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Prof. A.

Balzola, MASS MEDIA


PRIMA DELLA PAROLA: IL SILENZIO E LA VOCE
WALTER J. ONG (1912 – 2003) filosofo e sacerdote cattolico statunitense

Opere teoriche principali anni ’70 – Scuola di Toronto

I mezzi di comunicazione, in ogni epoca storica, hanno la capacità


di dare forma al pensiero umano, trasformando nel tempo le
“psicodinamiche umane”.

3 FASI DELLA CULTURA UMANA (cicli antropologici):

1. Oralità primaria, pre-alfabetizzazione, cultura


trasmissione orale (prevale senso dell’udito)

2. Alfabetizzazione, dall’invenzione della scrittura alla


stampa tipografica (prevale senso della vista)

3. Oralità secondaria, post-alfabetizzazione, dall’invenzione


del telegrafo senza fili all’informatica (integrazione dei
sensi vista e udito, e con interattività virtuale degli altri
sensi – sinestesia)
IL DOLORE Più FORTE, LA GIOIA Più GRANDE SONO SENZA PAROLA

IL SILENZIO John Cage (USA 1912-1992) “4’, 33”: la mia


composizione più importante” (1947-48)
Nel silenzio del “brano musicale” emergono all’ascolto i suoni
dell’ambiente.
Esperienza nella camera anecoica: silenzio assoluto, solo i suoni
acuto e grave dell’apparato cardiocircolatorio e nervoso.
Utopia del silenzio assoluto , 4’ 33” = 273 secondi ANALOGIA
SIMBOLICA con lo zero assoluto (-273° C)
IL SILENZIO ASSOLUTO NON ESISTE ma è la vocazione di tutti i poeti -
è la voce dell’INTENSITA’ INESPRIMIBILE

IL SILENZIO è PRIMA DELLA PAROLA, sorgente e origine della parola


IL SILENZIO è OLTRE LA PAROLA, esprime l’indicibile

Noi siamo oppressi dal RUMORE DI UNA SOCIETA’ TROPPO PIENA (di oggetti, parole,
suoni, immagini) E DEI NOSTRI STESSI PENSIERI (proiettati al di fuori del presente,
verso passato e futuro)

Una società del DIRE e del FARE, piuttosto che del SENTIRE, del CONOSCERE e
dell’ESSERE

la stanza piena non si può arredare, la pagina piena non si può scrivere, la tela piena non
si può dipingere

L’ASCOLTO (DI SE’ E DELL’ALTRO) E’ UN’ARTE, L’ARTE E’ ASCOLTO E


OSSERVAZIONE

“LE PAROLE DEI SAGGI SONO UDITE NEL SILENZIO” (Veda)

“IL SILENZIO HA UNA FORZA TRASFORMATRICE”

“LA PAROLA NASCONDE NON MENO DI QUANTO RIVELA”


Non riusciamo/possiamo/vogliamo dire completamente

La COMUNICAZIONE NON VERBALE è più rivelatrice degli stati d’animo


Lettura dal capitolo “IL SILENZIO”, in La dimora della saggezza, di Ramon Panikkar (1991),
Mondadori, pag.97-123 :

“I quattro momenti distinti del SILENZIO:

1. IL SOFFOCAMENTO DELLE PAROLE. Si tace nonostante si abbia molto da dire. Si tace


per prudenza, per accortezza o per paura. Tale silenzio è un ammutolire. Esercita una
violenza, mozza il respiro. (...)

2. LO SBIGOTTIMENTO DELLE PAROLE. Si tace per la mancanza di parole adeguate. Si


tace per smarrimento, per inadeguatezza o per insipienza. E’un silenzio che produce
distanza, che rifugge il contatto. Lascia atrofizzare e consumare il rapporto vivo.

