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INTRODUZIONE ALL’ANTROPOLOGIA – RIVIERE

L’EVOLUZIONISMO è un approccio teorico che si è sviluppato nella seconda metà dell’ottocento


e vede la cultura come concetto unico.

Gli evoluzionisti si chiedevano come mai popoli distanti nel globo avessero e pratiche simili.
Arrivando alla conclusione che la storia dell’uomo e il suo sviluppo si muovesse su una linea di
progresso costante.

o TAYLOR il quale sosteneva che cultura e civiltà fossero sinonimi divideva questa linea di
progresso in tre fasi: Selvaggio, Barbaro e Civilizzato. Le prime due fasi vengono
considerate fasi peggiori che devono raggiungere lo stadio di civilizzato per essere
considerati migliori.

Questa aspetto era stato criticato da Boas.

Tuttavia Taylor credeva nelle potenzialità dell’uomo che poteva migliorarsi e di


conseguenza elevarsi. TAYLOR inoltre aveva teorizzato una sua definizione di cultura. La
cultura è quell’insieme complesso che include conoscenza, credenze, morale e qualsiasi
altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società.

Il FUNZIONALISMO – è un approccio che si è sviluppato tra il 1930 e 1950 in Grande Bretagna


grazie a Malinowski (antropologo e sociologo Polacca naturalizzato Britannico). Questo approccio
privilegiava lo studio sul campo dei fatti sociali visti come un insieme ordinato e collocati all’interno
di un contesto sociale con lo scopo di interpretarli e spiegarli nella loro totalità.

Secondo il funzionalismo ogni parte di una società ha una sua funzione e quanto più queste
funzioni sono diverse tra loro tanto più è difficile sostituirle. Grande importanza ha la figura di
Malinowski che nella sua opera ARGONAUTI DEL PACIFICO OCCIDENTALI rivoluziona i metodi di
ricerca dando priorità alla ricerca sul campo ed elaborando il metodo dell’osservazione
partecipante, una tecnica di ricerca incontrata sulla prolungata permanenza e partecipazione alle
attività del gruppo sociale studiato da parte del ricercatore.

Inoltre Malinowski teorizzò la propria nozione di cultura sostenendo che ogni cultura sia sostituita
dall’istituzione che danno risposte ai bisogni universali dell’uomo. Questi bisogni universali
comprendo bisogni primari (esempio: l’uomo senza esigenza di legami di parentela e di
conseguenza viene istituzionalizzato in matrimonio) e bisogni derivati (l’uomo sente il bisogno di
crescita personale e di conseguenza viene creata la scuola).

LO STRUTTURALISMO è un approccio che si sviluppa interno al 1950 e ha contribuito a definire


il concetto di struttura nell’ambito dell’organizzazione sociale e culturale.

Importante è la figura di RADCLIFF- BROWN, il quale definì la struttura come disposizione


ordinata degli elementi che la compongono. (insieme di individui compongono la tribù e l’insieme
della tribù compongono il clan).

Un'altra figura sempre importante per lo strutturalismo è quella di Lévi – Strauss

POST – MODERNISMO si è sviluppato intorno al 1960 ed è un approccio che sostiene che la


prospettiva di una persona che interpreta una realtà culturale diversa dalla propria sia influenzata
dal proprio background cultura e esperienziale. Di conseguenza anche il termine verità assume
significati diversi rispetti a chi lo usa.
 CORSO DI LINGUISTICA GENERALE – SAUSSURE
La lingua viene vista come parte essenziale del linguaggio ma e anche prodotto sociale della
facoltà del linguaggio. Infatti nonostante il linguaggio si affidi ad una facoltà naturale che è quella
di mettere suoni la lingua è comunque qualcosa di socialmente costruito. Inoltre non è detto che i
nostri organi vocali siano nati con questo scopo. Ad esempio lo stesso Whitney sosteneva che la
nostra scelta si è ricaduta per caso su questi organi. In realtà in seguito Broca ha scoperta che la
facoltà di parlare è innata nell’uomo ed è situata in una particolare area del nostro cervello.

