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Ludwig Feuerbach

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Ludwig Andreas Feuerbach (Landshut, 28 luglio 1804 –


Norimberga, 13 settembre 1872) è stato un filosofo tedesco tra i più
influenti critici della religione ed esponente della sinistra hegeliana.

Indice
Biografia
La filosofia di Feuerbach
Per la critica della filosofia hegeliana
Essenza del cristianesimo
Tesi provvisorie per la riforma della filosofia, Princìpi
della filosofia dell'avvenire
Essenza della religione Ludwig Feuerbach
Teogonia
Il mistero del sacrificio o l'uomo è ciò che mangia
Opere
Opere principali
Opere minori
Traduzioni italiane
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Biografia
Ludwig Feuerbach nacque il 28 luglio 1804 a Landshut, in Baviera, nella numerosa famiglia protestante di
Paul Johann Anselm Ritter von Feuerbach (1775–1833), giurista eminente e professore di diritto a Jena e a
Kiel che, con la scomparsa dalla scena politica europea di Napoleone, mise da parte i suoi trascorsi
progressisti e nel 1814 fu nominato presidente della Corte di Appello di Bamberga e nel 1817 di quella di
Ansbach. Non approvò mai la scelta di Ludwig di dedicarsi alla filosofia, a differenza della madre, Eva
Wilhelmine Tröster (1774-1852), che vantava ascendenti nobili, imparentati con il duca Ernesto Augusto I
di Sassonia-Weimar ed era seconda cugina del granduca Carlo Augusto di Sassonia-Weimar-Eisenach.
Dei quattro fratelli di Ludwig, Joseph Anselm (1798–1851) diventerà archeologo e sarà padre
dell'importante pittore, amante degli ideali classici e dell'Italia, Anselm Feuerbach, Edward (1803–1843)
seguirà le orme del padre, ottenendo la cattedra di diritto a Erlangen, Karl (1800–1834) coltiverà gli studi
matematici con successo, tanto da scoprire il teorema che porta il suo nome, mentre il fratello minore
Friedrich Heinrich (1806–1880), studente di indologia e sanscrito con Friedrich Rückert, Christian Lassen e
August Wilhelm Schlegel, diventerà un valido filologo. Delle tre sorelle, Leonore ed Elisa condussero una
vita anonima, mentre Helene studiò e insegnò musica nel Regno Unito e in Francia per poi trasferirsi
definitivamente in Italia, dove rimase fino alla morte.

In un ambiente familiare che privilegiava lo studio ma anche la fede e l'osservanza religiosa, Ludwig, dopo
aver concluso, il 7 settembre 1822, il ginnasio ad Ansbach, fu incoraggiato dal professore di teologia,
l'hegeliano Carl Daub, a frequentare nel 1823 la facoltà di teologia di Heidelberg, ma Feuerbach si rese
subito conto che quella disciplina - e le lezioni condotte dal teologo Heinrich Paulus - non concordava con
le esigenze del suo spirito. Attratto dal successo delle lezioni che Hegel teneva a Berlino, s'iscrisse nel 1824
in quella Università, seguendovi i corsi di logica, di metafisica e di filosofia della religione tenuti da Hegel:
«Bastò che per un semestre seguissi le sue lezioni e la mia testa e il mio cuore furono rimessi sulla loro via;
io seppi ciò che dovevo e volevo: non teologia, ma filosofia! Non vaneggiare e fantasticare, ma imparare!
Non credere, ma pensare!».[1]