3. L’INADEGUATEZZA DELLE PAROLE. Si tace perché si avverte di essere alla presa con
qualcosa di inesprimibile. Si tace per l’impossibilità di esprimere ciò di cui si è avuta
esperienza. Si ha sentore dell’indicibile e se ne è consapevoli. E’ il silenzio di chi rimane
senza parola. Lo stupore dinanzi al mistero. Il suo pericolo è l’irrigidirsi e il rimanere
bloccati. Qui l’uomo, per lo più inconsapevolmente, è posto dinanzi a una decisione:
affermare la vita o scegliere la razionaltà. La razionalità: il tentativo di tradurre l’indicibile in
parole e in concetti. La vita: il rischio di lasciarsi prendere dall’indicibile rimanendo nel
silenzio.

4. L’ASSENZA DI PAROLE. La parola non è più presente. Resta solo il silenzio. Il silenzio qui
non è uno “stare in silenzio”, un azzittirsi in mezzo al frastuono. E non è neppure un tacere
perché non si ha niente da dire; piuttosto si tace perché non si ha nulla da dire(...) Qui la
parola non esaurisce la realtà. Il silenzio è il silenzio della parola: “Ciò di cui non si può
parlare è proprio ciò che dev’essere sperimentato in quanto silenzio.” (Wittgenstein)
OSSERVAZIONE E ASCOLTO

SAPER ASCOLTARE E OSSERVARE = CONDIZIONE PRELIMINARE E FONDAMENTALE PER


SVILUPPARE ATTENZIONE E ATTITUDINE CREATIVA

3 TIPOLOGIE DELL’ASCOLTO (da Roland Barthes, L’ovvio e l’ottuso, Einaudi):

1. INDIZIO E ALLARME, istinto animale, ascoltare segnali di possibili prede o di pericolo

2. SEGNI SONORI DA DECIFRARE, codici culturali, riconoscimento,distinzione,


elaborazione di segni sonori (lingua e paralinguistica, musica, rumori naturali e artificiali)

3. SOGGETTIVITA’, dimensione psicologica, non ciò che si sente ma chi parla /emette suoni

4 LIVELLI DELLO SGUARDO:

VEDERE = dal latino VIDERE (PERCEPIRE CON GLI OCCHI)

GUARDARE = dal germanico WARDON


(lo sguardo della sentinella militare= SGUARDO ESPLORATIVO PANORAMICO)

OSSERVARE = dal latino OBSERVARE


(duplice significato: 1.GUARDARE CON ATTENZIONE, 2. ADERIRE, ADEMPIERE (alle Leggi) )

CONTEMPLARE = dal latino CON TEMPLUM


(SPAZIO CELESTE DELIMITATO)
TRA IL SILENZIO E LA PAROLA: LA VOCE

Demetrio Stratos Suonare la voce (You Tube)

FLAUTOFONIE

https://www.youtube.com/watch?v=IZmaIdiS2uc

Natascha Nikeprelevic

https://www.youtube.com/watch?v=hKbaKN9Hu_U

PHONé : voce e fenomeni sonori

La voce umana è il suono prodotto nella laringe dalla vibrazione delle corde vocali per effetto
dell'aria espirata dai polmoni mediante occlusione della glottide.

Il timbro vocale è influenzato principalmente dalle caratteristiche morfologiche delle corde vocali, ma
anche dalla conformazione fisica in generale.

LA VOCE SEGNA LA DISCONTINUITA’ RISPETTO AL VERSO ANIMALE E APRE IL CAMMINO


DELL’UOMO VERSO LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO VERBALE

Lettura da “Perché la voce” di Gianni Emilio Simonetti , p.60-63, in “Oltre la voce”, libro e dvd “LA
VOCE STRATOS”, Feltrinelli, 2010
L’ORIGINE DEL LINGUAGGIO UMANO

GLI ANIMALI COMUNICANO ma il loro linguaggio non è ancora considerato strutturato come una
LINGUA. Alcune specie animali, mammiferi, hanno alcuni aspetti del linguaggio in comune con gli
uomini,

ad es. i DELFINI CHE SI CHIAMANO PER NOME.

La GLOTTOGONIA (origine della lingua)

Apparizione Homo Sapiens circa 200.000 anni fa in Africa Orientale

IL PASSAGGIO DA UNA PROTOLINGUA A UNA LINGUA con sintassi e dizionario si è realizzato


insieme ad alcuni CAMBIAMENTI BIOLOGICI NEL CERVELLO. È stato ipotizzato che un gene come
il FOXP2 potrebbe aver subito una mutazione che permise agli esseri umani di comunicare. Le prove
suggeriscono che questo cambiamento ebbe luogo in un punto imprecisato DELL'AFRICA
ORIENTALE, all'incirca dai 100.000 ai 50.000 anni fa.

