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1.

CARATTERISTICHE DI UNA TEORIA SCIENTIFICA


Il modello teorico: secondo Wilson (entomologo e teorico della biologia) ha 4 caratteristiche:
-economicità: ridurre al minimo il contenuto della teoria
-generalità: valido per tutti i tipi di testi, per tutte le coppie di lingue, per tutti i formati
-coerenza interdisciplinare: non entra in contraddizione con le altre scienze
-falsificabilità: è scientifico se è falsificabile, ovvero può essere contraddetta con metodi scientifici.

2. DIATRIBA UNIVERSALISTI-RELATIVISTI (1960/70)


Universalismo Chomsky (matematico) sostiene che le lingue hanno una superficie che le differenzia, ma che risulta
irrilevante, poiché la loro struttura profonda le accomuna enormemente.
Language instinct: chiunque sia esposto ad una lingua naturale la apprende per la grammatica universale
Poverty of stimulus: esempi limitati, da cui deriva una possibilità di generare una quantità infinita di frasi
Tesi sostenuta anche da Jacobsòn (Aspetti linguistici della traduzione)
Relativismo Sapir crede che le differenze tra le lingue abbiano relazioni con il sistema cognitivo del parlante
(preposizioni con e senza contatto). Whorf studia la lingua hopi, indigena nord-americana (diversa catalogazione
tempo e spazio). Secondo i relativisti è la lingua che modifica il modo di vedere la realtà da parte dei parlanti: la
presenza o meno di una parola in una lingua determina ed influenza il popolo
CONTROARGOMENTAZIONI al relativismo:
Mc Worther: se una lingua influenza la cultura, come possono lingue antiche ad aver influenzato il capitalismo
globalizzato ed i popoli che prima parlavano altre lingue, oggi ne parlano altre pur mantenendo la propria cultura?
La traduzione non sarebbe possibile.

3. DIREZIONI DI RICERCA DELLA TEORIA DELLA TRADUZIONE


L'espressione "teorie della traduzione" è iperonimo, raggruppa numerosi sotto-settori, divisi in due macro-aree. La
prima si interessa ai prodotti e comprende: storia delle traduzioni (testi scritti), storia del pensiero sulla traduzione,
studi socio-culturali sulla traduzione (Translation Studies). La seconda studia i processi e comprende: linguistica
teorica e applicata coi suoi sotto-settori (neurolinguistica, psicolinguistica, sociolinguistica...), scienze cognitive,
comprese le neuroscienze, traduzione automatica (applicata all'informatica) e traduzione assistita (banche dati
elettroniche o applicazioni di supporto al traduttore).

4. POSTULATO DI JAKOBSON (IN COSA SI DIFFERENZIANO LE LINGUE)


Roman Jacobson nel suo saggio Aspetti linguistici della traduzione sostiene che le lingue si differenzino unicamente
per ciò che devono dire e non per ciò che possono dire (in Siberia non c’è bisogno di vocaboli per differenziare i tipi
di cammelli). Secondo il linguista, dunque, le lingue possono esprimere qualsiasi cosa, nonostante non debbano. Per
esemplificarlo, egli usa l’espressione del genere.

5. CONTROARGOMENTAZIONI VERA SINONIMIA


Von Humboldt nel saggio Introduzione alla traduzione dell’Agamennone di Eschilo, egli sostiene che la traduzione
sia un paradosso, poiché tradurre è impossibile, ma che lo si fa comunque.
Egli ritiene inoltre che tra le lingue non esistano sinonimie, la sua teoria diventa la base del relativismo.
Ad ogni parola la lingua associa sensazioni ed esperienze diverse (priming), che un’altra lingua non associa.
L’affermazione di Von Humboldt rimanda automaticamente ad un corollario (appendice deduttiva da un teorema): se
la sinonimia tra le lingue non esiste, egli afferma dunque che, invece, in una stessa lingua esiste.
In realtà nella stessa lingua la sinonima non esiste ed esiste, al contrario, tra due lingue.
Perché la sinonimia nella stessa lingua esista, due parole U1 ed U2 essere tali che siano in rapporto di sinonimia tra
loro, dando uno stesso livello di informazione. Ciò accade perché in sinonimia si considerano le singole parole e non
le unità linguistiche.

6. DEFINIZIONE DI SIGNIFICATO
Significato: sintesi dell’insieme di diverse associazioni, anche sinestetiche, cognitive, emotive. Il significato è dunque
la conoscenza di qualcosa, riguardante varie parti del cervello, ma anche input legati ai 5 sensi che costituiscono la
base dell’informazione memorizzata. Il significato è il risultato di operazioni computazionali che il cervello esegue a
livello implicito, attraverso la produzione nella nostra mente un’immagine mentale. Il concetto di significato non è
applicabile alle macchine. La condivisione dei significati è conseguente all’esperienza comune.

