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MUSICA E PSICOLOGIA: LO STATO DELLA QUESTIONE

Author(s): Pio Enrico Ricci Bitti, Roberto Caterina, Marta Olivetti Belardinelli, Mario
Baroni and Pier Luigi Postacchini
Source: Il Saggiatore musicale , 1995, Vol. 2, No. 2 (1995), pp. 329-348
Published by: Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/43029337

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MUSICA E PSICOLOGIA: LO STATO DELLA QUESTIONE

Il rapporto tra musica e psicologia rappresenta, soprattutto in ambito


italiano, un terreno di incontro non ancora ben definito, aperto a varie ap-
plicazioni. Mentre in molti altri paesi esiste una tradizione di ricerca in que-
sto campo, e nonostante il crescente interesse che si avverte in Italia, la psi-
cologia della musica stenta a venir riconosciuta come disciplina a sé stante
nell'Università italiana. E dell'altro ieri l'attivazione di un insegnamento di
Psicologia della musica nel corso di laurea in Discipline delle arti, della mu-
sica e dello spettacolo nell'Università di Bologna (corso impartito per sup-
plenza da Roberto Caterina). E ci sono volute le pressioni congiunte del-
l'Associazione fra docenti universitari italiani di musica (ADUIM) e di sin-
goli docenti di psicologia perché il Consiglio universitario nazionale - l'orga-
no di consulenza del ministro dell'Università - si decidesse infine a delibe-
rare (16 giugno 1995) di accogliere la Psicologia della musica nel novero del-
le discipline ufficialmente riconosciute, inscrivendola nei settori scientifico-
disciplinari L27B (Musicologia), dove fiancheggerà la Filosofia della musica
e i Fondamenti della comunicazione musicale, e M10A (Psicologia generale),
dove si accosterà alla Psicologia dell'arte e della letteratura e alla Psicologia
della percezione. I ricercatori che si occupano di tale disciplina sono finora
stati costretti a lavorare in una condizione di semiclandestinità. In mancanza
di riconoscimento ufficiale, inoltre, la capacità di controllo da parte della co-
munità scientifica sulle ricerche effettuate non può essere piena: si corre
dunque il rischio, in alcuni ambiti applicativi, di lasciare aperto lo spazio al-
l'improvvisazione e ad una sperimentazione più o meno disinvolta.
In questo contributo, articolato in quattro interventi, cerchiamo di fare
il punto del rapporto tra gli sviluppi italiani e quelli generali della psicologia
della musica: speriamo di sollecitare così l'interesse dei musicologi italiani
affinché siano partecipi delle potenzialità racchiuse nello studio congiunto
di taluni aspetti teorici e applicativi che legano la ricerca musicale a quella
psicologica.
I quattro interventi che qui vengono presentati muovono da prospettive
parzialmente diverse e sono tesi ad illustrare le principali articolazioni di ta-
le "interfaccia" nella situazione italiana, non senza riferimenti al contesto
più generale. La necessità di stabilire un collegamento non banale tra creati-

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vita individuale, esp


intervento, che rico
il necessario sostrato relazionale e comunicativo del terreno su cui si incon-
trano elementi musicali e vissuti emotivi. Le affinità strutturali tra ricerca
musicale e ricerca psicologica sono messe in evidenza dal secondo e dal ter-
zo intervento, che illustrano rispettivamente quanto la ricerca psicologica
contribuisca, nei suoi campi classici di applicazione, a chiarire il significato
del messaggio musicale - individuando, fra l'altro, il diverso stile cognitivo
di fruizione -, e quanto la ricerca musicale stessa possa essere un luogo di
verifica e d'indagine sperimentale dei processi cognitivi, attivi in ogni indi-
viduo. Il legame, di origine molto antica, che corre tra psicologia e musica
nel campo delle potenziali applicazioni cliniche e terapeutiche è infine esa-
minato nel quarto intervento, secondo una nuova prospettiva centrata non
tanto sull'operatività strumentale del messaggio musicale quanto sulla defi-
nizione e costruzione del setting, nel rispetto di un rapporto armonico tra in-
dividuo ed ambiente.