Abbandonata così la teologia, nell'aprile del 1825 s'iscrisse alla facoltà di filosofia e l'anno dopo, per la
necessità di contenere le spese del suo mantenimento, proseguì gli studi in Baviera, a Erlangen, nella cui
Università, nel giugno del 1828, ottenne la laurea, discutendo la tesi, di stretta ortodossia hegeliana, De
ratione, una, universali, infinita: la ragione è una sola, universale ed infinita e in essa si risolve la coscienza
del singolo. Egli inviò anche la dissertazione a Hegel, accompagnata da una lettera nella quale espose la sua
convinzione della necessità che la filosofia, intesa come un idealismo panteistico, prendesse il posto della
religione, i cui concetti - compreso quello di Dio - e la cui visione del mondo erano ormai inadeguati: era
già l'intento a cui avrebbe dedicato tutta la sua vita. Hegel però non gli rispose. Qualche settimana dopo la
laurea, Feuerbach ottenne anche la libera docenza in filosofia, tenendo lezioni in quella Università, a partire
dal 1829, sulla filosofia di Cartesio e di Spinoza, sulla logica e sulla metafisica, nelle quali egli accentuava
la contrapposizione tra finito e infinito, tra natura e spirito, attenuando la funzione della soluzione dialettica
degli opposti, essenziale nel sistema hegeliano. La pubblicazione, avvenuta anonima nel 1830, dei suoi
Gedanken über Tod und Unsterblichkeit (Pensieri sulla morte e l'immortalità), che negavano l'immortalità
dell'anima individuale e affermavano che l'individuo - pura apparenza - con la morte si dissolve
nell'autentica ed eterna realtà dello spirito infinito, si scontrò con il clima politico di reazione alle
Rivoluzioni del 1830 dei governi tedeschi, che vedevano anche nelle espressioni di pensiero non
concordanti con l'ortodossia religiosa un pericoloso attentato all'«ordine» e all'autorità: il libro venne
sequestrato e, riconosciuto l'autore, Feuerbach fu costretto a interrompere il suo corso universitario.

Pubblicò ancora la Geschichte der neuern Philosophie von Bacon von Verulam bis Benedict Spinoza
(Storia della filosofia moderna da Bacone a Spinoza (1833)), l'Abelardo ed Eloisa (1834), la Darstellung,
Entwickelung und Kritik der Leibnitzschen Philosophie (Esposizione, sviluppo e critica della filosofia di
Leibniz) nel 1837 e un saggio su Pierre Bayle nel 1838. Nell'occasione del suo breve ritorno
all'insegnamento nel 1835, scrisse le Lezioni sulla storia della filosofia moderna,[2] lasciate manoscritte;
dopo alcuni vani tentativi di essere nominato professore straordinario a Erlangen, dal 1836 Feuerbach non
insegnerà più.

Il contenuto degli scritti di questo periodo è omogeneo: Feuerbach intende rilevare come già dal
Rinascimento sia avvenuta una progressiva emancipazione della filosofia, e in generale della cultura, dalla
teologia e dalla religione cristiana, sia a motivo della visione sostanzialmente negativa che queste ultime
hanno della natura e dell'uomo, sia a causa del rinato interesse per lo studio della natura e dell'atteggiamento
generalmente positivo nei confronti della libera attività umana. Nell'attività scientifica si realizza tra lo
spirito e la natura una feconda unità, nella quale appare difficile la possibilità di una conciliazione tra la
filosofia e la religione, come dimostra il fallimento della filosofia di
Leibniz di giungere all'unità di ragione e fede e la contraddizione,
riconosciuta dallo stesso Bayle, esistente tra i principi della ragione
e i postulati della teologia, che lo portarono a proclamare la
necessità della tolleranza religiosa e dell'indipendenza della morale
dalla teologia.

Sposò nel 1837 la benestante Bertha Löw, comproprietaria di una


piccola fabbrica di porcellane a Bruckberg (Ansbach), dove
Feuerbach si ritirò nella confortevole quiete del castello di proprietà
della moglie, circondato da un parco vastissimo: qui, oltre a iniziare
studi di botanica, zoologia e geologia, continuò a sviluppare le sue
teorie e a mantenere contatti epistolari con l'ambiente progressista
germanico, in particolare collaborando agli Hallische Jahrbücher
für deutsche Wissenschaft und Kunst (Annali di Halle per la scienza
e l'arte tedesca), rivista della sinistra hegeliana diretta da Arnold
Ruge e Theodore Echtermeyer, che propugnava la necessità di Ludwig Feuerbach
introdurre in Germania riforme liberali, liberandola dall'oppressiva
alleanza di trono e altare, alla quale la corrente filosofica della destra
hegeliana forniva gli strumenti di giustificazione culturale: nel 1839 Feuerbach vi pubblicò la sua Critica
della filosofia hegeliana.

A causa della censura, la direzione della rivista dovette però trasferirsi nel 1840 a Dresda, in Sassonia, da
dove fu costretta ancora a emigrare nel 1843 in Svizzera, assumendo il nuovo titolo di Deutsche
Jahrbücher (Annali tedeschi), e poi a Parigi nel 1844, con la testata di Deutsch-Französische Jahrbücher
(Annali franco-tedeschi) e la direzione affidata a Ruge e Karl Marx; tuttavia Feuerbach smise di scrivere
per la rivista fin dal giugno 1843, rifiutando la proposta di collaborazione che il filosofo di Treviri gli inviò
per lettera nell'ottobre dello stesso anno[3].

