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Negli anni sono state sviluppate molteplici teorie sull’apprendimento della lingua, le due
più importanti sono il Comportamentismo e il Cognitivismo. Uno dei primi approcci
usato per affrontare la questione dell’acquisizione del linguaggio in via formale è il
Comportamentismo. Questo approccio tratta ogni forma di acquisizione, e il
comportamento verbale in particolare, come risposta allo stimolo dall’ambiente esterno. Il
Comportamentismo ipotizza uno “stimolo-risposta-rinforzo”. Pertanto, secondo questa
teoria, un bambino viene stimolato da uno stimolo, il quale lo forza a parlare; quello che
pronuncerà sarà la risposta allo stimolo e il (positivo) rinforzo è fornito da qualcuno che
soddisfa lo stimolo. In altre parole, la L1 di una persona è praticamente appresa attraverso
l’imitazione: il bambino memorizza il nesso tra le parole udite e pronunciate in un contesto
appropriato e la soddisfazione dei suoi bisogni. Questo spiega il perché un bambino
imparerà sono la\e lingua\e parlata\e nel suo ambiente, o nessuna lingua in assenza di
input linguistici. Inoltre, un bambino non userà parole mai sentite da lui. L’acquisizione
della lingua è il risultato di un processo di formazione abituale: la competenza linguistica
viene costruita un passo alla volta (step by step), in quanto i bisogni del bambino
diventano di volta in volta più complessi, e allo stesso tempo ha memorizzato un alto
numero di parole e frasi. Non è sempre semplice risalire allo stimolo che ha causato una
frase complessa, senza un nesso rispetto al contesto in cui è detto. Un’improvvisa
osservazione come “Amsterdam è una bellissima città”, può essere la risposta a molti altri
stimoli. Al contrario, lo stesso stimolo, come un dipinto astratto, può generare rapidamente
un numero infinito di risposte. In secondo luogo, la sola imitazione, non può essere
considerata responsabile del lavoro complesso dell’acquisizione del linguaggio.
Indubbiamente i bambini a volte producono frasi e parole incorrette le quali è impossibile
che abbiano sentito pronunciare dagli adulti. Un esempio è quello dei participi passati
regolarizzati di verbi irregolari inglesi, come goed oppure breaked, o forme plurali come
mouses. L’uso frequente di parole o frasi come gli esempi, prova che i bambini non
ripetono solamente quello che sentono, ma spontaneamente applicano la “regola” del
participio passato e la formazione plurale (i quali danno dei corretti output in molti casi).
D’altro canto, nei primi stadi di apprendimento di una lingua, i bambini omettono
costantemente delle parole che sono incredibilmente frequenti nel linguaggio degli adulti, e
anche facili da pronunciare, come articoli, ausiliari e congiunzioni: l’assenza di questi
elementi, rinforza ancora una volta la tesi che le lingue che i bambini generano, non è una
mera ripetizione dell’input che ricevono. Infine, l’input che i bambini ricevono dall’ambiente
circostante, è ritenuto troppo limitato (sia in quantità che in qualità) tenendo conto della
costruzione di un apparato così complesso. Questo caso è generalmente riferito come
Plato’s problem anche chiamato Problema della povertà di stimolo. L’input alla quale un
bambino è esposto, può essere inadeguato oppure presenta errori come esitazioni o frasi
incomplete. A parte questo, un bambino presto può diventare capace di produrre un
numero infinito di frasi anche dopo ciò a cui è stato esposto. Inoltre, un bambino può
dimenticare parte dell’input ricevuto come fanno anche gli adulti. L’ipotesi che si pone nel
fulcro del Cognitivismo è che un bambino non impara una lingua da zero durante il
processo ma una gran parte del loro sapere linguistico è innato. Questo spiega quanto
questo processo sia naturale, veloce e spontaneo. In particolare, Chomsky, il più
importante rappresentante di questo approccio, afferma che esiste una specifica Facoltà
Linguistica, situata in un’area specifica del nostro cervello che governa l’acquisizione del
linguaggio. Questa tesi è stata dimostrata dai risultati ricavati da persone affette da afasia,
ovvero persone che hanno perduto (totalmente o parte) la loro abilità linguistica da adulti,
come conseguenza a un cancro, operazione o altri tipi di eventi traumatici che riguardano
il cervello. Infatti, questi dati mostrano che la perdita dell’abilità linguistica è una diretta
conseguenza di lesioni in aree specifiche del cervello. Ci sono due particolari aree distinte
nel cervello, dove la Facoltà del Linguaggio è collocata. Sono chiamate area di Broca e
area di Wernicke. Delle lesioni in una delle due aree può portare alla perdita di diversi
aspetti della competenza linguistica.
