Sei sulla pagina 1di 61

Inside and Outside

Due chiacchiere con l’Inconscio


Il linguaggio analogico della tua Emotività

Pietro Sangiorgio
Integrazione a Libro Primo
Copyright © 2018 Pietro Sangiorgio
All rights reserved.
ISBN:9781983035326
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio sentitamente tutto lo staff dell’Istituto di Psicologia Analogica e di
Ipnosi Dinamica CID CNV di Milano.
Giusy Mariani, Francesca Setti, il dott. Giulio Torti e altri amici e allievi che
hanno contribuito alla realizzazione di quest’opera e di quella precedente
“Inside and Outside – Libro Primo”, nonché alle altre due in attuale stesura.
Ringrazio Massimiliano Antonelli, Master Trainer di livello internazionale e
la sua “particolare” tecnica di insegnamento che mi ha permesso di
approfondire in modo semplice e funzionale questa meravigliosa materia.
Ma più di tutti con profonda gratitudine ringrazio per il suo incredibile genio
e la sua speciale creatività Stefano Benemeglio, per la sua disponibilità alla
condivisione ma soprattutto per avermi completamente cambiato la vita dal
l’attimo che l’ho conosciuto, ormai ben 18 anni fa…
Il contenuto di questo testo è solo una piccolissima parte dei suoi studi e delle
sue ricerche nonché delle sperimentazioni eseguite in prima persona.
Grazie!
SOMMARIO
INTRODUZIONE
SIAMO UOMINI O… COMPUTER?
SE CI SEI VIENI… AVANTI
La prima modalità di accesso “Simbolica”
La seconda modalità di accesso “Metafisica”
DIMMI TUTTO!
Calibriamo
Scopri la tua personalità, chi sei veramente?
Se vai indietro con il simbolo Asta (Genitoriale)
Se vai indietro con il simbolo Triangolo (Genitoriale)
Se vai indietro con il Cerchio (EGO)
VUOI POSSEDERE O… DESIDERARE?
Le distonie dell’individuo
La prima ipotesi
Seconda ipotesi
Essere
Avere
Facciamo il test
OK… QUAL È IL TUO PROBLEMA?
I TUOI DIFETTI DISTONICI
RICORDA
SEI DI DESTRA O DI SINISTRA?
Destro
Sinistro
I TRE PROBLEMI DELL’UOMO
Problema di sogno
Problema di libertà
Problema di coscienza
COSA È SUCCESSO?
SVELIAMO IL TESTIMONE
DOVE DEVO MIGLIORARE?
QUAL È IL MIO EGO?
GENITORIALI
EGO
SOGGETTI MASCHILI
SOGGETTI FEMMINILI
CONCLUSIONI
L’AUTORE
La Comunicazione Analogica
Ipnosi Dinamica
Filosofia Analogica
La Fisioanalogia
INTRODUZIONE
Al paragrafo 04 dell’Epilogo di “Inside and Outside – Libro Primo” ti ho
promesso una tecnica per poter dialogare con il tuo inconscio. Poi non ho
capito per quali strani motivi mi è stato consigliato di fare un e-book a parte,
ma spero che ci sia anche la pubblicazione cartacea. Al che io ho fatto una
controproposta: chi ha comprato il libro in formato cartaceo potrà scaricarla
gratuitamente dal blog “www.insideoutside.it”.
Comunque veniamo a noi.
Come avrai sicuramente letto nel libro, ognuno di noi è come se fosse diviso
in due. Abbiamo una parte razionale dove ragioniamo, pensiamo, valutiamo e
organizziamo le informazioni che riguardano la nostra vita, tipo il lavoro, lo
studio, il sociale, ecc.
Poi c’è la parte inconscia, più nascosta, che lavora in background. In pratica
siamo come dei computer. La parte razionale è il monitor, dove vedi quello
che stai facendo, le immagini, video, software per la scrittura e così via.
Nello chassis (o scocca, case, cabinet), dove c’è la parte hardware si fa il
lavoro più grosso, non lo vedi, non lo senti, lavora di nascosto, ma è il
processo più importante. Senza quel processo il computer non potrebbe
elaborare nessun dato e quindi non vedresti le tue foto, i tuoi filmati e tutto
quello che puoi fare con un computer.
Senza la parte inconscia, l’emotività, l’essere umano non sarebbe quello che
è, con i suoi pregi e i suoi difetti. L’istanza emotiva è quella ci permette di
sopravvivere e che gestisce le molteplici situazioni che viviamo ogni giorno.
Nel bene e nel male è assolutamente necessaria e quindi vitale.
L’inconscio è la parte più antica del nostro cervello, il paleo-encefalo, il
cervello emotivo. Comprende diverse strutture sottocorticali (bulbo,
cervelletto, mesencefalo e diencefalo) e le formazioni che costituiscono il
sistema limbico, in particolare l’ipotalamo, che regola il sistema endocrino,
l’emotività e i bisogni alimentari, sessuali, ecc.
È possibile paragonare il paleo-encefalo ad un focoso destriero che in talune
occasioni può slanciarsi emotivamente verso il cibo e l’acqua, o verso una
meta sessuale, senza lasciarsi inibire dagli ordini del razionale cavaliere, più
freddo e lucido che tira le briglie del focoso cavallo e che stabilisce i tempi e i
modi più opportuni per il soddisfacimento delle sue pulsioni.
Il cavallo può accettare gli ordini del cavaliere, ma può anche tentare di
disarcionarlo, soprattutto quando questi si mostra troppo esigente. In alcune
circostanze, per far fronte alle esigenze pulsionali, i comportamenti appresi
non sono “sani”, cioè socialmente integrati.
I comportamenti controllati dal paleo-encefalo sono specie-specifici, cioè
scattano ad opera dello stimolo-segnale; così sono le espressioni emotive
primarie come la rabbia, la gioia, il disgusto, la sorpresa, ecc. Esse sono
innate.
Così come innati sono tanti altri comportamenti che, per tale motivo, hanno
un carattere universale e sono indipendenti dal substrato culturale.
La parte del cervello deputata a gestire la parte razionale, logica, diciamo
pure che è più recente e ha permesso all’essere umano di articolare pensieri
complessi e crearsi un’etica.
Bene, in questa breve opera integrativa ti indicherò come comunicare
efficacemente con quella tua parte nascosta. Ti mostrerò come farla venire
alla luce e addirittura gestirla se lo farai bene.
Nel peggiore dei casi potrai comunque avere delle risposte su domande che
forse ti fai da tutta la vita. Buon divertimento.
Pietro
SIAMO UOMINI O… COMPUTER?
Come avrai capito mi piace paragonare la mente umana ad un computer ed
effettivamente le differenze non sono poi molte. Il linguaggio macchina usato
dai computer è binario, cioè 1 e 0, nel cervello il sistema binario è dato dai
pensieri e dalle parole, pensa al famoso dialogo interno che facciamo in
continuazione tutto il giorno per svariati motivi.
Dal computer puoi cancellare i dati per poi riscriverli ma restano nascosti
sino a quando quello spazio non verrà riscritto. Nel cervello è più o meno
uguale, con la differenza che se al computer riscrivi i dati questi si
danneggiano e diventano irrecuperabili, i dati del cervello anche quelli più
nascosti puoi sempre recuperarli.
Ovviamente questo è un paragone che ha senso se non ci sono ostacoli fisici,
nel senso che se manca un pezzo di cervello o in presenza di un grave trauma
questo paragone non ha più senso. Credo che lo stesso valga per il computer.
Ecco questa tecnica che sto per illustrarti funziona più o meno come un
software di recupero dati per computer. Tu potresti diventare il tecnico che
recupera i dati cancellati, corrotti, sovrascritti, danneggiati e correggerli,
ripristinarli o semplicemente visionarli.
Questa particolare comunicazione con la nostra parte emotiva (con parole
difficili) consiste nell’essere uno strumento non fine a sé stesso, ma
funzionale al soddisfacimento del desiderio reale piuttosto che di quello
presunto dell’immagine ideale, creato dai condizionamenti.
In pratica (con parole semplici) vai dritto al punto. Ti faccio un esempio: se il
tuo desiderio ideale (presunto) è quello di andare a Roma e sei in auto, il
desiderio reale è quello di viaggiare. Infatti per questo motivo la tua istanza
inconscia farà di tutto per soddisfare quel desiderio e forse ti farà sbagliare
strada o prendere magari percorsi più lunghi e lenti per restare in quello status
quo il più possibile.
Un altro esempio potrebbe essere una persona che ti piace, la desideri e pensi
che sia la persona ideale per te… appunto, ideale! La tua istanza razionale
urla forte che vuole questa persona, ma la tua istanza inconscia desidera il
corteggiamento e farà in modo che questo duri il più possibile.
Lo sanno molto bene quei maschietti che con le ragazze a loro “indifferenti”
riescono senza problemi a conquistarle, mentre quando si trovano davanti alla
donna dei loro sogni iniziano a balbettare e fare tutto ciò che non devono.
Altro esempio potrebbero essere gli amanti. Durante il periodo vissuto alla
chetichella si giurano amore eterno, sognando di lasciare i rispettivi consorti e
vivere la loro storia d’amore alla luce del sole. Ma difficilmente succede,
perché il loro desiderio reale, cioè quello inconscio, è l’amore segreto, la
trasgressione.
Potrei farti centinaia di esempi, ma in sostanza quello che veramente ci fa
muovere, agire, nel bene e nel male è il desiderio reale. Dobbiamo prenderne
consapevolezza, capire effettivamente quali sono i nostri desideri, necessità e
aspettative reali. Solo così possiamo provare a gestire ed eventualmente
capovolgere la situazione.
Il dialogo con l’inconscio che stai per provare dovrebbe diventare per te un
atto consapevole giornaliero. Questo ti permette di affrontare la quotidianità
in equilibrio e di comprendere con la pratica i tuoi limiti e superarli se lo
vorrai.
L’inconscio si esprime liberamente ed è privo dei meccanismi di difesa che
invece ha la parte logica. Cosa che accadrebbe se ti facessi delle domande di
cui dovresti rispondere razionalmente, proprio a causa di complessi e
condizionamenti, cioè sensi di colpa, rimorsi, rancori inespressi, ecc.
L’istanza inconscia non ha età, razza, preferenze politiche o sesso, lei/lui
semplicemente è la tua parte più potente e allo stesso tempo più delicata. Nel
procedimento che ti presenterò ti consiglio perciò di trattare con lei/lui come
se fosse un bambino, il tuo bambino.
Quindi proprio come un bambino è semplice, si esprime in modo elementare:
SI o NO, mi piace o non mi piace, vero o falso. Ovviamente non può
comprendere termini di deduzione logica come: positivo o negativo, meglio o
peggio e altri termini che potrebbero essere comunque soggettivi, quindi
razionali.
Perdonami se sono prolisso nella spiegazione ma voglio essere sicuro che tu
comprenda bene i concetti base. Questo non solo ti aiuterà a capire e praticare
bene il dialogo con la tua istanza emotiva, ma ti aiuterà anche a comprendere
bene i concetti base della comunicazione emotiva di cui parlo nel libro
“Inside and Outside – Libro Primo”.
SE CI SEI VIENI… AVANTI
Eccoci arrivati al punto. Ti consiglio prima di leggerti tutto, magari
studiartelo un pochino e poi provare. Se riesci a farti affiancare da qualcuno
le prime volte sarebbe molto meglio.
Ti indicherò due diverse modalità di accesso al dialogo con la tua parte
emotiva. Puoi utilizzare una o l’altra, scegli quella che preferisci e usala
all’inizio.
La prima modalità di accesso “Simbolica”
Il metodo simbolico, ideato da Stefano Benemeglio è uno dei primi test della
personalità analogica e si basa sulla visualizzazione di tre figure geometriche:
Asta, Cerchio e Triangolo, che rappresentano archetipicamente
l’atteggiamento Padre, Madre e se Stessi (l’Ego).

Procurati tre fogli A4 (quelli per le fotocopie) e disegnaci i tre simboli


archetipici: Asta, Cerchio e Triangolo ciascuno per ogni foglio ed evidenzia
un punto al centro (magari con un pennarello).