Pio Enrico Ricci Bitti


Bologna

La musica nell'espressione e rievocazione delle emozioni

Le caratteristiche del messaggio musicale, le regole che ne determinano l


produzione, l'esecuzione e la fruizione, così come i concetti di ritmo, tempo, al-
tezza, hanno più di una volta costituito oggetti privilegiati dell'indagine n
campo della sensazione, della percezione, del pensiero, del linguaggio, delle
emozioni. I temi principali della ricerca psicologica hanno trovato nell'esperien-
za musicale un luogo di puntuale verifica di ipotesi teoriche complesse fonda
su un'interpretazione del dato reale non riduttiva o semplicemente legata
"senso comune": si pensi ad esempio all'importanza che il concetto di melodi
ha avuto nella definizione del concetto di Gestalt, come ricorda Luccio (1988
o al modello analitico di Heinrich Schenker, che, a dire di Sloboda (1988), ant
cipa di vent'anni il concetto chomskiano di 'struttura profonda'. Il rapporto tra
musica e psicologia ha trovato, soprattutto con lo sviluppo del cognitivismo
un'area di interessi convergenti che ha permesso da un lato di indagare speri
mentalmente i processi mentali che presiedono alla creazione, all'esecuzione
alla fruizione (all'ascolto) di un brano musicale e dall'altro di trovare nel mez
musicale uno strumento di elaborazione dell'informazione legato alla rappresen-
tazione reale o potenziale di specifici rapporti interattivi. La ricerca sperimenta-
le ha avuto in questi ultimi anni anche in Italia un certo impulso. Numero
gruppi di lavoro sono attivi in varie università italiane (cfr. più avanti l'inte
vento di M. Olivetti Belardinelli) nel puntualizzare gli elementi descrittivi e

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MUSICA E PSICOLOGIA

qualitativi del messagg


tivi di ascolto.
Lo studio delle elabo
plicazioni profonde
musica elettronica, a
stemi esperti "pensa
ecologico, che ha perm
guaggio musicale, tra
affetti, come mezzo p
duo con l'ambiente.
A tale proposito si possono individuare due livelli di analisi nel rapporto tra
musica ed emozioni: da un lato la fruizione (l'ascolto) di un brano musicale può
suscitare o evocare determinate emozioni; dall'altro il mezzo musicale consente
l'espressione e la comunicazione diretta di uno specifico messaggio emotivo, del
tipo rabbia, gioia, paura eccetera. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto,
una particolare rilevanza assume lo studio dei correlati acustici nell'individua-
zione e nella descrizione del processo emotivo.
Darwin per primo (1872) ipotizzò che una certa qualità musicale della voce
esistesse nell'uomo ancor prima della comparsa del linguaggio e che una medesi-
ma capacità di emettere note musicali, suoni, fosse presente in gran parte del
mondo animale. D'altra parte anche l'osservazione del comportamento espressi-
vo nel primo anno di vita di un bambino ci conferma come la capacità di modu-
lare il suono della voce preceda l'uso del linguaggio. Dunque, sempre secondo
Darwin, quando la voce viene usata da una persona adulta sotto la spinta di
forti emozioni, essa tende ad assumere una qualità musicale che ricorda le pri-
me espressioni preverbali da quella persona usate nell'infanzia o adottate, in li-
nea filogenetica, dai suoi antichi progenitori.
Le originarie intuizioni di Darwin sono state sviluppate solo di recente. Gli
studi di Tembrock (1975), Morton (1977) e Jürgens (1979) si sono soffermati
sulle differenti caratteristiche acustiche in diversi richiami animali (soprattutto
uccelli e mammiferi): esaminando le frequenze del suono, la durata e il ritmo,
questi autori sono riusciti a distinguere tra suoni ostili, aggressivi, caratterizzati
da basse frequenze e breve durata, e richiami finalizzati, come nel corteggia-
mento, ad attirare membri della stessa specie e caratterizzati da alte frequenze
e durata prolungata. In particolare Morton ha notato come questi ultimi suoni
siano strutturalmente assai simili alla produzione vocale dei cuccioli nei mammi-
feri ed evochino, quindi, un atteggiamento protettivo da parte dei membri della
specie cui sono rivolti.
Oltre che in campo etologico, lo studio delle caratteristiche acustiche di de-
terminate produzioni vocali è risultato utile per cogliere differenze tra singole
emozioni nella voce umana. Differenze di ordine quantitativo, relative ai para-
metri della frequenza fondamentale (variazioni nell'ampiezza di gamma), sono
state esaminate congiuntamente a differenze di ordine qualitativo relative al
timbro della voce e alle modalità di eloquio. Fónagy (1978) ha individuato delle
configurazioni melodiche tipiche in alcune emozioni. I numerosi lavori svolti da

