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CAPITOLO 1: LE ORIGINI DEL LINGUAGGIO

Nella visione di Charles Darwin delle origini del linguaggio, i primi esseri umani avevano già sviluppato
un’abilità musicale prima del linguaggio e la usavano per “sedursi reciprocamente”. Tuttavia, questa rimane
una speculazione. Noi semplicemente ignoriamo come si sia originato il linguaggio. Sappiamo che l’abilità
di produrre suoni e certi semplici vuoti gesti vocali sembra essere situata in una parte antica del cervello che
condividiamo con tutti i vertebrati. Questo non è il linguaggio umano. Un qualche tipo di linguaggio umano
si sia sviluppato tra 100.000 e 50.000 anni fa. Tra le tracce delle prime fasi di vita umana sulla terra non si
trovano mai prove dirette o manufatti relativi al linguaggio dei nostri lontani progenitori. Proprio a causa
dell’assenza di qualunque prova materiale non sono mai mancate le speculazioni sulle origini del linguaggio
umano.

1. L’ORIGINE DIVINA
Secondo la tradizione biblica Dio creò Adamo e “in qualunque modo Adamo avesse chiamato ognuno degli
esseri viventi, quello doveva essere il suo nome”. Secondo una tradizione indù è alla dea Sarasvati che si
attribuisce il dono del linguaggio dell’umanità. Nella maggior parte delle religioni sembra esserci una fonte
divina che fornisce agli uomini il linguaggio. Sono stati svolti degli esperimenti. Alla base c’era l’ipotesi che
se i bambini fossero stati fatti crescere senza la possibilità di ascoltare alcuna lingua, avrebbero cominciato
spontaneamente a usare la lingua originaria data da Dio. I bambini che vivono senza contatti con il
linguaggio umano nei primi anni di vita crescono senza linguaggio. Questo tipo di prove dimostra come
esista un linguaggio spontaneo.

2. L’IPOTESI DEI SUONI NATURALI


Una concezione abbastanza diversa degli inizi del linguaggio umano si fonda sulla nozione di “suoni
naturali”. Il sistema uditivo umano funziona già prima della nascita. Questa precoce capacità percettiva,
sviluppandosi, produce una abilità di identificare i suoni nell’ambiente e consente agli esseri umani di
collegare il suono e l’oggetto che produce quel suono. Ciò spinge a ritenere che le parole primitive siano
derivate dall’imitazione di suoni naturali che donne e uomini primitivi udivano intorno a se. Jespersen
chiamò questa ipotesi la teoria “bow-bow

2.1 La Teoria Bow-Bow


Secondo questa ipotesi, quando un oggetto passava producendo un suono come CO-CO o CU-CU, gli esseri
primitivi cercavano di imitarlo e usarlo per riferirsi all’oggetto a esso associato. Il fatto che tutte le lingue
moderne abbiano parole la cui pronuncia sembra riprodurre dei suoni che si ritrovano in natura potrebbe
essere portato a sostegno di questa teoria. Le parole che hanno un suono simile al rumore a cui si riferiscono
sono esempi di ONOMATOPEA. E’ difficile capire in che modo una lingua che riproduca semplicemente i
suoni della natura possa riferirsi alle entità non sonore o ai concetti astratti. Dovremmo essere molto scettici
nei confronti di una concezione che sembra considerare una lingua come un semplice elenco di parole usate
come nomi per le cose

2.2 La Teoria Pooh-Pooh


Un altro dei nomignoli di Jespersen è quello della teoria POOH-POOH. Ipotizza che il linguaggio sarebbe
derivato dai suoni istintivi che emettiamo in circostanze particolari. I suoni originari del linguaggio
potrebbero derivare da gridi naturali prodotti da emozioni. Noi parliamo mentre espiriamo, non mentre
inspiriamo. I rumori espressivi legati a reazioni emotive contengono suoni altrimenti non impiegati nelle
lingue e di conseguenza essi non sembrano probabili candidati al ruolo di suoni originari del linguaggio

3. L’IPOTESI DELL’INTERAZIONE SOCIALE


Un’altra proposta che si rifà ai suoni naturali è nota col nome di teoria YO-HE-HO (OH-ISSA). L’idea che i
suoni prodotti da una persona impegnata in uno sforzo fisico potrebbero essere all’origine del linguaggio,
soprattutto quando quest’ultimo coinvolgeva diverse persone e doveva essere coordinato. Un gruppo di
esseri umani potrebbe aver sviluppato un’ insieme di grugniti, gemiti e imprecazioni. Il fascino di questa
teoria sta nel collocare lo sviluppo del linguaggio umano in un contesto sociale. Uomini e donne primitivi
certamente vivevano in gruppi. Sono necessariamente delle organizzazioni sociali, per mantenere le quali è
indispensabile una qualche forma di comunicazione. I suoni umani devono aver avuto un uso normato nelle
interazioni sociali dei primi gruppi umani. Si tratta di un’idea importante ma essa non chiarisce l’origine dei
suoni prodotti. Anche le grosse scimmie e altri primati vivono in gruppi ma non hanno sviluppato la facoltà
di linguaggio.