Se sei solo cerca un posto comodo dove poterle appendere per poter stare in
piedi davanti alla figura a circa un metro di distanza.
Se invece sei con qualcuno (te lo consiglio, almeno le prime volte), sempre
stando in piedi te le dovrà mostrare tenendo in mano una figura alla volta
(tipo il gioco “ruba bandiera”).
Dovrai assumere una posizione come da figura, in piedi con le braccia lungo i
fianchi, detta anche “posizione ortostatica”.
Posizione ortostatica

Posiziona il primo foglio (per esempio quello con l’Asta) come ti ho spiegato
prima a circa un metro da te all’altezza dei tuoi occhi, fissa il punto
evidenziato al centro e ascolta il tuo corpo. Dopo un po’ di secondi che lo
guardi chiudi gli occhi e continua a visualizzarlo nella mente, dovresti sentire
una leggera spinta in avanti o indietro. Se non succede nulla tranquillo,
riprova.
Le prima volte che proverai questo test potrebbe all’apparenza non
funzionare, in realtà funziona sin dai primi istanti che lo fai. Infatti, se sei
attento puoi sentire che il tuo respiro è cambiato, persino il tuo battito
cardiaco si è modificato.
Ovviamente le reazioni cambiano a seconda del simbolo che hai deciso di
proporre. Comunque con la pratica e la continua sensibilizzazione, sarai in
grado di stabilire bene i movimenti del corpo e comprendere poi le risposte
alle domande che porrai alla tua istanza emotiva.

Fatto ciò, avrai potuto constatare che il tuo inconscio in base al simbolo
proposto avrà fatto dondolare il tuo corpo in avanti o indietro o magari è
rimasto fermo. Andando avanti con la lettura capirai come interpretare questi
segnali che non sono altro che la semplificazione di quelli che si fanno nelle
conversazioni che hai letto in “inside and Outside – Libro Primo”.
Quando il tuo corpo si spinge in avanti il tuo inconscio dice: si, vero, mi
piace. Quando invece si spinge all’indietro dice: no, falso, non mi piace. Se
invece resta fermo è una risposta neutra, in pratica è indifferenza.
La seconda modalità di accesso “Metafisica”
Questa particolare modalità di accesso, sempre ideata da Stefano Benemeglio
è chiamata “metafisica”. Ma perché metafisica?
Lo stesso Aristotele, uno dei creatori di questa disciplina (la metafisica), la
definisce in due modi: o come "scienza che studia l'essere in quanto tale e le
proprietà che la accompagnano necessariamente", oppure come "scienza che
esplora le cause prime e i principi primi".
Comunque sia secondo me è un’immersione della propria esistenza nelle
possibilità fondamentali dell'essere considerato nella sua totalità. Questa
modalità di accesso, non solo ti permette di sensibilizzare e di accedere
velocemente al dialogo con la parte più profonda di te, ma svela gran parte
della tua personalità nascosta, cioè quella reale e avere quelle risposte che
forse cercavi da anni.
Poniti sempre in posizione ortostatica come prima, le braccia distese lungo i
fianchi e inizia a muovere in modo energico una delle due mani, tipo come
quando devi fare ruotare l’orologio al polso. Fallo per qualche secondo e poi
fermati e nota se il tuo corpo ha delle leggere spinte in avanti o indietro.
Poi fallo con l’altra mano, sempre tenendo le braccia distese lungo i fianchi.
Prendi nota mentalmente con quale mano avrai l’oscillazione in avanti,
ovviamente con l’altra andrai indietro. Il braccio che ti darà la spinta in avanti
lo chiameremo “induttore”, quello che te la darà indietro, lo chiameremo
“negoziatore”.
Se non dovesse succedere niente o magari capita che con entrambe vai avanti
oppure indietro, tranquillo, le prime volte è facile che succeda. Tu insisti,
prova diverse volte e vedrai che alla fine riuscirai senza problemi.
DIMMI TUTTO!
Calibriamo
Una volta realizzato che il tuo inconscio risponde bene agli stimoli, puoi
iniziare la fase del dialogo. Inizia con lo stabilire “codice del sì e del no”,
quindi ripeti “SI” sino a che il corpo non ha una spinta in avanti e fai lo stesso
con il “NO”.

Bene ora che hai stabilito il codice del sì e del no puoi iniziare con la
calibrazione per le domande. Inizialmente chiedi cose semplici, del tipo:
“caro inconscio, vero o falso che il mio nome è (inventane uno)? Se vero
spingi il mio corpo in avanti, se falso spingi il mio corpo indietro, attendo
risposta”, puoi anche crearti più tensione aggiungendo un conteggio lento,
“1… 2… 3… 4… e così via” fino alla risposta che deve arrivare entro il 10.
Poni poi la domanda inversa: “caro inconscio, vero o falso che il mio nome è
(dì il tuo nome)? Se vero spingi il mio corpo in avanti, se falso spingi il mio
corpo indietro, attendo risposta”.
Se dovesse accadere che con il nome qualcosa non va, prova a porre
domande sul luogo dove ti trovi, per esempio se ti trovi a Milano chiedi:
“caro inconscio, vero o falso che mi trovo a Milano? Se vero spingi il mio
corpo in avanti, se falso spingi il mio corpo indietro, attendo risposta”.
Il fatto che io abbia messo la domanda fasulla prima di quella vera è solo un
caso. È irrilevante con quale domanda inizi, purché siano domande semplici.
Puoi anche fare entrambe le domande, cioè quella del nome e poi quella del
luogo o viceversa. In questa fase iniziale è solo calibrazione.
Scopri la tua personalità, chi sei veramente?
La vera star della Comunicazione Analogica senza ombra di dubbio è
l’inconscio o, come preferisce chiamarlo S. Benemeglio “l’io bambino”. Le
esperienze fatte all’interno della famiglia di origine, dal momento della
nascita al momento che determina la fine dell’adolescenza, creano un
bagaglio emotivo che si riflette sul comportamento.
Timori, insicurezze, frustrazioni, tutti i disturbi del comportamento in
generale sono le risposte dell’inconscio a richieste non riconosciute durante il
corso degli anni.
I genitori (o chi percepiamo come tali), in tenera età, hanno un ruolo
fondamentale nello sviluppo emotivo dell’individuo.
L’inconscio del bambino appena nato ha, diciamo, un’idea di base sul ruolo
di mamma e papà. Il papà dovrebbe essere la figura autoritaria, assertiva che
ti punisce se non rispetti le regole, ti manda a letto senza cena. La mamma,
invece, dovrebbe essere la figura che ti coccola, ti porta la cena di nascosto, ti
dà nomignoli stupidi (tipo: patatino, pesciolino, scricciolo, ecc.).
In questo periodo, chiamiamolo di “sviluppo emotivo”, inevitabilmente
capitano eventi che io per convenzione chiamerò “traumatici”; dico così
perché non devono necessariamente essere nella concezione negativa del
termine, a renderli tali è semplicemente la percezione dell’individuo
bambino.
Un esempio potrebbe essere il papà che arriva venti minuti in ritardo all’asilo.
Il bambino non è rimasto solo, era con le maestre; ma se attendeva con ansia
l’arrivo del papà, subisce un trauma emotivo. Il papà non ci dà peso ma il
bambino potrebbe far diventare il genitore in questione “conflittuale”; anche
questo termine non prenderlo alla lettera, in quanto è solo la percezione del
bambino che, con un’elaborazione inconscia, potrebbe renderlo tale.
Altresì vero che ci sono casi estremi, dove gli eventi sono davvero traumatici;
ma ti dico questo perché, quando ti parlerò di conflittualità o evento
traumatico, non necessariamente deve essere inteso alla lettera. Esso non è un
processo razionale, è totalmente inconscio ed è solo una questione di
percezioni.
Si prenda in esame un caso estremo di una famiglia classica, con due figli
gemelli: uno potrebbe essere conflittuale padre, l’altro conflittuale madre.
Questo potrebbe succedere semplicemente perché nei primi giorni di vita uno
ha ricevuto la pappa prima dell’altro.
Per la maggior parte delle volte la conflittualità con il genitore è solo perché
questo non ha rispettato il ruolo che gli ha attribuito il bambino.
Per esempio: un padre che ha un atteggiamento da mamma nei confronti del
figlio lo rende conflittuale, lo stesso vale per la mamma che si comporta da
padre.
Il tuo genitore conflittuale potrebbe quindi essere quello che adori di più, il
tuo preferito, e forse è proprio quello il motivo.
Questo è solo un esempio, perché quello che voglio tu comprenda e che è
assolutamente un fatto di percezione, non c’è giusto o sbagliato, solo
percezione della realtà, unica per ogni individuo.
L’individuo diventa adulto, così cambiano le sue aspirazioni razionali, ma
non si lascia alle spalle quel bagaglio di esperienze fatte di insicurezze
derivate dal rapporto genitoriale, forse anche non ottimale…
L’individuo intende diventare una persona vincente e determinata per la
società, ma la parte bambina (l’inconscio) che è in lui, potrebbe aver sofferto
di privazioni affettive in tenera età.
I genitori (almeno la maggior parte), tentano di educare i propri figli nella
massima della buona fede, ed è un percorso difficilissimo, forse il compito
più arduo che ci può essere su questa terra.
Il fatto è che i genitori a loro volta sono affettivamente irrisolti, quindi è
praticamente impossibile non trasmettere ai propri figli le loro problematiche
sotto forma di insicurezze, che a loro volta si porteranno dietro per la durata
della loro esistenza, nascondendosi dietro maschere sociali appositamente
create.
In poche parole, è come se la spazzatura mentale creatasi nell’arco di questi
anni venisse nascosta sotto il tappeto, con l’illusione di averla eliminata.
Con la Comunicazione Analogica hai, sin dai primi approcci, la possibilità di
comprendere le strategie di comunicazione che prendono in considerazione il
vissuto emotivo della famiglia di origine dell’individuo.
L’inconscio quindi condiziona la vita degli individui al punto da riuscire ad
individuare dei veri e propri schemi comportamentali classificati in tipologie
psicologiche. La Psicologia Analogica classifica queste tipologie in
genitoriali e in Ego.
Genitoriali:
conflittuale padre (ASTA)
conflittuale madre (TRIANGOLO)
Ego:
Ego Maschio (CERCHIO)
Ego Femmina (CERCHIO)
Ora capirai chi è il tuo genitore conflittuale e a che tipologia analogica
appartieni. Potrai capire dei tuoi atteggiamenti e magari gestirli. Questo ti
aiuterà anche a capire molto meglio le altre persone e ti aiuterà a
comprendere un po’ di più la comunicazione analogica.
Per questo test avrai bisogno dei fogli che hai preparato prima, quelli con i
simboli Asta, Cerchio e Triangolo. Dopo la calibrazione posiziona i fogli uno
alla volta davanti a te, più o meno all’altezza degli occhi e a circa un metro di
distanza. Dopo qualche secondo che guardi il punto al centro chiudi gli occhi
e aspetta la reazione del tuo corpo.
Annota su un foglietto il simbolo che ti spinge in avanti, quello che ti spinge
indietro e quello neutro. Nota se vai avanti su più di un simbolo, potrebbe
succedere che vai avanti su due simboli, ma su uno più dell’altro. Annota
tutto insomma.
Il simbolo con cui vai indietro rappresenta la tua personalità emotiva è il tuo
segno “alimentatore”. Quello che ti spinge in avanti rappresenta la
personalità emotiva che ti attrae emotivamente ed è il segno “penalizzante”.
Quello che ti spinge leggermente avanti o indietro è il tuo simbolo neutro,
quello “gratificante”.
Ora capirai meglio, vale la regola che ti ho scritto prima: leggi tutto, magari
studialo un po' e poi passa alla pratica, con un po' di allenamento vedrai che
riuscirai con facilità.
Se vai indietro con il simbolo Asta (Genitoriale)

