Realizzazione: Dr. Mario Rizzi Sito: www.viveremeglio.org Ultima revisione: 22/7/2003 Pro-manoscritto
Presentazione
Queste "lettere", sono state realizzate utilizzando brani di autori diversi al fine di offrire del materiale scelto che presenti una facile consultazione e, nel contempo, un'ampia panoramica riguardante la mente ed i processi mentali. Inizieremo il nostro studio con una breve introduzione necessaria per poter capire la mente e le sue origini, quindi proseguiremo con gli strumenti che essa utilizza ed uno studio sul cerve llo e gli stati della coscienza. Poi prenderemo in considerazione il potere del pensiero ed i vari modi in cui, dalla nascita in poi, siamo stati "strutturati" nel nostro modo di pensare e di agire. Tutte queste informazioni ci permetteranno di intraprendere le azioni pi opportune per poter ottenere la "pace mentale".
Nell'acquistare densit, l'energia attraversa sette stati o piani. L'uomo ne manifesta tre. Ha un corpo fisico, uno emotivo e uno mentale; funziona quindi su tre livelli. E' in procinto di conoscerne un quarto, pi alto: l'Anima o il S, prendendone coscienza. In questa esposizione elementare non parler dei tre piani superiori.
La vita unica
La vita, come intesa comunemente, altro non che il manifestarsi di alcune reazioni che un organismo offre quando sottoposto a qualche tipo di stimolazione. La vita reagisce con la ricerca di cibo alle necessit alimentari, con la fuga ai pericoli, con la ricerca del sesso complementare se il periodo propizio alla procreazione. Se le reazioni offerte sono apprezzabili dai nostri sensi noi concludiamo che siamo di fronte a qualcosa di "vivente", in caso contrario assumiamo che sia privo di vita. Questo modo di interpretare le cose non corretto perch si basa su ci che i nostri sensi sono in grado di percepire e non sulla vera realt dei fatti osservati. La vita unica e permea tutto il creato fino alla sua parte pi infinitesima. La signora Blavatsky, nella sua "Dottrina Segreta", afferma che ogni particella, sia che essa appartenga al regno minerale, vegetale o animale, non altro che una manifestazione della vita in azione.
sono assolutamente impossibili ai vegetali. Questo fatto dipende dalla complessit e perfezione del sistema nervoso, proprio della razza umana. Nel nostro organismo, la coscienza compare in ogni singola cellula, questo fatto viene dimostrato da come esse adempiono in modo del tutto autonomo ai molteplici compiti necessari per la sua sopravvivenza. Ad un livello superiore la stessa coscienza che ci permette di riconoscere ed affermare "io sono".
gemme e foglie, strappandole rami ed infine rompendola in pezzi da lasciare sparsi sul pavimento. Cosa che egli fece cos come gli era stato richiesto. Dopo qualche tempo fu chiesto ai sei studenti di passare davanti alla pianta sopravvissuta. Essa riconobbe immediatamente l'"assassino" emettendo un forte impulso di corrente che fece sobbalzare gli aghi dello strumento e che venne interpretato come un vero grido di terrore.
La coscienza nell'uomo
Dal punto di vista psicologico essere coscienti significa essere consapevoli dei nostri stati interni (fisici, emotivi e mentali) e di quelli esterni, generalmente percepiti con i sensi. Comunque il fatto di avvertire le modificazioni avvenute in noi e fuori di noi solo un aspetto molto limitato della coscienza. Essa, infatti, si pu espandere al punto di percepire la distinzione tra chi che osserva e colui che osservato, in questo caso prende il nome di "autocoscienza". Pertanto, quando si parla di coscienza, si intende la capacit di percepire impressioni e sensazioni. Nell'uomo spetta al sistema nervoso il lavoro di fornire le informazioni alla coscienza. Pi il sistema nervoso svi luppato e maggiori saranno le informazioni che essa sar in grado di ricevere. Una sensazione non altro che un'informazione che i sensi presentano alla coscienza. La coscienza compare quando sono in gioco delle differenze. Senza qualche differenza non si crea nulla che la coscienza possa percepire. Perch vi possa essere coscienza vi devono essere almeno due elementi ben determinati: UN PERCEPIENTE - ovvero un essere in grado di percepire e valutare UNO STIMOLO - ovvero qualcosa che pu essere percepito Ed proprio la coscienza che, ponendosi tra "colui che conosce" e "ci che conosciuto", permette che il primo diventi consapevole del secondo. La coscienza resta sempre quella, sia che "percepisca" il mondo esterno oppure i movimenti interiori (emozioni, passioni, ecc.). Se non avessimo la coscienza nessuno potrebbe rendersi conto di esistere e tantomeno di possedere un corpo o di vivere in un mondo di oggetti e di fenomeni. Possiamo perci affermare, che fondamentalmente noi non siamo altro che una "particella" di coscienza individualizzata e perci in grado di: 1) rendersi conto di esistere, 2) rendersi conto di essere qualcosa diverso dagli oggetti circostanti (autocoscienza) e di poter prendere coscineza di "S".
grande enigma della vita e della morte e di conseguenza la pace della mente e dello spirito. Ma chi questo te stesso? Come si pu andare alla sua ricerca? Dove si nasconde? In quale direzione bisogna andare per trovarlo, e se viene trovato, come possiamo imparare a conoscerlo? ... ... noi usiamo in continuazione la parola "io". Ma quanto conosciamo questo "io" quello che pensa, quello che crede, quello che gli piace e quello che non pu soffrire? Non potrebbe darsi che il vostro vero essere non abbia assolutamente niente a che vedere con l'io, il quale invece decide che cosa gli piace e che cosa non vuol fare, ecc.? Certamente questo un concetto insolito perch noi adoperiamo generalmente il nostro "io" e cerchiamo di accontentarlo in ogni modo, dandogli quello che vuole. coltivando le sue convinzioni, le sue preferenze, i suoi pensieri. E' un colpo per noi sentirci dire che l'io effettivamente un estraneo nella nostra casa, e che ha preso il comando delle nostre vite e le gestisce a modo suo! Con lo studio dello yoga ci possiamo rendere conto che siamo ben lontani da quella comprensione dell'io che riteniamo di avere ("mi conosco molto bene") e che inoltre non abbiamo quasi nessun controllo su quello che l'io o su quello che probabilmente diventer. In altre parole, l'"individuo" o l'io che controlla il nostro vero essere e ci dice che cosa dobbiamo fare. Poich non ci rendiamo conto di come questo "individuo " ci ha imbrogliati, obbediamo ciecamente ai suoi comandi.
Riferimenti bibliografici
1) Alice Bailey, L'anima e il suo meccanismo, pag. 54, Edizione Nuova Era, Roma (1973). 2) Ibid. 3) Annie Besant, Studio sulla coscienza, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). 4) Cleve Backster, Evidence of primary perception in plant Journal of Parapsicology - Winter 1968. 5) Richard Hittleman, Guida allo yoga pratico, pag. 156, Arnoldo Mondadori Editore, Milano (1976). 6) A. Maria La Sala Bat, Guida alla conoscenza di s, pag. 5, Editrice Nuova Era, Roma (1989).
Questo non certo un problema specifico dei nostri tempi, le seguenti parole di San Paolo ben illustrano la difficolt di agire nella direzione in cui si pensa sia giusto muoversi: "Io non riesco a capire neppure ci che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge buona; quindi non sono pi io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cio nella mia carne, non abita il bene; c' in me il desiderio del bene, ma non la capacit di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono pi io a farlo, ma il peccato che abita in me" (Romani 7:15). Il notevole uso di tranquillanti, che viene fatto nelle nazioni pi progredite, dimostra chiaramente come la padronanza dei processi mentali presenta delle notevolissime carenze. Questo dimostra che la ricerca, e la rimozione, delle cause che stanno alla base delle disfunzioni non facile e che la mente ha ancora tanti segreti e particolarit che rimangono da scoprire.
spirituale. Il modo di ragionare del s-inferiore potrebbe essere paragonato a quello degli animali domestici; come essi pu infatti provare tristezza, rabbia, paura e fame. Ha per il vantaggio di avere come ospite un essere a lui superiore (il sintermedio) che dovrebbe costituire una guida saggia e sicura. Sempre secondo i Kahunas il s-intermedio dovrebbe aiutare il s-inferiore a crescere, a diventare meno istintivo e pi umano. Nello stesso modo il S-Spirituale, se ne accettiamo la guida, pu aiutare noi (s-intermedio) a progredire nella nostra evoluzione spirituale. Secondo loro, la cosa peggiore che possa capitare al sintermedio quella di scendere al livello del s-inferiore e di condividerne i selvaggi istinti animali. Non vi un peggior spettacolo di un s-intermedio che, dimenticata la sua posizione di guida e insegnante, scende al livello del s-inferiore per condivi derne l'odio, gli istinti e le insondabili paure.
Egli scrisse: "Questo Io-secondo non dorme mai e si occupa di tutto ci che l'Io-primo gli propone. Egli il guardiano della nostra memoria, ed appena noi gli chiediamo qualche cosa che la memoria ha messo da parte, egli la ritrova senza il minimo sforzo. Ma egli dimora in stanze cos lontane che difficile mettersi in rapporto con lui e comunicargli ci di cui abbiamo bisogno. Pare che il miglior momento sia quello in cui il nostro Io-primo non di servizio; il momento cio in cui si sta per prendere sonno, ed il momento che segue immediatamente il risveglio" (2). Secondo il Cou l'Io-primo colui che gestisce i vari ragionamenti necessari per la vita quotidiana mentre l'Io-secondo ha invece a sua disposizione tutto il materiale che abbiamo accumulato nella nostra mente (ricordi, traumi, desideri non risolti, frustrazioni, ecc.). E' assai importante ricordare che questo Io-secondo non catalogabile come morale o immorale; soltanto la somma di tutte le nostre tendenze, dei nostri istinti e dei nostri desideri profondi. Egli non conosce le convenzioni morali o religiose, cos come accade per un bambino piccolino i suoi interessi sono centrati soltanto a soddisfare il pi rapidamente possibile i bisogni primari, siano essi fisici o sentimentali. E' notevole come le definizioni utilizzate dal Cou ci richiamino quelle date dai Kahunas, nell'Io-primo ritroviamo infatti le caratteristiche proprie del s-intermedio e nell'Io-secondo quelle del s-inferiore. E' anche interessante una definizione data da Alice Baird nei riguardi del subconscio; definizione che si adatta perfettamente sia all'Io-secondo del Cou che al s-inferiore dei Kahunas. Ella disse: "Nella casa, cos poco nota della nostra vita, non nel sottosuolo c ome molti credono, ma in stanze lontane che noi visitiamo raramente, dimora un Essere misterioso, met genio (poich pu compiere cose meravigliose) e met schiavo (perch realizza senza opposizione), ciascun pensiero e ciascuna indicazione che gli facciamo pervenire" (2).
La risposta dell'esoterismo
Per l'esoterismo il mondo in cui viviamo si compone di una sostanza primordiale che, diventando sempre pi densa, ha assunto la configurazione di ci che noi chiamiamo "materia". Siamo pertanto in un universo in cui la parte pi sottile (Spirito) convive ed interpenetra la materia pi grossolana. 11 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
Nel passaggio da Spirito a materia, questa sostanza assume sette gradi o stati in cui diventa sempre pi densa. Partendo dal piano della materia pi densa ed andando verso quella pi sottile troviamo il piano "astrale" e quindi quello "mentale". L'uomo, sperimenta con il corpo fisico il piano materiale, con le emozioni e passioni quello astrale e con i pensieri quello mentale. Pertanto il suo vero S o Ego, si localizza nei piani al di sopra di questi tre. L'uomo, nella sua realt ultima, viene considerato come una "Monade" o scintilla del fuoco divino che San Paolo chiama "spirito". Questa particella di divinit, per poter fare delle esperienze di autoconsapevolezza, altrimenti impossibili, si veste di materia sempre pi grossolana e perde coscienza della sua reale e divina identit. Ci che dice "io" nell'uomo la sua personalit, ovvero la sua coscienza focalizzata nel corpo fisico, astrale e mentale. Il Vescovo Leadbeater disse: "Se noi pensiamo l'Ego come il vero uomo, allora la personalit la mano che egli introduce nella materia allo scopo di poterci lavorare ed all'Antakarana, come al suo braccio". L'Antakarana il "Ponte" o "Arcobaleno" che collega l'uomo spirituale alla sua personalit.
La personalit (3)
Qui vorrei richiamare la vostra attenzione sull'origine ed il significato del termine "personalit". Esso deriva dal vocabolo latino persona, che significa maschera. Questo esattamente ci che la personalit , una maschera del vero S; semplicemente assumiamo tre rivestimenti o veicoli per sperimentare o rispondere agli stimoli nei tre mondi della materia; fisico, emotivo (o astrale) e mentale. Se non avessimo questi rivestimenti o veicoli non potremmo rispondere a questi mondi. E' esattamente come se indossaste una bella veste di seta (il corpo mentale) e, su quella, un pi pesante soprabito (il corpo emotivo) e, in aggiunta a quello, un largo e massiccio mantello (il corpo fisico). Ognuno di questi vi limita. Ognuno di essi nasconde il vostro vero S. Ognuno di essi vi rende pi difficile esprimervi quali veramente siete. Rende anche pi difficile agli altri conoscere il vostro vero s.
La scelta tra il bene ed il male non dovrebbe essere difficile, perch quelli che vogliono seguire il Maestro hanno deciso di fare il bene ad ogni costo. Ma il corpo e l'uomo sono due cose differenti, e ci che l'uomo vuole non sempre quello che il corpo desidera. Quando il tuo corpo desidera qualche cosa, sosta e rifletti se tu veramente desideri quella cosa. Perch tu sei Dio (il tuo S-spirituale, N.d.R.), e vuoi soltanto quello che Iddio vuole; ricerca, pertanto, nelle profondit del tuo essere per trovare Dio in te stesso, e per udire la Sua voce che la tua voce. Non confondere i tuoi corpi con te stesso, n il corpo fisico, n l'astrale, n il mentale. Ciascuno di questi pretender di essere il S, allo scopo di ottenere quanto desidera. Ma tu devi conoscerli tutti e conoscere te stesso quale loro padrone. Quando vi un lavoro da compiere il corpo fisico vuol riposare, andare a passeggio, mangiare o bere; e l'uomo che non sa dice tra s: "lo voglio fare queste cose e debbo farle". Ma il savio dice: "Questo che desidera non sono io, e bisogna che aspetti un poco". Sovente, quando si presenta l'occasione di aiutare qualcuno, il corpo suggerisce subito: "Quanta fatica sar per me, lasciamo che altri lo faccia" Ma l'uomo risponde al suo corpo: "Tu non mi ostacolerai nel compiere un'opera buona". Il corpo un animale al tuo servizio: il destriero sul quale cavalchi. Perci trattalo bene e abbine cura; non strapazzarlo e nutrilo convenientemente, soltanto con cibi e bevande pure, e mantienilo sempre scrupolosamente pulito, libero dalla pi piccola macchia di sudiciume. Perch senza la perfetta nettezza e la perfetta salute del corpo non potrai compiere l'arduo lavoro di preparazione, non potrai sopportare lo sforzo incessante che esso richiede. Ma devi essere sempre tu che padroneggi quel corpo e non il contrario.
Conclusione
Arrivati a questo punto, della nostra breve panoramica, possiamo constatare come punti di vista assai diversi concordanti sulla complessit della struttura psichica dell'uomo; struttura in cui si ravvi sano almeno tre parti principali: 1) una componente spirituale che, per la maggioranza dell'umanit, contattata solo raramente; l'esoterismo la colloca nei tre mondi pi sottili al di sotto di quello pi sottile di tutti che il Regno di Dio. E' la luminosa fonte di tutto ci che di buono e bello l'uomo pu fare e pensare, 2) una mente razionale, che utilizziamo tutti i giorni; la parte che utilizza in prevalenza l'emisfero sinistro del cervello; l'esoterismo ne colloca le funzioni nel corpo mentale, 3) una mente subconscia, sede degli istinti e della memoria, di cui molte informazioni sono assai difficili da reperire (rimozioni, complessi, ecc.). E' la parte che utilizza in prevalenza l'emisfero destro del cervello; l'esoterismo ne colloca le funzioni nel corpo astrale o emotivo. Da essa scaturiscono le nostre paure ed i nostri comportamenti "cattivi", siano essi, egoistici, crudeli, ecc. Con questa panoramica concludiamo lo studio della mente nei suoi aspetti pi esoterici che psicologici. Da questo momento, lascieremo questi aspetti alla rubrica "La Luce dell'Anima" ed inizieremo lo studio dei processi mentali da un punto di vista pi psicologico.
LA PAROLA PARLATA
La pi grande creatrice di malcomprensioni la lingua dell'uomo. Non conta ci che diciamo ma come e quando, misura perci le tue parole con il metro della cortesia, del sentimento e della gratitudine. Il tatto e la delicatezza non toglieranno mai l'Ego dal suo piedistallo. L'interesse, in una conversazione, si basa sul far sentire importante il nostro interlocutore e rimpiazzando il dire con il chiedere. Meno cose diciamo e meno dovremo pentirci. La natura sapeva ci che faceva quando ci diede due orecchie ed una sola lingua. Una lingua incontrollata, anche una sola parola sbagliata, pu distruggere la felicit di una intera vita. Per prevenire l'atteggiamento critico, sarcastico o ironico: - invita le critiche, dai i meritati riconoscimenti, - riconosci subito i tuoi errori e non esitare mai a dire: "Mi dispiace". Trova un accordo il pi presto possibile, ogni momento di ritardo non far che aggiungere legna al fuoco della discordia. Per concludere ecco una serie di regole per fattiva conversazione: - guarda in faccia il tuo interlocutore, - sii un buon ascoltatore, - non interrompere, - sii comprensivo, - modula il tono di voce, - evita sgradevoli riferimenti al passato, - dai consigli solo quando ti sono richiesti, - applaudi ci che gradisci ed ignora ci che non ti piace, - custodisci le tue parole e le tue parole custodiranno te. S. L. Katzoff
Riferimenti bibliografici
1) Max Freedom Long, The secret science at work, De Vorss & Co. Publisher, Santa Monica, CA, UA. 2) Emil Cou, Il dominio di s stessi, Edizioni Blu International Studio, Borgofranco d'Ivrea (1990). 3) Eunice e Felix Layton, Teosofia, pag. 32, Casa Editrice Astrolabio, Roma (1967) 4) Ibid. pag. 33. 5) Alcione, Ai piedi del Maestro, pag. 12 Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO), (1996).
Il comportamento e la sopravvivenza
Tutto il mondo un palcoscenico e tutti gli uomini non sono che attori, essi entrano ed escono; ed ogni uomo, nel suo te mpo, recita molte parti. Shakespeare
Nel volume "L'assassinio di Cristo", William Reich scrive che gli uomini, da tempi immemorabili, nascono in una "gabbia" di cui, a causa dell'abitudine, non vedono pi nemmeno le parti. In questa gabbia ognuno cerca di fare il meglio che pu, i musicisti la inondano di musica, i pittori ne riempiono di quadri le pareti, i negri ci cantano gli struggenti spirituals ed ognuno si ingegna di fare la sua parte. Dal comportamento dipende la sopravvivenza. Questo vale per tutti gli esseri viventi per l'uomo, a differenza dell'animale, pu cambiare l'ambiente in cui vive usando la sua intelligenza ed il suo ingegno. La stessa intelligenza, che per tanti motivi utile e necessaria, ha per sopito nell'uomo la saggezza istintiva. Egli necessita perci di esempi, ed insegnamenti, per poter acquisire le modalit di comportamento che utilizzer poi nel corso della vita. Questo fatto crea delle serie problematiche perch non sempre i genitori, e gli educatori vari, sono in grado di fornire l'esempio pi corretto, od i pi saggi insegnamenti. Nella pagina precedente questo fatto viene chiaramente espresso e porta, necessariamente, a delle amare riflessioni. Il comportamento pertanto la somma delle influenze, dei messaggi e delle esperienze, che ciascuno di noi ha catalogato dalla nascita in poi. Buona parte delle azioni che compiamo sono perci automatiche anche se pensiamo di farle in completa consapevolezza e con la autodeterminazione pi assoluta. Quanto segue rappresenta un'analisi di alcuni dei comportamenti automatici, delle ragioni che li hanno instaurati e dei motivi che li mettono in azione. Vedremo pertanto le "tre posizioni esistenziali"; i "tre ruoli fondamentali" che l'uomo pu recitare sul grande palcoscenico della vita; i "giochi psicologici" che egli attua per certe finalit ed i "copioni" che egli recita per ottenere ci che vuole o semplicemente per sopravvivere. Una attenta lettura di quanto segue, ed un'onesto esame del proprio modo di agire, potranno certamente aiutare a raggiungere un modo di vivere pi libero, pi sereno e decisamente migliore.
