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La realtà non esiste ~ Alan Watts, Stephen Jourdain e Michael Talbot ... http://www.non-dualita.it/la-realta-non-esiste-alan-watts-stephen-jourd...

La realtà non esiste ~ Alan Watts, Stephen


Jourdain e Michael Talbot
I l t e s t o s eg u e n t e è t ra t t o d a u n d i s c o r s o d i A la n Wa t t s n e l 1 9 6 5 , i n t i t o la-
t o ‘ ’ N u o t a n d o s e n za t e s t a ’ ’ . E ’ s t a t o s t a m p a t o n e l l i b ro ‘ ’ Ta l k i n g ze n ’ ’ e
fa c eva p a r t e d i u n s e m i n a r i o s u l t a o i s m o a B i g S u r i n Ca l i fo r n i a .

L’arte di vivere è di agire nel mondo come se foste assenti: questa situazio-
ne è realmente costruita nella Lsiologia stessa del nostro corpo. Vi faccio
una semplice domanda: -Che colore ha la vostra testa dal punto di vista
dei vostri stessi occhi?

Percepite che la vostra testa è scura o che non ha un colore deLnibile;


all’esterno poi vedete il vostro campo visivo come fosse un’ovale, poiché i
vostri occhi funzionano come due centri di un’ellisse. Cosa c’è tuttavia al di
là del campo visivo? Di che colore è il luogo in cui non potete vedere nul-
la?…

Non c’è aVatto colore al di là del campo visivo e il carattere cinese hsuan
(profondo, oscuro) si riferisce a questo tipo di ‘’non-colore’’ che è il colore
della vostra testa, dal punto di vista dei vostri occhi. Forse potremmo dire
che l’invisibilità della propria testa, in un certo senso la mancanza di una
testa è il segreto dell’essere vivi.

Essere senza testa (non avere una testa nel senso a cui mi riferisco ora) è il
nostro modo di parlare dell’espressione cinese wu hsin ossia ‘senza mente’.

Infatti se volete vedere l’interno della vostra testa, tutto quello che dovete
fare è tenere gli occhi ben aperti, perché tutto quello che esperimentate
nel campo visivo esterno è uno stato del vostro cervello.

Tutti i colori e le forme che voi vedete, sono il modo in cui i neuroni del cer-
vello traducono gli impulsi elettrici nel mondo esterno, fuori dall’involucro
corporeo, all’esterno cioè della nostra pelle. Essi producono ciò che avvie-
ne in impulsi che a noi appaiono come forme e colori. Forme e colori sono
dunque stati dei nostri neuroni, quindi ciò che vedete quando i vostri occhi
sono aperti è quello che succede all’interno della vostra testa. (N.d.T. Pri-
bram grande neuroLsiologo, aVerma che il mondo è nelle nostre retine, non
al di fuori). Voi non vedete il vostro cervello come una struttura ondulatoria
interna, vedete il vostro cervello in cio’ che appare come esterno a voi!

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In tal modo il ‘’vuoto’’ della vostra testa è la condizione per vedere qualcosa
e la trasparenza del cristallino degli occhi è la condizione per vedere colore
e forma.

Il mistico del 13 °secolo Meister Eckart diceva: “Poiché il mio occhio non ha
colore, può discernere il colore”. Questa è una riaVermazione dell’idea fon-
damentale taoista dell’essere assenti come condizione dell’essere presenti.

Q u e l lo c h e s eg u e è t ra t t o d a ‘ M i s t i c i s m o e n u ova L s i c a ’ d i M i c h a e l Ta l -
bot

Secondo la nuova Lsica non esiste un mondo ’’là fuori ’’. La coscienza crea
tutto questo. Non c’è limite ai meccanismi di coscienza che strutturano una
realtà. Cosi’ come la mente puo’ alterare il super-ologramma (vedi paradig-
ma olograLco) della realtà, così puo’ anche creare realtà interamente nuo-
ve. Il meccanismo che struttura la realtà è associato al sistema nervoso
umano e cio’ si eVettua considerando il cervello umano come se fosse un
biocomputer. Cosi’ anche vari metodi di yoga o controllo mentale sono viste
come dischetti usati per raggiungere porzioni del sistema nervoso umano
che struttura la realtà.

