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3° lezione Linguistica generale e sociolinguistica

3° lezione Linguistica generale e sociolinguistica

La lingua è complessità, come lo è la società. Quindi laddove la linguistica generale si


potrebbe esaurire con la semplice descrizione di che cosa è una grammatica, cioè un
insieme strutturato di segni linguistici (riferito a una certa comunità), noi faremo un
ragionamento un pochino più ampio. è vero che anche le altre specie comunicano, ma
nessuna comunica come noi, perché in assenza di corteccia cerebrale e sotto corteccia,
nessuno è in grado di sviluppare sistemi simbolici di riferimento. Attraverso i linguaggi e in
particolare la lingua noi ricreiamo la realtà anzi creiamo la realtà, perché è difficile avere
un’esperienza che non sia mediata dalla nostra rappresentazione del mondo, ma poiché la
nostra rappresentazione del mondo si alimenta di narrazioni e le narrazioni sono fatte di
linguaggio, è difficile capire se abbiamo una conoscenza della realtà o se la nostra
conoscenza della realtà sia mediata dalla lingua. Le grammatiche sono tutte integrate, noi è
solo per convenzione che decidiamo di parlare di grammatica della lingua e di isolarla
rispetto alle altre grammatiche ma nel nostro cervello c’è un inventario di grammatiche che
agiscono e interagiscono tra di loro. Per parlare di questa coazione c’è un termine
SINCRETISMO.
Tutto quello che ci stiamo raccontando in merito alla lingua in uso presso la nostra specie
(ad ogni singolo esemplare) è possibile da quando si è avviato (negli step precedenti
dell’evoluzione) un processo che ha coinvolto contemporaneamente il corpo, in particolare
quello che abbiamo dalla testa fino ai polmoni, e a livello di testa, il cervello ed alcune delle
sue funzioni e alcune funzioni della mente. La laringe non c’era e anche quando è spuntata
in stadi precedenti dell’evoluzione era più in alto e non aveva quel sistema di cartilagini in
azione. Queste si sono sviluppate solo dopo, ma quando si è abbassata la laringe? Quando
è stata assunta la posizione eretta e abbiamo liberato le mani dalla deambulazione.
dall’acquisizione della posizione eretta sono cambiate tantissime cose delle quali non ci
rendiamo conto. Assumere la posizione eretta significa essere a perpendicolo rispetto alla
terra, cioè significa diventare il centro di un mondo che si regge su un sistema di assi,
significa quindi diventare la retta che interseca il suolo e il cielo ma anche (aprendo le
braccia) un piano parallelo rispetto al cielo e rispetto alla terra. Abbiamo una serie di
espressioni nella lingua che sono conseguenza della posizione eretta. Per esempio se
voglio dire che una persona mi sta tradendo, mi sta attaccando in maniera vile dico che
questa persona mi sta attaccando alle spalle. Oppure in italiano l’aggettivo sinistro non ha
solo a che fare con l’est ma anche con tutto ciò che è maligno.
Tutto quello che ci raccontiamo e le lingue non vale in assoluto per la nostra specie da
sempre, ma fa riferimento a tutto quello che è successo dopo che abbiamo assunto la