Quindi per Saussure la lingua un sistema di segni che si basa su tre dicotomie:

o Significante e significato: il significante è l’insieme di foni e fonemi che costituiscono


l’aspetto formale visivo della parola. Il significato invece è il concetto mentale legato alla
parola.
o Langue e parole: La langue è la componente sociale del linguaggio (comprende ad
esempio significato delle parole, sintassi, morfologia). La parole invece è l’atto fisico di
produzione di suoni.
o Diacronia e sincronia: Prima di Saussure lo studio della lingua veniva fatto da un punto
vista diacronico ovvero si studiava come il significato di una parola si evolvesse nel tempo.
Saussure invece sosteneva che lo studio linguistico dovesse essere sincronico cioè
bisognava analizzare gli aspetti di una lingua nel momento la si stava studiando.

 TEORIA GENERALE DELLA MAGIA – MAUSS (Tecniche del corpo)


Secondo MAUSS il corpo è il mezzo tecnico e oggetto più naturale per l’uomo e parla infatti di
tecniche del corpo. Innanzitutto per tecnica si intende atto, tradizionale ed efficace.

o Atto – in quanto si tratta di un’azione o movimento


o Tradizionale - perché è condizionato dalla cultura.
o Efficace – perché sono comportamenti o azioni che vengono appresi nel contesto famigliare
e ritenuti efficaci per il raggiungimento dello scopo.
Dunque Mauss parte da un atto concreto per arrivare a una legge generale, che lui chiama
HABITUS inteso come insieme di comportamenti motori e automatici usati nel quotidiano appresi
nell’infanzia e influenzati dalla cultura e dalla società. Di conseguenza si può dire che per tecniche
del corpo Mauss intenda un insieme di atti FISICO, PSICOLOGICO E SOCIOLOGICI. (collegare a
sacks)

SECONDO MAUSS NOI PENSIAMO ANCHE CON IL CORPO

Mauss propose anche una classificazione di questi atti:

o I SESSI – in quanto secondo Mauss vi era una differenza negli atteggiamenti tra uomo e
donna. Lui fa esempio del pugno. Gli uomini quando vogliono fare pugno mettono il pollice
fuori. Questa gli da maggiore forza. Le donne mettono il pollice dentro.
o ETÀ – sembra che vi siano dei comportamenti che l’uomo perde diventando adulto. Come
ad esempio la accovazzarsi. Ma in realtà vi sono culture che mantengono questi comporti
anche in età adulta. (esempio dei soldati si accovazzavo per non entrare nel fango)
o RENDIMENTO – I bambini durante l’infanzia vengono addestrati a determinati
comportamenti e atteggiamenti. L’esito di questo addestramento si vede poi
nell’adolescenza.
o FORMA DELLE TECNICHE – è una classificazione un po’ impossibile da fare perché
bisognerebbe studiare tutte gli addestramenti delle varie culture del mondo.
 GRATITUDINE – O DI SACKS (Medico, psicologo accademico Britannico)
In seguito alla diagnosi di un tumore e alla perdita della vista Sacks aveva rinnovato la propria
visione della vita. Infatti l’essere consapevole del poco tempo che gli rimaneva da vivere lo porta
ad assumere un atteggiamento distaccato nei confronti della vita stessa. Ma allo stesso tempo lo
porta a vivere in maniera più profonda, ricca e produttiva il tempo presente abbandonando
qualsiasi preoccupazione del futuro.

Questa sua visione di vivere a staccarsi dalla vita si collega a MERLEAU – PONTY. Il quale
sosteneva che noi siamo situati all’interno di un contesto o di uno spazio temporale ben definito e
di conseguenza pensiamo nella distanza e nella prossimità. Per Sacks la distanza era un guardare
da lontano.

Si può collegare anche a Lévi – Strauss che dice

 L’ OCCIO DELLA MENTE – SACKS


L’occhio della mente è un saggio in cui Sacks riporta le esperienze di persone che hanno perduto la
vista.

o HULL – autore del dono oscuro che aveva raggiunto la totale cecità a 48 anni. Hull in
particolare parla di una condizione di cecità profonda. Ovvero il momento in cui si iniziano a
dimenticare immagini ricordi e persino l’idea stessa di vedere. Fa infatti l’esempio di come
non riuscisse a ricordarsi l’immagine visiva del numero tre ma lo ricordava soltanto tramite
l’atto motorio di tracciarlo con il dito. In realtà la perdita della vista aveva portato alla
acuizione degli altri sensi: Infatti racconta di come dal semplice rumore della pioggia
riusciva a ricostruire un intero paesaggio.
Per HULL quindi la perdita della vista ha rappresentato un vero e proprio dono oscuro.