Il simbolo Asta rappresenta la figura paterna, il carattere assertivo,


dominante, impositivo e si esprime in un comportamento spronante, incitante,
rimproverante o accusatorio. Osserva cosa c’è che non va senza offrire una
soluzione, spesso colpevolizza e schernisce. Esprime una gestualità
penetrativa, punta l’indice.
Sia gli uomini che le donne che hanno come alimentatore l’Asta il loro
comportamento è simile all’immagine di un padre ideale, con la quale vivono
un rapporto conflittuale. In pratica è come se pensassero “ti faccio vedere io
come si dovrebbe comportare un padre”.
Se la distonia è dell’Avere (andando avanti con la lettura capirai anche le
distonie), per esempio nel caso di un incidente tra auto, assume un ruolo
attivo criticando e accusando il conducente (se maschio ancora meglio).
In pratica lo stesso atteggiamento che avrebbe avuto un padre nei confronti di
un figlio che ha avuto la sfiga di avere un incidente. Alzando la voce con il
dito indice puntato accusandolo.
Se la distonia è dell’Essere invece accuserà da lontano evidenziando i limiti
delle persone coinvolte alla guida, ma guardandosi bene dall’aiutare probabili
feriti.
La donna Asta intravede nella figura maschile un ostacolo al
raggiungimento dei suoi traguardi perciò il potenziale seduttore deve evitare
di porsi competitivo. Manifesta forte agonismo verso il maschio, adottando
lei stessa ruoli maschili. Può tollerare il tradimento con un’altra donna, non
quello con un uomo, anche se solo in una situazione di amicizia.
Ha un atteggiamento impositivo e accusatorio, ama il ruolo attivo. Prova
gusto nel prendere l’iniziativa e lo sa fare.
Di sicuro non sta ad aspettare che il principe azzurro si presenti sulla soglia di
casa. Potrebbe legarsi sia a uomini trasgressivi che istituzionali.
Apparentemente aggressiva, ha un fondo di dolcezza che bisogna saper
apprezzare.
L’uomo Asta è Il perfetto capofamiglia, ancorato ai valori tradizionali è
schietto, verace. Si esprime talvolta in modo aggressivo sessualmente, soffre
il dramma della gelosia.
Teme sempre la presenza di altri maschi intorno al suo oggetto del desiderio e
si pone in atteggiamento agonistico nei loro confronti nel quale deve in ogni
modo vincere. Il suo peggior difetto è l’insicurezza, come la timidezza contro
la quale lotterà per tutta la vita.
Se vai indietro con il simbolo Triangolo (Genitoriale)

Il Triangolo rappresenta la figura materna, dal carattere protettivo, si pone


come soluzione nei problemi. Pronto a porgere la mano e bisognoso del
contatto fisico con la persona da proteggere.
Nell’esempio fatto prima con l’Asta (l’incidente stradale), se distonico
dell’avere si avvicinerà con l’intenzione di prestare soccorso.
Se presenti delle donne le accuserà di chiara incapacità e indipendentemente
dalle sue capacità cercherà comunque di rendersi utile. Potrebbe essere
difficile scampare alle sue attenzioni.
Se distonico dell’essere comunque presterà aiuto provando a sostituirsi agli
indecisi, anche solo portando da bere ai feriti pensando che i presenti siano
degli incompetenti ed è meglio che faccia lui.
La donna Triangolo è affettuosa, femminile, è l’emblema della dolcezza. In
amore soffre di gelosia e può arrivare a usare violenza fisica nei confronti
della rivale e del partner fedifrago.
L’uomo Triangolo è materno e protettivo anche nell’affettività e nella
sessualità, si preoccupa molto dei bisogni della partner. Vive antagonismo
verso la figura femminile. Si offre per la soluzione dei problemi di chi ama.
Romantico e attento al piacere di lei. Non importa se la partner è istituzionale
o trasgressiva, l’importante è che non voglia prevaricarlo. Non accetta ruoli
secondari alla donna. Dedica moltissimo tempo ai preliminari.
Se vai indietro con il Cerchio (EGO)
La tipologia Cerchio o Ego rappresenta sé stessi, è il prodotto della società
moderna. Ti anticipo che al contrario delle tipologie genitoriali quali
conflittuale padre e madre (Asta e Triangolo) la tipologia Ego è una forma di
adattamento delle due tipologie genitoriali in base alle sollecitazioni ricevute
dalla famiglia di origine.
Le varianti Ego Maschio ed Ego Femmina sono la tipologia più diffusa nel
mondo occidentale. Il Cerchio ha percepito una conflittualità con uno dei
genitori, ma si è successivamente “trasformato”.
Non potendo cambiare la sua personale conflittualità, trasforma il proprio
comportamento in diffidenza verso entrambi i genitori, ora visti come
maschio e femmina, non più come padre e madre.
Il motivo del cambiamento in “Ego” è dovuto al genitore non conflittuale,
quello diciamo “buono” che all’inizio dell’adolescenza (o comunque durante
la crescita) è stato ritenuto “deludente”.
Le cause potrebbero essere molteplici, quella più probabile è che non ha
ricevuto le tensioni desiderate in occasione di un evento particolare che in età
adulta potrebbe anche essere considerato a livello razionale irrilevante ma la
percezione di quel particolare momento ha scatenato il cambiamento.
È un osservatore, così come ha dovuto osservare i genitori nelle relazioni tra
di loro e si comporta come avrebbero dovuto loro. (Lo si riconosce per gli
ampi gesti circolari che fa).
Nelle varianti Ego-Maschio e Ego-Femmina, è la tipologia più diffusa.
Hanno una naturale propensione a impartire direttive, nel caso di un incidente
(come citato prima) sarebbero gli agenti di polizia locale, i controllori.
Non a caso la quasi totalità degli individui che scelgono lavori che illudono di
aver potere o di essere al centro dell’attenzione sono di questa tipologia.
Impartirebbero direttive ma senza partecipare attivamente.
Se ne stanno lì ad osservare e ad indicare soluzioni senza partecipare
attivamente, se dovessero farlo è solo perché avrebbero qualcosa in cambio.
Infatti se distonico dell’avere prenderà il controllo della situazione
attivamente distribuendo compiti anche ai passanti. Se distonico dell’essere
osserverà in disparte e offrirà un parere se richiesto ma dialogherà
internamente “il mondo sarebbe un posto migliore se tutti facessero come
dico io”.
Prima di capire se sei Ego Maschio o Ego Femmina, vediamo prima la tua
distonia (differenza fra esigenza e appagamento). Tu sei distonico dell’Avere
o dell’Essere?
VUOI POSSEDERE O… DESIDERARE?
Le distonie dell’individuo
Noi tutti siamo stati in un luogo dove era garantito il nutrimento necessario,
la giusta temperatura ed ogni confort di cui avevamo bisogno. Si, sto
parlando del grembo materno, in compagnia del battito del cuore della
mamma le nostre esigenze venivano rispettate e appagate in modo completo e
non avvertivamo nessuna frustrazione.
Poi un giorno siamo stati portati via da quel paradiso e ci siamo ritrovati
improvvisamente a sentire il freddo, le voci, il frastuono, le luci, un mondo
nuovo, sconosciuto… questa esperienza l’abbiamo vissuta tutti, la nascita di
una nuova vita è sicuramente un evento emozionante, ma poi? Vediamo
insieme cosa succede al bambino nei primi giorni di vita, o meglio cosa
percepisce e cosa questo comporta.
La prima ipotesi
È quella appagante: dopo qualche giorno dalla nascita il bambino, se è stato
fortunato, si trova di nuovo a contatto con la sua mamma che lo nutre
direttamente con il suo latte e quando è sazio e stanco si abbandona al sonno.
Al risveglio si ripete il ciclo e anche il papà si alterna aiutando la mamma tra
un bagnetto e un cambio di pannolino. Questo per diversi mesi, ma solo se il
bambino è stato fortunato.
Quindi potremmo dedurre che quanto è stato fatto dai genitori ha garantito
l’appagamento delle esigenze primarie del bambino e se così non fosse, per
cause di forza maggiore, direi che molto probabilmente si è creata la seconda
alternativa, quella frustrante.
Seconda ipotesi
Quella frustrante: al bambino gli vengono garantiti pasti caldi o meglio
scaldati, con latte artificiale e un gradevole riposo con un peluche e carillon
di compagnia, sotto la costante osservazione di un moderno baby interfono.
Riceve un bagnetto al giorno con la giusta temperatura, i nonni pronti ad
accorrere ad ogni suo richiamo, o peggio la tata.
Il tutto mentre la mamma e il papà sono fuori a produrre il reddito necessario
al benestare di tutta la famiglia.
Il piccolo ha sicuramente ricevuto il necessario per sopravvivere,
praticamente il minimo sindacale. Ma quello che gli è stato dato non l’ha
richiesto e sicuramente non è quello che si aspettava di ricevere.
In pratica gli è stata garantita la sopravvivenza ma di sicuro gli sarà mancato
ciò del quale aveva realmente bisogno in maniera naturale.
Ovviamente queste due ipotesi sono degli esempi, la realtà potrebbe
sicuramente essere migliore o peggiore, le cose possono cambiare secondo il
livello di cultura, religione, luogo geografico, ecc.
Bada bene, non è mia intenzione assumere un atteggiamento accusatorio nei
confronti di quei genitori che per ovvi motivi hanno dovuto delegare a terzi
l’appagamento delle esigenze del loro bambino, anzi!
Tornando alle esigenze, già nei primi mesi di vita alcune di queste, quali
calore, coccole, nutrimento, pulizia, attenzione dei genitori, divertimento,
risultano già frustranti in IPO o IPER, cioè poco o troppo appagamento.
Il bimbo crescendo andrà ricercando ciò che gli è mancato e rifiuterà ciò che
gli è stato dato quando non richiesto.
L’inconscio, o emotività, è dentro di noi e rimarrà sempre bambino; andrà,
continuamente sin dai primi mesi di vita, alla ricerca del motivo e della causa
che non gli ha permesso di ottenere ciò che desiderava e che gli spettava di
diritto.
Questo processo inconscio del bambino farà sì che sin da subito individuerà il
genitore “conflittuale” che sarà il parametro di riferimento in base al proprio
sesso di appartenenza.
A questo punto possiamo tirar fuori due informazioni importanti per poter
comprendere il motivo che induce l’individuo ormai grande a scegliere come
reagire o meno agli stimoli dell’ambiente.
Se le sue esigenze verranno appagate, si coinvolgerà nel desiderio, al
contrario invece nel possesso.
In pratica verrà attratto da ciò che gli è stato negato o risultato carente e
respingerà ciò che ha avuto senza richiesta o che ha avuto troppo, ovviamente
il tutto a livello inconscio.
Gli studi sulla Comunicazione Analogica hanno codificato le persone in due
tipologie distoniche definite:
Essere e Avere. Il distonico dell’essere “rende difficile il facile attraverso
l’inutile”, il distonico dell’avere “rende troppo facile il difficile attraverso
l’utile o l’indispensabile”.
Ti basti sapere che avere ed essere rappresentano due esigenze precostituite
dell’emotività. Ambedue sono presenti nella parte inconscia del soggetto, ma
vi è in prevalenza una di queste nell’individuo che caratterizzerà la sua
tipologia.
Ciò premesso solo al fine di chiarire che è necessario che un individuo
equilibrato alterni la promozione di una caratteristica o l’altra in base alle
esigenze di vita.
La predominanza di una piuttosto che l’altra pone l’individuo nell’incapacità
di sfruttare al meglio le occasioni che gli si presentano, tergiversando su
alcune o buttandosi a capofitto su altre.
Riconoscere con consapevolezza il proprio meccanismo distonico può evitarti
manipolazioni da parte di chi intende ottenere un proprio tornaconto a tuo
discapito.
La tua distonia è la conseguenza di come sono state soddisfatte le tue
esigenze in tenera età specie con i tuoi genitori dove hai dovuto giudicare uno
di loro come “cattivo”, cioè non in grado di soddisfare a pieno le tue esigenze
rispetto l’altro genitore.
Essere
Alcune caratteristiche per esempio del distonico dell’essere è la riflessione,
tende molto al percorso logico e alla sintesi dialettica e purtroppo privo di
senso pratico, non è portato all’azione, al decisionismo, che se così fosse li
vivrebbe come eventi penalizzanti che rafforzerebbero la sua insicurezza.
Deve continuamente essere stimolato. Questo non significa che è destinato
all’insuccesso, anzi, se potrà e saprà forzare l’indolenza che lo
contraddistingue, avrà una vita soddisfacente e di successo. Non si
coinvolgerà a persone eccessivamente disponibili, mai!
Tende a desiderare le cose in quanto ha un vincolo al possesso che gli
impedisce di possederle, questo lo costringe a vivere un continuo stato di
desiderio.
Si riconosce dal fatto che usa molto il verbo essere, mira più alla qualità che
alla quantità e impiega diverso tempo per decidere cosa vuole o come
ottenerlo.
Nella relazione sociale risulta assumere un comportamento passivo (ruolo
down) e usa l’affetto per poter avere sesso, eventuali inefficienze sono auto
attributive: “è colpa mia!”.
Avere
Caratteristiche invece del distonico dell’avere sono opposte a quello
dell’essere, quindi è pronto all’azione, impulsivo, si coinvolge con chi gli
facilita il possesso, con chi è molto disponibile.
Al contrario del distonico dell’essere vuole possedere le cose in quanto ha un
vincolo al desiderio che gli impedisce di desiderare le cose.
Questo crea la ricerca della quantità a scapito della qualità e crea uno stato di
continuo “arraffare”. Si riconosce dal fatto che usa soprattutto il verbo avere
e nelle relazioni assume un comportamento attivo (ruolo UP).
È quello che vuole tutto subito e anche di più, dà sesso per avere affetto
mentre le inefficienze in questo caso sono etero attributive: “è colpa degli
altri”.
Un soggetto assai sensuale, provocante, esuberante, facile al sesso, in realtà
da sesso per ricevere dosi effimere di affetto.
Facciamo il test
Ecco che il risultato di questo test ti svelerà in base alla risposta del tuo
inconscio se risulti prevalentemente dell’Essere o dell’Avere.
Inizia con la sensibilizzazione, scegli quella che preferisci, puoi fare quella
simbolica con le figure geometriche o la metafisica con le mani. Poi fai la
calibrazione, così come nel capitolo precedente.
Fatto ciò mettiti in posizione ortostatica con gli occhi chiusi e gambe
leggermente divaricate, quindi inizia con:
“caro inconscio, risulto prevalentemente distonico dell’ESSERE o
dell’AVERE, dell’ESSERE, SI o NO? Se SI mi spingerai il corpo in
avanti altrimenti indietro, attendo risposta”;
A risposta affermativa o negativa, cioè risponde SI o NO facendo ondeggiare
il tuo corpo in avanti o indietro, ponigli come prova la distonia opposta (cioè
dell’Avere) utilizzando la stessa formula appena descritta. Per la regola del
verso e dell’inverso, ottenuta la prima risposta ne ricaverai automaticamente
la seconda.
Per avere un’ulteriore conferma procedi con la sensibilizzazione Metafisica
mediante le braccia. Se il braccio destro risulterà induttore (cioè quello
gradito, ergo il corpo oscilla in avanti) sarai sicuramente dell’Essere (anche
se in crisi). Al contrario sarai dell’Avere.
OK… QUAL È IL TUO PROBLEMA?
I TUOI DIFETTI DISTONICI
Come già descritto in “Inside and Outside – Libro Primo”, per ogni
individuo è necessario gestire al meglio (incondizionatamente) i cinque punti
distonici per avere una comunicazione ottimale con il tuo interlocutore.
Ovviamente lo stesso può essere fatto con te.
Quindi scopri subito in quali dei seguenti quattro ambiti la tua distonia Essere
o Avere non risulta idonea in quanto ne vizia la corretta gestione.
I quattro campi da esaminare sono:
1. Rapporti con la famiglia d’origine e acquisita;
2. Rapporti sentimentali e affettivi;
3. Rapporti sessuali e passionali;
4. Rapporti autorealizzativi, hobby e lavoro.
Quotidianamente proprio su questi quattro punti ogni individuo mette alla
prova le sue capacità. La corretta gestione darà soddisfazione, al contrario
risulteranno dei blocchi.
Vorrei precisare che il termine “corretta gestione” sul primo punto famiglia
d’origine e/o acquisita, ad esempio, non significa ottemperare e sottostare alle
richieste dei componenti familiari bensì adottare una corretta gestione tesa ad
evitare di essere fagocitati in situazioni evitabili.
Significa essere disponibili nei casi necessari ma significa anche dispensare
dei “NO”.
Sappi che mentre stai sprecando energie in uno o più dei punti elencati sopra
è molto probabile che non te ne restino per quelli in cui sarebbe opportuno
impegnarsi maggiormente.
Significa che la tua distonia Essere o Avere se risulta idonea a gestire uno o
più di quei punti non lo è per i restanti, anzi può risultare deleteria.
Ad esempio, se un distonico Essere tipicamente accurato e a tratti pignolo
potrebbe ricoprire ruoli lavorativi (punto 4) dove quelle caratteristiche
risultano preziose, la stessa distonia nel punto 2 e 3 potrebbe risultare un po’
“asfissiante” tanto da perdere magari il partner della sua vita.
A questo punto hai scoperto la tua distonia, se Essere o Avere, adesso scopri
in quale dei quattro punti risulta deleteria.