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posizione eretta. La posizione eretta si è portata dietro una serie di cambiamenti fisiologici e
neuropsicologici. Quindi cambiamenti inferiori e cambiamenti superiori.
Tra i CAMBIAMENTI INFERIORI quello FONDAMENTALE è l'ABBASSAMENTO DELLA
LARINGE e lo SVILUPPO DELL’EPIGLOTTIDE e di tutto il sistema delle pliche che è
fondamentale quando produciamo suoni. Per la nostra specie che cosa ha implicato
assumere la posizione eretta? Inizio a rappresentarmi e a percepire il mondo come una cosa
fatta di sei lati: davanti e dietro, sinistra destra e alto, basso. Questo è un continuum (una
cosa fatta senza soluzione di continuità) di tipo antropologico chiamato dei “sei lati del
mondo”, ci ha portato ad avere con il mondo circostante un rapporto che conduce a
concettualizzazioni diverse a seconda del grado di facilità che abbiamo col mondo stesso. In
un mondo che ha sei lati io mi troverò meglio con alcuni di questi sei lati, con quelli rispetto
ai quali agisco più facilmente per mezzo dei sensi. La vista, per lo spettro di frequenze che
l’occhio è in grado di analizzare, mi porta a sentirmi più a mio agio non solo con il giorno
rispetto alla notte, ma anche con quello che mi sta davanti rispetto a quello che mi sta dietro.
Perché non ho un occhio che mi permette di vedere a 360 gradi. Questo mi ha portato a
pensare che davanti sia meglio di dietro e quindi quando diciamo che una persona “ci ha
preso alle spalle”, dietro a quel modo di dire che per noi è solo un modo di dire, c’è un
retaggio ancestrale di quella fase in cui assunta la posizione eretta è cambiato il nostro
rapporto con il mondo circostante. Perché assumere la posizione eretta significa CAMBIARE
LA PERCEZIONE della REALTÀ che si ha intorno a noi. Perché è il sinistro ad essere
collegato al male e non il destro? Perché la maggior parte delle persone superati i primi
semestri di vita inizia a prediligere una mano piuttosto di una mano rispetto all’altra (si
chiama LATERALIZZAZIONE). La lateralizzazione per la maggior parte di noi prevede la
scelta della destra. Qual è la conseguenza di tutto ciò? Che sinistro è meno buono di destro,
quindi la cosa da correggere, il male è sinistro.
Tutto quello che pensiamo del mondo lo mediamo attraverso la percezione del mondo e
nelle lingue ci rimangono queste spie percettive. Quindi da quando assumiamo la stazione
eretta iniziano una serie di trasformazioni che riguardano sia la fisiologia che la
neuropsicologia (corpo, mente, cervello). Tutte queste trasformazioni le chiamiamo (in
riferimento al linguaggio) FUNZIONE ADATTIVA DEL LINGUAGGIO. Abbiamo cambiato,
adattato il cervello perché ci consentisse di fare meglio e con più facilità una cosa che
facevamo anche prima ma in maniera diversa: COMUNICARE. Perché si comunicava anche
prima (basta andare a vedere le specie a me più vicine perché condividiamo il 98% del
genoma) ma c’è qualcosa di diverso: l’APPARATO FONATORIO. L’apparato FONATORIO
che si è modificato nella nostra specie dopo l’assunzione della posizione eretta, ci deve
essere una chiave che ci rende così speciali grazie all’uso delle lingue.

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Quindi il punto di svolta è stato l’assunzione della posizione eretta. Una volta che ho
assunto la posizione eretta ho dato il via, come specie, ad una serie di trasformazioni
che nel loro complesso chiamiamo FUNZIONE ADATTIVA o EXAPTATION. La funzione
adattiva è quell’insieme di trasformazioni anatomiche e funzionali che hanno reso
possibile al nostro corpo di usare l’aria per esprimere dei significati. Se non fosse partito
questo sistema di trasformazioni che ha il suo momento iniziale, il suo incipit nell’assunzione
della posizione eretta, oggi useremmo ancora i gesti come i primati antropomorfi. Che
comunicano ma hanno un modo di farlo diverso, tale da non consentire l’astrazione. Quindi
l’assunzione della posizione eretta ha dato via a quel processo che chiamiamo
EXAPTATION o AD ATTIVITIVITÀ (rispetto al quale il linguaggio ha funzione adattiva). La
parte che usavamo per respirare e per mangiare la adattiamo anche comunicare. Quindi
trasformazioni periferiche e trasformazioni centrali, dobbiamo sviluppare la corteccia
cognitiva e la sottocorteccia. Perché la corteccia cognitiva è un ponte di civiltà, un ponte di
civilizzazione, cioè grazie alla corteccia il dentro va in connessione con il fuori e, se non ci
fosse stata la corteccia, noi oggi non staremmo qui a parlare. Il motivo per cui i pappagalli
riescono a riprodurre la nostra voce è perché hanno una laringe molto simile alla nostra ma
non riescono a parlare, il pappagallo riesce solo a imitare, a riprodurre quello che noi
diciamo. Quindi il pappagallo è la dimostrazione di quello che saremmo stati se la
trasformazione avesse riguardato solo la laringe ma a quel punto non avremmo messo in
moto tutto il meccanismo. Il meccanismo funziona e la lingua è diventata la FORMA DI
LINGUAGGIO SPECIE SPECIFICA. Che si intende con forma di linguaggio SPECIE
SPECIFICA? Che noi ne usiamo contemporaneamente diversi, ma ce n’è uno che prevale
sugli altri ed è il LINGUAGGIO VERBALE. Quindi posizione eretta, si innescano le
trasformazioni del cervello e della mente, quale sarà il risultato? La NATURA FONETICA
DELL’ESPRESSIONE del LINGUAGGIO VERBALE, cioè il risultato di tutto questo processo
è che la mia forma speciale di linguaggio ha per espressione dell’aria. c’è un linguaggio
dovunque c’è un segno è c’è un segno dovunque ci sia espressione e contenuto. Tra tutti i
linguaggi che cosa rende la lingua così potente? La natura della sua espressione. E
com’è la natura della sua espressione? Fonetica. O meglio fonetico/articolatorio
acustico.
Noi gestiamo SINCRETICAMENTE (sincretismo= una fusione di cose differenti, sincretismo
dei linguaggi significa che nel momento stesso in cui parli senza rendertene conto non puoi
fare a meno di usare microespressioni facciali, intonazione, movimento, deglutimento
etc..cioè di utilizzare più linguaggi) più LINGUAGGI (gesti, espressioni, micro espressioni
facciali, orientamento nello spazio etc).
Del processo di acquisizione della lingua quando ancora la grammatica mentale non è
arrivata ad un livello sufficiente per permettermi di capire e parlare, su cosa si appoggia la