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Scherer e dalla sua sc


Goldbeck-Tolkmitt-Sc
ra più chiari, attraver
formazione emotiva,
differenze ascrivibili
ambiente, ora più se
complesse e relative
cerca scientifica in I
qui ricordare il lavoro
porto nell'espression
(ampiezza della frequ
le stesse.
Per quanto riguarda
emozioni è importante
po di comunicazione
ne e il ricordo. Non
zioni, quanto piuttos
zio e nel tempo di vi
comunicazione, peral
stabili e duraturi, co
santi hanno preso in
musicale ed emozion
analizza in maniera c
scolto musicale legat
musicale ascoltato. N
al mezzo musicale la f
di capacità autorifless
vissuti. Sotto questo
portante funzione in
che proprie della psi
cfr. anche, più avant
di psicoterapia basate
adoperato all'interno
controllo dell'attività emozionale e l'interiorizzazione di vissuti emotivi altri-
menti inaccettabili. Va subito detto, tuttavia, che quest'area applicativa della
psicologia della musica, che in Italia non si è ancora pienamente sviluppata nel-
le sue modalità di training e di intervento, va valutata con una certa prudenza
nei suoi aspetti propriamente operativi; andrebbe, invece, còlta ed evidenziata,
per una migliore comprensione delle dinamiche del rapporto psicoterapeutico, la
funzione di comunicazione ' 'simbolica" delle emozioni assicurata dalla musica
pur entro un contesto non verbale.
La funzione simbolica del mezzo musicale coincide con l'area di esperienza
culturale e personale che ogni individuo gestisce con la propria creatività, e che
secondo il pensiero di Winnicott (1974) si colloca nelle potenzialità comunicati-
ve del singolo. Riconsiderando in termini spaziali l'ascolto musicale e, analoga-

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MUSICA E PSICOLOGIA

mente, la relazione p
municativa del mezz
" tradizionale " di W
suno dei soggetti int
sformazione del mes
(Bion 1972), in nodo
avviene nel gioco sim
è assente. La capacità
sa, così, in termini d
condividere un vissut
lità e senza lasciarsi d
questo aspetto il rapp
za, come possibilità d
pensiero.

Roberto Caterina
Bologna

La ricerca sperimentale in psicologia della musica in Italia

L'ampio sviluppo della ricerca cognitiva negli anni recenti ha portato ad


uso sempre più frequente di materiale-stimolo di natura musicale. La complessi-
tà dello stimolo musicale si è infatti rivelata di estremo interesse per le ricerch
sulla localizzazione cerebrale delle funzioni cognitive.
Seppure a questo riguardo è spesso possibile osservare che l'obiettivo de
ricerca non è propriamente la natura dell'esperienza musicale, è indubbio c
l'interesse dei cognitivisti ha ravvivato la ricerca in un settore che, pur avendo
una lunga tradizione, non ha tuttavia goduto di un'altrettanto grande diff
sione.
Una delle cause del contenuto sviluppo delle ricerche in psicologia della m
sica va rintracciata nello iato di preparazione e, soprattutto, di metodiche t
psicologi e musicologi: tale iato è tuttora lungi dall'essere colmato, dal mom
to che il rigore ed il controllo delle condizioni, che ineliminabilmente carat
rizzano la sperimentazione in psicologia, hanno spesso come conseguenza
impoverimento (in ordine al controllo ed alla manipolazione) degli stimoli musi-
cali impiegati, ritenuto snaturante ed inaccettabile da parte dei musicisti.
Tuttavia, se è vero che le ricerche cognitiviste sulla percezione musicale de-
gli anni '60 e '70 sono più vicine, come quadro di riferimento teorico, a Hel
holtz (1863) da un lato e a Stumpf (1883-1890) dall'altro che non alla Mus
psychologie quale venne definita da Kurth (1931), è anche vero che con l'evo
zione del cognitivismo in direzione ecologica, con l'avvento della scienza cog
tiva, costituzionalmente interdisciplinare, col progressivo diffondersi tra gli p
cologi della capacità di manipolare fenomeni complessi in quanto socialment

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culturalmente creati, l
direttamente indirizza
za musicale.
Dal punto di vista de
me fondamentali in c
alla fruizione della mu
a realizzare una comunicazione emozionale. Tale comunicazione si attua entro il
sistema unico organismo/ambiente, nell'ambito del quale tutti i processi di ela-
borazione dell'informazione possono essere rappresentati come processi di rie-
quilibramento vòlti al recupero della costanza intrasistemica. Tali processi si
svolgono secondo un modello non deterministico, dal momento che percezione
dello squilibrio, modalità di riequilibramento, punto finale dell'equilibrio sono
relativi a stati stabili peculiari di ciascun sistema: pertanto l'unica descrizione
possibile, a proposito dell'esperienza musicale come di tutti i fenomeni cogniti-
vi, è quella dinamica dei modelli di processo. Un'impostazione di questo tipo
indirizza decisamente la ricerca sul comportamento musicale verso la chiarifi-
cazione dei rapporti dinamici tra stati stabili interni e variabili stimolo-ambien-
tali nelle tre forme suaccennate della produzione, esecuzione e fruizione della
musica.
Delle tre forme del comportamento musicale la fruizione è indubbiamente la
più studiata, sia perché più diffusa tra la popolazione (come uno dei veicoli
principali del condizionamento culturale), sia perché analizzabile, negli atteggia-
menti, con tecniche e metodiche più "semplici" e più facilmente applicabili di
quelle necessarie per studiare la creazione musicale nonché l'intermediazione
che si attua nell'esecuzione intesa come ri-creazione del messaggio musicale.
Anche in Italia la ricerca sperimentale in tema di psicologia della musica, antica
per tradizione seppur dispersa in sedi universitarie diverse (Trieste, Verona, Pa-
dova, Milano, Bologna, Pisa, Roma, Bari, Palermo), si è in misura preponderan-
te occupata della fruizione, focalizzando, a seconda dei tempi e dei contesti, le
componenti strutturali o il discorso musicale nel suo insieme.
Per quanto riguarda i fenomeni elementari, un apporto rilevante e protratto
nel tempo viene da Padova, dove Giovanni Bruno Vicario, in numerosi lavori
che egli definisce di psicoacustica (ma che, come si vede dai temi che di seguito
riportiamo, direttamente interessano la psicologia della musica, in quanto trat-
tano di acciaccatura, trillo, micro e macromelodie, reversibilità dei ritmi, rico-
noscimento delle melodie nelle regioni estreme dello spazio tonale, intonazione
di triadi maggiori e minori e dei loro rivolti), utilizza il materiale sonoro, ed in
particolare le forme semplici, uniformi e pure della musica, per arrivare alla de-
terminazione delle regole della formazione degli eventi (Vicario 1960 e 1982;
Bozzi e Vicario 1960). A Padova, nel medesimo dipartimento, svolgono ricerca
sperimentale anche Michele Biasutti, che collabora con Vicario (Biasutti e Vica-
rio 1993) nell'indagine degli eventi sonori, Mariselda Tessarolo (1979), e Giu-
seppe Porzionato, che tra i primi ha affrontato, in collaborazione con Silvio
Ceccato (Ceccato-Zotto-Porzionato 1980), il problema dei rapporti tra ciberne-
tica e psicologia.