Procedi con:
1. Sensibilizzazione Simbolica o Metafisica;
2. Calibrazione, come spiegato prima, (se non l’hai già fatto).
Perciò, mettendoti in posizione ortostatica con gli occhi chiusi e gambe
leggermente divaricate, inizia con:
“caro inconscio, in quale dei 4 punti la mia distonia risulta difettosa?”
Nel primo punto (nominare il punto), SI o NO?
Nel secondo punto (nominare il punto), SI o NO?”. E così via sino al quarto
punto.
Ti suggerisco d’aver cura nell’annotare le risposte alla fine del dialogo,
meglio se facendoti assistere da qualcuno.
Alcune risposte potranno risultare delle conferme a quanto già sapevi mentre
altre meno. Ti suggerisco di prenderne atto e continuare a leggere questo
libro al fine di chiudere il Cerchio con l’obiettivo di individuare le tue false
certezze e le tue vere incertezze.
Dopo aver effettuato questo test confrontalo, arricchendolo, con la
descrizione già fatta nel libro “Inside and Outside – Libro Primo”, traendone
spunto per migliorare la tua autoconsapevolezza che inevitabilmente ti aiuterà
a gestire meglio la tua quotidianità.
RICORDA
Se sei dell’Essere dai affetto/amore per avere sesso.
Se sei dell’Avere dai sesso per avere affetto/amore.
L’Essere parte dall’Amore (o affetto) per arrivare al sesso, l’Avere parte dal
sesso per arrivare all’Amore (o affetto), in sostanza, il primo da Affetto in
cambio di Sesso, l’altro da Sesso in cambio d’Affetto.
SEI DI DESTRA O DI SINISTRA?
Tutti noi durante la nostra esistenza abbiamo a che fare con cose, idee,
persone, simbolo del riferimento Trasgressivo o Istituzionale in quel dato
periodo della nostra vita.
Immagina una persona che per qualche anno conduce una vita monotona, ad
un certo punto inizia ad avere dei pensieri per poter evadere anche se solo
virtualmente da quella monotonia.
Poi accade qualcosa di importante tipo un divorzio, un licenziamento o
qualche altro evento simile. La persona verrà agganciata da quel pensiero
sopracitato e creerà quell’energia trasgressiva da esprimere fisicamente e
inevitabilmente si sentirà attratta da una figura trasgressiva e, a prescindere
dalla sua integrità morale dovrà o assecondare questo desiderio o
comprimerlo.
Immagina l’opposto, una persona che per un certo periodo della sua vita
conduce uno stile di vita trasgressivo e ad un certo punto inizia ad avere
pensieri istituzionali, anche qui un evento potrebbe cambiare le cose e quindi
ci si aggancia a quel pensiero e quindi si sentirà attratta da una figura
istituzionale che dà sicurezza, regole, stabilità.
Anche in questo caso a prescindere che il soggetto sia un punk o un dirigente
bancario, dovrà assecondare o comprimere questo desiderio.
Ma come capire se in questa fase della nostra vita siamo attratti dalla
trasgressione o dall’istituzionalità?
Inizia con la sensibilizzazione, scegli quella che preferisci, puoi fare quella
simbolica con le figure geometriche o la metafisica (consigliata) con le mani.
Poi fai la calibrazione, così come nel capitolo precedente.
Fatto ciò mettiti in posizione ortostatica con gli occhi chiusi e le braccia
distese lungo i fianchi e i piedi leggermente divaricati, chiudi gli occhi e
inizia a muovere il braccio sinistro immaginando di far ruotare l’orologio e
continua sino a quando non ti accorgi di avere un leggero spostamento avanti
o indietro. Poi fermati e nota dove va il corpo, se avanti o indietro.
Fai lo stesso con l’altro braccio, se non riesci tranquillo, riprova più volte e
vedrai che riuscirai. Pertanto se vai in avanti con il braccio sinistro la tua
emotività ti sta comunicando che sei in una fase trasgressiva della tua vita e
quindi sarai attratto dal Lucignolo di turno. Se invece sei andato avanti con il
braccio destro il tuo inconscio ti comunica che sei in una fase istituzionale e
sarai attratto dal Grillo di turno.
Uso le figure emblematiche del romanzo di Carlo Lorenzini (Collodi) non
solo perché vengono citati in continuazione durante le lezioni dagli
insegnanti del CID-CNV, ma perché proprio come Pinocchio tutti noi
abbiamo quelle vocine nella testa, il Grillo da una parte e Lucignolo dall’altra
e anche se in prevalenza ognuno di noi è portato più per una parte piuttosto
che per l’altra, ci sono periodi della vita in cui la situazione si ribalta e può
darsi che tu sia molto scrupoloso nel seguire le regole, anche quelle che sono
solo nella tua testa, tipo princìpi e valori ed ad un tratto hai una propensione a
trasgredire.
Oppure al contrario, sei molto propenso a trasgredire e improvvisamente
scopri di essere devoto a chissà quale dottrina religiosa. Ovviamente in
questo libro parlo per eccesso, però tieni presente che comunque ci sono delle
vie di mezzo.
Per esempio se sei cresciuto in un contesto familiare rigido, con genitori o chi
per loro ti imponevano regole ferree, questo potrebbe significare che anche
solo dire una parolaccia con gli amici è trasgressione.
Dove all’opposto se fossi cresciuto in un contesto molto aperto, in pratica
trasgressivo, il solo fatto di gettare la carta nell’apposito cestino, o iniziare a
scrivere sms con “buongiorno” può significare per te che sei “istituzionale”.
Quello che ti serve comprendere in questa fase della pubblicazione è che
individuando da quale parte sei attratto capirai perché alcune persone e
situazioni fanno breccia nel tuo cuore.
Insomma, un altro pezzo del puzzle. Puoi comprendere se sei propenso per la
trasgressione o per l’istituzionalità con un semplice test. Puoi scoprire anche
la propensione di un eventuale compagno di conversazione. Ecco come (vedi
anche in “inside and Outside – Libro Primo), i tratti descritti di seguito
ovviamente valgono anche per te.
Di fronte al tuo interlocutore, mentre parli con lui o lei, metti una delle mani
in tasca, quindi gesticola mentre parli solo con un braccio, per esempio il
sinistro e nota se esprime segni di rifiuto o gradimento.
Poi fai la stessa cosa con l’altro braccio, sicuramente con un po’ di
allenamento non avrai nessun problema a capirlo molto velocemente. Quindi
se ha espresso segni di gradimento con il sinistro è propenso alla
trasgressione, se ha espresso segni di gradimento con il destro invece
all’istituzionalità.
Nel primo caso, cioè la trasgressione, il soggetto predilige le emozioni alla
ragione, almeno in questa fase della sua vita è prevalentemente trasgressivo,
quasi costantemente in conflitto con gli altri è un idealista, un sognatore e
purtroppo inaffidabile sotto molti aspetti.
È portato a dire di sì quindi ha sentimenti repressi, ha difficoltà a conquistare
e non reagisce ai torti subiti. Spesso agitato, molto ironico e spesso
inconcludente. Per agganciarlo devi enfatizzare i suoi sogni e desideri
irrealizzati.
Nel secondo caso, cioè l’istituzionalità, il soggetto predilige la ragione alle
emozioni, rispettoso delle regole, ovviamente secondo la sua percezione delle
stesse, come ti ho accennato qualche riga più su.
È costantemente in conflitto con sé stesso, è un realista, un concreto e
affidabile. Soffre il risentimento quindi è portato per il no, è a disagio davanti
alle scelte, fatica a decidere.
Tende a reagire ai torti subiti e nonostante questo è calmo, serio ed è un buon
ascoltatore. Per agganciarlo devi dargli l’illusione di solide certezze.
Il trasgressivo si affida ai sogni, fantastica e si abbandona alle illusioni.
Va oltre la realtà, insomma un idealista, tutti i giorni sono il fine settimana,
sorride senza motivo, ama i colori e si emoziona osservando un temporale,
come Alice si perde alla ricerca del Bianconiglio.
Segue con lo sguardo il volo di una farfalla, fantastica su come cambiare il
mondo, loro non lo sanno ma sono speciali.
Ti rispondono “perché?” e si chiedono “perché no?”. Sono maturi ma non
sono adulti, con un problema di sogno (tra qualche riga ti spiego meglio).
L’istituzionale si affida ai fatti non alle parole, esigente, preciso, riservato,
con i piedi per terra, responsabile ed affidabile, per lui ogni promessa è un
debito e va mantenuta ad ogni costo.
Calmo e serio ti ascolta, ha un forte senso della giustizia (a volte anche
troppo). Un realista con problemi di libertà (anche qui tra qualche riga ti
spiego meglio).
Ora nello specifico ti do dei suggerimenti, una linea di conversazione con
l’inconscio per avere qualche consiglio per vivere meglio direttamente da lui.
Quindi… ti consiglio di sensibilizzare con la tecnica “metafisica”, poi fai la
calibrazione con le domande semplici (il nome, il luogo, vero o falso, ecc.) e
inizia con la conversazione; “caro inconscio, in questo momento della mia
vita, mi suggerisci di essere più trasgressivo, SI o NO?” dopo aver ricevuto
la risposta chiedi ancora “più Istituzionale, SI o NO?”
In base a ciò che ti ha risposto affermativamente, chiedigli in quale dei
quattro punti ti suggerisce di esserlo (Istituzionale o trasgressivo):
1. Famiglia d’origine;
2. Rapporti sentimentali/affettivi;
3. Rapporti sessuali;
4. Autorealizzazione.
Altresì, puoi chiedergli, eventualmente, il motivo per cui non riesci ad
esserlo. Prova in questo modo:
Procedi sempre con la sensibilizzazione metafisica e calibrazione
Quindi mettiti in posizione ortostatica e con gli occhi chiusi e gambe
leggermente divaricate, inizia con:
“caro inconscio, in questo momento della mia vita, mi suggerisci di essere
più trasgressivo (o istituzionale), SI o NO?”;
“Caro inconscio, in quale dei 4 punti che elencherò dovrei trasgredire (o
essere più Istituzionale)? Nella famiglia d’origine, SI o NO?”
Nei rapporti sentimentali e affettivi, SI o NO?” e così via fino per i punti
rimanenti. Poi:
“Caro inconscio, a causa di quale complesso non riesco a trasgredire: sensi
di colpa SI o NO?”.
“Paura dell’abbandono affettivo, SI o NO?”.
“Caro inconscio, a causa di quale complesso non riesco ad essere
istituzionale? Disistima in me stesso, SI o NO?”
“Timore del giudizio degli altri, SI o NO?”
Arrivato a questo punto dovresti aver capito che fase stai vivendo in questo
momento. Se trasgressiva o istituzionale e se devi proporre una o l’altra, in
che contesto e cosa non ti permette di promuoverla.