7. TIPI DI MEMORIA PER ACQUISIZIONE SPONTANEA E APPRENDIMENTO SCOLASTICO


Per l’acquisizione spontanea di una lingua il cervello fa ricorso alla memoria implicita, procedurale ed inconscia, che
comprende procedure motorie e cognitive che agiscono a livello inconscio. Questo tipo di memoria è la prima a
svilupparsi nella fase epigenetica ed è dominante fino ai 3 anni.
Per l’apprendimento scolastico di una lingue, invece, il cervello si serve della memoria condencon, dichiarativa e
cosciente. Questo tipo di memoria non è consolidata fino ai 6 anni e permette di immagazzinare i dati (nelle aree
associative della corteccia) e richiede l’intervento di processi cognitivi coscienti (riflessione).
È in realtà utile, per diventare bilingui, unire l’apprendimento attraverso la memoria esplicita e quello attraverso la
memoria implicita (allenamento).

8. ORECCHIO INTERNO
Orecchio interno: strumento in dotazione al TD atto a registrare ogni input linguistico e a valutarlo
Se il come corrisponde alle attese, l'interlocutore non presta attenzione alla variante la, se invece uno dei livelli del
come disattende le aspettative, l'orecchio interno rileva informazioni supplementare, ottenendo nuovi dati sia
sull’invariante sia sul parlante.
Quando il come ci disattente notiamo una marcatezza, detta pragmatica o funzionale. L’orecchio interno agisce
dunque valutando le aspettative ed il contesto (wh-factors), quindi misurando le marcatezze. Esso suggerisce non solo
se un enunciato è frequente, ma anche se è attendibile in quel preciso contesto.
L'orecchio interno tuttavia non è ancora stato individuato a livello neuro-funzionale, al momento è dunque un’ipotesi.
Quando le aspettative sono disattese, l’orecchio interno entra in azione prima per valutare l’input,
poi per valutare l’output.

9. DIFFERENZA TRA MARCATEZZA E MARCATEZZA FUNZIONALE


Il concetto di f-marcatezza, non coincide con il termine marcatezza, che in linguistica si riferisce agli enunciati a bassa
occorrenza (struttura poco usata). La f-marcatezza si misura solo grazie al contesto: wh-factors e diventa un
parametro universale per misurare sia il grado di competenza linguistica di un parlante, sia l’equivalenza dei testi in
lingue diverse. L’equivalenza funzionale misura la corrispondenza della f-marcatezza con unità del TP e unità del
TA rispetto all'informazione del invariante e della variante.
Se le unità hanno la stessa f-marcatezza, sono f-equivalenti. La f-marcatezza permette di selezionare la soluzione
traducente tra i quasi-sinonimi che si aprono nel catalogo mentale.

10. ASSI DI VARIAZIONE DELLA F-MARCATEZZA


Ogni lingua è in grado di dare la stessa informazione (invariante) in modi diversi, aggiungendo così informazioni in
più (variante). Considerando un piano cartesiano, in cui nel punto 0 si dovrebbe avere “0 connotazione” la B (variante)
dovrebbe coincidere con una A (invariante) asettica, che non contiene informazioni in più riguardo A, ma ciò non è
possibile poiché il cervello non è in grado di percepire una B=0 senza percepire un senso di fastidio. Ciò non lo rende
più neutrale.
Sull’asse delle ascisse (dell’affettività) troviamo il Cameratismo: simmetria della reciprocità
Sull’asse delle ordinate (della gerarchia) troviamo l’Autoritarismo: comprende l’informazione di una gerarchia non
negoziabile, distanza e superiorità del parlante.
Paternalismo: massima gerarchia, ma anche massima affettività, Superiorità ma con affettività
per ogni punto del piano cartesiano della lingua di partenza esiste uno e un solo punto che corrisponde alla stessa f-
marcatezza della lingua d'arrivo
La f-marcatezza è un parametro universale per misurare tutte le caratteristiche presenti nel piano

11. MEMETICA
Memetica: disciplina inventata da Dawkins (autore de Il gene egoista, 1976) che studia la replicazione della cultura
secondo un modello evoluzionistico e dunque spiega come le parole siano usate e scelte dai parlanti. Ciò avviene per
lo stesso meccanismo che Darwin scoprì essere alla base dell’evoluzione: la selezione naturale. Nel pool memetico,
infatti, un gene prevale su tutti gli altri, diventando la scelta dei parlanti.
Oggetto della Memetica sono i memi
Meme: unità minima di replicazione, trasmissione e riproduzione della cultura e dell’ informazione. L'etimologia della
parola meme deriva dal francese meme e della radice greca mime, dalla consonanza con gene e da un riferimento alla
parola memoria. Così come il gene ha un genotipo e un fenotipo, anche il meme un memotipo e un femotipo, la forma
fisica del meme nel mondo