Le Posizioni Esistenziali
I bambini piccoli sono particolarmente aperti a tutti i tipi di influenze. Il "tocco" nelle prime 6 settimane di vita, ed anche dopo in misura minore, rappresenta un elemento molto importante per creare nel bimbo un atteggiamento di sicurezza e fiducia. In seguito, con l'educazione, i bimbi vengono per cos dire "programmati" e perdono in parte la loro sensibilit. I bimbi sono molto aperti e percepiscono i messaggi relativi a loro stessi ed al loro valore nelle prime esperienze di vita che consistono nell'essere toccati od essere ignorati dagli altri. Assai presto imparano a guardare le espressioni dei volti ed a rispondere ad esse cos come accade per il tocco ed i suoni. Un bimbo che viene accarezzato ed a cui si parla dolcemente riceve perci dei messaggi ben diversi di uno che viene ignorato o trattato malamente. Un bimbo che riceve pochi tocchi e poche attenzioni pu, ad esempio, arrivare alla conclusione di essere una nullit e comunque qualcosa di non valido. Questo porter in lui la sensazione di essere non a posto, in inglese NON OK.
La prima cosa che un bimbo, gi nei primi anni, decide confrontandosi con gli adulti quale delle seguenti posizioni esistenziali ricoprir nella vita: Io Io Io Io non sono ok, gli altri s sono ok, gli altri no non sono ok, gli altri neppure sono ok, anche gli altri lo sono
Il bimbo, pertanto, decider di assumere una posizioni che sar dominante nel suo carattere, mentre le altre, pur coesistendo, avranno un peso minore. Va notato che l'atteggiamento universale nella primissima infanzia quello "Io non sono ok, gli altri sono ok". Questo accade perch il bambino, a causa della sua situazione di dipendenza, si considera inevitabilmente inferiore alle figure adulte che lo circondano. Il bimbo, crescendo ed osservando coloro che lo circondano, potr cambiare oppure no la sua posizione ed, eventualmente, accettarne una migliore o peggiore. Vediamo ora il carattere di una persona quando ha assunto una delle posizioni esistenziali: 1. Io non sono ok, gli altri s Questa persona si sente inferiore agli altri e tender alla depressione; in effetti ancora nella medesima posizione della sua primissima infanzia. 2. Io sono ok, gli altri no E' la persona che biasima gli altri per le sue miserie. Questa posizione viene assunta dai bambini malmenati brutalmente che arrivano a concludere "Se mi lasciano solo sto benissimo, io non ho bisogno di nessuno, lasciatemi solo". Di solito questa posizione sorretta da odio anche se ben celato; spesso ne fanno parte i delinquenti, i fanatici ed i criminali. 3. Io non sono ok, gli altri neppure Questa persona non ha alcun interesse nella vita, ne sono un esempio gli abulici. E' un posizione assunta da coloro che non hanno avuto calore e attenzione nei primi mesi ed al loro posto hanno ricevuto rimproveri e percosse, magari anche dopo aver compiuto il secondo anno di et. 4. Io sono ok, anche gli altri lo sono E' la persona che si piace e che accetta gli altri come sono. * * * Mentre molti individui rimangono nella posizione "Io non sono ok, gli altri s" per tutta la vita, ve ne sono di fortunati che furono aiutati dai genitori a superare questa posizione esistenziale ed a raggiungere quella "Io sono ok, gli altri sono ok". Va notato che, mentre le prime tre posizioni sono acquisite nella prima infanzia e a livello subconscio (in base alle esperienze vissute), la quarta pu essere acquisita anche da adulti mediante una decisione cosciente. E' la posizione migliore, ma pu essere accettata solo quando si dispone di un numero notevole di informazioni su noi stessi e gli altri. * * * 17 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
Queste posizioni non appaiono mai nello stato puro in quanto ogni persona, seppur in modo percentuale, tende a collocarsi in almeno tre di esse. In effetti anche una persona "Io sono ok, tu sei ok" difficilmente lo sar in modo perfetto, ovvero al cento per cento. Se potessimo osservarla nel corso della sua vita noteremmo che in certi casi assumer un atteggiamento di leggera superiorit (Io sono ok, tu non sei ok) oppure di inferiorit (Io non sono ok, tu sei ok). Sar comunque difficile che arrivi ad assumere la posizione "Io non sono ok, tu non sei ok".
Conclusione
Quanto esaminato, solo una parte di ci che riguarda l'Analisi Transazionale. Nelle prossime lettere continueremo il nostro studio al fine di conoscerci meglio ed eventualmente migliorare il nostro carattere.
Esame individuale
Prova a fare un esame di come ti comporti, per vedere in quale percentuale sono presenti in te i tre atteggiamenti che abbiamo esaminato. Pu esserti utile, quando hai compreso quanta percentuale di queste posizioni esistenziali sono presenti nel tuo carattere, rappre-sentarle come fette di torta, dividendo un cerchio che hai disegnato a questo scopo. Quindi osserva la fetta pi grande e decidi se il caso di rivedere qualcosa del tuo comportamento oppure no. Ricorda che ogni processo di crescita individuale inizia con la comprensione che "noi", prima di tutti gli altri, dobbiamo cambiare qualcosa della nostra vita. Nelle prossime lettere continueremo il nostro studio al fine di conoscerci meglio ed eventualmente migliorare il nostro carattere.
Bibliografia
E. Berne, Guida per il profano alla psichiatria e alla psicanalisi, Edizioni Astrolabio, Roma, 1969. E. Berne, A che gioco giochiamo, Edizioni Bompiani, Milano, 1982. D. Yongeward & M. James, "Winning with people", Addison Wesley Publishing Company Reading - Massachusetts - UA. 19 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
Thomas A. Harris, Io sono Ok, Tu sei Ok, Rizzoli Editore, Milano, 1974. Kahler & Capers, The Miniscript, Transactional Analysis Journal, VI:1 - January 1974. Wilhelm Reich, L'assassinio di Cristo, Sugar Editore, Milano, 1972,
LE TRE PERSONALITA'
Durante la fase iniziale dell'elaborazione dell'Analisi Transa-zionale, Eric Berne ebbe modo di notare come le persone cambino il loro atteggiamento pi volte nel corso di una giornata. Sembrava quasi che in loro si alternassero dei diversi stati mentali, proprio come se delle "persone diverse" prendessero il controllo della loro personalit. Inizi perci a definire questi stati, che in ogni istante, controllano il pensiero e le azioni di ognuno di noi, con il nome di: "Genitore", "Adulto" e "Bambino". Le indagini, fatte in seguito, hanno confermato che ogni persona porta in s questi tre stati, che rappresentano la sua personalit ed suoi genitori, nei primi cinque anni della sua vita. Pertanto, nel corso del nostro studio, le parole "Genitore" , "Adulto" e "Bambino" non indicheranno un pap, un uomo che ha compiuto i 21 anni ed un bambino piccolino, bens delle condizioni mentali che ora andremo ad analizzare.
Il "Genitore"
Gli strumenti della mente diventano ceppi, quando l'ambiente che li ha resi necessari ha cessato di esistere. Henry Bergson Il "Genitore" , pu essere considerato un grande registratore a nastro magnetico dove, nei primissimi anni di vita, sono stati memorizzati i messaggi (amorevoli, critici, invalidanti, lusinghieri, ecc.) ricevuti da parte dei genitori ed educatori. Alcuni di tali messaggi, dal profondo della mente, hanno ancora un effetto quando la persona diventa adulta e possono alterarne il comportamento ed il modo di vedere le cose. Solitamente i messaggi di pap tendono ad essere registrati come "Genitore Critico" e quelli di mamma come "Genitore amorevole", pertanto i messaggi che abbiamo registrato si possono classificare in queste due grandi categorie: a) Genitore Critico (ordini o invalidazioni): Sei uno stupido - Non sei capace di far niente - Stai attento - Evita di parlare - Mangia la minestra che fa bene - Gli uomini non piangono mai - Sei apprezzato solo se sei ricco - ecc. b) "Genitore amorevole" (supporto amorevole): Hai ragione, tua sorella proprio cattiva. - Poverino, cosa c' che non va? - Quando stai male ti voglio pi bene - Non andare con i compagni, non vedi che rimango sola? - Come far senza di te? - ecc. Se stiamo attenti a ci che generalmente diciamo ai nostri figli scopriremo che, tutto sommato, usiamo le stesse frasi che sono state dette a noi tanti anni fa. E' la parte "Genitore" in noi che le ripete inalterate nel tempo. E' da sottolineare che tutto ci che una persona pensa di negativo sul suo conto gli stato detto da altri, infatti, se una persona fosse sola al mondo non penserebbe 21 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
certamente di avere qualche aspetto negativo. Pertanto ogni idea di questo tipo ha le sue radici nel Genitore Critico e non dovrebbe essere ascoltata. Questo un fatto su cui dovrebbero riflettere tutti coloro che soffrono per qualche complesso di inferiorit.
Il "Bambino"
Se mi tocchi dolcemente Se mi guardi e mi sorridi Se qualche volta mi ascolti prima di parlare Allora io crescer, veramente crescer. Bradley (9 anni) Il "Bambino" la parte pura ed istintiva in ciascuno di noi. E' la parte che, nello stato libero e naturale, desidera affetto, ama giocare e inventare. Il Bambino allo stato naturale anche capace di esternare i suoi sentimenti in piena libert: ride, piange, si lamenta, corre, gioca, inventa qualcosa o fa il sentimentale in modo del tutto privo da timori o tab. Ogni bimbo che nasce interamente nello stato "libero e naturale". Questo comporta che, crescendo, dovr necessariamente scontrarsi con gli adulti che non accetteranno tutto ci che lui vuol fare od avere. Da questo fatto nasceranno pianti, urli e magari capricci. Questo modo di agire, ovviamente, dovr essere corretto perch nella vita sociale non ci si pu comportare in modo selvaggio. Subentrer, perci, l'azione del "Genitore" che porr dei limiti alla libert del "Bambino naturale". Questi limiti, all'inizio, sono generalmente posti con dolcezza. Purtroppo per, non sempre la dolcezza risulta efficace, subentreranno allora minacce e punizioni. Tutto questo, seppur criticabile, necessario per educare il bimbo a comportarsi "bene" nell'ambiente sociale e famigliare. Il risultato di questa educazione, come si chiama normalmente, un adattamento del bambino agli schemi sociali. Risulta ovvio come, dopo questo adattamento, solo una parte del Bambino sar rimasta libera e naturale perch alcune sue azioni o modi di esprimersi saranno stati limitati. Possiamo perci dire che in ognuno di noi vi un "Bambino libero" ed un "Bambino adattato". Il Bambino libero ancora capace di agire in piena libert mentre il Bambino adattato, nelle sue azioni, segue degli schemi ben precisi che, in altri termini, potremo chiamare "condizionamenti". Questi condizionamenti sono tanto maggiori quanto pi i suoi genitori sono stati severi ed autoritari. Molte persone potrebbero applicarsi con successo ad attivit artistiche se il loro Genitore Critico non avesse bloccato il loro Bambino mentre, nella prima infanzia, si esprimeva in modo libero e naturale. Uno dei modi peggiori di condizionare un bimbo consiste nel "doppio vincolo": un'azione che, qualora ripetuta, in grado di creare un conflitto assai profondo nella sua personalit. Il "doppio vincolo" consiste di una frase in cui vengono affermate due cose di cui, la seconda in netta contraddizione logica con la prima. Esempio: "Ti voglio molto bene, per questo ti punisco", "Se lo fai ancora ti punir duramente, ma non dovrai considerarla come punizione".
L'Adulto
Tra la parte "Bambino" di una persona ed i messaggi del "Genitore" , si sviluppa nel tempo un mediatore logico e razionale che prende il nome di Adulto. In ogni individuo compaiono queste differenti stati mentali o personalit, che possono essere pi o meno sviluppate. Vi sono persone con un Genitore Critico molto grande ed un Bambino Naturale molto piccolo (sono serie, critiche, dure e autoritarie). Ve ne sono altre con un Bambino Naturale molto grande, un Genitore Critico piccolo ed un Adulto inesistente (sono gli irresponsabili che corrono dietro ad ogni tipo di desiderio). Le persone equilibrate hanno un Bambino Naturale abbastanza grande, un Adulto che funziona ed un Genitore che offre messaggi utili per affrontare responsabilmente la vita quotidiana. Questi individui sono capaci di vedere come stanno realmente le cose e comportarsi di conseguenza.
Opinioni a confronto
Si supponga che in un ufficio arrivi un ragazza con la minigonna. Bambino Naturale: "Per... guarda che gambe!" Genitore Critico: "Dovrebbero proibire certi vestiti in un ufficio." Genitore Amorevole: "Poverina, chiss come soffre il caldo." Adulto: "Penso che una gonna un po' pi lunga sarebbe pi adatta".
I CONFLITTI
Secondo l'Analisi Transazionale, i conflitti non sono altro che la conseguenza di un'azione che il Bambino Naturale vuole intraprendere e che il Genitore Critico blocca con messaggio generalmente intimidatorio. Questo Genitore, alto quasi due metri, ancora l, come tanti anni prima ad intimorire, il "piccolo" bambino. Pertanto ovvio che nell'animo di questa persona nascano delle paure che si possono riassumere con le frasi: "chiss cosa mi faranno", "chiss cosa mi diranno", "e adesso cosa faccio?", "devo stare attento perch, se sbaglio, me la faccio pagare!", ecc. Questo spiega perch alcune persone vanno in crisi quando devono prendere una o pi decisioni. In una vita sana ed equilibrata, i messaggi del Genitore non dovrebbero mai arrivare direttamente al Bambino ma passare per il filtro dell'Adulto. E' solo l'Adulto, che pu fare un'attenta valutazione e decidere al di fuori dei timori che risalgono alla primissima infanzia. La comprensione di queste paure necessaria affinch l'Adulto possa fare un attento esame della situazione attuale. Le paure di un tempo, se non comprese ed eliminate, creano pericolosi pregiudizi e possono portare ad azioni o giudizi fuori luogo. I messaggi provenienti dal Genitore, sia esso Critico o Amorevole, andrebbero sempre analizzati, T. Harris ha detto che non vale la pena di basare la propria vita su un Genitore non analizzato, potrebbe avere torto.
Conclusione
Chi lo desidera potr fare un autoesame con le domande poste nella lettera Pratica n. 4. Queste domande sono state studiate per conoscere in che percentuale sono presenti in noi le differenti "personalit". Il risultato di questo esame potrebbe essere utile a coloro che soffrono per problemi esistenziali (paure, pochi amici, pochi interessi, paura del giudizio altri, complesso di persecuzione, ecc.) al fine di comprendere se alcuni tratti della loro personalit richiedono un cambiamento.
- la risposta "Mai" vale 0 punti - la risposta "Talvolta" vale 1 punti - la risposta "Sovente" vale 2 punti - la risposta "Sempre" vale 3 punti
Esempi pratici
Supponi che, nel gruppo n. 1 hai risposto "Sempre" alla risposta n. 1, dovrai segnare 3 punti nella prima colonna. Supponi che, nel gruppo n. 1 hai risposto "Mai" alla risposta n. 2, dovrai segnare 0 punti nella prima colonna. Supponi che, nel gruppo n. 4 hai risposto "Sovente" alla risposta n. 5, dovrai segnare 2 punti nella quarta colonna.
Domande
--- Gruppo n. 1 --1. Ritieni che le tue opinioni siano pi vere di quelle degli altri? 4. Nelle discussioni cerchi di far prevalere il tuo parere? 7. Trovi che le cose una volta andassero meglio? 16. Ti sente critico nei confronti dei giovani? 21. Credi che la sofferenza sia una componente necessaria della vita? 29. Pretendi che il lavoro sia fatto bene, con precisione e rapidit? 32. Ti rammarichi che certe tradizioni di cortesia e di buona creanza vadano perdendosi? 39. Sei esigente nei confronti di te stesso e degli altri? 43. Ti attieni a solidi principi morali? 50. Senti la necessit di porre riparo agli errori dovuti all'incapacit degli altri? --- Gruppo n. 2 --3. Ti fa piacere che gli altri abbiano bisogno di te? 11. Ti fa piacere prenderti cura degli altri? 15. Dai aiuto senza che ti sia richiesto? 19. Hai la sensazione di sacrificarti per la tua famiglia o per i tuoi amici? 23. Sei indulgente verso gli altri? 28. Ti piace fare il bene degli altri, loro malgrado? 33. Tendi ad incoraggiare gli altri con espressioni del tipo: "Come ti capisco" oppure "Coraggio figliolo!"? 38. Dai molte spiegazioni a chi stenta a capire? 41. Ti piace occuparti dei bambini? 25 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
47. Metti in ordine ci che gli altri hanno lasciato fuori posto?
--- Gruppo n. 3 --2. Ti procuri adeguate informazioni prima di prendere una decisione? 5. Cerchi di prevedere in anticipo il risultato delle tue azioni? 14. Hai il senso dell'organizzazione? 18. Tieni conto delle opinioni degli altri? 24. Prendi delle precauzioni di fronte a delle situazioni potenzialmente pericolose? 26. Ti piace risolvere problemi? 31. Sai rimettere in discussione le tue idee? 40. Sei solito programmare in anticipo le tue scelte? 42. Ridimensioni i tuoi obiettivi ln funzione delle tue possibilit? 48. Prendi in considerazione pi soluzioni possibili? --- Gruppo n. 4 --6. Agisci secondo i tuoi impulsi? 9. Ti vesti come ti pare? 13. Dai liberamente sfogo alla tua collera? 17. Una situazione nuova ti entusiasma? 22. Ti piace giocare con i bambini? 34. Ti piace fare lavori manuali? 35. Cerchi le cose che producono "piacere"? 37. Ti risulta facile dare del tu? 46. Sei sensuale? 49. Ti sente bene nel tuo corpo? --- Gruppo n. 5 --8. Ti sente maldestro? 10. Attendi di avere il parere degli altri prima di incominciare un'azione? 12. Ti senti "perseguitato"? 20. Aspetti che il tuo parere sia richiesto, prima di esprimerlo? 25. Ti senti a disagio nei tuoi panni? 27. Rimandi a domani ci che potresti fare oggi? 30. Ti pesa passare inosservato agli occhi delle persone che contano? 36. Ti danno fastidio le persone sottomesse? 44. Provi paura? 45. Esiti a lungo prima di prendere una decisione?
Valutazione
Somma il numero di punti totalizzato in ogni colonna, dovresti ottenere cinque totali. Il totale del Gruppo n. 1, prima colonna, ti indica la parte di Genitore Critico. Il totale del Gruppo n. 2, seconda colonna, ti indica la parte di Genitore Amorevole. Il totale del Gruppo n. 3, terza colonna, ti indica la parte di Adulto. Il totale del Gruppo n. 4, quarta colonna, ti indica la parte di Bambino Libero. Il totale del Gruppo n. 5, quinta colonna, ti indica la parte di Bambino Adattato. Questi valori sono relativi, ci significa che vanno considerati gli uni rispetto agli altri. Esempio: se il Genitore Amorevole ha totalizzato molti pi punti di quello Critico significa che tendi pi a essere una "dolce mamma" che un "autorevole pap".
Bibliografia
E. Berne, Guida per il profano alla psichiatria e alla psicanalisi, Edizioni Astrolabio, Roma, 1969. D. Yongeward & M. James, "Winning with people", Addison Wesley Publishing Company. Reading - Massachusetts - UA. Thomas A. Harris, Io sono Ok, Tu sei Ok, Rizzoli Editore (1974). Kahler & Capers, The Miniscript, Transactional Analysis Journal, VI:1 - January 1974.
A volte i messaggi ricevuti creano dei blocchi interni ai quali la persona potr essere soggetta anche da adulta. Ecco alcune frasi che sono in grado di creare dei blocchi nella personalit: - "Sei un buono a nulla" - "Chi non fa non falla" - "Non sai prendere decisioni" - "Pensi soltanto alle stupidate" - "Non fidarti degli altri" - "Non sai fare nulla di buono" - "Questa una valle di lacrime" - "Bisogna soffrire per crescere" - blocca la creativit - blocca la creativit - blocca il pensiero - blocca il pensiero - blocca l'azione - blocca l'azione - blocca l'apprezzamento - blocca l'apprezzamento.
