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LEZIONE 1 - 09.03.2020
1. PRESENTAZIONE, IL CAMPO DI LAVORO, LA FILIERA PRODUTTIVA
Meglio usare la terminologia popular music. termine che più si è diffuso nello studio accademico di
queste musiche. Il termine 'musiche popolari contemporanee' è un termine ministeriale usato dalle
università italiane e sta ad indicare una categoria residuale di musiche non assimilabili né alla categoria
di musiche a tradizione orale (etnomusicologia) né alle tradizioni della musica d'arte.
Si tratta di musiche legate alla nascita e alla diffusione dei media di massa, registrazione sonora,
comunicazione, ambito specifico degli studi delle cultural studies. Musiche sviluppatesi soprattutto nel
corso degli ultimi 40 anni: nel 1981 si teneva ad Amsterdam la prima conferenza internazionale
dell'International Association for the Studies of Popular Music. C'erano stati degli interessi precedenti di
accademici riguardo la musica dei Beatles (ecc...) ma erano interessi episodici. Il campo di studi inizia a
strutturarsi e si profilano figure di studiosi che danno vita ad approcci strutturati pur nel rispetto delle
reciproche specificità. Distinzione fra 3 tipi di approcci:
1) legato ai linguaggi musicale e alla musica in sé
2) strutture sociali e culturali
3) indagine informata con approccio etnografico
Studio critico non vuol dire critica musicale e giudizio sulla musica, ma modo di relazionarsi coi
fenomeni musicali che sia scevro da qualsiasi preconcetto perché occuparsi di fenomeni riguardanti la
nostra quotidianità richiede un passo indietro, farsi domande sul nostro stesso approccio critico e
analizzarlo con quanta più obiettività possibile.
L'attualità: musiche attuali= musiche degli ultimi 10/20 anni, esempi con collocazione cronologia
ristretta agli ultimi 20 (dal 2000 ad oggi).
→ il taglio del corso è teorico e sistematico (non storico). Espone quelli che sono stati i tentativi di
approcciare la popular music dal pdv analitico.
→ prerequisiti: conoscenza delle linee principali degli stili della popular music anglo-americana e
italiana.
L'intreccio tra la tecnologia, la possibilità della riproduzione in serie e l'industrializzazione delle musiche
sono componenti indispensabili per la comprensione di questo campo di studi.
Canzone come forma comunicativa complessa: è la relazione fra la musica, la società e i media che
rende la popular music un campo di indagine così vasto ed eterogeneo.
Problema di dover avere una terminologia comune e serie di strumenti con i quali saper descrivere
queste musiche, mettere in comunicazione le forme scelte con i contenuti delle canzoni. Condividere ed
esprimerli in un'esposizione scritta/orale/grafica con terminologia adeguata ed aggiornata.
La ricerca del prof. Bratus si concentra sul passaggio tra performance e realizzazione di un oggetto
sonoro (il disco), interesse sul come i dischi sono fatti, sulle modalità con le quali decidono di
presentarsi all'ascoltatore. Le canzoni raccontano storie o evocano situazioni sotto un punto di vista
specifico (soggettivo), con un'azione registica che è finalizzata alla comunicazione di un determinato
messaggio ma anche di una certa prospettiva su quel messaggio. Capire la prospettiva e capire come
essa venga messa in campo (= fine dell'analisi della canzone registrata/artefatti sonori).
Il progetto del professore è quello di dare uno stato dell'arte e rendere una pluralità di prospettive,
nonché scrivere il manuale del corso (con focus limitato al repertorio italiano contemporaneo).
La canzone possiede come il bonsai una struttura sbilanciata. Nell'arte della composizione del bonsai ci
sono tre concetti estetici e strutturali:
– yugen – mistero che si cela dietro le apparenze
– sabi – fascino del mutamento e dell'imperfezione
– wabi – solitudine, austerità, unità dell'essere
Come la canzone il bonsai è un oggetto culturale, e come il bonsai la canzone è un oggetto
apparentemente semplice e quotidiano ma che nasconde una sua natura artefatta di ordine estetico
(che deve esprimere una certa idea di bellezza e comunicare un certo messaggio). La canzone come il
bonsai non è perfettamente bilanciata: esistono nella canzone componenti più rilevanti di altre e che
funzionano come punti di riferimento per l'attenzione dello spettatore/uditore e ne dirigono
l'attenzione durante l'ascolto (strategie dell'attenzione). Capire su quali particolari si appuntano queste
strategie dell'attenzione e come possiamo vincolarle in quel piccolo artefatto temporale e musicale che
è la canzone. La canzone è un'operazione registica che è finalizzata alla comunicazione di un messaggio
e di una certa prospettiva su quel messaggio. Il fine dell'analisi degli artefatti sonori è capire qual è
questa prospettiva e come viene messa in campo.
L'unità: ogni canzone è un universo in sé con-chiuso e che funziona secondo logiche unitarie. Uno degli
aspetti che … capire qual è il senso di tale unità.
LEZIONE 2 - 12.03.2020
LE RAGIONI DELLA RICERCA
- interesse per lo scenario attuale (musiche popolari italiane contemporanee, ovvero dal 2000 in poi)
- ricognizione sulle metodologie analitiche sviluppate dai popolar music studies, per testarne l'efficacia
sui repertori attuali. Questi studi si sono concentrati su repertori che non sono quelli italiani, repertori
che spesso appartengono al particolare macro-genere definito rock. Per molto tempo gli stili al di fuori
di questa matrice stilistica sono stati ignorati. Altro macro-genere è il pop. Si tratta di tutti gli stili non
allineati e considerati meno interessanti dal punto di vista musicale e musicologico, ma che adesso
stanno entrando nell'interesse e nell'attenzione degli studi.
- mappatura il cambiamento socio-tecnologico in atto (nella forma della canzone registrata,
discografia). Questo cambiamento tecnologico coincide probabilmente con la diffusione degli strumenti
digitali di registrazione e di editing; per questo il campo è stato ristretto a quegli autori la cui attività
professionale è iniziata e si è formata in questo contesto (anni '80 → nascita e diffusione di varie
tecnologie quali il protocollo midi, la registrazione digitali su nastro magnetico, ecc...). Innovazioni
importanti perché cambiano il modo stesso di concepire la registrazione e la possibilità, infinita e non
più legata alle qualità e alle imperfezioni del nastro magnetico, di cominciare a pensare all'atto della
composizione fonografica in maniera diversa: possibilità di intervento a posteriori (post-produzione),
aggiunta del minor livello di rumore e di imperfezione e giungendo a generalizzare l'uso del materiale
registrato proprio in quanto materiale sonoro che è poi disponibile ad una serie infinita di
manipolazioni successive. Si ridefinisce dunque il ruolo dell'analisi musica e dell'analista → questo
maggior e investimento sui dettagli della comunicazione mediatica diventa parte de terreno di
comunicazione ed è ancora più disponibile.
Il campo di ricerca (...)
Il ruolo dell'analisi (…)
L'EFFETTO NOSTALGIA (retromania)
Alcuni musicologi quando si dedicano alle popular music cercano di dare dei giudizi (e di sostituirsi ai
critici musicali) e fare un discorso su questi ambiti che privilegia una dimensione nostalgica e una
vulgata dello stato attuale di queste musiche che dice che non c'è nulla di nuovo, tutto è già stato
inventato e non c'è la possibilità di avanzare oltre al punto in cui siamo arrivati.
Problema del concept album (…) Franco Piperno, Musiche d'oggi: percorsi e contaminazioni. Appunti
per un bilancio provvisorio, “Rivista di estetica”, 61 2016, pp. 138-151.
C'è una sottovalutazione o una categoria estetica che dice che più lungo e più complesso corrisponde a
più interessante, mentre più innovativo corrisponde alle forme brevi. Questo falsifica il concetto di
novità costantemente enfatizzata dalla pubblicità (uso dell'immagine per il suono come mezzo
promozionale e non come mezzo complementare di espressione del suono, come operazione
comunicativa complessa fatta di due componenti).
Questa nostalgia è una posizione che rinuncia alla comprensione del presente e in cui anzi la
comprensione del presente è offuscata dall'applicazione di categorie estetiche che non appartengono al
presente, ma a una generazione precedente.
Il concept album è uno dei punti di maggior sviluppo a livello estetico, per cui la dimensione del singolo
è una dimensione indesiderabile in quanto opposta a quella dell'album (l'album è storicamente il luogo
della musica seria e il singolo di quella non seria, da ballo). Il video clip causa una degenerazione della
musica in quanto applicazione dell'immagine alla musica. Si viene dunque a stigmatizzare la formazione
di un canone realizzato da quei musicisti “ultra settantenni”e sul loro successo pluri-generazionale.
Invece c'è una dimensione innovativa in tutte le pratiche musicali che va indagata sul presente, e ci
sono storici e teorici che stanno lavorando per elaborare concetti e strumenti con i quali meglio
approcciarsi ai fenomeni dell'attualità. Piperno propone dunque una contrapposizione tra passato e
presente.
“Scooteroni” nella versione originale di Marracash e nella cover fatta da The André.
In questa rilettura di un pezzo trap viene ripreso, in primo luogo, il testo verbale rigiocato in un contesto
musicale poetico-verbale del tutto diverso rispetto all'originale. Questa è un'operazione ambigua: non
si capisce se vuole omaggiare la trap o omaggiare/celebrare De André (oppure parodiare uno dei due).
Nel peso relativo tra le due componenti sceglie una parte precisa → il confronto tra la vacuità dei testi
di questo genere recente (la trap) e un uso del testo verbale che è tipico di De André e che è veicolo di
trasmissione di messaggi importanti (dal pdv sociale e politico). Azione però che presagisce una
rilettura del presente ancora con occhi del passato. Se si vuole leggere con occhio esclusivamente del
presente questa operazione allora celebra il glorioso fallimento della stagione dei cantautori e sancisce
lo stato di cose presente in cui questi altri generi musicali rappresentano la contemporaneità che,
messa in musica con strumenti linguistici e stilistici di De André, perde il suo senso (a dimostrazione che
gli stili sono frutto del proprio tempo).
Compito: “+Peste” di Vinicio Capossela e Young Signorino; proporre una descrizione formale del brano,
individuare gli elementi stilistici che riconducono alla canzone d'autore (e allo stile specifico di
Capossela) e quelli che si rifanno al genere della trap (e allo stile di Young Signorino); come vengono
combinati questi stili e perché, con quale scopo specifico a livello comunicativo. In quale modo, questo
brano, definisce le categorie della canzone d'autore e della trap; in che rapporto sono i due stili/generi
e come possono interagire fra loro. Ipotesi da formulare su questo brano ma da poter essere testata su
altri esempi.