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MUSICA E PSICOLOGIA 335

Tale direttrice di ricerca,


fermarsi della musica elettro
computerizzata come tecnic
creazione, conta ricercatori
provenienti non dalle file de
ci e degli ingegneri: tra i
Agostino Di Scipio (1995).
Alla dispersione delle iniz
degli psicologi italiani sulla m
mi affrontati. Per non ecce
riviste che a tali ricerche h
gia» (Milano) e «Comunicazi
sta rivista ha dedicato al te
mento musicale come prob
convegni La psicologia della m
e Dall'atto motorio all'interp
In tempi recenti la sperime
ta su stimoli complessi avent
esemplificativo si può fare
presso quattro Università ita
la scrivente ("L'elaborazion
vato e finanziato dal Consig
A Roma si sta sviluppando
tecniche di rilevazione dive
semantico), le differenze nel
cale presentato in forma v
controllando altresì le diff
nario ovvero ternario nei sog
dei sistemi di elaborazione ch
re fortemente sul processa
cerca di definire la natura
(capacità a cui fa riferimen
fruizione e l'esecuzione dell
l'espressione più evidente n
comportamento musicale v
questi soggetti evidenziato,
pari a quelle dei soggetti nor
A Salerno, Pina Boggi Cav
la teoria delle 'intelligenze
tudinale le competenze che
dipendente, quelle conness
spaziale.
Presso l'Istituto di Psicologia della Facoltà medica dell'Università statale di
Milano, Fausto Massimini indaga l'organizzazione dello stato di coscienza in re-
lazione a stimoli acustici musicali in soggetti talentati, con particolare attenzio-

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ne allo stato di 'esperienza ot


dei processi di attenzione, la
dell'organizzazione della cosc
sicali sulle gerarchie interne d
tà Marco Poli (Poli e Previde
da stimoli complessi come qu
situazione di apprendimento
variare la struttura melodica e
A Trieste, infine, Riccardo
indaga le modalità di ricono
semplici ma musicalmente r
di soggetti con diverso grado

Marta Olivetti Belardinelli


Roma

I RAPPORTI TRA LA MUSICOLOGIA E GLI STUDI DI PSICOLOGIA DELLA MUSICA:


LA SITUAZIONE ITALIANA NELLA PROSPETTIVA INTERNAZIONALE

Per rendersi conto di quanto lunga e complessa sia stata in Italia la sto
dei rapporti fra la musicologia e la psicologia della musica, basta sfogliare
ne vecchie annate della «Rivista musicale italiana». Ci si accorgerà subito
dalla fine del secolo scorso fino agli anni della prima guerra mondiale la c
parsa di articoli di orientamento psicologico è assai frequente. Si tratta tal
di contributi occasionali, dettati più da curiosità che dall'esistenza di reali
dizioni scientifiche. E tuttavia si tratta anche di significativi indizi d'interess
e di indizi importanti, se comparati con l'assenza di temi di questo tipo s
principali riviste musicologiche di oggi.
Come spiegare questo apparente calo di tensione nel corso di cent'anni
cui lo sviluppo degli studi psicologici (oltre che di quelli musicologici) si
spiegato con impetuosa energia? La questione non può essere ridotta all'un
tradizionale punto di scarico di tutte le colpe storiche della cultura italiana, va
a dire all'intransigenza dittatoriale dello storicismo idealistico accoppiata c
miopia provinciale della cultura fascista. Certo, molte responsabilità vanno cer
cate in quella direzione, ma poiché la presenza di articoli di psicologia della mu
sica non è oggi così frequente neppure sulle riviste musicologiche di altri paes
è legittimo credere che le cause del fenomeno siano anche altre e non va
ascritte solo alla storia della cultura italiana.
Si può pensare per esempio al fatto che il rapporto fra i metodi delle scien
naturali e la tradizione degli studi umanistici non può essere concepito oggi co
lo stesso ingenuo atteggiamento ideologico con cui lo concepiva l'epoca del
sitivismo filosofico classico. Oggi il rapporto ha bisogno di mediatori più
sticati, di sistemi di compensazione più sottili. E non è detto che queste m
zioni nel nostro caso siano già sufficientemente ricche e mature. Ma nella rice

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MUSICA E PSICOLOGIA

ca delle cause di quel d


lievo. La presenza dell
le nei ceti intellettu
considerare pacificam
parte di quelF esperi
ne: molto meno la m
perché si ritiene che r
suscita sospetti di irra
Queste e altre circost
Pare che gli psicolog
settore marginale; for
namento della mente
na nel suo complesso
tamento della maggio
meno nel diffidare d
sono in molti a riten
campo di studi.
Eppure una quantità
meni musicali, certam
sono comparse negli
sterà fornirne alcuni
ne e sulla psicologia
margini della musico
mente almeno tre fen
ga ascoltata e come v
le regole grammatical
cedimenti che potrem
tere ordine nel disord
te un complesso coor
sente di trasformare
Questo insieme di pr
eseguire musica, ha si
di essi e prima che co
fisiologici e neurali
Mentre fino a qualch
vano solo molto vaga
è assai più ricco e dett
musicali che l'analisi
percettiva, così come
cace memorizzazione:
sciamo a mettere a fu
nuta in un brano mu
psicologiche che carat
ni, che tutti i musicis

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percezione e cognizio
scerle in modo assai p
Per quanto riguarda
percezione e la psicol
ni testi importanti sia
e Antonietti 1986), 1
sicuro: ad esempio un
utili agli psicologi co
nere non può esistere
dre specifiche sia ne
scolto, esiste un rifer
tesa di traduzione ita
mai più di dieci anni
tuisce un punto ferm
modo dettagliato e sis
la musica, il miglior r
è svolto a Ravello nel
psicologia e motricità
Al di là di questi sp
ruolo di primo piano,
studi cognitivi, esisto
vista psicologico, ma n
ferisce anzitutto a que
dio non tanto i feno
del senso musicale. Si
ro, ma anche interpr
musica non solo orga
le strutture siano capa
Qui ci troviamo nel
ma la psicologia ha con
borate dai semiologi. I
la francese e si collo

1 Non esiste la traduzio


di cui peraltro è stata an
cente sono apparse anche
Addessi) sono comparse n
tembre 1993, pp. 42-48,
pp. 93-98.
2 Verifiche sperimentali delle regole d'ascolto proposte da Lerdahl e Jackendoff sono sta-
te effettuate da Irène Smismans-Deliège ( Les Règles préférentielles de groupement dans la percep-
tion musicale , dissertazione, Université libre de Bruxelles, 1984-85). A questo tema è stata de-
dicata un'intera sessione nel convegno dell'ESCOM che si è svolto a Liegi nel luglio 1994: A
Generative Theory of Tonal Music by Lerdahl and Jackendoff : 10 Years On, in Proceedings of the
III International Conference for Music Perception and Cognition , a cura di I. Deliège, Liège,
ESCOM, 1994. La traduzione italiana di un articolo dei due studiosi figura in Marconi e Ste-
fani (1987).