Chomsky afferma inoltre che tutte le lingue naturali nel mondo hanno caratteristiche in
comune; in altre parole, le lingue sono tutte simili, comparate su un livello astratto anche
se superficialmente possono risultare molto differenti tra loro. A questo proposito,
Chomsky, pensa che l’innata Facoltà del Linguaggio situata nel nostro cervello, contiene
una Grammatica Universale (UG), ovvero una grammatica condivisa da tutte le lingue
che è composta da un certo numero di Principi e Parametri. Per dare un’idea: è come se
il cervello di un bambino, contiene un programma di parole “vuote”, con delle regole
generali ma sempre valide e deve solo impostare la lingua, scegliendo tra quelle parlate
attorno a lui. I Principi codificano le proprietà comuni di tutte le lingue, a prescindere dalle
loro origini storiche, e da quale gruppo o famiglia derivano. Tra i Principi possiamo
includere il fatto che tutte le lingue classificano le parole in categorie specifiche (come
nomi, verbi, aggettivi…); tutte le lingue hanno concetti come soggetto, predicato o
transitivo; tutte hanno una strategia per formulare domande, dare ordini, negare
qualcosa… Inoltre, tutte le lingue sono ricorsive e dipendono dalla struttura: la precedente
proprietà stabilisce che noi siamo in grado di creare costituenti sempre più grandi
combinando frasi con altre; quest’ultimo codifica il fatto che l’interpretazione delle frasi
dipende non solo da un ordine lineare degli elementi ma piuttosto su una innata struttura
gerarchica. I Parametri sono responsabili della differenziazione del linguaggio e in
particolare, codificano la variazione sintattica. In verità, le lingue si differenziano sotto vari
aspetti ma indubbiamente, le parole non sono innate e devono essere imparate attraverso
l’esperienza: anche da adulti non possiamo sapere il significato di una parola che
incontriamo per la prima volta a meno che non si capisca dal contesto. Insieme alle parole,
impariamo inoltre le loro proprietà caratteristiche e la loro struttura argomentativa. Anche
se tutte le lingue possiedono verbi transitivi e intransitivi, solo l’esperienza può insegnare
ad un bambino se il verbo dato (nella sua L1) è transitivo o intransitivo. Ad ogni modo, la
differenziazione linguistica non è certamente limitata dal lessico, ma involve la sitassi
ugualmente. In particolare, la teoria afferma che, oltre ai Principi, la Grammatica
Universale contiene un numero di parametri, indicato come scelte binarie, i quali
codificano la differenziazione sintattica. Pertanto, riguardante fenomeni specifici, le lingue
sono libere di scegliere, ma solo tra le due opzioni fornite dall’ UG. Probabilmente, il più
noto esempio è il Parametro del Soggetto Nullo. È semplice osservare come le lingue
divergano rispetto alla possibilità, per un pronome soggetto, di rimanere nascosto, muto
ecc… Alcune lingue, come l’italiano e lo spagnolo, danno la possibilità di non specificare il
soggetto, altre invece, come l’inglese o il francese, richiedono la specificazione, esempio:
La presenza del soggetto non dipende di fatti dalla proprietà semantica o idiosincratica del
singolo verbo: se una lingua permette al soggetto di rimanere implicito, questa proprietà
caratterizzerà tutti i verbi della lingua, e vice versa. Un altro Parametro importante involve
l’ordine delle parole e in particolare i relativi ordini del Soggetto (S), del Verbo (V) e
dell’Oggetto (O), i quali non sono uguali per tutte le lingue. Mentre nell’inglese e nelle
lingue romanze troviamo l’ordine SVO, in molte altre lingue l’oggetto precede il verbo,
portando ad un ordine SOV (giapponese e tedesco per esempio). Infine ci sono le lingue
VSO come le lingue celtiche e l’arabo. Dagli input ricevuti, il bambino dovrà “aggiustare” i
Parametri, vale a dire, stabilire quale scelta ha fatto la sua L1 rispetto a, per esempio, alla
presenza fonetica del pronome soggetto o l’ordine delle parole. I bambini, solitamente,
tendono a produrre frasi senza il soggetto ma immettono i verbi transitivi, anche i bambini
che sono circondati da parlanti di una lingua dove viene espresso il soggetto. In
quest’ultimo caso, i bambini non possono aver ricevuto questo tipo di input da un parlante
adulto. Queste informazioni, supportano fortemente un approccio cognitivista, in quanto
mostrano come il bambino non solo ripete ciò che sente, ma il loro cervello è in grado di
generare frasi mai sentite (e con parole imparate con l’esperienza) in base ai Principi e
Parametri innati.