Nel 1839 nacque la prima figlia Leonore e nel 1841 la seconda, Mathilde, che vivrà però solo tre anni.
Feuerbach pubblicò in quell'anno Das Wesen des Christentums (L'essenza del cristianesimo), libro che
ebbe un clamoroso successo e fece di lui, per alcuni anni, non solo il leader della sinistra hegeliana, ma il
punto di riferimento del movimento radicale politico tedesco. Nei due anni successivi Feuerbach,
pubblicando le Vorläufige Thesen zur Reform der Philosophie (Tesi preliminari sulla riforma della filosofia,
1842) e i Grundsätze der Philosophie der Zukunft (Principi della filosofia dell'avvenire, 1843), sostenne la
fine della filosofia tradizionale fondata sulla metafisica e la necessità di fondarne una che da quella
prescindesse. Nel 1845 con Das Wesen der Religion (L'essenza della religione) ritornò sulle tesi della sua
Essenza del cristianesimo.

Nel 1848, quando la Rivoluzione si espandeva dalla Francia alla Germania, in Austria e in Italia, partecipò
al Congresso democratico di Francoforte come osservatore legato alla sinistra democratica e venne invitato
dagli studenti liberali di Heidelberg a dare lezioni pubbliche, con una esortazione ingenuamente retorica ma
sincera: «Nobile pensatore, tu che nei tempi dell'asservimento del sapere non tradisti mai né la ragione né la
scienza, giacché prendesti sempre come criterio la realtà tu che con fatica e pazienza, tra le urla di scherno
dei superbi Farisei, traesti dagli strati profondi della natura l'oro della verità, nobile spirito, è ormai giunta
l'ora della tua attività. L'aurora della verità comincia a illuminare con i suoi raggi un mondo di libertà».[4]

Egli tenne lezione dal dicembre nel Municipio della città, avendo l'Università negato la disponibilità dei
suoi locali. Quel corso fu raccolto in volume e pubblicato nel 1851 con il titolo di Vorlesungen über das
Wesen der Religion (Lezioni sull'essenza della religione). Con la reazione dei sovrani e il fallimento delle
prospettive di liberalizzazione delle istituzioni tedesche, Feuerbach tornò a Bruckberg nel marzo del 1849,
quasi rinunciando a suoi stessi interessi filosofici e privilegiando lo studio della geologia; solo nel 1857
scrisse la Theogonie, ancora una ripresa della sua concezione della religione.
Una relazione con Johanna Kapp, figlia dell'amico filosofo
Christian, provocò una burrasca familiare, mentre il fallimento della
fabbrica di porcellane significò la perdita di tutte le proprietà della
moglie e costrinse Feuerbach a trasferirsi con la famiglia, nel 1861,
nel borgo di Rechenberg, vicino a Norimberga, in condizioni di
estrema povertà, alla quale cercarono di porre qualche rimedio gli
amici e il Partito socialdemocratico dei lavoratori, al quale aveva
aderito. Dopo un primo ictus superato felicemente nel 1867, un
secondo ictus subito nel 1870 lo paralizzò. Morì dopo due anni di
sofferenze il 13 settembre 1872 e fu sepolto a Norimberga, avendo
avuto grandiosi funerali ai quali parteciparono migliaia di operai.

La filosofia di Feuerbach

«Siamo situati all'interno della natura; e dovrebbe


Targa commemorativa a Norimberga essere posto fuori di essa il nostro inizio, la nostra
origine? Viviamo nella natura, con la natura, della
natura e dovremmo tuttavia non essere derivati da
essa? Quanta contraddizione!»

(Ludwig Feuerbach, Essenza della religione)

All'inizio Feuerbach si colloca nel solco della filosofia hegeliana, anche se già pone l'accento su elementi
che lo allontaneranno da Hegel. Così, nei "Pensieri sulla morte e l'immortalità", egli afferma con forza la
connessione tra l'individualità e la sensibilità, propria di un corpo legato allo spazio e al tempo, e su questa
base giunge a negare "l'immortalità" individuale. Progressivamente egli matura la convinzione che la
filosofia migliore abbraccia tutti coloro che si sono impegnati nella lotta per la libertà di pensiero, da Bruno
a Spinoza a Fichte, e non ha il suo compimento in Hegel (come gli hegeliani ortodossi pensavano).