LE TRANSAZIONI
La parola "transazione" generalmente significa lo spostamento di qualcosa. Versare o ritirare dei soldi in banca sono esempi di transazioni. Nel nostro caso il significato ristretto al dialogo con cui noi parliamo od ascoltiamo i nostri simili. Riprendendo il concetto di una personalit suddivisa in tre grandi livelli: il Genitore, l'Adulto ed il Bambino, andremo ora ad analizzare come la transazione stessa possa essere deteriorata qualora le persone in causa non siano sullo stesso livello della personalit. Fondamentalmente vi sono tre tipi di transazioni: - Transazione parallela: dove i due enti che comunicano sono allo stesso livello, esempio: Adulto con Adulto , Bambino con Bambino, ecc. - Transazione incrociata: dove gli enti che comunicano non sono allo stesso livello. Esempio: l'Adulto di una persona chiede una informazione all'Adulto di un collega. Il collega, anzich rispondere con l'Adulto risponde con il Genitore . - Transazione nascosta: in questo caso le parole dette nascondono un secondo significato. Esempio: il Bambino che dice che la torta molto buona perch ne vorrebbe ancora.
La transazione parallela
Questo tipo di transazione si pu svolgere su ciascuno dei tre livelli della personalit. Vi possono perci essere delle transazioni tra: * Genitore Critico e Genitore Critico Esempio: "Hai visto quella segretaria? ha un bel coraggio a venire in ufficio vestita in un modo simile" - "Hai ragione, proprio una vergogna, se fossi il capufficio la manderei a cambiarsi d'abito." * Adulto e Adulto Esempio: "Hai visto che le minigonne sono ancora di moda?" - "Si, penso che siano molto comode con il caldo che fa." * Bambino e Bambino Esempio: "Hai visto che gambe, roba da far girare la testa." - "Non parlarmene, sono gi sufficientemente turbato per conto mio." La transazione parallela non crea problemi di sorta; le persone possono stare a parlare tra loro tutto il tempo che desiderano perch si trovano a parlare dei fatti dopo averli osservati, e visti, allo stesso modo.
La transazione incrociata
Generalmente questo tipo di transazione non dura nel tempo, perch gli interlocutori vedono la realt dei fatti a modo loro e non vi possibilit di adeguamento tra i loro punti di vista. L'unica possibilit, affinch la loro conversazione possa durare, data dal cambio del livello della personalit di uno di essi. La transazione incrociata, avviene perch una delle parti della personalit si rivolge ad una delle tre personalit di un altro individuo pensando di ricevere una risposta dallo stesso livello, ma questo non avviene. 30 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
Vediamo alcuni esempi: Inizio della transazione: il Bambino di un impiegato si rivolge al Bambino di un collega: "Con questa bella giornata vorrei proprio piantar qui tutto ed andare a fare una passeggiata." Anzich rispondere con il Bambino il collega risponde con il Genitore Critico: "Sei un'inconsiderato, ma non ti rendi conto che hai una famiglia da mantenere?" Esempio n. 2. Inizio della transazione: L'Adulto di Susanna chiede all'Adulto della mamma se pu uscire a giocare: "Perfavore mamma, posso uscire a giocare con gli altri bambini?". Anzich rispondere con l'Adulto la mamma risponde con il Genitore Critico: "Lo sai che vai male a scuola, studia, studia, che a giocare c' sempre tempo!". Siccome sono transazioni incrociate non possono durare nel tempo ed il discorso (transazione) termina bruscamente. Susanna, comunque, avrebbe potuto continuare la transazione utilizzando il suo Bambino e interpellare il Genitore Amorevole della mamma con la frase: "Dai mamma, lasciami andare che ti do un bacino". Se l'azione sortisce l'effetto desiderato il Genitore Amorevole della mamma risponder: "Ma, si, vai pure, per ritorna in casa tra due ore".
La transazione nascosta
Per comprendere questa transazione immaginiamo due bimbi, stufi di stare ad ascoltare i discorsi degli adulti, si chiedono se il caso di uscire a giocare (Adulto verso Adulto) mentre i loro Bambini dicono, anche se non si sentono: "Sono proprio stufo di stare qui ad ascoltare questi discorsi". Purtroppo vi sono delle persone che evitano, generalmente per paura, di dire chiaramente quello che pensano. Questa la sorgente di molti guai perch le loro parole vengono dette dal loro Adulto ma, anche se non si sentono, i loro Bambini dicono una casa completamente differente. Facciamo un esempio. Si supponga che alcuni amici vadano a trovare la famiglia Rossi. Si fa tardi, mezzanotte e uno degli amici con il suo Adulto dice: "Caspita, si fatto tardi, sar meglio che ne andiamo". Il sig. Rossi risponde: "Ma no, possiamo stare qui ancora un po' tanto domani domenica", nel contempo, anche se non si sente il suo Bambino dice: "Hai proprio ragione e sono stufo di queste stupide chiacchiere".
I RICONOSCIMENTI
Un sorriso che non dai un sorriso che non riceverai. Ognuno di noi ha una vera e propria necessit di essere riconosciuto. Il comportamento "cattivo" di certi bimbi tante volte un modo per guadagnarsi un riconoscimento, magari una sgridata, e di sentirsi parte di una famiglia che altrimenti lo lascerebbe del tutto ignorato. E' stato scritto che il mondo come una grande cattedrale dove ognuno di noi occupa una nicchia... ed a tutti farebbe piacere che qualcuno gli accendesse davanti un lumino. 31 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
Generalmente, molte cose le facciamo sperando di ottenere un riconoscimento dagli altri. Di certo il dover fare qualcosa pensando che sar gradito a qualcuno fornisce un maggiore entusiasmo nel farlo. Vi sono diversi tipi di riconoscimenti, ne citiamo qualcuno per brevit - il ringraziamento, - il riconoscimento per qualche nostra abilit, - l'apprezzamento per qualcosa che abbiamo fatto, - il tocco fisico, - l'ascolto attivo, - le comunicazioni non verbali (sorrisi, gesti, ecc.). Vi sono dei riconoscimenti che lasciano la libert individuale ed altri che la limitano. Un riconoscimento che lascia la libert (il modo migliore per valutare una persona) potrebbe essere: "Io ti apprezzo molto per ci che tu sei". In questo riconoscimento si fa comprendere ad una persona che riveste una certa importanza per quello che . Un esempio di riconoscimento limitante, ci viene fornito da un datore di lavoro che dice al dipendente: "Io valuto il tuo lavoro perch lo fai molto seriamente". In questo caso il dipendente si considerer obbligato a continuare il suo lavoro in modo serio. Un riconoscimento deve essere rivolto a ci che uno e non a ci che egli possiede. Se diciamo a qualcuno che ha un bell'orologio non gli diamo un riconoscimento, ma se notiamo che indossa bene un certo vestito, oppure che ha una notevole capacit di osservazione, lo riconosciamo nei suoi valori personali. Generalmente, le persone normali sono in grado di darsi degli "autoriconoscimenti". Questo aiuta a vivere ed anche giusto che chi ha fatto qualcosaa di buono si dica "Bravo!" in cuor suo. Purtroppo vi sono anche altre persone che sono affamate di riconoscimenti perch hanno un "Genitore Critico" molto sviluppato e non sono capaci di dare al proprio "Bambino" nessun tipo di riconoscimento. Specialmente i genitori dovrebbero porre una grande attenzione ogni volta che si rivolgono ai loro figlioli. Infatti ben pochi genitori parlano ai loro figli come parlerebbero ad un amico. Alcuni ricercatori hanno stabilito che la maggior parte delle volte in cui i genitori comunicano con i figli lo fanno per chiedere qualcosa oppure per formulare critiche o giudizi nei loro confronti. Ci molto deleterio perch quando un rapporto cos intimo, come quello famigliare, viene a guastarsi, le conseguenze saranno subite da tutta la famiglia e ne sar compromessa la buona convivenza. Purtroppo, certi genitori, a causa del loro Genitore Critico, inseriscono nella mente dei loro figlioli dei messaggi che negano la possibilit di ricevere, o dare, riconoscimenti; ne sono esempi classici: "Non fidarti" - "Non dare mai troppa confidenza". Questi messaggi inducono una persona a rifiutare il contatto con gli altri e, nel tempo, a ritrovarsi sola e magari depressa. Vediamone altri: Non Non Non Non dare riconoscimenti. accettare riconoscimenti. chiedere riconoscimenti. rifiutare i riconoscimenti ingiusti. 32 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
I riconoscimenti negativi
I riconoscimenti negativi sono quelli che creano delle vere e proprie barriere allo sviluppo della consapevolezza, all'abilit di comprendere ed alla spontaneit ed alla capacit di utilizzare i propri sensi per recepire il mondo circostante. In generale si suddividono in: 1) Riconoscimenti che fanno credere di essere incapaci: - "Ma cosa vuoi sapere tu che non capisci niente". - "Ma cosa vuoi fare? non vedi che non sei capace di far niente?". - "Tu sei un buono a nulla" - "Vedi Pierino come bravo?... Magari tu fossi come lui!". - "Sei uno stupido e non combinerai mai nulla di buono nella vita". 2) Riconoscimenti che fanno perdere la spontaneit e la capacit sensoriale: - "Non ti vergogni?". - "Stai composta!". - "Certe cose non si fanno". - "Guarda che se fai cos vai all'inferno". - "Non venire in braccio, non vedi come sei grande?". - "Tutte queste cose sono delle inutili smancerie". I riconoscimenti intelligenti sono necessari affinch un bimbo cresca con valori religiosi, etici e morali. Va comunque sottolineato che conta molto l'esempio che riceve dai suoi genitori.
Bibliografia
D. Yongeward & M. James, "Winning with people", Addison Wesley Publishing Company Reading - Massachusetts - UA. Thomas A. Harris, Io sono Ok, Tu sei Ok, Rizzoli Editore (1974)
Kahler & Capers, The Miniscript, Transactional Analysis Journal, VI:1 - January 1974 Rinaldo Lampis, L'uso cosciente delle energie, Editore Amrita (1994)
Questa posizione esistenziale, una volta cresciuto, rester dominante nel suo carattere, mentre le altre, pur coesistendo, avranno un peso minore. Va notato che l'atteggiamento universale nella primissima infanzia quello Io non sono ok, gli altri sono ok, pertanto una persona pu rimanere in tale posizione o, a seconda del tipo di educazione ricevuta, passare ad una delle altre posizioni. Vediamo di riepilogarle brevemente: 1. Io non sono ok, gli altri s Questa persona si sente inferiore agli altri e tender alla depressione; in effetti ancora nella medesima posizione della sua primissima infanzia. 2. Io sono ok, gli altri no E' la persona che biasima gli altri per le sue miserie. Questa posizione viene assunta dai bambini malmenati brutalmente che arrivano a c oncludere "Se mi lasciano solo sto benissimo, io non ho bisogno di nessuno, lasciatemi solo". Di solito questa posizione sorretta da odio anche se ben celato; spesso ne fanno parte i delinquenti, i fanatici ed i criminali. 3. Io non sono ok, gli altri neppure Questa persona non ha alcun interesse nella vita, ne sono un esempio gli abulici. E' un posizione assunta da coloro che non hanno avuto calore e attenzione nei primi mesi ed al loro posto hanno ricevuto rimproveri e percosse, magari anche dopo aver compiuto il secondo anno di et. 4. Io sono ok, anche gli altri lo sono E' la persona che si piace e che accetta gli altri come sono.
certi casi, specie quando compaiono la rabbia o la paura, comunque possibile che venga adottato un ruolo differente. I tre ruoli fondamentali sono: - Il Persecutore - La Vittima - Il Salvatore Questi ruoli, se sono portati avanti in modo legittimo, non sono mai negativi. Lo diventano, invece, quando vengono usati allo scopo di manipolare la altre persone. Vediamo qualche esempio:
condizionamenti, pi o meno celati, che spesso rendono difficile una genuina onest, una libera creativit ed una pura e semplice intimit.
In breve...
Una posizione esistenziale un ruolo che un individuo tender a recitare nel corso della sua vita. Ci che va sottolineato il fatto che per poter continuare nel tempo tutte le posizioni esistenziali necessitano almeno due persone, i cui ruoli si combinino tra loro. Il "persecutore", ad esempio, non pu continuare ad esserlo senza almeno una "vittima. La "vittima" cercher il suo "salvatore" ed quest'ultimo una "vittima da salvare". Il condizionamento a recitare uno dei ruoli assai subdolo e lavoro del tutto inosservato. Questa la causa del fallimento di alcune amicizie o matrimoni, infatti le persone interessate non si sono unite a fronte di una genuina simpatia ma allo scopo di trovare nell'altra persona un soggetto adatto per giocare il proprio ruolo. Se ci soffermiamo un attimo, a considerare le coppie di sposi che conosciamo, non dovremo certo far molto fatica per trovare la "bimba" che ha sposato il "pap" (ruoli vittima-salvatore) o la moglie che si lamenta continuamente del marito, per se ne guarda bene di pensare al divorzio (ruoli vittima-persecutore).
Se il nostro esame di coscienza ha dato dei frutti positivi, nel senso che avendo scoperto dei difetti nato in noi il desiderio di migliorare, tutto ci che segue sar un utile strumento perch solo conoscendo che si pu controllare qualcosa e, tra l'altro, la nostra personalit. St scritto nel Vangelo: E conoscerete.. E la verit vi far liberi. Da quanto esposto emerge la necessit di potenziare in noi la terza parte: l'Adulto che, facendo da mediatore tra il Genitore ed il Bambino, ci porti ad agire con intelligenza e saggezza. Nei primi anni di vita la parte Adulto non esiste. Pu succedere che essa non abbia mai modo di svilupparsi, come nella posizione "Io non sono ok, ma neppure tu". Generalmente in tutti noi compare un poco di Adulto ed nostro dovere farlo sviluppare sempre di pi.
I bambini piccoli e gli animali hanno le funzioni dell'emisfero destro che predominano sul sinistro; le funzioni di quello sinistro sono infatti quasi inesistenti. Negli animali tale situazione rimane immutata negli anni mentre nei bambini si assiste ad un graduale sviluppo delle funzioni relative all'emisfero sinistro, ovvero: capacit di discorsi complessi e di analisi, coscienza di s, ragionamenti logici, ecc. 39 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
Si potrebbe quasi pensare che Adamo, che ebbe da Dio l'incarico di dare un nome a tutti gli abitanti della Terra, rappresenti uno stadio evolutivo dell'uomo, in cui la parte sinistra del cervello si stava sviluppando, mettendolo cos in grado di parlare e di classificare le cose intorno a lui. Va sottolineato che il fatto di essere mancini non dimostra per nulla una maggior specializzazione della parte destra del cervello. Anche in queste persone gli emisferi continuano a svolgere le funzioni descritte in quanto la gestione delle mani fa parte di un'altro tipo di attivit cerebrale. Purtroppo i sistemi educativi del passato, e quelli tutt'ora in uso, privilegiano l'emisfero sinistro e trascurano notevolmente l'educazione di quello destro. Tutto viene impartito per gradi (secondo schemi logici prestabiliti) e le materie principali (matematica, lettura, scrittura, ecc.) aiutano lo sviluppo dell'emisfero sinistro. Ci che compete all'emisfero destro (sognatore, artefice e artista), viene invece trascurato. Forse le ricerche scientifiche attuali, approfondendo la conoscenza del cervello, ci permetteranno di affrontare responsabilmente questo stato di cose e di prendere i dovuti provvedimenti nei confronti dell'educazione delle future generazioni. Lo sviluppo delle funzioni dell'emisfero destro, tra l'altro, non si presenta tanto facile perch quello sinistro tende ad accaparrarsi tutti i lavori cerebrali anche se, a conti fatti, il "collega" certe cose le saprebbe fare meglio di lui. L'unico modo per poter evitare questo problema consiste nel proporre al cervello un compito che disgusti la parte sinistra; tutto ci che monotono e ripetitivo, ad esempio, fa parte di questa categoria. Anche il disegno artistico una attivit in cui l'emisfero sinistro si trova decisamente impacciato. Ne consegue che questo tipo di disegno potrebbe essere un modo eccellente per iniziare lo sviluppo delle abilit proprie dell'emisfero destro.
Il problema maggiore, comunque, risiede nel fatto che, normalmente, mentre una persona sve glia, tutte le situazioni sono controllate dall'emisfero sinistro, lo scambio verso quello destro avviene in modo automatico se l'attivit da compiere risulta sgradita all'emisfero sinistro, o se vi la necessit di fronteggiare una situazione improvvisa. Provate a chiedere ad un gruppo di persone, tranquille e con gli occhi chiusi, di darvi una risposta immediata, quindi chiedete: "Quanti anni hai?" e battete le mani; nella maggior parte dei casi vi verr fornito un numero che, anzich rappresentare l'et, potrebbe avere qualche relazione con un episodio vissuto nel passato. La risposta, in questo caso, vi stata fornita dall'emisfero destro. Nella scrittura la sequenzialit e l'ortografia dipendono dall'emisfero sinistro, mentre lo stile dei caratteri appartiene a quello destro; siccome l'emisfero destro anche la sede della memoria appare chiaro come l'analisi ortografica possa dire qualcosa sul carattere di una persona.
L'insonnia ed il cervello
Spesso l'insonnia dovuta alla continua attivit cerebrale propria della parte sinistra che, conoscendo il tempo, tende a recriminare sul passato o fare programmi per il futuro. Per distoglierla dal suo lavorio si dovrebbe iniziare una monotona ripetizione, ad esempio immaginare uno schermo con un grande numero "100" e poi, ad ogni respiro, decrementarlo di uno pensando relax... Il conteggio risulter ancor pi vantaggioso se prima di iniziarlo si stringono i pugni, inspirando, e poi si rilasciano, espirando e pensando relax... Si possono, inoltre, piegare le caviglie, stringere le natiche, serrare i denti, gli occhi, e cos via.
Aforismi
Ridi ed il mondo rider con te, piangi e piangerai da solo. Un sorriso che non dai un sorriso che non avrai. Non vi nessuna strada giusta per fare una cosa sbagliata. Dietro l'ombra pi nera vi la luce pi fulgida.
L'ENERGIA
Tutto ci che ci circonda non altro che la manifestazione di qualche tipo di energia. Anche ci che appare solido ai nostri sensi non altro che energia anche se ci sembra assolutamente stabile nella sua forma. Il calore, i suoni, i nostri pensieri, l'elettricit, gli istinti, le emozioni, e tutto ci che ci circonda, null'altro che energia manifestata in forme diverse. Questo fatto dimostrato anche dagli studi della fisica moderna: basta pensare che gli atomi sono in continua vibrazione per il moto degli elettroni attorno al nucleo e dalla trasformazione, enunciata da Einstein, per cui l'energia pu trasformarsi in massa e vice versa. Pertanto dovremmo considerare tutto ci che cade sotto i nostri sensi, compreso il nostro corpo, come formato un insieme di cariche energetiche in continuo movimento. Ogni problema che ci affligge, sia esso di natura fisica, emotiva, o mentale, dovrebbe perci essere considerato come una disarmonia nella distribuzione e nella circolazione dell'energia vitale (chiamata "prana" dagli Ind). In questa e nelle prossime lettere prenderemo in considerazione le molteplici cause che possono creare questa disarmonia e, di conseguenza, disturbi vari e malattie. Cercheremo inoltre di trovare i rimedi pi opportuni al fine di ricreare l'originaria armonia.
LA SOPRAVVIVENZA
Nell'universo che ci circonda facile riconoscere la materia, lo spazio ed il tempo. Essi sono tangibili e nessuno ne metter mai in dubbio l'esistenza. Esiste per qualcosa che non si vede e che comunque presente in tutto l'universo: la Vita o "soffio vitale" che anima tutte le creature vi venti. La Vita, per potersi manifestare, necessita una forma vegetale, animale o umana che sia. La vita, perci, continuamente al lavoro per modificare ed organizzare la materia con cui crea delle forme in cui "abita" fintanto che esse non sono pi valide, a quel punto la vita si ritira e la forma si distrugge, mentre le sostanze che la componevano ritornano nel loro stato primitivo. Vi pertanto una evoluzione della vita fatta a spese della forma la quale, d'altro canto, diventa sempre pi perfezionata. "Se la lotta per l'esistenza la necessit primaria dell'organismo vivente - dice J. Hadfield - la perfezione la sua meta finale. Vale a dire, lo stimolo alla perfezione la principale forza motrice della vita; le mire e gli ideali sono i mezzi mediante i quali l'uomo cerca di raggiungere tale perfezione..." La vita, nelle sue molteplici espressioni, dimostra uno notevolissima intelligenza, "Lo stesso atomo minerale - dice Edison - sembra possedere una certa quantit di intelligenza primigenia. Basta osservare le migliaia di modi con cui gli atomi di idrogeno si combinano con quelli di altri elementi, formando le pi diverse combinazioni. Come possibile affermare che essi facciano tutto questo senza intelligenza?".