4. L’IPOTESI DELL’ADATTAMENTO FISICO


Invece di guardare ai tipi di suoni che avrebbero dato origine al linguaggio umano, possiamo esaminare le
caratteristiche fisiche degli esseri umani. Possiamo partire dal fatto che, i nostri progenitori realizzarono il
fondamentale passaggio alla posizione eretta. Questo facilitò la respirazione. Il ritmo del respiro non è legato
a quello del passo, consente una lunga durata dell’espirazione con brevi inspirazioni. Sono stati individuati
altri importanti cambiamenti fisici.

4.1 Denti e Labbra


I denti umani sono dritti e non inclinati all’infuori come quelli delle grosse scimmie e sono tutti della stessa
altezza. Sono anche più piccoli. Queste caratteristiche sono adatte alla masticazione. Sono utilissime nella
produzione di suoni come F e V. Le labbra umane hanno un intreccio di muscolatura molto più intricato di
quello che si trova in altri primati e la flessibilità che ne deriva è di aiuto nell’articolazione di suoni come
P,B e M. I suoni B e M sono i più diffusi nelle vocalizzazioni dei bambini e delle bambine nel primo anno di
vita.

4.2 Bocca e Lingua


La bocca umana è relativamente piccola rispetto agli altri primati e può essere aperta e chiusa rapidamente-
Fa parte di un tratto vocale a forma di L. Gli esseri umani hanno una lingua corta, spessa e ricca di muscoli
che può essere impiegata per produrre una vasta gamma di suoni all’interno della cavità orale. Gli umani
possono ostruire il passaggio dell’aria verso il naso creando una maggiore pressione dell’aria nella bocca.
L’effetto complessivo è un viso con un intreccio muscolare più complesso nelle labbra e nella bocca, capace
di assumere un maggior numero di diverse conformazioni e di produrre suoni in un modo più rapido e
potente attraverso esse.

4.3 Laringe e Faringe


La posizione della laringe umana, la “sede della voce”, differisce in maniera rilevante da quella degli altri
primati. L’adozione della posizione eretta spostò la testa in una posizione direttamente sovrastante la
colonna vertebrale e la laringe venne a trovarsi più in basso. Venne a crearsi sopra le pliche una cavità
chiamata faringe, che funziona da cassa di risonanza e che aumenta la varietà e la riconoscibilità dei suoni
prodotti tramite la laringe. Questa evoluzione comporta la sfavorevole conseguenza di potersi soffocare più
facilmente con il cibo. L’acquisizione di maggiore potenza vocale dee aver rappresentato un enorme
vantaggio, tale da superare il potenziale svantaggio derivante dal maggior rischio di morire soffocati.

5. L’IPOTESI DELLA FABBRICAZIONE DI UTENSILI.


Una nuova funzione si sarebbe sovrapposta su elementi anatomici che prima erano usati per altri scopi. Uno
sviluppo analogo si pensa possa aver interessato le mani e alcuni ritengono che i gesti manuali possano
essere stati precursori del linguaggio. Ci sono prove che gli umani avevano sviluppato un uso preferenziale
della mano destra. La fabbricazione di utensili è la prova di un cervello all’opera

5.1 Il Cervello Umano


Il cervello umano non è soltanto particolarmente voluminoso ma è anche lateralizzato, cioè dotato di
funzioni specializzate in ciascuno di due emisferi. Le funzioni che controllano i movimenti coinvolti nella
vocalizzazione complessa e nella manipolazione di oggetti sono molto vicine nell’emisfero cerebrale destro.
In termini di struttura linguistica l’uomo potrebbe aver sviluppato la capacità di designare oggetti
producendo un rumore specifico. Il passo in avanti sarebbe consistito nel combinare col primo un altro
suono specifico per formare un messaggio complesso.

6 L’ORIGINE GENETICA
Possiamo considerare un bambino nei suoi primi anni di vita come un esempio convivente di alcuni di questi
cambiamenti fisici in atto. Alla nascita, il cervello ha solo un quarto del peso finale e la laringe si trova in
una posizione molto più alta del collo. In un periodo di tempo breve la laringe discende, il cervello si
sviluppa, il bambino assume una posizione eretta e comincia a camminare e parlare.
6.1 L’Ipotesi Dell’Innatismo
Per risolvere l’enigma delle origini del linguaggio, l’ipotesi dell’innatismo sembra indicarne la fonte e in
qualche elemento del patrimonio genetico umano. Nello studio dell’evoluzione umana sono state identificate
alcune mutazioni genetiche connesse a cambiamenti dell’alimentazione. Queste modifiche si pensa che
abbiano afflusso di sangue al cervello. Le nostre speculazioni sulle origini dell’linguaggio ci allontanano
dalla ricerca di prove fossili o dell’origine naturale dei primi suoni umani e ci spingono nella direzione delle
analogie con il funzionamento del computer e di concetti presi dalla scienza biologica e genetica. La ricerca
sulle origini del linguaggio diventa una ricerca del particolare “gene del linguaggio” che solo gli umani
possiedono.

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