LA TEORIA DEI GESTI


il linguaggio umano parlato si sviluppa dai gesti usati per la semplice comunicazione.
Due tipi di prove sostengono questa teoria.
1. Il linguaggio dei gesti e quello vocale dipendono da sistemi neurali simili. Le regioni della
corteccia cerebrale che sono responsabili dei movimenti della bocca e di quelli delle mani si
trovano a stretto contatto.
2. I primati usano gesti o simboli per una forma primitiva di comunicazione, ed alcuni di
questi gesti assomigliano a quelli umani, come la "posizione di richiesta", con le mani allungate
in fuori, che gli esseri umani hanno in comune con gli scimpanzé.
La ricerca ha trovato un considerevole supporto per l'idea che il linguaggio verbale e quello dei segni
dipendano da strutture neurali simili. La stessa regione sinistra del cervello è attiva sia durante la
produzione di una lingua dei segni, sia durante l'uso di un linguaggio vocale o scritto
tre possibili cause del passaggio allo strumento vocale:
1. I primi esseri umani cominciarono ad utilizzare sempre più strumenti, che tenevano loro
le mani occupate, senza poterle usare per gesticolare.
2. La gesticolazione richiede che gli individui si debbano vedere tra di loro. Ci sono molte
situazioni in cui gli individui hanno bisogno di comunicare senza contatto visivo, ad esempio
quando un predatore si avvicina a qualcuno che è su un albero a raccogliere frutta.
3. Il bisogno di cooperare effettivamente con gli altri per sopravvivere. Un comando dato
da un leader di una tribù di 'trovare' 'pietre' per 'respingere' 'lupi' avrebbe creato un gruppo di
lavoro e una risposta più potente e coordinata.

Gli esseri umani utilizzano ancora i gesti manuali e facciali quando parlano, specialmente quando le
persone che comunicano non usano la stessa lingua.]I sordomuti usano lingue composte interamente
da segni e gesti.
la LINGUA DEI SEGNI DEI NON UDENTI , una lingua moderna, complessa e pienamente sviluppata
(vedi Oliver Sacks, Vedere voci, Adelphi) .
IL SEGNO

Il segno è l’unità di base della comunicazione

Tipologie dei segni (Charles S.Peirce Usa, 1839-1914):

1- ICONA (somiglianza con l’oggetto rappresentato)

Es. Disegno o fotografia di un albero

2- INDICE (connessione e rimando a un oggetto presente o vicino)

es. SEGNALETICA

3- SIMBOLO (collegamento arbitrario e convenzionale tra forma e contenuto)

Es. Croce, svastica, bandiera / lingua alfabetica

ALTERNANZA MILLENARIA FRA


SIMBOLO E ICONA (FIGURA)
ASTRAZIONE E MIMESI
CREAZIONE E RIPRODUZIONE

La lingua = sistema di segni (Ferdinand de Saussurre, Svizzera 1857 – 1913)

La lingua è un sistema convenzionale (arbitrario) socialmente condiviso composto regole


(grammatica) e da unità verbali (dizionario)

Le unità verbali sono SEGNI

che uniscono significato (contenuto, concetto) e significanti (forma acustica o grafica)

Per produrre un messaggio (non solo verbale) è necessario condividere un codice


e fare 2 operazioni:

selezione di segni e regole (asse paradigmatico)

combinazione dei segni mediante l’uso delle regole (asse sintagmatico)

Livelli di significato dei segni

DENOTAZIONE (significato principale, generale)

es: il Sole, astro maggiore e centrale del nostro sistema planetario

CONNOTAZIONE (significato profondo, particolare, simbolico, emotivo)


Es: il Sole (divinità, luce, calore, speranza, emoticon)

L’IMMAGINE SIMBOLICA

(differenza tra immagine ordinaria, riproduttiva, ed immagine artistica, produttiva):

Edward Weston

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