Discussione sui dati dei riconoscimenti delle targhe Tenco e sul programma della rassegna (che prevede
anche artisti non premiati) 2000/2005/2012/2019: vedi slide*
LEZIONE 3 - 17.03.2020
LA FILIERA PRODUTTIVA
Sguardo alla filiera produttiva della popular music partendo da un esempio italiano attuale.
Quello scorso è stato un approccio quantitativo. Dobbiamo provare ad attribuire alle singole persone un
ruolo specifico e ruolo autoriale nella realizzazione di un artefatto fonografico.
Disco MAGMAMEMORIA di Levante, con tutte le informazioni a riguardo. Le fonti:
– discogs.com → sito per la compravendita, importante perché contiene dati affidabili e precisi,
meccanismo di continua revisione delle schede;
– genius.com → sito di commento e scambio di informazioni si testi dell'hip hop americano,
funziona con la stessa logica di correzione tra gli utenti
– wikipedia
– database della SIAE (siae.it) → verifiche ulteriori sulla tutela legale, ricostruire quali interessi
legali/economici/di proprietà intellettuale andassero a subentrare in questo disco
Lista dei musicisti e dei loro ruoli (note di copertina): gruppo molto ristretto di musicisti che hanno
lavorato, probabilmente, al nucleo fondamentale di queste tracce. Esempio: Filippelli è arrangiatore e
programmatore, ovvero è colui che è responsabile anche di tutte le parti non suonate, colui che ha
organizzato la sostanza sonora/l'arrangiamento della canzona in quanto distribuzione spaziale dei vari
strumenti e distribuzione temporale degli strumenti all'interno del disco.
Stratificazione della produzione sonora (più figure che lavorano al suono) → è un fattore che dipende
soprattutto dal budget che si ha per la realizzazione del disco, ma solitamente per i progetti più
importanti/grandi con un budget più alto si va a rinunciare di simulare strumenti con il synth per
inserire nella collaborazione strumenti veri, come un'orchestra e un fonico specifico per il suono di essa
(vedi il ricorso ad orchestre dell'est Europa, quali orchestre a budget più basso rispetto a quelle italiane
e comunque con una qualità discreta). Logica industriale di produzione dell'artefatto discografico.
Questo disco di Levante rappresenta il passaggio da una produzione di tipo indipendente a una che ha
più a che fare con il mainstream e con i mezzi e le modalità di produzione di una casa discografica
importante (Warner Music Italy). La Parlophone come co-proprietaria dei diritti di copyright fonografici:
essa è una casa discografica inglese, parte del gruppo internazionale di cui anche la WMI fa parte, e che
si occupa della distribuzione internazionale di questo disco. Da qui si deduce che questo disco nasce
anche in vista di una produzione che vuole porsi al livello internazionale (tipo di filiera produttiva).
Ulteriore livello che ha a che fare con la sostanza sonora e con il suo risultato finale: il mixing/missaggio
e la mastering/masterizzazione di una terza figura (Andrea Suriani) responsabile di queste due fasi della
post produzione.
Missaggio = bilanciamento dei volumi e della distribuzione stereofonica delle tracce precedentemente
registrate.
Masterizzazione = preparazione delle tracce complete incise poi sul protofisico e sul disco, oppure in
formato da distribuire online su varie piattaforme.
Nella realizzazione dell'artefatto fonografico/discografico abbiamo una responsabilità molto
distribuita/collettiva; processo di produzione industriale in cui il controllo da parte di una sola figura è
difficile se non impossibile → perciò l'identificazione della responsabilità di coordinamento e autoriale
di Levante nella realizzazione del disco è soltanto un nome di riferimento centrale. Dicendo questo non
si vuole depotenziare il ruolo autoriale della cantante ma è evidente che il risultato di questa catena
produttiva sia quello di realizzare degli oggetti culturali che sono disponibili per delle letture a più
ampio raggio e che permettano a un più ampio numero di persone di ritrovare alcuni segni del proprio
gesto e della propria identità. Filiera produttiva in cui entra una molteplicità di individualità. La
ricostruzione della filiera produttiva ci permette di andare a ricostruire come le canzoni nella loro forma
registrata sono degli oggetti che già nascono da una collaborazione e che per questa loro natura poi
riescono a convocare l'esperienza dell'ascoltatore → la produzione discografica è un mediatore
culturale tra l'autore e il pubblico che andrà a fruire della sua idea originaria in una forma che non è
quasi mai quella dall'autore inizialmente concepita.
Le conseguenze della produzione sullo stile:
– differenze tra due brani di Levante, l'uno tratto dall'album Manuale Distruzione, l'altra
dall'album Magmamemoria
– l'uso del clap (battito di mani) nei due brani
– confrontare gli stili comunicativi diversi che sono contenuti in due artefatti sonori diversi, fatti
per due pubblici diversi e secondo due filiere produttive differenti
2) Magmamemoria (2020)
Il brano Bravi tutti voi comincia anch'esso dalla qualità sonora del battito di mani. Battito non più
individuale ma collettivo. La qualità sonora è più scura, meno brillante e viene generato in uno spazio
sonoro del tutto diverso:
– il battito non è più inserito in un ambiente, ha un riverbero del tutto diverso;
– la voce è inserita in uno spazio riverberante
– spazio molto più densamente popolato in tutta la sua estensione, con una grossa
differenziazione tra il canale destro e quello sinistro (tipo di spazio sonoro avvolgente, dato
anche dal timbro realizzato con i synth) che situa tutta la comunicazione di questo pezzo in un
altro luogo e ad un altro livello
– messaggio e contenuto specifico: il battito di mani parte inscindibile di un'illustrazione del titolo
“Bravi tutti voi”; il battito va a stigmatizzare questa continua ricerca dell'approvazione rispetto al
quale la canzone si pone in maniera piuttosto critica.
– Il battito di mani non perde la sua funzione musicale percussiva, anzi viene raddoppiato dagli
strumenti → valenza e stile comunicativo completamente diverso.
→ notare come un dettaglio musicale ci porta a fare delle riflessioni sul cambiamento stilistico, anche
nell'ambito del cambiamento della filiera produttiva.
LE FIGURE AUTORIALI
Warner Music Italy e Parlophone sono la casa discografica e la compagnia di distribuzione che si
rendono responsabili di questo prodotto. […]
Lato dell'editoria musicale: la Metatrone è l'editore musicale, ovvero quello che detiene i diritti sulle
canzoni così come sono scritte (testo e melodia) a livello legale di quello che scrive Claudia Lagona, in
arte Levante. Metatrone è un'associata di Inri (la casa discografica di Torino da cui esce il primo disco di
Levante e da cui inizia la sua carriera e fortuna a livello discografico). Poi Carosello Record e poi
l'approdo alla Major con WMI e Parlophone. Questo dato dell'editore musicale si può ricavare dal
database della SIAE. La scheda della Siae riferisce tutti gli autori che hanno collaborato alla scrittura di
testo e musica di ogni brano e un fascio di almeno 4 società che detengono i diritti editoriali del brano
(→ il numero a livello di entità di società e di persone è ancora più ampio).
Lo scopo del rintracciamento della filiera produttiva è quello di porre le basi per un discorso analitico,
poiché conoscere a fondo questo tipo di rete che sta dietro ai prodotti fonografici significa rendersi
conto della loro destinazione e del loro pubblico di riferimento. Approcciarsi in una maniera più
consapevole agli oggetti che poi analizzeremo.
Il campo della discografia vede la collaborazione di tante figura diverse ed è complesso proprio perché
la produzione dell'artefatto fonografico è l'operazione complessivamente più articolata di questo
campo economico.
• scrittura
• pubblicazione con gli editori musicali
• produzione (registrazione, missaggio, masterizzazione e realizzazione materiale, anche prodotti
audiovisivi che accompagnano la commercializzazione del disco)
• distribuzione (fisica e digitale)
• promozione (stampa, radio, televisione, ovvero media di massa, e altri intermediari utili a far
circolare il disco e a promuoverne l'acquisto) → lo spettacolo dal vivo accompagna la
promozione del disco!
Nello spettacolo dal vivo (i tour) vengono presentati, non solo il nuovo album, ma anche tutta la
produzione dell'artista. Partecipazione ai festival (come contenitori) che è sempre più rilevante perché
è un altro mezzo promozionale per posizionare un determinato autore/performer all'interno del suo
contesto (= acquisire credibilità = acquisire potere contrattuale).
Disintermediazione: quell'idea, che si diffonde con l'emergere della produzione e distribuzione digitale
della musica, che la tecnologia sia un pericolo per il sistema di mediazione della popular music.
Vedi l'esempio dell'album OK Computer dei Radiohead e dell'intervista a D. Bryne e T. York.
Quello che stiamo vivendo è forse solo una riorganizzazione di tutto il settore produttivo.
Citazione di S. Collins e S. Young da The Future of Music = una negoziazione in corso tra l'industria
musicale e i musicisti che stanno transitando da un modello di buisness basato sul vendere degli
artefatti fisici a un sistema in cui si deve adattarsi a una pluralità di modelli che coabitano, un sistema
reticolare. Questo sistema fa in modo che la produzione di ogni artefatto discografico e progetto
musicale abbia delle caratteristiche e specificità diversi da tutti gli altri. Tutto ciò ci permette di avere un
campo di studi più vario e articolato, confrontarsi con il prodotto studiando caso per caso la filiera
produttiva che gli è propria.
A cosa serve lo studio musicologico quando ci confrontiamo con i prodotti dell'industria musicale?
1) Avere consapevolezza dell'ambito di produzione e del funzionamento della musica come parte dell'
industria culturale.
• Popular music e ruoli autoriali
• ricostruzione dei processi creativi e degli interessi economici
• collegamento tra oggetti culturali diversi su base stilistica
• ricerca dei significati di ordine sociale o simbolico, dal pdv della produzione e/o della ricezione
• formalizzazione di un'agenda educativa da parte di soggetti indipendenti dall'industria
2) Acquisire, attraverso la consapevolezza, la terminologia e gli strumenti di base con i quali possiamo
parlare in maniera competente dei nostri oggetti di studio.
• categorie interpretative per andare alla ricerca di tendenze generali e connessioni ad ampio
raggio
• attenzione dei “prodotti” in quanto prodotti industriali, ma non per questo perdere di vista i
loro contenuti e i loro caratteri estetici. Analizzare la singola canzone come prodotto che
appartiene al suo contesto.
