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CULTURA
La cultura è sempre stata elevata a percezione e visione del mondo. Il concetto di visione del
mondo è stato introdotto nel 1883 da Franz Boas attraverso il concetto di Kulturbrile (lenti culturali),
ci permettono di interpretare la nostra realtà e la nostra cultura.
Bisogna ricordare però che questi lenti culturali deve essere cambiate se vogliamo capire e
interpretare una cultura diversa dalla nostra. Boas criticò l’evoluzionismo di Taylor sostenendo che
non tutte le civiltà passano da stadi di progresso definiti. (Stadi: selvaggio, Barbaro, civilizzato) e
che le culture non possono essere distinte partendo dal generale per arrivare al particolare. Boas
infatti introdusse il concetto di RELATIVISMO CULTURALE ovvero bisogna partire dal particolare
per arrivare a una legge generale.
Definizione Relativismo Culturale: Gli evoluzionisti nelle loro ricerche applicavano il metodo
deduttivo, cioè partivano da regole generali e arrivavano a individuare le differenze e le
particolarità delle varie culture.
Boas invece sosteneva che bisognasse applicare il metodo INDUTTIVO ovvero partendo
dall’analisi delle particolarità di ogni cultura si arrivava a formulare una legge generale. Altrimenti si
rischiava di essere influenzati dalla regola universale e non dalla realtà dei fatti.
Boas inoltre critica quello che può essere definito l’aspetto un po’ razzista dell’evoluzionismo.
Riferendosi sia al fatto che una cultura non si può definire migliore o peggiore rispetto ad un'altra
sia al fatto che la cultura non si trasmette attraverso i caratteri biologici ma è qualcosa creata dal
l’uomo e all’interno della quale l’uomo vive.
A proposito di cultura Boas arriva a formulare una sua definizione. Venendo la cultura come
insieme delle reazioni e delle attività intellettuali e fisiche di un individuo all’interno di un gruppo
sociale.
Capitolo secondo
CIVILTÀ
L’evoluzionismo è un approccio teorico, che si è sviluppato nella seconda metà dell’ottocento e
che vede la cultura come un concetto unico. Gli evoluzionisti si chiedevano come mai popoli
distanti nel globo avessero credenze e pratiche simili arrivando alla conclusione che la storia
dell’uomo e quindi anche il suo sviluppo si muovesse lungo una linea di progresso costante.
TAYLOR il quale sosteneva che cultura e civiltà fossero sinonimi divideva questa linea di
progresso in tre fasi: Selvaggio, Barbaro e Civilizzato. Le prime due fasi vengono considerate fasi
peggiori che devono raggiungere lo stadio di civilizzato per essere considerati migliori.
Questa aspetto era stato criticato da Boas.
Tuttavia Taylor credeva nelle potenzialità dell’uomo che poteva migliorarsi e di conseguenza
elevarsi.
TAYLOR inoltre aveva teorizzato una sua definizione di cultura. La cultura è quell’insieme
complesso che include conoscenza, credenze, morale e qualsiasi altra capacità e abitudine
acquisita dall’uomo come membro di una società.
Analizzando questa definizione si può notare:
VALORI
Gli antropologi hanno spesso utilizzato i valori per spiegare, comprendere, classificare le culture
ma bisogna tenere in considerazione che i valori non sono duraturi e fissi ma cambiano nel tempo.
ONORE E VERGOGNA
Perístiany insieme ad altri antropologi aveva dato vita ad uno studio sulle culture mediterranee
coprendo in molte di queste culture erano presenti i valori di onore e vergogna. Inoltre si rese
conto che questi valori dipendevano dalla forza e dalla potenza dell’autorità di uno stato. Quindi più
l’autorità era forte e meno i valori di onore e vergogna erano presenti. Tuttavia gli stadi del
mediterraneo erano economicamente e politicamente deboli e di conseguenza i valori di onore e
vergogna erano ben radicati nella società.
ONORE – è un valore individuale e collettivo che una persona possiede ma può perdere a causa
delle proprie azioni o causa della decisione della comunità.
VERGOGNA – è l’esito di un’azione sbagliata o di un affronto subito al quale si può rispondere con
la violenza fisica.