12. SCHEMATIZZARE L’EFFETTO ESTETICO


L’estetica è data dall’intersezione tra ciò che è atteso e ciò che è inatteso. Più precisamente l’estetica è il
cambiamento dello stato del sistema + piacere. Dissaianaque si chiede come nasca il bello, quali caratteristiche debba
avere un input per suscitare nel cervello “informazione + piacere”?
Secondo i Translation Studies l’estetica del TA non ha a che fare con il Testo di partenza. In realtà, siccome tradurre
significa dare la stessa equivalenza funzionale, la stessa “info + piacere” del TP si deve avere nel TA. Per questo le
invarianti attraverso le quali viene espressa la stessa invariante sono importantissime per ridare la stessa equivalenza
funzionale (in questo caso estetica) nel TA.
13. ASSOCIAZIONI INNESCATE DA UN INPUT IN UN BILINGUE
Dell’input di una parola, sono solo alcuni link neuronali che possono generare un priming (pre-associazione a livello
inconscio elementi del circuito associativo)
Grazie a un solo input innumerevoli concetti vengono attivate o pre-attivate. Quando qualcuno parla nel cervello di chi
ascolta si accendono e spengono migliaia di sinapsi. Se le accensioni di due o più neuroni in connessione sono
frequenti, il collegamento è registrato dalla memoria a lungo termine e se la ripetizione è costante la memoria esplicita
si trasforma in procedurale.

14. DIFFERENZA TRA ALGORITMI ED EURISTICHE


Anche nella traduzione si ha bisogno di strategie di problem solving, che i questo caso sono due:
-Algoritmo: programma che soddisfa le condizioni di completezza con ambiguità e coerenza. usato in situazioni
prevedibili Un algoritmo è detto deterministico se i dati non cambiano e lo schema è applicabile, è invece detto non
deterministico se i dati portano a due soluzioni entrambe buone, in questo caso si aggiungono dati finché non si
raggiunge la soluzione migliore. Per essere applicabile si deve disporre di tutti i dati e del tempo necessario per
processarli. Se uno dei parametri viene a mancare, bisogna usare l’euristica.
-Euristica: specie di algoritmo, che funziona anche senza dati o senza tempo. È una strategia di ricerca ad hoc di
soluzione di un problema. È una scommessa, che considera tra le soluzioni possibili solo quelle più promettenti e
probabili. Secondo Dennett le euristiche sono solo parzialmente formalizzabili, ma prevedono routine e sub-routine,
sono dunque forme di algoritmi non deterministici.

15. CONTROARGOMENTAZIONI DIVISIONE TRADUZIONE ED INTERPRETAZIONE


Questo pregiudizio è stato formulato da Schleiermacher nel suo saggio del 1813 in cui contrappone il Dolmetschung
all’Ubersetzung. In realtà esistono delle differenze tra le due attività ma solo nell'esercizio, invece Schleiermacher
presenta due problemi epistemologici: egli è partito dalle differenze prima delle analogie, inoltre considera la
tradizione orale fuori dalla teoria. Il cervello fa la stessa cosa sia che si traduca oralmente, sia che la traduzione venga
scritta, La differenza sta solo nel fatto che la traduzione scritta può essere corretta posteriori.

16. DECISIONI PER PROGETTO DI TRADUZIONE


Il traduttore è responsabile del TA, quindi un progetto aiuta a ridurre i rischi di un fallimento. Il fine di un progetto
traduttivo è di calcolare quali strategie e quali tecniche usare per riprodurre le f-marcatezze del TA.
La progettazione della gerarchia su cui si basa il processo decisionale dipende dalle lingue, dalla tipologia testuale e
dai fattori esterni. Un efficace processo di decision making necessità di un progetto consapevole.
La finalità della traduzione non è il parametro unico del progetto ma è il parametro più importante.
Ogni traduzione richiede una progettazione, anche per l’interpretazione simultanea, l’interprete ha precedentemente
studiato ed esercitato le strategie, cosi da automatizzarle. L’automatismo permette di decidere quali informazioni del
TP abbiano la precedenza su altre a seconda del contesto e dello skopos.