Keith Floyd in ’’Of time and mind’’ asserisce:- E’ assai plausibile che un neu-
rochirurgo non possa mai trovare la sede della coscienza, poiché essa non
implica uno o piu’ organi, ma l’interazione di campi d’energia all’interno del
cervello. I neuroLsiologhi non troveranno quello che cercano al di fuori del-
la loro coscienza, poiché quello che cercano è cio’ che sta cercando. –

Come in un ologramma la coscienza contiene in ogni singola parte il pro-


gramma del tutto.

K. Floyd propone che un modello olograLco di coscienza possa spiegare


chiaramente i processi di memoria, percezione e immaginazione. Se questo
ologramma organico non puo’ processare percezioni in 3D creerà la pro-
pria realtà da percepire/concepire.

Individui posti in camere, private totalmente dalle sensazioni, cominciano


ad allucinare e sintetizzare le loro realtà interne. Se la mente umana è ta-
gliata fuori dal cosiddetto mondo Lsico, ha la proprietà notevole di creare
il proprio mondo. Come dice John Lilly, l’universo è soltanto un pacco di
moduli di energia neuronale accesi nella nostra testa.
Non-dualità
La realtàQuindi
naturale non c’è molta diVerenza tra queste allucinazioni e cio’ che perce-

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piamo come realtà esterna.

Cio’ vale a dire che tutti i mondi sono nella mente.

Il neuroLsiologo Karl Pribram di Stanford ipotizza anch’egli un modello olo-


graLco di coscienza. Le rappresentazioni olograLche sono incredibili mec-
canismi associativi.

K. Floyd pensa che l’area immediatamente posteriore al chiasma ottico sia


la sede della placca olograLca neuronale. La ghiandola pituitaria, il talamo,
l’ipotalamo e la ghiandola pineale sono associate al senso di essere co-
scienti. La ghiandola pineale, sensibile alla luce è simile alla retina dell’oc-
chio e sembra servire a costruire percezioni e memoria.(il ‘terzo occhio ’
della tradizione orientale). Tuttavia se si recide questa ghiandola ad un to-
po, questo fa solo spostare il suo orologio biologico, niente di piu’. Quindi
questa placca olograLca che egli credeva fosse un organo è invece solo
una funzione. Di qui la comprensione che la coscienza è interazione di
campi d’energia all’interno del cervello.

Il Llosofo Charles Muses conclude: -Viviamo in un mondo proiettato di soli-


di ologrammi neuro-elettrici, un mondo di simulacri… le foglie, la monta-
gna… sono conLgurazioni di microscopiche, turbolente particelle/onde. –

Se vogliamo capire il fenomeno della visione collettiva, dobbiamo esamina-


re le nostre nozioni di realtà oggettiva. Fin dall’infanzia ci insegnano che c’è
un consenso alle nostre percezioni. Se uno vede qualcosa come albero, un
altro lo vedrà come tale: se c’è discordanza tra due osservatori sospettia-
mo giustamente che qualcosa non va. Questo perché crediamo che vi sia
un universo Lsico ’’là fuori’’.

Perché quest’urgenza di conformità di percezioni? Perché l’abbiamo inse-


gnato a noi stessi. Uno scienziato, J.R. Smithies fa notare che l’universo del
neonato è quasi allucinatorio, ma quando cresce egli impara ad ignorare
alcune realtà, considerate allucinatorie dagli adulti. Secondo Piaget (‘Il
bambino e la realtà’) la percezione è imparata, egli impara a vedere le for-
me geometriche, egli impara a vedere in 3D. L’abilità di percepire puo’ esse-
re innata, ma è chiaro che impariamo cosa percepire.

La mente umana non percepisce quello che è là, ma quello che crede sia là.
Vediamo perché la retina assorbe la luce e porta segnali al cervello e cosi’
Non-dualità
per altre sensazioni. Le retine non vedono i colori. Là fuori non ci sono né
La realtàluce, né colore, solo onde elettromagnetiche; là fuori non c’è né suono né
naturale

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musica, solo variazioni di pressione periodiche. Non siamo nati nel mondo,
siamo nati in qualcosa che creiamo come mondo- dice von Foerster.

L’ambiente che percepiamo è la nostra invenzione.

Nella speranza di trovare elettroni i Lsici hanno trovato quello che la co-
scienza voleva trovare.

Alexandra David-Neel, scrittrice inglese che visse in Tibet all’inizio del sec.
XX, racconta di studenti tibetani trovati morti dopo la cerimonia di visualiz-
zazioni del chöd.