LA COSCIENZA
... Coscienza e Vita sono identiche, due nomi per una cosa sola, secondo che viene osservata dall'interno o dall'esterno. Non vi vita senza coscienza, non vi coscienza senza vita. Alice Bailey La Coscienza, lo strumento con cui la vita riesce a far sopravvivere tutte le creature viventi, in quanto permette loro di rendersi conto di due sensazioni fondamentali: il "piacere" ed il "dolore". Mentre la coscienza permette ad una creatura di rendersi conto di quello che sta succedendo, la sua intelligenza elabora i mezzi pi idonei per avvicinarsi a ci che favorisce la sopravvivenza (piacere) e fuggire o difendersi da ci che la ostacola (dolore). Gi nelle forme microscopiche di vita (virus, germi, batteri, ecc.), vediamo la coppia coscienza-intelligenza (detta anche "istinto") al lavoro; fatto che crea non pochi problemi ai ricercatori che, cercando il mezzo per eliminarne alcuni tipi, sperano di trovarlo e cos risolvere alcuni tipi di malattie. La coscienza, per mezzo dei sensi, ci permette di contattare il mondo circostante e di conoscere ci che vi accade. Nei primi anni di vita la nostra coscienza centrata sul corpo e sulle sensazioni che esso prova. Poi, con il passare degli anni, essa si amplia e ci consente anche di conoscere cosa avviene nel nostro mondo psichico (emozioni, pensieri, immaginazione, ecc.), finch arriva al punto di renderci consapevoli della distinzione esistente tra noi ed il mondo circostante prendendo il nome di "Autocoscienza". Questo il livello coscienziale della maggior parte dell'umanit attuale. Ad un livello superiore si raggiunge la "coscienza di esistere come una unit separata", ovvero si vive restando spettatori del mondo, e dei propri strumenti (corpo, pensieri ed emozioni). Un livello ancora pi alto di coscienza, assai raro, permette di sentirsi parte del tutto che ci contiene (Dio) e comprendere pienamente il detto biblico: "In Lui noi siamo, viviamo, ed abbiamo il nostro essere".
Poi il Signore Dio disse: "Non bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile"... Il Signore Dio plasm con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo... Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna. Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangi, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangi. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiam l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perch sono nudo, e mi sono nascosto". * * * I brani che abbiamo letto si riferiscono all'umanit che viveva nell'antico continente, ora scomparso, chiamato "M" o "Lemuria". A quei tempi l'uomo gestiva il suo corpo "da fuori" come il burattinaio gestisce il burattino. Infatti "tutti e due erano nudi... ma non ne provavano vergogna" e non avevano paura alcuna. Nessuno burattinaio, infatti, prova vergogna se il suo burattino nudo oppure ha paura se questi dovesse trovarsi in pericolo. Il peccato originale compare nel momento in cui l'uomo, proprio per la ricerca del piacere sessuale, inizia ad usare il sesso al di fuori dei momenti astrali propizi per la procreazione. Con questa decisione egli "entra" sempre di pi nel suo corpo fino ad identificarsi con esso: momento in cui inizia ad aver paura e provare vergogna. La stessa cosa accadrebbe ad un burattinaio che entrasse nel suo nudo burattino, e si convincesse di essere il medesimo: proverebbe vergogna ed inizierebbe a temere per tutti i pericoli presenti nel mondo circostante. Questa interpretazione del "peccato originale" trova conferma nella Cosmogonia dei Rosacroce, leggiamone alcuni brani: "Il Lemuriano nulla sapeva della nascita del proprio corpo che non poteva vedere, come non poteva vedere nessun'altra cosa, ma percepiva la presenza dei suoi consimili... Egli non sapeva nulla del proprio corpo cos come noi non sappiamo di avere uno stomaco quando questo sano. Ci rendiamo conto della sua esistenza solo quando gli abusi ci causano dolori in quella zona del corpo. Il Lemuriano non conosceva la morte perch quando nel corso di lunghi periodi il suo corpo l'abbandonava, egli entrava in un altro, pienamente inconscio del cambiamento. La sua coscienza non era concentrata nel Mondo Fisico, perci il lasciare da parte un corpo e prenderne un altro, non era per lui un inconveniente pi grave di quanto lo per l'albero il cadere di una foglia o di un ramoscello secco, rimpiazzati da nuovi germogli." L'uomo, a quel tempo, non era consapevole del Mondo Fisico come lo ora durante il sonno. Era solamente durante il contatto intimo dei rapporti sessuali che il diventava conscio della carne e l'uomo "conosceva" la sua compagna.
Per moltissimi anni l'uomo aveva vissuto nella salute e nel benessere (vedi il Paradiso terrestre", n.d.r.); ma conobbe il male quando cominci ad esercitare le funzioni creative al di fuori dei periodi indicati dalle influenze degli astri. La supposta maledizione di Dio non fu affatto una maledizione; ma una semplice constatazione dei danno che avrebbe subito il nascituro non essendo stato preso in considerazione l'effetto dei raggi stellari sulla gestazione e sul parto" (1). Perci la Chiesa dice bene quando relaziona il peccato originale sconsiderato delle forze generative. all'uso
LE EMOZIONI (2)
Nell'uomo, l'apparato per la sopravvivenza molto complesso e, oltre alle sensazione corporee, permette anche di percepire quelle psichiche (gioia, tristezza, ecc.), comunemente definite "emozioni". La parola "emozione", deriva dal latino "ex-movere" che significa "creare movimento"; in effetti le emozioni creano un vero e proprio movimento di energia all'interno dell'organismo. Quelle negative (rabbia, paura, ecc.), possono procurare una complessa fenomenologia di reazioni organiche, che vanno dal brivido al tremito, dalle perturbazioni vasomotorie alla paralisi delle gambe. Le emozioni possono nascere a causa di pensieri, ricordi o immaginazioni. Generalmente una emozione insorge in modo del tutto irrazionale, involontario e improvviso. Per questo, e per il turbamento che talvolta provoca in tutta la sfera psichica, stata definita dal Devaux e Logre una specie di "shock psichico", pi o meno acuto. sensi memoria pensieri immaginazione \ I >> emozione >> reazione >> attivit I /
Ogni emozione spiacevole rappresenta una minaccia per la sopravvivenza e pertanto crea le condizioni organiche pi adatte per la lotta o la fuga. Per questo motivo 45 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
provoca la secrezione di adrenalina dalle capsule surrenali e la stimolazione del sistema nervoso autonomo, con conseguente influenza sul cuore, sull'apparato respiratorio e su altre funzioni viscerali. Ogni emozione rappresenta un fenomeno a s stante, bench possa venire influenzata da reazioni mentali ed organiche. Si possono avere emozioni di gioia, di collera, di paura, di angoscia, di sorpresa, d'inquietudine e cos via. Esse sono sul piano psichico quello che i colori sono sul piano della luce. Esiste un'infinita gamma di emozioni di cui assai complesso precisare le variazioni e farne una classificazione. Possiamo comunque tentare di catalogarle in due grandi famiglie: PIACEVOLI: gioia, allegria, entusiasmo, euforia, felicit, letizia, ecc. SPIACEVOLI: paura, sorpresa, agitazione, ansia, angoscia, inquietudine, collera, tristezza, ecc. Le emozioni piacevoli danno un senso di vigore ed euforia, quelle spiacevoli tendono a deprimere ed abbassano anche il livello della vita organica, portando sensazioni di stanchezza ed abbattimento. La caratteristica principale delle emozioni quella di essere poco durevoli perch rappresentano un movimento della sostanza emotiva (corpo astrale, n.d.r.). Sono anche completamente irrazionali e scompaiono senza lasciare traccia nella memoria razionale tanto che quasi impossibile ripeterle a volont. "Esse, comunque, quando sono spiacevoli ed intense, vengono registrate nella memoria subconscia (emisfero destro del cervello), da cui possono affiorare mediante un'opportuno trattamento terapeutico" (n.d.r.).
trovare mille difetti, se al contrario ci riesce simpatico troviamo qualit ammirevoli l dove vi sono invece appariscenti imperfezioni... La massa dell'umanit, attualmente, usa ben poco la discriminazione proveniente da un ragionamento puramente mentale privo di coinvolgimenti emotivi.
IL DISCERNIMENTO (5)
Infinite volte l'aspirante spirituale posto dinanzi al problema della scelta, e della saggia distinzione ed solo il discernimento che l'aiuta a giungere ad una soluzione retta e giusta. Anche nel campo delle conoscenze spirituali sommamente necessario usare il discernimento, per poter selezionare le cose vere e utili in mezzo alle altre che non sempre sono vere, oppure che non sono essenziali. Il discernimento ci salva dalla fanatica e cieca accettazione delle parole, degli insegnamenti e degli scritti con cui veniamo a contatto, e ci d la facolt di saper distinguere il filone di oro puro. In mezzo alle cose illusorie e errate, ci d il potere di trovare la Verit dietro alle sovrastrutture e alle superstizioni... Elena P. Blavatsky nella Dottrina Segreta (Vol. III pag. 401, ed. inglese) scrive: "Il Signore Buddha ha detto che non dobbiamo credere in una cosa semplicemente perch stata detta; non alle tradizioni, perch sono state tramandate fin dall'antichit; non alle dicerie, come tali; non agli scritti dei Saggi, solo perch essi ne sono gli autori... non nella sola autorit dei nostri istruttori e maestri. Dobbiamo credere soltanto quando scritti o dottrine o detti vengono corroborati dalla nostra ragione e dalla nostra coscienza". Per l'aspirante ad una vita spirituale, la facolt del discernimento diventa indispensabile quando comincia a servire. Vi il problema della scelta della via di servizio da seguire, il problema del metodo da usare, il problema del momento opportuno per agire... Tutti questi problemi inerenti al servizio, possono essere risolti solo con l'uso del discernimento. Non vi pu essere vero servizio senza il discernimento. Nel libro: "Lettere sulla Meditazione Occulta", ben chiarito l'atteggiamento di chi usa il discernimento nel servizio; leggiamo infatti: "Serve con discernimento colui che saggiamente si rende conto del proprio posto, grande o piccolo che sia nello schema generale, che sa calcolare seriamente le sue capacit mentali e intellettuali, il suo calibro emozionale e le sue doti fisiche, e che poi con la somma totale di tutto ci si dedica ad eseguire il suo compito. Serve con discernimento colui che giudica con l'aiuto del suo S Superiore e del Maestro, quale sia la natura e la portata del problema da risolvere, e non guidato dai suggerimenti, dalle richieste e domande ben intenzionate, ma spesso errate dei suo compagni. Serve con discernimento colui che ha il senso del tempo nel l'azione..., e che saggiamente adatta le sue capacit al tempo a sua disposizione (6). Nel servizio quindi la facolt del discernimento fondamentale, poich senza di esso corriamo il rischio di fare pi male, che bene, di sperperare inutilmente le nostre energie, e di commettere errori pi o meno gravi ... Potremmo dire che il discernimento "si sviluppa usando il discernimento". E questa frase non esprime un paradosso, ma una verit poich forse non vi altra qualit 47 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
nell'uomo, che abbia questa particolare caratteristica di svilupparsi, di accrescersi e di affinarsi con il semplice suo uso.
Riferimenti bibliografici
1) Max Heindel, La cosmogonia dei Rosacroce, pagg. 198-199, Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda, (VR). 2) Elaborato da: - Angela Maria La Sala Bat, Guida alla conoscenza di s, pag. 26, Edizioni Nuova Era, Roma. - R. Laquaniti, Autoconoscenza, pagg. 28-29, Edizioni Vidya, Roma. 3) R. Laquaniti, Autoconoscenza, pagg. 30-32, Edizioni Vidya, Roma. 4) Ibid, pagg. 26-27 5) Angela Maria La Sala Bat, Il Sentiero dell'aspirante spirituale, pagg. 78-79, Edizioni Nuova Era, Roma, 1984. 6) Alice Bailey, Lettere sulla Meditazione Occulta, pag. 345. Edizioni Nuova Era.
LE EMOZIONI (segue)
Non vede mai l'ombra chi mira sempre al sole. Anonimo Emozione, nel suo significato etimologico, significa muovere fuori (e-moveo), mentre "rimozione" significa riportare dentro (re-moveo). In effetti ogni emozione muove delle energie interne in risposta ad un impulso esterno (si incontra una persona che..., si sente una voce che..., ecc.) oppure interno (sopravviene il ricordo di..., ci si immagina di ..., ecc.). L'ira prepara all'attacco, la paura spinge alla fuga, l'apatia fa fingere di essere morti affinch il nemico si ritiri. Ogni emozione correlata a varie secrezioni glandolari del nostro organismo; tra queste assai importante l'adrenalina, secreta dalle capsule surrenali in caso di reale o presunto pericolo. Le emozioni sono contagiose, lo possiamo vedere nel panico collettivo e nell'influenza che i "leaders" riescono ad esercitare sulle altre persone. La stato ideale sarebbe di avere il completo controllo delle nostre emozioni mentre, attualmente, esse sono il frutto di vari automatismi che abbiamo instaurato, gi nella prima infanzia, per sfuggire a veri o presunti pericoli; compiti sgraditi; pesanti responsabilit o semplicemente per procurarci pi affetto o simpatia.
- la pienezza, che dona una sensazione di gioia permanente. Possono esistere anche componenti secondarie, ad esempio: l'odio, misto di collera e di paura; la gelosia, misto di collera e di tristezza.
corpo del desiderio si arricchisca di materia grossolana. In questo modo potr soddisfare la richiesta di queste basse vibrazioni a livello emotivo. Da quanto esposto si potr comprendere perch le Scuole di Esoterismo e la stessa Chiesa Cattolica, sottolineano quanto sia importante coltivare emozioni buone e pensieri elevati. Utilizzando un simbolismo diremo che le emozioni altro non sono che grumoli di materia astrale presenti nel nostro corpo del desiderio. Basta che uno stimolo li metta in vibrazione per creare delle situazioni che la nostra mente ben difficilmente potr controllare.
La paura (3)
La paura una delle maggiori forze compulsive della natura; fa acuire le percezioni, sprona all'azione, sviluppa qualit positive del carattere; possiamo dire che una potente molla che ci fa muovere in senso polidimensionale. E' la paura che ci spinge a riunirci in comunit per fronteggiare pericoli comuni, la paura del disprezzo e del disinteresse degli altri che incoraggia le nostre qualit sociali e morali. Ma la paura pu anche paralizzare l'azione, l'ascesi e ogni movimento direzionale, pu metterci in una condizione di smarrimento, turbamento e confusione. Pu anche provocare stati morbosi affettivi, come l'ansia e l'angoscia. La paura ha una sua scala direzionale ascendente, che va dalle paure prettamente istintive dell'essere primordiale, basate normalmente sull'ignoranza delle leggi di natura, fino alle paure delle persone civili e che sono pi numerose. Paura di perdere i propri cari, la propria salute, il denaro, la popolarit, il lavoro, le proprie conquiste nei vari campi dell'attivit. Paura radicata nel dubbio; paura dell'annichilimento di se stessi; paura della morte; paura della vita e della solitudine; paura della paura stessa generata da un'immaginazione incontrollata. Non si pu fare un'esatta classificazione delle paure, perch spesse volte prendono le forme pi impensate e disparate.
Le paure antiche
Esistono delle paure che abitano nella parte pi profonda di noi stessi. Alcune di esse si sono instaurate in questa vita (dal concepimento in poi), altre fanno parte del 52 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
mondo istintivo e di cui difficilmente ci possiamo liberare. Dice Laquaniti nel suo libro Autoconoscenza: "Noi siamo il risultato di milioni di ieri che con i loro contenuti psichici ci hanno costruito una prigione in cui siamo, gi dalla nascita, costretti, oppressi e condizionati".
Il panico (4)
Chiunque si trovi vicino ad un'altra persona, se improvvisamente percepisce una sensazione di paura nella mente la trasferisce nello spazio di un secondo all'altra persona. Nello stesso modo si trasferiscono anche tutte le altre emozioni... Nella vita normale, dove queste percezioni sono rare, si ammette che questo genere di fenomeni si verifichino tra fratelli siamesi, qualche volta tra madri e figli, soprattutto quando si presenta un grave pericolo, e anche fra persone molto innamorate, legate da un amore mentale. In maniera meno evidente tali sensazioni sono provate da tutti, perci accade spesso che la sensazione non sia abbastanza forte per essere avvertita al livello conscio. Da quanto abbiamo esposto risulta evidente che la vostra serenit e la vostra felicit non sono di grande importanza soltanto per voi, ma anche per gli altri. Con la vostra mente voi influenzate le persone che vi sono pi care e, attraverso loro, tutto l'ambiente circostante.
A volte il tempo di esaurimento si prolunga oltre la norma, in quanto vi sono delle difficolt a liberarsi dalla carica emozionale. Questa situazione, se ripetuta, pu creare il terreno per eventuali disturbi fisici o psichici.
direzione e poi nell'altra, ritorna nello stato di riposo rendendosi disponibile a ricevere una nuova emozione. Chi riesce a vivere le emozioni in questo modo si comporta "naturalmente", ovvero seguendo pi l'istinto che non le regole della buona educazione o del galateo. Spesso, a causa dell'educazione ricevuta, si vengono a creare dei casi in cui l'emozione non riesce a scaricarsi come dovrebbe (ad esempio la collera di un bimbo che non pu fuggire n difendersi). Questo fatto crea un blocco emozionale quanto mai pericoloso per l'equilibrio dell'organismo. Mentre nel mondo degli animali selvaggi questo tipo di problema praticamente non esiste, le forme educative, giustamente restrittive, lo rendono abbastanza frequente per gli esseri umani. Il blocco emotivo agisce in profondit (quasi come fosse un "congelamento" del protoplasma) ed anche in grado di creare delle vere e proprie tensioni muscolari che possono persistere nel corso degli anni. La situazione non naturale, creatasi a livello del protoplasma condiziona anche il comportamento dell'individuo, dandoci la possibilit di riconoscere "l'emozione congelata". Ci che noi chiamiamo "espressione del ritegno", per es., nasconde una tremenda paura infantile delle pulsioni sessuali; ... mentre un atteggiamento militaresco - con petto spinto in fuori e spalle all'indietro, cerca di tener celato un notevole senso di insicurezza, di paura, ecc.; gli esempi potrebbero moltiplicarsi. Con questo irrigidimento, la parte istintiva dell'individuo cerca di proteggersi meglio da ogni successiva esperienza emozionale che possa rievocare la primitiva (meglio le primitive) dolorosa esperienza di questo tipo. In altre parole, una successiva emozione potr sortire un effetto minore in quanto si ridotta o eliminata la mobilit necessaria per poterla manifestare pienamente. Resta comunque il fatto che un blocco emotivo, se non eliminato, accompagner un individuo durante tutta la vita. Questo fatto potr creargli vari problemi, tra cui una continua perdita di energia utilizzata per mantenere contratte le fasce muscolari in cui il blocco si instaurato. Questa situazione gli potr anche impedire di provare libere emozioni o sensazioni di piacere.
imparer ad essere giusto. Se un bambino vive nella sicurezza... imparer ad avere fede. Se un bambino vive nell'approvazione... imparer ad apprezzare se stesso. Se un bambino vive nell'accettazione e amicizia... imparer a trovare amore nel mondo.
Riferimenti bibliografici
1) Dsir Mrien, La Biorespirazione, pag. 15, Edizioni A.I.I, via Pinettti 91/4, Genova. 2) C.E RAI, Yama, vol. I, pag. 31, Edizioni Mediterranee, Roma, 1978. 3) R. Laquaniti, Autoconoscenza, pagg. 43-45, Edizioni Vidya, Roma, 1973. 4) C.E RAI, Yama, vol. I, pag. 31, Edizioni Mediterranee, Roma, 1978. 5) Elaborato da Omeopati a e Bioenergetica, di E. Del Giudice, pagg. 203-4 - Edizioni Cortina.
LA SOPRAVVIVENZA
GLOSSARIO: Istinto: un impulso naturale e spontaneo, ad agire in un determinato modo, che sebbene indipendentemente dall'intelligenza, pu essere da questa modificato, regolato e represso. Sublimare: innalzare a grande altezza morale o spirituale. * * * In ogni organismo vivente, dalla cellula vegetale agli organismi pi complessi (l'uomo, ad esempio), vi una notevole spinta verso la sopravvivenza. Fondamentalmente, tutti i meccanismi che aiutano un essere a sopravvivere si possono riassumere nella capacit di avvicinare ci che aiuta a vivere e fuggire da ci che mette in pericolo la vita stessa. La scienza, non conoscendo le ragioni profonde di questi comportamenti, ha deciso che essi sono dovuti agli "istinti", ovvero "impulsi naturali e spontanei, ad agire in un determinato modo". Gli istinti principali sono: 1. istinto di riproduzione, 2. istinto di affermazione, 3. istinto di gregge (o coesione di gruppo). Alcuni considerano anche l'istinto di "sopravvivenza", ma ci non corretto perch l'impulso a fuggire dai pericoli fornito dalla paura (vedi lettera n. 9), mentre quello di mangiare, bere o ripararsi, motivato da un bisogno corporeo che richiede di essere soddisfatto.