a) Marco dormiva
Marco dormiva sul letto
Marco dormiva sul letto in camera
Comunque, le frasi non sono costruite solo attraverso la Fusione: una derivazione
sintattica può prevedere un Movimento [spostare] (operazione chiamata Move) di un
costituente che è già presente nella frase. Inoltre, la sintassi, regola come i vari costituenti
di una frase possono essere Fusi e spostati in modo da ottenere un output grammaticale.
Un’idea emersa dall’ultimo lavoro di Chomsky è che ogni espressione linguistica ha diversi
livelli di rappresentazione. In particolare, ogni espressione è composta da una serie di
suoni (Phonetic Form- PF) e da una logica-semantica interpretazione (Logical Form- LF):
La sintassi è posta tra questi due livelli e rappresenta una sorta di intermediario, una
connessione tra i due sistemi: la sintassi, interfaccia sia con la PF sia con la LF, così come
il lessico.
LESSICO (+MORFOLOGIA)
SINTASSI
Spell-out
PHONETIC LOGICAL
FORM FORM
Per essere più precisi, la sintassi prende un certo numero di termini lessicali dal Lessico e
fornisce l’ordine strutturale; l’ordine lineare è derivante e prodotto alle interfacce per
mezzo di operazione della combinazione e movimento, riferiti come Fusione e Movimento.
Infatti, ad un certo punto, la derivata è mandata al componente della Forma Fonetica, che
si converte in suoni, e al componente della Forma Logica che lo converte in significato\
interpretazione. Questo punto è chiamato da Chomsky come Sillabare (Spell-Out), ovvero
il momento cruciale in cui viene pronunciata la frase, ottenuta mediante operazione
sintattica. Dopo la sillabazione, nessun nuovo elemento materiale può essere introdotto in
una frase via Fusione, perché così sarà troppo tardi per essere pronunciato. Chomsky
afferma che la derivazione, non finisce alla sillabazione, ma continua nella Forma Logica.
Nello specifico, gli elementi possono subire anche spostamenti nella Forma Logica.
Questo Movimento non sarà visibile superficialmente, quindi può essere un movimento
Nascosto o Implicito, che sarà vincolato da tutte le restrizioni che sono valide per
movimenti evidenti. In particolare, il movimento nella LF ha luogo quando un costituente
ha bisogno di essere interpretato in una maniera logica in una posizione differente rispetto
a quella occupata nella sintassi.
0.5.- Sommario
Seguendo le teorie di Chomsky possiamo affermare che la mente di ogni umano contiene
una Grammatica Universale, anche chiamata UG, che è composta da Principi e
Parametri. I primi sono delle proprietà universali, comuni per tutte le lingue, i secondi,
sono delle scelte binarie che ogni lingua è libera di compiere. L’esistenza della UG, facilita
il processo di acquisizione delle lingue: infatti ogni bambino possiede un sapere innato,
prima ancora di compiere esperienza, ed il loro compito consiste nell’imparare il lessico
della lingua a cui sono esposti e “aggiustare” i parametri sintattici. Si è anche parlato della
Grammatica Generativa. In particolare ci si è soffermati sul ruolo importante della
sintassi, che si comporta come intermediario tra gli altri componenti della lingua ovvero:
lessico e morfologia e dall’altra parte, fonologia e semantica. In altre parole, la sintassi
prende elementi lessicali declinati e li assembla in modo da ottenere delle stringe di suoni
e significati ordinati e ben formati.