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Pedagogia musicale

“Riflessioni sull’ascolto musicale, nell’ambito della produzione e


della fruizione musicale”

L'ascolto musicale costituisce un'esperienza polisensoriale che coinvolge


l'orecchio umano nell'assimilazione di una varietà di elementi sonori,
determinando un'intensa attività cerebrale e una profonda fruizione artistica.
Dal punto di vista scientifico, l'ascolto musicale sottende un intricato processo
di percezione e analisi. Infatti, durante la trasmissione sonora, l'orecchio
umano agisce come un sofisticato sistema di rilevazione, che identifica e
codifica le frequenze e le dinamiche del prodotto musicale ascoltato. I segnali
acustici una volta raccolti vengono, quindi, trasmessi al cervello, dove regioni
specializzate, come l'area uditiva primaria e l'area di associazione musicale,
realizzano in modo sinergico, un’elaborazione neurale complessa.
Allo stesso tempo, sotto il profilo prettamente musicale l'ascolto della musica,
intesa come evento sonoro, artistico in generale, è intrinsecamente legato a
"leggi" e principi musicali, dove elementi come la melodia, l'armonia, il ritmo e
la forma si intrecciano per creare una struttura sonora coerente. L'ascoltatore
attento è in grado di riconoscere queste caratteristiche e apprezzarne
l'interazione, cogliendo le scelte artistiche dell'autore e l'intenzionalità degli
interpreti.
Considerando invece l’aspetto emotivo dell'ascolto musicale si intuisce
facilmente come lo stesso proceda direttamente dalla musica, che ha, infatti,
la capacità unica di evocare e modulare le emozioni umane. Le melodie e gli
accenti sonori possono suscitare a volte gioia, altre volte tristezza, tensione o
calma, stimolando un'ampia gamma di risposte emotive. La connessione tra la
musica e il sistema limbico, coinvolto nelle emozioni, svolge un ruolo chiave in
questo processo. Se ne deduce, quindi, che l'ascolto musicale non è
un'esperienza statica, ma piuttosto dinamica, un viaggio in cui il tempo, tra
l’altro, svolge un ruolo essenziale. Infatti, la percezione della durata, il senso
di progressione e l'anticipazione dell'evoluzione musicale influenzano in modo
significativo il coinvolgimento dell'ascoltatore e la sua capacità di seguire la
narrazione sonora.
Inoltre è evidente che l’esperienza dell’ascolto musicale non può essere
separata dal contesto culturale, sociale e personale in cui si svolge. Le
preferenze musicali, i gusti, le scelte e le associazioni emotive che ne
derivano, variano considerevolmente a seconda delle comunità in cui sono
espresse e da persona a persona, riflettendone le influenze culturali e sociali.
Questo tema è stato oggetto di studio e di approfondimenti da parte di molti e
differenti studiosi. In proposito Fisici, filosofi e musicologi hanno formulato il
proprio pensiero, arrivando a realizzare, in qualche caso, anche un proprio
metodo di analisi; tra questi vi sono: Heinrich Besseler, Hugo Riemann,
Hermann Helmholtz , Edgar Willems, Theodor W. Adorno.
Ne riporto in breve il loro pensiero.
Heinrich Besseler, musicologo tedesco del XX secolo, ha sottolineato
l'importanza dell'ascolto attivo e consapevole nella formazione musicale.
Egli riteneva che l'ascolto avesse un ruolo centrale nell'educazione musicale,
poiché attraverso di esso si può sviluppare l'immaginazione musicale e la
capacità di cogliere le relazioni esistenti all'interno di una composizione.
Attraverso l'ascolto, Besseler incoraggiava l'analisi critica delle opere musicali,
mettendone in luce la struttura, le forme e le dinamiche espressive presenti.

Hugo Riemann è stato un teorico musicale e compositore tedesco del XIX


secolo che ha contribuito allo studio delle strutture musicali e alla loro analisi.
Ha inoltre sviluppato il concetto di “funzione armonica”, che si basa sulle
relazioni tonali all'interno di una composizione. Riemann credeva che l'ascolto
attento potesse aiutare a comprendere l'organizzazione armonica e formale
della musica, consentendo agli ascoltatori una migliore interpretazione e
l’apprezzamento delle opere musicali. Il suo approccio teorico all'ascolto
musicale ha influenzato la musicologia e l'educazione musicale del suo tempo
ed anche oltre.

