Noam Chomsky nasce in una famiglia di ebrei di origine russa nel 1928. Conseguito il
titolo di Master le 1951, ottenne una borsa di studio presso Harvard, gli anni
trascorsi presso questa università si rivelano decisivi per la sua formazione culturale.
Chomsky matura già la tesi del comportamentismo; tale idea sostiene che il
bambino non dispone, alla nascita, di alcuna conoscenza. Quindi il linguaggio
avverrebbe appreso solo per imitazione del comportamento linguistico degli adulti,
per Chomsky non è possibile perché i bambini, a parte casi con patologie,
apprendono in maniera sorprendentemente rapida la lingua, considerando anche la
loro breve esposizione linguistica, inoltre i bambini il più delle volte producono
enunciati nuovi, mai uditi prima né dai genitori né da altri individui circostanti.
Chomsky cominciò ad elaborare l’ipotesi che alla base dell’acquisizione del
linguaggio ci siano specifiche strutture preprogrammate. A tale ipotesi non può
essere escluso lo studioso Lenneberg, infatti lui era convinto che al linguaggio sia
sottesa una struttura biologica innata, la quale giunge a maturazione solo dopo un
certo periodo di tempo.
La prima formulazione della teoria generativa:
Dopo gli anni trascorsi ad Harvard, Chomsky ottenne nel 1955 il dottorato presso
l’università della Pennsylvania, con una tesi intitolata “Analisi trasformazionale
dell’inglese”. Tale lavoro completato nel 1956 non trovò editori disposti a
pubblicarlo, fu pubblicato solo nel 1975. Conseguito il dottorato Chomsky ottenne
nel 1955 un posto da insegnante a Cambridge. Chomsky esordisce affermando che
lo scopo fondamentale dell’analisi linguistica di una lingua L è quello di separare le
sequenze grammaticali, che sono frasi di L, da quelle non grammaticali, che sono
frasi di L, e di studiare la struttura delle sequenze grammaticali. La nozione
grammaticale non vuole dire dotato di significato. Il parlante nativo di una lingua
possiede un senso intuitivo di grammaticità, il suo scopo è quello di trovare delle
regole che permettono di generare tutte le frasi grammaticali di una lingua e
nessuna di quelle agrammaticali. Chomsky mostra interesse per l’aspetto creativo
del linguaggio. La capacità del parlante di produrre e comprendere frasi mai sentite
prima si può spiegare ipotizzando che il parlante sia dotato di un meccanismo
altamente specifico e innato, che guida la sua acquisizione del linguaggio. Oltre che
descrivere tutte le frasi grammaticali e agrammaticali la teoria linguistica deve
rendere conto di altri fatti relativi alle intuizioni del parlante, uno di questi è la
percezione dei contrasti fonemici, un altro è la relazione tra le parole. Per la
descrizione di questi fenomeni Chomsky presenta tre modelli. Il primo è quello a
stati finiti: la caratteristica essenziale è il rappresentare la sintassi di una lingua come
una successione di parole, ciascuna delle quali è scelta solo in base alla parola
precedente. Tuttavia Chomsky osserva che le parole a volte vengono scelte non in
base a quella precedente, ma per via di una parola che può trovarsi anche a distanza
illimitata. L’esistenza di queste relazioni a distanza dimostra che il modello a stati
finiti non è adeguato per descrivere le lingue naturali. Il secondo modello preso in
considerazione è quello definito grammatica a struttura sintagmatica. La grammatica
SS è formata da una serie di regole di riscrittura che indicano, per una determinata
categoria, le categorie da cui essa è costituita: la regola di riscrittura pone, alla
sinistra, di una freccia la categoria rappresentata, e alla destra le categorie che la
rappresentano. Es: F SN+SV. In questo caso le frasi non sono rappresentate
come una successione semplice di parole, ma come una struttura gerarchica, ossia
raggruppando le singole parole in unità di livello più alto fino ad arrivare al livello
massimo che è la frase. È possibile definire un costituente come una sequenza di
parole riconducibile ad un unico punto di origine, successivamente questo punto
d’origine verrà chiamato nodo. Come tutti i sistemi anche questa grammatica ha dei
limiti: le regole SS non possono riscrivere più di un simbolo alla volta, essa può
rappresentare frasi dichiarative, attive, passive ma non ha alcun mezzo per
rappresentare la relazione che il parlante nativo di una determinata lingua coglie tra
questi diversi tipi di frasi. È quindi necessario elaborare un terzo modello: modello
trasformazionale. Le trasformazioni operano su una sequenza di elementi, chiamata
analisi strutturale, e la modificano, spostando alcuni elementi, e aggiungendone o
cancellandone altri: l’effetto di questa modifica è detto cambiamento strutturale.