o TOREY – Perse la vita inseguito a un incidente sul posto di lavoro e gli fu suggerito di
passare da una modalità visiva a una visiva tuttavia lui preferì sviluppare il proprio occhio
interiore ovvero la facoltà di immaginazione visiva. Infatti TOREY arrivò a creare un proprio
mondo virtuale intenso e reale come quello di chi vede per esempio racconta di come riuscì
a sostituire la grondaia sul proprio tetto di casa in piena notte completamente da solo.

o LUSSEYRAN – che divenne ceco all’età di otto anni, età che lui definì ideale in quanto le
capacità dei bambini in quel periodo sono più modellabili e flessibili. Arrivò a considerarsi
un ceco visualizzatore in quanto immaginava nella sua mente uno schermo bianco sul quale
proiettare tutto ciò che voleva.

o Un esempio particolarmente significativo è quello di HARLENE GORDON la quale racconta


come inseguito all’ascolto di audiolibri finisse per avvertire la sensazione degli occhi stanchi.
Questo dimostra come le parti del cervello legati alla vista ancore attive e funzionanti
vengano ricollocate e riutilizzate dagli altri sensi.
In conclusione Sacks, si chiedeva se una persona con buone capacità di visualizzazione perdendo
la vista riesca comunque a mantenere memoria e immaginazione. Le immagini mentali dunque
dovrebbero essere considerate una grande categoria. In quanto la percezione visiva e
l’immaginazione dipendono l’una dall’altro.

[esame – perché con Sacks si parla di romanticismo scientifico? Sacks si apre alla
possibilità di una scienza romantica che tenga conto non solo dell’aspetto biologico del paziente
ma anche e soprattutto del suo vissuto, quindi dà grande importanza al punto di vista del paziente
che cambia sempre e che è diverso da persona a persona.]
 MAKING – INGOLD
Che cosa c’era di positivo e negativo nel pensare a INGOLD?

Secondo Ingold noi possiamo conoscere più di quanto possiamo esprimere e questo è un concetto
che si rifà a POLANYI il quale riteneva che la conoscenza esplicita è solo la punta dell’iceberg
mentre tutto ciò che sommerso rappresenta l’insieme del KNOW HOW senza il quale non
potremmo fare nulla. INGOLD parte dai due significati del verbo inglese TO TELL che può
significare raccontare storie che forniscono all’operatore strumenti per dire ciò che sa senza
specificare oppure carpire i piccoli segnali e rispondere con giudizio.

I due aspetti del dire vengono combinati insieme nella mano che Wilson considerava estensione
del cervello. Di conseguenza la mano era connessa al pensiero. Inoltre INGOLD si rifà alla filosofia
di HEIDEGGER il quale riteneva che la mano non fosse solo uno strumento ma permettesse
anche la strumentalità. Di conseguenza l’umanità della mano la si può vedere nel fatto che la
mano è soggetta alla parola che fondamento essenziale dell’uomo. (parola intesa come pensiero)

A proposito del discorso dell’umanità LEROI – GOURHAN riteneva che l’umanità nel corso del
tempo si fosse liberata degli aspetti biologici dell’esistenza espandendosi verso la vita sociale, la
cultura simbolica e la riconfigurazione tra bocca (linguaggio/pensiero) e mani (operazioni
tecniche). Di conseguenza dunque l’intelligenza si manifesta nell’unione tra mano e mente.

[Aspetto negativo che sembra che vede INGOLD- INGOLD sembra promuovere troppo la
conoscenza personale rispetto a quella articolata come s fosse necessario vivere in prima persona
un’esperienza per conoscerla quando in realtà noi possiamo conoscere qualcosa anche attraverso
le esperienze altrui.]

 CULTURA E VERITÀ – ROSALDO


L’antropologia culturale pensata da ROSALDO (post-modernista) delinea un nuovo approccio che
celebra la diversità delle culture e l’importanza delle emozioni. In questo saggio Rosaldo mostra
come gli ILLONGOT sostenessero che la pratica della caccia alle teste nascesse da un mondo di
rabbia causato dall’infelicità e dalla perdita di una persona amata. Inizialmente aveva interpretato
questa pratica secondo la teoria dello scambio vedendola come una sorta di cancellazione della
morte della persona amata e quindi del dolore. Come se fosse quasi un pareggiamento di conti.

Tuttavia questa interpretazione venne smentita in quanto nel 1972 la caccia alle teste fu proibita.
E gli illongot si convertirono al cristianesimo trovando un modo per accettare questo dolore grazie
all’idea dell’esistenza del paradiso come luogo sicuri per i defunti.