Questa manifestazione fisica legata a questi due valori (onore e vergogna) è stata studiata da
PITT RIVERS però più collegata alle azioni d’onore. Infatti si rende conto che esistono dei rituali
collegati all’onore che includono parti del corpo. Come ad esempio togliersi il capello in segno di
saluto e rispetto, il saluto militare, o anche l’essere incoronati con la corona d’alloro della laurea.
Sempre in questa ambito di onore e vergogna Herzfeld si chiede perché è giusto parlare di una
cultura di onore e vergogna. Partendo nella sua ricerca dal significato della parola inglese Honor,
che può significare una qualità, un qualcosa che ci rende fieri, un qualcosa scelto dalla società,
oppure rispetto per verità e l’onestà.
Partendo da ciò sostiene quindi che non si dovrebbe parlare di una cultura di onore e vergogna in
quanto questi valori possono avere sfumature di significati diversi a seconda della cultura presa in
considerazione. Si potrebbe parlare di una cultura di onore e vergogna se si svuotassero
completamente questi termini e non si creassero dei pregiudissi e dei preconcetti intorno.
OLISMO E INDIVIDUALISMO
Questi valori sono rappresentati da DUMONT nel suo Homo hierarchius dove spiega il sistema
catastale. Questo sistema è un insieme di idee e valori basato su Olismo e gerarchia.
1. Si parla di Olismo perché di fatto il sistema catastale si basa sulla somma delle sue singole
parti.
2. Si parla di gerarchia per ognuno di queste singole parti ha una sua precisa funzione.
L’importanza della funzione del singolo a livello gerarchico varia da cultura a cultura in base
al valore principale di quella cultura.
RELACIONISMO
Una persona che si chiama ROBBINS attuò uno studio sulla popolazione dei URAPMIN
rendendosi conto che questa popolazione si era convertita al cristianesimo abbandonando i rituali
antichi. L’introduzione del cristianesimo però aveva modificato totalmente la struttura interna della
società. Infatti per gli Urapmin era sempre stato molto importante creare tante relazioni sociali ma
con il cristianesimo che favoriva maggiormente legami famigliari ci si rese conto che più relazioni
sociali si creano e più è difficile mantenerle. Queste difficoltà interne alla società sono state
interpretate come tensione tra comportamento intensionale cioè desiderio di creare nuove relazioni
sociali e comportamento lecito. Ovvero il riconoscimento che le relazioni sociali attivate
necessitano di attenzioni e cure che verrebbero a mancare qual ora ci fossero troppe relazioni
sociali.
CAPITOLO QUATTRO
VALORE
Non si parla solo di valori ma anche di valore che può essere economico sociale e affettivo.
L’esempio VALORE SOCIALE: la società di Mashai (in l’esotho – che si trova in Africa
Subsahariana) ruota intorno alla mistica del bestiame che rappresenta l’autorità della
famiglia e che metteva la creazione e il mantenimento di relazioni sociali. Questo perché la
mistica del bestiame va rappresentare la ricchezza della sposa. Infatti quando due persone
decidono di sposarsi la famiglia del futuro marito deve donare alla famiglia della sposa una
parte del bestiame. Donazione che non viene fatta tutta insieme perché altrimenti verrebbe
considerata una offesa. Quindi alla mistica del bestiame viene dato un valore sociale così
importante da superare il debito che si viene a creare.
L’esempio VALORE AFFETTIVO: per valore affettivo abbiamo il rito di Kula (si svolge
nelle isole Trobriande che si trova in papua nuova ginea). IL rito di Kula è un rituale
secondo cui ci si scambia da isola a isola collane e bracciali di conchiglie. Il valore
dell’oggetto donato, non viene mai messo in discussione perché si ritiene che intorno a
questo gesto vi sia l’affettività e la personalità di chi lo ha donato. Quindi vi è un valore
affettivo che supera quello reale. Inoltre questo rituale ha sia un valore sociale perché
permette di creare relazioni tra le isole sia un valore economico perché fa muovere
l’economia e la produzione delle isole.
Sempre a proposito del rituale di Kula è importante il saggio sul dono nel quale MAUSS
parla del cosiddetto HAU ovvero lo spirito del dono che presuppone un certo grado di
fiducia quando si dona un oggetto. Infatti nonostante non vi siano garanzie per il donatore
in realtà ci si aspetta sempre qualcosa in cambio. Quindi si può dire che nessun dono è
fatto in maniera totalmente gratuita.