LEZIONE 4 - 19.03.2020
2. DIMENSIONI TEMPORALI: RITMO, FORMA, RUOLO DEGLI STRUMENTI
LA DIMENSIONE TEMPORALE
Un buon punto di partenza per approcciare queste musiche da uno degli aspetti che più le sono
caratteristici: l'organizzazione temporale. Questa caratteristica nella popular music è legata alla
presenza esplicita di un beat, una scansione del tempo manifesta, che va ad indicare l'unità minima
rispetto alla quale tutte le altre componenti musicali si vanno a sincronizzare.
La ripetizione è un'altra caratteristica strutturale rilevante nella popular music, un punto di riferimento.
Il tema della ripetizione è stato al centro della discussione di studiosi che hanno individuato in due
tipologie le diverse strategie di ripetizione:
• discorsiva, quando la canzone presenta ripetizioni di ordine temporale estese (sezioni formali)
• musematica, quella ripetizione che si appunta su segmenti brevi delle sezioni e che
rappresentano i moduli costruttivi fondamentali della canzone (nel presente esteso)
Queste ripetizioni si trovano, nella popular music, assommate in maniera caratteristica. La canzone,
nella temporalità, è anche testualizzata, cioè è parte di una traccia sonora in cui la dimensione
temporale è legata al suo supporto di fruizione (formato normativo legato ai minuti di capacità del
disco).
CONCETTI FONDAMENTALI
Metro: gruppi temporali di unità ripetute (battute) portatrici di un'organizzazione accentuativa; l'unità
di riferimento è il beat e può essere suddiviso in 2 o 3 unità (suddivisione binaria / ternaria).
Ipermetro: è l'unità più ampia formata dal metro, raggruppamenti temporali periodici che
comprendono un numero più ampio di battute, si organizzano in gruppi di 4, possono subire
allungamenti, elisioni, troncamenti dettati dalle ragioni di ogni singola canzone. L'organizzazione in
gruppi ipermetrici è una delle matrici fondamentali della canzone.
Da Alan Moore: The Tymes, You little trust maker (1974), tre ripetizioni di un modulo base (pattern
fondamentale del groove): cassa in ottavi sul 1° e sul 3° tempo di battuta, accompagnamento a ottavi su
charleston chiuso con un intervento sull'ultimo levare a marcare la fine della battuta, il back-beat
attuato dal rullante (il suono più rilevato) sul 2° e 4° tempo; nella quarta battuta del ciclo c'è una
sincopazione della cassa (si pone in levare) e del charleston, a segnare la fine del ciclo ipermetrico di
quattro battute.
L'organizzazione metrica ed ipermetrica ricorre negli strumenti che vanno a comporre lo 'sfondo',
ovvero l'accompagnamento della figura (la/e parte/i melodica/he della canzone). Non è limitato solo
alla batteria, ma è l'elemento più chiaro su cui esemplificare questo comportamento. Questo tipo di
ripetizione riguarda più in generale tutti gli strumenti che hanno un ruolo di scansione ritmica e che
hanno un comportamento determinato da pattern di durata breve (figurazioni ripetute del basso).
Anche la parte melodica ha una sua scansione temporale che viene determinata da altri tipi di
strutture, non così ripetitive e che non hanno al centro delle loro caratteristiche una scansione regolare
del tempo così manifesto, ma la melodia si organizza attraverso le frasi
Frase: unità melodica a senso compiuto che può dare luogo a varie tipologie di organizzazione interne
pertinenti alle singole sezioni (AABA, AABC, AAB la bar form, AAA, AA'A'').
Microritmo: la presenza di variazioni del tempo di una performance musicale che non mettono in
discussione la riconoscibilità dei pattern e della suddivisione di base, ma che introducono alcuni minimi
scartamenti tra la pulsazione isocrona e la manifestazione di un colpo su una delle percussioni.
Per quanto un batterista possa essere preciso inserirà sempre degli scartamenti nella scansione
isocrona dei bpm. Questo non significa che non vi sia una tolleranza nel nostro ascolto che li riconduca
a una scansione regolare; ma la nostra risposta corporea seguirà tali micro-variazioni che, giocando con
le aspettative dell'ascoltatore, causeranno un forte coinvolgimento. La registrazione testimonia in
questo modo una connessione con la dimensione performativa della traccia, una delle modalità con la
quale la registrazione si autentica, dimostrando la propria imperfezione dimostra la sua connessione
con un'azione umana originaria e originante.
Paul Sanden (libro dedicato alla dimensione live e quella della registrazione) prende in analisi l'opera di
una band legata alla dimensione di autenticità e di autenticazione dal punto di vista performativo.
Quetso senso di autenticità viene reso anche dal particolare modo di portare il tempo della batterista
(Meg White) che ha un tipo di scansione non isocrona e proprio per quetso manifesta un richiamo con i
generi a minor tasso tecnologico in un'era di correzione e perfezione digitale che è quella che stiamo
vivendo. White Stripes, There's No Home for You Here (2003)
Due pattern di batteria. Come viene costruita la performance dal pdv del micro-tempo e del
microritmo. Sull'asse y i valori di bpm (di cui abbiamo uno scarto di 10), sull'asse x i valori dei beat.
Modalità di portare il tempo con diversi motivi di irregolarità: lo scarto tra il più lento e il più veloce tra i
beat di questa mappatura si situa in un range di circa 10 bmp al minuto (uno scarto notevole). Vengono
rilevati anche i motivi di congruenza di questi pattern: la progressione di queste linee è del tutto
congruente verso il 4° beat, un rallentamento sull'8° e poi dei picchi di velocità in corrispondenza
dell'inizio del 9° e del 13° beat.
Un aspetto dell'organizzazione di dettaglio (non complessiva) che insiste sullo stesso parametro: la
gestione del tempo, musica in quanto suono organizzato nel tempo.
LEZIONE 5 - 23.03.2020
LA FORMA
APPROCCIO PRAGMATICO-FUNZIONALE
Definiamo le sezioni di una canzone con alcuni termini perché hanno una certa funzione all'interno
della struttura della canzone. Terminologia:
• tre principali tipi di sezione formale - strofa / ritornello / bridge (special) - che rappresentano il
nucleo principale della forma → sezioni di carattere tematico.
• sezioni secondarie (funzione accessoria e che trovano loro collocazione e ragion d'essere in
confronto a quelle principali) - introduzione / finale o coda / pre-ritornello - post-ritornello /
transizioni - sezioni che hanno funzione di introduzione - transizione - conclusione → sezioni di
carattere transitivo (ponte tra i nuclei principali).
Strofa / ritornello / bridge sono definizioni comode ma che non esauriscono l'intero delle tipologie
formali che possiamo trovare nella popular music (vedi la musica da ballo che non ha il testo e si
costruisce su una logica della stratificazione; in tal caso si ricorre a delle lettere che identificano le
sezioni e le sottosezioni formali e poi descriverne la funzione facendo, se necessario, paragoni con il
paradigma strofa/ritornello/bridge).
Tre funzioni strutturali principali (…) a cui se ne aggiungono delle altre che vanno a definire delle sezioni
di contorno, che non hanno un'importanza relativa minore, ma che possono essere definite in relazione
alle tre funzioni formali principali di:
• introduzione/finale → sezione strumentale, collegata o meno a livello tematico a una delle
sezioni seguenti/precedenti, può avere degli elementi che attirano l'attenzione dell'ascoltatore
(hook, motto, tattoo), modalità di contatto dell'ascoltatore con la canzone attraverso
meccanismi di assolvenza/dissolvenza
• pre-/post-ritornello → sezione collegate a quelle del ritornello e incorniciano la sezione più
importante a livello di strategia dell'attenzione
• transizione → diverse tipologie: strumentale, ispessimento o rarefazione della texture (build up
o il drop, il break), sezioni di carattere ripetitivo e improvvisativo (vamp, sezioni che vengono
usate come loop/cicli ripetuti usati per lasciare gradi di tensione protratti a lungo in un gioco
con il pubblico, accumulazione di tensione soprattutto nella performance dal vivo o nella sua
imitazione fatta dalla canzone registrata), il solo (sezione strumentale in cui la parte della
melodia viene presa da uno strumento, sostituendosi alla voce).
APPROCCIO STORICO-MODELLIZZANTE
Ci sono delle forme più ricorrenti all'interno delle forme della canzone che vanno a rilevare le continuità
storiche di lungo periodo tra la canzone contemporanea e i suoi precedenti storici (fino ai trovatori).
Esistono una serie di principi formali che si possono intendere come matrici flessibili e combinabili tra
di loro. Per la canzone ci può essere un'attenzione sul dato analitico-formale e la forma stessa e la sua
complessità sono il segno di una precisa posizione estetica (evocazione di un principio strutturante-
organizzativo del discorso musicale che riconduce la posizione autoriale a una continuità storica di
lungo periodo). Per La Via la canzone in sé ha una forma ed è determinata dai suoi contenuti; questi
contenuti sono determinati anche dal suo radicamento storico e stilistico; la canzone in sé è un genere
compositivo espressivo di tipo poetico-musicale, con orizzonti formali ben precisi e con continuità
storiche. I due approcci non sono in contrasto perché parlano di due cose diverse:
• quello pragmatico-funzionale dice come chiamare le singole sezioni e come queste vengono
designate dagli autori e dagli studiosi
• quello storico-modellizzante va a ricercare, sotto la rubrica della stroficità (ripetizione) una serie
di radici e di continuità nelle pratiche musicali (utile per comparazioni tra la produzione
contemporanea e quella dei secoli precedenti, dove quello che interessa è la presenza di
continuità/ripetizioni delle unità) → così le canzoni contemporanee diventano comparabili non
solo attraverso epoche diverse ma anche attraverso culture diverse.
Il secondo è ampio e lavora ad ampio raggio, mentre il primo si concentra sui dettagli che fanno
funzionare nello specifico a singola canzone in isolamento rispetto al resto del suo contesto. Approcci
diversi ma che possono essere complementari in quanto rispondono a domande di ricerca diverse.
La necessità di usare tale approccio deriva dall'osservare nella canzone attuale alcuni fenomeni in cui è
proprio la forma si rifà a dei modelli che è difficile ricondurre solamente a un principio di stroficità e che
sfuggono anche alle definizioni classiche di strofa, ritornello e bridge.
LEZIONE 6 - 27.03.2020
GLI STRUMENTI MUSICALI
Gli strumenti musicali nella popular music non in quanto parte di un arrangiamento strumentale, ma il
loro ruolo nell'organizzazione della canzone: in quanto parte degli attributi strutturali e formali della
canzone e in quanto segni timbrici che portano con sé delle specifiche connotazioni anche a livello di
significati. Un doppio binario: da una parte un'attenzione al singolo strumento, alla sua organizzazione
interna in relazione alla forma e al risultato complessivo, mentre dall'altra il significato portato dalle
particolarità timbriche di tale strumento. Particolari strumenti portano con sé determinati significati
perché sono legati a certi generi; perché l'uso che ne hanno fatto alcuni performer/autori nella storia
della popular music è diventato talmente idiomatico da saldarsi a connotazioni precise e perché
l'espressione musicale, anche attraverso l'uso di determinati timbri, va a confermare il proprio carattere
di espressione convenzionale determinato anche dalle convenzioni comunicative vigenti in una
particolare cultura.