Ti faccio un piccolo elenco delle caratteristiche generali in base a se risulti
andare avanti con il destro oppure con il sinistro.
Destro
Prediligi la ragione
Sei in prevalenza istituzionale
Vivi un conflitto con te stesso
Sei realista
Sei concreto
Sei in prevalenza affidabile
Soffri di risentimenti
Hai difficolta a scegliere
Tendi a reagire ai torti subiti
Sei in prevalenza calmo
Sei in prevalenza serio
Sei un buon ascoltatore
Hai problemi di libertà frustrata
Ti agganci con l’illusione di solide certezze
Ti affidi al senso reale e non alle parole, essendo un realista affidabile hai
decisamente i piedi per terra e forte senso di responsabilità. Sei preciso,
riservato ed esigente.
Infatti la tua qualità più importante è l’affidabilità e compi ogni genere di
sforzo per mantenere le promesse date. Sei per lo più calmo, serio e un buon
ascoltatore.
Sei accurato e hai un marcato senso di giustizia, una tenacia al confine con la
pura testardaggine e hai un approccio pragmatico, vigoroso e determinato
verso il mondo.
Ti consiglio di uscire dalla paura della scelta, solo cosi potrai raggiungere il
tuo scopo.
Sinistro
Prediligi le emozioni
Sei in prevalenza trasgressivo
Vivi un conflitto con gli altri
Sei idealista
Sei un sognatore
Inaffidabile
Hai sentimenti repressi
Hai difficoltà a conquistare
Non reagisci ai torti subiti
Sei ironico
Sei prolisso
Sei agitato
Hai problemi di sogno frustrato
Ti agganci a sogni e desideri irrealizzabili
Dovresti abbandonarti al tuo sogno, alle fantasticherie e alle illusioni. Devi
sapere andare oltre ogni realtà, vivere la domenica come il sabato, per te ogni
giorno è festa.
Vivi di fantasia senza ansia, sorridi senza motivo segui con lo sguardo il volo
di una farfalla. Te lo ripeto… tu sei speciale!
Avrai capito a questo punto che la differenza tra la destra e la sinistra è
sostanzialmente la prevalente propensione all’idealismo al realismo.
Risultare l’uno o l’altro non è da ritenere positivo o negativo è solo il
risultato di un’evoluzione avvenuta in passato grazie ad un’esperienza
vissuta.
In pratica se ora risulti realista in passato eri idealista, poi un evento ti ha
fatto cambiare. Un meccanismo di difesa atto ad evitare di farti commettere
lo stesso “errore” causa scatenante del cambiamento.
Prima di andare avanti e spiegarti come poter comprendere quando è
avvenuto questo cambiamento voglio parlarti di un argomento molto
importante già trattato in “Inside and Outside – Libro Primo”.
I TRE PROBLEMI DELL’UOMO
Ti ho parlato prettamente al maschile ma ovviamente quanto detto sopra vale
per entrambi i sessi. Ora ti parlerò dei problemi di sogno, libertà e coscienza.
Non scenderò nei particolari perché neanche in questo libro ti parlo di
Filosofia Analogica e mi interessa invece che tu comprenda la tua parte più
profonda e ti presenterò il necessario per poter capire le tue reali necessità e
gestire al meglio la tua esistenza.
L’individuo secondo la Filosofia Analogica non è in grado di gestire le
problematiche del quotidiano se ha subito violazioni in uno dei princìpi che
fanno parte della struttura mentale dell’uomo, questi princìpi sono: la Libertà,
il Sogno e la Coscienza.
Quando questi princìpi vengono oltraggiati provocano dei meccanismi
inconsci.
Questo è comunque relazionato ai vari disagi che si vivono e si generano in
conseguenza al torto ricevuto dai genitori da chi li rappresenta.
Problema di sogno
Se nel nostro vissuto quotidiano non ci fossero ostacoli da superare di sicuro
non avremmo desideri. Il sogno è un’energia propulsiva che ci spinge
all’azione, ma quando ci sono frustrazioni e insoddisfazioni ripetute questo
può frenarci e trasformare i sogni in ossessioni.
Stefano Benemeglio identifica metaforicamente la difficoltà a conquistare il
sogno come la “Sindrome di Dante e Beatrice”.
Dante nonostante i versi scritti per lei e gli sforzi compiuti, non riuscirà mai a
conquistare Beatrice, in quanto rifiutato dall’amata.
Questo provoca uno stato dissociativo che crea sofferenza, appunto dovuta
dal fatto che l’istanza logica non riesce a gestire la tensione provocata dalla
situazione emotiva del contesto.
Ciò crea uno stato di demotivazione che frena la spinta alla conquista
dell’oggetto del desiderio rendendolo quasi irraggiungibile.
E quindi la contrapposizione tra istanza logica ed emozionale porta
l’individuo a non avere una visione generale ma anzi, si concentra solo sullo
specifico, modificando così la visione reale.
Nonostante ciò, esso ha sempre presente la causa che ha provocato l’effetto e
comunque immagina le strategie più efficaci per risolvere il problema,
proprio per questo si aggancia a chi enfatizza il motivo del problema di sogno
e dà l’illusione di realizzare o di soddisfare i desideri o le esigenze causa di
questa condizione.
L’ insoddisfazione, quindi la sofferenza provocata dal mancato appagamento
del desiderio di esternare il sentimento represso e scaricare le tensioni
collegate ad esso, provoca la compressione del Pathos e l’individuo è portato
istintivamente verso situazioni che gli danno l’illusione di viversi contesti
emozionanti e in questo modo nutrire l’istanza inconscia che brama emozioni
forti per placare la sofferenza.
Per questo la tendenza ad agganciarsi ad idee, cose e persone ritenute
“trasgressive”.
Per esempio la donna ormai non più giovanissima che sogna di sposare
l’uomo dei suoi sogni (appunto), bello, prestante e magari professionista,
come se vivesse in un film.
Presa dalle sue fantasie sin da giovane età vive nell’illusione di incontrare il
suo principe azzurro.
Spesso però capita che questo non succeda e collezioni fallimenti e storie con
psicopatici scambiati per “trasgressivi”.
E ciò non fa altro che peggiorare la situazione portandola a cercare sempre di
più il partner perfetto.
Ovviamente io come al solito ti parlo per eccesso enfatizzando i concetti per
darti un’idea specifica. È chiaro che bisognerebbe valutare ogni soggetto, ma
quello che interessa è che indipendentemente dal grado di sofferenza, ogni
individuo con problema di sogno si agganci con sogni e desideri irrealizzati,
amplificando il disagio e dando l’illusione di vivere contesti trasgressivi e
quindi emozionanti.
Che siano idee, cose o persone, diventeranno l’oggetto dei suoi desideri.
Problema di libertà
Come nella famosa tragedia di William Shakespeare “Romeo e Giulietta”, chi
vive un problema di libertà sente il proprio sogno ostacolato da terzi e proprio
questo impedimento causa la carenza di volontà e l’incapacità di decidere.
Ma per superare gli ostacoli e per perseguire i sogni e i desideri, la volontà è
assolutamente necessaria e questa deve per forza accompagnarsi con il potere
decisionale e, di conseguenza, essere indipendenti dai genitori o chi li
sostituisce.
Vivendo un problema di libertà l’individuo attribuisce (inconsciamente) la
causa del suo attuale disagio al genitore (papà o mamma) e si sentirà
impedito a raggiungere il proprio scopo e per questo tenta di sganciarsi dalla
preponderanza e prevaricazione del genitore, pur meraviglioso che sia nel suo
ruolo.
La donna ormai in età adulta che ha trovato la persona perfetta per lei, la sua
anima gemella, lo lascia perché non corrispondente ai parametri della sua
famiglia composta da individui dotti e l’uomo oggetto dei suoi desideri non
lo è.
Questa circostanza, metaforicamente parlando, rientra appunto in quella che
Stefano Benemeglio nella sua Filosofia Analogica ha definito “la sindrome di
Romeo e Giulietta”; la donna in questione pur avendo raggiunto il suo sogno
d’amore, non riesce a preservarlo e lo perde.
Questo succede perché non riesce a superare l’intralcio della sua famiglia che
boccia l’unione con quella persona, che non è ritenuta degna per i loro
canoni.
Non starò a raccontarti nei particolari come nasce un problema di libertà e
come risolverlo, almeno non in questa guida, di cui lo scopo è quello di
indicarti come comprendere te stesso e in particolare riuscire a comprendere
quando qualche malintenzionato cerca di manipolarti usando le leve
persuasive descritte.
Un individuo con un problema di libertà è un realista, per conquistarlo devi
dargli l’illusione di solide certezze, fargli discorsi concreti ed enfatizzare la
sua esigenza di scelta, di indipendenza.
Gli ostacoli espressi dall’individuo tipo “non dipende da me ma da…”
incarnano le difficoltà genitoriali, pertanto ad ostacolare la conquista
dell’oggetto del desiderio potrebbero essere anche duplicanti della figura
genitoriale.
Per questo motivo le piccole e grandi difficoltà quotidiane possono essere
identificate con il genitore conflittuale.
L’autonomia diventa un bisogno quasi fisiologico, tanto da diventare un
disagio importante in diversi campi nel quotidiano.
Stimolando questo desiderio inappagato si ottiene la fiducia dell’individuo in
oggetto, che si aggancia alla fonte stimolante.
Problema di coscienza
Il soggetto attribuisce a sé stesso la causa dei problemi attuali. Quando i
problemi citati in precedenza arrivano all’estremo e degenerano, l’individuo
assume un’espressione riflessiva del proprio passato e dei princìpi genitoriali
ricevuti a livello emotivo.
Quindi ci si identifica con il problema e si assume la consapevolezza della
responsabilità ponendosi l’obiettivo di non sbagliare più.
Questo purtroppo porta il soggetto a essere iper razionale, ha il timore del
giudizio, ossia delle conseguenze che potrebbero scaturire da una scelta in
contrasto con il parere del genitore.
Così ad ogni compito o azione da eseguire inizia un’opera di riflessione e
questo crea una condizione di separazione tra pensiero e riflessione.
Questa scissione della razionalità ovviamente istilla dubbi, l’individuo perde
la consapevolezza di causa-effetto ed ha una visione generica della realtà, uno
sdoppiamento inconsapevole di sé.
Questa condizione viene definita metaforicamente da Stefano Benemeglio
come la sindrome di “Dott. Jekyll e Mister Hyde”.
Questo problema io lo definisco l’anticamera delle aberrazioni, ci sarebbe
molto altro da dire, ma come ti ho già accennato prima lo scopo di questo