Quando si parla di VALORE ECONOMICO si parla di denaro. Il denaro però è considerato
come qualcosa di totalmente impersonale e proprio per questo può alterare le relazioni
sociali. In realtà il denaro ha anche un valore culturale simbolico. Infatti spesso vediamo
raffigurata le cosiddette essige che rappresenta un monumento, un simbolo, una persona
importante per quella cultura. Però il denaro è considerato cosi impersonale che l’aspetto
culturale simbolico non viene tenuta in considerazione. Comunque l’introduzione della
moneta ha causato molti cambiamenti all’interno di diverse società. Ad esempio come
quella dei Mashai in l’essoto, a tal proposito possiamo nominare tre antropologi che hanno
fornito una loro interpretazione dell’avvento della monetizzazione.
FRATELLI DI LATTE
Il sangue si può collegare anche al latte. Nella tradizione islamica infatti l’allattamento crea una
condizione di parentela. Proprio per questo motivo coloro che sono stati allattati dalla stessa
persona non possono sposarsi tra di loro. Anche se non sono realmente imparentati. A tal
proposito l’istituzione delle banche del latte ha creato non pochi problemi nel contesto mussulmano
poiché la gente vede con preoccupazione la possibilità che il figlio possa sposare senza saperlo
una persona che è stata nutrita dalla stessa fonte. Questa ha portato alcuni studiosi islamici
ultraconservatori a chiedere che vengano conservati gli elenchi di tutti le donatrici di latte.
CAPITOLO SESTO
L’IDENTITÀ
L’identità è un qualcosa di particolarmente astratto. Un concetto che si viene a creare in relazione
alle differenze dell’altro ed è dunque uno strumento per definire il proprio IO. La prima definizione
fornita dall’oxford english dictionary vede l’identità come qualità o condizione per cui si è
sostanzialmente uguali. Quindi l’identificazione è un gruppo o con una particolare identità si basa
su punti comuni. Si parla di identità sia in relazione e sia alla collettività.
o Per quanto riguarda l’identità del singolo c’è l’esempio di Malcolm X aveva abbandonato
il cognome Little perché lo considerava eredità della tratta degli schiavi i quali erano stati
privati dei loro nomi e di conseguenza della loro identità.
o Per quanto riguarda l’esempio della collettività i Belize in seguito alla GLOBALIZZAZIONE
e alla conseguente minaccia di omogenizzazione culturale avevano ripreso le antiche
usanze. Si parla infatti di Polarizzazione ovvero una considerazione talmente alta della
propria cultura da non volere che questa venisse minacciata. Riprendendo così alcuni
aspetti culturali passati.
LA RAZZA, CI RISIAMO
Quando si parla di identità bisogna necessariamente far riferimento anche alla razza. Che in
quanto concetto culturale può influenzare l’identità.
o Ashley Montagu ha svolto nel corso del tempo numerose ricerche interdisciplinari.
Dimostrando come la razza fosse qualcosa nato e ben radicato nel colonialismo. Tuttavia a
partire dagli anni 90 i genetisti hanno dimostrato che non esistono più razze ma un'unica
razza umana.
A proposito del discorso che lega identità e razza si può riprendere il lavoro di Ruth
Benedict la quale sosteneva che la cultura non potesse essere tramessa attraverso i Geni.
(esempio bambino adottato).
Inoltre Lee Baker un docente afro americano che da piccolo era stato adottato da una
famiglia di bianchi aveva affermato che sebbene la cultura non sia qualcosa che si
trasmette geneticamente essa è spesso influenzata dalle aspettative degli altri e da ciò che
ci circonda. Infatti Baker ricorda come i compagni di scuola si aspettavano che lui si
comportasse in un determinato modo perché è nero.