Quindi Rosaldo si rese conto che la caccia alle teste era proprio una forma di espiazione al loro
dolore.

Questo cambiamento di interpretazione rappresenta come nel processo di interpretazione


l’antropologo deve riposizionarsi per comprendere la cultura target. Infatti Rosaldo soprattutto
inseguito alla morte della compagna avvenuta nel 1981 notò come questa perdita provocò in lui un
vortice di emozioni ma non la rabbia. Quindi si rese conto che ciò che differenziava lui dagli
Illongot fosse il modo di reagire al dolore. Quindi le emozioni e le azioni che ne derivano
dipendono sia dall’individuo che dalla cultura.
 EMOZIONI – LUGHOD E LUTZ
Le emozioni sono strettamente collegate alle pratiche sociali e al contesto culturale. Prima del
1980 gli antropologi ritenevano che le emozioni fossero processi psico - biologici non influenzati dal
contesto socio – culturale. Si possono dunque individuare quattro strategie che nel corso del
tempo hanno permesso di interpretare le emozioni.

o ESSENZIALIZZARE  Rendere universali le emozioni come se non dipendessero dal


contesto sociale.
o RELATIVIZZARE  accettare la diversità della manifestazione delle emozioni in base alla
cultura.
o STORICIZZARE  analizzare le emozioni diacronicamente o sincronicamente.
Diacronicamente significa come si evolvono nel tempo; Sincronicamente è in relazione al
luogo e al contesto.
o CONTESTUALIZZARE  analizzare le emozioni attraverso il discorso sociale. Il discorso
sociale rimanda a FOUCAULT per il quale i discorsi sono pratiche che formano
sistematicamente gli oggetti di quali parlano. In questo caso si parla di emozioni e i
discorsi emozionali non possono essere considerati soltanto espressioni ma vere e proprie
performance comunicative. In quanto quando noi parliamo di emozioni non parliamo solo
di queste ma diciamo qualcosa anche di noi stessi.

GEERTZ – è considerato il padre fondatore del post – modernismo ma lui non è post –
modernista e fu erede di una tradizione ermeneutica che riteneva che le culture potessero essere
lette come testi. Quindi l’antropologo nell’interpretazione di una cultura ricostruisce i propri testi
che hanno con la realtà rapporti più o meno distaccati. Inoltre nell’opera descrizione densa Geertz
rigetta l’idea che gli spazi sociali siano immediatamente osservabili. In quanto sono da ricollegare
alle circostanze sociali e culturali. Quindi il compito dell’antropologo e quello di tentare di vedere la
realtà dal punto di vista dell’altro. La riflessione di Geertz parte da un ripensamento del metodo
etnografico: non basta più andare sul posto e osservare ma bisogna comprendere i sistemi di
significati che i nativi attribuiscono alla vita sociale e interpretarli.
Geertz inoltre rielabora il concetto di cultura di Taylor utilizzando la metafora del ragno e
della ragnatela: l’essere umano è un animale bloccato nella rete di significato che egli stesso ha
tessuto. La cultura è una produzione dell’uomo ed è qualcosa all’interno della quale egli vive e per
questo non riesce ad analizzarla in maniera oggettiva. Per questo l’analisi della cultura è una
scienza interpretativa in cerca di significato.

 GEERTZ - ANTROPOLOGIA INTERPRETATIVA - IL MODO IN CUI NOI OGGI


PENSIAMO
GEERTZ parte dai due significati di pensiero, che può indicare o il processo di pensare oppure il
prodotto di pensiero. E giunge a parlare di come nel corso del tempo la riflessione su cosa sia il
pensiero sia stata affrontata da diversi punti di vista.

o Come mente primitiva: è un punto di vista che riprende la distinzione evoluzionista


vedendo come i civilizzati riflessano in maniera logica e analitica, mentre i selvaggi si basi
sulle partecipazioni mistiche e sulla soggettività. In questo caso Geertz criticò BOAS e
MALINOWSKIJ perché vedevano nei materiali culturali una espressione individuale e non
collettiva. (collettiva nel senso dell’istituzione).
o Relativismo cognitivo – secondo questo punto di vista ogni popolo ha una sua
psicologia. A tal proposito Geertz si chiede come un uomo calato interamente nella propria
cultura posso comprendere il pensiero di un uomo calato in un'altra cultura.
o Punti di vista universalistico – secondo questo punti di vista vi è un’unità psichica che
contraddistingue il genere umano.
o Punti di vista vario – secondo il quale esistono meccanismi psicologici che non cambiano
mai e strutture sociali che mutano nel tempo.