libro non è quello di illustrarti la Filosofia Analogica ma solo comunicazione,
se ti riconosci in una di queste situazioni ti consiglio di consultare uno
specialista tramite il CID-CNV oppure di rivolgerti ad un terapeuta di tua
fiducia.
Stimolando il turbamento base (il conflitto genitoriale), le distonie essere o
avere e ancor di più i problemi di sogno, libertà e coscienza, quindi
enfatizzando direttamente e indirettamente i desideri inappagati, le esigenze
frustrate e bisogni non soddisfatti, si può arrivare alla vera e propria
manipolazione dell’individuo.
Scrivo i miei libri con molta preoccupazione, vorrei precisare per l’ennesima
volta che il mio scopo è proprio quello di tutelarti e non di formare eventuali
manipolatori.
Il mio pensiero è quello di trasmetterti informazioni per migliorare le tue
comunicazioni con te stesso e interpersonali, quindi avere una qualità della
vita migliore.
Ti prego di usare questa informazioni per migliorare il rapporto con gli altri e
con te stesso.
COSA È SUCCESSO?
Come promesso in precedenza eccoci al punto di capire quando è avvenuto il
cambiamento. Puoi farlo con il procedimento già spiegato prima e alcuni
semplicissimi calcoli.
Potrai identificare l’età approssimativa del cambiamento e poi identificare
l’evento preciso tramite l’interrogazione alla tua emotività.
I semplici calcoli da fare sono questi, per esempio:
sei risultato idealista e hai 48 anni;
dividi la tua età attuale per 2, quindi: 48:2 = 24;
24 anni (anno più, anno meno) è l’età di commutazione da realista a idealista.
Poi aggiungi all’età del cambiamento la tua età attuale, quindi: 24+48 = 72 e
dividi il risultato ancora per due, quindi: 72:2 = 36 che è l’età approssimativa
dell’evento significativo che ha rafforzato il tuo essere idealista oggi.
Interroga il tuo inconscio come hai imparato nei paragrafi precedenti e chiedi
conferma del risultato ottenuto.
Quindi, sensibilizza, calibra e procedi con le domande:
(in base all’esempio di sopra, idealista cambiato a 24 anni e rafforzato a 36)
“Caro inconscio, in che età c’è stata la mia commutazione da realista a
idealista, avevo più di 10 anni, SI o NO?”
Dopo la risposta e dopo che sei tornato dritto in posizione ortostatica fai
l’altra domanda: “avevo più di 20 anni?”
Poi ancora: “avevo meno di 30 anni?” sino ad arrivare all’età precisa che
potrebbe anche essere 23, 22 o addirittura 25 o 26.
Esegui lo stesso procedimento per l’anno del rafforzo. Prendi nota del
risultato.
SVELIAMO IL TESTIMONE
Il “testimone” in Psicologia Analogica è il soggetto che ti ha procurato il
“torto” causa della commutazione (nel caso dell’esempio) da realista a
idealista. Oppure grazie alla quale hai rinforzato la tua caratteristica attuale.
Ma chiedilo direttamente al tuo inconscio perché lui ne sa più di te e me.
Se stai continuando l’interrogazione di prima non hai bisogno di
sensibilizzare e calibrare, continua tranquillamente con le domande: “caro
inconscio, all’età (digli l’età di commutazione), chi fu il testimone che ho
giustificato, fu un soggetto maschile?” e poi “femminile?”.
In base alla risposta ricevuta prosegui con l’indagine chiedendo sempre più
nello specifico chi è il soggetto preciso, quindi chiedi in base alla risposta
ricevuta;
1. Genitore, quindi madre o padre
2. Familiare tipo fratelli, nonni, zii, cugini, figli (chiedendo
sempre al maschile o al femminile in base alla prima risposta)
3. Partner
4. Amico
5. Conoscente
6. Insegnante
7. Amante o ex del tuo partner, ecc.
Poi chiedi conferma del rafforzo: “caro inconscio, all’età di (digli l’età del
rafforzo) risultata oggetto di rafforzo al mio essere idealista, chi fu il
testimone che ho giustificato, fu un soggetto maschile?” e poi “femminile?”.
In base alla risposta ricevuta prosegui con l’indagine come sopra, ripeti la
procedura per individuare il soggetto preciso.
Se tutto è andato come dovrebbe (ovviamente con la pratica diventerai
sempre più preciso) hai evidenziato in modo razionale gli eventi e le persone
della tua vita che hanno indotto il cambiamento.
Volendo puoi sapere molto di più, azzarda, fai domande sempre più
specifiche. Potrai comprendere molte cose di te, non solo la tipologia, la
distonia o le tue tendenze. Puoi chiedergli come migliorare la tua vita e di
aiutarti a farlo.
DOVE DEVO MIGLIORARE?
Secondo il tipo di esperienza vissuta hai bisogno di qualcuno da amare o di
qualcuno che ti ami (no non nel senso banale del luogo comune).
Probabilmente una persona significativa della tua infanzia non ti ha permesso
di amarla come avresti voluto (quindi ora hai l’esigenza di amare), oppure
non ti sei sentito amato come avresti voluto (quindi hai l’esigenza di essere
amato).
Nel caso di un incidente stradale come descritto nei paragrafi precedenti,
riesci a tenere la calma e pensare a cosa fare.
Ma in una serata con gli amici se c’è qualcuno che ti stuzzica potresti reagire
in malo modo dando l’impressione di potergli anche fare del male, ma in
realtà non lo faresti mai… perché il tuo motto interno è: facciamo l’amore
non la guerra.
Ma potrebbe anche essere che la persona significativa invece ti abbia
impedito di scaricare la tensione che ti procurava e ti sei dovuto tenere tutto
dentro.
Questo provoca l’opposto, nel caso dell’amico che ti stuzzica, non reagisci
sino a quando non raggiungi l’indice di tolleranza, poi si che potresti anche
fargli del male.
Quando siamo molto giovani, intendo i primi dieci quindici anni di vita,
viviamo in una posizione ortostatica continua. In famiglia con i nostri
genitori, nonni, fratelli, questo si riflette con gli ambienti esterni come la
scuola o la cerchia delle amicizie.
La posizione ortostatica in cui viviamo non ci permette di reagire come
vorremmo. Nel primo caso se mi aspetto che la persona significativa (che
potrebbe essere mio padre) tornando a casa mi abbracci e stia con me, questa
invece si mette sul divano a guardare la televisione (o a fare altro) e mi dice
di lasciarlo in pace perché è stanco.
Beh… la tensione emozionale creata dall’aspettativa del bambino che voleva
essere abbracciato dal papà, non ha la possibilità di essere liberata.
Resta li, dentro quel povero cucciolo e si accumula, poco conta l’amore che il
papà prova per lui e che è stanco proprio per il duro lavoro cha fa per non far
mancar niente al suo amato figliolo.
In questo caso a seconda della distonia e quindi della percezione del bambino
si viene a creare la necessità di amare o di essere amati.
E non intendo la necessità insita nell’essere umano, quella che in pratica
abbiamo tutti. Questo la crea in eccesso.
L’individuo già in età adolescenziale proverà a colmare quel vuoto che si è
creato o a svuotare il pathos in eccesso.
In pratica quando vivrà una situazione che gli darà l’illusione di ricevere o
dare quell’amore mancato si tufferà letteralmente nella situazione che nel
99% dei casi è solo illusoria.
Nel caso invece che il genitore in questione urla o nei peggiori dei casi fa
violenza al bambino che non può reagire e deve come si suole dire “mandar
giù il rospo”, questo crea una situazione simile, ma la tensione anziché essere
emozionale è ansiosa.
Anche qui già in età adolescenziale si avrà l’esigenza di scaricare questa
tensione in eccesso ma si manifesta in modo diverso. Non si reagisce ai torti
subiti, c’è molta diffidenza, si dice di no anche quando si vorrebbe dire sì.
A volte si manifesta un’eccessiva timidezza o l’esatto opposto ma è solo uno
strumento di difesa.
Hai presenti quei ragazzi o ragazze che già alle scuole medie fanno i bulli con
i più deboli e nel peggiore dei casi anche con gli insegnanti? Ecco, hanno o
stanno ancora vivendo una situazione del genere. Ovviamente i parametri
cambiano a seconda della situazione e della distonia e quindi della percezione
del bambino.
Comunque in entrambi i casi, che sia Pathos o Reattività, la tensione
accumulata con il passare del tempo viene compressa in un serbatoio
inconscio che ha un indice di tolleranza che non andrebbe superato. Pena la
necessita inconscia di fare delle GRANDI CAZZATE.
Con il pathos compresso si rischiano storie d’amore (che poi amore non è)
disastrose. E con la reattività compressa si rischia di fare del male a persone
che non lo meritano (non che ci sia qualcuno che lo meriti… però).
Ora che sai quello che c’è da sapere, credo che sei arrivato al punto di
comprendere le diverse situazioni della tua vita. Dovresti saperne abbastanza
per avere un quadro generale.
Ma comunque non basta comprendere, cioè voglio dire va benissimo,
comprendere è già un bel passo avanti, ma bisogna agire, devi lavorare su
quello che è venuto alla luce. Ora ti do un modello di indagine su cui fare
affidamento per capire su quale punto devi lavorare e quindi migliorare.
Riprendendo quanto già detto nei paragrafi precedenti: i quattro punti
fondamentali per la buona gestione delle nostre efficienze o, al contrario,
inefficienze, sono la corretta gestione dei:
Rapporti con la famiglia d’origine e acquisita;
Rapporti sentimentali e affettivi;
Rapporti sessuali e passionali;
Rapporti autorealizzativi, hobby e lavoro.
Proprio su questi quattro punti ogni individuo confronta quotidianamente le
sue capacità e la corretta gestione ti darà soddisfazione e al contrario, invece,
subirà dei blocchi e/o attriti.
Voglio precisare che il termine “corretta gestione” sul punto famiglia
d’origine e/o acquisita, ad esempio, non significa ottemperare e sottostare alle
richieste dei componenti familiari bensì adottare una corretta gestione che
tenda ad evitare di essere fagocitati in situazioni non urgenti. Significa essere
disponibili in casi inderogabili ma significa spesso dire di no.
Perciò sappi che un tuo eventuale senso di insoddisfazione generale è dato
dal fatto che in uno, due o tutti e quattro i punti qui sopra risultino difettosi.
Significa che stai gestendo quel punto in maniera errata, stai sprecando troppe
energie con l’utilizzo di “mille chiacchiere e interminabili tarantelle”. Per
meglio farti comprendere ciò che sino a questo punto hai sperimentato e
appreso, riporto degli esempi paradossali sulla gestione dei quattro punti.

