti bambini usino il loro limitato vocabolario per
riferirsi agli oggetti più disparati. Questo processo è chiamato sovraestensione ed è il modello che i bambini
più comunemente adottano per estendere il significato di una parola. Lo sviluppo semantico dell’uso delle
parole nel bambino consiste all’inizio in un processo di sovraestensione, seguito da un graduale
restringimento del campo di applicazione di ciascun termine al crescere del numero di parole imparate. Una
caratteristica interessante della semantica del bambino è rappresentata dal modo di trattare alcune relazioni
lessicali. In termini di iponimia il bambino userà sempre il termine intermedio in un insieme formato da tre
parole. Questo dato potrebbe essere in relazione con un’analoga tendenza che si risconta con gli adulti.

6.1 Successive fasi di sviluppo


Alcuni tipi di relazioni di antonimia vengono acquisiti piuttosto tardi. Anche l’acquisizione delle distinzioni
tra i termini di altre coppie sembra aver luogo più tardi. L’abilità di produrre alcuni tipi di strutture
complesse e di discorso esteso costituisce uno sviluppo molto più tardivo. Si assume che il bambino, all’età
di 5 anni, abbia completato la maggior parte del processo di acquisizione linguistica fondamentale. Sono già
utenti abili di una prima lingua. Secondo alcuni il bambino si trova in una posizione ideale per cominciare a
imparare una seconda lingua. Quasi tutti iniziano ad apprendere una lingua straniera più tardi.

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