Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
BATESON
3 mondi : delle cose fisiche
Del pensiero : mondo interno
Dell’evoluzione : mondo esterno
Grosso modo è come se vivessimo in tre mondi interconnessi o intertessuti. Uno non è di grande utilità, ma dobbiamo
definirlo per amor di chiarezza: è il mondo che gli gnostici e Jung chiamano il Pleroma e potremmo immaginarlo più o
meno come il mondo della fisica delle palle da biliardo. E’ un mondo in cui le cose non sono vive: sono palle da
biliardo, pietre, corpi celesti e così via, e rispondono alle forze e all’energia esercitate su di essi. Una palla da biliardo
ne colpisce un’altra e la seconda risponde con l’energia ricevuta dalla prima. Oppure stanno in campi di forze e si
muovono sotto l’effetto della gravità e cose del genere. Ecco perché è un mondo.
Ma il mondo delle cose vive è diverso. Se dò un calcio a un cane esso reagisce con l’energia del suo metabolismo. Le
cose vive rispondono al fatto di essere state colpite. Ci sono dei fatti, e sono distinti dalle forze. E questi fatti sono
essenzialmente non fisici, sono idee. Ciò a cui rispondiamo , ciò che possiamo vedere è la differenza. Si può vedere che
questa cosa è diversa da quella. Diciamo che la differenza è che uno è nero e l’altro è bianco. Potremmo chiederci
dove sta la differenza. E’ chiaro che non sta nel bianco. Non sta nel nero. Non sta nello spazio tra loro. Forse non sta
nemmeno nel tempo fra loro.
Bateson elabora la teoria cibernetica della comunicazione. Nella visione cibernetica ogni sistema
organizzato si caratterizza per la coordinazione delle sue parti componenti e per il controllo che
alcune di esse esercitano su altre attraverso meccanismi di scambio di informazioni di tipo circolare.
Il feedback è il concetto basilare di questa scienza. Feedback “positivo” quando un messaggio attiva
risposte che amplificano il movimento di un sistema nella stessa direzione. Per esempio quando ad
una sfida si risponde con una sfida superiore, quindi ancora una nuova sfida e così via fino alla
violenza.
Feedback “negativo” quando la risposta è una disattivazione dell’amplificazione per ritornare ad
uno stato di equilibrio. Per esempio quando ad una sfida si risponde con un sorriso e la nuova
risposta è prima di sorpresa e poi una risata , fino alla calma.
Non si è evoluto il cavallo mala relazione tra cavallo ed erba : il cavallo ha sviluppato morfologie con cui ha potuto
rendere l’erba più disponibile (dento-zoccoli per pressarla -letame per concimarla…)
L’evoluzione del mondo esterno non è di questa oquella specie madi tutto un sistema interconnesso di specie
Double bind : ogni messaggio ha un suo meta messaggio : il messaggio che ha la funzione di segnalare al destinatario il
contesto entro il quale il messaggio assume significato- la persona è dunque esp
osta a comunicazioni contraddittorie che porteranno a risvolti patologici (es: la madre che dice al figlio “non mi ami
abbastanza” e il corpo materno che manifesta segni di rifiuto a essere abbracciato…)
metodo è centrato sui fattori emotivi, sulla cibernetica della comunicazione (informazione, sistemi, logica,
matematica). Essa si basa sul feedback. Sfide, sfide, sfide che portano alla distruzione oppure sfida che ritorna ad uno
stato di riposo. Parlando del doppio legame ci si deve occupare del meta messaggio, cioè del contesto nel quale il
messaggio assume significato. I messaggi conflittuali sono comunissimi nella nostra cultura, e tendono a „bloccare“
l’azione del ricevente del messaggio. Come se dicessimo ad un bimbo di rilanciarci la palla, avendo le mani legate
dietro la schiena. Bateson parlava di questi aspetti per un interesse costante ad altre logiche di pensiero,ad un’estetica
poliedrica delle relazioni umane, specialmente quelle non convenzionali.
Tra i messaggi ci sono livelli logici diversi e per non fare confusione è necessario distinguerli.
