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Tema sulla musica e i giovani: riflessione iniziale

Ritratto di Ludwig van Beethoven — Fonte:  Ansa


La costante presenza della musica nella nostra vitaSe sei alla ricerca di uno spunto per scrivere
un tema sulla musica, ti accorgerai che sono così tanti che probabilmente non saprai
nemmeno da dove cominciare. Il primo arriva dal grande Ludwig van Beethoven, che disse:
«La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. Ogni elemento elettrico
eccita lo spirito a fluide effuse creazioni musicali. Il mio temperamento è elettrico»
(Quaderni di conversazione). La musica, potremmo vivere senza la sua forza? Pensa: così
come tutte le persone ridono, perché ridere è proprio dell’uomo, non esiste un’unica
popolazione sul nostro pianeta che non abbia una propria tradizione musicale. Siamo
quotidianamente non solo bombardati di immagini, ma anche di musica: pensa ai centri
commerciali, ai locali, alle feste, a quella che usiamo iniettandola quasi in endovena dal
cellulare, con cui ci isoliamo dal mondo. Cerchiamo di creare almeno dalle linee da seguire,
partendo da alcune domande preliminari cui puoi rispondere in un foglio di brutta.         
1. Quanto tempo al giorno ascolti musica? Come, dove e quando?
2. Quali sono i musicisti che prediligi e qual è il loro genere?
3. Quali sensazioni provi quando ascolti un brano?
4. Ascolti in modo curioso, spulciando qua e là, cercando pezzi nuovi, oppure ti concentri solo
sugli artisti che conosci e prediligi?
5. Vai spesso a concerti? Se sì, quali in particolare?
6. Che idea hai del fenomeno ‘concerto’?
7. Se parli con qualcuno che ha gusti musicali diversi dai tuoi, come reagisci?
8. Sai suonare uno strumento musicale? Se sì, quale. Se no, perché non hai mai preso questa
idea in considerazione.
9. Ti identifichi particolarmente con qualche musicista, cantante, etc.?
10. Prova a descrivere cos’è la musica, come se fossi un filosofo (aiutati col dizionario e cerca
di integrare la definizione in base alla tua esperienza).
Prima di procedere leggi le regole per scrivere un buon tema di Italiano, punteggiatura ed
errori da non fare.    
Fatto questo, metti tutto da parte e leggi gli spunti che ti offro.       

2Tema sull'importanza della musica per i giovani: spunti e


articoli da considerare
Approfondisci
La Metafisica di Aristotele

La musica nella filosofia classica e nell'antica GreciaNel fornirti questo materiale, non posso tradire la

mia esperienza di musicista classico. Da lì voglio partire, per arrivare, rapidamente, ai


giorni nostri. La nostra tradizione musicale parte dalla Grecia antica, quella di Archimede,
di Aristotele e Platone, dei poeti ‘lirici’, perché alle poesie accompagnavano il suono della
lira. Essere musicisti e poeti era un dono degli dei e si teneva in grande considerazione chi
sapesse suonare e comporre. A porsi il problema dell’utilità o meno della musica per
l’educazione dei giovani furono Platone e Aristotele. Il primo le dedicò una riflessione
bellissima, poiché vi vedeva un che di sfuggente; il secondo, riprendendo alcune idee
platoniche, ha indicato alcuni elementi che ti riporto.  
La riflessione di Aristotele sull'utilità della musicaNoi accettiamo la distinzione, fatta da alcuni filosofi, tra
melodie aventi un contenuto morale, quelle stimolanti all’azione e quelle suscitatrici di entusiasmo;
in esatta corrispondenza vengono classificate le armonie. A ciò si aggiunga che secondo noi
la musica non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi
molteplici, poiché può servire per l’educazione, per procurare la catarsi (...) e in terzo luogo per il
riposo, il sollevamento dell’animo e la sospensione dalle fatiche. Da tutte queste considerazioni
evidentemente risulta che bisogna far uso di tutte le armonie, ma non di tutte allo stesso modo,
impiegando per l’educazione quelle che hanno un maggiore contenuto morale, per l’ascolto di
musiche eseguite da altri quelle che incitano all’azione o ispirano la commozione. E
queste emozioni come pietà, paura  ed entusiasmo, che in alcuni hanno una forte risonanza, si
manifestano però in tutti, sebbene in alcuni di più e in altri di meno. E tuttavia vediamo che quando
alcuni, che sono fortemente scossi da esse, odono canti sacri che impressionano l’anima, allora si
trovano nelle condizioni di chi è stato risanato o purificato. La stessa cosa vale necessariamente
anche per i sentimenti e gli affetti di cui abbiamo parlato, che possono prodursi in chiunque per
provare una purificazione ed un piacevole alleggerimento. Analogamente, le musiche
particolarmente adatte a produrre purificazione danno agli uomini una innocente gioia.
(Aristotele, Politica, 7, 1341b 32 - 1342a 16, trad. di Augusto Viano).   
Il rapporto dell'uomo con la musicaPer quanto antico, Aristotele coglie nel segno alcuni punti
davvero cruciali del rapporto dell’uomo con la musica: essa ispira le nostre sensazioni, i
nostri sentimenti e condiziona il nostro umore. Potremmo quasi dire che, anche quando
fisicamente non l’ascoltiamo, già questa diversità di toni è dentro di noi. Ultimamente,
inoltre, si sta indagando molto sugli effetti della musica anche a livello terapeutico, quindi
davvero essa può essere considerata una medicina speciale; per cui, attenzione, può essere
anche strumentalizzata.  