17. DIFFERENZA TRA ATTUALIZZAZIONE E STORICIZZAZIONE


Tra l’epoca in cui è stato scritto il TP e l’epoca dei destinatari del TA esiste una distanza temporale, se è rilevante
andrà considerata come fattore più importante del progetto. In questi casi nel progetti bisogna decidere se attualizzare
o storicizzare il TA.
Attualizzare: tradurre il TP in un TA in modo tale che il TA sia recepito dal lettore cosi come il TP era recepito
all’epoca del TP. Eliminare la distanza temporale tra TP e TA.
Storicizzare: Tradurre il TP in un TA che venga recepito dal lettore cosi come il TP è recepito oggi dal lettore.
Marcare la distanza temporale tra TP e TA.
Se la distanza temporale del TP è dovuta ad un artificio dell’autore, la storicizzazione è inevitabile.

18. DIFFERENZA TRA STRANIAMENTO ED ESTRANIAMENTO


Straniamento: Creare una certa distanza culturale tra TA e lettore. Descrizione mostrata dalla prospettiva di chi non
conosce ciò che il lettore ben conosce.
Agisce dunque sulla condizione umana, stranezza o normalità dipendono da chi osserva.
Estraniamento: Lasciare che il lettore del TA non capisca ciò che è chiaro al lettore del TP. Quando l’autore si
riferisce a qualcosa di ignoto e incomprensibile per il lettore con lo scopo di suscitare estraneità. Molti elementi
estranei allontanano il lettore dall’immedesimazione distraendolo.

19. TAPPE DEL PROCESSO DI TRADUZIONE


Per prima cosa si divide il testo in unità traduttive minime (per facilitare la memoria di lavoro), in un secondo
momento, analizzando l’unità traduttiva minima, nel cervello si preattivano max 5 opzioni traduttive, tra le quali il
traduttore 2/3 opzioni restringendo il campo. Dopo averle verificate una ad una, il traduttore sceglie la soluzione
traducente, quella con la stessa f-marcatezza e che è dunque f-equivalente.
Anche nelle traduzioni più professionali esistono due tipi di traduzioni:
-hic et nunc (la migliore traduzione in quel momento, migliorabile nel tempo)
-in assoluto (non si può trovare soluzione migliore)

20. TECNICHE DI TRADUZIONE IN CASO DI ASIMMETRIA


La tecnica della compensazione si usa quando, in caso di asimmetria tra le due lingue, non si riesca a ottenere
l’equifunzionalità tra TP e TA. Il potenziale espressivo di un elemento del TP è compensato da un altro elemento nel
TA. Si applica in testi espressivi, in poesia o nella canzone d’autore.
Compensazione: all’interno della stessa unità traduttiva si compensa l’info trasmessa da un costituente mediante
quella trasmessa da un altro costituente. In presenza di una battuta divertente, che risulta meno divertente nel TA, il
traduttore compensa la simmetria variando in modo speculare la f-marcatezza di un’altra unità. L’esito complessivo è
quantitativamente equifunzionale, ma in segmenti diversi.
+ altre tecniche

21. CONTROARGOMENTAZIONI TESTO EBRAICO ORIGINALE


Nell’ ebraismo il testo sacro per eccellenza è la Torah, che comprende i primi 5 libri dell' antico testamento, è letta e
studiata dagli ebrei osservanti in ebraico, la “lingua santa”. L’Antico Testamento è scritto in ebraico, un alfabeto
consonantico (in cui mancano le vocali), a causa del quale senza contesto è difficile, se non impossibile trovare la
soluzione della parola, che viene ripristinata per congettura. Per questo motivo il testo ebraico non è originale,
siccome mai si potrà sapere il vero significato del testo.

22. CONTROARGOMENTAZIONE ORIGINALE IN GENERALE


Il testo autografo non è quasi mai presente: l’originale può essere andato perso, può essere stato ricopiato, i redattori
possono averlo modificato, ogni file può giungere al traduttore variato, inoltre ogni lettore della stessa linguocultura
può leggere uno stesso testo con reazioni diverse.

23. RELIGIONI MONOTEISTE E TRADUZIONE


La traduzione di testi sacri presenta la grande contraddizione di richiedere, per il presunto tipo di testo, un traduttore
"ispirato", negando totalmente il fatto che la traduzione sia invece una ars.
Gli ebrei, d'altro canto, non hanno mai avvertito la necessità di proselitismo e quindi di traduzione.
Nel NT, l'ebraico perse importanza, in quanto lingua non accessibile di un popolo accusato di deicidio. Il crisma fu
assunto da greco e latino. Era impossibile chiedere al nuovo fedele di applicarsi allo studio di ebraico, greco e latino:
la traduzione divenne una necessità fino ad essere standardizzata dal United Bible Societies nel XX secolo.
La sacralità del Corano è inscindibile dalla sacralità della lingua prescelta da Allah e dal suo profeta, per questo
motivo il Corano va letto in arabo.

