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Fondamenti di
Semiotica strutturale
«fermatevi»
1.10. L a c o n f o r m i t à
«preparatevi a fermarvi»
L'ultimo tratto che è presente principalmente nella struttura dei lin-
guaggi linguistici è la non rispondenza termine a termine tra elementi «partite»
dell'espressione e elementi del contenuto. Questa proprietà, che è la fig- 5
non conformità tra i piani, può essere dimostrata attraverso la prova di
commutazione. Attraverso il test di scambio si dimostra che le figuje
sono elementi che non risuÌtano_a3mrmijaS di un me- L'ordine del processo è talmente costrittivo che potremmo stabilire
desimo rango. Questo vuol dire che quando tra i piani non c'è con- l'identità degli elementi per pura posizione. Il rosso compare sempre
~fofrhità, la mutazione di u n a fTguraTprocura unsTniùtazione del rango nella posizione alta, l'arancione in posizione mediana, il verde in pò-
siztone bassa. Come reputiamo scorretto occupare il posto del verbo
con un sostantivo, così lo sarebbe altrettanto se trovassimo il rosso ad esempio narrativi o temporali, attraverso cui costruire un percor-
in posizione mediana. Anzi, avremmo seri dubbi sul valore da attri- so di lettura. Ora, se accettiamo l'ipotesi che la linearità saussuriana
buire all'elemento e saremo portati a identificarlo meno per il suo va- è u n a proprietà di manifestazione che andrebbe parzialmente ritra-
lore di sostanza cromatica, e più per la sua identità posizionale. In dotta in una proprietà immanente come quella della successione po-
fondo potrebbe sempre trattarsi di un arancione particolarmente ac- sizionale, questo tipo di linguaggi presentano .delle caratteristiche
ceso. Ciò dimostra quanto siamo legati ai vincoli posizionali espressi anomale tanto nel processo che nel sistema. Innanzitutto è importante
dal processo. non confondere il processo genetico che porta alla costruzione dell'o-
Q,,l! pera pittorica con il processo quale è stato definito in precedenza. Da
f "• p t i c GSoCrvtirc CuC i± *"iiiìzJiG±±ciax±CixLG »_iCi se-
u n puìiLu di vista immanente, si è detto, esso è una successione di
mafori ha un'altra caratteristica propria dei linguaggi linguistici. Le posizioni senza relazioni. Ora se è vero che in queste semiotiche non esiste una suc-
singole unità, infatti, non sono rapportabili ai segni, quanto piuttosto successione cessione delle posizioni in grado di orientare la lettura, è altrettanto vero
agli enunciati delle lingue naturali. L'unità di contenuto espressa at-
che esistono delle posizioni senza successione. Uno spazio pittorico, co-
traverso la selezione luminosa di un elemento significa u n comando
me può esserlo una tela o qualsiasi superficie planare — poniamo il
che viene impartito all'automobilista sotto la forma di un'azione pre-
muro di una cappella — può essere definita come un'organizzazione
scritta. Questa unità di contenuto veicolata presenta una struttura com- astratta di relazioni senza successione. Greimas chiama queste posi-
parabile all'enunciato delle lingue naturali. Infatti, come per le categorie topologiche zioni categorie topologiche.
proposizioni, è presente un soggetto, una relazione di predicazione
che indica l'azione da compiere, e un oggetto su cui si esercita l'azione.
Comprovata l'esistenza dei quattro tratti fondamentali e di alcune ca- alto
ratteristiche come la direzionalità, la ricorsività dell'ordine del pro-
cesso tanto dell'espressione che del contenuto, nonché la rigida
distribuzione degli elementi nelle posizioni, non resta che sottoporre
il linguaggio dei semafori all'ultimo test che riguarda l'esistenza del-
le figure. Per farlo è necessario cercare di scomporre gli elementi che
hanno funzione eteroplana (espressioni e contenuti di segni) in ele-
menti che presentano soltanto funzioni omoplane. Ora se sembra pos- sinistra centrale destra
sibile operare una distinzione sul piano del contenuto, sicuramente
non è altrettanto possibile attuarla per il piano dell'espressione. Le
espressioni di segno percepibili in un semaforo non sono ulteriormente
scomponibili in figure semioticamente pertinenti. L'espressione cir-
colare e cromatica /rosso/ non presenta quei tratti distintivi mutando
i quali muta l'unità del contenuto. Questo ci porta a dire che non periferico
è possibile operare alcuna commutazione con elementi di rango infe-
riore al segno. Perturbando il cromatismo o la superficie del vetro
otteniamo delle alterazioni che non hanno alcuna influenza sul con- basso
tenuto del segno. Questo prova che i linguaggi dei semafori sono con- fig- 6
formi nella relazione tra piani.