Per la critica della filosofia hegeliana

In questo scritto del 1839 egli afferma che non è possibile considerare come assoluto un singolo sistema,
neppure quello hegeliano, anche riconoscendo la sua logica, universalità e ricchezza. Se questo avvenisse
significherebbe arrestare il tempo e portare gli uomini a rinunciare alla libera ricerca. A questa conclusione
Feuerbach perviene partendo dal presupposto hegeliano che ogni filosofia è il proprio tempo espresso in
concetti, ma applicandolo alla stessa filosofia hegeliana. Se il tempo non si arresta anche la filosofia
hegeliana non può che essere una filosofia particolare e determinata: anch'essa infatti non rappresenta un
inizio assoluto privo di presupposti, ma è sorta in un'epoca determinata e, in quanto ne è l'espressione,
anch'essa parte da presupposti legati a tale epoca.

L'epoca futura non potrà non rendersi conto di questo fatto, cosicché anche la filosofia hegeliana apparirà
allora una filosofia del passato. In qualche modo l'unica filosofia che inizia senza presupposti è quella che
pone totale libertà di pensiero e che è capace di mettere in dubbio anche se stessa. La filosofia, in quanto
libertà che vuole costruirsi da sé e non soltanto come erede della tradizione, deve dunque procedere oltre
Hegel, che non critica mai la realtà di fatto, ma si preoccupa soltanto di comprenderla nella sua razionalità e
quindi giustificarla. Il compito del libero uomo pensante consiste invece nell'anticipare con la ragione gli
effetti necessari e inevitabili del tempo. Attraverso la negazione del presente si costituisce la forza per creare
qualcosa di nuovo. «Io alla religione ho dedicato tutta la mia vita» dirà Feuerbach; partendo dalla riflessione
sul cristianesimo, Feuerbach giunge a comprendere che la filosofia di Hegel è in realtà teologia filosofica.
In particolare Feuerbach critica le categorie fondamentali della "Scienza della logica" di Hegel: essere, nulla
e (di)venire. Proprio il passaggio dialettico da essere a nulla è criticato, perché, in questo passaggio, Hegel
conferisce al nulla una consistenza, un significato ontologico, mentre in realtà è solo la negazione di essere
e non ha alcuna consistenza.

Essenza del cristianesimo


Lo stesso argomento in dettaglio: Critiche alla religione.

Con L’essenza del cristianesimo, opera principale del corpus feuerbachiano, viene posta la distinzione
fondamentale tra l’essenza vera (antropologica) e quella falsa (teologica) della religione. L'oggetto religioso,
a differenza di un oggetto naturale, non esiste al di fuori dell’uomo – è in lui –, per cui la coscienza e la
conoscenza di Dio sono una forma indiretta di autocoscienza dell’uomo. Nella religione cristiana, in
particolare, l’uomo si rapporta unicamente a se stesso e alla propria essenza, che diventa altra, viene adorata
come fosse distinta, separata – fattualmente il frutto di una proiezione – e infine riaccolta sotto forma di
predicati e attributi di Dio. Questi rimangono tuttavia determinazioni umane, antropomorfismi, a cui
l’intelletto toglie limitazioni, finitezza, ovvero quella realtà umana che ne caratterizza il soggetto.

Ogni elemento a indizio e a fondazione della personalità di Dio – come la separazione tra buono e non-
buono, tra giusto e non-giusto, tra l’uomo e il resto del creato – impedisce di concepirlo secondo natura,
proprio perché «la personalità di Dio è la personalità dell’uomo liberata da tutte le determinazioni e
limitazioni della natura»[5]. Se l’essenza del dio panteistico è l’essenza della natura, allora l’essenza di un
dio personale, che giudica, discerne, patisce, che fa dei suoi sentimenti la misura di ciò che deve essere, ed
è distinto dal mondo, è l’essenza soggettiva di chi lo concepisce come tale. La personalità è infatti ciò che
permette all'essenza di Dio di essere al contempo altra e unita a quella dell’uomo, perché in essa «si
assommano tutte le gioie della fantasia e tutti i patimenti dell’animo»[6], ovvero l’anelito alla potenza
illimitata nel disporre della natura e gli umani, terreni bisogni del cuore.