GLI ISTINTI NELL'UOMO (1) Nell'uomo, gli istinti subiscono grandi modificazioni a causa della volont, dell'intelligenza e dell'ambiente. Queste modificazioni sono in grado di inibirli, camuffarli o trasformarli, ma non potranno mai distruggere queste forze primordiali. "L'ambiente, l'intelligenza possono modificare, ma non distruggere gli istinti; possono inibire, graduare, trasformare nel contrario, sublimare, ma non eliminare queste forze primigenie; possono f ar cadere gli istinti in latenza, respingerli nel subcosciente, organizzare un sistema difensivo, un muro di sbarramento cementato da resistenze fisiologiche, psichiche e ambientali, ma non riusciranno mai a renderli inattivi, n a evitare definitivamente la possibilit di rinascita". Anche in latenza gli istinti conservano la propria attivit, pronti a riaffacciarsi alla coscienza nella loro integrit o trasformati nei processi subiti durante il periodo subcosciente, o mascherati da rappresentazioni simboliche per esigenze attuali della coscienza. Anche in latenza essi hanno una propria dinamicit e si fanno sentire nell'umore abituale e nel sentimento generale del corpo. Ad essi dobbiamo il
colorito affettivo e la viva motricit dei processi psichici" (R. Appicciafuoco: Sommario di Psicologia). Quindi, nell'uomo, gli istinti non si presentano generalmente sotto il loro aspetto genuino ma tramutati, camuffati, mescolati ad altri elementi, tanto che per riconoscerli occorrerebbe risalire alla loro origine che giace nel profondo della nostra mente.
indirettamente, derivata la definizione astrologica dei 12 segni zodiacali da noi conosciuti. Queste 12 energie, in arrivo sulla Terra, sono distribuite, "tinte" e modificate dai vari corpi celesti del nostro sistema solare (Sole e Luna compresi). La spinta che porta ad unirsi gli uni agli altri (coesione di gruppo o istinto di gregge) dovuta all'energia di Venere, mentre quella che spinge alla riproduzione arriva dalla Luna (fecondazione). Senza entrare in dettagli, che sarebbero fuori luogo in questa sede, possiamo affermare che, contrariamente a quanto stabilito dalla scienza, "gli istinti non sono forze provenienti dal basso", bens "energie primordiali presenti nel nostro universo".
spirituali e sta a noi trasformarle, incanalandole nella giusta direzione, affinch si possano manifestarsi nella loro espressione superiore. Infatti, nell'uomo spiritualmente evoluto, tali forze hanno perso la limitatezza della loro funzione, non vengono pi utilizzate al solo scopo del bene personale e sono dirette al conseguimento del bene a livello universale. Una volta sublimati gli istinti diventeranno: Istinto della riproduzione Istinto di autoaffermazione Istinto di gregge >> Creativit (poesia, scrittura, pittura, musica, ecc.) >> Conquista del S superiore (autorealizzazione spirituale) >> Amore universale
1. I bisogni animali
Si riducono, in definitiva, all'amore verso la vita ed alla trasmissione di questa; ovvero l'istinto della conservazione e quello della riproduzione. In essi sono compresi il bisogno di calore, moto, respiro, alimenti ed evacuazione: tutti indispensabili se non si vuol perdere la vita. Due voci interne, il piacere ed il dolore, ci avvertono se i bisogni animali sono stati soddisfatti in modo giusto o eccessivo. In un caso la temperanza ci lascia un senso di benessere mentre, nell'altro, la ghiottoneria e l'ubriachezza ci puniscono, l'una con problemi di stomaco e sovrappeso, l'altra con l'abbrutimento.
I BISOGNI ANIMALI: - non soddisfatti fanno nascere timori e paura. - soddisfatti eccessivamente portano all'apatia.
2. I bisogni sociali
1. Bisogno di affetto. E' alla base della societ e del matrimonio, si presenta con molte gradazioni, dalla simpatia passa all'amicizia e quindi all'amore. - se carente, l'uomo diventa freddo, selvaggio, egoista; - se in eccesso, l'uomo diventa suscettibile o geloso se in lui vi della diffidenza. 2. Astuzia e circospezione. Sono utili in quanto permettono di difenderci dai nemici, risolvere i problemi e provvedere per l'avvenire. - se sono carenti, non permettono alla persona di gestire la sua vita in modo adeguato. - se in eccesso, producono furberia e parsimonia (attenzione a spendere) che, qualora esagerata, diventa avarizia (un'abitudine alquanto detestabile). 3. Amor proprio o bisogno di stima. E' utile perch spinge a distinguerci e fornisce gli stimoli per la condotta sociale. Nei giusti limiti d luogo all'emulazione, sorgente di grandi azioni e virt. - se carente, genera trasandatezza e pigrizia. - se in eccesso, sviluppa vanit ed ambizione in tutte le loro gradazioni, dalla passione dei vestiti e del lusso, fino allo smodato desiderio di fama e celebrit. 4. Stima di s. Serve a mantenere una condotta dignitosa; il vero merito, infatti, sa rispettarsi senza orgoglio. - se carente, genera diffidenza in se stessi e scoraggiamento; toglie la capacit di rialzarsi dopo una caduta. - se in eccesso, rende presuntuosi, alteri, orgogliosi, pronti ad ammirare s stessi e credersi buoni a tutto. 5. Fermezza. Definisce il carattere di una persona. Quando manca la persona diventa irresoluta e non sa mai cosa vuole; oppure incostante, e non vuole oggi quello che desiderava ieri. 6. Perseveranza. E'assai utile ma nei giusti limiti, se in eccesso diventa ostinazione. 7. Giustizia. E' una specie di voce interiore che ci fa conoscere se le nostre azioni sono buone o cattive, nello stesso modo che il piacere e il dolore ci avvertono di ci che fa bene e ci che fa male. - se in eccesso, rende scrupolosi o troppo severi. - se carente, fa porre sullo stesso livello il bene ed il male e porta ad agire in modo scorretto. 8. Bont. E' un sentimento che fa recepire le sofferenze degli altri e spinge ad alleviarle. E' la bont che crea le radici su cui si basano la carit cristiana e la filantropia. - se in eccesso porta alla dabbenaggine ed alla debolezza di carattere di chi non capace di dire di no. - se carente, genera la crudelt, l'egoismo e la malignit.
3. I bisogni intellettuali
1. Bisogno di conoscere o amor del vero, che porta all'investigazione ed alla ricerca. 2. Amor del buono, che porta ad adempiere ai nostri doveri. 3. Amor del bello, che reca piacere nell'udire fatti eroici o contemplare capolavori o bellezze naturali. 4. Speranza, che ingrandisce la sfera dei desideri umani. In giusta dose conferisce la saggezza che permette di non trascurare gli elementi che possono rendere pi sicuro il suo successo. - se in eccesso, porta a folli speculazioni, ai giochi della sorte, alle scommesse ed ai sogni propri dell'ambizione. - se carente, non vi sono stimoli, non si fanno progetti, non si prende parte in alcuna impresa e non si medita alcuna realizzazione. La Fede (certezza di una cosa), la Speranza (attesa fiduciosa di un bene futuro) e la Carit (amore verso Dio e il prossimo) sono le tre virt teologali del cristianesimo. San Giovanni della Croce afferma che la Fede purifica e trasforma l'Intelligenza, mentre la Speranza e la Carit, agiscono, rispettivamente, sulla Memoria e la Volont.
Riferimenti bibliografici
1) Angela Maria La Sala Bat, Guida alla conoscenza di s, pag. 14, Edizioni Nuova Era, Roma, 1989. 2) Ibid., pag. 14, 3) Ibid., pag. 11, 4) G.B.F. Descuret, La medicina delle passioni, pag. 15, Ernesto Oliva Editore-Libraio (MI), 1871.
IO NON SONO
Io, non sono n buono n cattivo; io sono entrambi. Io, non sono n spirituale n sensuale; io sono entrambi. Io, non sono n generoso n avaro; io sono entrambi. Io, non sono n onesto n disonesto, io sono entrambi. Io, non sono n un Santo n un peccatore, io sono entrambi. Ma Dio mi accetta, mi perdona e mi ama cos come io sono. Ed io posso accettare, perdonare ed amare me stesso e gli altri. Osborne, L'arte di imparare ad amare se stessi . 63 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
In realt gli affetti sono dei sentimenti, degli stati d'animo che oltre a differire dalle emozioni per il loro carattere positivo e radiante differiscono anche per la loro continuit e durata. L'emozione infatti, come abbiamo detto, subitanea e rapida e non dura a lungo, mentre l'affetto un'emozione prolungata che nasce lentamente e lentamente muore, appunto perch il suo carattere fondamentale quello della continuit, della stabilit, e di una maggiore profondit, rispetto alla emozione. L'affetto, inoltre, non offusca interamente la mente, anzi talvolta pu essere in contrasto con essa. La mente razionale pu continuare il suo lavoro pure durante la presenza nella psiche di un affetto, e pu contribuire ad aumentarlo se vi collabora, come pu invece contrastarlo e lottare con esso se non lo approva. L'affetto pu talvolta divenire cos intenso ed esclusivo da tramutarsi in ci che comunemente si chiama "passione" e diviene allora come una malattia psichica. "La passione un sentimento portato alla esasperazione... Nella passione predomina una sola idea che si ama o si odia, verso cui converge ogni attivit. Per il suo carattere di esclusivit la passione l'equivalente dell'idea fissa" (R. Appicciafuoco).
San Tommaso d'Aquino, nella sua Summa Theologica, ammette undici sentimenti e li dispone dell'ordine seguente: amore, odio, desiderio, avversione, gioia o diletto, dolore o tristezza, speranza, disperazione, paura, audacia, ira. Nei primi sei sentimenti dell'elenco predomina il desiderio, essi nascono in noi se l'oggetto o la persona in causa sono assenti o presenti. Gli altri cinque, invece, nascono quando si frappongono degli ostacoli al fatto che l'oggetto o la persona in causa possano essere assenti o presenti. Con essi compare anche l'ira o il coraggio, perch entrambi sono presenti quando vi sono delle difficolt da superare.
Per quello che riguarda il nostro studio, dovremmo a poco a poco analizzarci e cercare di scoprire quale aspetto energetico prevale nella nostra natura. Ci consideriamo equilibrati? Prevale l'emotivit o il sentimento? Siamo troppo poco ricettivi oppure scarsi nelle nostre dimostrazioni di affetto? In ognuno di questi casi le ragioni della nostra natura possono essere molto profonde e difficili a riconoscersi. In effetti la cosa migliore da fare sarebbe ascoltare il parere sincero che una persona fidata pu esprimere nei nostri confronti. Comunque non dovremmo mai dimenticare che dal punto di vista psicologico ognuno di noi rappresenta almeno tre persone diverse: 1. quello che pensiamo di essere, 2. quello che gli altri pensano che noi siamo, 3. quello che siamo realmente.
Le virt (5)
Considerata dal punto di vista sociale, la virt un'abituale preferenza dal bene generale al bene particolare. Questa generosa preferenza non si acquista senza lotta con il nostro egoismo e attesta la forza dell'anima; appunto perci merita il nome di virt. Non esiste virt senza lotta, dice Rosseau, ed oggi le virt sono sempre pi rare. I moralisti ammettono quattro virt principali, dette cardinali, perch considerato il fondamento di tutte le altre: sono la Prudenza che le dirige, la Giustizia che le governa, la Forza che le sostiene, la Temperanza che le circoscrive in giusti limiti. Le tre virt teologali del cristiano sono la Fede, la Speranza e la Carit che abbraccia le altre due, perch il vincolo che unisce l'uomo all'uomo mentre unisce l'uomo a Dio. Come tutte le nostre inclinazioni naturali o fittizie, anche le virt possono degenerare in passioni, allorch siano spinte all'estremo o si esercitino in modo eccessivo. Il segno evidente che sono giunte a tal grado che allora rendono erroneo il giudizio, nel qual caso perdono il nome di virt.
I vizi (6)
Generalmente viene dato il nome di vizio alla degradazione dei nostri sentimenti, e quello di vi rt al loro perfezionamento. I progressi del vizio, purtroppo, sono assai pi rapidi di quelli delle virt, l'abitudine del primo, infatti, assai forte e tenace.
3. La Lussuria, che un affetto disordinato ai piaceri e diletti carnali. Essa si vince con la Castit. 4. L'Invidia, che un dispiacere del bene altrui perch pare che diminuisca la grandezza propria. Si vince con la Carit fraterna. 5. La Gola, che un appetito disordinato di mangiare e bere oltre quel che conviene. Si vince con l'Astinenza. 6. L'Ira, che un desiderio disordinato di vendetta. Si vince con la Mansuetudine. 7. L'Accidia, che un dispiacere di essere obbligato ad osservare i Comandamenti di Dio e di camminare nella via della virt. Si vince con la Diligenza e col Fervore.
Riferimenti bibliografici
1) Angela M. La Sala Bat, Guida alla conoscenza di s, pagg. 28-32, Edizioni Nuova Era, Roma, 1989. 2) R. Laquaniti, Autoconoscenza, pag. 33, Edizioni Vidya, Roma. 3) G.B.F. Descuret, La medicina delle passioni, pag. 10, Ernesto Oliva Editore-Libraio, Milano, 1871. 4) Ibid., pagg. 6-7. 5) Ibid., pag. 8. 6) Ibid., pag. 8
SENSI SUPERIORE - senso del tono, timbro o udito - senso della voce, della parola o della lingua - senso del pensiero, del concetto o della rappresentazione - senso del proprio "Io" e di quello degli altri
essere umano che lo raccoglie, lo avvolge in calde coperte, lo sostiene, e inizia a confortarlo "accarezzandolo". A questo punto avviene la "Nascita Psicologica". E' il primo "riconoscimento"; qualcosa che lo informa che la vita "l fuori" non poi cos male. Si ha una riconciliazione, una reintegrazione di intimit, la quale stimola il suo desiderio di vivere. Le carezze, o il ripetuto contatto corporeo, sono essenziali alla sua sopravvivenza. Senza di esse egli morirebbe, se non fisicamente, almeno psicologicamente. La morte fisica, dovuta a uno stato noto col nome di marasma, un tempo era un fenomeno frequente nei ricoveri per trovatelli, dove mancavano queste prime carezze. Queste morti non erano attribuibili a nessuna causa fisica, eccetto la mancanza di questo stimolo essenziale. Questa dolorosa intermittenza mantiene il neonato in un costante stato di squilibrio. Nei primi due anni di vita non possiede uno strumento di "pensiero" concettuale, la parola, con cui poter elaborare una spiegazione del suo stato precario in questo mondo. Egli, tuttavia, REGISTRA CONTINUAMENTE gli stati d'animo prodotti in lui dal suo rapporto con gli altri, principalmente la madre, e tali stati d'animo dipendono direttamente dalla presenza e dall'assenza di carezze. Chiunque lo accarezza OK. La valutazione che egli d di se stesso incerta perch i suoi stati d'animo positivi sono fugaci e ad essi subentra di continuo la sensazione di NON essere OK. L'incertezza finisce per convincerlo: IO NON SONO OK. Piaget (5) basandosi su meticolose osservazioni di bambini nella prima infanzia, crede che le informazioni che essi ricevono, sotto forma di un guazzabuglio di impressioni, iniziano a disporsi in certe sequenze strutturate nei primi mesi di vita e raggiungano il completamento entro il termine del secondo anno. Infatti, a questa et, il bimbo in grado di assumere un atteggiamento, o raggiungere una conclusione, prima dell'uso della parola. Io sono dell'opinione che questo stato di equilibrio, evidente al termine del secondo anno o durante il terzo, tragga origine dalla conclusione a cui giunto il bimbo in merito a se stesso e agli altri: il suo atteggiamento verso la vita o la sua "posizione esistenziale" (vedi lettera La Pace della Mente n. 3, n.d.r.). Una volta stabilito il proprio atteggiamento, egli ha qualcosa di solido su cui costruire, una certa base di prevedibilit.
scosse di corrente elettrica. Pertanto, se ne deduce che ci che conta il fatto di essere visti e considerati, non importa se questo significa piacere o dolore.
e portare a casa qualche segno di riconoscimento, anche se questo non necessariamente dovr essere positivo. La fame di riconoscimento, d'altro canto, varia da persona a persona. Per un attore possono essere necessari centinaia di riconoscimenti alla settimana da parte di anonimi ammiratori. Uno scienziato, invece, pu tenersi fisicamente e mentalmente sano con un solo riconoscimento all'anno ricevuto dal direttore dell'Ente di ricerca in cui lavora.
I bambini non nascono coi loro sentimenti gi programmati nei riguardi degli oggetti e delle persone che li circondano. Comunque ciascuno di essi impara assai presto con chi pu mostrarsi coccolone, con chi restare rigido, con chi sentirsi in colpa; chi temere e chi detestare. Nello stesso modo impara con chi ed in quale occasione sentirsi colpevole. Ogni bimbo, pertanto, riceve degli stimoli che fanno nascere in lui determinati sentimenti e reagisce nel modo pi opportuno per poter sopravvivere. In altre parole, impara a raccogliere bollini ed a distribuirli intorno a s. Sebbene ciascuno bambino esperimenti tutti i tipi sentimenti, ognuno di essi impara ad adattarsi ad un sentimento preferenziale; il sentimento che generalmente prova quando in casa sua si crea qualche tensione. Perci i bambini che si sentono dire continuamente: 1. "Mi vergogno di te!" o "Dovresti vergognarti di te stesso!", imparano a collezionare bollini di colpevolezza. 2. "Aspetta che ritorni tuo padre e vedrai quante botte di d!", imparano a raccogliere bollini di paura. 3. "Non parlare con quelle persone; meglio che non ti fidi di loro", imparano a raccogliere bollini di sospetto. 4. "E' mai possibile che non capisci niente?" o "Sei proprio uno scemo." imparano a raccogliere bollini di stupidit.
Riferimenti bibliografici
1) Eric Berne, Games people play, pag. 15 - Grove Press Inc. New York, 1967. 2) Rudolf Steiner, L'organismo sensorio dell'uomo, Associazioni per la pedagogia stenieriana, Milano e Roma, 1976. 3) Ibid. 4) Thomas A. Harris, Io sono Ok, tu sei OK, pagg. 65-66, Rizzoli Editore, Milano, 1974. 5) Piaget, The Construction of Reality in the Child - New York, Basic Books, 1954. 6) Eric Berne, Games people play, pagg. 13-14 - Grove Press Inc. New York, 1967. 7) R. Spitz, Hospita lism: Genesis of Psychiatric Conditions in Early Childhood, Psycoanalitic Study of the Child. 1:53-74, 1945. 8) S. Levine, Stimulation in infancy, Scientific American, 202: 80-86, May 1960. 9) Eric Berne, Games people play, pagg. 13-14, Grove Press Inc. New York, USA, 1967. 10) Ibid., pag. 14 11) Ibid., pag. 14 12) D. Jongeward and M. James, Winning with people, pag. 62, Addison-Wesley Publishing Company- Reading, Massachusetts, USA, 1973. 13) M. James and D. Jongeward, Born to win, pag. 188, Addison-Wesley Publishing Company - Reading, Massachusetts, USA, 1973. 74 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
14) Jongeward and M. James, Winning with people, pag. 62, Addison-Wesley Publishing Company- Reading, Massachusetts, USA, 1973.
Avvertenza
Per una buona comprensione di questa lettera necessario tener presente che i termini "Genitore", "Adulto" e "Bambino", non si riferiscono a persone bens a stati psicologici. Per maggior ragguagli vedere le lettere "La Pace della Mente" n. 3, 4 e 12.
- Basta, non ne posso proprio pi! - Ne ho piene le scatole! Se una persona ha collezionato un sufficiente numero di bollini d'oro si sentir giustificata nel fare qualcosa di buono per se stessa. Pertanto potrebbe riscuotere la sua tessera di bollini comprandosi qualcosa, godendosi un week-end con gli amici o prendendosi una piacevole vacanza. Come sempre la grandezza della collezione determina anche la misura del premio.
Pu perci accadere che, pi avanti negli anni, lo stesso individuo tenda "senza rendersene conto" a creare delle situazioni in cui gli altri lo trattino come lo trattavano i suoi genitori. In questo modo potr riprovare i sentimenti che provava nei primi anni della sua vita e continuare la raccolta dei suoi bollini preferiti. Per esempio, un individuo che nell'infanzia ebbe modo di collezionare molti bollini "stupido" (posizione "io non sono OK"), si trover, a sua insaputa, a fare qualcosa di stupido per sentirsi dare dello stupido ancora una volta. Potrebbe anche fare delle azioni stupide e poi ricevere dello stupido dal suo stesso Genitore, oppure immaginare che qualcuno che lo sta guardando stia pensando che lui uno stupido. Invece un bambino aiutato a sentirsi OK e considerare Ok pure gli altri, impara a raccogliere bollini d'oro; impara a dirigere le sue energie verso un comportamento positivo. Una volta cresciuto cercher di comportarsi bene ed in questo modo avr modo di continuare la raccolta dei bollini dorati. Tutto questo gli frutter dei buoni sentimenti nei confronti di se stesso e degli altri.