Esempio: un soggetto che ha quasi sempre promosso la sua parte


istituzionale, a causa delle minacce dei sensi di colpa e dell’abbandono, sarà
un quarantenne sposato, con figli, dedito alla sua famiglia, madre o padre
sofferente ai quali non sottrae né sé stesso né la moglie né i figli.
Fissato con le regole, dedito alla moglie, agli amici, è coerente, puntuale,
sessualmente ordinario e noioso e magari ricoprirà un ruolo o un lavoro
istituzionale.
Soggetti del genere è molto probabile che sviluppino paranoie, psicosi, fobie
sino a quando, trovato il simbolo trasgressivo (una donna trasgressiva),
lasciano tutto creando un vero e proprio caos attorno a loro.
Così come un soggetto trasgressivo, con Lucignolo dalla sua parte, è un
individuo all’apparenza libero, da tempo ha già abbandonato i suoi genitori
con i quali è ancora arrabbiato o magari non gli parla, ha spesso partner
differenti e per brevi periodi, cambia sempre lavoro ed è sessualmente
esuberante (sin qui sembra la storia della mia vita).
Incoerente con sé stesso e con gli altri, inaffidabile, ha lo sprezzo del pericolo
nel sangue, qualsiasi cosa accada è sempre per colpa degli altri.
Non sopporta l’idea di avere dei figli, se proprio deve predilige occuparsi di
quelli degli altri (spesso del partner del momento), i legami di sangue lo
spaventano (in questo almeno è coerente).
Ma ora vediamo cosa ne pensa di te il tuo inconscio:
Premetto che in ordine di importanza il punto “famiglia d’origine” risulta
essere quello più delicato/significativo che se non risolto, ergo mal gestito,
produce disturbi dell’emotività e/o del comportamento.
Quindi procedi con la sensibilizzazione e la calibrazione e inizia con:
“Caro inconscio, in questo momento della mia vita sei soddisfatto di come sto
gestendo i rapporti con la famiglia di origine, con la famiglia acquisita (se
c’è), i rapporti sentimentali, affettivi, sessuali e passionali,
l’autorealizzazione, SI o NO?”.
Nel caso in cui risponda di NO (risposta più probabile), chiedete in dettaglio:
“Caro inconscio, sei soddisfatto di come sto gestendo il rapporto con la
famiglia d‘origine, SI o NO?” …e così via per tutti gli altri punti.
Individuato uno o più punti secondo cui il tuo inconscio dichiara di non
essere soddisfatto, chiedigli a quale (nel caso di più punti carenti) dare
priorità, quello che ritiene sia più importante da risolvere e appagare sin da
subito:
“Caro inconscio, quale di questi ritieni debba essere risolto subito, il rapporto
con la famiglia d’origine e acquisita SI o NO?
I rapporti sentimentali e affettivi, SI o NO?” …e così per tutti gli altri
eventuali punti.
Individuato il punto che vi suggerisce di risolvere, continua per scoprire a
quale complesso attribuire la causa della cattiva gestione di quel punto:
“caro inconscio, quale dei complessi, che elencherò, ritieni essere la causa
della cattiva gestione di (ripetere il punto risultato inefficiente):
i sensi di colpa, SI o NO?
La paura dell’abbandono, SI o NO?
La disistima, SI o NO?
Il timore del giudizio, SI o NO?
A questo punto a prescindere da ciò che già logicamente avevi intuito, il tuo
inconscio ti ha chiarito le idee.
Di fatto ti posso assicurare che la visione che avrai dei tuoi e altrui
comportamenti, da oggi in poi, non sarà la stessa di prima che tu leggessi
questo libro.
Intanto hai appreso la base per comunicare con la parte più importante di te, il
tuo inconscio, la tua essenza, la tua intelligenza emotiva.
D’ora in poi puoi sbizzarrirti come meglio credi ponendogli quelle domande
che potrebbero dare una svolta alla tua vita decisionale.
Puoi spaziare dai temi più banali a quelli più delicati. Tanto, male che vada,
agirai sempre secondo logica. Puoi fare esperimenti chiedendo aiuto ai tuoi
amici e parenti, rimarranno strabiliati ed entusiasti di te.
Sono certo che, col tempo, ti sentirai meno manipolato e più consapevole dei
tuoi comportamenti.
Se “soffri” e non sai per quale motivo oppure dai la causa della tua sofferenza
ad eventi o punti non corretti entri in un circolo vizioso. Cioè il problema
rimane e impieghi le tue risorse inutilmente in modalità ridondante.
Così come quando attivi un programma sul computer e non si apre perché
non trova i file necessari.
Nel contempo il tuo inconscio ripesca dalla sua memoria le fonti stimolo
emozionali, te li fa rivivere e tu non te ne accorgi.
Riassumendo, se non ti senti felice o appagato è perché in uno dei punti
distonici risiede un blocco che non ti permette di gestire al meglio quel punto.
Quel blocco, in quel punto (o più di uno), è causato da uno o più complessi (o
ricatti inconsci). Il complesso causa del blocco fu generato da un evento
quando avevi X anni.
A dire il vero il ricatto inconscio è stato generato da un evento definito
Antefatto, cioè il primo evento che ti ha innestato quel “tarlo” del complesso.
Potrai notare, andando avanti con l’indagine, che sono accaduti più eventi che
ti hanno visto “celebrare” lo stesso complesso, per “coazione a ripetere”.
Ora vedremo un ulteriore modello al fine di individuare il punto distonico da
migliorare, il complesso o ricatto e l’età in cui si è verificato l’evento.
Procedi sempre con la sensibilizzazione, Simbolica o Metafisica, anche se col
passare del tempo e con la pratica potrai evitarla in quanto, si spera, il tuo
inconscio inizierà a fidarsi di te.
Negli esempi che seguiranno dovrai, ovviamente, elencare tutti i punti al fine
di individuare il tuo blocco, complesso ed evento.
Prendiamo per esempio che il mio inconscio mi ha riportato un blocco nei
rapporti sentimentali e affettivi in questo modo:
“Caro inconscio, sei soddisfatto di come sto gestendo i rapporti sentimentali
e affettivi della mia vita? SI o NO?” …mi risponde di NO!
La successiva domanda che gli porrò, sarà per individuarne la causa,
mettiamo che risulterà essere la disistima.
“Caro inconscio, quale dei complessi che elencherò è la causa del blocco nei
rapporti sentimentali e affettivi, la disistima, SI o NO?” …mi risponde di SI.
A questo punto procediamo ad individuare l’età, cioè l’antefatto: quell’evento
che se non fosse accaduto, oggi, non sarebbe presente in te il complesso della
disistima.
Ciò servirà all’inconscio come fonte, stimolo emozionale, mentre alla tua
logica servirà per individuare correttamente cosa riempie quel serbatoio citato
in precedenza.
In questo modo diamo del cibo virtuale, cioè le giuste tensioni all’inconscio e
lui ci ricambia con le giuste risposte e magari riusciamo anche a svuotare
quel serbatoio per poter stare meglio.
Individuiamo l’età dell’evento, portando come esempio che accadde quando
avevo sette anni:
“Caro inconscio, quando accadde quell’evento che se non si fosse verificato,
oggi, non sarebbe presente in me il complesso della disistima?”.
“Accadde quando avevo meno di 20 anni, SI o NO?” risposta
dell’inconscio… SI.
…” avevo meno di 10 anni?” …SI (risposta dell’inconscio):
…” avevo meno di 5 anni?” …NO (risposta dell’inconscio):
…” avevo fra 5 e 10 anni?” ...SI (risposta dell’inconscio):
…” avevo esattamente: 5 anni” …NO (risposta dell’inconscio):
…”6 anni?” …NO (risposta dell’inconscio):
…”7 anni?” …SI (risposta dell’inconscio).
A questo punto, a meno che non ricordi esattamente il fatto, indaga
chiedendo in quale stagione dell’anno accadde, quale mese, quale giorno, se
mattina, pomeriggio, sera o notte ecc.
In quale luogo ti trovavi: città, paese, in casa, all’aperto, in macchina, scuola
ecc.
Con chi ti trovavi in relazione, cioè da chi hai ricevuto il “torto”: genitori
(papà o mamma), fratelli, parenti, amici, insegnante ecc.
Ogni evento causa del complesso ha visto ricevere un torto, cioè un’offesa
all’esigenza. Non fu corrisposta così come desideravi ed hai reagito (quindi
non hai giustificato) o non reagito (hai giustificato) al torto ricevuto da quel
soggetto.
La tua reazione, o non reazione, è avvenuta o meno a prescindere se tu stesso
avevi torto o ragione.
Reagire significa trasgredire (non giustificare), cioè Lucignolo ti ha spinto a
farlo.
Al contrario la non reazione è dettata dal Grillo che ti minaccia con eventuale
sanzione (punizione) nel caso in cui non “taci ad ammonimento di persona
significativa”: genitori, nonni, zii, insegnanti, il bullo di scuola ecc.
In realtà ti accorgerai che tendenzialmente, sia tu stesso che altre persone che
conosci, a prescindere dal torto o ragione, reagiscono o non reagiscono in
determinate situazioni quando invece era il caso di adottare la scelta opposta.
Fatto ciò, avrai già individuato e compreso la causa, il blocco e il colpevole.
Questo sarà sufficiente a diminuire l’influsso bloccante di quel complesso sul
punto distonico.
Per meglio indagare e comprendere ciò che accadde, cioè a quale ricatto fosti
sottoposto e sei hai ceduto o meno al ricatto che hai potuto superare, riporto
un elenco che chiarirà le fasi per età.
Età 0-6 anni circa, complesso/conflitto: natività – rifiuto.
Pensiero: non sarei dovuto nascere – non mi vogliono - sarei dovuto nascere
di un altro sesso – sono difettoso.
Età 7-11 anni circa, complesso/conflitto: comparazione fallimentare –
vergogna.
Pensiero: è più bravo di me – che figuraccia – sono brutto – sono grasso – ho
gli occhiali – sono incapace e non merito – sono un secchione.
Età da 12 in poi, complesso/conflitto: accettazione – condizionamento.
Pensiero: se non lo faccio non sarò dei loro – se non miglioro mi escludono –
se non mi adeguo… - sono diverso.
Questi sono i complessi – conflitti – ricatti emotivi e pensieri che in
prevalenza fanno la maggior parte delle persone a seconda della fascia di età.
Ovviamente variano di intensità in base alla conflittualità genitoriale, distonia
e chiaramente alle esperienze.
In fase di indagine sono dei precisi riferimenti per poter capire dove e cosa
migliorare di sé stessi.
QUAL È IL MIO EGO?
Prima di concludere voglio darti indicazioni su come capire a fondo la tua
tipologia Ego. Come già scritto prima ci sono due categorie di tipologie
analogiche, i genitoriali (Asta e Triangolo) e gli Ego.
Le tipologie analogiche però si differenziano anche a seconda del sesso, della
distonia e del simbolo penalizzante.
Ti faccio un veloce riepilogo, se vuoi dettagli un po' più completi ti consiglio
di leggere “Inside and Outside – Libro Primo”, invece per dettagli molto più
avanzati ti consiglio “Inside and Outside – Libro Secondo”, che al momento è
in fase di stesura.
Quindi ora prendi i fogli con i simboli e sperimenta, se hai dubbi rileggi il
paragrafo “scopri la tua personalità”.
Ripeto velocemente anche i genitoriali prima di passare alla tipologia Ego.
Per comprendere meglio ti consiglio di farlo anche con altre persone.
GENITORIALI
Nel descrivere le tipologie il simbolo scritto per primo è quello alimentatore,
cioè quello con cui vai indietro la tua personalità emotiva, quella reale.
Quello che segue invece è il tuo simbolo penalizzante, l’atteggiamento che ti
attrae.
Nel caso dei genitoriali il simbolo penalizzante rappresenta l’atteggiamento
reale del genitore conflittuale.
TRIANGOLO – ASTA
DISTONIA: Avere
Va indietro con il Triangolo, viene in avanti con l’Asta, indifferente al
Cerchio anche se potrebbe venire un pochino in avanti se sotto tensione.
TRIANGOLO - CERCHIO
DISTONIA: Essere
Va indietro con il Triangolo, viene in avanti con il Cerchio, indifferente
all’Asta anche se potrebbe venire un pochino in avanti se sotto tensione.
ASTA – CERCHIO
DISTONIA: Essere
Va indietro con l’Asta, viene in avanti con il Cerchio, indifferente al
Triangolo anche se potrebbe venire un pochino in avanti se sotto tensione.

