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Prof.

Diego Marconi
(Universit degli Studi di Torino)
La competenza lessicale e il
cervello
I Mercoled dellAccademia
19 febbraio 2014
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Sistemi di comprensione del linguaggio naturale
Anni 70-80: sistemi (programmi) di elaborazione del linguaggio naturale:
- traduttori automatici
- sistemi capaci di rispondere a domande sul contenuto di un testo
- elaboratori di riassunti di testi
Limiti dei sistemi di ELN:
- copertura lessicale limitata
- prestazioni imperfette
- monofunzionali
MA non era per questi limiti che molti pensavano che questi sistemi non comprendessero il
linguaggio naturale.
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Sistema idealizzato:
- analizzatore sintattico perfetto
- base lessicale completa (ricca)
- componente semantico capace di compiere tutte le inferenze di cui capace un
parlante umano di media cultura (postulati di significato + meccanismo composizionale):
Ci sono quattro elefanti in salotto

Ci sono quattro mammiferi in salotto


C' un numero pari di elefanti in salotto
Ci sono proboscidati in una stanza
E probabile che i mobili del salotto si rovinino.
Nessuna difficolt di principio (enormi difficolt pratiche). Eppure...
Perch continueremmo a dire che il sistema non comprende davvero?
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La risposta di Searle ("Minds, Brains and Programs", 1980): la stanza cinese
Un sistema computazionale (computer + programma) un puro manipolatore di simboli;
I simboli manipolati non acquisiscono significato (per il fatto di essere manipolati), n
hanno significato (per il sistema) per altra via;
Dunque il sistema non comprende i simboli che manipola o genera.
Il sistema non ha intenzionalit originaria; lintenzionalit deriva dai poteri causali del
cervello umano.
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Manipolazioni e significato
Il significato luso (Wittgenstein): padroneggiare un linguaggio saperlo usare.
Che cos' la capacit di usare un linguaggio, se non la capacit di manipolare certi simboli?
Searle
- ha ragione a insistere sull'inadeguatezza delle manipolazioni del sistema;
- ma ha torto a estendere la critica a qualsiasi insieme di capacit di manipolazione.
Quali sono le manipolazioni di cui il sistema idealizzato non capace?
RISPOSTASTANDARD: "Non conosce le condizioni di verit degli enunciati"
Non proprio. Se una situazione presentata in un linguaggio che il sistema sa trattare, il
sistema in grado di stabilire se un certo enunciato vero o falso in quella situazione (almeno
nella misura in cu lo siamo noi).
QUEL CHE NON SA FARE rispondere a domande come "Quanti elefanti ci sono in questa
stanza?, se la stanza in questione non descritta nel linguaggio. Non sa rispondere a
domande che richiedano un accesso non linguistico al mondo.
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Due aspetti della competenza semantica
- Da un lato, la conoscenza di relazioni tra parole:
- sapere che per mangiare bisogna aprire la bocca
- che per camminare bisogna muoversi
- che i gatti sono animali.
- Dall'altro, la capacit di applicare parole al mondo reale attraverso la mediazione della
percezione:
- obbedire a ordini come "Portami un cucchiaio (non una forchetta)",
- descrivere una persona che passa come "uno che corre" piuttosto che come "uno
che cammina",
- riconoscere un gatto e chiamarlo 'gatto'.
Competenza inferenziale - alla base delle inferenze semantiche, come quella da "Torino a
nord di Napoli" a "Napoli a sud di Torino".
Competenza referenziale (i filosofi hanno chiamato 'riferimento' la relazione tra le parole e
le cose o propriet o classi che le parole designano).
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Inferenziale/Referenziale
Noi possediamo (normalmente) entrambe le competenze, il sistema idealizzato ha solo
competenza inferenziale. Quindi la sua competenza semantica incompleta, e
profondamente diversa da quella di un parlante umano.
Possediamo entrambe le competenze in misura variabile. Lo scienziato libresco e il
bambino cresciuto nella foresta.
Le due competenze sono cooperanti ma indipendenti.
- per ragioni di principio:
- non si pu imparare il cinese da un dizionario cinese monolingue.
- ci sono argomenti logici (Quine, Putnam) che fanno vedere che nessun sistema
di connessioni inferenziali in grado di determinare univocamente il riferimento delle
parole. Mettiamo che voi sappiate che i cantarelli sono funghi: ebbene, c' un numero
indefinito di assegnazioni del riferimento diverse di 'cantarello' e 'fungo' che compatibile
con questa vostra credenza. E se aggiungete che i cantarelli sono gialli, che hanno le
lamelle, certe dimensioni, un determinato habitat, le cose non cambiano.
- di fatto: possibile essere molto compententi su certe parole a livello inferenziale ma non
referenziale, e viceversa.