Funzioni strutturali
I singoli strumenti e le loro combinazioni (ad esempio nella sezione ritmica) esprimono innanzitutto una
funzione strutturale (oltre ad una funzione metrica/ipermetrica).
• gli strumenti articolano in maniera differente lo scorrere del tempo (diversi livelli di
temporalità), organizzandosi in pattern ripetuti con variazioni (riff, giri armonici, fill,...)
• strumenti che non hanno una funzione così strutturante periodica ma che hanno un ruolo di
tipo figurale → strumenti che portano le linee melodiche principali attraverso cui la canzone si
garantisce la propria identità e riconoscibilità
• dal punto di vista analitico Alan Moore concepisce gli strumenti come portatori di ruoli distinti
nel discorso musicale:
- scansione della pulsazione
- esposizione della linea delle fondamentali armoniche
- linea melodica
- ripieno armonico (tutto ciò che sta tra la linea del basso e la melodia), un livello eterogeneo
che serve per qualificare la canzone ed è determinante per ricondurre quella specifica traccia a
una serie di connotazioni stilistiche ben precise;
Segni timbrici
• Gli strumenti sono dei referenti importanti per una serie di connotazioni culturali che ne hanno
determinato l'uso a livello storico; a livello convenzionale l'uso di certi strumenti è
determinante per capire a quale pubblico si sta rivolgendo con quel tipo di sonorità e quindi
quali le strategie comunicative che sono parte della canzone e della sua natura di supporto
registrato destinato commercialmente a un determinato tipo di pubblico.
• Il linguaggio delle canzoni è legato a dinamiche intertestuali e interne ai linguaggi e agli stili
della popular music (o della musica/comunicazione musicale tout court): spesso si possono
ricondurre scelte timbriche strumentali in riferimento a immagini diffuse a livello
visivo/audiovisivo oppure a una cultura che si nutre anche di cinema/televisione/videogiochi.
• Se la canzone è inserita in queste dinamiche intertestuali, pur dando origine a un oggetto
comunicativo in sé coerente, la canzone comunica e si inserisce in un contesto. Considerare gli
strumenti anche sulla base della loro segnalazione di un'appartenenza e un desiderio di parlare
a un determinato pubblico è anche un modo per tenere insieme la doppia funzione strutturale
e semantica degli strumenti.
• Ogni strumento in sé è una voce (strumento con ruolo figurale) e può acquisire un ruolo
dialogante rispetto alla voce umana.
Occuparsi degli strumenti della canzone in maniera precisa significa dare attenzione a una serie di
dettagli che sono più che rilevanti nelle strategie della canzone e che ci aiutano a descriverne meglio la
forma e le strategie comunicative nel suo complesso.
È necessario decostruire ogni singolo livello per analizzarlo in quelle che sono le sue singole
connotazioni: ogni livello può avere un ruolo strutturale ma può anche essere considerato sotto il
profilo del suo essere punto d'origine per dei processi di significazione, quelli che si riferiscono al
pubblico. Capire come una canzone può parlare ad un pubblico e quali sono le strategie che essa mette
in campo per definire il pubblico a cui si vuole rivolgere. Come una canzone organizza i suoi suoni e
come intende il proprio pubblico → non è sempre un atto intenzionale, ma quello che ascoltiamo può
essere letto in un determinato modo → mettere insieme elementi che sostengono un certo tipo di
lettura dell'oggetto musicale. L'analisi di una canzone non è la sua descrizione, ma una descrizione che
è finalizzata a far passare una lettura/interpretazione della canzone basata su precisi elementi
individuati nelle modalità comunicative del linguaggio in esame.
LA CANZONE AUTORIFLESSIVA
Uno dei livelli per cui è necessario concentrarsi sull'uso degli strumenti nella canzone è quello di
considerare la canzone in quanto oggetto autoriflessivo, soprattutto quando c'è un riferimento al
suono degli strumenti e all'atto di suonarli nella canzone.
• gioco su connotazioni legate al timbro e su generi musicali legati a una certa sonorità;
• il comportamento degli strumenti manipola la nostra esperienza della canzone, perché
attraverso le loro relazioni danno modo di comprendere l'urgenza e l'enfasi di ogni sezione,
perché focalizzano la nostra attenzione su alcuni dettagli e sulla ricerca di un risultato
comunicativo che mette l'ascoltatore in una certa disposizione nei confronti di ciò che sta
sentendo;
• alludono alla canzone in quanto performance simulata che presuppone la presenza di musicisti
che la stanno suonando
• la canzone chiama in causa anche sé stessa in quanto prodotto fonografico: non è raro trovare
l'evocazione sonora di particolari tecnologie di fruizione/manipolazione/sintesi del suono; i
questo caso non vi è un'allusione ad una performance ma è proprio la testimonianza che la
canzone è qualcosa di completamente diverso dalla performance e che fa uso del suo mezzo , la
registrazione, per presentarsi in quanto artefatto discografico ai propri ascoltatori.
→ la canzone è leggibile in quanto narrazione di sé stessa: mentre la ascoltiamo ci sta denunciando il
suo artificio e la sua costruzione in quanto oggetto complesso e prodotto di una rappresentazione.
La struttura musicale della canzone è un segno con cui essa comunica la propria modularità, il fatto che
è composta di sezioni ripetute, che è costruita per essere ricordata e per avere degli elementi che sono
memorabili. Ha dunque un carattere temporalmente ambiguo perché si riavvolge su sé stessa:
ripetendo i propri elementi sembra evocare una direzionalità del tempo circolare (non lineare).
L'universo narrativo che viene evocato dalla canzone (temporalmente direzionato e con una precisa
processualità) si affida anche all'interazione tra le parti strumentali per raccontare questa storia.
Fare attenzione a tutti i dettagli implicati nella costruzione di un testo fonografico perché ad essi sono
connesse delle intenzionalità che non sono finite lì per caso ma che, non necessariamente nelle
decisioni consapevoli di un solo autore, acquisiscono una rilevanza ulteriore in quanto parte di un
complesso. La canzone è leggibile come sistema comunicativo e tutti i livelli andranno letti come parte
di un sistema sbilanciato che mette in moto delle strategie comunicative di volta in volta sempre
diverse e adatte a un certo tipo di rappresentazione.
I connotati degli strumenti sono interessanti in quanto parte della costruzione del decorso di una
canzone e delle modalità con cui si sceglie di attirare l'attenzione degli ascoltatori. Queste scelte
possono avere delle ricadute di tipo strutturale e influenzano il modo in cui percepiamo l'ambiente e la
traccia in termini di maggiore/minore orientamento/coerenza. È una dimensione che può essere fatta
interagire con altre dimensioni semantiche e provvede a influenzarne la nostra lettura/percezione.
Gli strumenti musicali sono anche delle etichette (tag), dei modi per evocare certe tipologie espressive.
Questo è il caso delle cover = esecuzione della canzone da parte di un interprete diverso dal performer
originale. Nella storia della popular music dagli anni '60 le cover hanno molto spesso un significato che
si può attribuire a quello dell'omaggio o della parodia. Sono delle versioni alternative della canzone che
dialogano con il proprio precedente e che mettono in comune una serie di oggetti culturali,
condividendo alcuni tratti strutturali che le rendono riconoscibili come parte dello stesso oggetto. Le
due versioni della canzone sono spesso accomunate dallo stesso testo, elementi melodici e altri
particolari in comune, e quindi possono essere confrontate attraverso la presenza di elementi varianti o
invarianti da un'esecuzione all'altra. Cosa cambia rispetto all'originale e perché? Con quali conseguenze
a livello comunicativo? Una delle dimensioni che permette di ragionare meglio sul confronto e la
valenza degli elementi che troviamo nelle diverse versioni di una canzone è proprio l'uso degli
strumenti musicali → mezzi potenti nell'identificazione del genere musicale di riferimento (il pubblico a
cui si sta rivolgendo). Gli effetti di parodia o di omaggio che si possono trovare nelle cover sono in gran
parte anche ascrivibili a queste dinamiche che riguardano la scelta e l'uso degli strumenti, perché
evocare un contesto diverso da quello originale può avere l'effetto di spostare l'oggetto culturale da un
ambito di riferimento ad un altro che può avere più o meno prestigio culturale (vedi l'esempio di
Scooteroni ripreso da The André).
Mettere in relazione gli strumenti con gli ambiti espressivi di cui sono compartecipi a livello di
connotazioni e convenzioni culturali vuol dire riconoscere agli strumenti un ruolo di attori all'interno del
complesso comunicativo innescato dalla canzone. Gli strumenti sono quelli che rendono possibile la
distinzione fondamentale tra due livelli dell'espressione, della narrazione: quelli della persona e quelli
dell'ambiente. La persona, l'elemento figurale della traccia fonografica, è rappresentata dal testo e
dalla vocalità della canzone e da tutto ciò che si pone in primo piano e si propone come il nucleo
espressivo del messaggio; l'ambiente definisce tutto l'accompagnamento di questa parte figurale e ne
definisce il contesto, può essere definito a partire dalle componenti timbriche, dalle relazioni
armoniche e modali e dalla struttura narrativa e dalla successione degli elementi ripetuti all'interno
della canzone → è relativo alle dimensioni formali, timbriche e armoniche/organizzative della canzone;
lo sfondo su cui la storia della canzone si può svolgere.
Questa relazione tra persona e ambiente può assumere una serie notevole di combinazioni su cui
ragionare nel momento in cui si parla dei rapporti tra la parte figurale e il suo accompagnamento:
l'ambiente può non prendere parte alla narrazione (ma funzionare come sfondo neutro, che non viene
influenzato dalla narrazione), può opporsi alla narrazione, può prendere parte alla narrazione. Questi
due livelli interagiscono e sono di rilevanza paritaria nella costruzione narrativa della canzone; proprio
le caratteristiche dell'ambiente a volte arrivano ad essere più importanti di quelle della figura.
LEZIONE 7 - 30.03.2020
3. LA FIGURA
LE TRE PRINCIPALI DIMENSIONI
Testo, melodia e voce sono tre categorie distinte perché ognuna delle tre corrisponde ad una
prospettiva sull'elemento figurale della canzone che può essere indagata separatamente.