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MUSICA E PSICOLOGIA 339

psicologica della musica". Pa


fondamentale volume (1958
pre annunciata e mai realiz
di Imberty (1986, 1990), che
tivo nonostante gli oneri del
ti era stata pubblicata la t
Fraisse sul ritmo (1979).
Queste ricerche hanno cont
suti' ' musicali siano partic
(motricità, tensione musco
mostrato come la fisiologia
nanza emozionale: tutti fen
ascoltatore di musica, erano
genesi.
Le teorie semiotiche dell'omomorfismo fra strutture sonore e forme di signi-
ficazione trovano in questo modo precise conferme. Ma anche annose discussio-
ni filosofiche su particolari aspetti dell'estetica musicale risultano arricchite da-
gli esiti di queste ricerche. Essi gettano infatti nuova luce sulle teorie ť 'formali-
stiche' ' di origine hanslickiana, trasformandone radicalmente la portata: lungi
dall' aver senso per sé stesse, le strutture musicali, alla luce di queste ricerche,
sembrano avere la facoltà di rinviare a un universo di tensioni emozionali e fi-
siologiche che forse non è improprio sperare di definire oggi con strumenti co-
noscitivi più sottili e precisi che nel passato.
Ma anche nella psicologia tout court , e non solo nella sua fattispecie musica-
le, lo studioso di musica può trovare conoscenze utili e stimolanti. E ben noto il
caso di Meyer (1992), che nel suo libro più famoso cita le teorie di Mursell, An-
gier, MacCurdy e altri psicologi a sostegno delle sue ipotesi sull' attesa/esaudi-
mento (poi riformulate come implicazione/realizzazione).4 Sono stati inoltre uti-
lizzati studi di psicologia sociale per sostenere come al fondo delle scelte che di-
stinguono uno stile musicale sia sempre possibile individuare sistemi di valore
che caratterizzano l'identità di determinati gruppi di individui (Baroni 1993).
Altri tipi di studio, soprattutto legati alla psicologia delle emozioni, riguardano
l'analisi dell'esecuzione musicale. Si tratta di un campo relativamente recente,
che si è affermato da quando la tecnologia informatica ha messo a disposizione
strumenti relativamente accessibili di microanalisi del suono.5 Fra i fenomeni

3 Per un contributo fresco fresco, cfr. M. Imberty, Psychanalyse de la création musicale


ou psychanalyse de l'œuvre musicale? , relazione presentata al "III Congrès européen d'analyse
musicale", Montpellier, 16-19 febbraio 1995, in corso di stampa.
4 Una traduzione parziale di questa ulteriore versione della teoria è comparsa anche in
italiano: Meyer 1987.
5 In questo campo i ricercatori inizialmente più attivi sono stati svedesi e inglesi. A tito-
lo d'esempio si possono citare: Gabrielsson 1987 e Sundberg-Nord-Carlson 1991. All'analisi
dell'esecuzione è dedicata una ricerca svolta presso l'Università di Padova, che ha utilizzato
un programma informatico di simulazioni delle reti neurali: G. U. Battel - R. Bresin - G.
De Poli - A. Vidolin, Automatic Performance of Musical Scores by Means of Neural Networks :
Evaluation with Listening Tests , in Atti del X colloquio di informatica musicale , a cura di G.
Haus e I. Pighi, Milano, AIMI - Università degli Studi, 1993, pp. 97-101.

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sonori analizzati, un p
cologia ha offerto agli
conoscenze sul rappor
trettanto ricca docume
Scherer e Siegwart 19
In sintesi si può dun
e contribuiscano a sp
meccanismi di produz
le, a precisare quale s
temi centrali per la m
sun caso il sapere psico
re musicale. L'analisi
sociologia, la fisica del
ta di sistema di discip
e lo trasformano in s
nizio, di mediatori cu
discipline che costitui
cologia.
In termini più precisi si può sostenere che questo cuscinetto o interfaccia al-
tro non è che quella branca degli studi musicali che va comunemente sotto il
nome di musicologia sistematica: lo studio del 'sistema musica', o dell'espe-
rienza musicale in quanto tale. Territorio di confine per eccellenza, la musicolo-
gia sistematica è di fatto luogo di convergenza di una rosa di discipline assai
ampia, ciascuna delle quali diventa fertile nel momento in cui viene fatta in-
teragire con le altre discipline con le quali sta a contatto. E stato qui considerato
il punto di vista della psicologia e delle sue interazioni con il campo della musi-
cologia: ma in maniera analoga avremmo potuto prendere come punto di riferi-
mento, ad esempio, la semiotica e indicare i contributi che essa può dare allo
studio della musica. In altri termini, qui si vuol dire che la musicologia sistema-
tica non è né psicologia, né semiotica, né alcunché d'altro: è musicologia a tutti
gli effetti, ma utilizza, trasforma e media saperi provenienti da altri campi per
renderli funzionali ai propri obiettivi di ricerca.
Si diceva inizialmente che la cultura odierna ha bisogno di questi mediatori
perché non può accontentarsi di ipotesi filosofiche obsolete, per esempio positi-
vistiche. Si diceva anche che il contesto disciplinare della musicologia sistemati-
ca è in fase di maturazione, ma non ha ancora né una stabilità ben definita né
un assetto interno unanimemente riconosciuto. Ci si riferisce in questo caso al
panorama internazionale e non solo a quello italiano: gran parte della musicolo-
gia internazionale è fondamentalmente connessa con gli studi storici più che
con quelli teorici. Tuttavia da più di cent'anni esiste in Germania la tradizione
della Systematische Musikwissenschaft, e negli Stati Uniti si è affermato da

6 Dello stesso Scherer è comparso nel 1991 un articolo pionieristico su Emotion Expres-
sion in Speech and Music (in Sundberg-Nord-Carlson 1991), ai cui risultati e al cui metodo di
ricerca si sono ispirati Baroni e Finarelli 1994.

