JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide
range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and
facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org.
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at
https://about.jstor.org/terms
Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with
JSTOR to digitize, preserve and extend access to Studi di Sociologia
1 Viene qui omessa, per ragioni di spazio, una esplicita trattazione del rapporto tra
sacro.
2 L'importanza del silenzio in quanto esercizio di prudenza, umilta e dominio di se nei rapporti
umani e sottolineata anche in una letteratura tradizionale che fa del tacere un'arte complementare a
quella della parola. Esemplare e, al riguardo, L'art de se taire, principalement en matiere de religion, pub
blicata dall'abate Dinouart nel 1771 (Dinouart 1989).
tro, a una piazza in cui e in atto un raduno politico o religioso, dallo stadi
sta per iniziare una partita di calcio o un evento sportivo di grande r
(come le Olimpiadi Invernali 1994 di Lillehammer, in cui e stato osser
minuto di silenzio per ricordare le vittime della guerra a Sarajevo, sede a
sa dei Giochi Olimpici dieci anni prima) alia sede del Parlamento in cui si
una personality scomparsa. II breve momento in cui tutti si astengono c
poraneamente dalla parola puo assumere significati diversi a seconda dei
delle credenze di ciascuno, esprimendo appunto quella relazione tra sacro
fano a cui si e accennato: il silenzio, a condizione di non rappresentar
mento vuoto, potra essere riempito da atteggiamenti come ad esempio la
renza, il ricordo, la riflessione, la preghiera.
In effetti, il problema e la presenza della morte, cosl come per conti
quello della sofferenza e della malattia, rappresentano elementi che sollec
anche nei sistemi sociali come quelli contemporanei, forme di rispetto ch
ducono nella predisposizione di aree o spazi sociali di silenzio e nell'el
ne di norme relative o di codici di comportamento condivisi.
Tra le unita sociali piu coinvolte al riguardo, figurano alcune organiz
ni particolarmente complesse, gli ospedali e le case di cura, che pur essen
namente inserite nelle dinamiche tipiche di agenzie di servizio moderne
logicamente equipaggiate, mantengono o tendono a preservare alcuni
di salvaguardia del silenzio: si puo citare il fatto che nelle aree urbane gl
dali sono circondati da «zone di silenzio» e da prescrizioni riguardo al
che dovrebbero garantire ai degenti l'assenza o la minimizzazione dei
esterni; e si puo indicare la prassi del silenzio da osservare nelle camere d
certe ore del giorno e nel periodo notturno, cosi come la severa limitazio
termini temporali alle visite dei parenti, la quale ha peraltro altri obiett
zionali come l'espletamento delle cure da parte del personale medico e
dico dell'ospedale.
In generale, le motivazioni sottostanti all'osservanza del silenzio si po
ricondurre negli ospedali e unita sociali simili (cliniche, case di cura,
esigenze di cura e di riposo del paziente, e al rispetto della sofferenza su
rettamente dei suoi cari, specialmente nelle fasi piu gravi e di fronte
spettiva imminente della morte.
Sempre piu di rado, come e noto, le persone muoiono nella propr
circondate dalla presenza dei familiari, come era invece normale in secoli
ti. Anche nelle abitazioni in genere si pongono comunque problemi conne
pratica e all'osservanza del silenzio, proprio a motivo dell'assenza di silenz
si manifesta nei caseggiati e negli immobili residenziali, specie dell
urbane.
In effetti, l'invasione del rumore e del frastuono all'esterno e all'i
delle abitazioni ha sollecitato una regolamentazione delle fonti di rumore
limitazione delle emissioni relative. All'inquinamento acustico, tipico pro
delle aree urbane che porta talora a misure di limitazione del traffico in
sica ambiguita (cfr. Cauquelin 1993; Lavelle 1947); tipica forma «debo
municazione (Lauretano 1989), esso si inquadra in determinate logich
duali e sociali, prestandosi a veicolare ed esprimere una serie di contenut
saggi, norme e valori differenti.
In sede conclusiva, ci sembra utile far emergere alcuni elementi tras
di lettura, riferiti in particolare alle funzioni sociali e ai valori che si po
tribute o legare al fenomeno del silenzio.
Alia luce dell'indagine svolta, possiamo anzitutto registrare una g
piuttosto ampia di funzioni svolte dal silenzio, intese come conseguenze
vamente operand connesse all'esistenza di ruoli, processi e azioni soc
«producono silenzio». Abbiamo cosl una serie di funzioni che corrispondo
obiettivi degli attori individuali ma che sono comuni a vasti gruppi o ma
soggetti, quali le seguenti: la possibility di consentire lo svolgimento di
ze profondamente personali come quelle legate al sacro e alle credenze re
alia riflessione e meditazione; il rispetto del riposo e delle esigenze d
mento, con le relative implicazioni riguardanti le normative in fatto di ru
inquinamento acustico; lo stimolo della creativita richiesta per certe atti
professioni; la fruizione di certe esperienze culturali (come quelle indicat
posito del silenzio qualificato), estetiche (che riguardano, ad esempio, il r
to con gli ambienti naturali) e di comunicazione (tipiche del silenzi
rattivo).
Altre funzioni riguardano la socializzazione ai processi e alle norme tipiche
di certe unita o ambiti sociali, come i conventi e gli edifici religiosi o anche le bi
blioteche, senza dimenticare le scuole; in questo ambito rientra pure la funzione
consistente nel non svelare o tradire elementi non comuriicabili o segreti dell'or
ganizzazione a cui si appartiene, come nel caso del prigioniero che non fornisce
informazioni al nemico neppure sotto minaccia di tortura e maltrattamenti, o
dell'iniziato di una setta o gruppo religioso che non svela ad estranei i riti del
suo culto.
A queste funzioni se ne aggiungono altre, considerate sempre in un'ottica
sociologica ma con riferimento ad un altro versante del silenzio, dove si espri
mono rapporti di potere tra due o piu soggetti. Pensiamo qui in particolare alle
conseguenze sociali che puo avere un silenzio di reticenza e di paura generalizza
to, come quello che spesso i regimi dittatoriali riescono a imporre e che consiste
nell'accettazione supina o nella mancata denuncia di condizioni ispirate all'in
giustizia o alia menzogna. E pensiamo al silenzio come esito di condizionamenti
e coercizioni, alle situazioni sociali in cui attori e gruppi vengono ridotti al silen
zio, privati della possibility di parola e di comunicazione. E, ancora, abbiamo
presente un silenzio che nei rapporti interpersonali e sociali si configura come
rifiuto o procrastinamento di una comunicazione dovuta o attesa, che viene usa
to per mantenere un vantaggio nei confronti degli interlocutori o per esercitare
una pressione psicologica: un esempio di grande efficacia ci viene da un episodio
dei Promessi sposi, allorche Manzoni, descrivendo la storia di Gertrude, mostra
GIOVANNI GASPARINI
Dipartimento di Sociologia
Universita Cattolica di Milano
BIBLIOGRAFIA
Masson A. - Salvan P.
(1963) Les bibliotheques, Puf, Paris.
Pascal B.
(1963) Pensees, in Oeuvres completes, Seuil, Paris.
Picard M.
(1951) II mondo delsilenzio, Ed. di Comunita, Milano.
Regies des moities
(1982) Seuil, Paris.
Robert P.
(1985) Le grand Robert de la langue frangaise, Diet. Robert, Paris, t. VII.