I giochi possono essere giocati a diversi livelli di intensit: possibile passare da un livello sociale rilassato ad un vero e proprio livello criminale sia esso di omicidio o di suicidio. Si arriva allora all'assalto criminale od alla violenza carnale. E' interessante notare che le persone che usano questi giochi lo fanno in modo "inconsapevole" e tendono a scegliere il coniuge, gli amici ed i soci in affari, tra le persone in grado di giocare il ruolo complementare a quello interpretato da loro stesse.
In questo caso il giocatore agisce da super-man, poich sotto il condizionamento di un messaggio del tipo: "fai presto" che gli a rriva dal suo Genitore. Egli cerca di sentirsi OK "facendo presto" ma, sotto, sotto, cerca di arrivare all'esaurimento in modo da potersi fermare senza provare sensi di colpa. Le possibili variazioni di questo gioco sono: "La moglie che non ce la pi", "Lo studente affannato", ecc..
sono Ok" o "Tu non sei Ok", bene compiere le azioni opportune per far cessare la "recita" immediatamente. Sono utili, a questo proposito, le regole seguenti: - Dare all'interlocutore una risposta inaspettata. - Non accentuare pi la propria forza o la propria debolezza. - Non accentuare pi la forza o la debolezza degli altri. - Imparare a dare, e ricevere, dei riconoscimenti positivi. - Pianificare il proprio tempo in modo che contempli delle attivit costruttive , intelligenti o divertenti. - Cessare di giocare il ruolo del salvatore con coloro che non desiderano essere salvati. - Cessare di fare il persecutore con coloro che non lo meritano. - Cessare di fare la vittima, facendo "il poverino" che ha bisogno di aiuto, quando si in grado di reggersi sulle proprie gambe.
Esercizio pratico
Se ti sei reso conto di giocare qualche gioco, iniziane uno che hai giocato molte volte e poi vedi di fermarlo prima che giunga al suo termine. Fallo con diversi giochi a te familiari fintanto che sei diventato consapevole dei tuoi condizionamenti. A questo punto ne sarai libero.
Riferimenti bibliografici
1) James & Jongeward, Winning with people, pagg. 66-68, Addison-Wesley Publishing Company, Reading, Massachusetts, USA., 1973. 2) Tratto da: TA for Kids, by Alvyn M. Freed Ph.D, pag. 40, Jalmar Press Inc. Los Angeles, California, USA, 1971. 3) James & Jongeward, Born to win, pag. 192, Addison-Wesley Publishing Company, Reading, Massachusetts, USA, 1973. 4) Tratto da: Il Cambiamento di vita nella Terapia ridecisionale, pagg. 36-37, di Mary McClure Goulding & Robert Goulding, Astrolabio Editore, Roma, 1983. 5) Tratto da: A che gioco giochiamo, di E. Berne, Edizioni Bompiani, Milano, 1982.
inventata, ha potuto recargli con l'evitargli noiosi impegni o preoccupanti incombenze. Per di pi, scrive Deutsch, quando nell'infanzia una malattia organica coincide con un conflitto emotivo, i due processi restano fusi per sempre, sicch l'uomo tender sempre a servirsi delle malattie per tentar di risolvere ogni suo problema emotivo. Tale beneficio secondario diventa pi evidente in occasione di determinate psicosomatosi: tipico il caso descritto da Booth, di un italiano affetto da una "nevrosi reumatica sine materia" che gli aveva pressoch paralizzato l'articolazione scapolo-omerale destra: per questo motivo era stato esonerato, nel suo ufficio italiano, dall'eseguire l'aborrito saluto romano; deciso antifascista, egli venne esiliato e ripar in America dove si sottopose a psicoterapia e guar rapidamente intuendo il significato espressivo e difensivo del suo sintomo. Altri esempi altrettanto eclatanti li troviamo nella casistica delle psicosomatosi dei militari e nelle donne di casa, frequentemente a carico del sistema locomotore, il che impedisce agli uni le faticose marce di addestramento e alle altre le non meno faticose mansioni domestiche pi pesanti. Un tipico caso capitato alla nostra osservazione fu quello di una suora, in aperto conflitto con il proprio stato, che presentava una rigidit delle ginocchia, priva di un convincente reperto radiografico, che evitava alla paziente la sempre pi intollerata posizione di preghiera.
Alcuni comportamenti anomali e le varie malattie psicosomatiche (circa l'80 per cento di quelle esistenti) potrebbero appunto essere riconducibili ad uno o pi episodi dolorosi in cui la parte "Bambino" ha ottenuto qualche beneficio secondario. Da quanto sopra appare evidente quanto sia negativo parlare ad un bambino molto ammalato o ferito, utilizzando frasi del tipo "mi fai tanta pena e ti voglio ancor pi bene", oppure fare regali, o creare la possibilit che il "Bambino" in lui concluda che con quel problema si guadagna qualcosa. La posizione esistenziale di "vittima" pu dipendere anche da questo. Quando un bimbo st bene gli si pu dire ci che si vuole ma quando semicosciente, a causa di malattie o lesioni, meglio prodigarsi nell'aiuto senza parlare. Lo stesso dicasi per le persone adulte deboli, o incoscienti, a causa di coma, traumi, incidenti e anestesie. Un riguardo particolare deve essere posto quando si parla alle donne incinte parch stato provato che le nostre parole possono venire registrate nella memoria istintiva del neonato in formazione.
Anche i messaggi che il salvatore ha pronunciato nel momento in cui si svolto il fatto, potranno costituire una guida preziosa a cui dare il massimo affidamento. Se l'alleato ha detto: "Devi crederci" la persona tender a credere a ci che le si dice; se ha detto: "Stai attento", star sempre in guardia, e cos via.
Questo fenomeno raggiunge il limite quando, sempre inconsapevolmente, qualcuno sposa una persona che assomiglia al salvatore di un tempo, anche se altri fattori lo sconsiglierebbero caldamente.
provocano un comportamento automatico e portano a credere di agire cos a causa del proprio carattere. 5. Creano un atteggiamento per cui una persona pensa comunque di aver ragione e che gli altri hanno torto. Un'impostazione di vita che tende a favorire la propria sopravvivenza anche a scapito di quella degli altri. Questi condizionamenti non aiutano certo a migliorare perch, per crescere, non bisogna dominare gli altri ma aiutarli a vivere in un modo migliore. Per far questo non bisogna dire a qualcuno che agisce in modo sbagliato ma spiegargli che il suo comportamento automatico a causa dei condizionamenti che ha subito nel tempo. Ci pu essere sufficiente perch diventi consapevole ed inizi a correggersi (si vedano al proposito "i minicopioni psicologici" e "i giochi psicologici", lettere La Pace della Mente n. 6 e 13).
Riferimenti bibliografici
1) Emil Cou, Il dominio di se stessi, Edizioni BIS, Blu International Studio. 2) Ferruccio Antonelli, Elementi di medicina psicosomatica, pagg. 82-83, Rizzoli Editore, Milano, 1970. 3) Dr. Mario Rizzi, Corso base di R.H.M.T. (Right Hemisfer Mental Therapy). 4) Ibid.
poteva fornir loro, si creava una condizione ideale per far leva sulle loro aspettative ed ottenerne in cambio danaro, cibo, ospitalit o protezione. Le Chiese e la Scuola dell'obbligo hanno indottrinato a forza intere generazioni con convinzioni. Pi di una volta convinzioni sulla nazione, su Dio e sui bisogni economici hanno fornito la motivazione per guerre mondiali che hanno ridotto in cenere sia la civilt del vincitore che quella del vinto.
Se una persona, con il naso un po' grosso, adotta per far ridere gli altri l'abitudine di dire "ho un naso a patata", il suo subconscio, essendo un servitore fedele e obbediente (senza senso dell'umorismo), cercher in tutti i modi di rendere effettiva tale affermazione ed il suo naso assomiglier sempre di pi ad una patata (...). Ricordi la prima volta che hai udito menzionare la parola catarro? Non lo ricordi vero? Eri molto piccolo e la parola venne pronunciata dagli adulti che ti stavano accanto. Essi ti insegnarono a temerla. A forza di ripeterla ti convinsero della sua pericolosit; ti dissero di non bagnarti i piedi, di non metterti in una corrente d'aria, di non avvicinarti a chi aveva catarro perch ti avrebbe infettato ed altre cose di questo genere. Tutto questo si registr nel tuo subconscio e form una convinzione relativa ai pericoli del catarro. Da allora in poi non hai avuto bisogno di ricordare le avvertenze che ti diedero, la credenza era stata registrata pronta ad essere utilizzata in ogni occasione che lo richiedesse. Da quel momento, ogni volta che ti sei trovato in una corrente d'aria, ogni volta che ti sei bagnato i piedi oppure che ti sei avvicinato a qualcuno che aveva l'influenza, il tuo subconscio ti ha regalato il catarro (era il suo modo migliore di servirti). Siccome non eri in grado di bloccare il messaggio prima che si registrasse nel subconscio, tutto ci che ti stato detto; che hai sentito dire agli altri; che hai letto nei libri o sentito dalla radio o televi sione, ovvero moltissime informazioni, si sono potute trasformare in convinzioni e sono ora sepolte nella memoria del tuo subconscio. Queste convinzioni, senza che tu te ne accorga, creano delle situazioni fisiche e psichiche che spesso sono negative per il tuo benessere. In questo modo si spiegano praticamente tutti i malesseri che affliggono la tua vita quotidiana. Non dimenticare che vengono catalogate come psicosomatiche (dipendenti dalla mente) almeno l'80% delle malattie. Senza che tu ne sia consapevole nel tuo subconscio sono memorizzate molte idee negative (credenze o convinzioni) che possono influenzare i vari settori della tua vita, del tuo corpo e della mente. Ti assicuro che se tu non avessi accettato queste idee, ed esse non fossero penetrate nel tuo subconscio, non ci sarebbe n germe, n virus, n altro potere al mondo in grado di attaccarti. Le tue convinzioni, dirigendo l'attivit del tuo subconscio in modo negativo o positivo, rappresentano un magnete capace di attirare a te delle condizioni favorevoli (salute, abbondanza, ecc.) oppure avverse (malattia, miseria, ecc.). Come abbiamo gi detto, la tua attitudine negativa o positiva riguardo ai fatti che determina la tua vita e ci che ti circonda, siano essi oggetti o persone.
La pi importante scoperta psicologica di questo ultimo secolo quella dell'immagine dell'Io. Anche se non ce ne rendiamo conto, ognuno di noi porta con s una sorta di fotografia o ritratto mentale di se stesso, che pu risultare vago e mal definito al nostro sguardo cosciente e, in effetti, pu non essere riconoscibile consciamente. Ma l, completo sin nei pi minuti dettagli. Questa immagine dell'Io l'idea che noi ci facciamo di "noi stessi", la convinzione di essere "un certo tipo di persona" piuttosto che un'altra. E' il risultato di ci che crediamo di noi stessi. La maggior parte di queste immagini sorge inconsciamente dalle nostre passate esperienze, dai successi e dai fallimenti, dalle umiliazioni e dai trionfi, dal modo in cui gli altri hanno reagito nei nostri confronti, specialmente nella prima infanzia. Con tutto ci noi costruiamo mentalmente un "Io" (o l'immagine di un Io), e una volta che un'idea o un concetto su noi stessi entrano a far parte di questa immagine, essi diventano veri, per quel che ci riguarda personalmente. Non mettiamo in dubbio la loro validit, ma continuiamo ad agire basandoci su di essi come se fossero veri. Capire che esiste un immagine dell'Io una chiave d'oro per vivere una vita migliore grazie a due importanti scoperte: 1) Le vostre azioni, i vostri sentimenti, il vostro comportamento e anche le vostre capacit derivano da tale immagine. In poche parole, voi 'agite come' il genere di persona che credete di essere. Non solo, ma non potete assolutamente agire altrimenti, non ostante i vostri sforzi coscienti e la vostra volont. L'individuo che vede se stesso come un 'tipo destinato a fallire' in un modo o in un altro fallisce, a dispetto delle sue buone intenzioni e della sua volont, anche se si trova a portata di mano una buona occasione. Colui che si considera vittima della ingiustizia (un individuo 'nato per soffrire'), trover invariabilmente qualsiasi pretesto per convalidare le sue opinioni (...) Ad esempio, uno scolaro che si considera come un 'tipo da quattro' o un altro che si crede completamente 'ottuso in matematica', trover invariabilmente che le sue pagelle lo confermano tale. In questo modo egli avr la conferma che quanto credeva su se stesso era corretto. Una ragazza che si considera "un tipo di persona che non piace a nessuno", se va ad un festa, vedr che nessuno l'invi ta a ballare perch lei stessa allontana i ragazzi con il suo atteggiamento. La sua aria commiserevole di cane bastonato, l'esagerata ansia di piacere, o forse la sua inconscia ostilit verso coloro da cui teme di ricevere offesa, tutto contribuisce ad allontanare le persone che potrebbero esserne attratte. Allo stesso modo un commerciante o un uomo d'affari troveranno che le loro esperienze pratiche tendono a 'provare' la correttezza dell'immagine che si sono formati su se stessi. 2) Si pu cambiare l'immagine dell'io, e numerosi casi hanno dimostrato che non si mai n troppo vecchi n troppo giovani per farlo, iniziando di conseguenza a vivere una nuova vita. Una delle ragioni per cui sempre sembrato difficile ad un individuo mutare abitudini, personalit e modo di vivere, consiste nel fatto che fino a quel momento quasi ogni sforzo di cambiamento stato diretto, per cos dire, alla circonferenza piuttosto che al centro dell'Io. 92 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
Numerosi pazienti mi hanno pi o meno detto: "Se si parla di tecniche di pensiero positivo, le ho gi provate, ma per me non funzionano". Tuttavia una piccola indagine rivela invariabilmente che questi individui hanno messo in pratica, o cercato di usare il "pensiero positivo", solo in particolari circostanze esterne, riguardo ad una abitudine particolare o un difetto del carattere. ("Otterr quel lavoro". "In futuro sar pi calmo e rilassato". "Questo sar un buon affare per me"). Essi, per, non hanno mai pensato di cambiare il loro modo di considerare se stessi, ovvero cambiare l'immagine del loro "Io" affinch ne conseguisse un miglioramento generale. Ges ci disse che follia applicare toppe di stoffa nuova su indumenti vecchi o mettere vino nuovo in bottiglie vecchie. Cos le tecniche di pensiero positivo non possono essere usate per rattoppare la stessa vecchia immagine dell'io.
Ma cosa dire delle eccezioni che non accusarono alcun mutamento? Esaminiamo il caso di quella duchessa, terribilmente timida e conscia del suo brutto aspetto dovuto ad una enorme gobba sul naso. Sebbene un intervento le avesse donato un naso classico ed un volto veramente bello, ella continu a comportarsi come il brutto anatroccolo, come la sorella indesiderata che non avrebbe mai trovato il coraggio di guardare in faccia un altro essere umano. Se il bisturi a produrre la magia, perch non ebbe potere sulla duchessa o su tutti gli altri che, pur avendo acquistato nuovi volti continuarono ad avere la stessa vecchia personalit? Come spiegare la reazione di quelli che sostengono che l'intervento non ha effettuato alcun cambiamento nel loro aspetto? Ogni chirurgo estetico ha fatto questa esperienza e probabilmente ne rimasto perplesso come me. Non importa quanto radicale sia il cambiamento estetico: vi sono dei p azienti che continueranno a dire: "Ho lo stesso aspetto di prima, non avete fatto proprio niente". Amici e parenti possono a malapena riconoscerli, tuttavia il paziente continua ad affermare di vedere un cambiamento minimo o addirittura nullo, e a negare persino che esso sia avvenuto. Paragonare le fotografie di 'prima' e di 'dopo' non serve a niente, se non forse a far sorgere ostilit. Per una strana alchimia mentale il paziente ragiona cos: "Certo, io vedo che la gobba sparita, ma il mio naso sembra esattamente lo stesso", oppure: "Forse la cicatrice non si vede pi, ma ancora l".
successo" e agir come "meccanismo per il successo", ponetegli fini negativi e, altrettanto impersonalmente e fedelmente, agir come "meccanismo per l'insuccesso".
Riferimenti bibliografici
1) Maxwell Max, Psicocibernetica, pagg. 34-35, Edizioni Astrolabio, Roma, 1965. 2) Ispirato da Vivere deliberatamente, di Harry Palmer, pagg. 69-72, Collana "I Nuovi Delfini", Gruppo Futura - Jackson Libri, 1996. 3) Ibid. 4) Conny Mendez, La Metafisica per tutti, Vol. I, pagg. 17-21, El Libro Del Maestro, Pachuca, MEXICO. 5) Ibid. 6) Maxwell Max, Psicocibernetica, pag. 17, Edizioni Astrolabio, Roma, 1965. 7) Ibid., pag. 21. 8) Ibid., pag. 26.
IL CONTROLLO MENTALE
Essere, o non essere, questo il problema Se sia pi nobile per la mente soffrire Per i colpi e le ferite del destino avverso O armarsi per lottare contro un mare di guai E con la lotta annullarli per sempre? Amleto, principe di Danimarca Analizzare il comportamento della propria mente certamente uno dei compiti pi complessi che l'uomo possa affrontare. Diversamente dall'indagine scientifica, fatta su un oggetto esterno, che pu essere sempre condotta con un certo rigore, l'analisi della propria mente, portata avanti con l'ausilio della stessa mente, crea una serie di problematiche. L'osservatore e l'osservato non occupano pi due posizioni spazialmente separate ma coesistono sia nel tempo che nello spazio, ci, ovviamente, non permette quella obiettivit di osservazione che sarebbe altamente auspicabile. Per questi motivi, da millenni vi sono stati uomini che hanno pensato, parlato e scritto sul modo in cui essi interpretavano i processi mentali. Di certo il pi antico trattato sull'argomento la Bhagavad Gita (1), fu compilata in India e tratta di fatti risalenti al periodo anteriore di mille anni alla nascita di Ges Cristo. In questo trattato si racconta di una battaglia, dei protagonisti e delle varie problematiche che essi incontrano. La battaglia, per, non condotta verso nemici esterni ma verso quelli Errore. L'origine riferimento non stata trovata. (vizi, passioni, desideri, ecc.), che ostacolano ed a volte impediscono una normale evoluzione della natura umana. La Baghavad Gita inizia cos: "La mente cieca disse, o chiese a s stessa in introspezione: I miei figli, le cattive, seducenti tendenze mentali e dei sensi, opposte alle pure tendenze mentali discriminative, radunatesi nella sacra pianura del campo di battaglia della Vita, desiderosi di darsi battaglia psicologica o morale, che cosa fecero?". Appare chiaro come la materia trattata sia non soltanto di ordine psicologico, ma anche morale e spirituale e come, per gli Ind, i processi mentali rivestano da millenni un indubbio interesse. Si pensi che la mente comune, ovvero non educata, viene da loro definita come "la scimmia pazza che ci governa". La mente, a tutti gli effetti, soltanto uno strumento che l'uomo dovrebbe poter usare a sua discrezione, con l'adozione dei pensieri voluti e la rimozione di quelli non desiderati. Spesso, invece, i pensieri trovano la loro origine nei meccanismi mentali relativi al recupero dei ricordi, alla associazione delle idee ed ai riflessi condizionati. Questi meccanismi sono talvolta cos potenti da costringere l'uomo a deviare dai pensieri che stava intrattenendo a favore di quelli portati in superficie dai processi accennati. A causa di questi fenomeni l'uomo stesso diviene strumentalizzato dalla sua mente e, consapevolmente o meno, si ritrova a seguire delle linee di pensiero, e d'azione, che non sempre gli sono congeniali.
