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INTORUZIONE

“La facoltà del linguaggio”


Analizzare la comunicazione umana dal punto di vista della facoltà di linguaggio è un modo per ripensare a
un vecchio problema teorico: la questione se le capacità comunicative degli individui della nostra specie
debbano essere considerate in riferimento a una forma di apprendistato sociale o se debbano essere invece
esaminate nei termini di una predisposizione biologica di cui gli umani, diversamente da tutti gli altri
animali, dispongono sin dalla nascita in modo indipendente dall’esperienza. Essendo il linguaggio il
carattere distintivo per eccellenza degli essere umani, discutere quanto le nostre capacità comunicative
siano parte della storia biologica di Homo sapiens e quanto invece siano parte della sua storia culturale è,
molto probabilmente, la questione alla base di ogni riflessione sui tratti che rendono peculiari gli individui
della nostra specie.

Capitolo 1
Il dispositivo innato del linguaggio

L’ipotesi prevalente nella scienza cognitiva contemporanea è che il linguaggio faccia parte del corredo
biologico degli individui. Questa ipotesi è alla base della svolta cognitiva impressa da Chomsky alla
riflessione sul linguaggio nella seconda metà del 900.
La concezione standard del linguaggio nella scienza cognitiva è la tesi della Grammatica Universale (GU)
proposta sta Chomsky a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. Ispirandosi direttamente a Cartesio e
alla tradizione cartesiana, Chomsky(1966) ha rivoluzionato le teorie del linguaggio del tempo spostando
l’attenzione dai fattori esterni al l’individuo a quelli interni: in contrasto con il comportamentismo, la
biolinguistica di Chomsky nasce attorno all’idea che il linguaggio sia una proprietà della mente-cervello.
La GU è alla base di tre questioni di grande rilievo:
1) La questione se il linguaggio sia un dispositivo innato o se sia invece un’abilità acquisita
culturalmente;
2) Il problema se la mente umana debba essere interpretata come un sistema di indifferenziato di
elaborazione o come un sistema composto da diversi dispositivi adibiti a compiti cognitivi
specifici;
3) La questione se il linguaggio debba essere studiato in riferimento ai suoi tratti universali o se
invece la comunicazione umana debba essere analizzata a partire dall’estrema variabilità delle
forme espressive che la caratterizzano.

INNATO VS APPRESO

La prova principale utilizzata dà Chomsky nei suoi scritti a favore del carattere innato del linguaggio, dunque
della GU, è l’argomento della “povertà dello stimolo”.
Alla base di tale argomento è l’idea che lo stimolo ambientale sia troppo povero per spiegare le
competenze che gli umani mettono in atto nel parlare. A seguito del movimento del nostro corpo
nell’ambiente la forma dell’immagine proiettata sulla retina cambia in continuazione; a dispetto di questo
fatto, gli individui percepiscono la realtà in modo stabile e fermo. Per costruire una percezione stabile della
realtà il sistema percettivo deve essere in grado di supereroe le difficoltà date dalla variabilità dello stimolo
prossimale. Se lo stimolo prossimale, cioè l’immagine dell’oggetto sulla retina, varia in continuazione, la
stabilità della realtà percepita, dunque l’ambiente esterno, non può dipendere dalla natura dello stimolo.
Per Chomsky l’unico modo per spiegare come gli individui riescano a sapere tutto ciò che sanno al di là delle
esperienze limitate e frammentare che hanno è il ricorso all’innatismo.

La facoltà di linguaggio e la capacità di costruire frasi attraverso le parole:


Per Chompsky ciò che distingue il linguaggio umano anda quello degli altri umani è la SINTASSI, ovvero il
modo per comporre frasi attraverso le parole.
Da qui Chomsky procede asserendo che la GU è innata perché la struttura in costituenti della frase non è
spiegabile facendo appello all’esperienza. A sostegno di ciò chiama in causa il “principio di dipendenza della
struttura” contro l’associazionismo linguistico, secondo il quale la conoscenza del linguaggio si basa sulle
relazioni strutturali che sussistono all’interno della frase e non sulla sequenza degli elementi che la
costituiscono. Le parole non stanno una dietro l’altra nell’organizzazione sintattica.
La critica di Chomsky è un forte attacco all’idea che l’acquisizione del linguaggio possa trovare fondamento
nell’esperienza di ciò che viene detto nella comunità dei parlanti. Poiché infatti, le espressioni
effettivamente proferite non rispecchiano il livello della struttura profonda( il piano dei processi di
elaborazione della mente-cervello), non è possibile spiegare l’acquisizione e il funzionamento del linguaggio
in riferimento all’esperienza ( per imitazione ad esempio) dei proferimenti effettivi.
Lo stimolo, dunque l’esperienza, è povero . Noi con la mente lo arricchiamo.
STIMOLO POVERO, LA MENTE È RICCA.