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Filosofia del linguaggio: senso e riferimento
Frege (1892). senso e riferimento (pi tardi: intensione e estensione, Carnap 1947).
Il senso un contenuto cognitivo associato a una parola (=ci che si conosce per il fatto di
comprendere la parola); il riferimento ci che la parola designa (il riferimento di
Socrate Socrate, il riferimento di gatto il concetto di gatto [pi tardi: la classe dei
gatti. Ancora pi tardi: la propriet essere un gatto].
Per Frege, il senso determina il riferimento (P si applica a x se e solo se x soddisfa le
propriet associate a P, che costituiscono il senso di P).
Nel 1970, Saul Kripke fece vedere che -nel caso di molte parole- nessun contenuto
cognitivo soddisfa questa condizione. Il senso non determina il riferimento.
Da allora, molti filosofi hanno cercato di formulare una teoria del significato che tenesse
insieme la dimensione cognitiva dell'uso linguistico -noi associamo alle parole e agli
enunciati credenze che hanno un ruolo essenziale nel nostro uso del linguaggio- e la
dimensione referenziale: il fatto che, indipendentemente dalle mie o dalle vostre credenze,
la parola 'acqua' si riferisce a tutto e soltanto ci che H
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O.
Io ho scelto di occuparmi non del significato delle parole ma della nostra capacit di
usarle, delle conoscenze e capacit che sono alla base dell'uso competente del linguaggio.
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Cervello I: Neuropsicologia
La distinzione fra competenza inferenziale e referenziale: un modo utile di descrivere il
nostro uso del linguaggio. Nessuna presunzione di realt cognitiva (= realizzazione
mentale della distinzione). Il nostro uso del linguaggio pu essere descritto come se
dipendesse da due sistemi distinti ma cooperanti.
MA: risultati della ricerca neuropsicologica (anni 70-90) sui deficit connessi a lesioni
cerebrali.
Pazienti cerebrolesi che erano in grado di dare definizioni articolate e precise di molte
parole, ma non erano in grado di denominare oggetti (cio di associare parole a
immagini di oggetti).
(Nella mia terminologia, possedevano una buona competenza inferenziale, mentre la loro
competenza referenziale era gravemente danneggiata).
Fine anni '90:
- molti casi di competenza inferenziale preservata e competenza referenziale pi o meno
gravemente deficitaria;
- alcuni casi complementari: competenza referenziale preservata, competenza inferenziale
pi o meno ridotta (in seguito se ne sono trovati parecchi altri: ad es. Kemmerer et al.
(2012) riportano 14 casi di competenza referenziale buona e competenza inf. variamente
deficitaria).
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Parentesi: dissociazioni (1)
I neuropsicologi parlano di dissociazione quando, di due capacit possedute dai soggetti
normali, una conservata mentre l'altra perduta.
- dissociazione classica: sia la conservazione sia la perdita sono complete, -
- forte: c' una grossa differenza di efficienza tra le due capacit (per es. 70% di
errori in un caso, <20% nell'altro),
- debole: c' una differenza significativa, sia pur piccola.
Doppia dissociazione: ci sono sia casi in cui la capacit A conservata mentre B perduta
o deficitaria, sia casi complementari, in cui A perduta e B conservata.
All'interno di un modello della cognizione di tipo modulare, le dissociazioni doppie
inducono a postulare due moduli distinti del sistema cognitivo, uno responsabile della
capacit A e l'altro di B.
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Parentesi: dissociazioni (2)
NB: Parlare di moduli non parlare di aree cerebrali pi o meno nettamente delimitate,
bens in primo luogo di unit funzionali.
La localizzazione di queste unit funzionali pu anche essere (e in molti casi probabile
che sia) distribuita tra diverse regioni e aree cerebrali. La lesione di una qualsiasi di
queste aree pu determinare il non funzionamento, o il cattivo funzionamento di un
modulo che utilizza quell'area.
Perci non c' corrispondenza biunivoca tra deficit e lesioni: diverse lesioni possono
produrre lo stesso tipo di deficit, e una stessa lesione pu determinare pi deficit distinti,
se colpisce un'area utilizzata da pi moduli.
Nel caso della dissociazione fra competenza inferenziale e referenziale le
dissociazioni osservate non erano quasi mai classiche, ma erano spesso forti. Per
esempio EST (Kay & Ellis 1987) faceva il 73% di errori in un compito (referenziale) di
denominazione di figure, mentre faceva 0 errori in un compito (inferenziale) di
accoppiamento di sinonimi. JB (Riddoch & Humphreys 1987a) faceva 0 errori in un
compito (inferenziale) in cui doveva valutare la vicinanza/lontananza semantica fra
parole, mentre faceva il 56% di errori quando il compito riguardava oggetti.