Il cristianesimo è dunque la religione dell’uomo soggettivizzato, alienato dalla natura e che per questo ha
necessità di credere nel miracolo, nella resurrezione, nell'aldilà, nella nascita sovrannaturale e in Dio fattosi
uomo, al fine di rimuovere gli ostacoli all'esaudimento dei desideri del cuore. La peculiare convergenza tra
fantasia e animo è ciò che lo distingue dal paganesimo in cui il mondo, la natura, il genere – contrapposto al
singolo individuo – non erano mai oltrepassabili.

Un rapporto tra essenza divina ed essenza umana sottratto alla verifica sensibile permette mistificazioni e
illusioni; l’intellettualizzazione della loro separazione a partire da un'unità originaria – al fine di nasconderla
con un approccio non più primitivo come quello tipico del paganesimo – è il segreto della teologia cristiana.
Con essa persino l’amore – «legge universale dell'intelligenza e della natura»[7] – non basta più a se stesso
e rischia di diventare particolaristico e malfido in quanto subordinato alla fede.

Tesi provvisorie per la riforma della filosofia, Princìpi della filosofia


dell'avvenire

La filosofia speculativa, giunta alla sua realizzazione con Hegel, identifica la ragione con Dio, a differenza
della teologia comune per la quale quest’ultimo è un’essenza lontana, autonoma e differente dalla ragione
soggettiva dell’uomo. I predicati dell’essenza divina divengono perciò quelli della filosofia stessa. Essa ha
infatti progressivamente risolto la teologia superando (aufgehoben) le negazioni di certi attributi di Dio
(«l’essenza divina distinta e separata dalla sensibilità, dal mondo e dall’uomo»[8]) ad opera dell’empirismo,
del panteismo e dell’idealismo di Fichte. Il risultato rimane tuttavia il prodotto di un’operazione di pensiero,
una divinizzazione dell’intelletto che non elimina la contraddizione tra pensare ed essere, se si considera
quest’ultimo come inseparabile dalle cose e mai concepibile senza determinazione alcuna. Occorre infatti la
sensibilità – che prima era presupposta inconsapevolmente come indipendente dal pensiero – per poter
confermare quest’ultimo e considerare l’essere solo «nel modo in cui esso è per noi»[9], distinguendolo
quindi dal pensiero astratto.

Le Tesi provvisorie per la riforma della filosofia e i Principi [o Fondamenti] della filosofia dell’avvenire
costituiscono il tentativo di reintrodurre la centralità della sensibilità nella filosofia, risolvendo
compiutamente la teologia nell’antropologia. Dolore, gioia e amore – ad esempio – sono segnali sensibili di
ciò che differenzia soggetto e oggetto, ciò che «indica che quello che è nella rappresentazione non è,
invece, nella realtà effettiva»[10]. Il pensare, in questo modo, può avere effettivo riferimento nell’uomo e
negli oggetti che gli uomini possono insieme riconoscere, dato che l’essenza dell’uomo sta solo nel rapporto
tra gli uomini.

Essenza della religione

L'uomo, all'interno della sfera religiosa, si rapporta sempre e unicamente a se stesso e ai propri desideri.
L'immagine di Dio riflette quella dell'uomo, e il modo in cui avviene tale specchiamento dipende
strettamente dai sentimenti che l'uomo prova. Il senso innato di dipendenza nei confronti della natura è
presupposto necessario e oggetto originario della religione; produce la credenza nella divinità delle cose e
della natura, rendendole coincidenti o propizie rispetto agli scopi umani. Una volta che, tuttavia, l'uomo si
pone al di sopra della natura e si fa reggitore di essa superando quel senso di dipendenza grazie ai benefici
del progresso e dell'unione in comunità, il suo dio diviene invisibile e soprannaturale. La natura non gli
appare più, di conseguenza, come divina e animata, bensì è l'essenza umana ad essere elevata, perciò
divinizzata e venerata, in quanto appare come soprannaturale; per questo «il paganesimo venera le qualità,
il cristianesimo l'essenza dell'uomo»[11]. Questo stadio della religiosità – teistico o antropologico – è
caratterizzato dalla rimozione dalla divinità di ogni vincolo naturale, proprio come conseguenza del
desiderio dell'uomo di superare ogni limite umano e naturale. «Dio fa miracoli, ma su preghiera dell'uomo,
[...] sempre, però, secondo le sue intenzioni, d'accordo con i desideri umani più intimi e riposti»[12].
L'essenza della religione non è, in conclusione, un mero antropomorfismo, ma l'evoluzione e la
trasfigurazione dei desideri e dei bisogni umani attraverso l'immagine di Dio[13].

