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CAPITOLO 2: GLI ANIMALI E IL LINGUAGGIO UMANO

Esistono innumerevoli storie che raccontano di creature parlanti. Sappiamo che alcuni animali sono capaci
di comunicare con altri individui della loro stessa specie.

1 I SEGNALI DI COMUNICAZIONE E DI INFORMAZIONE


Dobbiamo fare una distinzione tra i veri segnali di comunicazione e quelli che possono essere segnali di
informazione non intenzionali. Chi ci osserva mentre parliamo può ricavare informazioni su di attraverso
vari segnali che noi non inviamo tradizionalmente. Quando usiamo la lingua per dire qualcosa si può
ritenere che stiamo comunicando qualcosa in modo intenzionale. Gli uomini sono capaci di emettere suoni e
sillabe in un flusso di discorso che non sembra avere uno scopo comunicativo. Queste emissioni sonore
somigliano a una lingua, ma in assenza di volontà da parte del parlante non costituiscono una forma di
comunicazione intenzionale. Quando parliamo di differenze tra il linguaggio umano e la comunicazione
animale intendiamo osservare ambedue dal punto di vista delle loro possibilità in termini di comunicazione
intenzionale.

2 LE PROPRIETA’ DEL LINGUAGGIO UMANO


Anche se tendiamo a pensare alla comunicazione come alla principale funzione del linguaggio umano,
questa non è la sua caratteristica esclusiva. Tutti gli esseri viventi comunicano in qualche modo. Possiamo
immaginare che gli esseri viventi non riflettano sulla maniera in cui producono messaggi per comunicare e
non stiano ad analizzare se e come essi funzionano. Gli umani sono chiaramente capaci di ragionare sul
linguaggio e sui suoi usi. Questo si chiama RIFLESSIVITA’. Si riferisce al fatto che usiamo il linguaggio
per pensare al linguaggio e per parlarne, ed è un tratto esclusivo del linguaggio umano. Senza la riflessività
non potremmo riflettere sulle altre proprietà del linguaggio umano e nemmeno identificarle.

2.1 Dislocazione
Chi usa il linguaggio è in grado di solito di produrre messaggi. Gli esseri umani possono riferirsi al tempo
passato e futuro. Questa proprietà del linguaggio si chiama dislocazione e consente agli utenti del linguaggio
di parlare di cose e luoghi che non possiamo essere certi che esistano.

2.2 Arbitrarietà
E’ vero in linea generale che tra una forma linguistica e il suo significato non c’è una connessione naturale.
La connessione è arbitraria. La forma linguistica non ha alcun rapporto naturale o iconico con l’oggetto che
esiste nel mondo reale. Questa caratteristica si definisce arbitrarietà. Nelle lingue ci sono alcune parole il cui
suono sembra un eco del suono di oggetti o azioni che presentano un rapporto meno arbitrario tra suono e
significato. Queste parole onomatopeiche sono rare nelle lingue umane.
2.3 Trasmissione culturale
Dai propri genitori si possono ereditare caratteristiche somatiche ma non si eredità la lingua. La lingua si
acquisisce nell’ambito di una cultura dagli altri parlanti e non dal patrimonio genetico dei genitori. Questo
processo è detto trasmissione culturale. Il modello generale della comunicazione animale prevede che i
piccoli nascano già dotati di un insieme di specifici segnali che vengono prodotti istintivamente. I piccoli
umani che crescono in isolamento non producono alcun linguaggio “istintivo”.

2.4 Produttività
Gli esseri umani creano continuamente nuove espressioni e nuove frasi manipolando le loro risorse
linguistiche per descrivere nuovi oggetti e nuove situazioni. Questa proprietà è stata chiamata produttività e
significa che il numero potenziale di enunciati è infinito per ogni lingua umana. I sistemi delle
comunicazioni delle altre specie non sono fatti nello stesso modo. L’assenza di produttività nella
comunicazione animale si può definire referenza fisica. Ogni segnale del sistema di comunicazione delle
specie non umane è fisso. Ciò è particolarmente vero nei segnali a base olfattiva. Tre i nostri parenti più
prossimi vi sono i lemuri che hanno soltanto tre richiami fondamentali. Un essere umano è ben capace di
creare un nuovo segnale dopo una sorpresa iniziale.
2.5 Doppia Articolazione
Il linguaggio umano è organizzato contemporaneamente su due livelli o piani. Questa caratteristica si
chiama “doppia articolazione”. Nella produzione della lingua, abbiamo un livello materiale in cui possiamo
produrre singoli suoni. Se disponiamo questi suoni in una combinazione particolare abbiamo un secondo
livello che produce un significato. A un livello abbiamo solo suoni distinti e dall’altro anche significati
distinti. Questa dualità di livelli è una delle caratteristiche più economiche del linguaggio umano in quanto
siamo in grado di produrre un numero molto grande di combinazioni di suoni che hanno significati distinti.
Nelle altre specie ogni segnale comunicativo sembra essere una forma fisse che non può essere suddivisa in
parti distinte.