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MUSICA E PSICOLOGIA

qualche decennio il ca
è più fragile, ma da m
genza di conoscenze in
ultimi templ. Si sono t
rispettive riviste.7 Un
può trovare in questo
certo, che ne voglia o
Occorre infine accennare a un altro settore di studi che non coincide con la
musicologia né con la psicologia della musica, ma che ha a che fare molto stret-
tamente con entrambe: è il settore dell'educazione musicale; in esso gli studi
psicologici sono essenziali, particolarmente nel campo evolutivo. Anche qui al-
cuni sintomi di vivacità sono presenti, alcuni testi importanti sono stati tradot-
ti, qualche rassegna bibliografica è comparsa (cfr. Tafuri 1988 e 1991). 8 Anche
qui tuttavia manca il motore essenziale, ovverossia la presenza della disciplina
in sede universitaria. Nessuna ricerca può essere ragionevolmente condotta,
nessun sistema di conoscenze può svilupparsi, se non c'è un luogo specifico e
istituzionale di studio: una scuola ufficialmente riconosciuta con materie di stu-
dio attivate, un dottorato di ricerca, e così via. In mancanza di questi strumenti
è difficile poterne prevedere uno sviluppo sicuro e attendibile.
Mario Baroni
Bologna

Le applicazioni cliniche della musica: esperienze italiane

Le arti- terapie sono trattamenti nei quali ad un processo terapeutico,


legato ad un modello psicologico di riferimento e ad una metodologia conse-
guente ad una adeguata formazione, si coniuga un processo estetico. La mu-
sicoterapia rientra in questo capitolo; essa è caratterizzata da segni intonativi,
segni ritmici e segni timbrici, unitamente ad andamenti prosodici ed agogici e a
profili di attivazione che le sono peculiari. Le principali utilizzazioni terapeuti
che della musica risalgono all'antichità, essendo da sempre la musica considera
ta espressione diretta delle emozioni, e quindi anche un mezzo per accedervi.
Le conoscenze della psicologia dello sviluppo e delle teorie dell'apprendimento
consentono oggi approcci più motivati alla cura dell'uomo malato.

7 Si tratta della SIdAM (Società italiana di analisi musicale), con sede a Milano, e del
GATM (Gruppo analisi e teoria musicale), con sede a Bologna. Quest'ultimo è costituito da
rappresentanti di cinque società musicologiche (è un'associazione di società e non di indivi
dui). In Italia (a Trieste nel 1991) ha avuto il suo battesimo istituzionale anche l'ESCOM
(European Society for the Cognitive Sciences of Music).
8 Si possono anche citare due utili lavori di rassegna: S. Bertolino, L'esperienza sonora
in epoca pre o neonatale , e S. Lucchetti, L'esperienza musicale nel periodo prescolastico , «Qua-
derni della SIEM» (serie ricerca), II/ 1, 1992.

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342

Ecco allora che sinto


individuare ritmi ada
- integrazioni di tip
lo schema corporeo ed
- integrazioni di tip
mimando in musica la
- integrazioni di tip
lo-pausa, oscillando p
dialogo tonico.
L'impiego del timbro è utile per ottenere:
- integrazioni di tipo spaziale, per l'influsso sulla emotività ed i correlati
fono-simbolici ecoici, sinestesici e fisiognomia (per esempio le onomatopee, le
corrispondenze tra suoni e parti del corpo, la produzione vocalica ecc.);
- integrazioni di tipo temporale, per il riflesso sulla cognizione, consen-
tendo discriminazioni e riconoscimenti in successione (per esempio il tim-
bro che connota la presentazione del biberon, oppure la voce che precede l'ab-
braccio);
- integrazioni di tipo sociale (sono rese possibili dall'impiego di fiabe so-
nore, ad esempio Pierino e il lupo, nelle quali il gioco ed i riconoscimenti siano
assoggettati ad un insieme di regole riconoscibili ed accettate, come anche dal-
l'impiego di collages sonori basati sul riconoscimento ritmico).
L'intonazione consente infine di facilitare:
- integrazioni di tipo spaziale, basate sul riconoscimento corporeo ed af-
fettivo, prima ancora che percettivo e discriminativo, degli intervalli (tale rico-
noscimento è basato sulle risonanze emotive deducibili da un paziente lavoro
sulle sintonizzazioni);
- integrazioni di tipo temporale, ottenibili mediante l'esplorazione dello
spazio topologico (alto/basso, vicino/lontano) o l'assimilazione di strutture (into-
nando un nome, associando i colori, proponendo un'esplorazione della numera-
zione, ecc.);
- integrazioni sociali, favorite dall'utilizzazione del canto nel lavoro di
gruppo ed in giochi di tipo cooperativo (a tal fine si possono ad esempio utiliz-
zare le filastrocche).
Nel nostro paese la pratica musicoterapica ha conosciuto, a partire dagli an-
ni '70, un'intensa diffusione che non ha peraltro risolto la discrepanza fra l'am-
bito applicativo e la definizione di protocolli metodologici e di ricerca. Si evi-
denzia infatti una sorta di resistenza interna alla trasformazione della prassi
musicoterapica in un intervento riabilitativo codificato più che fondato sulle
aspettative magiche ed onnipotenti che caratterizzano le motivazioni degli ope-
ratori. Ove si vogliano tuttavia individuare i principali gruppi di lavoro impe-
gnati sul nostro territorio, con intenti metodologicamente corretti e tali da con-
sentire un'articolazione ed un confronto con altre discipline, li si può compen-
diare in quattro diverse aree: editoria, ricerca, associazioni, formazione.
{a) L'editoria. - In ambito editoriale la musicoterapia italiana ha attraversa-
to vicende alterne. La sezione musica della Pro Civitate Christiana di Assisi