24. BI-TEORIA
Medioevo IV  San Gerolamo  Autore (Dio)
Umanesimo XIV  Lingua (greco)
Rinascimento XV  Luther  Traduttore (pio, zelante)
Illuminismo XVIII  Lingua (francese)
Romanticismo  Lingua (tedesco) + genere (Schleiermacher, Ubersetzen e Dolmetschen)
Oggi  Genere (prosa e poesia, traduzione ed interpretariato)

25. TEORIA DI SAN GEROLAMO


Nel IV secolo d.C. San Gerolamo fu il primo a tradurre l’Antico Testamento in vulgata (lingua tardo-latina).
San Gerolamo tradusse inoltre l’Epistola di Epifanio dal greco al latino, attraverso il metodo Orazio e Cicerone:
seguendo il principio di funzionalità, qualità importantissima per l’oratoria, che all’ epoca era discussa in latino ed
andava quindi tradotta per il popolo.
Egli scrive il saggio De optimo genere interpretandi in cui sostiene di aver tradotto “liberamente” l’epistola per
riportare il senso ed il fine dell’originale. Nel testo sacro, invece, non sarebbe possibile tradurre secondo il principio
della funzionalità, ma bisogna rispettare anche l’ordine delle parole, poiché può sottintendere un mysterium.

26/27. MARTIN LUTHER E LA BI-TEORIA


Luther genera un’apparente rivoluzione alla bi-teoria. Egli traduce infatti i “Testi di Partenza” nel tedesco volgare
corrente per il popolo. Scrive un saggio Lettera del tradurre nel quale sostiene di aver tradotto la bibbia nella lingua
parlata dai ragazzi in strada e dalle mamme al mercato, così che la parola di Dio potesse essere compresa da tutti. Egli
mette, però, un veto: questo tipo di traduzione piò essere fatto solo da chi è come lui: pio, zelante, dotto e cristiano,
tutte caratteristiche soggettive, cadendo quindi nella bi-teoria.
Luther è il primo ad offrire il concetto di prerequisiti del traduttore: non lo può fare chiunque: il traduttore dev’essere
pio, zelante, dotto e soprattutto cristiano.

28. TEORIA DI SCHLEIERMACHER


Scrisse il saggio Sui diversi metodi del tradurre nel 1816 in cui affermò che fosse necessario suddividere Übersetzen
e Dolmetschen. Il Dolmetschen doveva comprendere la traduzione orale e di cronaca, mentre l’Übersetzen riguardava
invece i testi scientifici o letterari e poiché riguarda lo spirito, interessa la scienza.
Teoria di Schleiermacher esclusivamente per l’Übersetzen: esistono due modi di tradurre:
-il traduttore porta il lettore verso l’autore, dunque il lettore ottiene una traduzione fedele, ma non “risolta”
-il traduttore porta l’autore verso il lettore, dunque il lettore ottiene una traduzione più distante dal TP, ma più
comprensibile poiché “risolta” dal traduttore. Secondo lui non esisteva un terzo modo possibile, in realtà queste due
possibilità possono essere combinate e dosate, ma la traduzione resterà sempre self oriented.

29. APPROCCIO DI SCHLEIERMACHER OGGI


L’idea del romantico tedesco Schleiermacher, secondo la quale “o il traduttore lascia il più possibile in pace lo
scrittore e gli muove incontro il lettore, o lascia il più possibile in pace il lettore e gli muove incontro lo scrittore” ebbe
così successo che venne ri-formulata di recente. Oggi si parla infatti dell’opposizione tra traduzione source-oriented e
target-oriented, quando invece la traduzione non può essere altro che self-oriented. Inoltre la differenza tra Ubersetzen
e Dolmetschen di Schleiermacher è tutt’ora presente.

30. SELF ORIENTED TRANSLATION


Altro pseudo-termine molto usato: traduzione orientata al lettore o all’autore. Questa idea è stata diffusa dal critico
romantico tedesco Schleiermacher, secondo cui il traduttore dovesse scegliere tra lasciare in pace lo scrittore
muovendogli contro il lettore o facendo il contrario. Quindi si parla di traduzione source oriented e target oriented.
Questa tecnica prevedrebbe che il traduttore conosca le intenzioni dell’aurore o che escluda la possibilità che un
lettore del TA possa accedere al testo come un lettore del TP, oppure che possa produrre due TA diversi entrambi
traduzioni del TP (uno target-, uno self oriented).
Il traduttore in realtà può solo produrre una traduzione self oriented perché è lui a tradurre.