Infine Geertz andò a indagare l’etnografia del pensiero ovvero come si pensa e che cosa si è il
pensiero, ritenendo che esso sia un manufatto culturale che determini e le espressioni delle attività
che lo sostengono. Quindi la comunità forgia e distrugge i pensieri.

LEVI STRAUSS – L’EFFICACE SIMBOLICA

Levi – Strauss introdusse il concetto di efficace simbolica con l’omonimo saggio del 1949. In
questo saggio analizza un rituale sciamanico praticato tra i KUNA. (una popolazione di panama –
americana centrale) per la buona riuscita del parto. In particolare serviva a evitare complicazioni e
distrare la donna dai dolori del parto.

Il RITUALE cominciava con la partenza dello sciamano verso la capanna della partoriente.
Durante il rito lo sciamano aiutato dagli spiriti contrastava MUU ovvero la potenza responsabile
della formazione del feto e che si impadroniva dell’anima della partoriente attaccandone la forza
vitale. (Questa forza vitale si chiama curva).

Alla fine del rituale i rapporti con MUU vengono ristabiliti ed equilibrati. IL CANTO dello sciamano
si pone come una mediazione e una manipolazione sia fisica sia psicologica che tramite l’aiuto di
simboli e metafore al fine di distrarre la donna dai dolori del parto.

Levi Strauss tuttavia ritiene che sia giusto definire questa popolazione come selvaggi se mettono
in atto comportamenti primitivi. Infatti a dimostrazione di ciò Levi Strauss fa una comparazione
con la cultura occidentale prendendo in esame l’esempio della psicoanalisi. (in entrambi i casi la
cura si effettua senza toccare i pazienti). La differenza tra la cura sciamanica e la psicanalisi sta nel
fatto che tra i KUNA il MITO e condiviso e l’efficace dei simboli passa attraverso la condizione di
credenze mentre nella psicanalisi il MITO si costruisce nel corso dell’analisi stessa.

Inoltre Levi Strauss per spiegare il rapporto che vi è tra la cura sciamanica e la psicanalisi utilizza
l’esempio del rapporto che c’è tra apparato digerente e il cibo. Ovvero l’apparato digerente è
sempre lo stesso ciò che cambia sempre è il cibo. Di conseguenza rito e psicoanalisi hanno una
struttura comune ovvero la creazione o la condivisione di miti e credente. Quello che cambia
invece e la cultura.

 PER UN ANTROPOLOGIA DELLA MOBILITÀ – MARC AUGÉ


La mobilità presenta aspetti contradditori che rispecchiano un mondo in cui la differenza fra ricchi
e poveri è sempre più presente. Al giorno d’oggi si parla di una mobilità SURMODERNA che si
esprime nei movimenti della popolazione nella comunicazione istantanea e nella circolazione di
prodotti immagini e informazione. Quindi si può dire che essa corrisponde all’ideologia della
globalizzazione.
Inoltre, corrisponde anche al cosiddetto DOPPIO PARADOSSO ovvero al fatto che viviamo in un
mondo in cui si può fare qualsiasi cosa senza muoversi e tuttavia ci si muove sempre.

L’intento della globalizzazione era quello di eliminare le frontiere sia tra le civiltà sia tra i beni.
(creazione di un mercato libero). Tuttavia non ha fatto altro che creare nuove frontiere di divieto
andando a creare anche un mondo frammentato. È importante ricordare che le frontiere naturali o
culturali che siano non possono essere cancellate ma andrebbero esplorate e superate poiché il
mondo cambia continuamente e quindi si vanno a creare sempre nuove frontiere.
La Globalizzazione inoltre ha permesso lo sviluppo delle città. Ma questa crescita urbana è
andata a creare un ulteriore divario tra ricchi e poveri soprattutto a livello geografico. Infatti i ricchi
tendono a concentrarsi nella parte centrale della città. Mentre i poveri nella parte periferiche che
diventa luogo di disoccupazione, delinquenza e violenza.