Teogonia

La fede è originata dal bisogno, quindi dai limiti dell'essere umano, e dal desiderio che, a differenza della
volontà, è tale in quanto non possiede i mezzi per raggiungere immediatamente il proprio oggetto. Di
conseguenza, si ha fede in vista della realizzazione di ciò a cui si aspira, e se il desiderio fondamentale
dell'uomo è quello di eliminare gli ostacoli alla propria volontà e il dolore che ad essa si accompagna – e ciò
è impossibile –, allora la sua fede diviene quella nei confronti di un dio onnipotente. «Se l'uomo potesse ciò
che vuole allora mai e poi mai crederebbe ad un dio, per la semplice ragione che egli stesso sarebbe
dio»[14]. Dio è quindi il risultato di una trasformazione del desiderio, l'ottativo del cuore che si fa indicativo
e presente felice solo col concorso del divino. In particolare, le osservazioni linguistiche di Feuerbach sui
poemi omerici e i testi sacri dell'ebraismo mostrano la stretta connessione tra gli dei e la funzione di esaudire
desideri umani e tra il desiderio e la loro manifestazione originaria. Il desiderio è teogonico quando «non si
limita al sentimento paziente di una mancanza ma vuole piuttosto vederla rimossa ed effettivamente la
rimuove nel pensiero», per cui «assieme al desiderio si dà anche la rappresentazione di una divinità, nello
stesso modo in cui assieme al sentimento impaziente della miseria della povertà, si dà anche la
rappresentazione della beata condizione della ricchezza»[15]. Ciò non toglie, tuttavia, che pur a fronte della
onnipotenza divina la condizione umana rimanga preda dei bisogni e del contrasto tra potere e volere.
Questo è il motivo per cui al paganesimo – ancora troppo vincolato ai fenomeni naturali e limitato nel
propria potenza teogonica – si è sostituito il cristianesimo con la prospettiva di una nuova vita ultraterrena
all'insegna della beatitudine e dell'immortalità. Il fondamento della morale cristiana, lunghi dall'essere
disinteressato, risiede perciò nell'amor di sé e della propria vita, che origina la negazione della morte e
l'affermazione della vita eterna.

Il mistero del sacrificio o l'uomo è ciò che mangia

Al proprio materialismo, Feuerbach conferisce una curvatura antropologica, in quanto riserva all'uomo una
particolare collocazione nel mondo. Egli è pertanto convinto che gli uomini si distinguano dalle altre forme
naturali grazie alla sensibilità, e che i sentimenti e le idee abbiano sì una radice fisica, ma che non debbano
essere ridotti e appiattiti ad una visione puramente materialistica.

Opere

Opere principali
Das Wesen des Christentums (Essenza del cristianesimo), Lipsia 1841; II ed. 1843; III ed.
1848; IV ed. 1849; V ed. 1883
Grundsätze der Philosophie der Zukunft (Principi della filosofia dell'avvenire), Zürich und
Winterthur, 1843
Das Wesen der Religion (Essenza della religione), Lipsia 1846
Theogonie, nach den Quellen des classischen hebräischen und christlichen Althertums
(Teogonia secondo le fonti dell'antichità classica, ebraica e cristiana), Lipsia 1857