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mia sopravvivenza relazionale? Sul fatto di prendere informazioni dagli altri linguaggi,
perché da subito ho una predisposizione al sincretismo dei linguaggi. Inizio piano piano a
costruirmi dei segni: tono minaccioso (espressione), si menano o litigano (contenuto) è una
cosa brutta intorno a me. è impossibile separare dal contesto la porzione linguistica perché
quando imparo a parlare la recupero, la filtro dal contesto. Quando mi espongo alla
comunità parlante, non è che gli altri sensi ce li ho ottenebrati, quindi assisto a una sorta di
pièce teatrale da cui filtro delle regole e le regole mi diventano grammatica: grammatica
delle emozioni, g. delle distanze, g. dei ruoli, grammatica di tutto quello che facciamo senza
rendercene conto. Ecco perché sincretismo. è grazie al sincretismo che imparo a parlare
perché se non ci fossero gli altri linguaggi a farmi da supporto, da guida nel filtro dei
significati, io non riuscirei, per imitazione dei suoni, a parlare, riuscirei solo a imitare le frasi
di chi mi sta intorno (come il pappagallo). Quindi parlare, dal momento che metto in moto più
grammatiche, è un’operazione complessa, sofisticata e quando ci viene a mancare ci
rendiamo conto di quanto è importante.
Perciò a seguito di quel complesso processo di trasformazioni che abbiamo chiamato
EXAPTATION o FUNZIONE ADATTATIVA DEL LINGUAGGIO, a un certo punto della
nostra evoluzione, abbiamo iniziato a sfruttare il FLUSSO DI ARIA INSPIRATORIO (da
fuori verso dentro) per poter veicolare idee, concetti e significati. Abbiamo quindi iniziato
a usare una forma di linguaggio la cui espressione ha NATURA FONETICA.
A seguito dell’adattività abbiamo potuto iniziare a FONARE, cioè USARE L’ARIA (carica di
anidride carbonica che dai polmoni deve andare verso fuori perché altrimenti soffochiamo),
per poter COMUNICARE (inspirare da fuori verso dentro, espirare da dentro verso fuori).
Questo significa che tutto il processo articolatorio, in tutte le lingue del mondo e in tutte le
culture, per poter FONARE cioè PRODURRE SUONI della lingua di riferimento, ci deve
essere la COMPRESSIONE degli ALVEOLI POLMONARI.
La PROPRIOCEZIONE è quella cosa che si fa quando per esempio si va in palestra e ti
dicono “per far lavorare il quadricipite devi fare questo esercizio, lo senti? Se lavora ti deve
tirare in questo modo”, questa è la propriocezione corporea, noi facciamo
PROPRIOCEZIONE FONETICA. Come faccio a capire dov’è la laringe e che cosa succede
quando le pliche sono accostate? Cerco il punto in cui trovo maggiore sonorità mentre parlo.
Questo mi rivela dove ho la laringe e esattamente in quale punto della laringe ho le pliche.
Se le pliche, un sistema complesso di cartilagini, sono chiuse, l’aria come sarà? Sonorizzata
o non sonorizzata? Sonorizzata. Pliche chiuse sonorizzata, pliche aperte non
sonorizzata. Per le VOCALI le pliche sono CHIUSE sempre, perché altrimenti non le
chiameremmo vocali, hanno più voce, più sonorità.
PLICHE ADDOTTE/CHIUSE il flusso di aria SONORIZZATO/FONI SONORI