Hermann Helmholtz, fisico e fisiologo tedesco del XIX secolo, è noto per il suo
lavoro sull'acustica e la psicologia della percezione musicale. Nel suo libro
“Sensations of tone” ha approfondito la relazione tra le caratteristiche fisiche
del suono e la sua percezione da parte dell'orecchio umano. Ha identificato le
componenti fondamentali del suono, come il timbro, l'altezza e l'intensità, e ha
analizzato come vengono elaborate dal sistema uditivo. Le sue ricerche
relative allo studio della risonanza che hanno conseguito nella creazioni dei
famosi “risuonatori” hanno contribuito ad una maggiore comprensione delle
qualità sonore della musica e all'importanza di un ascolto attento per
apprezzarne appieno il valore.

Edgar Willems, pedagogista e musicista belga del XX secolo, ha sviluppato un


metodo educativo basato sull'ascolto attivo e l'esperienza diretta del suono
perché convinto che il ritmo, la melodia e l'armonia rappresentino la natura
fisiologica, affettiva e mentale dell'uomo. Quindi, partendo da questi concetti
fondamentali, egli suggerisce l’esposizione diretta al suono e alla musica,
affinché sia stimolata la creatività e la potenziale presenza della musicalità in
ogni uomo. Il suo approccio pedagogico, noto come "Metodo Willems", si
basa su attività di ascolto consapevole , movimento corporeo, canto e
improvvisazione, messi in atto al fine di sviluppare un'educazione musicale
completa e integrata. Questo approccio enfatizza il coinvolgimento
consapevole dell'ascoltatore, incoraggiandone la partecipazione attiva come
strumento per sviluppare una connessione profonda con la musica e per
favorire un apprendimento musicale completo.

Theodor W. Adorno è stato filosofo, sociologo e compositore. Nato in


Germania nel 1903, trasferitosi verso i trent’anni negli Stati Uniti, ha, qui,
esplorato il rapporto tra la società e la musica contemporanea esponendolo
nella sua opera "Filosofia della nuova musica".
Adorno ha criticato l'industria musicale commerciale, sostenendo che essa
promuoveva la standardizzazione e la commercializzazione della musica a
scapito dell'autenticità e dell'innovazione. L'ascolto critico e l'autonomia nella
fruizione musicale erano al centro delle sue preoccupazioni. Egli sosteneva
che l'ascolto consapevole e riflessivo avrebbe dovuto essere guidato da una
comprensione critica delle dinamiche sociali e culturali che influenzano la
produzione e la fruizione della musica. Sia Edgar Willems che Theodor W.
Adorno hanno fornito contributi significativi all’esperienza dell'ascolto
musicale, ma le loro prospettive e i gli approcci differiscono in termini di
metodo e di analisi dei diversi tipi di ascoltatori.

Inoltre, Adorno ha elaborato e proposto alla società una prospettiva critica


sull'ascolto musicale, analizzando le dinamiche sociali e culturali che
circondano l'industria musicale, identificando sei tipologie di ascoltatori,
ognuno dei quali riflette una modalità di fruizione e una reazione specifica alla
musica. Questi tipi di ascoltatori includono:

1. L’esperto:
solitamente l’ascoltatore esperto è un musicista professionista, dotato di una
preparazione tecnica che gli permette di comprendere le strutture musicali del
brano. Non gli sfugge nulla e si rende conto in ogni istante di cosa sta
ascoltando. Non è detto però che abbia la qualità e la capacità di intendere la
musica come “linguaggio” nelle sue risonanze interiori e culturali.
2. Il buon ascoltatore:
è in grado di percepire istintivamente la logica immanente della musica ed è in
grado di coglierne il prestigio.
Non è del tutto consapevole delle implicazioni tecniche e strutturali, le avverte
in modo inconscio.
«Capisce la musica all’incirca come uno capisce la propria lingua, anche se
sa poco o niente della grammatica e della sintassi».