La voce è un elemento centrale nella costruzione della persona (= figura narrativa all'interno della
canzone che si trova in rapporto dialettico con l'ambiente nel quale si colloca). È in assoluto l'elemento
di vicinanza empatica con l'ascoltatore essendo il modo di produzione del suono più vicino all'essere
umano. Quanti e quali sono i parametri per descriverla e categorizzarla? E quali le sue dimensioni più
significative?
La melodia è l'organizzazione tecnica e temporale del discorso vocale dal pdv diastematico e ritmico. È
interessante come elemento separato perché la costruzione melodica e le sue caratteristiche tecniche
sono importanti per definire l'articolazione interna della fraseologia della canzone; inoltre uno sguardo
complessivo su di essa ci può dare indicazioni sui suoi gradi di coesione interna (presenza di idee
melodiche che fungono da punti di aggregazione per la molteplicità dei motivi e delle frasi). La
considerazione della melodia nel suo complesso dà un'idea dell'articolazione più generale della
canzone in quanto struttura complessiva (altezze localizzate precisamente in punti specifici del brano
come punti di enfasi particolari). È provvista di struttura fraseologica che ha una relazione di
alternanza/dialogo/sfasamento temporale rispetto al discorso strumentale.
Il testo è, tra le dimensioni della figura, quella che più dipende dalle altre due. L'espressione verbale
della canzone è il punto di contatto tra il significato, l'organizzazione strutturale della melodia e la
particolare voce che sta cantando quella melodia. Il nodo della relazione tra musica e poesia. Quali
dimensioni del testo verbale sono rilevanti a livello analitico e qualche indicazione su come mapparle e
descriverle.
Il feno-canto rappresenta tutti i tratti che dipendono dalla struttura della lingua cantata, le leggi
espressive del genere, le forme codificate del melisma (ciò che è scritto), l'idioletto del compositore
(stile), lo stile dell'interpretazione. Tratti di ciò che di una voce si può scrivere/codificare o ricondurre a
delle prassi comuni. Bagaglio e dimensione comune della voce in quanto canto.
Il geno-canto è “il volume della voce che canta e che dice … molto semplicemente ma anche
seriamente è la dizione della lingua”: Barthes ci conduce verso una razionalizzazione dell'esperienza
estetica della voce registrata. Tutte quelle componenti che non appartengono a ciò che si può codificare
nella scrittura o in una prassi compositiva/esecutiva assodata. È la dizione della lingua, ovvero la
dimostrazione della presenza del cantante - del suo corpo, dei suoi apparati di fonazione - all'interno
dell'interpretazione consegnata alla registrazione fonografica. Il modo in cui la lingua lavora sulla voce.
Quindi la grana è una frizione tra la musica e la lingua cantata e un'operazione di scrittura sulla lingua in
quanto canto. La centralità della voce nella canzone registrata - la sua rilevanza all'interno di questo
genere di produzione culturale - è la reificazione del geno-canto.
Nella popular music abbiamo poche convenzioni per ciò che riguarda gli stili interpretativi: questi sono
sì determinati dal genere di riferimento ma le modalità con cui ogni cantante crea la propria identità
all'interno dell'artefatto fonografico sono ben specifiche e non potrebbero essere sostituite perché
insistono sulla lingua nel momento in cui questa dà luogo a dei significati esprimendosi proprio con la
sua dimensione sonora (prima ancora della sua articolazione strutturale o dell'uso del testo verbale).
L'importanza della particolare voce che sentiamo in uno specifico artefatto registrato come
determinante per i suoi effetti a livello culturale.
La voce registrata è un oggetto che ha delle proprie precise connotazioni identificanti un brano sia dal
pdv della sua struttura ma anche dal pdv dell'affermazione identitaria del cantante: il personaggio che
il cantante sta interpretando in quel momento.
Due tracce che da quella originale riprendono proprio l'elemento della voce come uno dei tratti
identificanti la propria connessione con il modello di riferimento e con lo scopo di definire la propria
posizione all'interno del contesto presente.
3) La traccia ripresa dai Coma_Cose si chiama Anima Lattina: qui la parafrasi è scoperta (anche se si rifà
al nome dell'album e non della canzone) e qui vi è una ripresa letterale del pattern ritmico del modello
(cassa-cassa-rullante).
[Il metro dei versi prevalente di Anima Latina viene ripreso dalla prima strofa di Anima Lattina e la
stessa rima su cui si concentra il testo di questa prima strofa di Anima Lattina riprende lo stesso fonema
che troviamo più diffuso a livello statistico in Abbracciala, abbracciali, abbracciati.]
Attenzione su due dettagli che si fanno all'assunzione del suono vocalico come elemento
caratterizzante per questa canzone.
• 1:14 sospensione del testo e della musica e un breve vocalizzo (du du du) il cui profilo melodico
e ritmico riprende un altro dettaglio del brano di Battisti: quel vocalizzo che nell'originale sta a
1:51, ovvero in raddoppio tra la voce di Battisti e gli ottoni;
• una serie di campionamenti che troviamo attorno a questa parte (1:03-1:13) in cui si trovano dei
frammenti della voce di Battisti (“ah” e “eh”) che incorniciano i versi “siamo come le lentiggini,
impermeabili alla pioggia ed alle lacrime du du du...”. È qui che la componente emotiva di
Battisti, che in Anima Lattina è una figura del ricordo/nostalgia di chi sta scrivendo il testo
verbale rispetto agli ascolti del padre, ma la voce di Battisti viene riassunta per la capacità di
evocare un certo tipo di mondo espressivo → ed è ancora il suo vocalizzo e il modo in cui la
lingua lavora sulla voce.
• L'assunzione delle tipiche caratteristiche della scrittura del pezzo nella prima parte forse sono
un tentativo di ricalcare il modello cercando di far lavorare la lingua al servizio della voce
(ribaltando la logica della grana della voce).
Se Cosmo lavora sul suo timbro per farlo somigliare a quello di Battisti, Coma_Cose lavorano invece
sulla scrittura di Battisti; ma sono simili nel
– riprendere come dettaglio tipico della voce e dell'espressione vocale di Battisti proprio il
momento del vocalizzo → espressione della voce senza testo dove questa riesce a risaltare in
maniera isolata e depurata da qualsiasi incrostazione semantica
– usare il campionamento di alcune sillabe (usare il suono della voce in sé) come parte di una
trama sonora → nel caso dei Coma_Cose sono vocalizzi ancora ascrivibili a una funzione enfatica
ed empatica di dialogo rispetto al testo; nel caso di Cosmo c'è una lunga coda strumentale
sperimentale/elettronica che riprende la fondamentale disposizione del modello di Battisti ma
la riporta al suono vocale come punto di partenza per la costruzione di una trama musicale nella
quale il suono vocale ha un'importanza cruciale per la caratterizzazione emotiva ed espressiva.
• la persona biografica del cantante: il performer che può essere anche solo un interprete ma che
porta all'interno della canzone la tensione tra la sua persona biografica e il personaggio
(portagonista della canzone)
• il personaggio/protagonista della dimensione narrativa della canzone
• l'autore del testo che può essere diverso dal cantante e dall'autore della musica
• l'autore del complesso poetico-musicale e la sua figura biografica
Voci autoriali nella canzone = somma e cristallizzazione di queste quattro istanze autoriali.
Quando ascoltiamo la canzone: quali di queste voci stiamo ascoltando?
Quando analizziamo il parametro vocale: a quale di queste voci stiamo dando maggior rilievo?
Per l'esempio di Abbracciala, abbracciali, abbracciati quello che una volta era il mainstream che parlava
attraverso il linguaggio della sperimentazione oggi è del tutto assunto all'interno di un ambito che si
configura come oppositivo al mainstream, giocando con la tensione tra voci e autoriali diverse.
LA PERFORMANCE VOCALE
Con l'analisi di tale complessità delle dimensioni vocali si va a considerare la performance vocale nei
termini paragonabili a quelli di una performance attoriale di tipo cinematografico (non dal vivo); infatti
la tecnologia è portatrice di effetti di mascheramento, sdoppiamento della voce che modificano la voce
in sé e sono anche parte del contesto narrativo, suggerendo l'ambiente/situazione in cui la voce
costruisce le condizioni del proprio ascolto. L'uso degli effetti sulla voce ha delle ricadute
particolarmente significative. Alcuni effetti considerati maggiormente significativi:
• riverbero → (trattamento del segnale che simula caratteristiche di riflessione del suono nello
spazio) va ad indicare qual è la distanza tra l'interlocutore e l'ascoltatore (tre zone di prossimità:
intima, sociale, pubblica)
• eco → (un tipo di riflessione sonora che provoca la ripetizione del suono o della parola) è il
simbolo di un dialogo interno (voce interiore, dialogo interno che non ha soluzione) e senza
interlocutore, simbolo sonoro di una condizione psicologica
• distorsione o altri filtri → per simulare la presenza di barriere tra l'interlocutore e l'ascoltatore
• …
David Bowie, Ashes to Ashes (1980).
Presenza di 4/5 tipologie di situazioni sonore vocali che nel corso della canzone diversificano la
relazione tra il soggetto cantante e l'ascoltatore.
La voce individuale secca, senza riverbero → moltiplicazione delle voci a 0:30 secondi → ripetizione e
moltiplicazione dell'espressione vocale/verbale quando da 0:47 ci sono delle voci secondarie che, sui
due lati dello spazio stereofonico, ripetono i versi e sono filtrate attraverso dei filtri passa basso; voci
più scure che implementano il dialogo con la voce principale. Il flanger a 2:44 arriva a moltiplicare e
dare un effetto di straniamento alla componente vocale della canzone.
LEZIONE 8 - 02.04.2020
LA MELODIA
la raccolta di dati sulla melodia serve a capire come questa si relazioni con altri livelli dell'organizzazione
temporale, strutturale e comunicativa della canzone. L'analisi della melodia è, come l'analisi delle altre
singole dimensioni, da considerare sia come dato e come valore in sé quanto per la sua relazione
rispetto agli altri elementi della canzone.
Quali sono gli aspetti della melodia che si possono indicare come maggiormente rilevanti?