C’è una differenza tra le trasformazioni come salto d’affisso e la trasformazione
passiva: le prime vengono dette da Chomsky obbligatorie mentre le seconde
facoltative. La ricorsività, ossia la possibilità di includere un numero illimitato di frasi
dipendenti in una frase principale è prodotta dalle trasformazioni. Le trasformazioni
che inseriscono frasi in altre frasi sono chiamate da Chomsky trasformazioni
generalizzate, mentre quelle che si limitano alle frasi semplici sono chiamate
singolari. Possiamo dire che le ricerche di Chomsky rappresentano una serie di
soluzioni per uno stesso problema.
La teoria standard:
La teoria standard è già stata delineata da Chomsky (1964), in cui si trova tra l’altro
una delle prime definizioni esplicite di grammatica generativa. La formulazione più
sistematica si trova comunque in Chomsky (1965), dove si precisa che il termine
grammatica viene usato sia per riferirsi alla capacità mentale posseduta dal
parlante, tanto quanto alla sua descrizione da parte del linguista, Chomsky userà
due termini diversi per riferirsi a queste entità. Egli divide la grammatica in tre
componenti: sintattico, fonologico, semantico. Di questi tre soli il primo è
generativo, mentre gli altri due sono interpretativi, questo significa che solo il
componente sintattico genera frasi e assegna loro descrizioni strutturali. La struttura
generata dal componente sintattico e interpretata dal componente semantico è la
struttura profonda della frase, essa è collegata mediante le trasformazioni alla
struttura superficiale, che è interpretata dal componente fonologico.
Chomsky afferma che la teoria linguistica si occupa principalmente di un parlante
ascoltatore ideale, in una comunità linguistica omogenea. Chomsky divide poi
adeguatezza ed esecuzione, questa distinzione è presa da Saussure per quanto
riguarda il suo concetto di langue e parole, ma per Saussure la langue è un semplice
inventario di termini, per Chomsky la competenza è un insieme di processi
generativi cioè un insieme di regole per generare un insieme infinito di frasi.
La teoria linguistica e la grammatica costituita in base ad essa possono raggiungere
livelli diversi di adeguatezza. Una grammatica è adeguata in senso descrittivo nel
momento in cui descrive correttamente la competenza intrinseca del parlante nativo
ideale. Esiste un livello più alto di adeguatezza, quello dell’adeguatezza esplicativa:
una teoria raggiunge questo livello se riesce a scegliere una grammatica adeguata in
senso descrittivo in base ai dati linguistici primari. La distinzione tra adeguatezza
descrittiva e adeguatezza esplicativa è motivata dalla concezione della grammatica
generativa come teoria dell’acquisizione del linguaggio.
Chomsky dice che una grammatica è giustificata per ragioni esterne cioè per la
corrispondenza con i fatti linguistici. A un livello più profondo, cioè quello
esplicativo, due grammatiche equivalenti nel senso descrittivo possono non essere
equivalenti se una delle due si rivela più conforme ai principi dell’acquisizione del
linguaggio ed è quindi giustificata per ragioni interne. Il problema della
giustificazione interna corrisponde al problema di costruire una teoria
dell’acquisizione linguistica. La grammatica generativa sembra avvicinarsi alla
psicologia ottocentesca.
In conclusione Chomsky sostiene che la capacità del parlante di produrre e
comprendere frasi mai udite prima si può spiegare ipotizzando che il parlante sia
dotato di un meccanismo innato che guida la sua acquisizione del linguaggio. Il
problema della linguistica è quello di capire le caratteristiche di questo meccanismo:
essendo innato deve essere comune a tutti i mortali quindi deve essere universale.