Ne chiese la ragione ad un lama che le spiego’:-Quelli che sono morti furo-


no uccisi dalla paura. Le loro visualizzazioni erano la creazione della loro
immaginazione. Colui che non crede nei dèmoni non sarà mai ucciso da es-
si. Uno studente domando ’: – Allora se un uomo non crede nell’esistenza
delle tigri non sarà mai divorato da una di esse? –

Il lama replico’: – Le visualizzazioni o forme mentali volontarie o meno, sono


un processo misterioso. Cosa diventano queste creazioni? Forse che – co-
me bambini nati dalla carne- questi bambini della nostra mente, si separa-
no da noi, fuggono dal nostro controllo e recitano la propria parte? –

Lo scopo delle visualizzazioni della scuola tibetana vajrajana è di diventare


abili nel creare costruzioni mentali e poi farle sparire nel vuoto, …in modo
che la manifestazione non-duale della realtà sia trasformata da concetto
intellettuale in esperienza. La non-dualità non è solo creduta, ma sentita,
vissuta.

J.C. Pearce dice:-La nostra realtà è costruita da parole, perché la coscienza


crea la realtà e la coscienza come ce l’hanno insegnata a conoscerla, è ini-
zialmente sperimentata linguisticamente.

Le nostre menti creano una stabile somiglianza dei fatti e poi trovano con-
forto in questa stabilità. Sri Aurobindo dice:- L’apparente stabilità dei feno-
meni è data dalla costante ripetizione delle stesse vibrazioni e formazioni. –

Satprem (discepolo di Aurobindo) conferma che sono sempre le stesse lun-


ghezze d’onda a cui ci agganciamo inconsciamente, secondo le leggi (abi-
tudini) del nostro ambiente, della nostra educazione… ma in realtà tutto è
Non-dualità
un costante pusso d’energia.
La realtà naturale

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J.C. Pearce aVerma che la nostra costruzione della realtà diventa un uovo
cosmico che ci protegge dall’arbitrarietà delle nostre regole, essa è contin-
gente al fatto che noi la crediamo… ma non dobbiamo forzarci a non consi-
derare altre uova cosmiche. Il malinteso è credere che vi sia solo un uovo
cosmico giusto.

Come ci insegnano gli yogi vajrajana, nessun uovo è migliore di un altro.


Tutti i valori sono creati dalla mente. Per evitare un collasso emozionale
dobbiamo prendere la posizione dello yogi e sinceramente né credere né
non credere in ogni insieme di leggi.

Quali cambiamenti cio’ potrebbe produrre nel mondo da noi creato? Un


gruppo di storici potrebbe decidere quale genere di storia vuole trovare e
poi farne la scoperta. Forse un giorno la storia invece di essere scientiLca,
farà parte della letteratura fantastica.

Come dice don Juan (nei libri di Castaneda):- Le cose sono reali solo dopo
che si è imparato a mettersi d’accordo sulla loro realtà.

Abbiamo sognato il mondo e forse un giorno si scioglierà davanti a noi e


diventerà altrettanto allucinatorio quanto le prime percezioni di un neona-
to.

Satprem dice:-Ci sono due vie per uscire da questo uovo che ci oppri-
me…dormire( che equivale anche ad andare in estasi, meditare, ecc. ) o mo-
rire. Ma c’è una terza via, quella di svegliarci dal nostro sogno . –

Il noto Lsico J. Wheeler è d’accordo sul fatto che la mente è la forza operan-
te che rende il mondo manifesto… ed ha la capacità di trascendere il tempo
per cui l’atto di osservare puo’ alterare eventi che sono accaduti milioni di
anni prima.

Q u e l lo c h e s eg u e è t ra t t o d a a lc u n i d i a lo g h i d i S t e p h e n J o u rd a i n .

Stephen Jourdain:-Prima del risveglio ero rinchiuso in un’identità, quella


del soggetto interno che sta pensando a questo o a quello. Dopo il risve-
glio, il sogno si è dissolto ed ho scoperto che quello che ero realmente non
era mai riducibile ad una qualunque identità.

Quest’aVermazione porta lontano: si tratta del riLuto di dare una realtà


Non-dualità
oggettiva a qualunque situazione in cui venga a trovarmi. Non è poco. Cio
La realtà‘equivale
naturale a trattare l’ ‘io’ che pensa a questo o a quello – che sia una que-

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stione LlosoLca o un pensiero banale – come scevro di realtà intrinseca in


relazione a quello che sono veramente. Non c’è pericolo che mi chiuda in
una qualsiasi identità. –

Domanda: Cos’è per te la morte?