• la presenza di ripetizioni: presenza di motivi ricorrenti o strategie di variazioni degli elementi
• le tipologie di movimenti melodici (profilo generale): la melodia si nutre di principi motivici
assimilabili e poi variati nelle varie occorrenze dei motivi stessi
- discendenti (cfr. il blues dove i principi melodici di questo genere son caratteristici e molto
connotati in senso discendente)
- ascendenti
- statiche
- ondulatorie
→ (da R. Middleton) questo crea una processualità interna al pezzo in relazione alla sua armonia
che determina l'interesse e il tipo di decorso specifico che ha la melodia nel brano
• organizzazione dei motivi in strutture periodiche più ampie (semifrasi, frasi, sezioni, …): andare
a segnare un tipo di svolgimento formale che mantiene una sua coerenza
• relazione stretta con l'armonia: la melodia, essendo la figura che si staglia su uno sfondo, ha
una relazione con il decorso armonico e ha un particolare tipo di relazione con lo sfondo
armonico (nel caso del blues per esempio la melodia in un contesto di La maggiore in realtà
oscilla tra una tonalità maggiore e una minore, uno dei luoghi tipici del blues che segnala anche
come la melodia si contrappone rispetto allo sfondo)
Andare a mappare quelle che sono le scale implicite nel decorso melodico (e considerare la melodia nel
suo insieme) ci permette di vedere come all'interno della canzone si distribuiscono le cosiddette
coordinate melodiche (sono indicate con le note cardine del modo e della tonalità: la nota iniziale, le
note più acute e quelle più gravi, la nota finale, le note più frequenti → tutti punti di riferimento
importanti per l'attenzione di chi ne fruisce).
Come si fa ad identificare una melodia? Una serie di parametri molto generali possono aiutare a
identificare i connotati più importanti della melodia.
Melodic vocal minimum
i parametri di una melodia standard (di base)
• successione di suoni
• presenza importante di movimenti per grado congiunto
• movimento curvo in uno spazio tonale
• una cornice modale/tonale facilmente riconoscibile
• presenza di archi melodici che facciano capire che la canzone è il prodotto di una serie di respiri,
di una processualità di articolazione legata all'atto fonatorio
• un movimento abbastanza lento
• presenza di respiri (esercizio fisiologico umano)
• un registro medio (estensione limitata a un'ottava)
Stefani aggiunge alle riflessioni di Middleton il fatto che la musica può servire a una pluralità di scopi
nella canzone specifica (e a seconda della canzone avrà connotati diversi) ma quello che le melodie
hanno in comune è la funzione di connotare la canzone in quanto oggetto comunicativo e di attirare
l'attenzione dello spettatore su se stesse, sulla loro centralità. L'identità e l'analisi della melodia non si
restringe a una sua considerazione in quanto parte vocale, ma include tutte le parti strumentali e vocali
che partecipano alla canzone a una dinamica in cui possono passare dall'avere un ruolo figurale ad
avere un ruolo di sfondo. La melodia della voce ha la proprietà che essendo legata all'atto fonatorio
anche quando è sfondo molto spesso è canto → continua ad avere una funzione ibrida e così diventa
importante per il passaggio di contenuti empatici nei confronti dell'ascoltatore (qualità che non sempre
gli strumenti hanno).
Due esempi puntano l'attenzione sulla relazione che intercorre tra ruolo della voce e ruolo degli
strumenti, come complementari nel definire la dimensione melodica della canzone (organismo
comunicativo unico).
In questo esempio ci sono tre idee melodiche fondamentali che caratterizzano l'identità della canzone:
• una 'fanfara' iniziale (synth): elemento strutturale che prepara a ciò che seguirà, elemento
indipendente che verrà ripreso nel corso della canzone e che rappresenta una melodia
alternativa sullo stesso giro armonico della strofa, con un carattere diverso dalla melodia vocale;
è caratterizzata da movimenti arcuati, dalla presenza dello staccato nel sintetizzatore e da un
carattere mosso e punteggiato. 'Fanfara' è una metafora per descrivere il carattere di questa
melodia, che ha un carattere di tipo celebrativo/entusiastico
• melodia della strofa: una figura vocale tripartita (tre ripetizioni della stessa frase melodica con
minime variazioni), ambito di un'ottava, n una sezione che si trova su un punto di carattere di
attesa, lancio e preparazione per la sezione culminante
• melodia del ritornello: è una sezione di 16 battute ma composta di 4 frasi di lunghezza
diseguale (chiamata di tre battute e risposta breve sull'ultima battuta del ciclo ipermetrico di 4
battute); queste frasi sono fatte sullo stesso modulo melodico-ritmico che mantiene l'identica
configurazione ritmica ma va a far culminare invece il profilo delle altezze che arriva, in questa
sezione breve di risposta, a coprire l'ambito di due ottave e mezzo; questo viene raggiunto
anche attraverso un'anticipazione dell'attacco dell'ultima frase che non è sulla 13esima battuta
del periodo, ma sulla 12esima.
→ il ritornello, rispetto alle altre sezioni, ha una direzionalità precisa e che viene continuamente portata
avanti dall'inizio alla fine della sezione; l'ascesa funziona attraverso moduli ripetuti dal pdv ritmico ma
che procede verso l'acuto nel tipo di espressione vocale, tale poi da passare dalla voce piena al falsetto
(al limite dell'espressione); questo fa sì che l'enfasi nell'ascolto sia concentrata verso la fine del
ritornello, soprattutto se confrontata con il modo più compassato di cantare che si trova nella strofa.
Ricordando l'introduzione in realtà la melodia del ritornello era già nel suo carattere anticipata dalla
vivacità sentita in quella sezione.
In questa canzone la melodia serve nel ritornello per arrivare al culmine, ma presenta anche una
sinergia tra il carattere di introduzione e scenario da essa suggerito (fanfara) che è la prima cosa che
ascoltiamo. L'insieme dei diversi parametri (costruzione della melodia, armonizzazione, contenuto
emotivo) contribuiscono nel definire il ruolo e la centralità di questa dimensione all'interno delle
strategie espressive caratteristiche della canzone.
LEZIONE 9 - 08.04.2020
IL TESTO
LEZIONE 10 - 16.04.2020
4. LO SFONDO
SUPERFICI E STRUTTURE LATENTI
Le strutture profonde che stanno alla base della scrittura di una canzone popular: l'armonia, la
modalità e l'arrangiamento. Aspetti legati all'astrazione di una serie di dimensioni che non sono
necessariamente previste e progettate dai musicisti nei termini della teoria musicale in cui li
discuteremo (questione che riguarda anche le architetture melodiche). In generale questi aspetti sono
quelli che più facilmente sono iscrivibili in un discorso circa la teoria musicale nel senso più classico del
termine. Su questa base si va a costruire la specificità della popular music: questa operazione in due
fasi è necessaria perché la distinzione di queste musiche deriva dall'uso particolare che fanno del
linguaggio armonico, tonale e modale.
Le trattazioni riguardo queste musiche seguono un approccio di tipo bottom-up: dalla pluralità degli
esempi cercano di astrarre i principi generali (dalla pratica alla teoria). Gli strumenti e i concetti partono
da una serie di casi che sono più difficilmente spiegabili con una teoria musicale 'classica' e che invece
sono perfettamente interni alle consuetudini della popular music.
Questa discrasia è dovuta al fatto che le fonti da cui deriva la popular music sono varie e possono
essere influenzate tanto dai propri precedenti (ad esempio la musica tradizionale come le ballate, uno
dei nuclei profondi del repertorio anglo-americano su cui molta della canzone europea contemporanea
si basa riprendendone stili e stilemi; ripercorrere questo tipo di tradizione significa allontanarsi dagli usi
dell'armonia più diffusi nella musica d'arte e quindi richiedere strumenti teorici e concettuali differenti).
L'altro motivo per è necessario specificare degli aspetti relativi all'armonia e alla scrittura musicale
(arrangiamento) è perché in molti casi il tipo di consuetudini che si affermano nella popular music sono
legate a delle abitudini 'tattili' (Vincenzo Caporaletti), ovvero legate alla prassi d'uso degli strumenti,
prassi che a seconda delle particolarità di ogni autore si cristallizzano in una serie di tratti
stilisticamente appartenenti al suo idioletto e alle sue qualità di scrittura.
Usi armonici caratteristici del campo popular e come parlarne in termini teorici (definizioni
terminologicamente condivisibili di una serie di fenomeni che si trovano nella pratica).
La teoria modale viene dalle trattazioni del jazz e della sua improvvisazione, ma entra nell'orizzonte
teorico della popular music perché, insieme alla musica tradizionale, è una delle matrici profonde da cui
i linguaggi del rock e della popular music traggono ispirazione.
Definire all'interno della canzone la presenza di aree di gravitazione delle altezze e di centri tonali
(parlare il meno possibile di tonica) non necessariamente coincidenti con la tonalità.
L'arrangiamento è l'altra dimensione di superficie che interagisce in particolare con la dimensione della
costruzione armonica ed è uno degli argomenti meno studiato all'interno della canzone pop e della sua
letteratura analitica. È una pratica che ha molteplici dimensioni, colpendo diversi aspetti della
costruzione musicale (strumentazione, performance, creazione di una processualità interna alla
canzone) ed è una fase dell'elaborazione della canzone che, fino a un certo punto della storia della
popular music, identifica anche una specifica professionalità: l'arrangiatore, colui che si mette a
disposizione dell'autore per trovare il modo migliore di vestire la propria canzone; questo processo va a
definire la superficie della canzone che si basa sulle strutture profonde (definire un preciso ruolo per
ogni strumento). L'arrangiamento prende la struttura profonda e la porta in superficie.
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LEZIONE 13 - 30.04.2020
5. LA MEDIAZIONE TECNOLOGICA DELLA POPULAR MUSIC
ANALISI DEL SEGNALE E SPAZIALIZZAZIONE
È l'area più vicina alla produzione sonora, ovvero ciò che pertiene alla realizzazione di una canzone
nella sua concretezza di oggetto mediale; la forma più propria della canzone n quanto forma che nasce
per essere messa sul mercato all'interno di un circuito di produzione e riproduzione di massa. La
canzone è un testo fonografico con cui noi, come analisti, ci confrontiamo e che ha una complessità,
una molteplicità di livelli ed una pluralità di strumenti necessari per analizzare i suoi aspetti rilevanti.
Queste sono ultime tre lezioni dedicate agli aspetti della produzione sonora e della multimedialità
della canzone dove ci confrontiamo con la dimensione più propria della popular music: la mediazione
tecnologica. Nella mediazione tecnologica è insita l'idea di multimedialità anche quando ci
confrontiamo soltanto con la dimensione audio: gli aspetti cinestetici/visivi sono impliciti anche nella
sola percezione uditiva. Pierre Schaeffer ritiene che esperienza e immaginazione uditive sono legate al
suono in modo da dare una causa a ciò che ascoltiamo: è la percezione causale, che ha anche una
ragione biologica. La spazialità nella canzone consiste nella creazione di una simulazione legata allo
spazio. Avremo sì la questione della lateralità (canali dx e sx), ma anche la simulazione di particolari
condizioni di azione e percezione (effetti). L'elaborazione del segnale è un modo per ottenere delle
qualità relative al comportamento della fonte sonora e alla posizione dell'ascoltatore rispetto ad essa; è
legata a delle percezioni di movimento, di posizione, a connotazioni extra-musicali (i rumori del
quotidiano sono una delle classiche inserzioni che riportano dall'esperienza estetica della canzone al
tipo di esperienza che abbiamo nella vita quotidiana). La canzone dunque è un testo che ci parla anche
nella sua dimensione sonora più propria.