Foto di Alessandro Baricco — Fonte: Ansa


Lo studio della musicaA questo proposito, c’è un libro molto interessante di Alessandro Baricco,
che si chiama L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin. Al di là di tutto, se non esiste un
popolo senza musica, vuol dire che dobbiamo fare i conti con lei, continuamente. Se sei un
musicista sai bene a cosa mi riferisco: vivi pensando continuamente alla musica, passi
interi pomeriggi a esercitarti, in una solitudine molto creativa che espande l’anima, la
mente e il cuore. Magari suoni insieme agli altri: io ricordo che quando suonavo in duo con
una cantante o un violinista, mi sembrava di comunicare a un livello che nessuna parola
avrebbe saputo esprimere. Non a caso, per Dante, l’Inferno era il luogo del chiasso
assordante, mentre il Paradiso dei canti angelici, delle melodie più pure mai ascoltate. Ma
la musica è esigente: se vuoi studiarla, devi passare molto tempo da solo, ed è tempo della
tua vita; tempo speso da solo.   
Glenn Gould e la solitudine del musicistaSu questa solitudine del musicista non posso non citarti un

grandissimo artista, un pianista chiamato Glenn Gould (1932-1982), che dice «Non è che io


sia asociale, ma credo che se un artista vuole utilizzare il cervello per un lavoro creativo, ciò
che si chiama autodisciplina – che non è altro che un modo per sottrarsi alla società – sia
assolutamente indispensabile». (da libro No, non sono un eccentrico). Lui fu un
grandissimo esecutore di Bach, padre della musica occidentale, che ti consiglio di
approfondire. Dicevamo: creatività e solitudine; è la stessa di quando in cuffia ascoltiamo le
nostre canzoni, o di quando ci chiudiamo in camera per affogare il dolore di una giornata
storta? In parte sì, in parte no: prova a cogliere le sfumature di questa particolare
solitudine.

Appunti
Johann Sebastian Bach: vita e opere

Il potere socio-culturale della musicaCambiando argomento la musica è stata

spesso strumentalizzata dai poteri forti, ma anche ad essa si sono associati


molti cambiamenti sociali, basti pensare alla musica pop e anche a tutti i generi
musicali (rap, reggae, soul, rock, hard rock, punk, prog, jazz, metal, new wave, dark wave,
house, etc.) che rappresentano non solo un filosofia della musica, ma anche una filosofia di
vita: la musica ha quindi rispecchiato fedelmente il percorso dell’uomo, per la sua capacità
di coinvolgere le persone nella propria interiorità.   
Il problematico rapporto tra i giovani e la musicaTornando al rapporto tra giovani e musica, voglio farti
fare alcune riflessioni. Partiamo dall’educazione musicale. Infatti almeno in Italia il
problema è che, mentre studiamo Letteratura, Storia, Arte a scuola, non studiamo più la
musica; chi vuole, deve dedicare altre ore della sua giornata. Almeno, in Italia è così. Come
se fosse un surplus e non fosse invece fondamentale per la nostra crescita. Soltanto alle
elementari e alle medie si studia, magari con le tastierine e i flauti; ma non basta. Occorre
riproporre la musica come una delle discipline più complesse e affascinanti che l’uomo abbia
ideato. Quindi oserei dire che i giovani di oggi hanno un rapporto con la musica troppo
passivo perché, non studiando musica, tendono solo a subire gli ascolti senza affinare
davvero i propri gusti: l’obiettivo è migliorare questo punto. La musica è indubbiamente
uno spazio in cui i giovani si sentono a proprio agio: possono esprimersi liberamente. Pensa
poi alle serate in discoteca, ai balli latini, etc.: anche questo è un aspetto da mettere in
rilievo sul rapporto giovani-musica

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