Sei sulla pagina 1di 2

TESTO 1

Cos’è il multilinguismo e quali sono i benefici per i


bambini?
Al giorno d’oggi conoscere più di una lingua non è considerato insolito: le nostre società sono
sempre più multilingui grazie alle connessioni internazionali e alla mobilità delle persone in
un mondo sempre più globalizzato. Attraverso i flussi migratori si è infatti costituita anche in
Italia una società multiculturale e multietnica che, fra tutte le altre caratteristiche, risulta
inevitabilmente essere anche multilingue. Il multilinguismo è ormai un dato di fatto e si stima
che circa i ⅔ della popolazione mondiale sia in grado di parlare e comprendere più di due
lingue.

Sono sempre di più i genitori che scelgono di avviare i propri bambini all’apprendimento di
una seconda lingua già nei primi anni di vita, o perché uno o entrambi i genitori sono stranieri
o semplicemente perché ritengono che possa costituire un arricchimento e offrire migliori
opportunità. 

Perché è importante il multilinguismo in età infantile?

Moltissimi studi scientifici ritengono che l’età migliore per avvicinare le bambine e i bambini
a lingue diverse da quella nativa sia l’infanzia, ma spieghiamo meglio il perché: specialmente
nei primi tre anni di vita i bambini imparano le lingue in maniera naturale, come se fossero
tutte la propria lingua madre e senza che questo influisca sullo sviluppo cognitivo o del
linguaggio.

Inoltre, le ricerche svolte in questo campo hanno dimostrato che esporre i bambini ad un
ambiente multilingue sin dalla tenera età li predispone ad acquisire la capacità di esprimersi in
lingue diverse da quella nativa in modo del tutto naturale ed acquisire l’abilità di leggere e
scrivere sia nella propria lingua madre che in quelle straniere a cui sono attivamente esposti. 
In questo senso, ricevere un’istruzione e un’educazione bilingue è molto importante per i
bambini perché aiuta a sviluppare flessibilità di pensiero.

I vantaggi del bilinguismo in età infantile

I vantaggi dell’avere più di una lingua simultaneamente attiva nel cervello, dimostrati in
ambiti diversi e connessi a comportamenti sia linguistici che più generali, sono:

 La consapevolezza metalinguistica: ovvero la capacità innata di riconoscere


agevolmente le strutture del linguaggio. Questa è chiaramente una risorsa in più
perché gli consente di avere una maggiore predisposizione all’acquisizione di altre
lingue. Il bilinguismo può influire positivamente sulle abilità di ragionare sia sul
linguaggio stesso che in modo logico più generale, conferendo potenziali vantaggi in
ambito scolastico, ma anche più globalmente per l’economia della società, poiché la
conoscenza delle lingue aiuta a migliorare il livello delle comunicazioni tra i diversi
Paesi. 
 Il decentramento cognitivo: il bambino bilingue sviluppa il cosiddetto “decentramento
cognitivo”, cioè una precoce consapevolezza del fatto che le altre persone possano
avere una prospettiva diversa dalla sua. Questa consapevolezza sembra dipendere dal
fatto che i bambini bilingui debbano sempre confrontarsi con la “scelta” della lingua
da usare con l’interlocutore. I bilingui trovano più facile capire il punto di vista degli
altri, dato che fin da piccoli imparano che non tutti sono bilingui e bisogna scegliere
una lingua invece dell’altra a seconda della persona con cui si parla. 
 L’attenzione: proprio il decentramento cognitivo e la capacità di passare da una lingua
ad un’altra gli consente di avere una terza facoltà accentuata: l’attenzione, intesa come
capacità di focalizzarsi su informazioni rilevanti e di adattarsi alle circostanze. Pare
anche che i bilingui siano in grado di compiere più azioni contemporaneamente
rispetto ai monolingui. 

Alcuni consigli per i genitori

Talvolta, non possibile è per tutti i genitori fornire questo genere di esperienza alle bambine e
a bambini sin dalla nascita. Non sempre i genitori possiedono le conoscenze per conversare
con i propri figli in un’altra lingua o possono permettersi di istruire i propri figli in scuole e
asili bilingui. Un nostro suggerimento è quello di creare più occasioni possibili di esposizione
attiva ad una o più lingue di minoranza, soprattutto al di fuori dell’esperienza scolastica, per
garantire una partecipazione attiva all’apprendimento linguistico.

Per esempio i genitori potrebbero dedicarsi ad attività ludiche bilingue nei primi anni di vita
del bambino, poiché è proprio attraverso il gioco che i bambini familiarizzano con i suoni e i
ritmi della lingua sconosciuta e imparano a farli propri, e poi, durante la sua crescita,
incentivare la conoscenza di coetanei che parlino una lingua straniera, senza mai farsi
scoraggiare o spaventare dalla falsa credenza secondo la quale l’educazione bilingue può
creare confusione e ritardare l’acquisizione di un buon vocabolario nella lingua nativa.

Potrebbero piacerti anche