IDEOLOGIA LINGUISTICA
La lingua è un mezzo per rappresentare l’identità. Si può parlare infatti di antropologia linguistica
che studia la lingua e il valore culturale che gli viene dato andando a teorizzare l’ideologia del
linguaggio che ci dice qualcosa su come interpretiamo la realtà che ci circonda. Negli ultimi 20 anni
molti antropologi linguisti hanno cercato di mappare le ideologie linguistiche delle società
occidentali moderne. Individuandone due tipi principali:
o L’ideologia dell’autenticità si basa sul fatto che la nostra lingua esprime chi siamo
attraverso linguaggio, accento, il modo in cui parliamo. P.146
o L’ideologia dell’anonimato ciò che sta dietro alla legittimità delle lingue dominanti. Es.
l’inglese è ormai diventato lingua franca. Quindi lo si può considerare sia come lingua di
tutti sia come lingua di nessuno perché non è una lingua specifica solo di uni stato.
MASHPEE OGGI
Nel 2007 I Mashpee hanno riconosciuto il riconoscimento federale come tribù. Poiché i regolamenti
del Bureau of Indian Rights non impongono che un richiedente, al fine di avere il riconoscimento di
tribù o comunità indiana conservi una precisa “distinzione culturale”. Nel 2009 il consiglio tribunale
ha istituito un dipartimento linguistico al fine di riconoscere la centralità della lingua per preservare
la consuetudine, la cultura e il benessere spirituale della nostra gente. Potremmo vedere in tutto
questo un’ideologia linguistica dell’autenticità.
CAPITOLO SETTIMO
AUTORITÀ
L’AUTORITà è UN CONCETTO AMPIO per esempio nel caso dell’autorità femminile Annette
Weiner ha analizzato come Malinoski non abbia tenuto in considerazione il ruolo delle donne nel
rito di Kula. In quanto le donne non hanno un ruolo attivo nello scambio di oggetti. Tuttavia le
donne hanno un importante ruolo nella creazione di collane e bracciali che poi vengono scambiati
nella produzione delle stoffe da vendere e nella costruzione delle canoe.
GENERE E GENERAZIONE
Si parla di autorità o meglio problema di generazionale e di genere riguardo la ricchezza della
sposa in quanto questa ricchezza non viene scelta dalla sposa stessa ne viene donato a lei. Quindi
la donna non ha un ruolo fondamentale all’interno di questa dinamica. La ricchezza della sposa
esiste anche in Cina. Inizialmente venne abbandonata ma seguito venne reintrodotta in epoca
moderna e venne leggermente rivisitata. Infatti venne dato maggiore potere diffusionale alle donne
le quali possono decidere il numero dei capi di bestiame che devono essere donati inoltre possono
possedere parte del bestiame.
RITO E AUTORITÀ
Massimo autorità si esprime attraverso il rito. IL rito e qualcosa che possiede caratteristiche fuori
dal normale. Nei Costumi, negli atteggiamenti, e nelle tematiche trattate. Il rito inoltre è
caratterizzato da determinati gesti la cui corretta ripetizione può determinare il successo o meno
del rito. Inoltre questa ripetizione è completamente automatica. Cioè non richiede riflessione. Il rito
è legato al concetto di autorità perché si riteneva sia che il rito permettesse di manifestare la
creatività del singolo e della società sia perché permetteva di ripristinare lo status quo della
società.
CAPITOLO OTTAVO
RAGIONE
Grande attenzione viene data anche al ragionamento in particolare si riflette su come la lingua
possa influenzare il nostro pensiero e la nostra interpretazione della realtà. Si parla infatti di
RELATIVISMO LINGUISTICO, introdotto da BENJAMIN LEE WHORF il quale fece un paragone
tra le lingue SAE (Standard Average European) e la lingua HOPI (provengono della Arizona – stati
uniti) per poter spiegare come la lingua influenzi il modo di pensare della gente. WHROF fece degli
esempi basati su:
o Concretezza – secondo Whrof le lingue SAE tendono a concretizzare oggetti ed
esperienze astratte come ad esempio il contare i giorni. Gli HOPI invece basano la
contabilità dei giorni sull’esperienza fatta. (laddove noi occidentali dicono che partirò tra 8
giorni, Hopi partito dopo decimo giorno).
o Esperienza sensoriale soggettiva – in particolare si è soffermato su i cicli stagionali. Le
lingue SAE tendono a classificare in maniera netta i cicli stagionali in base a determinati
mesi dell’anno. Gli HOPI invece classificano ad esempio l’estate nel momento in cui c’è
l’esperienza sensoriale diretta e soggettiva del sentire caldo.