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Un caso paradigmatico: HJA(Riddoch & Humphreys 1984)
HJAera perfettamente in grado di definire dettagliatamente tutte le parole che gli erano
presentate, e le sue definizioni includevano dettagli dellapparenza percettiva degli
oggetti che erano descritti. Ad esempio, la sua definizione di DUCK era la seguente:
This has two meanings. First, the noun version. A duck is a water bird with the
ability to swim, fly and walk. It can be wild or kept domestically for eggs; when
wild it can be the target of shooting. In the wild it has a wingspan between 15 and
18 inches and weighs about 2 or 3 pounds. Domestic ducks are heavier []
Inoltre, aveva buone prestazioni in compiti referenziali di applicazione, come
nellassociare immagini a parole scritte o pronunciate o produrre disegni di animali o
oggetti il cui nome gli era stato presentato oralmente.
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(HJA )
Invece, HJA non era in grado di recuperare il nome di oggetti anche molto familiari
(coltelli, forchette, cucchiai, tazze, ecc.) che gli erano presentati attraverso la modalit
visiva, nonostante che i suoi processi visivi di base (campo visivo, acuit, percezione dei
colori, ecc.) fossero intatti. In un compito di denominazione visiva, ad esempio, HJA
aveva denominato correttamente solo 23 oggetti comuni su 44, e in tutti i casi i tempi di
risposta erano molto lunghi, tra i venti e i quaranta secondi per ciascuna risposta.
HJA mostra con evidenza un aspetto che anche vari altri studi suggeriscono, cio che c'
dissociazione tra la capacit di denominare oggetti (oggetto/immagine parola), che in
HJA era fortemente deficitaria, e la capacit di scegliere o produrre un oggetto a partire
da una parola (parola oggetto/immagine), che in lui era intatta.
La competenza referenziale ha due lati (denominazione e applicazione) che esibiscono
dissociazione.
Bisogna aggiungere che il danneggiamento selettivo della competenza referenziale
stato osservato in tutte le modalit: visiva, tattile, acustica e olfattiva, e anche in tutte le
modalit insieme (LEW, Duke & Shallice 2000).
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Unimmagine della competenza lessicale
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Parole nel cervello e concetti
Per motivare pienamente limmagine bisogna aggiungere che vari casi suggeriscono che
il riconoscimento di oggetti sia un sottomodulo della denominazione vera e propria,
cio del recupero della parola associata a un oggetto.
Ci sono pazienti che, di fronte a un'immagine,
- mostrano di sapere benissimo di che cosa si tratta (ad es. attraverso il mimo),
- ma non sono in grado di recuperare il nome comune associato a quel genere
di oggetti.
Questa una buona ragione per distinguere fra realizzazione neurocerebrale delle
parole (tracce di configurazioni acustiche, articolatorie, grafiche, motorie) ("lessici
periferici") e "concetti" (unit del lessico semantico)
Ma non ci dice molto su che cosa sono i concetti - strutture a rete, prototipi, esemplari,
atomi rappresentativi come pensa Fodor , altro ancora. Ci dice solo che non sono
realizzazioni mentali di unit di una lingua naturale ("parole [ad es. italiane] nel
cervello).
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Strategie compensative
Ad attestare la realt cognitiva della distinzione fra competenza inferenziale e
referenziale, i casi pi impressionanti sono quelli di pazienti con competenza
inferenziale molto ridotta o nulla, che di loro iniziativa suppliscono al loro deficit
attraverso strategie compensative, che sfruttano la competenza referenziale
conservata.
PR (Marangolo 2004) non sapeva ricuperare una parola a partire dalla sua definizione.
Allora disegnava l'oggetto descritto dallo sperimentatore, e poi lo denominava a partire
dal suo disegno.
PR Sfruttava le sue capacit di applicazione (descrizione disegno) e denominazione
(disegno parola) per svolgere indirettamente un compito inferenziale.
John Voit (ultimi anni del XIX secolo; il paziente pi studiato della letteratura
neuropsicologica tedesca).
In una fase della sua storia aveva una competenza inferenziale praticamente nulla per
quanto riguarda le propriet percettive: non era in grado di rispondere a domande come
"Qual il colore delle foglie?" o "Che gusto ha lo zucchero?".
Ma era in grado di rispondere alla prima domanda se andava alla finestra e osservava gli
alberi e le loro foglie; e alla seconda domanda assaggiando una zolletta di zucchero.
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Cervello II: Neuroimmagine
E legittimo domandarsi se l'esecuzione di compiti inferenziali e rispettivamente
referenziali comporti l'attivazione di aree cerebrali distinte.