31. MACCHINA DI TROJANSKIJ


Le lingue hanno, non solo il lessico, ma anche la struttura grammaticale profonda in comune: intuizione di Trojanskij
prima ancora che di Chomsky.
Egli brevetta dunque una macchina per tradurre a schede perforate aiutata da due monolingui che vengono istruiti ad
usare degli algoritmi (la cui conversione è poi velocizzata dalla macchina).
A Sara oggi mangia la mela  A1 soggetto + avverbio+ verbo+ complemento
B soggetto + verbo + complemento + avverbio  B Sara isst einen Apfel heute
A1 e B1 sono in forma di analisi logica, dunque in linguaggio macchina, in un codice intermedio.
Trojanskij utilizza dunque l’analisi grammaticale e gli algoritmi, su cui si basano i monolingue, le unità di lessico da
B1 a B sono scritte in esperanto, che funziona dunque da relée.
Dall’impostazione che Trojanskij dà alla macchina, si deduce che tutte le lingue abbiano una grammatica universale,
che esista una lingua-lessico intermediaria (esperanto).

32. SUPERAMENTO DEL TEST DI TURING


Test di Turing (1950): In due stanze ci sono: in una, una macchina e nell’altra un umano. Se non si può percepire
quale testo è scritto da un umano o da macchina, allora quest’ultima passa il Test di Turing.
Per quanto riguarda la traduzione nessuna macchina ha ancora passato il test

33. FASI DELLA TRADUZIONE PER IL DOPPIAGGIO


Consolidato negli anni ’30, consiste in quattro fasi:
1 traduzione dei dialoghi fatta dal dialoghista
2 adattamento della traduzione fatta dall’adattatore
3 il direttore di doppiaggio guida la recitazione dei doppiatori nello studio di doppiaggio
4 la sincronizzazione con macchinari ad alta tecnologia che perfeziona la sincronia di voci e immagini

34. TIPI DI TRADUZIONE ORALE + RISPETTIVE COMPETENZE


Traduzione simultanea: Avviene in cabina che ospita due interpreti e si occupa di una coppia di lingue
Se le coppie di lingue sono troppe si può attuare il relais. Si lavora per 20/30 minuti e deve sovrapporre parte
dell’input a parte dell’output con un decalage.
Traduzione consecutiva: il consecutivista sta in piedi/seduto vicino al relatore traducendo con il microfono. Traduce
direttamente lunghe stringhe di enunciati (3-8 minuti). L’interprete può prendere appunti.
Chuchoutage: tipo di simultanea, in assenza di cabina. L’interprete si posiziona dietro i 2, max 3 destinatari della
traduzione ed esegue la simultanea sottovoce: situazione faticosa per tutti
Interpretazione di trattativa: l’interprete deve: lavorare da solo e deve operare in modalità attiva e passiva.
La trattativa prevede la traduzione di frasi brevi, appunti e cerca di tradurre subito nomi propri e cifre.
La mediazione interculturale è un’interpretazione in ambito sociale e il traduttore egli deve avere competenze di
carattere socio-psicologico, i funzionari sottovalutano la diversità culturale.

35. PREZZO FISSATO DAL COMMITTENTE


Il fatto che in Italia (come in altri Paesi), il prezzo del lavoro del traduttore non sia deciso da lui, ma dal committente è
un paradosso. Il committente, infatti, sia per la traduzione scritta che per quella orale, può chiedere prezzi irrisori e
trovare comunque un traduttore disposto ad accettare un compenso così basso.
Grazie alle opzioni, inoltre, anche l’editore può pagare pochissimo il traduttore. L’aspetto peggiore è che, nonostante i
prezzi di copertina, il lettore non può avere la garanzia di una buona traduzione.

36. DIFFERENZA TRA ETICA E DEONTOLOGIA


Secondo Antony Pym l’etica e la deontologia riguardassero il compenso del traduttore in relazione al suo lavoro, ma
in realtà i due termini sono distinti.
deontologia: insieme delle norme che regolano una professione condivise da chi la esercita (solo legato alla
professione). Mettere in pratica al meglio le proprie abilità professionali
etica: riguarda la morale soggettiva, individuale, che può entrare in conflitto con la deontologia. È soggettiva e può
essere anche una interferenza ideologica
Quando etica e deontologia non collimano, si può creare un’aporia.

37. RUOLO TRADUZIONE NELL’INSEGNAMENTO DELLA L2


Nell’apprendimento di una L2, il ricordo migliora quando i termini in L2 vengono associati ai termini della L1, poiché
per esse il cervello ha già memorizzato le strutture oppure anche solo collegando le nuove informazioni da apprendere
a situazioni già note.