Opere minori
Gedanken über Tod und Unsterblichkeit aus den Papieren eines Denkers: nebst einem
Anhang theologisch-satyrischer Xenien, Norimberga 1830; III ed., Lipsia 1876
Abälard und Heloise, Ansbach 1834; III ed., Lipsia 1877
(DE) Geschichte der neueren Philosophie von Bacon von Verulam bis Benedict Spinoza,
Ansbach, C. Brügel, 1833. URL consultato il 5 febbraio 2012.
Darstellung der Geschichte der neuern Philosophie, Ansbach 1833-1837, 2 volumi.
Kritiken auf dem Gebiet der Philosophie, Ansbach 1835
Pierre Bayle nach seinen für die Geschichte der Philosophie und der Menschheit
interessantesten Momenten, Ansbach 1838
Über Philosophie und Christentum, Ansbach 1839
Zur Kritik der Hegelschen Philosophie (Per la critica della filosofia hegeliana), 1839
Das Wesen des Glaubens im Sinne Luthers, Lipsia 1844, II ed. 1855
Über das «Wesen des Christentums» in Beziehung auf den «Einzigen und sein Eigentum»,
1845; II versione, 1846
Vorlesungen über das Wesen der Religion, Lipsia 1851
Gottheit, Freiheit und Unsterblichkeit vom Standpunkt der Anthropologie, Lipsia 1866
Le opere complete di Feuerbach sono apparse in 10 volumi, a Lipsia tra il 1846 e 1866.
Volume 1, 1846. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k77818c); NYPL (https://book
s.google.com/books?id=ooiU1XbPyOEC).
Volume 2, 1846. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k77819q).
Volume 3, 1847. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k77820x); NYPL (https://book
s.google.com/books?id=F2ggn3KnjLQC). 1876, Oxford (http://books.google.com/books?
id=jn0NAAAAQAAJ).
Volume 4, 1847. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k778218); Oxford (https://book
s.google.com/books?id=jn0NAAAAQAAJ&printsec=titlepage&source=gbs_summary_r&
cad=0#PPA410,M1).
Volume 5, 1848. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k77822m); NYPL (https://book
s.google.com/books?id=tUUQhN7UESEC).
Volume 6, 1848. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k77823z); NYPL (https://book
s.google.com/books?id=GSEMXsBf-eMC).
Volume 7, 1849. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k778249); Oxford (https://book
s.google.com/books?id=tn0NAAAAQAAJ).
Volume 8, 1851. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k77825n); NYPL (https://book
s.google.com/books?id=TTi7wIFeSdUC).
Volume 9, 1857. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k778260); NYPL (https://book
s.google.com/books?id=lfcXqTMvT6wC).
Volume 10, 1866. Gallica (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k77827b); NYPL (https://boo
ks.google.com/books?id=QYINAAAAYAAJ).
La sua corrispondenza - Ludwig Feuerbach in seinem Briefwechsel und Nachlass sowie in
seiner philosophischen Charakterentwicklung - è stata pubblicata da Karl Grün a Lipsia nel
1874.

Traduzioni italiane
Essenza del Cristianesimo
L'essenza del Cristianesimo, 2 voll., traduzione di Camilla Cometti, a cura di Antonio
Banfi, Collana Universale Economica nn.8-83, Milano, Feltrinelli, 1949-1950.
L'essenza del Cristianesimo, a cura di Cornelio Fabro, Japadre, 1977.
L'essenza del Cristianesimo, a cura di Francesco Tomasoni, Roma-Bari, Laterza, 1994. -
Classici del Pensiero, Milano, Mondadori, 2009 [traduzione condotta sulla I edizione]
L'essenza del Cristianesimo, a cura di Fabio Bazzani, Firenze, Ponte alle Grazie, 1994.
- Milano, Fabbri Editori, 1996-1999 [traduzione condotta sull'edizione definitiva del 1849]
La morte e l'immortalità, Lanciano, Carabba, 1916.
Principi della filosofia dell'avvenire
Principi della filosofia dell'avvenire, a cura di Norberto Bobbio, Torino, Einaudi, 1946.
Fondamenti della filosofia dell'avvenire, a cura di Edoardo Schinco, Firenze, Clinamen,
2016.
Essenza della religione
L'essenza della religione, A cura di Anna Marietti Solmi, Collana NUE n.129, Torino,
Einaudi, 1972. - Collana Conoscenza religiosa n.45, Milano, SE, 2010.
Essenza della religione, a cura di Carlo Ascheri e Carlo Cesa, Collana Universale
n.600, Bari, Laterza, 1981.
L'essenza della religione, a cura di Ferruccio Andolfi, Roma, Newton Compton, 1994.
L'essenza della religione, traduzione di C. Kolbe, Massa, Edizioni Clandestine, 2016.
Spiritualismo e Materialismo, Bari, Laterza, I ed. 1972.
Scritti filosofici, Bari, Laterza, 1976.
Filosofia e cristianesimo. L'essenza della fede secondo Lutero, LAS, 1981.
La morte e l'immortalità, Casa del libro, 1991.
Etica e Felicità, Guerini e associati, 1992.
Rime sulla morte, Milano, Mimesis, 1993.
La filosofia dell'avvenire, Bari, Laterza, 1994.
Versi sulla morte, Fahrenheit 451, 1995.
Pensieri sulla morte e sull'immortalità, Editori riuniti, 1997.
L'immortalità, Milano, Mimesis, 2000.
Abelardo e Eloisa, Clinamen, 2006.
Pierre Bayle, Napoli, La città del sole, 2008.
Teogonia secondo le fonti dell'antichità classica, ebraica e cristiana, a cura di Andrea
Cardillo, Roma-Bari, Laterza 2010.
Critica dell'«Anti-Hegel», a cura di D. Dell'Ombra, trad. di A. Seiffarth e S. Micheletti,
Villaggio Maori Edizioni 2015.