A causa della globalizzazione inoltre gli individui sono stati privati dei loro saperi tradizionali.
Questo insieme a un analfabetismo dilagante va ad escludere una buona parte della popolazione
dal trovare lavoro. In questo caso la mobilità non migliorerebbe la loro condizione perché
rimanerebbero sempre senza cultura e disoccupati. Infine la Globalizzazione ha influenzato anche il
Turismo in quanto i paesaggi sono diventati prodotti dalle agenzie turistiche creando il paradosso
del turista che si reca nei paesi dagli immigranti fuggono.

Si fa una distinzione tra etnologo e turista?

o ETNOLOGO: viaggia per lavoro perché deve studiare altre culture, viaggia solo e per lungo
tempo in modo da poter osservare sistematicamente le popolazioni. Infine scrive opere che
testimoniano e riportano ciò che lui ha osservato. Inoltre etnologo affronta quella che si
chiama doppia esteriorità, in quanto è esterno alla cultura che sta studiando e allo stesso
tempo deve allontanarsi anche dalla propria cultura per poter osservare in maniera
oggettiva. Levi Strauss chiamava questa doppia esteriorità capacità di estraniarsi
indefinitamente.
o TURISTA: invece viaggia per piacere, viaggia solo o in compagnia o comunque per un
breve periodo di tempo. E infine raccoglie foto e video che però sono fini a sé stessi.

 ETNOGRAFIE DELLE MIGRAZIONI

Il concetto di cultura di emigrazione indica l’insieme di significato, valori e


rappresentazioni socialmente condivisi che danno senso alle pratiche di immobilità di un gruppo
sociale. Con il tempo la migrazione e passata da una concezione negativa ( KHOSRAVI) a una
positiva tanto da essere inserita nei repertori di valori dell’età contemporanea.

Il motivo principale di spostamento è l’ottenimento di indipendenza economica e inoltre la


migrazione è considerata temporanea perché si prevede un rientro in patria con il denaro
accumulato. I media hanno un forte potere in questo ambito. In quanto generano un intenso
desiderio di migrazione in quelle società che hanno una realtà socio-economica difficile a rafforzare
questo desiderio vi è anche l’esempio di ostentazione (vantare) di chi è migrato ed è tornato
occasionalmente in patria. Per convertire il capitale economico in riconoscimento sociale. Tuttavia i
giovani hanno un atteggiamento disilluso nei confronti dell’emigrazione infatti sono consapevoli sia
degli sforzi da compiere sia delle discriminazioni che si subiscono.

 LE RETI TRANSNAZIONALI

Sono importanti per le etnografie delle immigrazioni anche Le reti transnazionali permettono di
recuperare i contatti utili all’interno delle reti parentali e amicali e mettono in mostra come alcuni
legami siano più importanti rispetto ad altri. Il TRANSNAZIONALISMO dei migranti è stato
suddiviso da BOCCAGNI in tre piani:

o Il piano identitario – attitudinale secondo cui il migrante vive una doppia identità: infatti da
un lato sente l’appartenenza al paese d’origine e dall’altro crea una nuova identità nel
paese d’arrivo.
o Il piano delle relazioni sociali a distanza – che il migrante de mantenere.
o Il piano comportamentale – fatto di pratiche sociali di natura economica politica e socio
culturale.

Ugualmente importanti sono le cosiddette rimesse ovvero quella quantità di denaro che serve sia a
pagare i debiti di viaggio sia a pagare le cure e il sussidio economico per sé e per la famiglia in
patria.

 POLITICHE MIGRATORIE

Le politiche migratorie possono essere di due tipi:

o Di accesso ovvero vengono gestiti flussi migratori e vengono stabiliti e criteri di accesso.
o Dei diritti ovvero si definiscono i diritti e le risorse dei nuovi arrivati in base al loro status.

Infine le migrazioni si basano sul concetto di incontro con l’altro. Infatti il migrante viene in
contatto con una cultura diversa dalla propria. Si viene a creare una situazione di razzismo e
xenofobia che può essere interpretata in due modi. O come un tentativo di creare un’identità
attraverso l’esclusione dell’altro oppure come un tentativo di proteggere la propria identità
culturale evitando contaminazioni.

 LO STRANIERO CHE VIENE – MICHELE AGIER

KANT promuoveva un’ospitalità universale e una società utopistica. In epoca moderna questi
principi vengono rappresentati dalla globalizzazione grazie all’apertura dei mercati e alla possibilità
di comunicare e spostarsi in maniera più veloce. Tuttavia se da un lato il principio dell’ospitalità di
Kant lo si può considerare un principio universale dall’altro lato esso si rivela molto irrealistico. In
quanto si applica in una società che invece di eliminare le barriere ne crea sempre di nuove.