In questo repertorio se già la sola canzone registrata è un oggetto che evoca un tipo di percezione
multimediale, la canzone stessa è anche un testo cross-mediale.
Multimediale = un tipo di prodotto che comunica con diversi mezzi allo stesso tempo.
Cross-mediale = la stessa logica ma applicata alla visione della produzione della canzone; la canzone è
parte di un sistema di produzione culturale integrato in cui non solo la musica stessa è la protagonista,
ma è una parte della filiera più ampia (tutti i media di tipo audiovisivo).
AURAL STAGING
Gli effetti di spazialità che possono essere rubricati sotto la definizione generale di una canzone
registrata come messa in scena sonora → Aural staging (Philip Tagg): il concetto di messa in scena
sonora è legata all'avvento e all'uso della registrazione multi-traccia dove ogni flusso sonoro può essere
trattato in maniera separata a livello di registrazione e a livello di missaggio, in modo da poter dare
all'ascoltatore la sensazione di essere nello stesso spazio in cui sta avendo luogo la performance sonora
registrata, ma anche di dargli delle precise coordinate sullo spazio acustico in cui la performance sta
avendo luogo. Non è necessario che questo spazio sia realistico ma che possa essere compreso
dall'ascoltatore nei termini di una spazialità che lo comprende. Tagg la definisce dunque un'operazione
di costruzione di una realtà attraverso l'audio e a cui dà il nome di aural staging, in quanto costruzione
sonora di una simulazione percettiva. Questo è possibile grazie la tecnologia della stereofonia che
permette la creazione di un fronte stereofonico a 180° attraverso l'uso di due speaker (dx e sx) che si
pongono idealmente rispetto all'ascoltatore con angoli di 30° e che, nei sistemi di riproduzione sonora
più avanzati (surround a 5 canali + sub voofer), costruisce attorno all'ascoltatore uno spazio sonoro in
cui viene immerso. Illusione percettiva che funziona attraverso quello che Tagg chiama anafonia:
• è la traduzione in termini sonori di quella che è l'omologia, ovvero l'evocazione attraverso il
suono di una sensazione di ordine visivo/cinetico/tattile (anafonia spaziale).
• il funzionamento di questi meccanismi è legato alle esperienze pregresse del mondo reale.
• quelle legate allo spazio simulano la presenza dell'ascoltatore in un ambiente fornito di precise
caratteristiche sonore.
Per identificare la dimensione della spazialità nella popular music tanti studiosi si sono serviti del
grafico di tre assi che danno l'idea di tridimensionalità degli spazi:
• asse della lateralità (panning) ovvero del posizionamento delle fonti sonore sul lato dx, sx
oppure al centro;
• asse della profondità, della distanza dell'ascoltatore dalla fonte sonora (in base al suo volume,
gli effetti, le proprietà dei materiali costitutivi di quell'ambiente);
• asse dell'altezza, dimensione più metaforica/simbolica che ha a che fare con le convenzioni
culturali ed è legata al registro ed al timbro (funziona bene nella cultura occidentale ma
diversamente nelle altre culture, anche se la globalizzazione ha contribuito a diffonderlo e a
renderlo come uno dei possibili standard/forme di decodificazione della dimensione verticale).
La dimensione della spazialità è una dimensione altamente significativa e in alcuni casi determinante di
quelli che possono essere i modi di interpretare una traccia.
LEZIONE 14 - 04.05.2020
L'AFFETTO DEGLI EFFETTI
Analisi delle caratteristiche tecniche del suono
Le mediazioni della canzone come oggetto fonografico, come manifestazione artistica che nasce e si
sviluppa per essere fruita attraverso un supporto registrato. Affinare il proprio orecchio per cercare di
capire come alcune modalità di gestione del processo di produzione e post produzione dell'artefatto
discografico ci danno degli indizi sui suoi possibili significati e soprattutto come l'ascoltatore gli
attribuisce significato.
Uno strumento in più per disegnare quella mappa delle possibili aree di entrata all'interno di una
canzone come evocazione di una situazione e di un mondo narrativo.
Qual è il dato affettivo (con ricaduta sull'ascoltatore) degli effetti della modalità di elaborazione della
performance registrata. Effetti che non sono solamente di modifica e di elaborazione del segnale audio,
e che hanno un effetto sull'ascoltatore:
• l'applicazione di un determinato effetto a uno strumento (in contesti musicale e culturali
specifici) dà luogo ad una serie di effetti di senso determinati (particolari configurazioni della
figura o dello sfondo e conseguenze percettive/emotive)
• valutazione complessiva una traccia dal pdv del sound e della produzione: i punti cardine
dell'ear training tecnico e tecnologico; l'uso dei software di rappresentazione e analisi del
segnale del suono come aiuto alla percezione, ma soprattutto alla socializzazione della propria
percezione (come raccogliere attraverso i software una serie di dati utili per parlare di questi
fenomeni e renderli condivisibili)
Obiettivo: far guadagnare nuove prospettive e nuove modalità di definizione delle caratteristiche di una
traccia fonografica, secondo l'utilizzo di una serie di parametri che le sono propri.
AUTOTUNE
Bon Iver, Woods (2009).
Analisi dal libro Digital Signatures di Ragnhild Brøvig-Hanssen e ... che ha come centro proprio gli effetti
comunicativi che l'uso del digitale ha avuto nei diversi ambiti della produzione discografica. Ad esempio
nell'ambito della voce l'autotune è uno strumento che ha avuto una diffusione capillare tale da
diventare quasi una seconda pelle dell'espressione vocale in alcuni generi musicali.
L'autotune parte dall'essere uno strumento di correzione tecnica delle altezze di una linea vocale e poi
diventa un dispositivo dotato di una propria espressività specifica; influenza il modo stesso di cantare
superando il discorso della mimesi e dell'artificiosità di questo modo di cantare, che diventa accettato e
naturalizzato nel nostro contesto socio-tecnologico come una delle possibili voci dell'individuo. Quello
che fino a qualche decennio fa era associato ad un'idea di voce robotica e manipolazione sintetica della
voce, in un contesto in cui si è abituati a sentire voci a bassa fedeltà/voci ricostruite/voci che passano
attraverso dei filtri tecnologici, diventa sempre più una delle possibili voci dell'individuo. Per effetto
delle nostre percezioni abitudinarie l'autotune diventa dunque una risorsa espressiva. La voce
riconfigurata permette di riconfigurare la propria identità naturale e permette al cantante di esplorare
una serie di connotazioni alternative a quelle delle formazioni identitarie più classiche e non
compromesse dalla tecnologia.
Iterazione di un unico campione vocale cantato (unica strofa) che viene filtrato attraverso l'autotune e
poi sovrapposta a sé stessa e nuovamente modificata attraverso operazioni di filtraggio e modifica
digitale, fino a creare una coralità che è però il prodotto di un unico nucleo di materiale: questo nucleo,
grazie alla tecnologia, diventa il punto di partenza per l'espressione di una collettività originata da una
sola persona. Woods non è solo la manipolazione tecnologica di una voce ma è anche una ricerca di
una molteplicità di soggettività della voce. Un uso espressivo/emotivo della componente digitale
dell'effettistica che non è in contraddizione con la naturalezza e con “l'autenticità” dell'espressione
vocale, ma che è la declinazione, nel contesto socio-tecnologico del 21esimo secolo, del modo in cui la
voce si ri-tematizza in quanto elemento espressivo di un individuo.
Figura 7.1 → forma d'onda e sonogramma; prima ripetizione del modulo; nel sonogramma si vede
come le altezze della voce siano manipolate e scalate su un sistema quantizzato (sottoposto a gradini
che corrispondono esattamente alle altezze della scala temperata), che è il lavoro dell'autotune di
ricondurre qualsiasi altezza alla sua intonazione corretta più vicina. Manipolare creativamente questo
processo significa ad esempio creare attraverso un'unica nota sostenuta una serie di melismi.
Figura da Sonic Visualizer → nella quinta ripetizione del ciclo si vede come si utilizzi una parte vocale
per rimodularne le altezze e creare nuovi melismi con nuove altezze; un modo per recuperare un
elemento espressivo caratteristico della voce, del canto e delle sua espressività (soprattutto quando
non usa la parola).
Voci post-umane: la teoria del post-umanesimo concepisce il modo in cui oggi articoliamo la nostra
relazione con la tecnologia come una relazione di completa simbiosi. La differenza tra umano e
cibernetico (naturale/artificiale) è ormai soltanto una costruzione sociale, poiché la nostra quotidiano
simbiosi con i dispositivi ci rendono sempre più un corpo tecnologico; il mantenere una separazione tra
il naturale e il tecnologico è un'operazione artificiosa. Questa teoria propone di comprendere che ormai
stiamo giungendo in un contesto culturale espressivo in cui le istanze della tecnologia e quelle
dell'espressività naturale sono sempre più in simbiosi.
Bon Iver parte dall'elemento più naturale e quotidiano (la voce) e lo fa diventare qualcos'altro
attraverso la manipolazione tecnologica che non è fatta per evocare delle immagini di massima
artificialità ma per evocare un tipo di espressività intimamente personale. Il contenuto esprime
un'esperienza che non è affatto tecnologica, ma naturale. Tecnologia non nel contenuto ma nelle
forme: la tecnologia fornisce alla voce un modo per scoprire un altro tipo di espressività vicina a una
sensibilità contemporanea.
→ La discussione di un mezzo tecnologico di manipolazione del segnale audio diventa un modo per
discutere anche della sua estetica e di come questa si riverbera sulle necessità espressive di una
specifica traccia. Apre una discussione su quello che la voce sta diventando nel contesto espressivo
attuale.
Risultato n.1 → la pesantezza non è da intendere come potenziamento delle basse frequenze ma come
impatto il più possibile ampio, soprattutto nelle fasce medie e medio-alte del suono. La pesantezza non
è legata alla gravità del suono ma piuttosto all'esperienza della pienezza del suono senza interruzioni
(vedi risultato indagine sugli attacchi).
Risultato n.2 → se nel primo periodo storico gli attacchi di ogni accordo sono già poco pronunciati (ma
comunque percepibili), ciò che caratterizza il suono più recente dell'heavy metal è la quasi totale
obliterazione degli attacchi in favore di un flusso indifferenziato degli accordi (appiattimento della
gamma dinamica).
