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Hermann Helmholtz, fisico e fisiologo tedesco del XIX secolo, è noto per il suo
lavoro sull'acustica e la psicologia della percezione musicale. Nel suo libro
“Sensations of tone” ha approfondito la relazione tra le caratteristiche fisiche
del suono e la sua percezione da parte dell'orecchio umano. Ha identificato le
componenti fondamentali del suono, come il timbro, l'altezza e l'intensità, e ha
analizzato come vengono elaborate dal sistema uditivo. Le sue ricerche
relative allo studio della risonanza che hanno conseguito nella creazioni dei
famosi “risuonatori” hanno contribuito ad una maggiore comprensione delle
qualità sonore della musica e all'importanza di un ascolto attento per
apprezzarne appieno il valore.
1. L’esperto:
solitamente l’ascoltatore esperto è un musicista professionista, dotato di una
preparazione tecnica che gli permette di comprendere le strutture musicali del
brano. Non gli sfugge nulla e si rende conto in ogni istante di cosa sta
ascoltando. Non è detto però che abbia la qualità e la capacità di intendere la
musica come “linguaggio” nelle sue risonanze interiori e culturali.
2. Il buon ascoltatore:
è in grado di percepire istintivamente la logica immanente della musica ed è in
grado di coglierne il prestigio.
Non è del tutto consapevole delle implicazioni tecniche e strutturali, le avverte
in modo inconscio.
«Capisce la musica all’incirca come uno capisce la propria lingua, anche se
sa poco o niente della grammatica e della sintassi».
3. Il comsumatore di cultura:
colleziona dischi, è informato su ogni particolare biografico e nozionistico,
ascolta molto e in alcuni casi è insaziabile, va sempre ai concerti dando
giudizi positivi o negativi sulle esecuzioni. Rispetta la musica in quanto bene
culturale, spesso come qualcosa che bisogna conoscere per il proprio
prestigio sociale: tale atteggiamento va dalla sensazione di un serio impegno,
fino al volgare snobismo.
È l’uomo dell’apprezzamento, il piacere di ciò che la musica gli dà supera il
piacere della musica stessa, intesa come opera d’arte che esige tutto il suo
impegno. «Gli incutono rispetto la tecnica, il mezzo fine a se stesso, e in
tal senso egli non è affatto lontano dall’ascolto massificato oggi diffuso. Però
si atteggia a nemico della massa, a uomo d’élite». Conformista e
convenzionalista è quasi sempre ostile alla nuova musica e infuria contro
“questa robaccia”.
4. L’ ascoltatore emotivo:
non vuole sapere nulla sulla musica e preferisce abbandonarsi al flusso
sonoro. La musica ha una funzione liberatrice e diviene un mezzo attraverso il
quale esprimere tutte le proprie emozioni o da essa trarre quelle stesse
emozioni di cui sente la mancanza.
Questo ascoltatore ha reazioni emotive forti durante l’ascolto, ad esempio può
piangere facilmente, ma si rifiuta di approfondire la conoscenza di ciò che sta
ascoltando.
5. L’ ascoltatore risentito
si suddivide in due categorie: colui che ascolta solo musica preromantica,
disprezzando tutto il resto e il fan del Jazz. Sono esperti, ottusamente settari
che vigilano sull’assoluta fedeltà esecutiva, attenti che non ci si discosti dal
minimo particolare, alla ricerca di un ideale fine a se stesso. Il primo ama
Bach e Vivaldi che ritiene immuni dalla mercificazione; il secondo polemizza
contro il Jazz commerciale e la musica leggera e non prende neppure in
considerazione la musica classica o romantica.
Entrambi rimangono vincolati all’interno di un ambito molto ristretto e ignorano
interi settori musicali che invece sarebbe importante conoscere.
6. Chi ascolta musica per passatempo:
è il gruppo più numeroso e dal punto di vista sociologico quello di maggior
importanza. Secondo Adorno: «l’ascoltatore per passatempo è l’oggetto
dell’industria culturale, vuoi che questa gli si adegui, vuoi che sia lei stessa a
crearlo o a metterlo in luce».
La musica per lui non è nesso significante, ogni critica o approfondimento gli è
estraneo, è solo fonte di stimoli come per l’ascoltatore emotivo, ma il tutto è
appiattito dal bisogno di musica intesa come comfort che aiuti a distrarsi.
Ad esempio, si lascia sommergere dalla musica trasmessa dai mass-media
come radio, cinema e televisione, senza ascoltare sul serio. Questo tipo di
ascolto è paragonato all’atto di fumare: viene definito più dal disagio che si
prova quando si spegne la sigaretta che dal godimento che si prova finché è
accesa.
Questi sei tipi di ascoltatori di Adorno rappresentano le diverse modalità di
reazione alla musica nella società contemporanea. L'analisi di Adorno si basa
sulla sua critica all'industria musicale commerciale, sostenendo che la
commercializzazione e la standardizzazione della musica ne minacciano la
qualità e l'autenticità artistica. Egli sottolinea l'importanza di un ascolto critico
che consideri le influenze sociali e culturali, incoraggiando gli ascoltatori a
sviluppare un apprezzamento musicale che vada oltre gli schemi
preconfezionati e la musica di massa.
Emanuele Augusto