S.J.: – La morte è un pensiero. Quando hai svuotato la morte da qualsiasi


substrato oggettivo, da qualunque realtà, non può farti molta paura. E la
morte Lsica? Idem. Non credo all’esistenza di una realtà Lsica. Né intellet-
tualmente, né LlosoLcamente e soprattutto nelle mie sensazioni. Ignoro co-
sa sia il corpo Lsico. –

– Ma – mi dirai – avrai pure un corpo, degli organi! –

– No! Sono solo del ‘ sapere ’, (delle conoscenze) dei pensieri che si devono
cancellare – cosi’ come il cuore e la pallottola che lo traLgge, la mia morte,
l’universo. Tutto questo va sradicato e cosi’ la lavagna dov’è notato, deve
essere cancellata.

Gli occhi del pensiero sono occhi di vetro che non hanno mai visto nulla,
poiché non esistono. Si deve portare l’interlocutore davanti a questa perce-
zione del nulla. Un colpo di sciabola che poi deve essere esso stesso inclu-
so in quello che viene sciabolato. Allora si elimina tutto: l’essere, il nulla, il
domani, l’ieri, l’universo, dio, la storia. Purtroppo capirà intellettualmente,
non con la propria vita. –

Da un incontro di Stephen Jourdain con Roger Godel (autore di un libro


sull’esperienza della liberazione).

S.J.: -Abbiamo cominciato a parlare delle sigarette ‘gauloises’ esposte nella


tabaccheria di St. Cloud, (nei pressi di Parigi) la loro esistenza e non-esi-
stenza. Godel riLutava l’esistenza oggettiva di quei pacchetti di sigarette, il
che era sorprendente nel dire di uno scienziato (era cardiologo) come lui.
Non credeva ad un substrato oggettivo. Il virus allucinatorio dello stato di
coscienza abituale consiste inoltre nel credere ad una realtà oggettiva.
Dunque Godel non credeva né a de Gaulle, né alla sfericità della terra.

Tutto ciò è puro pensiero, nulla, un po’ dei propri pensieri che portano la
maschera della realtà. RiLutare l’esistenza di un pacchetto di sigarette si-
gniLca annientare tutto. –
Non-dualità
La realtà-Tutto questo è un sogno. Ogni istante, quello che designiamo all’esterno
naturale

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della nostra coscienza e che ci appare cosi’ reale, dotato di una realtà au-
tonoma, quello che percepiamo fuori di noi attraverso la Lnestra del nostro
pensiero, tutto cio’ è allucinatorio. Non c’è un atomo di realtà. E’ un feno-
meno immaginario. Sono eVetti soggettivi a cui la tua coscienza addor-
mentata, subdolamente, dà il marchio di una realtà autonoma e separata
da te. Ecco la caratteristica dell’allucinazione.

Sentire reale il tuo passato, l’avvenire, Parigi, come realtà separate da te è


essere allucinati, come il pazzo che cammina per strada e parla con un in-
terlocutore inesistente! Una volta fatta questa conversione enorme, non c’è
nulla di male se agiti le marionette e ti diverti.

Tuttavia si deve assolutamente percepire che la mia morte, io che produco


questi pensieri, il diplodocus, Carlo Magno, sono solo marionette agitate
dalla mia mente, ma in virtu’ di un’orribile malattia spirituale abbattutasi
miliardi di anni fa, cioè adesso, subito, su di me, la mia mente non sente più
le proprie dita che agitano la marionetta e la considera una realtà estra-
nea a se stessa. La distruzione deve essere enorme. Non si puo’ attaccare il
sogno solo per frammenti. Cosi’ come al mattino, il sogno sparisce total-
mente, quando si è svegli.

Il cosmo è una bolla che la nostra mente mantiene sosandola. Bisogna far
scoppiare la bolla.

La vita dell’uomo nello stato di cose ordinario, si snoda in seno ad una bol-
la soggettiva che egli contiene ed alimenta, una contraVazione dell’univer-
so che include un soggetto pensante. Quando si produce il clic!, la bolla
scoppia, poiché lo stato abituale di coscienza non ha alcuna solidità e puo’
scoppiare da un momento all’altro.

Il nucleo dell’allucinazione è solo la credenza assoluta nel fatto che io pro-


duco un pensiero e, pur avendo l’intuizione che non sono miei i pensieri,
conferisco loro uno statuto oggettivo, reale.


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    

Non-dualità
La realtà naturale

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