ASTA – TRIANGOLO
DISTONIA: Avere
Va indietro con l’Asta, viene in avanti con il Triangolo, indifferente al
Cerchio anche se potrebbe venire un pochino in avanti se sotto tensione.
Come vedi le informazioni di base per i genitoriali sono molto semplici, i
dettagli invece sono un’altra cosa. Qualche dettaglio l’ho descritto nel
capitolo “DIMMI TUTTO!”, se vuoi degli approfondimenti sai cosa fare, te
l’ho accennato all’inizio del capitolo.
Per gli Ego la situazione è leggermente più complessa e sono anche le
tipologie oggi più frequenti nel mondo occidentale.
EGO
Come già accennato in precedenza la tipologia Ego non è altro che
l’evoluzione di quella genitoriale. In pratica il genitoriale che ad un certo
punto ha percepito il genitore buono come “sbagliato” in occasione di un
evento in cui non ha ricevuto la gratificazione che si aspettava.
Si dividono in Ego Maschio e Ego Femmina, conservano parte
dell’atteggiamento genitoriale e in più hanno l’atteggiamento Ego, questo
comporta una serie di parametri complessi se paragonati ai genitoriali.
I monopolari hanno come simbolo penalizzante il loro atteggiamento ideale,
quello che vorrebbero essere in pratica (in realtà è più complicato, ma non è
questa la sede, descriverò i particolari in “Inside and Outside – Libro
Secondo”).
I bipolari hanno come simbolo penalizzante la loro ex struttura, in pratica
amano e odiano il loro penalizzante. Un casino insomma…
SOGGETTI MASCHILI
EGO MASCHIO – ASTA (uomo)
DISTONIA: Essere
Più passivo che attivo, monopolare, il simbolo Asta gli regola il Pathos, il
Triangolo gli regola la reattività.
Va indietro con il Cerchio, viene in avanti con l’Asta, va indietro poco con il
Triangolo ma in caso di reattività alta viene in avanti anche se non come con
l’Asta.
Pathos: orientato al desiderio
In competizione con: soggetti maschili
EGO MASCHIO – TRIANGOLO (uomo)
DISTONIA: Avere che ragiona da essere
Più attivo che passivo, bipolare, il simbolo Triangolo gli regola il Pathos e la
reattività.
Va indietro con il Cerchio, viene in avanti con il Triangolo.
Pathos: orientato al desiderio
In competizione con: soggetti maschili
EGO FEMMINA – ASTA (uomo)
DISTONIA: Avere
Più attivo che passivo, bipolare, il simbolo Asta gli regola il Pathos bv e la
reattività.
Va indietro con il Cerchio, viene in avanti con l’Asta.
Pathos: orientato al possesso
In competizione con: soggetti femminili
EGO FEMMINA – TRIANGOLO (uomo)
DISTONIA: Essere che ragiona da avere
Più attivo che passivo, monopolare, il simbolo Triangolo gli regola il Pathos,
l’Asta gli regola la reattività.
Va indietro con il Cerchio, viene in avanti con il Triangolo. Va indietro poco
con l’Asta ma in caso di reattività alta viene in avanti anche se non come con
il Triangolo.
Pathos: orientato al possesso
In competizione con: soggetti femminili
SOGGETTI FEMMINILI
EGO MASCHIO – ASTA (donna)
DISTONIA: Essere che ragiona da avere
Più attiva che passiva, monopolare, il simbolo Asta le regola il Pathos, il
Triangolo le regola la reattività.
Va indietro con il Cerchio, viene in avanti con l’Asta, va indietro poco con il
Triangolo ma in caso di reattività alta viene in avanti anche se non come con
l’Asta.
Pathos: orientato al possesso
In competizione con: soggetti maschili
EGO MASCHIO– TRIANGOLO (donna)
DISTONIA: Avere che ragiona da essere
Più attivo che passivo, bipolare, il simbolo Triangolo le regola il Pathos e la
reattività.
Va indietro con il Cerchio, viene in avanti con il Triangolo.
Pathos: orientato al possesso
In competizione con: soggetti maschili
EGO FEMMINA – ASTA (donna)
DISTONIA: Avere che ragiona da essere
Più passiva che attiva, bipolare, il simbolo Asta le regola il Pathos e la
reattività.
Va indietro con il Cerchio, viene in avanti con l’Asta.
Pathos: orientato al desiderio
In competizione con: soggetti femminili
EGO FEMMINA – TRIANGOLO (donna)
DISTONIA: Essere
Più attivo che passivo, monopolare, il simbolo Triangolo le regola il Pathos,
l’Asta le regola la reattività.
Va indietro con il Cerchio, viene in avanti con il Triangolo. Va indietro poco
con l’Asta ma in caso di reattività alta viene in avanti anche se non come con
il Triangolo.
Pathos: orientato al desiderio
In competizione con: soggetti femminili
Ed eccoci arrivati alla fine, anche stavolta ti invito a fare pratica, più farai
pratica più la conversazione con la tua parte emotiva sarà chiara e fruttuosa.
E per identificare la tua corretta tipologia con la pratica i risultati saranno
sempre più precisi.
CONCLUSIONI
Devo dire che quando termino un libro per me è un momento catartico.
Da distonico dell’avere attendo questo momento sempre con impazienza e
vorrei che durasse il più possibile.
Al contrario del distonico dell’essere che si penalizza e quindi si rigenera
durante il viaggio vivendolo nel desiderio di terminare.
Il mio desiderio è vedere l’opera terminata, tanto è vero che in questo
momento ne sto scrivendo altre due e progettando un romanzo.
Tra poco verrà pronto “Inside and Outside – Carisma & Persuasione”, poi
sarà il turno di “Inside and Outside – Libro Secondo” di cui ho circa
novecento pagine di appunti da organizzare e ho già scritto alcuni capitoli.
Poi ho progettato (anche se credo sia un azzardo) un romanzo che tramite dei
racconti spero trasmetta tutta la potenza della Comunicazione Analogica.
Comunque riguardo al contenuto di quest’opera spero tu ne faccia buon uso e
che pratichi la conversazione con l’inconscio tutti i giorni o perlomeno ogni
volta che ne hai occasione.
Credimi se ti dico che questi dialoghi possono veramente cambiarti la vita e
rendertela migliore.
Un caloroso abbraccio.
Pietro Sangiorgio

L’AUTORE
Pietro Sangiorgio, autore della collana "Inside and Outside - Comunicare
dentro e fuori"
Studioso del comportamento umano, di Comunicazione persuasiva,
Comunicazione non Verbale, Programmazione Neuro Linguistica presso
NLP ITALY e Psicologia Analogica presso l'Istituto di Psicologia
Analogica e di Ipnosi Dinamica - CID CNV.
Il CID-CNV Istituto di Psicologia Analogica e di Ipnosi Dinamica® è una
libera associazione scientifica e culturale senza scopo di lucro che è stata
fondata nel 1978 da Stefano Benemeglio.
La missione dell’istituto è quella di divulgare e promuovere le Discipline
Analogiche messe a punto dal fondatore, attraverso corsi di formazione,
seminari, conferenze, convegni, eventi e pubblicazioni.
Lo studio delle teorie messe a punto da Stefano Benemeglio permettono al
singolo fruitore di migliorare la qualità della propria vita in ambito privato,
sociale e in ogni tipo di relazione che ciascuno di noi intreccia nella propria
esistenza.
Un altro baluardo della sua attività, rappresentativo della sua visione, è quella
di incrementare la cultura propria di molteplici professioni al fine di
aumentare la capacità comunicativa che li contraddistingue e che rappresenta
il cuore pulsante della sua attività.
Attraverso la sua opera l’istituto vuole formare dei veri e propri esperti in
comunicazione analogica capaci di interpretare il linguaggio emotivo proprio
e altrui, ossia quella parte del linguaggio che la cultura predominante ci
spinge a non considerare ma che rappresenta l’essenza di ogni rapporto
umano.
I percorsi formativi messi in campo dal CID-CNV si rivolgono a medici,
psicologi, operatori sociali, operatori sanitari, educatori formativi, venditori,
manager, liberi professionisti, oltre che al singolo individuo che vuole fare
della cultura analogica un vero e proprio stile di vita.
La Comunicazione Analogica
La Comunicazione Analogica è l’insieme di sistemi comunicativi emozionali
che fa di un segno, un gesto, un comportamento, una parola un potente
strumento di comunicazione efficace, per relazionarci con il mondo e capire
le reali esigenze di noi e degli altri.
La capacità di comunicare è uno dei più importanti strumenti che la natura e
la cultura ci forniscono, non soltanto per vivere la nostra vita, ma addirittura
per sopravvivere, anche se la sua reale importanza emerge solo quando un
avvenimento limita tale capacità.
Ipnosi Dinamica
Le tecniche dell'Ipnosi dinamica® permettono di far passare
subliminalmente, al di sotto quindi del controllo logico dell'Io cosciente, una
serie di microtensioni che, per le loro particolari caratteristiche sfuggono al
controllo della censura razionale.
In questo modo si può arrivare alla causa (antefatto) di un problema o di un
disagio anticipando i tempi della soluzione.
Filosofia Analogica
La Filosofia Analogica di Stefano Benemeglio riconosce all’istanza inconscia
una vera e propria intelligenza emotiva che agisce in base al suo principio
cardine: l’analogia.
Questa prospettiva si configura come strettamente legata a quello che
chiamiamo “reale emozionale dell’individuo”, inteso come l’insieme dei
turbamenti vissuti nel tempo passato e presente che appaiono fra loro
connessi per il tramite del meccanismo dell’analogia.
Per comprendere tale affermazione è sufficiente analizzare i turbamenti
stessi: essi si configurano come i motivi a causa dei quali l’individuo non
riesce a raggiungere la serenità e la felicità tanto agognate, proprio perché
incapace di far tacere il passato e le emozioni ad esso ricollegabili.
La Fisioanalogia
La Fisioanalogia, ultima creatura frutto dei più recenti studi di Stefano
Benemeglio, focalizza l’attenzione sulla relazione che unisce mente e corpo
nello sviluppo delle somatizzazioni e della malattia fisica, la cui
interpretazione è stata ed è tutt’oggi oggetto di un numero sempre più ampio
di discipline che popolano il panorama del benessere e della salute.
L’innovazione di cui è portatore l’approccio benemegliano è il distaccarsi
nell’analisi della malattia ricercando le cause che ne sono responsabili
effettuando una vera e propria indagine nel passato emozionale
dell'individuo.

Potrebbero piacerti anche