U n a volta provata la conformità tra gli elementi dei piani, il sistema Prima di essere investito di forme e colori, uno spazio è già virtual-
prende il nome di mònofifimare. mente organizzato in posizioni come alto/basso, sinistra/destra, centra-
le/periferico (fig. 6). In ciascuna di tali posizioni possono ricorrere
organizzazioni cromatiche alternative (paradigma) che occuperanno
1.11. L a manifestazione n o n lineare posizioni contigue (catena). Si è insistito sul fatto che un altro'modo
La successione ordinata del processo è prerogativa dei linguaggi lin- di definire il sistema e con esso la significazione, è la possibilità di
scelta. U n a delle anomalie del sistema pittorico è che, sebbene le fi-
guìstici, dei linguaggi dei semafori, del sistema morse, dei linguaggi
gure di partenza costituiscano un inventario cromatico delimitabile,
delle bandiere e di tanti altri sistemi simili. Non lo è per esempio del
gli elementi e le operazioni complesse che ciascunautore può_attuare_
linguaggio della moda o dei linguaggi detti iconici. In realtà, per i
sono in numero elevatissimo, e se si fa eccezione per le figure ricono-
processi che hanno manifestazione non lineare, esistono altri artifici,
scibili come og^éttTcIel mondo, non sono inventariabili come il re-
— *-~*> rwuyyi i A - \ 2 b i P , T ? '
pertorio di segni di una lingua naturale (cfr. Benveniste 1969; Cala-
brese 1985: cap. III). Eppure la possibilità che ha un pittore di sce- formità tra piani, e commutabilità tra gli elementi. Coerentemen
gliere ci porta a sostenere che esiste un sistema, così come, la possibilità con la tipologia proposta da Hjelmslev, tali sistemi hanno preso il non
t sistemi
di reperire delle posizioni, ci indica che esiste u n processo. di semi-simbolici. Si tratta di micro-linguaggi composti in prevalenj
semi-simbolici
È probabile però che a differenza delle lingue naturali, in cui u n in- da due soli elementi per piano. A differenza_dej^igjt£jiiLSJirnjb^Hcj :
ventario delimitabile di segni produce tutti i processi possibili, nel caso cui gli elementi risultano avere mnzion^jiemiotica uno a uno tra
dei linguaggi pittorici bisogna postulare l'esistenza di sistemi ad hoc, relati dei pianI7~i~sistemi senii-simbohcistal^^cono la prelazione s>
cioè creati di volta in volta per ogni singolo processo. Questo dovreb- miotica, tra elementrHéTpiani che possiedono già correlazione, dui
be indurre chi promuove delle analisi pittoriche a reperire e inventa- nue tra categoriche" neh tra elementi isoìacrTLe analisi condotte s
riare gli elementi per ciascun processo, mostrando quali sono ricorsivi testi hanno mostrato un'ampia presenza 3i~questa forma di semio
oppure quali si presentano come varianti di uno stesso elemento. Con tra i piani, rivelatasi particolarmente utile per l'analisi delle semiot
differenti argomentazioni Eco (cfr. 1975) e Thùrlemann (cfr. 1982) che plastiche, del discorso poetico e pubblicitario 4 .
' hanno mostrato come questo non neghi la possibilità di ritrovare del- Per mostrare l'esistenza delle semiotiche semi-simboliche, Greimj
le categorie generali comuni a ogni processo pittorico. Anzi, in tal riprende un esempio che in precedenza era stato oggetto di studio d
senso, le categorie topologiche, con cui si articolano le posizioni, le ca- parte di Roman Jakobson nel saggio «Le " o u i " et le " n o n " mim:
•co tegorie cromatiche con cui si articola la scala dei colori (chiaro/scuro; ques» (cfr. in 1973). Si tratta dell''affermazione e della negazione che con:
co, eidetico saturo/non saturo; e t c ) , nonché le categorie eidetiche che pertengono piamo attraverso lo spostamento del capo lungo l'asse verticale
alla forma e al disegno, hanno sicuramente portata generale per l'a- orizzontale del collo. Al di là del problema della motivazione o dell
nalisi delle semiotiche planari 2 . diverse giustificazioni che possiamo dare per l'associazione che coni
piamo tra il «sì» e il movimento /verticale/ che lo esprime, e il «no
e il movimento /orizzontale/,.questa forma di semiosi accoppia gli eie
1.12. L a t i p o l o g i a d e i s i s t e m i menti del piano dell'espressione con elementi del piano del contenu
In base alla loro presenza o alla loro assenza, i cinque tratti fin qui to che appartengono a una stessa categoria, creando una proporzioni
esposti permettono di stabilire una tipologia dei linguaggi. La condi- sul modello A:B = A' :B'. Limitatamente alla nostra cultura, il movi
zione necessaria per dire che siamo di fronte a un linguaggio è la pos- mento /verticale/ sta al contenuto «sì» come il movimento orizzonta
sibilità di reperire sia un processo e un sistema, che un'espressione 'le sta all'unità di contenuto «no».