2004-2008, ricerca S. Raffaele (S.Cappa, R. Manenti et al.); Marconi et al. 2013
Nel frattempo: Tomaszewski Farias et al. (2005) (U Calif. San Diego). Colpiti dal fatto
che le ricerche sulle capacit di denominazione non distinguevano fra denominazione da
definizione [auditory responsive naming, = inferenziale] e denominazione di figure
[confrontation naming, = referenziale]. Mentre non era detto che i due compiti fossero
identici o anche solo simili in termini di attivazione.
20 soggetti, due tipi di compiti.
I pattern di attivazione erano diversi nei due casi:
La denominazione da definizione [=compito inferenziale] produce attivazione
pi diffusa del lobo temporale rispetto alla denominazione di figure [=compito
referenziale]. Nella denominazione da definizione l'attivazione include le
regioni temporali anteriori pi spesso di quanto avvenga nel caso della
denominazione di figure.
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Parentesi sulla localizzazione del linguaggio
Qualche decennio fa:
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2009 (Binder et al., semantica)
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Esperimento TF 2005: un compito inferenziale vs. un compito referenziale.
Noi (Cortex 2013) abbiamo cercato di vedere se il pattern di attivazione comune alle
prestazioni inferenziali era significativamente diverso dal pattern comune alle prestazioni
referenziali.
Due compiti inferenziali (denominazione da definizione e match di parole) e due
compiti referenziali (uno di applicazione, parola immagine [scegliere la figura
associata a una parola], e uno di denominazione di immagini).
I pattern comuni, inferenziale e referenziale, erano effettivamente diversi.
Le differenze non sono grandi:
- c' un'area di attivazione comune ai due tipi di prestazioni, diffusa nei due emisferi, che
grosso modo coincide con la "rete semantica comune.
MA, in aggiunta, i compiti inferenziali attivano aree del temporale sinistro (giro
temporale medio e superiore, giro precentrale) che non sono attivate nei compiti
referenziali:
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Invece, i compiti referenziali attivano il giro fusiforme destro, che
significativamente meno attivo nei compiti inferenziali:
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Questo risultato di neuroimmagine corrobora i ritrovamenti della ricerca
neuropsicologica sui deficit:
la distinzione tra processi inferenziali e processi referenziali realizzata a livello
cerebrale;
i due tipi di prestazioni danno luogo a pattern di attivazione largamente coincidenti
e tuttavia in parte diversi;
come ci si pu aspettare, i processi inferenziali attivano aree pi linguistiche, i
processi referenziali coinvolgono un'area "visuo-semantica".
Ora ci stiamo occupando, insieme ad un gruppo di Torino, di vedere se questultima
attivazione che in parte presente anche in compiti puramente inferenziali-
funzione del carico visivo degli stimoli linguistici:
L'animale che simbolo di stupidit femminile ...
L'animale da cortile bianco col collo lungo e il becco giallo ...
Dire deliberatamente il falso dire una...
A Pinocchio si allungava il naso quando diceva una
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Risvolti clinici
I pazienti affetti da epilessia temporale non trattabile farmacologicamente devono
essere sottoposti alla resezione di alcune porzioni del lobo temporale e
dell'ippocampo. Questo intervento viene fatto precedere da una "mappatura" delle
aree pi coinvolte nell'elaborazione linguistica, inibendo selettivamente specifiche
porzioni del lobo temporale e chiedendo al paziente di svolgere semplici compiti
linguistici. indicazioni al chirurgo per rimuovere la maggior quantit di tessuto
patologico nel lobo temporale conservando quanto pi possibile le capacit
linguistiche del paziente.
Fino a qualche tempo fa, mappatura compiti (referenziali) di denominazione
visiva. L'intervento di resezione procedeva coerentemente con questa identificazione:
asportazione standard delle aree antero-mesiali del lobo temporale, che non sono
considerate necessarie.
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Risvolti clinici
Ma recentemente (Hamberger et al. 2001), osservando dopo l'operazione un
campione di pazienti che erano stati sottoposti a questo tipo di mappatura, si trovato
che avevano s conservato la capacit di denominazione, ma avevano una notevole
difficolt di recupero delle parole nelle situazioni di conversazione quotidiana in
assenza di stimoli visivi.
Queste difficolt si presentavano anche nei contesti sperimentali se i pazienti erano
valutati con compiti differenti dalla denominazione di immagini, come ad esempio
compiti inferenziali di produzione di sinonimi o di denominazione da descrizione
verbale.
Su questa base, Hamberger et al. hanno condotto uno studio di stimolazione corticale
su 20 pazienti epilettici candidati alla resezione temporale utilizzando sia il
tradizionale test di denominazione visiva, sia un test inferenziale di
denominazione da definizione. I risultati confermano che la stimolazione delle aree
posteriori del giro temporale danneggiano la denominazione di immagini, mentre la
denominazione da definizione viene danneggiata sia dalla stimolazione delle aree
posteriori, sia soprattutto dalla stimolazione delle aree anteriori del giro temporale.

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