38. LATERALIZZAZIONE (EPOCA)


Wernicke e Broca si accorsero che i deficit rilevati in due loro pazienti potevano essere messi in relazione con danni
cerebrali in aree ben precise: il lobo frontale sinistro, la cui lesione comportava un eloquio non fluente, era denominata
area di Broca; il lobo temporale sinistro, la cui lesione comportava un eloquio sconnesso e inefficace, area di
Wernicke. 1863/74
Si diffuse pertanto il modello, secondo il quale l'emisfero sinistro era quello linguistico e il destro quello non
linguistico.

39. CONTROARGOMENTAZIONE EMISFERO DESTRO=NON LINGUISTICO


Nell’emisfero sinistro sono localizzate le funzioni linguistiche (fonetica, morfologia, sintassi, lessico), ma se essi
fossero le uniche funzioni linguistiche, ma la produzione/comprensione della lingua non si limita all’emisfero sinistro,
ma coinvolge quello destro e le aree sotto corticali.
L’emisfero destro gestisce prosodia, intonazione e metafore, cruciali nell’acquisizione della L1. Queste funzioni non
possono essere extralinguistiche, poiché spesso ad esempio l’intonazione è necessaria per disambiguare
l’interpretazione della sintassi.

40. POSIZIONE DEI TS (QUANDO E PERCHE’ NATO?)


Un gruppo di giovani studiosi di traduzione letteraria si è riunito alla Bratislava nel 1968 ad un convegno dal titolo
Translation as an art organizzato da Popovic. Scopo: costruire un solido campo di studi umanistico, distaccato dagli
studi linguistici. Gli studi del TS si sono concentrati sull’ ambito socioculturale, mentre i linguisti cercavano di offrire
ai traduttori criteri di equivalenza senza imporre norme; il concetto di equivalenza su cui si basavano era visto dai TS
come inutile ed autoritario.

41. SKOPOSTHEORIE
Dagli anni 1980 si andò verso la creazione della relativizzazione del processo traduttorio che generò la Skopostheorie
(Reiss, Vermeer e Nord), un modello che toccava un funzionalismo estremo, che partiva da una concezione di
equivalenza non schematica. Criterio di equivalenza non erano le strutture linguistiche, ma lo scopo, spostandosi
all’apice. Si avevano dunque istruzioni valide sempre e comunque. In questo modo, però, veniva meno la fase
linguistico-contrastiva e l’impossibilità di un modello unitario, in direzione dei TS.
Secondo la Skopostheorie la traduzione è un veicolo transculturale di memi.
42. STEINER
Il testo After Babel del 1975 del letterato Steiner esplica la ricostruzione storico-critica dell’attività traduttiva
occidentale. Fu un punto di rifermento per i teorici della traduzione offrendo un quadro storico dell’attività traduttiva
occidentale. La quadripartizione di Steiner unisce la cronologia con il substrato storico-ideologico fornendo un utile
punto di partenza per discutere le alternative.
1. da Cicerone e Orazio fino alla fine del XVIII
2. Schleiermacher
3. Anni '40, sogno di riuscire a programmare una macchina per tradurre
4. ricerca di assoluta scientificità.
Egli ritiene che la traduzione sia "un'arte esatta" estranea alla logica.

43. RAPPRESENTANTE DELL’IRRAZIONALISMO


Benjamin 1923, saggio il compito del traduttore, che sarebbe divenuto un cult text. Secondo Benjamin la traduzione
è impossibile
Ortega y Gasset 1937, saggio Miseria e splendore della traduzione, in cui la tesi di partenza è che tutto ciò che
l’uomo fa sia utopistico. La cosa più drammatica in tutto ciò è l’impossibilità di comunicare e dunque l’inesistenza del
bilinguismo.