Questo studio ci dà un'idea della rumorosità e di come viene inteso il rumore in un determinato genere.
Allargamento delle fasce frequenziali escludendo quelle più gravi (il suono della chitarra elettrica) e che
dal pdv della ritmicità va alla ricerca di un impatto minore del cambiamento dei singoli accordi (questo
in relazione al cambiamento delle tecniche degli altri strumenti del complesso, dove l'attacco non viene
più dato dalla chitarra ma da altri strumenti).
Qual è il tipo di associazione di alcune idee concettuali e di alcuni valori assegnati al suono e alla sua
possibilità di comunicare in quanto suono in sé? In quanto costruzione di un'esperienza sonora
attraverso le caratteristiche proprie del segnale audio.
EAR TRAINING
L'allenamento all'ascolto per percepire uditivamente le caratteristiche di una traccia registrata e le
peculiarità relative alle sue condizioni di produzione e registrazione, poiché ci troviamo di fronte ad
artefatti che vengono prodotti per essere sperimentati attraverso il medium della registrazione.
Tre punti di vista:
• ogni registrazione è una particolare resa di una performance che viene cristallizzata nel disco, e
viene anche caricata di senso (associazione ad una specifica finalità comunicativa)
• la predisposizione all'ascolto del sound e il saperlo decostruire permette di sostanziare le nostre
osservazioni analitiche con dati aggiuntivi
• la prospettiva sulla produzione è utile a livello analitico perché può suggerire alcuni punti
particolari non subito evidenti e che possono essere rilevanti
Tutte le analisi (anche quella del segnale acustico) devono essere tarate sulle nostre capacità uditive;
d'altronde le musiche sono prodotte per colpire il range del nostro udito e le particolarità delle sue
risposte a determinati input sonori.
Da un libro sul technical ear training *...*
Check list degli aspetti importanti nella decostruzione della produzione sonora del sound:
- fasce frequenziali di ogni strumento, capire se sono state filtrate alcune frequenze
- disposizione spaziale delle fonti sonore (arrangiamento)
- caratteristiche spaziali più ampie in cui sfondo e figura sono inseriti
- range dinamico e le sue variazioni nel tempo
- uso di distorsione o compressione
- valutazione del tipo di bilanciamento tra gli strumenti e la relazione di questo con il genere
musicale di riferimento (la situazione performativa è inserita in una serie di convenzioni
sociali che hanno a che fare con il genere di riferimento, diversi sono i bilanciamenti sonori!)
Analisi, ovvero esposizioni discorsive delle caratteristiche più pregnanti di alcune tracce:
John Randall, In the Country.
1° box: come vene riempito lo spettro delle frequenze, delle varie bande frequenziali.
2° box: naturalezza del timbro (presenza o meno di effetti che come questi configurano un tipo di
situazione performativa realistica e legata a un'idea di performance dal vivo, evocazione di una
immediatezza/naturalezza del performer rispetto al pubblico, tipo della figura pubblica che va nella
direzione della maggior sincerità possibile).
3° box: considerazioni sulla distribuzione spaziale delle parti e su come viene ottenuto il bilanciamento
sonoro complessivo.
LEZIONE 15 - 07.05.2020
MULTIMEDIALITÀ
Comunicazione della canzone con la sfera dell'audiovisivo: non è una digressione del corso perché la
canzone anche nella sua relazione con l'audiovisivo dimostra una delle sue specificità, ovvero la duttilità
delle sue componenti (degli elementi strutturali) e la loro capacità di adattarsi alle diverse condizioni a
cui i diversi media la sottopongono. Lo scopo principale non è quello di vedere come la canzone entra in
comunicazione con le immagini in movimento, ma è quello di cercare di capire come e cosa dice la
relazione audiovisiva rispetto alla canzone in sé. Capire se anche questo può essere uno dei livelli di
analisi della canzone.
Quando entra in relazione con l'immagine in movimento la canzone si arricchisce di un ulteriore
possibile livello di comunicazione.
Zora la vampira (2000), film che nasce nel periodo del successo dell'hip hop in Italia e il suo obiettivo è
quello di rappresentare la scena del nuovo genere musicale che si andava affermando. Lo fa attraverso
il riferimento alla tradizione cinematografica italiana, cinematografia della commedia italiana e dei film
di genere. Alla regia stanno i fratelli Manetti, con una serie di collaboratori musicali selezionati proprio
per la loro posizione di autorità interna alla scena che permette di proporre la colonna sonora come
un'antologia di quello che rappresenta la cultura hip hop in Italia:
– Dj Squarta del gruppo Cor Veleno si occupa di curare la parte musicale, della produzione di brani
originali
– Dj Graff contribuisce alla colonna sonora con gli scratch → è uno dei punti più originali del film
perchè si inserisce in tutta quella parte che non è affidata alla musica delle canzoni
La colonna sonora è mixata come se fosse in un mixtape hip hop (flusso ininterrotto di canzoni, effetti,
interventi di parlato), uno dei mezzi comunicativi caratteristici dell'hip hop in quella fase storica.
La trama proposta presenta una sorta di 'pastice' espressivo del genere horror, della commedia
all'italiana, del film poliziesco → qualcosa che si avvicina alla logica costitutiva dell'hip hop come
genere.
Nella sequenza iniziale (titoli di testa) si sente nella colonna sonora un brano dei Profondo Rosso (G
Max, Chef Ragoo) sul quale scorrono le immagini di un quartiere di Roma.
La voce della madre che grida “Massimo!” dalla finestra diventa una voce diegetica che organizza
musicalmente tutto il flusso audiovisivo secondo una ricorrenza parallela a quella del beat ritmico.
Il cantato della canzone (strofa) porta un cambiamento nel regime mediale della sequenza: si passa da
una narrazione cinematografica ad un videoclip dove il personaggio sta effettuando una performance
che non rappresenta una scena reale/realistica, ma rappresenta la parte vocale della canzone che fa da
colonna sonora. È qui che le ragioni della musica diventano più importanti della narrazione per
immagini, laddove invece per tutta la sequenza precedente erano le immagini a servirsi della musica
come modo per presentare lo scenario di questa storia. Questa canzone come oggetto fonografico in sé
non presenta un'introduzione strumentale così lunga come la troviamo nel film: questa viene dilatata e
adattata alle necessità espressive del mezzo audiovisivo.
Questa canzone dei Profondo Rosso è un progetto che viene messo insieme appositamente per il film: è
un pezzo che nasce per accompagnare le immagini o sono le immagini a essere girate già con quella
canzone in mente? È una domanda lecita ed irrisolvibile, anche per le testimonianze dei registi Manetti
che confermano questa ambiguità di fondo e confermano la natura autenticamente audiovisiva
dell'operazione (vedi citazioni slide 4). Ci confermano che in Zora la vampira è diffusa l'operazione in
cui le immagini fanno da accompagnamento alla musica piuttosto che viceversa.
Il rapporto tra musica e immagini è qui un rapporto simbiotico.
Nei casi in cui una canzone nasce per una situazione audiovisiva è importante, per capire l'identità e il
nucleo profondo a livello espressivo della canzone, considerarne anche l'applicazione audiovisiva.
Infatti ancora oggi quando le canzoni nascono con un'idea audiovisiva alla base possono trovare in
quella dimensione, non tanto un modo per espandere la propria circolazione, ma proprio un momento
di espressione. I progetti musicali possono anche nascere già con una logica audiovisiva al proprio
interno che diventa costitutiva del modo di scrivere e di concettualizzare i brani dal punto di vista
musicale.
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La canzone si rivela una forma particolarmente adatta a navigare tra i media o a fungere da cerniera tra
media di tipo diverso. È proprio la convergenza tra le logiche strutturali e produttive di un particolare
genere musicale e le caratteristiche del racconto filmico che ci riportano in un discorso che vede la
popular music come come un discorso intertestuale: tutta la cultura popolare partecipa a una serie di
logiche di richiamo e di compartecipazione complessiva dei suoi testi alla definizione di una cultura,
proprio per il fatto di essere inserita in un circuito di produzione ben più ampio di quello della sola
industria discografica, ma che si pone come parte dell'industria di intrattenimento che comprende tutta
la circolazione sui media digitali.
La canzone rivela nella sua duttilità una delle sue caratteristiche chiave che permette anche la sua
applicazione in ambiti diversi. Questa sua permeabilità, unita alla componente musicale della canzone
nell'alimentare l'ambiguità delle sue interpretazioni (i significati), si apre alla creazione di un discorso
complesso con la precisione connotativa dell'immagine in quanto rappresentazione di qualcosa che ha
meno ambiguità. La musica è una modalità di espressione sicuramente più ambigua di quella delle
immagini e grazie a questa maggiore ambiguità ha la possibilità di entrare in relazione con gli altri flussi
mediali in cui si trova a essere inserita.
Un discorso sulla multimedialità della canzone fa appello anche al concetto della
INTERTESTUALITÀ
che dice che ogni testo porta dentro di sé il rifermento a una catena di altri testi; questi testi che si
richiamano l'uno con l'altro non necessariamente sono omogenei dal pdv mediale.
Testo = qualsiasi tipo di oggetto culturale (anche una formazione stilistica o convenzione di genere).
Le espressioni del linguaggio sono all'interno di una rete di relazioni dialogiche che funzionano sia in
senso orizzontale (sincronico) sia verticale, disegnando una serie di relazioni diacroniche con quanto
precede. Il concetto di intertestualità funziona anche internamente quando si considerano versioni
diverse di un testo (canzone) che differiscono per il proprio statuto mediale.
Nel caso delle forme della canzone la differenza tra contesto e contenuto (oppure tra contenuto e
contenitore, tra il medium e la forma della sua espressione) vede un rapporto di relazione tra i due
oppure le due istanze sono così legate tra loro da non risultare più distinguibili?
La canzone non in quanto forma multimediale ma in quanto forma intermediale la cui forma originaria
esiste alla confluenza di tutte le sue forme di rappresentazione. Non si può considerarne come
originaria solamente la sua forma sonora, ma quando siamo in presenza di un testo che nasce e viene
distribuito come un testo che include un video bisognerà includere anche l'audiovisivo nella
considerazione dei diversi livelli di mediazione e di espressione della canzone, che non si aggiungono
ma ne fanno già parte! → oggetto mediale complesso provvisto di una pluralità di manifestazioni.
LEZIONE 16 - 11.05.2020
Slide vademecum per la redazione dell'elaborato e la sua realizzazione pratica. Risorse di base come
materiale di consultazione e la ricerca bibliografica.