3 PARLARE CON GLI ANIMALI


Se queste cinque proprietà del linguaggio umano ne fanno un sistema di comunicazione così unico, sembra
estremamente improbabile che altri animali possano comprenderlo. Alcune persone si comportano come se
ciò non fosse vero. L’animale mostra un particolare comportamento in risposta a un particolare stimolo
sonoro o rumore senza capire il significato delle parole presenti nel rumore. Se sembra difficile immaginare
animali che capiscono il linguaggio umano, appare più improbabile che un animale sia in grado di produrre
messaggi nel linguaggio umano. Non osserviamo animali di una specie che imparano a produrre i messaggi
di un’altra specie.

4 GLI SCIMPANZE’ E IL LINGUAGGIO


L’idea di allevare bambini e scimpanzè può sembrare da incubo ma è stato fatto in un primo tentativo di
insegnare a uno scimpanzè a usare il linguaggio umano. Negli anni ’30 due scienziati pubblicarono il loro
esperimento di allevare un piccolo scimpanzè insieme al bambino. Lo scimpanzè era in grado di capire un
centinaio di parole ma non ne diceva nessuna. Ora è chiaro che i primati non umani non hanno un tratto
vocale adatto alla produzione di suoni linguistici umani. Altre grandi scimmie possono comunicare per
mezzo di una vasta gamma di richiami vocali ma non possono produrre suoni umani.

4.1 Washoe
Un’altra coppia di scienziati cercò di insegnare a uno scimpanzè di nome Washoe una versione
dell’American Sign Language. Questo linguaggio gestuale ha tutte le proprietà fondamentali del linguaggio
umano e viene appreso come lingua prima naturale da molti bambini affetti da sordità congenita. I Gardner e
i loro assistenti allevarono Washoe come una bambina e quando era presente usavano il linguaggio dei
segni. Dopo tre anni e mezzo Washoe giunse ad usare segni per più di 100 parole. Alcune delle forme usate
sembrano essere invenzioni di Washoe, che sembrerebbero indicare che il suo sistema era potenzialmente
produttivo. Washoe mostrò di comprendere un numero di segni molto più grandi di quelli che produceva ed
era capace di tenere delle conversazioni elementari.

4.2 Sarah e Lana


Gli studiosi Ann e David Premack insegnavano ad un’altra scimpanzè l’uso di un insieme di figure di
plastica allo scopo di comunicare con gli umani. Queste figure rappresentavano delle parole che potevano
essere ordinate per formare delle “frasi”. Questa scimpanzè si chiamava Sarah e preferiva ordinare le figure
verticalmente. Sarah non veniva trattata come una bimba e fu sistematicamente addestrata ad associare le
figure di plastica ad oggetti o ad azioni. Sarah era in grado di formare frasi e aveva la straordinaria capacità
di comprendere figure complesse. Un’analoga tecnica fu impiegata da Duane Rumbaugh per addestrare
Lana. Il linguaggio fu chiamato yerkish e consisteva di un insieme di simboli riportati su una grande tastiera
collegata con un computer.

4.3 La controversia
Sia Sarah che Lana mostrarono la capacità di impiegare quelle che sembrano essere parole-simbolo e
semplici strutture in modo che somiglia superficialmente all’uso dell’linguaggio. Esiste un diffuso
scetticismo a proposito di queste apparenti abilità linguistiche. Quando Lana usava un simbolo non doveva
capirne necessariamente il significato. Questo è solo uno dei diversi argomenti che sono stati adotti contro
l’ipotesi che l’uso di segni e simboli da parte di questi scimpanzè sia analogo all’uso del linguaggio. Herbert
Terrace ha affermato che gli scimpanzè producono segni come semplici risposte alle richieste degli umani e
tendono a ripetere i segni che questi usano. Il comportamento degli scimpanzè viene visto come una risposta
condizionata a stimoli forniti dai loro addestratori umani. Herbert conclude che gli scimpanzè sono creature
intelligenti.

4.4 Kanzi
Mentre Sue Savage- Rumbaugh tentava di addestrare un bonobo ad usare i simboli dello yerkish, Kanzi
stava sempre con lei. Kanzi cominciò ad usare spontaneamente con gran disinvoltura il sistema di simboli.
Kanzi sviluppò un ricco vocabolario di simboli. A otto anni aveva la capacità di capire l’inglese parlato da
un bambino di 2 anni e mezzo.

5. L’USO DEL LINGUAGGIO


Ci sono almeno due modi di considerare l’uso del linguaggio. In senso lato, il linguaggio funge da sistema di
comunicazione in situazioni differenti. In una data situazione, osserviamo il comportamento di un essere
umano di due anni che interagisce con genitori o educatori come esempio di “uso dell’linguaggio”. In un
altro tipo, osserviamo un comportamento da parte di scimpanzè che interagiscono con umani. Dietro
all’attività comunicativa di una bimba o di un bimbo di due anni c’è la capacità di sviluppare un complesso
sistema di suoni e strutture, oltre a processi di calcolo, grazie a cui potrà produrre discorsi complessi
contenenti un numero infinito di enunciati sempre nuovi. Possiamo dire che il linguaggio è esclusivo della
specie umana.

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