INNATO VS SPECIALIZZATO
Gli argomenti portati da Chomsky contro i modelli associazionistici e comportamentistici del linguaggio,
oltre a rappresentare una prova in favore del carattere innato della facoltà di linguaggio, sono anche
argomenti in favore dell’idea che il linguaggio debba essere considerato “un componente interno alla
mente-cervello”. In particolare per Chomsky, la facoltà di linguaggio è un componente specializzato
nell’elaborazione dell’informazione linguistica, dunque della struttura in costituenti degli enunciati.
A suo avviso la specificità delle capacità comunicative umane è messa in luce dall’autonomia delle facoltà di
linguaggio dagli altri sistemi cognitivi. Egli immagina la mente umana come un complesso di sottosistemi
chiamati organi, dove il linguaggio è un normale sistema biologico, distinto e autonomo dagli altri organi
mentali.
Dire che un sistema è innato e specializzato, significa dire che è un adattamento dovuto alla selezione
naturale ( Pinker e Jackendoff, 2005). Tuttavia Chomsky è un forte opposizione con l’idea che il linguaggio
possa essere considerato il prodotto della teoria dell’evoluzione. La conclusione. A cui perviene infatti, è
che la GU sia un dispositivo tutto-o-nulla difficilmente conciliabile con la selezione naturale: così come non
ha senso pensare ad un 5% di un occhio, non ha senso pensare ad una grammatica al 5%. La GU è una
capacità che si da tutta insieme o non si da affatto.

( MINIMALISMO= l’idea che il linguaggio consista nel proiettare significati su suoni)

DUE TIPI DI FACOLTÀ

In piena conformità al pensiero cartesiano, i fautori della GU sono dell’idea che il linguaggio rappresenti
una capacità unica della mente umana in grado di generare una “differenza qualitativa” tra noi e gli altri
animali. È qui che giace l’avversione dei neocartesiani all’ipotesi di considerare la facoltà di linguaggio un
adattamento biologico, dunque legato alla selezione naturale. ( differenza qualitativa utilizzata come perno
per la critica fatta al fondamento adattativo del linguaggio. )

Il motivo che spinge Chomsky a considerare l’avvento del linguaggio in riferimento ad un salto qualitativo,
dunque “improvviso” e inaspettato” è che la comunicazione umana rappresenti un fatto unico e
irripetibile.
L esaltazione della differenza qualitativa fondata sull’argomento dell’unicità del linguaggio rappresenta il
muro eletto dal cartesianesimo di Chomsky contro la tradizione Darwiniana.
Ciò che sostiene Chomsky è la tesi secondo cui sia possibile parlare di facoltà di linguaggio senza impegnarsi
sulla natura adattativa delle capacità verbali umane .
Oltre all’idea della differenza qualitativa, la critica dei neocartesiani al fondamento adattivo del linguaggio
fa perno sull’idea che il linguaggio non sia un sistema finalizzato alla comunicazione.
Attraverso questi argomenti Chomsky mira a scardinare il legame tra linguaggio e selezione naturale e
dunque a togliere qualsiasi legittimità alla tesi del linguaggio come adattamento biologico.

Secondo Chomsky tutti gli argomenti a sostegno dell’idea che il linguaggio sia il prodotto della selezione
naturale confondono il linguaggio con la comunicazione. Alla base di tale argomento è la credenza che il
linguaggio sia uno strumento del pensiero, prima che della comunicazione. Chomsky attribuisce così alla
funzione cognitiva un netto primato rispetto alla funzione comunicativa.
Per sostenere la tesi del ruolo costituivo del linguaggio nel pensiero Chomsky toglie forza all’idea che il
linguaggio sia il prodotto di un adattamento selettivo finalizzato a rendere più efficace la comunicazione.
Ma la GU, a dispetto di quanto lo stesso Chomsky asserisca, è ancorata all’idea che il linguaggio, prima di
ogni altra cosa, sia uno strumento di espressione dei pensieri.

A conferma delle tesi che la GU sia intrinsecamente legata alla funzione espressiva del linguaggio è il fatto
che essa incarna il modello classico della comunicazione: il “modello del codice”, riferibile alla teoria
matematica dell’informazione di Shannon e Weaver (1949). Secondo tale modello il pensiero (il messaggio)
viene codificato dal parlante in una successione di suoni che l’ascoltatore decodifica per poter condividere
quel pensiero.
La prima indicazione circa la relazione tra GU e il modello del codice viene dal fatto che il linguaggio è un
modulo.
L’idea del linguaggio che emerge nella prospettiva modulare riguarda il considerare il linguaggio come un
riflesso (Fodor). I moduli ( sistemi “stupidi” che operano in modo automatico e obbligato) funzionano come
i riflessi per via della velocità di elaborazione ; la stupidità dei moduli è un espediente adattativo attraverso
il quale il sistema cognitivo può elaborare grandi quantità di informazioni in breve tempo.

CONCETTO DI EXAPTATION
Parlare di linguaggio come forma di exaptation significa intenderlo come = il prodotto del funzionamento di
dispositivi cognitivi non specializzati, cioè della cooptazione di dispositivi evolutisi per altre finalità
funzionali. ( ciò è quanto affermano i neoculturalisti).
Per Chomsky però o il linguaggio è un dispositivo della mente-cervello adibito in modo specifico
all’elaborazione dell’informazione linguistica ( come da sempre egli sostiene ); oppure è un’abilità che si
avvale del funzionamento di sistemi di elaborazione non specializzati al linguaggio. Chomsky parla di
specificità di dominio: delle due l’una.
Non si può dire allo stesso tempo che il linguaggio è un dispositivo innato e specializzato di elaborazione e
che è una forma di exaptation (ovvero il prodotto del funzionamento di dispositivi cognitivi non
specializzati).

CONCLUSIONI

Abbiamo visto Le ragioni che spingono i neocartesiani a sostenere che le capacità verbali umane chiamano
in causa un dispositivo di elaborazione universale, innato e specializzato.
Per Chomsky le lingue storico-naturali costituiscono un aspetto secondario e marginale del linguaggio.
Mentre per il neoculturalisti esse rappresentano l’essenza stessa della comunicazione umana.

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