44. TEORICO DELLA TRADUZIONE DEL XX-XXI SECOLO TEDESCO E RUSSO

CAPITOLO 3 BILINGUISMO E TRADUZIONE


Il processo che avviene nel passaggio da un registro ad un altro nella stessa lingua è lo stesso usato dal cervello per la
traduzione da una lingua all’altra. È dunque detto translation device l’oggetto dell’addestramento che permette la
traduzione, siccome il fatto che una persona sia bilingue non pregiudica il fatto che egli sappia tradurre.
Per la traduzione esiste un circuito neurale definito, ciò è provato grazie alla presenza di:
-traduzione spontanea (impulso di tradurre tutto)
-traduzione paradossale (si traduce verso una lingua che non si riesce a parlare spontaneamente)
-traduzione senza comprensione (si traduce senza capire)
-impossibilità a tradurre (in entrambe le direzioni)
2. opzioni e parametri
Levy: basi della traduttologia scientifica
Le opzioni che il cervello deve considerare vengono prese in considerazione secondo un ordine preciso: le prime
opzioni che vengono in mente sono le ultime ad essere considerate. Inoltre il traduttore deve saper tradurre sì il cosa
viene detto, ma soprattutto il come viene detto, a seconda della dominante di quel TP.
Scopo della traduttologia: spiegare le procedure attraverso le quali il traduttore seleziona l’enunciato traducente.
3. Il significato di significato
Il significato non è il contenuto del messaggio, ma il risultato delle operazioni svolte in un cervello bilingue.
Attraverso un input linguistico, nel destinatario si ha l’innesco associativo: l’attivazione di tutti i dati collegati.
Questi cataloghi mnestici si formano e si modificano grazie all’esperienza, essi sono molto simili per tutti, siccome
tutti hanno i sensi e le emozioni. Le parole stimolano nel destinatario la memoria emozionale, quella semantica e
quella episodica.
4. PTT
Due modi per costruire una teoria della traduzione:
-top down deduttivo: la teoria viene prima formulata e poi messa in atto
-bottom up induttivo: la teoria è ricavata dalle regolarità che si osservano nelle traduzioni
Il modello teorico dev’essere generale (ogni coppia di lingue, tipologia testuale e formato testuale)
Fulcro della PTT: ogni enunciato può essere ricodificato nella stessa lingua con strutture e vocaboli che cambiano il
come del cosa viene detto: cambiamento della variante per comunicare la stessa invariante.
A: cosa viene detto B: come viene detto
B può posizionarsi in un punto qualsiasi del piano cartesiano: gerarchia
autoritarismo paternalismo
neutralità cameratismo
affettività
All’interno della stessa lingua non esiste una sinonimia, che al contrario esiste solo tra due lingue.
La sinonimia va considerata non a livello delle singole parole, ma a livello delle unità linguistiche.
L’equivalenza di due enunciati va misurata in base al contesto (wh-factors)
La lingua tende ad essere formulaica, per questo le espressioni formulaiche vanno tradotte con espressioni formulaiche
equivalenti in LA, nonostante esse possano essere metaforicamente ed etimologicamente differenti.
Processo traduttivo:
1. Suddividere il testo in unità minime traduttive
2. Stabilire il livello di marcatezza funzionale dell’unità
Marcatezza (linguistica): enunciato a bassa occorrenza, forma o struttura poco usata
f-marcatezza: una particolare espressione è desueta in un determinato contesto
La mancanza di retroversibità non implica una scorrettezza del modello teorico, ma perché si è verificato un fenomeno
di entropia che è causato dalla presenza di emozioni nel testo.
L’orecchio interno funziona in modo procedurale grazie ad una categoria dei neuroni specchio, detti specchio eco.
L’orecchio interno stabilisce in modo euristico che se l’autore conoscesse la LA avrebbe usato quel termine.
Il traduttore deve trovare un ritmo con il quale possa gestire le lingue.
Un traduttore lavora meglio se ha studiato (memoria esplicita) e se si è allenato (memoria implicita), così che non
debba pensare consciamente a ciò che deve fare.
6. Traduzione ed intelligenza artificiale
1933  Trojanskij idea di struttura profonda comune a tutte le lingue
Macchina a schede perforate con l’aiuto di due monolingui
Testo A trasformato in forma logica A dal primo monolingue, la macchina lo avrebbe trasformato nella forma logica
della seconda lingua B e il secondo monolingue lo avrebbe trasformato nel testo in lingua B
1940: decriptazione codice Enigma grazie a Turing, si pensò a poter decriptare anche i testi in lingua straniera, ma i
deludenti risultati portarono alla fine della ricerca in questo campo nel 1960, pensando che si fosse verificato il
paradosso di Bar-Hillel. In realtà il fatto che la traduzione meccanica non funzioni è dovuto al fatto che le macchine
non hanno sentimenti ed esperienze.
Nessun enunciato, nemmeno il silenzio è privo di un impatto psico-fisico. Il computer lavora sull’informazione e non
sul significato. Gli umani sanno detectare un errore pragmatico, mentre l’IA solo quelli strutturali.
L’unico impiego utile dell’IA è la traduzione assistita, ma non è il pc che traduce, esso dà solo delle proposte di
traduzione, ma è il traduttore a scegliere la soluzione traducente.
Dal fallimento della traduzione meccanica si possono dedurre il funzionamento translaton device e le strategie per
creare applicazioni terapeutiche per la rieducazione dei pazienti con danni celebrali, ma soprattutto la comprensione di
come sia migliorabile l’apprendimento delle lingue.

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