Ma iprocessi mentali e vitali sono creativi perché infrangono le regole dei tipi logici e le loro distinzioni
LA FARFALLA PANE-BURRODI ALICE : esse si estinsero non perchè non trovarono il cibo ma perchèpreda di un
dilemma (avendo la testa a zolletta di zucchero se lo trovano morirebbero, squagliandosi ma anche se non lo trovano
morrebbero)
Poubelle è un dilemma ambulante
Forse avrebbe potuto convincersi a mangiare qualcosa di meno pericoloso oppure avrebbe potuto pensare di cambiare
le proprie abitudini, ma la sua natura glielo avrebbe concesso? Si sarebbe davvero potuta salvare dalle sue convinzioni
più profonde? Chissà, forse l’apprendimento di un nuovo contesto avrebbe potuto salvarla dall’estinzione, o magari non
sarebbe stato sufficiente per trovare un nuovo adattamento
2
Pensare a tutto contemporaneamente è molto difficile, ma se riconosciamo i diversi mondi, cioè il Pleroma (fisica delle “palle da
biliardo”, pietre , energia, campi di forze…) e il mondo delle cose vive (che rispondono ai fatti, distinti dalle forze, cioè idee,
differenze) ci rendiamo conto di differenze sostanziali. C’è un mondo esterno, dell’evoluzione, che conosciamo bene. In realtà c’è
stata una evoluzione della relazione interconnessa tra le varie “specie” di animali. Dobbiamo riuscire a combinare i vari elementi in
una visione unitaria.
Ed esiste un mondo interno: l’esempio della farfalla pane e burro che si estinse per un doppio vincolo. L’impossibilità di un
adattamento contraddittorio. La farfalla pane e burro, con le ali di pane spalmato col burro e con la testa di zucchero, che mangia the
leggero con panna: se mangia, si scioglie la testa, se non mangia muore ugualmente. Alla base ci sono idee contraddittorie. Idee con
doppi legami contraddittori.
Nella nostra mente ci sono solo idee, che hanno come natura, la differenza. Le idee non sono ubicate nel tempo o nello spazio. Tra le
idee ci sono relazioni (idee su idee) che non possono sussistere in altri ambiti.
APPRENDIMENTO : nella testa non ci son cose ma idee di cose – LE IDEE HANNO LA NATURA DELLA
DIFFERENZA E SONO MITICHE. Non sono ubicate nello spazioe nel tempo – si possono avere idee relative alle idee
ma non pitere relative alle pietre (relativo a.. ha senso solo nel mondo delle idee)
Possiamo conoscere solo in virtù della differenza – la nostra vita mentale è più astratta del mondo fisico – non abbiamo
a che fare con le grandezze ma con i rapporti tra grandezze
DOPPIA STRUTTURA DEL MONDO
Nel mondo, lo sappiamo tutti, esiste soltanto un processo costante, il cambiamento, ed esistono resoconti incorniciati. Il mondo delle
idee, come abbiamo visto, può distruggerci o arricchirci. E noi possiamo mettere alla nostra esperienza che stiamo vivendo, una
cornice piuttosto che un’altra, attribuendo significati anche molto diversi tra loro allo stesso concetto.
La teoria dei tipi logici dice che il termine generale “cane” , non può essere esso stesso un “cane” …
Nella comunicazione usiamo diversi piani “logici”. Una parola detta con un tono, piuttosto che un altro, assume significati diversi, lo
sappiamo. Non esiste in realtà una lettura coerente della tipizzazione logica. Ecco che confondere o infrangere queste regole crea
l’arte, la comicità, il sogno. Esse nascono dalla creatività.
Parte sx del cervello: funziona in digitale -> <- non ci permette di conoscere altre realtà viventi raggiungibili solo
tramite il riconoscimento reciproco di forme e contorni delle relazioni – una sorta di empatia estetica un apprendimento
della somiglianza
Lorenz “ ogni passo nella conoscenza significa togliersi un paio di occhiali – ma non potremo mai fare a meno di tutti”
Riempire i punti ciechi della visione
CONFINI TRA IO/MONDO : non la pelle – infatti se prendiamo un bastone rigido e fermo riusciamo a sentire la cosa
che la punta del bastone tasta : nell’io rientra le sue protesi
EINSTEIN “il senso comune è quello strato di pregiudizi che si sono depositati nella mente prima dei 18 anni” –
un’idea che muore non muore da sola ma si estingue insieme ai pregiudizi che hanno contribuito a creare l’ambiente
adatto alla nascita
Paghiamo la scienza (riduzione del complesso al semplice) con lo spezzettamento della realtà
3
Andiamo avanti: 2, 4, 6, 8, 10, 12, 27, 2, 4, 6, 8, 10, 12, 27, 2, 4, 6, 8, 10, 12, 27, …Qual è il numero successivo? E’
probabile che diciate 2. Questa “semplificazione” detta anche del rasoio di Occam, riguarda la preferenza più
“semplice” tra le possibili. La nostra mente tende a completare le cose incomplete. La ripetizione di serie di dati,
numeri, lettere, diventa nella nostra testa una struttura, un tema. Ci dobbiamo però ricordare che ogni struttura può
cambiare se noi la percepiamo in un modo nuovo: questo vantaggio ci permette di poter elaborare nuove strategie per
raggiungere i nostri obiettivi, per risolvere i problemi, per aprirci nuove finestre sulla realtà, mai oggettiva
Bateson sostiene che nessun apprendimento è concepibile al di fuori di un contesto e “l’apprendimento dei
contesti della vita è cosa che deve essere discussa non come fatto interno ma come questione di relazione
esterna tra due creature. Come la visione binoculare fornisce la possibilità di un nuovo ordine di
informazione (sulla profondità), così la comprensione (conscia e inconscia) del comportamento attraverso la
relazione fornisce un nuovo tipo logico di apprendimento (deuteroapprendimento). Io sostengo che esiste un
apprendimento del contesto, un apprendimento che è diverso da ciò che vedono gli sperimentatori, e che
questo apprendimento scaturisce da una specie di descrizione doppia, che si accompagna alla relazione e
all’interazione; come tutti tipi di apprendimento contestuale, anche questi temi di relazione si
autocondividono”; c) il contesto come matrice di significati: prive di contesto le parole e le azioni non hanno
alcun significato”.