In realtà però questo principio non è totalmente irrealistico in quanto si possono individuare tre
punti che sono particolarmente attuali:

o Dal momento che la terra è rotonda siamo tutti destinati a incontrarci e di conseguenza ad
accordarci.
o La libera circolazione è un diritto inalienabile (irrinunciabile) del cittadino del mondo.
o Gli scambi commerciali secondo Kant sarebbero sviluppati meglio su scala mondiale.

A giorno d’oggi non si parla di COSMOPOLITISMO ma piuttosto di COSMOPOLITICA. Termine


con cui s’intende un mondo comune condiviso che va al di là delle differenze economiche sociale e
culturali.

TASSIN pensava che la cosmopolitica si bassasse su una relazione tra la ricerca di un mondo
comune e l’acosmismo (ovvero la distruzione del mondo con il pretesto di un dominio economico
tecnico e scientifico).

BALIBAR invece sosteneva l’equivalenza tra cosmopolitismo e cosmopolitica dichiarando che


questi termini possono essere usati allo stesso modo e in particolare sosteneva che la
cosmopolitica fosse una forma di politica particolarmente ambigua perché mirava a un’universalità
senza però arrivare a una soluzione.

FOESSEL E LOURME vedevano nel cosmopolitismo una scienza sociale. Mentre la cosmopolitica
si pone come ossimoro in quanto la parola cosmopolitica è formata da due termini: da Politica
(che indica una realtà locale che varia da statua a statua e da nazione a nazione) e Cosmo (che
andrebbe a suggerire una politica a livello planetario ma in realtà questo non è possibile perché
come detto in precedenza la politica cambia da statua a statua). Tuttavia Foessel e Lourme
avevano identificato una universalità nella creazione dei diritti universali. Che ovviamente
dovevano appartenere a tutti anche ai migranti però una delle polemiche più accese del 21esimo
secolo riguarda proprio il fatto che questi diritti sebbene teoricamente dovessero appartenere a
tutti in realtà si fa sempre una distinzione tra chi ha diritto al diritto e chi no. ( discorso che
collega a KHOSRAVI e ARENDT) il diritto di avere diritti.

Quando si parla di cosmopolita si fa riferimento a uno stile vita globalizzato. Per BECK il
cosmopolita è una persona consapevole del fatto che non dovrebbero esserci gerarchie di culture e
che bisogna accettare le differenze in quanto tali. Per AGIER invece il COSPOLISMO è
un’esperienza concreta che si basa sulle relazioni con l’altro e per questo l’esperienza dei migranti
è vista come tensione tra individuo, stato nazione e cosmopolitica. L’esperienza dei migranti non è
altro che quella della frontiera e quello dell’attraversamento:

La FRONTIERA da un punto di vista antropologico mette alla prova la relazione con l’altro
secondo le differenze culturali, linguistiche e geografiche.

In generale per l’antropologo il cosmopolitismo è un processo osservabile in quanto il migrante


così come il viaggiatore è una persona che si sposta da solo ma che porta con sé tutto un bagaglio
culturale. L’antropologo analizza questi individui e la loro cultura la inserisce in un tutto evitando di
essenzializzare troppo le differenze che osserva.

 IO SONO CONFINE – KHOSRAVI

Prefazione Italiana

Titolo originale è ILLEGAL TRAVELLER è si può notare come Khosravi utilizzi il temine traveller
(viaggiatore) invece di migrante o profugo per contrastare il lessico della gerarchia della mobilità
che divide i viaggiatori qualificati da quelli non qualificati.

Fin dalla prefazione italiana si inizia a parlare del tema delle frontiere che rappresentano un
problema soprattutto per i poveri. In quanto i ricchi possono sempre accedere a un mercato legale
per superarle comprando la cittadinanza di altri paesi oppure investendo in attività all’estero.
Queste frontiere inoltre impongono sia l’immobilità che una mobilità forzata che si manifesta
nell’andirivieni infinito tra paesi istituzioni, campi di concentramento ecc.. quindi il migrante finisce
per vivere in uno stato perenne di non arrivo.