Questo non certo un problema specifico dei nostri tempi, le seguenti parole di San Paolo ben illustrano la difficolt di agire nella direzione in cui si pensa sia giusto muoversi: "Io non riesco a capire neppure ci che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge buona; quindi non sono pi io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cio nella mia carne, non abita il bene; c' in me il desiderio del bene, ma non la capacit di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono pi io a farlo, ma il peccato che abita in me" (Romani 7,15). Il notevole uso di tranquillanti, che viene fatto nelle nazioni pi progredite, dimostra chiaramente come la padronanza dei processi mentali presenta delle notevolissime carenze. Questo dimostra che la ricerca, e la rimozione, delle cause che stanno alla base delle disfunzioni non facile e che la mente ha ancora tanti segreti e particolarit che rimangono da scoprire.
pensano che con il pensiero sia impossibile fare del male a qualcuno e specialmente a se stessi. Quando l'uomo pensa cose non buone nei confronti di altri, anche se a parer suo se lo meritano, si carica di un insieme di energie negative che dovr, poi, amaramente esaurire. Considerata la grande pericolosit dei pensieri negativi, bisognerebbe che ognuno di noi si preoccupasse di controllare il proprio pensiero come si fa per tutte le cose dannose. I pensieri, infatti, producono effetti anche all'insaputa di chi li formula che poi si lamenta per i danni che essi gli arrecano. L'odio, la vendetta e l'invidia, sono dei ve leni terribili che uccidono fatalmente ci che buono in noi, peggio dell'arsenico che uccide il nostro corpo. Chi conserva per anni pensieri di odio, di invidia, di vendetta verso altri, li mette in condizione di essere ostili nei confronti di stesso. Ci che rende l'esistenza umana pesante e travagliata l'uso errato del pensiero che porta a subire conseguenze dolorose. Nessuno pu conservare a lungo pensieri e sentimenti negativi senza nuocere a se stesso.
FIN QUANDO...
FIN QUANDO l'individuo permette alla propria mente di trattenere pensieri di odio - di condanna di invidia - di gelosia di critica - di paura di dubbio - di sospetto e permette a questi pensieri di generare irritazione dentro di lui, otterr come risultato certo: disordine e infelicit nella sua vita, delusione nei suoi sogni, disastri nella usa mente, nel suo corpo, nell'ambiente, al quale legato da sottili fili di azione e reazione. FIN QUANDO l'uomo continua a trattenere nella sua mente questi pensieri negativi, verso: le persone che gli sono vicine, 100 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
le condizioni di vita, il lavoro, le persone amate e la nazione, lui stesso, inconsciamente, obbliga le sue energie a creare situazioni negative, che col pensiero attrae e alimenta. Lui solo responsabile della sua infelicit e dell'infelicit in cui trascina gli altri. E' quindi responsabile di "quel grigiore" che pesa sul mondo e che lui stesso il primo a condannare.
Riferimenti bibliografici
1) Paramansa Yogananda, La battaglia della meditazione, (interpretazione spirituale della Bhagavad Gita) Editrice Vidiananda. 2) Conferenza del maestro Muktananda 3) Omraam Mickhael Aivanhov, Un pensiero al giorno, Edizioni Prosveta, F.B.U. Casella postale 12019 - 20120 Milano 4) Ibid. 5) Amadeus Voldben, I prodigi del pensiero positivo, pag. 69, Edizioni Mediterranee, Roma, 1992. 6) Ibid., pag. 71.
"Eppure, assurdo che l'uomo, erede di tutti i secoli passati, sia schiavo delle fantasie vane del cervello. "Se una pietruzza ci d fastidio in una scarpa, la togliamo, ci togliamo cio la scarpa per levarla. Non appena si compreso come fare, risulta abbastanza semplice scacciare dalla mente un pensiero inopportuno e dannoso. Su questo non ci si pu sbagliare, non possono esserci due opinioni: evi dente, chiaro, indiscutibile. Ognuno di noi dovrebbe imparare a scacciare dalla mente un pensiero penoso, cos come si toglie una pietruzza dalla scarpa. E finch l'uomo non in grado di fare ci, non pu dire di essere il re della natura. "Egli solo uno schiavo, preda dei fantasmi che si agitano, come pipistrelli, nel suo cervello. Purtroppo le facce stanche che ci sono attorno dimostrano chiaramente che, solo in pochi casi, si ottenuta questa padronanza, anche nelle classi privilegiate dei popoli civili. "E' davvero ben difficile incontrare un vero uomo! E' invece abbastanza facile incontrare persone che sono perseguitate da pensieri, preoccupazioni, desideri tirannici; persone oppresse, curve sotto la frusta: oppure orgogliose, correre felici, guidate da un auriga che, tenendo le redini, ne condiziona la libert; persone con cui non possibile fare alcun discorso "Una delle pi importanti dottrine di Raja Yoga che il potere di scacciare i pensieri, o se necessario, di eliminarli totalmente, deve essere raggiunto. Quest'arte, naturalmente, richiede pratica, ma come tutte le altre arti, una volta acquisita, non presenta pi n misteri, n difficolt. E dal momento che la vita ha davvero inizio soltanto quando questa arte diventata propria, vale bene la pena di esercitarla. "Se invece di essere governati da pensieri individuali, nel loro insieme, nella loro variet e capacit, noi li abbiamo in nostro potere, e siamo in grado di dirigerli, inviarli e usarli dove e come vogliamo, la vita diventa talmente vasta e grandiosa, paragonata a quella di prima, che la sua situazione passata si pu considerare quasi un embrione di vita. "Se sarete capaci di eliminare un pensiero che esiste in voi, potrete anche ottenere qualsiasi altra cosa a cui aspirate; ed per questo che tale potere cos importante. Libera l'uomo, non soltanto da tormenti mentali, che costituiscono in effetti i nove decimi dell'intero tormento della vita, ma d anche il potere assoluto, totalmente ignorato prima, di eseguire il lavoro mentale perch i due aspetti sono in relazione tra di loro. "Il pensiero, mentre state lavorando, deve essere completamente accentrato; niente di estraneo all'argomento trattato deve distrarvi; tutto deve funzionare come una grande macchina di enormi possibilit, strutturalmente perfetta, cio senza dispersioni, n consumo o disgregazione, per forze avverse che lavorino contemporaneamente. A lavoro finito, quando non vi pi bisogno di adoperare una macchina, deve essere fermata in modo adeguato, completamente, totalmente; non come farebbero dei ragazzi, che potrebbero rovinare una locomotiva rientrata da poco nel deposito, se fosse permesso loro di usarla per gioco. E dopo il lavoro, l'uomo deve ritirarsi nella regione della conoscenza, ove egli dimora veramente.
"Il potere della macchina mentale molto cresciuto se raggiungiamo questa facolt: di metterla a riposo, quando non ce n' pi bisogno, e di farla lavorare intensamente, in caso di necessit. Diventa cos un vero strumento, che ogni operaio depone dopo averlo adoperato, e che soltanto chi non lavora mai mostra a tutti, in giro, come sua propriet, portandolo con s tutto il giorno". Tali parole, riportate dal libro del Carpenter, e piene di suggestione, vanno lette con molta attenzione: tutti coloro che si stanno emancipando dalla schiavit della mente non dominata, che vogliono metterla sotto il loro controllo per mezzo della volont, ne trarranno grandissimo vantaggio.
4. "Ho scoperto che quando dico che ho i nervi a pezzi riesco a far fare alle persone quello che voglio". 5. "Quando vedo quell'uomo permetto alla mia mente di formulare dei pensieri di disgusto". 6. "Primo o dopo riuscir a togliermi il condizionamento per cui le persone di riguardo mi mettono in soggezione." Penserai che le frasi della prima lista siano soltanto dei modi di dire e siano prive di un vero significato, ma esse sono diventate dei clich nella nostra cultura. Se corrispondono alla tua logica, chiediti come mai le frasi della seconda lista non sono diventate dei clich. La risposta risiede nella nostra cultura, la quale insegna la mentalit della prima e scoraggia la logica della seconda lista. Il messaggio trasparente come un cristallo. Tu sei responsabile di ci che provi. Senti ci che pensi e, solo che ti decida, puoi imparare a pensare in maniera diversa. Domandati se essere infelice, sentirti offeso, sentirti gi di tono, rendano a sufficienza, Poi comincia a esaminare a fondo i tipi di pensieri che ti portano a tali stati d'animo debilitanti.
VEDERE IL LATO BUONO DI OGNI COSA Ci sono due modi di vedere i problemi (4)
Un Maestro dell'Agni Yoga disse due cose che dovremmo sempre ricordare: 1. Vi sono due modi di vedere i problemi: dall'alto o dal basso. Chi guarda in basso vedr sempre del fango, chi guarda in alto vedr il cielo. 2. In ogni Forma, sia essa un atomo, un Uomo od una stella, coesistono qualit positive e negative, armoniche e disarmoniche. Se noi osserviamo solo le qualit negative facciamo in modo che esse appaiano maggiori di quelle positive ed vero anche il contrario.
Ecco quindi l'estrema importanza del pensare e del parlare in modo giusto e corretto. Se noi, nei riguardi di parenti, amici, insegnati, uomini politici o altro, oppure nei riguardi delle situazioni mondiali, vediamo solo tutto ci che negativo e disarmonico, noi aiutiamo queste disarmonie a diventare sempre pi forti. Tenete presente che non sono importanti le cose che abbiamo fatto, ma il modo in cui le abbiamo fatte. Non ci che facciamo che conta ma la motivazione che ci spinge a farlo ed il modo in cui lo facciamo. E' infatti il movente che muove le energie in modo armonico oppure disarmonico.
Pensate a quale civilt avrebbe dato vita questo concetto se fosse stato apprezzato, insegnato e coltivato. Questo ci che dovremmo fare tutti noi. Tutti coloro che sono venuti a conoscenza di queste cose hanno infatti la grande responsabilit di porvi rimedio. Questo il compito per il quale ci siamo incarnati in questo preciso momento storico. Sta a noi utilizzare i nostri pensieri e le nostre parole per scoprire ed accentuare tutto ci che positivo nelle persone e nella situazione mondiale in modo da chiamarlo alla Vita. Certo sarebbe molto utile se noi riuscissimo ad osservare tutto ci che accade in modo distaccato, impersonale ed imparziale. Non dobbiamo perci avere alcun timore di parlare troppo bene o troppo in positivo, perch dobbiamo rimediare a tutti i malanni che sono stati fatti nel passato e l'unico modo possibile quello di parlare bene di tutto e di tutti!
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Si avvertono i lettori che il programma di eserci pratici per il controllo mentale sviluppato nelle lettere "Parte Pratica" N. 17, 18, 19 e 20.
Riferimenti bibliografici
1) Amadeus Voldben, I Prodigi del Pensiero Positivo, retro di copertina. 2) Elaborato da: Raja Yoga, di Yogi Ramacharaka, Vol. I, pag. 57 La Bussola Editrice, Roma, 1977. 3) Wayne W. Dyer, Le vostre zone erronee, pagg. 17-20, Rizzoli Editore, Milano, 1994. 4) Francesco Varetto, Sulla Croce, conferenza.
I pensieri sono delle entit al servizio dell'uomo, grazie ai quali egli ha la possibilit di attirare altre entit. Immaginate di avere presso di voi dei servitori: date loro l'incarico di preparare una festa e di invitare determinate persone. Ebbene, quegli invitati non siete voi e neppure i vostri servitori. Voi siete il padrone o la padrona di casa. Alla stessa stregua, sin dalla nascita l'uomo ha in s, al suo servizio, un certo numero di servitori: dei pensieri, ma anche dei sentimenti, degli impulsi, che sono delle entit indipendenti. Lo so bene che vi difficile accettare un'idea simile, perch non cos che vi hanno istruito. Ci sono perfino degli scienziati che dicono che i pensieri sono il risultato delle secrezioni del cervello, esattamente come la bile una secrezione della cistifellea! Eh no, un errore. Dunque, finch non abbiamo in noi dei servitori puri e luminosi, non abbiamo neppure le condizioni affinch il Cielo venga a visitarci e a dimorare in noi sotto forma di doni, di virt e di poteri. Infatti, quando cessiamo di essere luminosi, quelle entit ci abbandonano, perch non sopportano di vivere in tali condizioni negative... Se avessimo noi stessi il potere di creare i nostri pensieri, dovremmo poter produrre nuove capacit o trattenere in noi le nostre virt, invece di perderle. Quante persone hanno perduto il loro talento di cantante, di pittore, di musicista, ecc... o il loro dono di guaritore, di chiaroveggente! Continuamente ci sono delle entit che entrano in noi o che se ne vanno creando in questo modo le varie qualit dei nostri pensieri. Nella nostra mente tutto un andirivieni, poich siamo come una casa con una quantit di piani e di camere dove si muove una schiera di inquilini. S, e spesso il padrone di casa, poveretto, rinchiuso in una piccola cella appartata e nessuno gli obbedisce, e nessuno lo ascolta. Sono gli altri, i suoi pensieri, ovvero gli inquilini, i servitori, a imporgli la loro volont. Hanno fatto una rivoluzione, l'hanno rinchiuso in una cella e gli danno appena un tozzo di pane e un po' d'acqua affinch non muoia di fame; sono loro che comandano, sono loro che dirigono... Non mi credete? Eppure vi sono molte persone che non sono pi padrone della situazione, non sono pi i regnanti del loro regno. Tutti coloro che abitano in loro mangiano, bevono e se la spassano, mentre loro, miserabili, non possono impedirlo, non hanno voce in capitolo, nessuno li ascolta. Perch? Perch non sono stati ragionevoli: si sono abbandonati ai loro desideri inferiori, ai loro capricci, attirando cos un numero sempre maggiore di entit inferiori che ora li tengono imbrigliati. Rimane loro soltanto la possibilit di constatare ci che accade, senza poter modificare nulla. Ora, per ristabilire la situazione dovrebbero cercare degli aiuti, degli amici, che diano loro una mano ad allontanare quegli intrusi e a riprendere la direzione del loro regno. E non bisogna aspettare, occorre reagire immediatamente, altrimenti si andr di male in peggio.
Credete fermamente al bene, che vincer sempre come la luce sull'ombra. Non vi create nella mente mali immaginari, n ospitate mai pensieri negativi. Irradiate intorno a voi pensieri di luce e d'amore. La mente dell'uomo strumento meraviglioso, ma va dominata e adoperata saggiamente, altrimenti pu essere causa di mali seri nell'anima e nel corpo, perci non dovremmo mai crearci delle idee mentali di mali immaginari e tanto mento ospitare dei pensieri negativi.
Chi avesse tendenza a guardare ed a pensare al lato negativo delle cose, deve correggere questa malaugurata abitudine, perch attira a s i mali che guarda, che pensa, che teme. Si racconta che in un bar di paese due vecchietti stavano di fronte ad una bottiglia di vino piena solo a met. Uno dei due disse tristemente: "Che peccato ci rimasta solo mezza bottiglia", l'altro invece, esclam con gioia: "Che bellezza, abbiamo ancora mezza bottiglia da bere!". E voi cosa avreste detto in tale situazione? L'abitudine di coltivare pensieri di salute, di energia, di vigore e di bene, facendone una realt di ogni momento e considerandola come una verit eterna, un meraviglioso tonico che vi dar la sensazione di una forza accresciuta e rinnovata.
Colui che compie coscientemente questo lavoro penetra a poco a poco negli arcani della creazione divina.
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Riferimenti Bibliografici
1) Omraam Mikhael Aivanhov, Potenze del pensiero, pagg. 64-66 Edizioni Prosveta, 1986. 2) Omraam Mikhael Aivanhov, Potenze del pensiero, pagg. 72-74 Edizioni Prosveta, 1986. 3) Amadeus Voldben, I prodigi del pensiero positivo, pag. 73, Edizioni Mediterranee, Roma, 1992. 4) ispirato a I prodigi del pensiero positivo, di Amadeus Voldben, pagg. 76-77, Edizioni Mediterranee, Roma, 1992. 5) ispirato a I prodigi del pensiero positivo, di Amadeus Voldben, pagg. 73-74, Edizioni Mediterranee, Roma, 1992.
6) Omraam Mikhael Aivanhov, Potenze del pensiero, pagg. 66, Edizioni Prosveta, 1986. 7) Amadeus Voldben, I prodigi del pensiero positivo, pagg. 72-73, Edizioni Mediterranee, Roma, 1992. 8) Omraam Mikhael Aivanhov, Potenze del pensiero, retro di copertina, Edizioni Prosveta, 1986. 9) Annie Besant, Il potere del pensiero, pag. 112, Edizioni Adyar, Settimo Vittone, Torino.
- Chi odio? - Quanto sono orgoglioso? - Quanto sono arrogante? - Quanto sono vanitoso? - Quanto sono generoso in modo disinteressato? - Tendo a criticare o denigriamo delle persone? Chi? - Cerco di mettermi in mostra? - Nutro ancora sentimenti e pensieri di vendetta verso chi penso mi abbia offeso o ferito? Tutte queste domande indicano dei modi di comportarsi degli esseri umani, esse ci mostrano il nostro stesso comportamento. Dopo aver fatto l'esame dovremmo perci decidere di cambiare ci che ca cambiato perch, alla fine, un comportamento non corretto, cos come il pensare negativo, ricade alla fine su noi stessi e ci pu portare malattie o problemi mentali come disperazione, confusione, ansia, paura, depressione ed altro ancora.
I Maestri dell'et dell'Acquario non raccolgono seguaci attorno a s, non pretendono lealt e obbedienza, non chiudono la loro porta agli altri aspetti della verit, come stato fatto nel passato, per le particolari esigenze esistenziali di quei tempi. Se qualcuno insegna, lo fa' considerando se stesso come il primo studente.
cemento. Risultato: la moglie era felicissima perch finalmente lui aveva imparato a vedere le cose anche dal punto di vista di lei - anche se la cosa riguardava solo le erbacce.
attimo di tempo, ma eviterete di farvi dei nemici e otterrete risultati ottimi, senza bisogno di lottare come disperati. "Preferirei andar su e gi per il marciapiede di fronte due ore prima di un colloquio, dice Dean Donham dell'Harvard Business School, piuttosto che entrare in un ufficio senza avere un'idea chiara di quello che io dovr dire e di quello che il mio interlocutore, per quanto ne posso sapere io, vorrebbe sentirsi chiedere." E' un concetto estremamente importante che dovreste tenere sempre presente.
8. Prendete le sue parti contro i vicini di casa, gli insegnanti, gli agenti di polizia. Sono tutti prevenuti verso vostro figlio. 9. Quando si mette in un guaio serio, scusatevi con voi stessi dicendo: "Non sono mai riuscito a farlo rigar dritto". 10. Preparatevi a una vita d'amarezze. Non vi mancheranno.
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Riferimenti bibliografici
1) Tu stesso sei la tua malattia e la tua salute, Edizioni di Vita Universale. 2) Ibid., 3) Joseph Pang Wai, La felicit per voi ora, Edizioni l'Et dell'Acquario. 4) Messaggio del Maestro Diwhal Khul (il Tibetano). 5) Dale Carnege, Come trattare gli altri e farseli amici, Bompiani Editore. 6) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR). 7) Dale Carnege, Come trattare gli altri e farseli amici, Bompiani Editore.