Vorrei cominciare con una storia, la storia della farfalla pane e burro.
“Eccola lì, che sta zampettando vicino ai tuoi piedi,” disse la Zanzara (Alice tirò i piedi
un po’ allarmata) la Farfalla-pane-e-burro. Le sue ali sono fettine sottilissime di pane
spalmato col burro, il corpo è un pezzo di crosta, e la testa è una zolletta di zucchero”.
“E di che cosa si nutre?”
“Di tè leggero con panna.”
“ Venne in mente ad Alice una difficoltà imprevista.
“E se non lo trova?” chiese.
“Allora muore, naturalmente”.
“Ma è una cosa che le deve capitare assai spesso” osservò Alice, pensierosa.
“Le capita sempre” rispose la Zanzara
“ Dopo di che, Alice restò zitta per un paio di minuti, soprappensiero…” 1
1
Lewis Carroll Attraverso lo specchio, citato i G. Bateson, Una sacra unità, Adelphi 1997 (1991) p. 332
2
G. Bateson ibidem p. 418
4
3
Max Delbruck, la materia e la mente Einaudi, Torino, 1993 (1986) p. 119.
5
Nel capitolo ‘ogni scolaretto sa che…’ Bateson elenca alcuni presupposti fondamentali
che tutte le menti devono condividere, presupposti che sono al fondamento della scienza
moderna, al superamento della dicotomia cartesiana tra mente e materia.
In un suo intervento del 1978 dice: “… Gli attuali processi educativi sono dal punto di
vista dello studente una ‘fregatura’. In questa nota, continua Bateson, spiegherò il mio punto
di vista.
E’ una questione di obsolescenza. Mentre buona parte di ciò che le università
insegnano oggi è nuovo e aggiornato, i presupposti o premesse di pensiero su cui si basa tutto
il nostro insegnamento sono antiquati e a mio parere obsoleti.
Mi riferisco a nozioni quali:
a) il dualismo cartesiano che separa la ‘mente’ dalla materia.
b) lo strano fisicalismo delle metafore che usiamo per descrivere e spiegare i fenomeni
mentali: ‘potenza’, ‘tensione’, ‘energia’, forze sociali, ecc.
c) il nostro assunto antiestetico, derivato dall’importanza che un tempo Bacone , Locke,
e Newton attribuirono alle scienze fisiche; cioè che tutti i fenomeni possono e devono essere
studiati e valutati in termini quantitativi.
…dal punto di vista intellettuale, conclude Bateson, queste premesse sono obsolete in
quanto la teoria dei sistemi, la cibernetica, la medicina olistica, l’ecologia e la psicologia della
Gestalt offrono modi manifestamente migliori di comprendere il mondo della biologia e del
comportamento.”10
Procedendo per tentativi ed errori potremo combattere l’obsolescenza delle idee, e ciò
comporterà anche che tante idee moriranno, che alternative possibili saranno abbandonate,
che verranno create nuove soglie percettive e di apprendimento.
10
G. Bateson, Mente e natura, Adelphi Milano 1984 (1979) pp. 285-286.
11
Hannah Arendt, Lezioni a Princeton, 1953.
7
12
Delbruck, ibidem, p.322