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MUSICA E PSICOLOGIA

pubblica dagli anni '7


buti teorici ed esperi
«Quaderni del Proget
cogliendo la proposta
strale della «Rivista it
ne è stata interrotta;
crescita che solo un pe
do la necessità di uno s
biguità trattasse l'am
italiana musicoterapeut
sicoterapia e poi con l
rapia, ha avviato la p
«Quaderni» si articola
ca", avendo come fine
metodologica e la pras
bilitativo e terapeutic
tra finalità che connot
niera, ricca e differen
(b) La ricerca. - Fra i
Il Centro trentino d
sperimenta da anni m
percorsi riabilitativi
impiegato sia come str
bale, entro gruppi d'im
confronto con i codici
rio nella prassi del Cen
cipio Iso, l'oggetto in
Tali aspetti sono stati e
alle caratteristiche dell
Il Laboratorio di mu
formativo elaborato d
di Pier Luigi Postacch
Bonardi, Raglio), vòlt
rizzi la musicoterapia
e 1994). Sulla base del
di percezione transm
concepito come prassi
ce, in virtù della spec
mente il soggetto, tan
così avviati processi s
possono facilitare l'ar
tegrazione. Data la con
zare un'armonizzazione
stati d'animo e compor
emozionale ed affett

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344 MUSICA E PSICOLOGIA

teorico-metodologica che con


l' osservazione diretta e part
e relazionali che si attivano ent
Il gruppo studi di musicotera
versità di Genova. - Attivo
costituito da Giovanni Del P
L'attività di ricerca è rivolta a
in contesti individuali e di g
rienze cliniche, maturate risp
tamento ambulatoriale, è eme
di ascolto che possa essere ut
ne o meno al trattamento mu
ricerca che ne sono derivati
condotti da Jacqueline Verde
sicale ed il lavoro dedicato al
to. Dopo una prima fase di p
valutazione statistica del pot
cessità di una comparazione co
(e) Le associazioni. - Attualm
ciazioni di musicoterapia, che
vo e della formazione. Nel t
acquisire maggiore credibilit
confronti delle associazioni
scorso anno la CONFIAM (C
coterapia). Scopo primario d
luigi Di Franco, medico psich
terapia di Napoli, è l'elabora
mento della disciplina e della
(d) La formazione. - Il nostr
approfondito percorso form
definizione di uno specifico op
rivolto ad operatori già in pos
no approfondire la loro form
to. In tale prospettiva ciascu
zione in musicoterapia secon
operativo (educativo, assiste
corsi di formazione esistent
formative, differenziate per
Il corso quadriennale di M
dalla Pro Civitate Christiana e
coterapia attuata in Italia. Il c
riche e pratiche, per l'uso di s
zione e terapia, e sviluppare
suono e la musica. Ogni anno
norma la seconda quindicina

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MUSICA E PSICOLOGIA

nualità, più 150 ore d


a numero chiuso.
Il corso triennale di
ANFFAS, Rivarolo Ca
tori dell'area riabilita
sonoro-musicale. Il pe
metodologici basilari p
sicoterapia). I diversi
in tre specifiche aree:
annualmente in dodic
residenziale nel mese
la domenica, nei mesi
sta una prova valutat
una tesi di studio. L'i
corsisti.
La
scuola del Centro
parare operatori in mu
tate e nella prospetti
vari ambiti di interven
mativo si rivolge ad in
tori sanitari e di com
di sensibilità sonoro-m
della comunicazione n
sta alla fine di un cors
zione che consta di un
presso una struttura
no un anno. Il corso t
500 ore.

Pier Luigi Postacchini


Assisi

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348 MUSICA E PSICOLOGIA

G. B. Vicario, Analisi sperimenta


«Rivista di psicologia», LIV, 19
G. B. Vicario, Some Observation
tion and Representation in Perc
D. W. Winnicott, Gioco e realtà

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