La lingua inoltre così come il nostro pensiero può andare a influenzare un evento eminente. Quindi
parole e pensieri negativi o positivi possono influenzare un evento che deve ancora avvenire si
parla infatti di comportamento propedeutico.
E quindi con questa espressione l’uomo del Bororo afferma di essere importante per la società e di
essere di proprietà delle donne. Infatti l’uomo doveva prendersi cura della moglie, della sorella e
delle figlie della sorella.
VITA ESPOSTA
Nel 1992, ADRIANA PETRYNA inizio una ricerca antropologica sul disastro di CERNOBYL,
concentrandosi sulla rete di rapporti tra scienziati, medici, politici e vittime e rivolgendo parte del
suo interesse all’Ucraina. Ormai uno stato post sovietico da poco indipendente. In seguito al
disastro una parte della popolazione Ucraina era stata costretta a spostarsi e ad adattarsi sia agli
spostamenti che agli esiti delle radiazioni. In questo studio centrale il ruolo dello stato che doveva
valutare se concedere gli aiuti o meno e basava questa sua valutazione sull’intensità della
sofferenza dei cittadini.
PETRYNA definisce tale fenomeno cittadinanza biologica. Infatti in quel decennio riuscire a vivere
è ad ottenere qualcosa dallo stato dipendeva dalla capacità di un individuo di tenersi informato
sulle conoscenze scientifiche, mediche e legali riguardanti l’avvelenamento da radiazioni.
CAPITOLO NOVE
NATURA
Gli antropologi non hanno fornito tante definizioni sul concetto di natura ma paradossalmente è
stato quello che ha spinto molti antropologi ad alcune riflessioni culturali:
per esempio; BOAS ha iniziato i suoi studi partendo dall’interesse per l’ambiente della terra di
Baffin (archipelago artico canadese).
Malinowski aveva collegato la cultura dell’uomo ai suoi bisogni primari biologici fino ad arrivare
agli studi di LEVI STRAUSS.
LÉVI STRAUSS analizzo tutta una serie di fenomeni sociali per cercare di spiegare i processi
inconsci che stanno alla base della mente umana. A proposito analizzò il matrimonio vedendo che
molte società vietavano incesto. Secondo Lévi Strauss questo divieto era posto non solo per una
ragione biologico genetica ma anche perché da un punto di vista psicologico il matrimonio veniva
visto come forma di comunicazione. Quindi quando due persone decidevano di sposarsi si veniva
a creare un dialogo sociale tra gruppi diversi, dialogo che sarebbe venuto a mancare qual ora le
due persone appartenessero allo stesso gruppo.
Per quanto riguarda il concetto di cultura Lévi Strauss sosteneva che questa dovesse essere
analizzata esattamente come se fosse un linguaggio. Infatti entrambi sono strutture inconsce sono
il risultato del rapporto degli elementi che li costituiscono è li trovano all’interno di un sistema
ordinato. Inoltre per Lévi Strauss le strutture hanno un valore astratto e inconscio. Quindi è
sbagliato parlare di culture civilizzate primitive come facevano gli evoluzionisti. In quanto vi sono
elementi comuni (processi comuni della mente) a qualsiasi cultura e popolazione a prescindere
dallo stadio di sviluppo.
Cose che ha detto il prof Pensiero selvaggio – è una modalità del pensiero umano tipica di tutti gli
uomini che parte dagli segni della realtà per creare una rete continua di simboli e significati.
SCIENCE E FICTION
I GENI SONO NOI
I comportamenti della natura umana sembrerebbero essere raccolti anche nei geni dell’individuo
andando a creare già una distinzione tra uomo e donna.
o Si parla dell’interruttore della Madonna/puttana sembrerebbe inclinazione comune all’uomo
il voler ricercare una madonna ovvero una persona fissa con cui condividere la propria vita
e riprodursi. Ma ci sarebbe sempre la ricerca di una puttana in quanto vi è a voglia
nell’uomo di riprodursi quanto più possibile.
o Ovuli/spermatozoi dal punto di visto genetico e culturale quando si parla di spermatozoi si
parla in termini di forti e virili. Mentre per gli ovuli non vi sono termini simili.
Infatti sembra quasi che l’ovulo sia succube durante il processo di fecondazione. Quindi vi
è già una forma di gerarchia tra uomo e donna in genetica.