Note
1. ^ Ludwig Feuerbach in seinem Briefwechsel, I, Leipzig 1874, p. 387.
2. ^ Scoperte nel secolo scorso insieme a diversi altri manoscritti di Feuerbach.
3. ^ Hosea Jaffe, Marx e il colonialismo, Jaca Book, Milano, 1976, p. 27
4. ^ In «L'essenza del Cristianesimo, prefazione di Antonio Banfi», Milano 1960, p. 6.
5. ^ Ludwig Feuerbach, L’essenza del cristianesimo, Ponte alle Grazie, Firenze, 1994, p. 161.
6. ^ Ivi, p. 200.
7. ^ Ivi, p. 306.
8. ^ Ludwig Feuerbach, Fondamenti della filosofia dell'avvenire, Clinamen, Firenze, 2016, p.
85.
9. ^ Ivi, p. 105.
10. ^ Ivi, p. 106.
11. ^ Ludwig Feuerbach, L'essenza della religione, SE, Milano, 2010, p. 12.
12. ^ Ivi, p. 70.
13. ^ Antropologia e antropomorfismo nella Essenza della religione di Ludwig Feuerbach (http://
www.filosofiablog.it/filosofia-contemporanea/antropologia-e-antropomorfismo-nella-essenza-
della-religione-di-ludwig-feuerbach/)
14. ^ Ludwig Feuerbach, Teogonia, Laterza, Roma-Bari, 2010, p. 51.
15. ^ Ivi, p. 45.

Bibliografia
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Ferruccio Andolfi, Il cuore e l'animo. Saggi su Feuerbach, Guida, Napoli, 2012.
Andrea Cardillo, Desiderio e destino. Uomini, dei ed eroi nella Teogonia di Ludwig
Feuerbach, Guida, Napoli, 2010.
Claudio Cesa, Introduzione a Feuerbach, Bari, Laterza, I ed., 1978.
Claudio Cesa, Il giovane Feuerbach, Laterza, Bari, 1963.
Cornelio Fabro, Il neoumanesimo ateo di Feuerbach, in Studi Cattolici, 1973.
Ugo Perone, Teologia ed esperienza religiosa in Feuerbach, Milano, 1972.
Ugo Perone, Invito al pensiero di Feuerbach, Mursia, Milano, 1992.
Giuseppina Prejanò, Ludwig Feuerbach. Antropologia ed etica. Una ricostruzione, Aracne,
Roma, 2016.
Alfred Schmidt, Il materialismo antropologico di Ludwig Feuerbach, Bari, De Donato, 1975.
Giulio Severino, Origine e figure del processo teogonico in Feuerbach, Milano, 1972.
Francesco Tomasoni, L. Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione genetica
dell'Essenza della religione con pubblicazione degli inediti, LaNuova Italia, Firenze, 1986.
Francesco Tomasoni, Ludwig Feuerbach. Biografia intellettuale, Morcellania, 2011.

Voci correlate
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Collegamenti esterni

(DE) Sito ufficiale, su ludwig-feuerbach.de.


Feuerbach, Ludwig Andreas, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
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Ludwig Feuerbach, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
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Opere di Ludwig Feuerbach, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
(EN) Opere di Ludwig Feuerbach, su Open Library, Internet Archive.
(EN) Opere di Ludwig Feuerbach, su Progetto Gutenberg.
(EN) Audiolibri di Ludwig Feuerbach, su LibriVox.
(EN) Opere riguardanti Ludwig Feuerbach, su Open Library, Internet Archive.
(EN) The Feuerbach Internet Archive, su marxists.org.
Il pensiero di Feuerbach, su digilander.libero.it.
Contestazione alle tesi di Feuerbach, su attritoweb.blogspot.com.
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