Quando parliamo di frontiere parliamo anche di muri e i muri possono essere fisici o mentali:

o Muri fisici – è progettato per essere visto è percepito. È per causare sofferenza nelle
persone. (esempio: il filo spinato che lascerà la carne di chi cerca di scavalcarlo) Questi
muri sono molto alti e questo causa maggiore danno di chi cerca di scavalcarlo. Il muro
deve colpire anche da un punto di vista emotivo: infatti i viaggiatori indesiderati una volta
giunti al confine provano un profondo senso di umiliazione e vergogna.
o Muri mentali - segnala che chi sta dall’altra parte è diverso, indesiderato, pericoloso e
contaminante.

Nella parte conclusiva nella prefazione italiana Khosravi afferma che questo libro si pone come
un’indagine politica e intellettuale che si interroga sul nostro mondo è rappresenta anche la
speranza per un futuro diverso.
Nell’introduzione si riprende il tema del confine è di coloro che lo violano. I confini determinano
l’aspetto del mondo: infatti le mappe rappresentano il mondo come un mosaico di nazioni con
profili precisi.

I confini dunque sono il simbolo degli stati sovrani infatti il sistema della stato nazione si fonda sul
nesso tra un luogo determinato (territorio) e un ordine determinato (stato).

Di conseguenza il confine non è più un semplice limite geografico di uno stato ma plasma anche la
nostra percezione del mondo. E quindi il profugo che viola il confine finisce per spezzare il legame
tra natività e nazionalità mettendo la crisi il sistema della stato nazione. Sempre nell’introduzione si
fa accenno al homo sacer che rappresenta un individuo che è stato privato dei suoi diritti. È in
quanto tale l’immigrante irregolare è esposto non solo alla violenza dello stato ma anche a quella
dei privati cittadini.

Il concetto di identità in khrosravi legato all’immigrazione?

Cosa è identità in generale poi lo possiamo vedere in Khosravi perché abbandona la sua casa, la
sua famiglia ecc

Capitolo 7:

Khrosravi prende in esame il tema del diritto di avere diritti e della critica che Anna Arendt
ha fatto alla dichiarazione dei diritti umani. Per la Arendt infatti esiste un unico diritto umano
ovvero il diritto di avere diritti. O in altre parole il diritto di rivendicare questi diritti. Secondo la
Arendt il problema stava nel fatto che i diritti umani si basavano su quelli civili (diritti riconosciuto a
cittadino) di conseguenza i diritti umani si posseggono solo nel contesto di una comunità politica.
Secondo questa visione il migrante avendo abbandonato la propria patria è avendo rinunciato al
proprio status di cittadino non avrebbe accesso ai diritti umani.

Infine sempre nel capitolo 7 si parla della politica dell’ospitalità che rappresenta un esercizio di
potere. In quanto manifesta la superiorità dell’ospitante sull’ospitato. L’ospite inoltre deve essere
giudicato meritevole. Cioè deve essere produttivo e legale.

Il concetto di ospitalità è un concetto ambiguo è questa ambiguità si manifesta nell’iniziale


accettazione di queste persone è la successiva scelta di tenerle nello stato di stranieri per
generazioni. Si parla di ospitalità ostile.

Infine viene ripresa la distinzione tra società antropofagiche e società antropoeniche di Levi
Strauss:

Società Antropofagiche sono quelle che eliminano alterità inglobandola.

Società Antropoemiche sono quelle che eliminano gli individui pericolosi.

 I SOGNI VENGONO DA FUORI –

Inizialmente la Cecconi voleva analizzare il processo di riconciliazione post-guerra. Una parte della
popolazione combattevano

Infatti tra questi cucio era usanza mettersi a raccontare i propri sogni.
Collegamento con Mauss – tecniche del corpo. (mauss aveva definito il sogno come influenzato
dalle esperienze.) infatti Cucio dormivano tutti insieme in una stanza e inoltre non dormivano in
maniera continua ma ci si svegliava e ci raccontava pezzi di sogni.

Si fa distinzione tra il sogno che viene da dentro e il sogno che viene da fuori. IL sogno che viene
da dentro è quello legato a ciò che si pensa durante il giorno mentre quello che viene da fuori non
ha alcun legame con ciò che avviene da fuori. Ma in un certo senso è influenzato dalla realtà che ci
circonda. (esempio: sogni premonitori)

L’importanza del rito funebre: l’esempio di una studiosa e viene accolta in una famiglia in cui la
figlia era scomparsa. Lei dice che dormendo nella stanza di questa ragazza e ha sognato che la
voleva uccidere e poi scopre che la ragazza è stata sepolto. Lei le fa omaggio e da li non si sente
più perseguitata.

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