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PLICHE ABDOTTE/SEPARATE il flusso di aria POCO o NON SONORIZZATO/FONI


SORDI (l’aria passa dentro senza doverle spingere per farle aprire, perciò il flusso di aria è
meno sonorizzato o più sordo).
nano-anfora-sangue
naso = alveolare (la lingua mi va sugli alveoli e lì rimane, non uso la parte davanti del dente)
anfora = labiodentale (l’arcata superiore va sul labbro inferiore, questo significa che anche
se siamo sempre sulla parte anteriore, usiamo due modi diversi)
sangue = c’è la bocca che si chiude perché più vado indietro e più la bocca tende a
chiudersi e usiamo la parte posteriore della lingua e della bocca. La N di sangue l’articoliamo
nella gola (nel VELO PALATINO).
nano = la N di nano sta dietro ai denti
anfora = la N di anfora è esterna e mi prende denti e labbra
sangue = la N di sangue sta dietro
Quindi quante N abbiamo? Dipende, se guardo dal punto di vista percettivo è sempre una
ma a livello articolatorio no.
Perchè a livello articolatorio abbiamo tutte queste N? Che cosa pur avendo la convinzione di
averne una me ne fa avere tre, quattro, cinque? Sono le SUCCESSIONI DI SUONI in cui
entra, partecipa a MODIFICARNE L’ARTICOLAZIONE. Per poter parlare in maniera
continua devo modificare l’articolazione dei suoni.
Per NANO, la prima N mi deve partire dal silenzio e mi deve arrivare ad A, la seconda N mi
parte da A e deve arrivare a O, quindi quest’ultima sarà una N che ha delle tracce di A e
anche di O. Perché per poter articolare la O di nano la N deve andare verso O. Bisogna
immaginare che nella bocca ci sono delle zone bersaglio, ogni suono ha una zona bersaglio.
Se io parlassi in maniera discreta ogni suono raggiungerebbe il suo bersaglio, ma poiché
non parlo in maniera discreta ma parlo in maniera continua per poter ottenere la
CONTINUITÀ, adatto i suoni a quelli precedenti e a quelli successivi. C’è un adattarsi
reciproco. Questo ADATTAMENTO RECIPROCO si chiama COARTICOLAZIONE. Sono
delle modifiche articolatorie che fai senza rendertene conto, o meglio rendendotene conto
solo quando hai un problema.
Siamo finalmente entrati nel mondo della FONETICA ARTICOLATORIA che mi serve oltre
ad avere più consapevolezza su me stessa anche a conoscere i processi articolatori di altre
lingue. Pensando all’esempio di prima nano-anfora-sangue, noi pensiamo che sia sempre la
stessa N sul piano percettivo, sul piano mentale, sul piano della rappresentazione della
lingua che poi sfocia sulla scrittura, quando passo all’altra dimensione percettiva, mi accorgo
subito che non c’è lo stesso suono ma sono tre N diverse. Come si spiega questo fatto? Si
spiega perché mentre mentalmente tu hai l’idea di mattoncini che si uniscono tra di loro
(dove ogni mattoncino ha la sua identità e quindi ogni mattoncino ha la sua N), a livello

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concreto ti accorgi che le N si modificano a seconda dei suoni con cui si devono unire,
COARTICOLARE. Chiami la prima percezione LA LINGUA NELLA SUA DIMENSIONE
DISCRETA (entità discreta) dove una A è sempre una A, dove consideri quello che ti evoca
non effettivamente quello che hai fatto. c’è poi una DIMENSIONE CONTINUA che è quella
PRODOTTA DAL CORPO è lì hai tante N quante sono le combinazioni in cui N viene
articolata.
Chiamiamo quindi la PRIMA PROPRIETÀ della lingua DISCRETEZZA, tutto ciò che è
astratto, modello mentale, sistema. Tutto quello che è continuo non è astratto ma è
CONCRETO, è senza soluzione di continuità. Con il cervello la percepisci come modello,
con il corpo la esperisci come tanti modi diversi di realizzare il modello.

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