e un contenuto. La commutazione e la conformità sono invece le pro- In un acquerello di Klee, Thùrlemann ha mostrato come un sistema
prietà che permettono di diversificare i tipi di sistemi. di significazione semi-simbolico poteva essere ipotizzato anche per gì
Per Hjelmslev esistevano due grandi classi: i sistemi monoplanari e elementi plastici. Secondo questa ipotesi nel testo pittorico viene pre-
i sistemi biplanari. I primi, chiamati spesso sistemi simbolici, compren- sentato un micro codice che associa le figure plastiche a carattere /cur-
devano tutti i linguaggi che presentavano confornaitàtraj piani e non vilineo/ alla figura di contenuto «celeste» e le figure plastiche a carattere
commutabilità-tra^gli elementi. T r a questi il linguista danese anno- /rettilineo/ alla figura di contenuto «terrestre».
verava u n a quantità piuttosto ampia di sistemi, come i linguaggi lo- Lo schema semi-simbolico che si ricava rispetta la proporzione:
gici, la musica, e sotto certi aspetti la pittura. I secondi, detti sistemi /curvilineo/ sta a «celeste» come /rettilineo/ sta a «terrestre». L'in-
<if££gru 2 presentavano non conformità tra i piani e commutabilità tra teresse per queste omologazioni è accresciuto dal fatto che si ri-
gh elementL JLe lingue naturali, - come abbiamo visto, sono un esem- trovano forme di significazione sotto il livello esplicito dei segni,
pio prototipico di biplanarità. Recentemente la tipologia si è arric- spesso tra elementi del piano dell'espressione e elementi del pia-
chita di un terzo sistema, d'altronde prevedibile sotto il profilo no del contenuto che ordinariamente non possiedono significazione
combinatorio delle possibilità. Si tratta di sistemi che presentano con- propria.
2. Con il nome di semiotiche planari sono indicati quei sistemi di significazione che
fanno uso di u n supporto bi-dimensionale, detto appunto planare. In tal senso esse
non si identificano con le semiotiche visive, almeno per la necessità di distinguerle
dalle semiotiche dello spazio che fanno uso della terza dimensione. Ovviamente la 3. U n a discussione sullo statuto formale dei sistemi semi-simbolici è reperibile nella
planarità, come numero di dimensioni del supporto, è da tenere distinta dalla mono «Conversation» con A.J. Greimas, cfr. 1986c.
e biplanarità che si presenta invece come u n requisito della forma dei due piani del
linguaggio. 4-. Cfr. Jean-marie Floch, Petìles mythologies'de l'oeil et de l'esprit, Hadès-Benjamins,
Paris-Amsterdam, 1985.
1.13. L ' i p o t e s i g e n e r a t i v a
corrispondono ai tratti distintivi di Jakobson (cfr. 1963) — vanno a
I fondamenti di semiotica strutturale che abbiamo introdotto, costi- costituire i fonemi, e questi a loro volta le sillabe, per confluii
tuiscono la base comune che la teoria di Greimas si trova a condivi- catene di fonemi materialmente realizzate: «re nelle
dere con la semiotica preconizzata da Saussure e Hjelmslev. L'idea
che possa esistere un progresso nelle cosiddette scienze umane è piut- livello
tosto rara, eppure la semiotica greimasiana riesce in questo intento profondo: femi
di continuare il progetto strutturale introducendo un'ipotesi sempli- p
iano dell'espressione
ce che permette di pensare in maniera dei tutto nuova la prudu^wue.
del senso. livello di
Seguendo solo in parte un'ispirazione di Chomsky, si tratta di porre superficie: fonemi -* sillabe
una relazione generativa tra i diversi livelli in cui si collocano gli ele-
menti di rango minore, quali ad esempio le figure, rispetto agli ele-
menti di rango maggiore che contribuiscono a costruire i segni; pensare Piano della manifestazione • fonemi realizzati —* catena fonica realizzata
cioè che i costituenti minori e immanenti generano i costituenti mag- lessemi -* discorso realizzato
giori del discorso manifesto secondo regole di trasformazione che, mu- i