3. Il comsumatore di cultura:
colleziona dischi, è informato su ogni particolare biografico e nozionistico,
ascolta molto e in alcuni casi è insaziabile, va sempre ai concerti dando
giudizi positivi o negativi sulle esecuzioni. Rispetta la musica in quanto bene
culturale, spesso come qualcosa che bisogna conoscere per il proprio
prestigio sociale: tale atteggiamento va dalla sensazione di un serio impegno,
fino al volgare snobismo.
È l’uomo dell’apprezzamento, il piacere di ciò che la musica gli dà supera il
piacere della musica stessa, intesa come opera d’arte che esige tutto il suo
impegno. «Gli incutono rispetto la tecnica, il mezzo fine a se stesso, e in
tal senso egli non è affatto lontano dall’ascolto massificato oggi diffuso. Però
si atteggia a nemico della massa, a uomo d’élite». Conformista e
convenzionalista è quasi sempre ostile alla nuova musica e infuria contro
“questa robaccia”.
4. L’ ascoltatore emotivo:
non vuole sapere nulla sulla musica e preferisce abbandonarsi al flusso
sonoro. La musica ha una funzione liberatrice e diviene un mezzo attraverso il
quale esprimere tutte le proprie emozioni o da essa trarre quelle stesse
emozioni di cui sente la mancanza.
Questo ascoltatore ha reazioni emotive forti durante l’ascolto, ad esempio può
piangere facilmente, ma si rifiuta di approfondire la conoscenza di ciò che sta
ascoltando.
5. L’ ascoltatore risentito
si suddivide in due categorie: colui che ascolta solo musica preromantica,
disprezzando tutto il resto e il fan del Jazz. Sono esperti, ottusamente settari
che vigilano sull’assoluta fedeltà esecutiva, attenti che non ci si discosti dal
minimo particolare, alla ricerca di un ideale fine a se stesso. Il primo ama
Bach e Vivaldi che ritiene immuni dalla mercificazione; il secondo polemizza
contro il Jazz commerciale e la musica leggera e non prende neppure in
considerazione la musica classica o romantica.
Entrambi rimangono vincolati all’interno di un ambito molto ristretto e ignorano
interi settori musicali che invece sarebbe importante conoscere.
6. Chi ascolta musica per passatempo:
è il gruppo più numeroso e dal punto di vista sociologico quello di maggior
importanza. Secondo Adorno: «l’ascoltatore per passatempo è l’oggetto
dell’industria culturale, vuoi che questa gli si adegui, vuoi che sia lei stessa a
crearlo o a metterlo in luce».
La musica per lui non è nesso significante, ogni critica o approfondimento gli è
estraneo, è solo fonte di stimoli come per l’ascoltatore emotivo, ma il tutto è
appiattito dal bisogno di musica intesa come comfort che aiuti a distrarsi.
Ad esempio, si lascia sommergere dalla musica trasmessa dai mass-media
come radio, cinema e televisione, senza ascoltare sul serio. Questo tipo di
ascolto è paragonato all’atto di fumare: viene definito più dal disagio che si
prova quando si spegne la sigaretta che dal godimento che si prova finché è
accesa.
Questi sei tipi di ascoltatori di Adorno rappresentano le diverse modalità di
reazione alla musica nella società contemporanea. L'analisi di Adorno si basa
sulla sua critica all'industria musicale commerciale, sostenendo che la
commercializzazione e la standardizzazione della musica ne minacciano la
qualità e l'autenticità artistica. Egli sottolinea l'importanza di un ascolto critico
che consideri le influenze sociali e culturali, incoraggiando gli ascoltatori a
sviluppare un apprezzamento musicale che vada oltre gli schemi
preconfezionati e la musica di massa.

In conclusione, considerando il pensiero dei due studiosi, Willems e Adorno e


nonostante si siano occupati di due ambiti sociali e musicali diversi e abbiano
lavorato in due contesti differenti, ritengo che il loro approccio e i loro metodi
di studio possano risultare in qualche modo complementari. Come detto in
precedenza, mentre Willems si concentra sull'educazione musicale e sullo
sviluppo del soggetto, della persona, attraverso l'ascolto attivo, l'esperienza
diretta e la partecipazione creativa, Adorno, invece, si preoccupa dell'effetto
dell'industria musicale, commerciale sulla società moderna sottolineando la
necessità di un ascolto critico per preservare l'autenticità e la qualità artistica
della musica. La complementarietà dei due pensieri, scaturisce, a mio avviso,
dal fatto che proponendo Willems una formazione musicale per ogni bambino
fin dalla più tenera età, egli intenda puntare allo sviluppo di una personalità
consapevole e poliedrica. Un’educazione di questo tipo, consentirebbe, nel
tempo, la formazione di una società più consapevole sotto il profilo
dell’ascolto musicale, della conoscenza della musica e della competenza
utilizzata nel fruirne. Tale modello di società, di certo non irrealizzabile, è
esattamente in antitesi con quella criticata da Adorno nelle sue opere. Se il
modello di Willems venisse realizzato nelle società odierne, la “critica” di
Adorno non avrebbe quasi ragion d’essere, o lo sarebbe, quanto meno, con
funzione di continua attenzione a non retrocedere o sconfinare, da parte di chi
“produce” la musica verso spazi e territori dozzinali, abbassando o tenendo
volutamente basso, sia il livello della produzione musicale, sia quello culturale
e sociale del fruitore medio.
Tuttavia nella nostra società, almeno quella italiana, notiamo purtroppo gli
effetti della quasi totale mancanza di una reale presa di coscienza rispetto a
questi argomenti; l’azienda della “produzione musicale” ci propina un prodotto
che purtroppo, spesso, dal punto di vista culturale, è in decrescita piuttosto
che in crescita.

Emanuele Augusto

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