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BASIC DESIGN

Prof. Maurizio Corrado

PERCEZIONI
Il nostro cervello non si è evoluto per conoscere la realtà
si è evoluto per sopravvivere.

Ci siamo evoluti per percepire


quello che in passato ci è stato utile percepire.
Vedere la realtà con accuratezza non serve alla sopravvivenza,
anzi potrebbe essere un impedimento.

NOI NON VEDIAMO MAI LA REALTA’, E QUESTO E’ UN BENE.


DIVENTA UN PROBLEMA SE SIAMO CONVINTI DI VEDERLA DAVVERO
Il cervello si è evoluto per risolvere un solo problema: l’incertezza.
Risolvere l’incertezza è il principio unificante di tutti gli organismi
viventi. La motivazione biologica di molti dei nostri comportamenti è
diminuire l’incertezza attraverso imposizione di regole.
Ma cercando certezze, perdiamo libertà.
Sotto al lampione, un uomo cerca qualcosa. Cosa cerca? Le chiavi.
Dove le sono cadute? Laggiù. Allora perché le cerca qui?
Perché questo è l’unico posto dove riesco a vedere.
Al cervello servono i contrasti, le differenze, solo paragonando le
cose siamo in grado di costruire relazioni e percepire il mondo.

Febbraio 2014, una fotografia postata su Tumblr diventa virale.


In Scozia c’è un matrimonio. La madre della sposa spedisce alla figlia
la foto dell’abito che vuole indossare.
Il vestito è bianco e oro o blu e nero? #TheDress
Le informazioni che ci arrivano dall’esterno sono prive di significato.
In sé, sono solo energia, molecole, atomi.
Il cervello elabora le informazioni e ci restituisce un racconto con un
senso che noi chiamiamo realtà.

Il significato che diamo a una cosa non equivale alla cosa in sé.

Quello che percepiamo di una cosa/persona/fatto


esiste solo dentro di noi

QUELLO CHE PERCEPIAMO DEL MONDO NON ESISTE

SI MO N I A CRE RE
I SI IFIC TO E LE OSE
Il cervello genera il senso delle cose in base alla memoria
ciò che è successo nella mia vita e durante quella della mia specie

un gruppo di molecole diventa profumo di tagliatelle

una vibrazione sonora diventa la voce di una persona che mi piace

un tono di luce diventa il rosso di una rosa


La nostra capacità di percepire il mondo ha dei limiti.
È come fossimo dentro ad una roulotte,
il mondo ci arriva attraverso cinque finestre, quelle dei sensi.
Possiamo muovere la roulotte, ma non possiamo uscire.
Ogni essere vivente è dentro alla sua roulotte e ha sviluppato i suoi
sensi per sopravvivere al meglio nel suo ambiente.

Le renne vedono la luce ultravioletta perché mangiano i licheni che


non la riflettono. Gli uccelli hanno il doppio dei ricettori per il colore
rispetto a noi. Quello che per noi è un cielo azzurro, per loro, come
per le api e i bombi, che percepiscono anche la polarizzazione della
luce, è una mappa visiva in cui poter riconoscere vibrazioni, vie, zone
diverse, in cui potersi orientare in un modo per noi impossibile.
La realtà è in costante trasformazione, per questo
il cervello si è evoluto per percepire il movimento,
il cambiamento.

Il cervello lavora con le esperienze del suo arco di vita,


il passato determina la sua struttura fisica
e il nostro modo di pensare e comportarci.
Maggiori sono i contatti col mondo,
più ricco sarà il repertorio di risposte che siamo in grado di dare.

Essere attivi è necessario.


L’esperimento del gatto in scatola.
Due gattini, uno in una scatola fermo, l’altro si
può muovere. Lo spazio che vedono è lo
stesso, ma uno lo vive muovendosi,
sperimentandolo, l’altro è trasportato, non fa
nulla. Lasciati liberi, il gatto in scatola non è
in grado di fare nessuna scelta, continua a
rimanere fermo e spaventato, l’altro, abituato
a muoversi, non ha nessun problema.

Tutte le forme di vita cercano di adattarsi cercando modi per


sopravvivere, alcuni semplici, altri innovativi, come usare le orecchie
per vedere. Per questo è fondamentale avere un’attitudine attiva.
Possiamo cambiare il nostro cervello.
L’ecologia è l’interazione fra un organismo e il suo ambiente.
La nostra ecologia modifica il nostro cervello.

Se cambiamo l’ambiente, cambiamo il nostro cervello.

Il cervello diventa più efficace in un ambiente ricco di diversità,


più debole in un ambiente povero di diversità.
Il cervello funziona come un muscolo.
O lo usi, o lo perdi.
Come cambia il singolo cervello
cambia anche il cervello culturale collettivo.

Nella primavera del 1913 a Parigi va in scena la Sagra della Primavera


di Igor Stravinskij. L’opera è talmente fuori dalle abitudini sonore che
provoca un vero tumulto, quando gli spettatori infuriati cominciano a
prendersi a pugni, interviene la polizia.
Due mesi dopo, a Londra, il pubblico ha già evidentemente digerito
l’innovazione e tutto fila liscio.
IL CONTESTO E’ TUTTO
Il cervello è un apparato connettivo, si occupa di relazioni,
gli interessano soltanto i cambiamenti, le differenze, i contrasti.
Percepiamo lo spazio in maniera utile, per indirizzare l’azione.
Percepiamo per agire, per rispondere in maniera utile alla nostra
sopravvivenza/benessere/vita.
Al cervello non interessa la precisione, interessa la sopravvivenza.
Solo il 10% delle informazioni che il cervello utilizza per vedere
derivano dagli occhi. L’altro 90% deriva da altre zone del cervello.
Ciò che vediamo deriva dalla sofisticata rete neurale che conferisce
senso alle informazioni visive.

Non solo non vediamo la realtà, ma vediamo cose che non ci sono.

Leggete quello che vedete:

CH C SA S ATE G NDO?
CH C SA S ATE G NDO?

CHE COSA STATE LEGGENDO?


CH C SA S ATE G NDO?

CHE COSA STATE SOGNANDO?


Immaginare
sognare / raccontare
cambia la vita
Possiamo usare il cervello per cambiare il cervello

Le narrazioni che immaginiamo ci possono cambiare profondamente

Attraverso l’immaginazione di storie creiamo percezioni


che alterano i nostri futuri comportamenti.
Questo è uno degli scopi della coscienza:
immaginare esperienze senza il rischio di metterle in atto.
Dato che il cervello non si è evoluto per vedere la realtà, abbiamo un
controllo diretto su ciò che in effetti vediamo.

Per il cervello,
immaginare visivamente delle cose non è differente dal vederle.
A livello neurocellulare, sono entrambe esperite fisicamente.
Immaginazione motoria / simulazione mentale / ripasso cognitivo

Gli atleti passano tempo a visionare filmati del proprio sport.

Sesso reale e immaginato/virtuale attivano un flusso sanguigno


nelle stesse aree del cervello e del corpo.
Immaginare
è progettare
Per approfondire: Beau Lotto, Percezioni, come il cervello costruisce il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2017

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