Un blocco di ghiaccio solido, pesante, freddo e visibile. Se lo si lascia sciogliere, diventa liquido ed ancora visibile, bench in forma differente. Se lo si fa' attraversare da una corrente elettrica, diventa invisibile trasformandosi in idrogeno e ossigeno. Come un blocco di ghiaccio pu essere trasformato in gas invisibili, cos i gas possono essere ricondensati in liquido e quindi congelati in un blocco di ghiaccio uguale all'originale. Similmente, il nostro corpo fisico pu essere ridotto in liquidi e fatto evaporare in gas invisibili; per non saremmo pi in grado di ricreare dai gas il corpo nella sua forma originale. Noi non conosciamo ancora l'anello di congiunzione fra mente e corpo, spirito e materia. Quando, usando la volont, l'uomo raggiunger il supremo controllo dell'energia nel proprio corpo, sar in grado di sciogliere i blocchi energetici che costituiscono le sue malattie e godere di una perfetta salute.
umiliano sin quando viene redenta da Cristo e pu far ritorno alla sua divina dimora. Pu esservi una tragedia pi grande e una peggior degradazione di quella per cui l'anima divina, membro della pi alta Nobilt (la Nobilt della Divinit medesima), si assoggetta all'umiliazione e indegnit di un'esistenza in cui, dimenticato il suo alto rango, si permette di essere asservita alla materia? Allorch ci capita di vedere degli individui nei loro momenti peggiori, repellenti nei loro odi, rozzi e brutali, disarmonici in quanto estraniati dalla natura, oppure sciocchi e superficiali, noi assistiamo a questo dramma dell'esilio dell'anima, e siamo acutamente consci della degradazione sofferta dalla scintilla divina in ciascuno di loro.
vita dello spirito come la nostra vera vita, dalla quale solo noi, con uno sforzo continuo ci teniamo divisi e lontani.
televisione, comincia a guardare nello specchio, e considerare colui che ci vedi riflesso non come te stesso ma come un tuo prezioso alleato, uno strumento che ti permette di fare molteplici esperienze altrimenti impossibili. E' solo per mezzo del tuo corpo che il tuo vero S, quello spirituale, pu sviluppare le qualit potenziali che Dio gli ha donato al momento della sua progettazione. Parla a colui che vedi riflesso, salutalo al mattino e chiedigli di aiutarti a combinare qualcosa di buono durante la giornata. Alla sera, prima di coricarti, salutalo di nuovo, sgridalo se ha sbagliato qualcosa ma fagli i complimenti se ha fatto qualcosa di buono. Ricorda che il corpo che abiti in questa vita quanto di meglio tu possa avere per fare le esperienze che ti servono. Anche se ha delle imperfezioni, per te rimane il migliore perch le stesse imperfezioni ti permettono di saldare i debiti del passato e sviluppare nella vita attuale la pazienza ed altre virt. Tutto ci che avrai imparato andr ad arricchire il tuo patrimonio spirituale e ti servir per partire in modo migliore nella vita futura.
e bevande pure, e mantienilo sempre scrupolosamente pulito, libero dalla pi piccola macchia di sudiciume... Il corpo astrale ha i suoi desideri: desideri a profusione: vuole che tu vada in collera, che tu dica parole aspre, che tu sia geloso, avido di denaro, invidioso della roba altrui, che tu ti lasci sopraffare dallo sconforto. Esso desidera tutte queste cose, e molte altre ancora, non perch vuol farti del male, ma perch ama le vibrazioni violente e gli piace cambiarle continuamente. Ma tu non vuoi nulla di tutto questo, e perci devi discernere tra i tuoi bisogni e quelli del tuo corpo astrale. Il tuo corpo mentale desidera considerarsi orgogliosamente separato dagli altri, pensare molto a se stesso e poco al prossimo. Anche quando tu l'abbia distolto dagli interessi mondani, cercher ancora di essere egoisticamente calcolatore e di farti pensare al tuo progresso anzich al lavoro del Maestro ed all'aiuto da dare agli altri. Quando mediti, cercher di farti pensare alle molteplici cose che esso brama, anzich all'unica cosa che tu vuoi. Tu non sei questa mente, ma essa tua perch tu te ne serva; onde anche in questo necessario il discernimento. Vigila senza posa, altrimenti fallirai. Il cammino spirituale non conosce compromessi tra il bene ed il male. Fa ci che retto, a qualunque costo, ed astieniti dal fare il male, checch ne dicano o ne pensino gli ignoranti. Studia profondamente le leggi nascoste della Natura e, quando le hai conosciute, conforma ad esse la tua vita, esercitando sempre la ragione ed il buon senso. Distingui l'importante dal non importante. Saldo come una roccia quando si tratta di principi, cedi sempre nelle cose che non hanno importanza, perci cerca sempre di essere sempre affabile e dolce, ragionevole ed accondiscendente, lasciando agli altri la stessa piena libert che desideri per te stesso. Cerca di scorgere ci che merita di esser fatto, e ricordati che non devi giudicare dalla grandezza della cosa. Merita di pi fare una minuzia direttamente utile al lavoro del Maestro, che non una cosa pi grande che il mondo forse giudicherebbe buona. Devi distinguere non solo l'utile dall'inutile ma altres ci che pi utile da ci che meno utile. Cibare i poveri e opera buona, nobile ed utile; tuttavia cibare le anime pi nobile e pi utile che dar da mangiare ai corpi, ma solo quelli che hanno la conoscenza possono cibare le anime. Se possiedi la conoscenza tuo dovere aiutare altri a conseguire questo sapere. Per quanto saggio tu possa essere, molto ti resta da imparare su questo Sentiero, tanto infatti che anche in ci occorre discernimento, e bisogna che tu rifletta attentamente per ve dere che cosa vale la pena d'imparare. Ogni cognizione utile ed un giorno avrai tutto il sapere, ma fino a che ne possiedi solo parte, guarda che questa parte sia la pi utile. Dio Sapienza al pari di Amore, e quanto pi sai tanta pi parte di Lui puoi manifestare. Studia dunque, ma studia anzitutto ci che ti pu rendere meglio capace di aiutare gli altri. Persevera pazientemente nei tuoi studi, non allo scopo che gli uomini ti considerino erudito, e nemmeno per la felicit di essere savio, ma perch l'uomo savio soltanto pu saviamente aiutare. Per grande che sia il tuo desiderio di recare aiuto, se sei ignorante l'opera tua potr fare pi male che bene.
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Riferimenti bibliografici
1) Paramansa Yogananda, L'eterna ricerca dell'uomo, Casa Editrice Astrolabio, Roma. 2) Mario Rizzi, scritti vari non pubblicati. 3) Tratto da Dei in esilio, di J.J. Van Der Leeuw, pag. 20, Edizioni Alaya, 1951. 4) Omraam Mickhael Aivanhov, Un pensiero al giorno, Edizioni Prosveta. 5) Brani tratti da Ai piedi del Maestro, di Alcione, pagg. 12-16, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO).
DIO E LE LEGGI UNIVERSALI (1) "Noi riconosciamo soltanto una legge nell'universo, la legge dell'armonia, del perfetto equilibrio". Koot Hoomi Dio, fondamentalmente, pu essere descritto come mente infinita. Egli stato il progettista ed il creatore dell'Universo, che ancor oggi sostiene con la sua volont. Certamente prima di aver tradotto la sua idea iniziale in realt dovr aver elaborato un piano di azione assai accurato; creare un Universo non certamente facile e molte leggi devono essere osservate affinch la creazione stessa possa essere compiuta e poi mantenuta nel tempo. Se pensiamo alle leggi che l'architetto deve osservare per la costruzione di un ponte o di un grattacielo, potremo farci una idea di quante e a quali leggi, il piano divino tuttora sottoposto. Da questo fatto scaturita l'idea che Dio fosse legge. Egli infatti l'originatore di tutte le leggi che reggono l'Universo; leggi che osserva Egli stesso perch in caso contrario il creato cesserebbe di esistere. E' ovvio che le leggi rispettate dal Creatore devono esserlo anche dalle sue creature; questo un fatto assai importante ma generalmente sottovalutato. I nostri problemi nascono infatti dalle trasgressioni alla legge che, creando una disarmonia, creano pure le condizioni affinch, prima o dopo, la rottura dell'equilibrio venga sistemata. Il fatto che l'uomo cerchi da sempre, ed in tutte le culture, di eliminare le malattie, dimostra chiaramente che esse non sono state create da Dio. Se fossero state create da Dio l'uomo non avrebbe mai avuto alcun successo nel combatterle ed avrebbe cessato di farlo dopo alcuni inutili tentativi; l'unica sua speranza sarebbe stata quella di pregare Dio affinch lo guarisse. Dio, alla fine della creazione, si guard intorno e constat che "tutto quello che aveva fatto era molto buono" (Gen, 1,31). Nella mente di Dio, infatti, ognuno di noi un "perfetto essere spirituale"; siamo come una diapositiva perfetta che, proiettata su uno schermo, pu apparire deformata per colpa del proiettore.
Chi invece conscio di essere anzitutto uno spirito, e cerca di manifestare in ogni attivit il primato di esso, per lasciare sulla terra tracce di luce, d'amore, di nobilt d'animo, diviene sempre pi padrone del proprio destino. Perci chiaro, non vi molto da discutere e da porsi domande sulla libert: solo colui che si impegna ogni giorno nel considerarsi uno spirito che sta facendo esperienze terrene in un corpo di carne sfuggir all'influsso del destino e diventer veramente libero.
LA LEGGE DEL KARMA (1) ... La legge del Karma, infonde speranza per il futuro e rassegnazione per il passato. Fa comprendere agli uomini che le cose del mondo, le sue sfortune ed i suoi insuccessi, non intaccano la dignit dell'anima. Mario Ingaramo Tutti i disordini che affliggono l'uomo sono dovuti all'azione della "legge di causa ed effetto" detta anche "legge del Karma". Questa legge la stessa che noi conosciamo con il nome "legge di gravit" e supera il campo fisico per applicarsi a quello del comportamento. "Cos come tu semini raccoglierai; cos come tu misuri agli altri sar misurato a te, disse Ges di Nazareth, e la tua misura sar piena, scossa e traboccante". Quanto esposto chiarisce la famosa massima: "Le macine del Signore macinano lente... ma fino all'ultimo granello". La legge di causa ed effetto opera infatti affinch ognuno di noi abbia a raccogliere, vita dopo vita, ci che ha seminato. Dio legge e non punir mai coloro a cui ha donato la vita. Sono le trasgressioni alla legge che hanno creato la situazione attuale, in cui esistono la sofferenza, la miseria e malattie. Noi tutti, durante la nostra vita, abbiamo il libero arbitrio di accettare le cose brutte, come se fossero di "nostra competenza", oppure imprecando contro un Dio ingiusto e vendicativo. Difficolt, miserie e problemi sono infatti nostri e ci competono come risultato delle azioni compiute durante le nostre passate esistenze. Nella cultura orientale l'insieme di tali azioni, buone o cattive che siano, viene chiamato "karma individuale". Ogni conoscenza ed ogni esperienza rimangono per sempre, vita dopo vita, come possessi acquisiti, comprati e pagati. Questi possessi diciamo che sono acquisiti per "diritto di coscienza" e non possono n perdersi e tantomeno venire rubati. Nessuno, infatti, pu togliere a qualcuno l'intelligenza, il talento, le facolt e le conoscenze. Nel nostro essere vi una specie di registrazione dove, in essenza, vengono segnate tutte le cose acquisite. Il fatto ancor pi straordinario che tutto le cose che le esperienze ci hanno insegnato ad usare, sia esso un tavolo, le stoviglie, gli indumenti, i gioielli, il denaro, le coperte e perfino una scatola di fiammiferi, rimangono anch'esse registrate. Questa registrazione ci serve per portarle con noi vita dopo vita. Questi oggetti, o strumenti come li potremmo chiamare, appaiono nelle nostre vite, sia che noi li desideriamo oppure no, ed questo il motivo per cui alcune persone nascono nell'opulenza e altre nella miseria. Ognuno, infatti, nasce nella condizione 134 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
in cui ha meritato di nascere per diritto di coscienza. La legge di causa ed effetto si incarica di attrarre ad ognuno ci che gli compete ed il posto pi opportuno. Non c' ingiustizia nel piano della Verit. A questa legge si rifer il maestro Ges quando disse: "Non accumulate tesori sulla terra, dove la polvere li corrompe e dove i ladri minano e rubano, ma accumulate tesori nel cielo dove n la polvere danneggia, n la ruggine corrompe e neppure i ladri rubano e rovinano; perch dove sar il vostro tesoro l sar pure il vostro cuore" (Mt. 6,19-21).
L'uomo difficilmente si rende conto di essere l'unico artefice del proprio destino perch le sue azioni non sempre provocano un effetto cos immediato da evidenziare il collegamento con la loro causa. Questo fatto porta un individuo a cercare l'origine dei suoi mali all'infuori di s stesso, ed alla conclusione che gli altri (e talvolta lo stesso Dio) siano l'unica causa delle sue tribolazioni.
Non siamo puniti per i nostri peccati ma dai nostri peccati (4)
I Maestri ci osservano continuamente ma ci non significa che Essi, vedendo che l'umanit si comporta molto male, emettano un verdetto seguito da una punizione. I Maestri non hanno bisogno di mettere in atto delle punizioni; non esiste nel nostro 136 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
Universo nessuna punizione se non quella che l'umanit si crea da sola dando vita all'entit nera che abbiamo descritta. Fintanto che le entit sviluppano la loro forma nel Mondo astrale, non vi alcun problema per l'umanit o per la vita del pianeta. Rappresentano una situazione che assomiglia a quella del feto nel grembo materno, non crea problemi n per se stesso e neppure per la madre. Il bimbo si trova l, buono buono, non lo si sente piangere n gridare, non pretende nulla, si trova appartato e cresce pian piano. Dopo la nascita, invece, subito dopo la nascita, il bimbo, che ora esiste nel mondo in modo tangibile, comincia a reclamare il suo diritto a mangiare, respirare, essere amato e riconosciuto; da quel momento diventa esigente. Allo stesso modo dopo un certo tempo la gestazione astrale dell'entit, nera o bianca che sia, arriver a termine e si manifester nel Mondo fisico. E' in quel momento che essa pretender ci che gli dovuto, proprio come un bambino appena nato e, se si trattasse di un'entit maligna, si produrranno grandi catastrofi. Per provocare questi catastrofi, l'entit nera cercher chi le assomiglia, esattamente cos come fanno i bambini che, una volta grandicelli, cercano tra i loro piccoli amici quelli che sono pi portati a fare le birichinate da loro ideate. L'idea distruttiva di questa entit sar innanzitutto recepita dalle persone che, a loro insaputa, le hanno dato vita e fornito l'energia necessaria al suo sviluppo. E' per questo motivo che si pu vedere qualcuno arruolarsi nell'Esercito mentre pensa tra s: "Non ho pi nulla da perdere, allora mi unir a coloro che cercano di salvare il mio Paese", oppure "Non ho motivo per vivere, cos cercher di esistere per la mia Patria, per una nobile causa". In realt questa offerta di s mostra come vi siano delle persone che nello stesso tempo collaborano al piano guerrafondaio di un'entit nera e, con il loro sacrificio, cercano di riscattare la parte di energie negative che hanno offerto all'entit stessa per autogenerarsi. Quindi, esiste un'attrazione tra questa entit e le persone che l'hanno creata, anche se nel momento in cui esse muoiono sembrano esserne le povere vittime. Ogni volta che vedete accadere delle cose nefaste, orrori dovuti alla guerra o al fanatismo, oppure catastrofi ambientali (terremoti, alluvioni, incendi, ecc.), sappiate che dietro ogni evento vi stato un accumulo di energia che, scaricandosi, lo l'ha generato.
La felicit nobile e nasce dalle cose costruttive. Il piacere, basato sulla vanit e sul desiderio, non dura e si tramuta sempre in pena. Dal "Nakulamata" I tipi materialisti ed intellettuali, dovrebbero considerare la Legge di causa e di effetto, cos come considerano la Legge di gravit, la Terra attira tutto ci che si allontana da lei, noi attiriamo tutto ci che si allontanato da noi. Tutte le religioni confermano questa grande Legge, ma citer soltanto quanto ha detto Ges di Nazareth: "Ci che l'uomo semina, quello raccoglier". Possiamo aggiungere: "Qualsiasi cosa un uomo raccoglie, quello ci che ha seminato nel suo passato". In Cina questa legge enunciata in questi termini: "Semina un frutto per raccogliere quel frutto, semina semi di zucca se vuoi raccogliere zucche". Lork Kilmur, primo ministro inglese, quando parl alla Westminster Hall di Londra ad una udienza di magistrati e di avvocati inglesi ed americani, disse che per risolvere i mali che affliggono l'umanit non c' che un mezzo: insegnare agli uomini come funziona la Legge di causa e di effetto e come creare buone cause al fine di raccogliere degli effetti benefici. Tutti i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni appartengono ad una di queste due categorie: 1. ci che determina armonia, 2. ci che semina disarmonia. Noi spargiamo i semi dell'armonia o della disarmonia in ogni momento della nostra vita quotidiana e, nella stessa precisa misura, raccogliamo armonia di disarmonia dalle persone che ci circondano e dalle situazioni che incontriamo. Quando i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni sono incontrollate, generalmente noi reagiamo in sintonia con gli stimoli che ci arrivano. Perci, se qualcuno ci parla in modo critico di cose o persone noi, generalmente, ci uniamo a lui con il nostro risentimento e le nostre critiche, senza renderci conto che cos facendo attiriamo disarmonia su noi stessi. Poich questa la sola Legge che insegna a vivere, baster controllare le cause per essere sicuri di controllare gli effetti. Supponiamo che il Sig. X provochi disarmonia nel Sig. Y o che manchi ad un dovere verso di lui. Agendo in questo modo X ha creato una causa. Y, con la sua reazione generer una nuova causa: se reagisce armonicamente alla provocazione di X egli creer una causa armonica; se reagisce in malo modo, irritato e offeso, anch'egli seminer una causa negativa e disarmonica. Dobbiamo comprendere che questa Legge tanto perfetta che anche la critica del governo, del tempo atmosferico o dei cosiddetti oggetti inanimati, produce per noi dei semi di disarmonia. Quantunque la causa e l'effetto siano inseparabili, cos come il diritto e il rovescio di una moneta, ci non significa che si possa constatare un effetto a tempo breve; qualche volta pu accadere, ma in altri casi esso potr realizzarsi molto pi tardi, magari in una vita successiva.
In questa Legge possiamo perci vedere quella che ci viene proposta come Giustizia di Dio. Questa Legge ci porta anche a comprendere che "noi non siamo mai puniti per i nostri peccati ma dai nostri peccati".
Massime importanti
- Tutte le libert scaturiscono dalla libert mentale. - Vivi nel presente, per il futuro, guidato dal passato. - Nessuno felice se non pensa di esserlo. - Le responsabilit vengono attirate dalle spalle in grado di sopportarle. - Il potere dell'amore, non l'amore del potere, pu portare la pace. - Per un uomo saggio, ogni giorno una nuova vita. - "Vai.. E non peccare pi." - Ges di Nazareth -
Informazione
Si avvertono i lettori che il programma di eserci pratici per il controllo mentale sviluppato nelle lettere "Parte Pratica" N. 17, 18, 19 e 20.
Riferimenti bibliografici
1) Mario Rizzi, scritti vari non pubblicati. 2) Omraam Mickhael Aivanhov, Un pensiero al giorno (ed. 1997), Edizioni Prosveta, F.B.U. Casella postale 12019 - 20120, Milano. 139 - ML Crescere: La Pace della Mente 1-21
3) Amadeus Voldben, I prodigi del pensiero positivo, pag. 72, Edizioni Mediterranee, Roma, 1992. 4) Ghislaine Gualdi, Individualit, desiderio e volont, (Quaderno n. 21) Gruppo Teosofico Sarmoung, via Dietro Castello, 140 - Cavagli (BI) - Tel e Fax: 0163/966613 5) Joseph Pang Wai, La felicit per voi ora, Bresci Editore, Edizioni l'Et dell'Acquario.
Un piccolo libro che contine tante utili informazioni per comprendere qual' il nostro scopo nella vita e come agire per poter avere un futuro migliore. Omraam Mikhael Aivanhov, La chiave essenziale, Edizioni Prosveta. Un volume adatto a chi vuole trovare una dimensione "spirituale"; dimensione che non affatto il seguire una religione oppure un'altra ma comprendere la propria vera natura e quella di coloro che ci circondono... ed il fatto di "comprenderli" aiuta certo a convivere con loro! Samuel Hatzakortzian, Il perdono come mezzo di liberazione, EUN - Edizioni Uomini Nuovi. Uno dei maggiori ostacoli nel progresso della vita e nelle nostre relazioni con gli altri il risentimento. L'autore ci spiega i risultati della potenza del perdono. Il perdono pu spazzare via tutti gli ostacoli che hanno impedito al benessere ed alla salute di arrivare fino a voi. Il perdono un potente magnete da cui nessun bene pu evitare di essere attratto. PER COMPRENDERE IL PERCHE' DEI PROBLEMI E DELLA SOFFERENZA Thorwald Dethlefsen, Il destino come scelta, Edizioni Mediterranee. Roma. Questo volume indicato a tutti coloro che si chiedono perch sono nati, qual' il loro scopo nella vita, e la ragione profonda dei vari problemi che affliggono il singolo e l'umanit. Thorwald Dethlefsen, Malattia e destino, il valore e il messaggio della malattia, Edizioni Mediterranee. Roma. In questo volume vengono esaminate le malattie pi comuni e gli atteggiamenti mentali che le hanno portate a manifestarsi. Prima di leggerlo si consiglia la lettura del volume Il destino come scelta dello stesso autore.
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La vita umana una lotta continua (4) Non sempre una persona emotiva affettiva Le virt (5) I vizi (6) I sette vizi capitali
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Gli episodi con beneficio secondario (3) Alcune esperienze di terapia con la regressione della memoria Il salvatore come beneficio secondario (4) Alcune esperienze di terapia con la regressione della memoria Come il passato ci condiziona
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IL POTERE DEL PENSIERO Vita e circolazione dei pensieri (1) I pensieri sono al servizio dell'uomo (2) Dobbiamo sorvegliare i nostri pensieri (3) I pensieri che vanno accolti e quelli che vanno respinti (4) Noi siamo quello che pensiamo di essere (5) I pensieri distruttivi sono i nostri peggiori nemici (4) Cosa accade se detestate una persona? (6) Imparare a pensare bene (7) Come sostituire i pensieri negativi con altri positivi La sofferenza ha sempre uno scopo da perseguire (4) Un pensiero del maestro Omraam Mikhael Aivanhov (8) Conclusione di Annie Besant (9)
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Karma collettivo e Karma individuale (4) Non siamo puniti per i nostri peccati ma dai nostri peccati (4) Come superare il Karma negativo (2) La felicit mediante la Legge di Causa ed Effetto (5) Quello che conta il momento presente (5) Massime importanti
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